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Toscana

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Roberta Fiorini<br />

Daniela Pronestì<br />

<strong>Toscana</strong><br />

Scultori in<br />

DUEMILAQUINDICI


ROBERTA FIORINI • DANIELA PRONESTÌ<br />

<strong>Toscana</strong><br />

Scultori in<br />

DUEMILAQUINDICI


COLLANA<br />

Artisti in <strong>Toscana</strong><br />

15<br />

Diretta da<br />

FABRIZIO BORGHINI<br />

Coordinamento editoriale<br />

LUCIA RAVEGGI<br />

Ha collaborato alla realizzazione di questo volume<br />

FILIPPO LOTTI<br />

Il volume è realizzato da<br />

Iª edizione marzo 2015<br />

ISBN 978-88-6039-346-3<br />

Tutti i diritti riservati<br />

© Copyright Associazione <strong>Toscana</strong> Cultura<br />

e Masso delle Fate Edizioni<br />

Masso delle Fate Edizioni<br />

Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI)<br />

www.massodellefate.it<br />

Finito di stampare nel mese di marzo 2015<br />

presso la Nova Arti Grafiche<br />

Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI)<br />

www.novaartigrafiche.it


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Come già i numerosi altri titoli di questa<br />

collana dedicata agli artisti che<br />

operano in <strong>Toscana</strong>, il presente volume<br />

riservato agli scultori conferma, nell’alto<br />

numero di presenze, circa un centinaio, l’utilità<br />

di produrre qualificati strumenti di divulgazione<br />

dell’arte contemporanea.<br />

In queste pagine si apre un ricco vocabolario<br />

dei linguaggi espressivi odierni del fare scultura,<br />

dalla classicità all’installazione, con l’uso<br />

più svariato dei materiali, non solo tradizionali,<br />

dal legno al marmo, la pietra, la terracotta e la<br />

ceramica, ma anche il vetro, il ferro, l’acciaio,<br />

fino a quelli “poveri” e di recupero.<br />

Il valore aggiunto di questo volume è rappresentato<br />

da una miriade di contributi critici che<br />

aiuteranno il lettore ad approfondire la cono-<br />

scenza degli artisti presenti e dei loro lavori. Fra<br />

le tante firme, anche quella di Antonio Paolucci,<br />

direttore dei Musei Vaticani, e di altri illustri<br />

critici d’arte quali Ugo Barlozzetti, Tommaso<br />

Paloscia, Giovanni Faccenda, Marco Moretti,<br />

Franco Riccomini, Pierfrancesco Listri, Paolo<br />

Levi e molti altri che hanno contribuito a scrivere<br />

la storia dell’arte contemporanea italiana.<br />

Dunque l’ennesimo importante tassello che<br />

viene ad ampliare il vasto repertorio degli artisti<br />

attivi nel nostro territorio che grazie a questa<br />

pubblicazione si troveranno ad esporre insieme<br />

le loro opere nel Parco d’arte Pazzagli di<br />

Firenze dal 29 marzo al 30 aprile 2015.<br />

Roberta Fiorini<br />

Daniela Pronestì


Loriano Aiazzi<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nato a Pistoia nel 1955, il suo percorso artistico è<br />

lungo e sofferto, instabile nella continuità, spasmodico<br />

nella ricerca di se stesso. Nel 1970 inizia<br />

con la pittura partecipando da subito a numerose collettive<br />

in Italia, Francia, Svizzera e ricevendo sempre lusinghieri apprezzamenti.<br />

Tuttavia la pittura non lo appaga a pieno; cerca<br />

qualcosa di diverso con cui trasmettere la sua 'forza' artistica<br />

che male accetta di essere confinata in uno spazio<br />

limitato da un formato più o meno ampio da cornice. Vuole<br />

inserire le sue opere in una dimensione più ampia, infinita.<br />

Per dieci anni crea in stato di litigiosa sofferenza interiore;<br />

cade e si risolleva, lotta e si abbandona ma, quando sembra<br />

tutto crollare, trova la certezza in quella unica strada percorribile<br />

capace di sconfiggere le sue inquietudini. È il 1990<br />

quando inizia a dedicarsi alla scultura. Non più il tocco leggero<br />

del pennello ma argillosa terra a piene mani, materia<br />

concreta, vibrante; da questa è iniziata la vita creata, da lì<br />

inizia la sua attività scultorea. Realizza numerose opere, anche<br />

di carattere sacro e commemorativo, si infittiscono<br />

sempre più le mostre personali e collettive in Italia e all’estero<br />

dove ottiene importanti successi e lusinghieri apprezzamenti<br />

di critica e di pubblico. Non tutte le manifestazioni<br />

che lo hanno visto fra i protagonisti si possono elencare,<br />

Vortice, 2003, bronzo cm. 220x30x25,5<br />

Torsione, 2005, bronzo, cm. 82x65x25<br />

Studio: Via Oste, 161 - 59013 Montemurlo (PO)<br />

www.lorianoaiazziscultura.com - laiazzi@alice.it<br />

5


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Loriano Aiazzi<br />

Culla, 2005, bronzo, cm. 82x54x32,5<br />

ma, alcune in special modo sono più delle altre<br />

degne di nota, come la partecipazione alla<br />

Biennale Internazionale di Roma 2008, dove<br />

alcune opere vengono scelte e premiate e successivamente<br />

inviate a San Paolo del Brasile<br />

prima in gallerie e successivamente alla sede<br />

del Parlamento Nazionale Brasiliano. Personale<br />

alla Galleria Roos, di Greve in Chianti, da<br />

dove diverse sue sculture sono 'volate' in vari<br />

stati europei; ed a suggello di un anno veramente<br />

speciale la personale a Palazzo Panciatichi<br />

sede del Consiglio Regionale della <strong>Toscana</strong><br />

in Firenze. In programma mostre personali a<br />

Rovereto di Trento, a Ferrara, Parigi, Firenze,<br />

Londra, Colonia, Pechino.<br />

Roberto Gheri<br />

6


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

AIESM<br />

Associazione Internazionale di Eventi di Scultura Monumentale<br />

Bettino Francini, Diver/Gente, marmo, cm. 160x120x300<br />

AIESM, Associazione Internazionale Eventi di<br />

scultura monumentale è un’organizzazione<br />

senza scopo di lucro fondata in Canada nel<br />

1997 da un gruppo di artisti di differenti<br />

background. In particolare, tre sono i capostipiti<br />

che hanno dato inizio al tutto: Bettino<br />

Francini , artista italiano, scultore ma anche<br />

musicista, Roger La Palme , scultore canadese<br />

e Miguel Hernandez Urban, scultore messicano<br />

che ha votato la propria vita al mondo<br />

dell’arte e in particolare alla scultura monumentale.<br />

L’associazione, gestita fino al 2004 all’interno<br />

di una cerchia ristretta di artisti, inizia a co-<br />

I fondatori dell’associazione, da sinistra: Bettino Francini, Miguel Hernandez Urban, Roger La Palme<br />

