omaggio ai piccoli gruppi ormeggiatori e barcaioli - Benvenuto nel ...
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una formazione spendibile per una nostra chiara e peculiare qualificazione. Far vivere<br />
certi argomenti in un ambito formativo vuol dire <strong>ai</strong>utare la costruzione di una coscienza, in<br />
quanto, per essere credibili, bisogna fornire risposte efficaci e immediate a richieste sempre<br />
più diversificate. Ecco, dunque, l’esigenza di potenziare la formazione coordinando meglio<br />
le esperienze già esistenti e puntando sulla continuità dei corsi il cui piano didattico deve<br />
rispondere non solo a esigenze operative ma anche di carattere sociale.<br />
E ancora. La formazione è tale se permette di stare sul posto di lavoro con accresciuta<br />
consapevolezza. È per questo che abbiamo sviluppato, in modo condiviso, programmi di<br />
formazione specifici di categoria, una specie di consegna “chiavi in mano” di un programma<br />
nostro in grado di funzionare, e che richiede come primo step, un percorso di cinque<br />
anni. Quella che stiamo portando avanti deve essere una formazione – munita di standard<br />
nazionali omogenei – con un bagaglio trasversale di competenze che vanno sbandierate<br />
e spese anche come antidoto verso proposte di modificazione dei modelli. Questo perché<br />
<strong>nel</strong>la stessa Comunità Europea gli Stati membri possono imporre specifici requisiti professionali<br />
<strong>ai</strong> lavoratori operanti nei porti, restringendo quindi l’accesso a questo “mercato del<br />
lavoro” senza che ciò determini alcuna violazione del diritto comunitario. E poiché il diritto<br />
comunitario non preclude il potere degli Stati membri di imporre qualifiche professionali<br />
adeguate alle persone che lavorano nei porti, gli Stati stessi possono richiederne il rispetto,<br />
nei limiti della proporzionalità, anche precludendo l’accesso al mercato del lavoro <strong>ai</strong><br />
soggetti non dotati di tali qualifiche professionali.<br />
Parlando di Comunità Europea Guidi ribadisce che a Bruxelles si stabiliscono le politiche, e<br />
non solo le norme, che abbracciano le attività marittimo-portuali. E informa che in data 28<br />
marzo la Commissione ha presentato il Libro Bianco - documento contenente le proposte<br />
per azioni comunitarie - intitolato “Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei<br />
trasporti. Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile”, con il quale la Commissione<br />
intende, fra l’altro, dare un ulteriore impulso al mercato unico del settore dei trasporti,<br />
individuando una serie di misure volte a facilitare il movimento dei passeggeri e delle<br />
merci, ridurre i costi e migliorare la sostenibilità delle diverse modalità di trasporto. Nel<br />
cui ambito, con specifico riferimento al settore marittimo, particolare attenzione è riservata<br />
alla sicurezza della navigazione, alla security e alla salvaguardia dell’ambiente, per il cui<br />
miglioramento è previsto il potenziamento al ricorso alle tecnologie informatiche.<br />
Sempre con specifico riferimento al settore marittimo portuale, destano alcune perplessità<br />
le considerazioni in materia di modalità di accesso al mercato dei servizi portuali. Specificamente,<br />
<strong>nel</strong>l’elenco delle iniziative riportate è esplicitamente indicata una rivisitazione<br />
delle disposizioni che limitano l’accesso al mercato dei servizi portuali. Da informazioni<br />
raccolte, sappiamo che l’ECSA, <strong>nel</strong> corso di un incontro sul PEC, ha fortemente sostenuto<br />
la necessità di liberalizzare l’accesso al mercato dei servizi portuali. In tale documento si<br />
percepisce chiaramente come il citato Organismo comunitario consideri un elemento di<br />
criticità il fatto che in alcuni porti i servizi tecnico nautici e le operazioni portuali siano<br />
resi in regime di monopolio o, comunque, non in un mercato completamente liberalizzato,<br />
manifestando un certo rammarico per gli esiti dei tentativi fatti in passato per l’apertura<br />
dei mercati.<br />
Occorre anche sottolineare che con riferimento a tutte le tipologie di trasporto, e quindi<br />
anche <strong>ai</strong> servizi ad essi connessi, la Commissione anticipa un’iniziativa volta ad estendere<br />
il ricorso alle gare per la prestazione di servizi pubblici, con l’obiettivo di garantire servizi<br />
efficienti e di alta qualità. Non manca infine <strong>nel</strong> Libro Bianco l’attenzione agli aspetti<br />
sociali, riconoscendo la Commissione che l’apertura dei mercati deve tenere in considerazione<br />
la qualità e le condizioni di lavoro, essendo le risorse umane una componente strategica<br />
per garantire un’elevata qualità <strong>nel</strong> sistema dei trasporti. E <strong>nel</strong>l’ottica di favorire un<br />
sistema sicuro è esplicitamente prevista la definizione di un comune quadro di riferimento<br />
in materia di formazione dei lavoratori impiegati <strong>nel</strong>le diverse attività portuali.<br />
Tornando con pensiero a trascorse esperienze il presidente Angopi rammenta che <strong>nel</strong>le naufragate<br />
proposte di Direttive, il Parlamento Europeo di allora apportò diversi emendamenti,<br />
evidenziando l’importanza di considerare le caratteristiche di servizio pubblico dei servizi<br />
tecnico-nautici, oltre che le esigenze di sicurezza ad essi connesse. Ora, invece, non sappiamo<br />
assolutamente cosa pensa il nuovo Parlamento europeo e il nuovo Consiglio dei<br />
Ministri allargato ad altri dieci Paesi. Il vero punto, quindi, è che dovremo ricostruire<br />
un equilibrio di valutazioni attorno a tutti i provvedimenti che avremo di fronte. Ed è un<br />
lavoro che andrà fatto ripartendo da quanto sinora acquisito, e soprattutto cercando di<br />
non fare arretrare la situazione. Per questo motivo penso che il lavoro svolto negli anni<br />
scorsi dall’Eba non è stato inutile; in particolare perché ha consentito di chiarire ed elimi-