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omaggio ai piccoli gruppi ormeggiatori e barcaioli - Benvenuto nel ...

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nico Nautici, recitava: “Ancor oggi in molti Paesi Europei questi servizi vengono fomiti in<br />

regime di monopolio. Anch’essi dovranno essere adeguati a tutti gli altri servizi portuali”.<br />

Ma ancor più preoccupante è il fatto che questo passaggio che - ripeto - non è stato inserito<br />

<strong>nel</strong> testo finale, è stato ripreso testualmente dal Commissario <strong>ai</strong> Trasporti, mr. Kallas, <strong>nel</strong><br />

corso del suo intervento, in video-conferenza, all’Assemblea dell’ESPO tenutasi a Limassol<br />

i primi di maggio ed alla quale ho partecipato, con il collega del Belgio, come inviati a<br />

rappresentare l’EBA. E questo, credetemi, mi preoccupa.<br />

Mi preoccupa perché, <strong>nel</strong> corso della stessa Assemblea, i rappresentanti dei piloti europei<br />

mi confidavano due situazioni che, oggi, toccano la loro categoria in Europa. La prima<br />

situazione. In Romania, Paese comunitario, non dimentichiamolo, Con la caduta del regime<br />

è iniziata una liberalizzazione di tutti i servizi, tra cui quello di pilotaggio che, fino ad allora,<br />

era statale. Risultato: <strong>nel</strong> porto di Costanza oggi vi sono nove compagnie di pilotaggio in<br />

concorrenza tra di loro. Conseguenza: í prezzi per gli Utenti sono aumentati, i piloti fanno<br />

letteralmente la fame e se vogliono lavorare devono pagare un ‘pizzo’ all’agente marittimo<br />

che, dunque, è l’unico a beneficiare dei vantaggi della liberalizzazione.<br />

La seconda situazione. In Finlandia un grande operatore mondiale che opera, prevalentemente,<br />

<strong>nel</strong> trasporto dei cont<strong>ai</strong>ner, ha localizzato in un piccolo porto una possibile base per<br />

i suoi traffici. Provvederebbe lui ad ampliare l’area portuale, a renderla operativa dotandola<br />

d’infrastrutture idonee. Il tutto con una ricaduta sia economica che occupazionale pesante<br />

per una piccola comunità. Unica condizione posta: l’autonomia per l’espletamento di tutti i<br />

servizi portuali. Le Autorità locali hanno risposto che andava bene per tutto, ma il servizio<br />

di pilotaggio, per Legge nazionale, doveva essere svolto da un pilota iscritto all’albo nazionale<br />

in quanto, in Finlandia, essi sono funzionari statali.<br />

L’operatore non ha accettato ed è andato direttamente alla Commissione a Bruxelles, denunciando<br />

una palese violazione del Trattato di Roma, pretendendo il rispetto del vecchio<br />

art. 90 (oggi, dopo il Trattato di Lisbona, credo che sia stato tramutato <strong>nel</strong>l’art. 48, sulla<br />

libera circolazione di mano d’opera tra i Paesi comunitari che, a parità di requisiti, pone la<br />

possibilità d’ impiego d’ operatori comunitari). Sembra che, al momento, la Commissione<br />

abbia soltanto formulato un invito alla Finlandia ad adeguarsi perché, essendo il pilota un<br />

funzionario dello Stato, che ha funzioni pubbliche e, per la sicurezza, egli può essere paragonato<br />

ad un agente di polizia e, come tale, dallo Stato disciplinato.<br />

I due casi m’impongono riflessioni. Quanto accade <strong>nel</strong> porto di Costanza è la riprova che<br />

quando diciamo che la liberalizzazione non abbatte i prezzi,ma, al contrario, li innalza,<br />

diciamo il vero. Altra riflessione è che se un fatto analogo a quello finlandese si verificasse<br />

in altra parte d’Europa: in Italia, per esempio, e ci toccasse, noi ch difesa avremmo? E non<br />

sto parlando dei grandi porti soltanto,m, come vedete, è della piccola realtà che s’ottiene il<br />

risultato. Comunque, per concludere l’aneddoto, mi hanno detto che il povero pilota locale<br />

finlandese che oggi opera in quel porto è dovuto letteralmente fuggire per paura di ritorsioni<br />

e rappresaglie, in quanto tutti lo additano come colui che, per difendere il proprio privilegio,<br />

non fa lavorare gli altri.<br />

Ecco che s’impone, pressante, la necessità d’elevare al massimo le nostre professionalità<br />

per poter avere, anche <strong>nel</strong>le realtà più piccole, la possibilità di difendersi e all’ANGOPI<br />

rivolgo l’invito ad intensificare gli sforzi per far sì che questi nuovi titoli da noi acquisiti<br />

vengano riconosciuti in ambito ministeriale. E m’inquieta leggere sui giornali le dichiarazioni<br />

di autorevoli personaggi, che ricoprono cariche di prestigio, che invocano la liberalizzazione<br />

dei Servizi Tecnico Nautici adducendo, come giustificazione, che questo è ciò che<br />

la Commissione europea indica <strong>nel</strong> ‘Libro Bianco’.<br />

Per quanto concerne l’attività dell’EBA, durante l’ultimo Consiglio tenutosi ad Anversa<br />

alla metà del mese d’aprile, s’è convenuto, unanimemente, che: a) un gruppo di lavoro<br />

formato da cinque rappresentanti d’Associazioni nazionali (Italia,Spagna,Olanda, Belgio<br />

ed,ovviamente, come presidente, la Germania) iniziassero i lavori per delineare le strategie<br />

necessarie da intraprendere per contestare alla Commissione i passaggi, a nostro avviso,<br />

sfavorevoli per il buon funzionamento, in ambito europeo, della categoria. b) l’Italia avrebbe<br />

scritto una lettera su questi temi che la presidenza avrebbe dovuto inviare al Commissario<br />

Europeo <strong>ai</strong> Trasporti ed ad altri due alti funzionari della Commissione stessa entro, e<br />

non oltre i primi di maggio.<br />

Comunemente riteniamo che: a) l’EBA deve riprendere il suo ruolo d’interlocutore con la<br />

Commissione tramite un lavoro d’equipe affrancando la presidenza e/o sostituendosi ad<br />

essa per tutti i rapporti che si renderanno necessari. b) che i temi trattati <strong>nel</strong> testo del ‘Libro<br />

Bianco’sono potenzialmente pericolosi per quanto concerne l’accesso al mercato e l’autoproduzione<br />

potrebbe essere consentita, previa autorizzazione delle Autorità competenti, ad

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