Via di Terranuova, 11 - 52025 Montevarchi (AR)<br />

www.aiesm.com - info@aiesm.com<br />

7


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

AIESM<br />

Miguel Hernandez Urban, Ritual de fuego, ferro verniciato e acciaio inox,<br />

cm. 1200x800x600<br />

struire la sua storia grazie all’organizzazione di<br />

simposi internazionali di scultura che i membri<br />

di allora si impegnano a organizzare nei<br />

propri paesi di origine coinvolgendo istituzioni<br />

pubbliche e private e chiamando gli altri<br />

membri a partecipare.<br />

L’associazione opera a livello internazionale e i<br />

suoi obiettivi sono: diffondere l’arte contemporanea<br />

nel mondo, in particolare l’arte pubblica,<br />

creare una rete di collaborazione e di<br />

supporto reciproco fra i membri e avvicinare il<br />

pubblico all’arte. La sua struttura internazionale<br />

le permette di organizzare differenti tipi di<br />

eventi relativi all’arte visuale e più specificamente<br />

alla scultura monumentale, favorendo<br />

l’incontro tra il pubblico mondiale, gli artisti e<br />

la loro arte.<br />

Una delle proposte di A.I.E.S.M. è l’organizzazione<br />

di simposi di scultura monumentale a<br />

livello internazionale. Per simposio di scultura<br />

si intende un seminario di lavoro che riunisce<br />

intorno a un tema (una tecnica o un materiale<br />

comune) un numero limitato di artisti provenienti<br />

da orizzonti culturali diversi al fine di<br />

realizzare una o più sculture su un sito comune<br />

o su diversi siti uniti gli uni agli altri e di favorire<br />

gli scambi intellettuali e professionali dei<br />

partecipanti, in un evento che si propone anche<br />

di coinvolgere in modo diretto la popolazione<br />

locale al fine di portarla a un approccio<br />

più partecipe e consapevole con l’arte contemporanea.<br />

Nell’attuazione dei suoi scopi statutari, l’associazione<br />

fino ad oggi ha organizzato e patrocinato<br />

nel mondo numerosi simposi Internazionali<br />

di scultura monumentale, che hanno<br />

portato alla creazione di oltre seicento sculture<br />

monumentali pubbliche, oggi permanente-<br />

8


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

AIESM<br />

mente installate nelle aree urbane e nei parchi<br />

di città come San Paolo in Brasile, San Diego in<br />

California, Montreal in Canada, San José e<br />

Alajuela in Costa Rica, Città del Messico, Ecatepec,<br />

Comitan e San Luis Potosì nel Messico,<br />

Città di Lussemburgo nel Lussemburgo, Songkhla,<br />

Chiang Mai e Ubon Ratchathani in Tailandia,<br />

Flühli in Svizzera, Rosia Montana in<br />

Romania, Portimão in Portogallo, Bardonecchia<br />

e Sauze D’Oulx in Italia, Kathmandu in<br />

Nepal, Kiev in Ucraina, Santiago del Estero in<br />

Argentina, Kato Polemidia e Polistis Chrysochous<br />

in Cipro, Baroda in India, Belgrado in<br />

Serbia, Vosges in Francia, Penza in Russia, Toronto<br />

in Canada .<br />

L’apertura nel 2004 del portale web segna una<br />

svolta nell’attività dell’associazione, che si<br />

apre all’ingresso di nuovi membri, si impegna a<br />

offrire nuovi servizi e consolida la sua struttura.<br />

Oggi AIESM si pone tra le realtà più importanti<br />

e attive a livello internazionale nell’ambito<br />

della scultura, e grazie alla sua opera nel<br />

mondo, sono moltiplicate in maniera esponenziale<br />

le adesioni da parte di nuovi membri e<br />

al tempo stesso ha amplificato l’offerta di opportunità<br />

di lavoro. Inoltre, ogni membro trova<br />

il suo spazio personale sul portale, su cui pubblicare<br />

informazioni e immagini relative alla<br />

propria attività artistica; da parte sua l’associazione<br />

garantisce un sistema di informazione<br />

sulle principali opportunità artistiche nel mondo<br />

(simposi, concorsi, workshop… ecc).<br />

AIESM annovera tra i suoi membri artisti di diversa<br />

nazionalità e Manager Agenti nel mondo,<br />

in rappresentanza di ben venticinque paesi: Argentina,<br />

Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cipro,<br />

Costa Rica, Croazia, Cuba, Ecuador, Finlandia,<br />

Francia, Germania, India, Italia, Lussemburgo,<br />

Messico, Nepal, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo,<br />

Russia, Svezia, Tailandia, Stati Uniti<br />

d’America, Ucraina, Slovenia.<br />

Roger La Palme, Memoire de la gens venu de la mer<br />

La sede centrale è a Montevarchi (AR), una ridente<br />

cittadina della <strong>Toscana</strong>, ed è gestita dal<br />

Presidente Bettino Francini che, con l’aiuto di<br />

un consiglio direttivo internazionale, coordina<br />

delle attività svolte dai vari Direttori e Agenti<br />

di AIESM nel mondo e cura la gestione del portale<br />

web, tramite il quale vengono diffuse le<br />

informazioni sulle attività dell’associazione tra<br />

i membri.<br />

A.I.E.S.M. rappresenta una valida risorsa per<br />

tutti quegli artisti desiderosi di essere informati<br />

sui principali contest internazionali al<br />

fine di realizzare i propri progetti nel mondo:<br />

per tutti gli interessati, basta iscriversi alla pagina<br />

www.aiesm.com, dove sarà possibile anche<br />

aderire al prossimo catalogo AIESM 2016<br />

che verrà distribuito a livello mondiale.<br />

9


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Daniele Alaimo<br />

Senza titolo, marmo bianco, cm. 80x60x30<br />

Nato a Pontedera nel 1960, inizia il<br />

proprio percorso artistico con pittura<br />

e grafica, mantenendo fede al figurativo<br />

con spunti di astratto informale. Ma la ricerca<br />

della tridimensionalità, con il passare<br />

degli anni, prende forza sul colore, diventa materia.<br />

Le sue prime sculture si rifanno all’Arte<br />

Povera, in particolare un connubio di pietra e<br />

ferro e successivamente pietra e marmi con<br />

una ricerca minuziosa sui colori. Le sculture di<br />

pietra grezza e pertici levigate si armonizzano<br />

tra loro con equilibrio e sensibilità, la dove la<br />

magia avvolge l’opera in maniera profonda e<br />

sentita. Le opere sono caratterizzate dalla ricerca<br />

di sintesi estetica e dal sentire la primordialità<br />

sul volto e sulla figura. La scelta impegnativa<br />

trascende l’ambito strettamente<br />

figurativo, l’indagine collega con il ritrarre le<br />

fattezze umane all’idealizzazione di tali fattezze,<br />

alla ricerca culturale della figura. Daniele<br />

interpreta e trasforma il volto della “maschera”,<br />

antico simbolo del rito, impronta dell’uomo<br />

e della sua cultura. L’umana maschera in<br />

cui ogni giorno ci identifichiamo. Il suo fare<br />

arte è denso di connessioni e richiami espliciti<br />

alla grande tradizione culturale americana<br />

pre-colombiana e africana.<br />

Via Sonnino, 75 - 56025 Lari (PI) - Cell. 339 8806899 - Studio laboratorio Giardino Lari (PI)<br />

danielealaimo@hotmail.it - www.danielealaimoscultore.it<br />

10


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Daniele Alaimo<br />

Senza titolo, marmo bianco, cm. 110x80x180<br />

11


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuseppe Aldi<br />

Nato a Lucca nel 1962, si diploma<br />

all’Istituto d’Arte “A.Passaglia”<br />

della stessa città sotto la direzione<br />

di Guglielmo Malato. Ancora studente,<br />

espone alla prima mostra del fumetto di<br />

Lucca, dove conosce Hugo Pratt e Lido<br />

Contemori. La sua attenzione è rivolta non<br />

solo alla pittura e alla scultura, ma anche<br />

alla poesia, alla musica, al fumetto e alla<br />

fotografia. Il primo periodo della sua produzione<br />

pittorica è d’intonazione realista,<br />

con particolare attenzione al tema del paesaggio<br />

e alle scene di vita quotidiana. Gli<br />

ultimi lavori evidenziano invece una sostanziale<br />

svolta espressiva avvenuta grazie<br />

all’incontro con l’astrazione cromatica e<br />

l’Informale gestuale. La scultura, ottenuta<br />

con il recupero e l’assemblaggio di frammenti<br />

meccanici, coincide con l’ultima parte<br />

della sua ricerca artistica. Al suo attivo<br />

ha numerose estemporanee, mostre collettive<br />

e personali. Ha esposto in diverse<br />

gallerie, tra cui: Pucci Art-Factory (Montopoli<br />

in Val d’Arno), Fiordamaro (Bientina,<br />

Pisa), L’Arte (Lucca), Hinsdale Gallery<br />

(Hinsdale-Illinois). Nel 2014 ha realizzato<br />

la personale di pittura e scultura "Frammenti<br />

d’identità" nello spazio curatoriale<br />

fiorentino Simultanea Spazi d’Arte.<br />

Verso la meta, 2014, acciaio, elementi meccanici, materiali<br />

di recupero, cm. 47<br />

(…) Le sue sculture, ottenute con materiali<br />

di recupero, riconducono il frammento<br />

all’unità mediante l’assemblaggio di singoli<br />

elementi - dadi, bulloni, rondelle, blocchi e<br />

piastre di ferro - combinati in maniera da creare<br />

figure simili ad un automa, vale a dire un incrocio<br />

tra l’essere umano e la macchina che esemplifica<br />

il senso di alienazione sotteso alla società contemporanea.<br />

Daniela Pronestì<br />

Studio e abitazione: via del Brennero nord, 4140 - 55050 Piaggione (LU)<br />

beppone15@alice.it - www.giuseppealdi.it<br />

12


Yelitza Altamirano Valle<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nata in Perù, ha compiuto gli<br />

studi artistici presso l’Accademia<br />

di Belle Arti di Lima e nel<br />

1986 è venuta in Italia, a Firenze, dopo<br />

aver vinto una borsa di studio. Qui ha<br />

perfezionato gli studi di pittura, disegno,<br />

grafica e restauro e ha acquisito il<br />

metodo della decorazione su porcellana<br />

e alabastro. Premiata più volte in<br />

Perù, Svizzera e Italia (Premio “Il Fiorino”,<br />

Firenze, 1995; Premio di pittura<br />

murale, Roma), ha esposto le sue opere<br />

in numerose mostre biennali e internazionali.<br />

Lavora da anni allo sviluppo<br />

delle potenzialità: il suo scopo è recuperare<br />

le antiche tradizioni peruviane e<br />

trasmetterle ai giovani e giovanissimi<br />

mediante corsi e laboratori d’arte. Nel<br />

2001 ha fondato l'Associazione ONLUS<br />

- AYNI, laboratorio per l’interculturalità,<br />

la guarigione e l’autoguarigione che<br />

negli ultimi anni ha offerto il suo sostegno<br />

ai bambini del Centro Rural de Formacion<br />

en Alternancia Waynakunaq<br />

Riqcharinan Wasi a Cuzco, in Perù. Nel<br />

2001 a Torino e nel 2009 a Biella è stata<br />

nominata “Donna della Pace”. Le sue<br />

opere "Madonna della Nuvola" e "Cristo<br />

dei Miracoli" sono state esposte per<br />

quindici anni nella chiesa dell’Assunta<br />

di Settignano, mentre la Madonna degli<br />

Emigranti si trova a Roma nella chiesa<br />

di Santa Lucia, dove è esposta per la festività<br />

della santa. Nel 1997 ha dipinto<br />

un murales nel chiostro della chiesa di<br />

Warmy, Il femminile Sacro - La prima umanità, legno,<br />

cm. 120x47x50<br />

San Marco a Firenze; altri tre murales si trovano invece<br />

in provincia di Roma (Peschiera a San Paolo) e a<br />

Rieti. Nel 2010 ha esposto al Museo Navale di Pegli<br />

(Genova), nel 2011 a Pescia (Palazzo del Podestà,<br />

Gipsoteca), Varallo (Biblioteca Civica e Palazzo d’Adda),<br />

Firenze (Palazzo Bastogi) e nel 2014 a Lanciano<br />

(Palazzo degli Studi).<br />

Studio: Via Pandolfini 1 A/R - 50122 Firenze - Tel. 055 2344448 - Cell. 339 1903981<br />

yelitza.altamirano@yahoo.es - aynicolibri@alice.it - www.ayni.it - www.yelitza.it<br />

13


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Pietro Bartolini<br />

Pianta carnivora, bronzo, cm. 87x52x50<br />

Nato nel 1958 a Montelupo Fiorentino,<br />

dove risiede, ha esposto in personale<br />

alla Galleria Il Moro di Firenze<br />

(1984) e al Centro Studi Carlo Cattaneo di<br />

Fano. Numerose le collettive realizzate dagli<br />

anni Ottanta ad oggi. Tra queste si ricordano:<br />

Toscanello d’Oro (Pontassieve); Limonaia di<br />

Villa Strozzi (Firenze); Mostra mercato Etruria<br />

Arte (Venturina); Civitella Val di Chiana (Arezzo);<br />

Astrattamente parlando, Piazzale Donatello<br />

(Firenze); Fiera Mostra Mercato con Punto<br />

Arte (Spezia, Padova, Genova, Parma);<br />

Aprilart (Pistoia); Festa della Ceramica (Montelupo<br />

Fiorentino); Mostra Mercato (Reggio<br />

Emilia). Ha ricevuto il primo premio per la sezione<br />

scultura al Premio Parmarte.<br />

Hanno scritto di lui: Ugo Barlozzetti, Maria<br />

Stella Sguanci, Silvia Guasti, Dino Pasquali e<br />

Alessandro Lazzeri.<br />

Via Maremmana, 85 - 50056 Montelupo Fiorentino (FI)<br />

Tel. 339 6550958<br />

14


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Pietro Bartolini<br />

Arcuatamente, 2006, legno noce africano, cm. 80x74x4,5<br />

Tensioni interne, legno africano, cm. 106x78x5<br />

15


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Belarghes<br />

Ultimus Amor, bronzo, cm. 60<br />

La scultura in bronzo di Belarghes, “Ultimus<br />

Amor” è ispirata dall’atto eroico di<br />

Ofelia Mangini, una donna che, fatta<br />

prigioniera dai nazisti, riuscì a salvare il figlio<br />

facendolo fuggire prima di cadere uccisa. Oggi<br />

quel figlio ha 76 anni, e la sua vita è trascorsa<br />

nel ricordo di quel giorno.<br />

Lo scultore ha idealizzato quel dramma in<br />

un’opera spazialmente suddivisa in due triangoli,<br />

le cui diagonali partono dal baricentro<br />

delle due figure.<br />

L’articolazione dinamica del corpo della Madre<br />

agisce come una sorta di scudo per il figlio che,<br />

sollecitato dal gesto della mano materna, fugge<br />

coperto da quella barriera protettiva.<br />

Il panneggio della veste stracciata, è concepito<br />

per imprimere continuità dinamica alle due figure<br />

sottolineandone metaforicamente l’intenso<br />

legame affettivo, nonché la disperata<br />

forza interiore della donna che, sacrificando se<br />

stessa, riesce a salvare la sua creatura.<br />

Marco Moretti<br />

Cell. 393 5396820<br />

www.belarghes.it<br />

16


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Belarghes<br />

Il cieco, scultura in bronzo fusione a cera persa, altezza cm. 57, collezione privata<br />

Lo scultore Belarghes è nato nel 1963 a Valona<br />

in Albania. Si è avvicinato alla scultura a nove<br />

anni. Dopo aver vinto il concorso statale per<br />

studiare scultura al Liceo Artistico di Tirana ed<br />

essersi laureato all’Accademia di Belle Arti, è andato<br />

a vivere per dodici anni ad Atene in Grecia.<br />

Nel 2003 è arrivato in Italia, a Firenze, dove ha<br />

proseguito il suo percorso artistico.<br />

La scultura “Il cieco” il 2009 è stata esposta<br />

alla mostra “L’Arte, Il Genio e La Follia” nel<br />

complesso museale Santa Maria della Scala a<br />

Siena, organizzato da Vittorio Sgarbi, nella sezione<br />

<strong>Toscana</strong> curata dal critico Marco Moretti,<br />

ricevendo apprezzamenti dalla critica illustre.<br />

17


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Federica Berner Ghezzi<br />

Nata a Lucerna (Svizzera) il 14<br />

maggio 1949. Dopo studi ed<br />

esperienze nel campo della<br />

grafica arriva tardi alla pittura, da cui si è<br />

sentita attratta e che ha sempre coltivato,<br />

tuttavia, fin dalla più giovane età. Il<br />

centro dei suoi interessi sono le manifestazioni<br />

della vita, i suoi contenuti.<br />

Svizzera di nascita, cresciuta in <strong>Toscana</strong>,<br />

ha sviluppato e maturato a Milano la sua<br />

esperienza pittorica. I luoghi in cui ha vissuto<br />

hanno dato ciascuno un proprio<br />

contributo al suo stile; in termini di sicurezza<br />

del segno, di gioiosità del colore, di<br />

riflessione intimistica.<br />

Oggi dipinge tra Milano e Montaione ed<br />

esegue ritratti su commissione di persone<br />

e animali.<br />

È presente all’Accademia di Brera, all’Arcivescovado<br />

di Siena, al Museo Attivo<br />

delle forme inconsapevoli a Genova<br />

(Quarto), al Museo Internazionale Marino<br />

d’Arte Contemporanea ad Alessano<br />

(Lecce) e presso collezioni private. Ha<br />

esposto in Italia e all’estero. Negli anni<br />

recenti si è dedicata alla celebrazione di<br />

Brera e dei suoi artisti, creando l’installazione<br />

“Maestri di Brera” che ha portato in<br />

giro per il mondo ed esporrà a Milano al<br />

“Giamaica” a conclusione di Expo 2015.<br />

Hanno scritto di lei: Rolando Bellini, Paolo<br />

Biscottini, Andrea B. Del Quercio, Roberta<br />

Fiorini, Carlo Franza, Marta Isnenghi,<br />

Mimma Pasqua, Teodosio Marcucci,<br />

Muso, compensato su base in legno dipinti in acrilico,<br />

cm. 20x30x23h<br />

Luciano Giuseppe Volino, Isabella Bossi Fedrigotti,<br />

Lina Sotis e altri.<br />

“Uno dei caratteri più spiccati nella pittura di Federica<br />

Berner Ghezzi è la capacità di assecondare la definizione<br />

figurativa dei suoi soggetti - che, originalmente,<br />

nel ciclo di opere più recente, vedono<br />

protagonista “il miglior amico dell’uomo”, il cane -<br />

arricchendola con una stesura della materia cromatica<br />

alla quale spesso attribuisce qualità espressive<br />

persino informali stabilendo così un efficace equilibrio<br />

tra sintesi ed eloquenza.<br />

Pochi elementi narrativi bastano infatti alla Berner<br />

per catturare il senso di movimento e la suggestione<br />

spaziale e riportarci, delle forme e della scena, il valore<br />

emozionale che li dice essere frammenti di realtà<br />

dei quali esalta - nella sapiente stratificazione di<br />

colore e luce, nel gioco di vibrazioni cromatiche - il<br />

ruolo poetico dell’immagine e del “ritratto” nutrendo<br />

il dato realistico di più autentica affettività.”<br />

Roberta Fiorini<br />

Via del Lauro, 10 - 20121 Milano - Cell. +39 348 9801117<br />

www.federicaberner.net - federica.berner@gmail.com<br />

18


Piero Bertelli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Adolescenza, bronzo, cm. 165, fontana Maternità, bronzo, cm. 130<br />

Nato a Montelupo Fiorentino (FI) nel<br />

1940, a sedici anni inizia a lavorare<br />

alla Fonderia d’Arte Marinelli di Firenze,<br />

dove entra in contatto con grandi maestri<br />

come Moschi, Innocenti, Tofanari e Berti e<br />

apprende la tecnica della fusione a cera persa,<br />

del ritocco, del cesello e della patinatura dei<br />

bronzi, maturando una particolare sensibilità<br />

per l’armonia plastica della forma. Prima<br />

dell’arte del plasmare, Bertelli aveva appreso<br />

le tecniche della fusione, le finezze del ritocco<br />

ed i segreti delle patinature. Per tali meriti il<br />

vecchio Manzù gli aveva chiesto negli anni Ottanta<br />

di trasferirsi da lui, ad Ardea, quale responsabile<br />

della sua fonderia. Dopo aver frequentato<br />

per tre anni la Scuola Libera del<br />

Nudo all’Accademia di Belle Arti di Firenze con<br />

il maestro Settala, Piero Bertelli inizia a dirigere<br />

la fonderia in cui aveva esordito da giovanissimo.<br />

Membro dell’Accademia Giampaoli per<br />

la medaglia d’Arte (Roma) e dell’Antica Compagnia<br />

del Paiolo (Firenze), le sue opere si trovano:<br />

chiesa di Santa Maria a Fibbiana (Montelupo<br />

Fiorentino) chiesa di San Donato a<br />

Livizzano (Montespertoli), Museo del Vetro<br />

Impagliato (Montelupo Fiorentino), Millar Gallery<br />

di Cincinnati, Life Nihon Gallery di Tokio,<br />

Horison Co. Ontario, Canada, Gallery l’Artique<br />

Via Giovanni XXIII°, 4 - Studio: Via Del Ponte Nuovo, 75 - 50056 Montelupo F.no (FI)<br />

Cell. 347 4685445 - enrico_bertelli@virgilio.it - piero.bertelli@virgilio.it<br />

19


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Piero Bertelli<br />

Monumento all’impagliatrice di fiaschi, creta, cm. 160,<br />

Museo del Vetro, La Torre, Montelupo F.no<br />

San Michele arcangelo, bronzo cm. 200<br />

Hillside New Yersej. È presente anche in moltissime<br />

gallerie private (Milano, Toronto, Okinawa,<br />

etc) e nel Museo del Bargello a Firenze.<br />

Ha esposto in permanenza alla Benjamin Gallery<br />

di Chicago, alla Wellfleet Art Gallery (Cape<br />

Cod, Massachusset) e a Palm Beach in Florida.<br />

Attualmente espone in permanenza alla Galleria<br />

Pietro Bazzanti di Firenze e lavora per la<br />

Swan King International Gallery di Mark Eaker a<br />

San Francisco in California. Ha lavorato per due<br />

anni ai modelli per il rifacimento delle Sale Imperiali<br />

del Cremlino a Mosca.<br />

20


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Piero Bertelli<br />

Guerra, bronzo, cm. 60<br />

21


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Simone Biliotti<br />

Lo scultore Simone Biliotti alle cave di marmo di Carrara<br />

Scultore fiorentino, si è formato a Pietrasanta<br />

sotto la guida di artisti di livello<br />

internazionale. Scolpisce marmi pregiati<br />

e rari tra cui il portoro, il cristallino Onice bianco<br />

del Messico, il nero del Belgio, lo statuario<br />

bianco latte, il bardiglio nuvolato, l’extra noir<br />

Saint Laurent. Il suo stile raffinato ed elegante<br />

è il frutto di una ricerca poetica dell’armonia.<br />

Fa parte del Gruppo Donatello, dell'Antica<br />

Compagnia del Paiolo e del Circolo degli Artisti<br />

“Casa di Dante” di Firenze. La sua ultima personale<br />

s’intitola Una giumella di Universo.<br />

È capitato a tutti da bambini di soffermarsi ad<br />

osservare una pietra raccolta in riva al mare: i<br />

colori, le venature, l’aspetto levigato di una superficie<br />

che il tempo ha lungamente modellato.<br />

Un’esperienza che risveglia nell’essere<br />

umano un’emozione antica, quasi archetipica,<br />

non lontana da quella che ha impressionato la<br />

mente dei nostri progenitori inducendoli ad<br />

adorare la pietra ed ogni altro fenomeno naturale<br />

che sfuggiva alla loro comprensione.<br />

Un’emozione di cui però ben presto ci dimentichiamo,<br />

come di un sogno dopo il risveglio.<br />

Via dei Della Robbia, 52 - 50132 Firenze - Cell. 329 6026092<br />

info@firenze.toscana.it - FB: https://www.facebook.com/ArtistsInTheWorld<br />

22


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Simone Biliotti<br />

La dormiente, 2014, portoro, marmo nero<br />

Può succedere che sia un’opera d’arte a ridestarla,<br />

in virtù di quel privilegio che a pochi artisti<br />

è concesso: parlare il linguaggio della natura.<br />

Le sculture di Simone Biliotti evocano<br />

memorie di spiagge, concrezioni di rocce, materia<br />

terrestre lambita dall’acqua, attraversata<br />

dal vento: sono permeate da energie originarie,<br />

da un’intrinseca naturalità che affiora<br />

spontaneamente dalla forma, come a schiudere<br />

un segreto insito nel cuore millenario della<br />

materia. I loro volumi pieni e avvolgenti, brevemente<br />

interrotti dalla linearità dei tagli che<br />

ne determinano lo sviluppo plastico, esaltano<br />

l’assolutezza della forma, dandola come oggetto<br />

di pura contemplazione, anche quando<br />

la presenza di un riferimento figurale - La dormiente<br />

- sembra specificarne il senso. Il carattere<br />

biomorfico delle sue sculture è un invito a<br />

lavorare d’immaginazione, come facciamo<br />

quando nelle formazioni rocciose delle montagne<br />

abbiamo l’impressione di riconoscere il<br />

muso di un animale o il profilo di un uomo. Allo<br />

stesso modo nelle opere di Biliotti possiamo<br />

intravedere un paesaggio, un volto umano, un<br />

corpo femminile, il germoglio di un fiore e altre<br />

favolose configurazioni che nascono per successivi<br />

trapassi d’emozione. Essendo ottenute<br />

per via di levare, e quindi in sintonia con un’i-<br />

Lo scultore Biliotti al lavoro<br />

dea della materia come qualcosa che in se<br />

stessa tutto racchiude e convoglia, queste<br />

sculture liberano la forma da ogni vincolo imitativo<br />

per farla emergere quale presenza viva<br />

nel blocco materico. Ed è il superamento della<br />

connotazione narrativa del linguaggio plastico<br />

l’elemento da cui si evince una sensibilità tesa<br />

al recupero dei valori primari della scultura che<br />

si specificano sul piano dell’essenzialità e della<br />

purezza formale.<br />

Daniela Pronestì<br />

23


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Simone Biliotti<br />

24


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Simone Biliotti<br />

25


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Simone Biliotti<br />

26


Felice Botta<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Santo Spirito, 2014, legno, collage, cm. 50x60<br />

Nasce a Greve in Chianti (FI) nel 1931;<br />

frequenta l’Istituto Statale d’Arte di<br />

Porta Romana a Firenze, seguendo la<br />

sezione di xilografia e grafica, quella di rame<br />

smaltato, cesello e bulino. In questa tecnica<br />

del rame smaltato ed anche dell’incisione, Felice<br />

Botta produce vari lavori passando poi<br />

alla grafica cartellonistica; la pittura tonale e i<br />

monocromi sono le tappe successive. L’incontro<br />

con il legno si sviluppa quindi d’improvviso,<br />

nel 1982, ma è il punto d’arrivo di un processo<br />

lungo e complesso. Prende avvio così il<br />

nuovo linguaggio di Botta che parte, come<br />

elemento essenziale, dalla ricerca del materiale<br />

scelto tra le spiagge, le baite, i cantieri<br />

fino alle discariche: legno ritrovato dovunque,<br />

povero e soprattutto testimonianza dell’aver<br />

vissuto con l’uomo.<br />

Studio: Via dei Della Robbia, 82 - 50132 Firenze<br />

Tel. 055 571202 - felice-botta@virgilio.it<br />

27


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mario Brandaglia<br />

Ballerini, bronzo dorato<br />

STUDIO D’ARTE M° Mario Brandaglia - Via Trento, 271 - 50013 Campi Bisenzio (FI)<br />

Tel. 055 8999834 - mariobrandaglia@hotmail.com<br />

28


Alberto Bruni<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

La catena, pietra serena, mt. 18 per 215 anelli<br />

Alberto Bruni nasce a Castiglion Fiorentino<br />

(AR) nel 1930. Dopo la morte della<br />

moglie Iole, sopraffatto dal dolore e<br />

per riempire il vuoto della sua esistenza, nel<br />

1989 inizia a scolpire la pietra e nel ‘90 a dipingere.<br />

La sua produzione di sculture e pitture<br />

mostra un’interessante evoluzione sia per<br />

quanto riguarda il contenuto poetico che lo<br />

stile. Le figure, gli oggetti, gli animali, dell’immaginario<br />

di Alberto Bruni si arricchiscono<br />

sempre di nuovi elementi narrativi che raccontano<br />

la vita di tutti i giorni oppure sintetizzano<br />

i ricordi del passato e le riflessioni del presente.<br />

I volumi creati dal suo scalpello rivelano una<br />

linea sinuosa, attenta ai particolari, che mette<br />

in luce la facilità, la confidenza e l’affetto nei<br />

confronti della materia. Svariate sono le mostre<br />

che lo hanno visto partecipe sia in Italia<br />

che all’estero e molteplici gli attestati e i riconoscimenti<br />

ottenuti con servizi su riviste e testate<br />

di quotidiani locali e nazionali. Da alcuni<br />

anni tiene un corso di scultura su pietra agli<br />

studenti stranieri del centro studi “Santa Chiara”,<br />

Università Americana con sede a Castiglion<br />

Fiorentino, ottenendo dagli allievi ottimi<br />

risultati di apprendimento e manifestazioni di<br />

riconoscenza per la soddisfazione di imparare<br />

nuove tecniche artistiche.<br />

Via della Casina, 94 -52043 Castiglion Fiorentino (AR)<br />

Tel./Fax 0575 659190 - Cell. 339 8111935 - www.albertobruni.it - info@albertobruni.it<br />

29


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Bruno<br />

Installazione in acciaio e vetro duclus<br />

Quel che colpisce nella scultura di Antonio<br />

Bruno, è la capacità innata di<br />

usare con naturalezza un metallo<br />

freddo come l'acciaio, per dare vita ai propri<br />

pensieri e alle proprie emozioni. Ed è così che<br />

l'acciaio INOX, uno dei simboli della moderna<br />

società industrializzata e spersonalizzata, diventa<br />

mezzo per riaffermare la propria creatività<br />

individuale e fuggire dalla banalità, dagli<br />

oggetti fatti in serie, da un mondo programmato.<br />

Nascono opere che trovano nella creatività<br />

e nell'intuizione una forte carica espressiva<br />

liberatoria, tanto che si potrebbe dire che in<br />

certi casi è il metallo stesso la vera fonte d'ispirazione,<br />

suggerendo ora composizioni naturalistiche<br />

come fiori, piante; ora pure forme geometriche<br />

di risplendenti voli di uccelli o di vele<br />

tese da un vento impetuoso, oppure composizioni<br />

che possono essere considerate vere installazioni,<br />

che accolgono lucenti vetri colorati<br />

quasi a restituire cambiata e viva quella luce<br />

che l'acciaio riflette.<br />

Alla fine, per l'opera creativa dello scultore, il<br />

freddo e inanimato metallo diventa parte viva<br />

e integrante della natura stessa: sembra quasi<br />

che la fantasia dell'artista riesca da sola a restituirlo,<br />

nobilitato, a quella stessa terra da cui,<br />

materia informe ed amorfa, un giorno era stato<br />

strappato.<br />

Andrea Bolognesi<br />

Via Alta, 2 - 59013 Montemurlo (PO)<br />

Tel. 338 1205393 - antoniobruno1942@gmail.com<br />

30


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Bruno<br />

Scultura in acciaio e vetro duclus<br />

31


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Amelio Bucciantini<br />

Amerigo Vespucci, nel Giardino dei Cerchi di Saturnana,<br />

acciaio inox, cm. 130x36<br />

Cristoforo Colombo, nel Giardino dei Cerchi di Saturnana,<br />

acciaio inox, cm. 120x40<br />

Amelio Bucciantini vive nella propria<br />

casa-studio in località Saturnana nel<br />

comune di Pistoia dove è nato nel<br />

1943. In questa città frequenta la Scuola d’Arte<br />

diretta da Giovanni Bassi ed ha come docenti<br />

gli artisti Alfiero Cappellini, Umberto Mariotti,<br />

Pietro Bugiani, Remo Gordigiani, Sigfrido Bartolini,<br />

Jorio Vivarelli.<br />

Consegue il diploma a Firenze all’Istituto d’Arte<br />

di Porta Romana diretto da Angelo Maria<br />

Landi.<br />

Successivamente, nella stessa Firenze, frequenta<br />

il Magistero d’Arte e consegue l’abilitazione<br />

all’insegnamento. Nel contempo opera come<br />

restauratore e progettista di architettura.<br />

Svolge attività di docenza nelle scuole medie<br />

della provincia di Pistoia fino al 1999.<br />

La sua attività artistica inizia nei primi anni Sessanta<br />

con la partecipazione a mostre collettive<br />

ed a premi di pittura. La prima personale è del<br />

1967 alla galleria Jolly 2 di Pistoia: da quella<br />

data Bucciantini è presente a moltissimi eventi<br />

d’arte sia in Italia che in molti paesi europei.<br />

Fra le opere realizzate dalla fine degli anni Ot-<br />

Tel. 0573 471123<br />

32


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Amelio Bucciantini<br />

Chimera alata, nel Giardino dei Cerchi di Saturnana,<br />

acciaio inox, cm. 120x115x80<br />

Monumento allo studente, 2005, Scuola Media “B. da<br />

Montemagno” di Quarrata, acciaio-terracotta-cemento,<br />

mt. 9h<br />

tanta ad oggi ricordiamo due grandi dipinti<br />

collocati negli spazi del Circolo Ricreativo di<br />

Saturnana e la grande scultura in ferro “Cristo<br />

dei pellegrini” che si trova, dal 1997, sulla parete<br />

della torre campanaria della Pieve di Saturnana,<br />

dove è ospitato, dallo stesso anno, pure<br />

il grande dipinto “Cenacolo”, rappresentante<br />

l’ultima cena.<br />

Ancora nella stessa località pistoiese, negli<br />

anni 2004-2005, Bucciantini dipinge una<br />

grande opera sulla facciata del Museo delle<br />

Tradizioni Popolari e della Memoria. All’interno<br />

di tale museo sono inoltre presenti dipinti e<br />

sculture che si ispirano agli antichi mestieri ed<br />

agli attrezzi di lavoro lì esposti.<br />

Nel 2000 espone, nel giardino della scuola<br />

media di Quarrata, una installazione ispirata al<br />

mondo dei carbonai e dei boscaioli: si possono<br />

ammirare sculture che rappresentano il carbonaio,<br />

il taglialegna, il meo, gli attrezzi utilizzati<br />

nel lavoro ed i loro ambienti di vita. Nello stesso,<br />

nel 2005, viene collocata una sua grande<br />

scultura dedicata agli studenti.<br />

Inizia, negli stessi anni, a progettare e realizzare<br />

una serie di sculture in metallo- “Pinocchio:<br />

il burattino inossidabile” - che troviamo esposte<br />

nel 2005 a Pistoia e nel 2008 a Perugia<br />

presso il Parco d’Arte Gualdo Cattaneo: è un<br />

grande successo di pubblico e di critica che si<br />

concretizza nell’invito ad esporre tali opere a<br />

Francoforte prima e poi a Roma nel corso del<br />

2009, negli spazi della Biblioteca San Giorgio<br />

di Pistoia nel 2010 e nel Parco di Pinocchio a<br />

Collodi nel 2012.<br />

33


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Silvano Caldini<br />

Joele, 2010, argilla bianca, h cm. 35x110x58<br />

Silvano Caldini nasce a<br />

Firenze il 5 aprile 1948,<br />

studia per quattro anni<br />

Arti Grafiche all’Istituto Statale<br />

d’Arte di Firenze.<br />

Nel frattempo, grazie agli<br />

stimoli del professor Marcello<br />

Guasti, comincia ad appassionarsi alla scultura<br />

che diventerà la sua espressione artistica<br />

per eccellenza.<br />

Si dedica quindi alle arti plastiche eseguendo<br />

opere in materiali diversi quali pietra, marmo,<br />

legno, alabastro, bronzo e resina, partecipando<br />

a mostre in Firenze, Bologna, Milano e ricevendo<br />

riconoscimenti e premi.<br />

Esegue ritratti, ma ciò che lo interessa è l’espressione<br />

del corpo umano in movimento: le<br />

rotondità delle forme femminili nello splendore<br />

della loro potenza di vita; la forza maschile<br />

colta nella tensione muscolare.<br />

Dal 2005 frequenta l’Accademia di Belle Arti di<br />

Firenze, sezione Scuola Libera del Nudo.<br />

Frequenta anche lo studio privato del professor<br />

Vincenzo Ventimiglia, docente di scultura<br />

all’Accademia di Firenze.<br />

Fa parte dell’associazione “Ardengo Soffici”.<br />

Tel. 055 8307477 - Cell. 339 8824740<br />

s.caldini@libero.it<br />

34


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Silvano Caldini<br />

Joele, particolare<br />

Pittore e scultore, Silvano Caldini rivolge la sua<br />

ricerca al ritratto della realtà, con figurazioni di<br />

tema sacro quanto di soggetti familiari, riuscendo<br />

a conciliare valori contrastanti come<br />

sensualità e rigore, spiritualità e concretezza.<br />

Il suo è un realismo caldo che non si disperde<br />

nella minuzia dei dettagli mirando piuttosto<br />

ad una sintesi espressiva e formale nella quale<br />

esalta anche valori tattili capaci di coniugare<br />

levigatezza e rugosità della materia, sia essa<br />

legno, argilla, pietra o marmo.<br />

Nel suo linguaggio, così fondamentalmente<br />

essenziale, l'artista dota le forme di una peculiare<br />

postura architettonica eppure priva di<br />

qualunque rigidità, anzi infondendogli sempre<br />

un respiro poetico ed emozionale, tale che le<br />

sue figure sembrano incarnare, e coniare, una<br />

sorta di romanticismo contemplativo. Ne deriva<br />

una percezione di armonia che arricchisce<br />

l'attinenza al vero, ed il timbro contemporaneo<br />

di cogliere pose “in atto”, di una sospesa<br />

ed elegante dimensione di classicità.<br />

Roberta Fiorini<br />

35


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Silvano Caldini<br />

La vita, 2012, legno di ippocastano, h cm. 85x35x20<br />

36


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Silvano Caldini<br />

Emma, 2009, legno di cirmolo, h cm. 100. “Fiorino d'Oro” al XXVII Premio Firenze<br />

37


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Michele Callai<br />

Re per un attimo, 2006, bronzo, dimensioni al naturale<br />

Michele Callai è nato a Livorno nel<br />

1965 ed espone da circa 25 anni.<br />

Ha alle spalle numerose mostre<br />

personali e collettive in sedi nazionali ed internazionali.<br />

Il suo personale linguaggio, orientato verso l’astratto<br />

informale, caratterizza una pittura fatta<br />

di stratificazioni usando colori, graffiti, segni<br />

e assemblaggi su tela, masonite o altri materiali<br />

di recupero, così come la sua ultima ricerca<br />

anche scultorea e di installazione.<br />

Nelle sue opere esprime il disagio dell’uomo<br />

contemporaneo di fronte alla realtà opprimente<br />

che tende ad annullarlo.<br />

L’arte diviene il suo tormento per restare desto<br />

e cercare di destare.<br />

Via Montegrappa, 22 - 57023 Cecina (LI)<br />

Tel./Fax 0586 686360 - Cell. 347 7160860 - michecalla@tiscali.it<br />

38


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Michele Callai<br />

Indicatore, 2011, legno, diam. cm. 25 x cm. 200 altezza<br />

39


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuseppe Calonaci<br />

Porta d'Europa, 1996-99, bronzo patinato, cm. 480x380<br />

Pittore e scultore, è nato nel 1931. Frequenta<br />

la Scuola d’Arte nel dopoguerra,<br />

nel clima della ricostruzione in <strong>Toscana</strong>.<br />

Si forma nel MAC (Movimento Arte Concreta)<br />

di Forma I e soprattutto nel fiorentino Astrattismo<br />

Classico e sviluppa la lezione astrattoconcreta<br />

in un’ampia gamma di applicazioni<br />

tecnologiche e di soluzioni formali. Ha compiuto<br />

ricerche e realizzato grandi opere con<br />

visioni a tutto campo. La sua ricerca si è svolta<br />

per cicli, sempre contrassegnati da un titolo<br />

che spiega il tema dominante. La riflessione<br />

sul linguaggio astratto lo ha condotto ad individuare<br />

forme simboliche quali il cerchio radiante,<br />

cioè il principio che genera energia. Nel<br />

1955 dà vita a una fabbrica di smalti d’arte su<br />

acciaio, la S.I.V.A., e dal 1957, con le avanguardie<br />

fiorentine, lavora nell’ambito dell’Astrattismo<br />

Classico.<br />

Ha ricevuto numerosi ed importanti premi e lui<br />

stesso ne ha fondati due. Ha al suo attivo circa<br />

settanta mostre personali in tutto il mondo e<br />

oltre cento rassegne. Ha scandito il suo lavoro<br />

in dieci periodi e quello attuale si chiama<br />

“Astrattismo & Citazione”. Hanno scritto di lui<br />

importanti critici, come testimoniano molti<br />

cataloghi, riviste e quotidiani.<br />

Di grande successo sono state le mostre tenu-<br />

Via Andreuccetti, 31 - 53036 Poggibonsi (SI)<br />

Tel. +39 0577 937295 - info@calonaci.com - www.calonaci.com<br />

40


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuseppe Calonaci<br />

te a: Firenze, Milano, Siena, Caserta, Roma,<br />

Livorno, Arezzo, Palermo, Reggio Emilia,<br />

Bergamo, Ravenna, Venezia, L’Aquila, Brescia,<br />

Padova, Viareggio, Prato, Cagliari, Bari,<br />

Varese, Catania, Modena, Spoleto, Napoli,<br />

Carrara, Parigi, Montreal, Ottawa, Tokyo,<br />

Hot Springs (Arkansas), Bali, Abilene (USA),<br />

San José, Costa Rica, Arabia Saudita, Avignone,<br />

Santiago, Ecuador, Rio de Janeiro,<br />

Olinda (Brasile), San Paolo del Brasile, Mendoza<br />

(Argentina), Madrid, Bornem (Belgio),<br />

e ancora Egitto, Giordania, Siria, San Pietroburgo,<br />

India, Messico, Cambogia, Libia.<br />

Le sue opere si trovano in moltissimi spazi<br />

pubblici, in musei, in collezioni private, sia<br />

in Italia che all’estero. A Hot Springs, negli<br />

Stati Uniti, in occasione di una sua personale<br />

del 1990, viene insignito del titolo di Ambasciatore<br />

onorario dell’Arkansas dal Governatore<br />

Bill Clinton e di cittadino onorario<br />

di Hot Springs dal sindaco della città. Dal<br />

2007 è Accademico delle Arti del Disegno<br />

della prestigiosa Accademia Fiorentina e<br />

Cavaliere della Repubblica Italiana. Nel<br />

2009 la mostra “Calonaci Città Verticali” a<br />

cura di Nicola Micieli, Enrico Crispolti e Corrado<br />

Marsan, ha avuto luogo nella Galleria<br />

dell'Accademia delle Arti del Disegno a Palazzo<br />

Pitti (Giardino di Boboli) e a Palazzo<br />

Medici Riccardi. Nel 2010 riceve il premio<br />

internazionale “Le Muse” nel simbolo di<br />

Erato; fra i premiati nel segno di questa<br />

Musa ricordiamo: Henry Moore, Marc Chagall,<br />

Emilio Greco, Giacomo Manzù, Giò Pomodoro,<br />

Fernando Botero, Jean Michel Folon,<br />

Giuliano Vangi, Paola Crema.<br />

Città verticali n. 1, 2009, bronzo a cera persa patinato,<br />

cm. 500 su base<br />

Storici dell'arte curatori dell'opera di Calonaci:<br />

Lara Vinca Masini, Corrado Marsan, Fiamma Vigo,<br />

Piero Santi, Flavio Quarantotto, Enrico Crispolti,<br />

Giuseppe Marchiori, Enzo Carli, Eugenio Miccini,<br />

Raffaele De Grada, Franco Solmi, Tommaso Paloscia,<br />

Pierre Restany, Dino Pasquali, Giorgio Segato,<br />

Giulio Carlo Argan, Fortunato Bellonzi, Georges<br />

Sharbonnier, Nicola Micieli, Giorgio di Genova,<br />

Filiberto Menna, Giuseppe Mantelli, Ferruccio<br />

Ulivi, Luigi Zangheri, Paola Grifoni, Mario Lolli<br />

Ghetti, Cristina Acidini, Alessandro Cecchi, Luigi<br />

Paolo Finizio, Martina Corniati.<br />

41


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franco Cappellini<br />

La pazzia, 2013, pietra grigia forte<br />

Franco Cappellini, conosciuto e apprezzato<br />

scultore è nato a Vicchio del Mugello,<br />

vive ed opera a Scandicci. È presente con<br />

le sue opere a Firenze, a Scandicci ed a Sesto Fiorentino.<br />

Le sue sculture, che impreziosiscono luoghi ed<br />

enti pubblici e sedi di associazioni, sono visitabili<br />

dal pubblico interessato e sono collocate in permanenza<br />

a Firenze presso il Caffè Storico Giubbe<br />

Rosse, alla sede della CNA e nello Spazio Eventi<br />

del Bocciodromo di Scandicci, presso il Centro<br />

Oncologico Fiorentino di Sesto Fiorentino, all’Ospedale<br />

Torregalli di Firenze ed altre ancora.<br />

Fa parte del Consiglio Direttivo del Centro d’Arte<br />

Modigliani e partecipa alle iniziative artistiche<br />

organizzate e coordinate da Riccardo Ghiribelli<br />

alle Giubbe Rosse.<br />

Franco Cappellini dal 2004 è spesso invitato a<br />

mostre e rassegne ed ha tenuto la sua personale<br />

"Lithos" nel giugno 2014 a Firenze a Villa Bandini<br />

nel Quartiere 3. In mostra erano esposte<br />

molte sue sculture, tutte in pietra grigia forte,<br />

con al centro della sala la grande scultura in ferro<br />

forgiato e saldato "Il dragone domato", alta<br />

due metri.<br />

Lo stile istintivo, gestuale, concettuale e visionario<br />

di Franco Cappellini richiama il Primitivismo<br />

francese e la scultura africana, anche se l’artista<br />

si dichiara scultore di getto e senza maestri. Possiamo<br />

considerare la sua opera come un ulteriore<br />

sviluppo della ricerca dell’avanguardia artistica<br />

del secondo decennio del Novecento.<br />

Caterina Trombetti<br />

Cell. 377 5060896<br />

42


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franco Cappellini<br />

Nei tuoi occhi, 2014, pietra grigia forte<br />

Bigatto tutto matto, 2014, pietra grigia forte<br />

43


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giancarlo Carrai<br />

Lo scultore Carrai con la sua opera dal titolo Sguardi<br />

Sculture d’ispirazione neoclassica, restauro<br />

di pezzi antichi, creazioni contemporanee<br />

uniche. Si muove sul confine labile<br />

che divide da sempre l’artigiano dall’artista il<br />

lavoro di Giancarlo Carrai che, nato a Santa<br />

Luce Orciano (Pi) nel 1953, vive e lavora a Lastra<br />

a Signa.<br />

Nel suo laboratorio immerso nel verde di San<br />

Romolo, sul colle più alto del Comune, da cui<br />

domina tutta la vallata dell’Arno, Carrai si dedica<br />

alla realizzazione di opere d’ispirazione<br />

classica e neoclassica.<br />

Grande attenzione è dedicata alle figure femminili,<br />

dalle pose aggraziate e dai tratti delicati.<br />

Ciascuna scultura è realizzata studiando i<br />

dettagli in ogni passaggio: le opere prima sono<br />

plasmate in creta, poi calcate in gesso, realizzando<br />

il negativo e quindi il positivo, infine levigate<br />

e rifinite.<br />

L’attività di Giancarlo Carrai ha però mille sfumature<br />

e abbraccia maiolica, porcellana e cotto,<br />

spaziando dalla creazione di sculture fino<br />

Cell. 339 3312456<br />

giancarlocarrai@outlook.it<br />

44


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giancarlo Carrai<br />

Smorfie sotto il cappello<br />

Uomo spacca mondo<br />

alla realizzazione di fregi ornamentali e bassorilievi.<br />

La sua abilità nelle arti plastiche gli consente<br />

anche di recuperare alla perfezione pezzi<br />

antichi che, grazie a un accurato lavoro di restauro,<br />

ritornano allo splendore originario.<br />

Ma l’artista viene fuori specialmente nella<br />

produzione più recente, dove alla tecnica sapiente<br />

si unisce il guizzo creativo: prendono<br />

vita così sculture di grande impatto, spesso<br />

dominate da linee geometriche, a volte quasi<br />

spigolose, ma sempre caratterizzate da una<br />

forza dirompente. Alcune sembrano svilupparsi<br />

come antichi totem, altre ricordano maschere<br />

carnevalesche, altre ancora sono figure<br />

solide ed energiche. Quasi degli enigmi da decifrare,<br />

con una faccia nuova da scoprire a ogni<br />

sguardo o un dettaglio da cercare come in una<br />

matrioska.<br />

45


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Fernando Casalini<br />

Cinthia, 1972, bronzo. Collez. Accademia delle Arti<br />

del Disegno<br />

Nato a Frassineto (AR) nel 1937. Allievo<br />

di Alfonso Boninsegni, Oscar Gallo e<br />

Venanzo Crocetti, ha conseguito<br />

all’Accademia di Belle Arti di Firenze il diploma<br />

in Scultura, con una tesi sulle proporzioni nella<br />

pittura del Quattrocento e del Cinquecento in<br />

cui esamina gli schemi geometrico-proporzionali<br />

degli insiemi e alcune riduzioni prospettiche.<br />

La trattazione fu consultata prima da Varo<br />

Cioli, poi dal professor Luciano Berti - allora<br />

direttore del Bargello e in seguito direttore degli<br />

Uffizi - il quale lo incaricò degli studi geometrico-proporzionali<br />

nella pittura del Beato<br />

Angelico. Alcuni di questi grafici sono stati<br />

Figura in movimento, 1975, bronzo, h. cm. 78<br />

pubblicati ne "L’Angelico a San Marco" di Luciano<br />

Berti (Firenze 1965). Sempre su incarico<br />

di Berti, Casalini procede allo studio dei grafici<br />

geometrico-proporzionali e delle ipotesi di ricostruzione<br />

di alcune opere di Piero della Francesca,<br />

raccogliendo i risultati nel saggio "Ipotesi<br />

di lavoro sull’opera di Piero della<br />

Francesca", pubblicato sulla rivista "L’Arte" nel<br />

Via M. Filzi, 26/E - 52100 Arezzo<br />

Tel. 0575 942386<br />

46


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Fernando Casalini<br />

Torso femminile, 1975, bronzo, cm. 75<br />

47


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Fernando Casalini<br />

Fernando Casalini accanto all’opera Ritratto alla madre,<br />

1974, terracotta, h cm. 50<br />

1968. È stato insegnante di Figura Disegnata<br />

presso il Liceo Artistico di Firenze. Ha allestito<br />

personali a Firenze (Galleria Le Colonnine<br />

nel 1977 e 1979, Compagnia del<br />

Paiolo, Società delle Belle Arti - Circolo degli<br />

Artisti Casa di Dante, Accademia delle<br />

Arti del Disegno, Gruppo Donatello) e a<br />

Frassineto nel 1980. Ha inoltre partecipato<br />

a diverse collettive, tra cui la 2°e 3° Biennale<br />

Internazionale Dantesca di Ravenna<br />

(1975 e 1977) e al concorso “Mostra del ritratto<br />

contemporaneo” - Società delle Belle<br />

Arti - Circolo degli Artisti (Casa di Dante)<br />

nel 1979, dove ha conseguito il primo premio<br />

ex aequo. Su Casalini hanno scritto<br />

Berti, Bettini, De Martino, Mugnone, Pallanti,<br />

Saldarelli, Barlozzetti, Hagge, Bellanca,<br />

Cinelli, Cerra e Cherubini.<br />

Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche<br />

e private.<br />

Un artista e un uomo particolare; una grande<br />

anima che percepisce la drammaticità<br />

dell’esistenza dell’essere umano, con la<br />

dolcezza e l’ingenuità di un bambino intelligente<br />

che sa soffrire e gioire in uno straordinario<br />

rapporto improntato alla bontà con<br />

gli altri esseri umani. Certamente Fernando<br />

Casalini entrerà nella Storia dell’arte toscana<br />

e italiana di questi tempi; ma ha anche<br />

molte probabilità di finire - quando sarà la<br />

sua ora - in Paradiso.<br />

Ritratto di Gail, 1974, gesso, cm. 50x50x35<br />

Giovanni Pallanti<br />

Tratto dal catalogo della mostra<br />

“Fernando Casalini. Forma e colore” allestita a Firenze<br />

presso la Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti<br />

del Disegno dal 3 al 29 marzo 2012.<br />

48


Giuseppe Caselle<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Il dono della vita, pietra del Nilo, cm. 50x40x35<br />

Nato a Melfi (PZ), ha studiato al liceo<br />

artistico e frequentato le botteghe di<br />

artisti locali, completando gli studi a<br />

Firenze, dove è entrato in contatto con artisti<br />

come Martini, Mori, Berti e Vivarelli. Tratta<br />

materiali diversi (terracotta, marmo, bronzo,<br />

lavagna) ma si esprime preferibilmente con la<br />

pietra. Ha esposto in numerose mostre e rassegne<br />

in Italia, Francia, Giappone, Brasile, a<br />

New York, Bratislava, ottenendo premi e riconoscimenti<br />

di rilievo, tra cui il Premio Biennale<br />

di Venezia 1993, il Premio Quadriennale di<br />

Roma 1994 e recentemente (2006/2007) i<br />

premi Rembrandt a Lecce, Roma Città Santa e<br />

Firenze Artisti in Primo Piano. Ha realizzato<br />

monumenti per le piazze di molte località italiane.<br />

Sue opere sono in collezioni pubbliche e<br />

private.<br />

Via Umberto 1°, 26 - 59016 Poggio a Caiano (PO)<br />

Tel. 055 8798321 - Cell. 333 6128949<br />

49


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Anna Cecchetti<br />

l’Ospedale Meyer di Careggi (3 grandi<br />

dipinti di mt. 1x1,50 della serie "Lascia<br />

la porta spalancata alla vita"). Sue opere<br />

sono esposte nel Museo di Varsavia<br />

ed in collezioni private e pubbliche: Regione<br />

<strong>Toscana</strong>, Provincia Firenze, Comune<br />

Fiesole, Comune Orosei, Comune<br />

Rieti, Telesiamuseum Reggio Calabria,<br />

Museo Gino Bartali, Convento S. Marco<br />

(FI), Villa Caruso Lastra a Signa, Sede<br />

Provinciale Coni-Firenze, Caffè Letterario<br />

Giubbe Rosse. Nel 2014 ha festeggiato<br />

il cinquantennale artistico con<br />

una mostra personale a Forte dei Marmi<br />

(Museo Guidi e Hotel Logos) ed una<br />

mostra antologica a Firenze in Palazzo<br />

Medici Riccardi, segue una Personale al<br />

Lu.C.C.A. Museum - Lucca Center of<br />

Contemporary Art.<br />

Senza titolo, marmo bianco statuario, 2010, cm. 26x24<br />

Pittrice e scultrice, le sue opere sono in esposizione<br />

permanente a Firenze presso l’Ospedale<br />

Piero Palagi (36 grandi ritratti di artisti e<br />

poeti fiorentini, 2 pannelli dal titolo "Inno alla Vita"<br />

ciascuno di mt. 6x1,50, della stessa serie 15 quadri<br />

nel Reparto di Dermatologia e la scultura in marmo<br />

statuario alta 150 centimetri dal titolo "Cipresso<br />

umano" collocata nel giardino del quarto piano) e<br />

Attraverso le sculture Anna Cecchetti ci<br />

offre un ulteriore significativo saggio<br />

della propria intensa ricerca di emozioni.<br />

Le sculture in marmo, al di là delle<br />

dimensioni - che sono di piccolo formato<br />

- hanno una monumentalità ove la<br />

sintesi della figura riesce ad esprimere i<br />

ritmi di una valenza sostanzialmente<br />

musicale, ulteriore testimonianza della<br />

radice classica e quindi profondamente<br />

fiorentina e colta del proprio vitalismo.<br />

Ugo Barlozzetti<br />

Studio: via Kyoto, 39/41 - 50126 Firenze<br />

anna.cecchetti44@gmail.com - www.anna.cecchetti.xoom.it<br />

50


Elisabetta Cialli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luna nera, argilla refrattaria, silice, oro, cm. h 35x36<br />

Artista eclettica, vive e lavora a Firenze<br />

dove si forma al Liceo Artistico e studia<br />

Architettura e Design. Il suo interesse<br />

per l’Arte la porta a sperimentare e, quindi, intrecciare<br />

fra loro, differenti modi espressivi, dal<br />

teatro alla scultura alla pittura alla ceramica<br />

artistica, dai quali attinge ecletticamente per<br />

manifestare la sua creatività.<br />

La sperimentazione in scultura e ceramica si<br />

esprime principalmente nel coniugare forma e<br />

funzione, dove la cromaticità è spesso determinata<br />

dalla contaminazione dei materiali<br />

usati e da una ricerca del colore sulle superfici<br />

lavorate. Le sue opere sono pensate come se il<br />

colore si trasformasse in materia, predomina<br />

l’uso dell’oro come elemento che li contraddistingue.<br />

Luna nera<br />

La “Luna nera” è realizzata interamente a<br />

mano formando un tipo di argilla refrattaria la<br />

cui peculiarità è il suo impasto di colore scuro<br />

miscelato alla ”mica“ (minerale silicato) che ne<br />

esalta la bellezza e la luminosità. La forma evoca<br />

la notte nella sua totale e magica oscurità<br />

creando un’immagine onirica esaltata dalla<br />

luce dorata che brilla dall’interno fino a scendere<br />

come una lacrima sulla sua stessa guancia.<br />

La sfoglia sottile ha permesso di creare una<br />

forma con dimensioni che ne esaltassero la<br />

leggerezza. Al suo esterno è lasciata al naturale;<br />

all’interno è interamente decorata a terzo<br />

fuoco in oro 23,75%k, come un intervento in<br />

silice che sgorga dal vertice alto.<br />

Cell. 320 6074270 - Facebook: eliciaart<br />

elisacialli@libero.it - www.eliciaart.altervista.org/<br />

51


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Andrea Ciampini<br />

Nato a Pontedera (PI) nel 1969,<br />

vive e lavora a Volterra.<br />

Il legno è la materia di elezione<br />

dell’opera di Andrea Ciampini. Le sue sculture<br />

nascono dalla continua ricerca di elementi<br />

naturali, quali radici, tronchi e rami,<br />

con i quali la sua fantasia può esprimersi liberamente,<br />

in un dialogo vivo e pulsante,<br />

mai pietrificato in idee costruite. Le sue<br />

opere si realizzano concretamente nella dinamicità<br />

delle figure tese nello slancio, nei<br />

profili lunghi e sinuosi, nelle superfici estremamente<br />

levigate, o nelle parti scabrose<br />

della corteccia, dove la luce scorre, penetra<br />

o avvolge, con effetti chiaroscurali sapientemente<br />

modulati.<br />

I Pinocchi fanno parte di una serie di sculture<br />

nelle quali vengono interpretati viaggi<br />

impossibili di personaggi irreali, in un’atmosfera<br />

di fantasia e di gioco, tesa a rappresentare<br />

riflessioni profonde sulla natura<br />

dell’essere umano.<br />

Ombra solitaria, 1993, radice di mare, cm. 60x5x6<br />

Loc. Villa Fitti, 74 - 56048 Volterra (PI)<br />

andrea.ciampini@hotmail.it<br />

52


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Andrea Ciampini<br />

La coscienza dell’io (fronte), 2009, albero di olivo,<br />

cm. 300x200x48<br />

La coscienza dell’io (retro), 2009, albero di olivo,<br />

cm. 300x200x48<br />

53


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Andrea Ciampini<br />

La prima bugia, 2008, ramo di olivo, cm.73x20x7<br />

Pinocchio, 2008, ramo di olivo, cm. 82x21x16<br />

Il monello, 2009, ramo di olivo, cm 80x46x4<br />

54


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Andrea Ciampini<br />

Trasformazione, 2009, ramo di olivo, cm. 75x20x7<br />

In carne ed ossa, 2009, ramo di olivo, cm. 56x37x8<br />

55


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Liliana Cika Kosturi<br />

Figura, legno<br />

Figura, marmo<br />

Liliana Cika Kosturi nasce a Tirana. Si laurea<br />

in Scultura Monumentale nel 1976<br />

all'Accademia di Belle Arti di Tirana. Partecipa<br />

a tutte le esposizioni che si tengono in<br />

Albania. Tra le mostre personali: nel 2001 alla<br />

Rocca di Castellina in Chianti; nel 2006 a San<br />

Gimignano, nel 2009 a Poggibonsi (Di poesia<br />

in materia II); nel 2012 a Casole d'Elsa (WORL-<br />

DARTIST). Nel 2013 partecipa al Festival delle<br />

Belle Arti e della Cultura del secolo XXI. Nel<br />

2014 espone ad Art Exhibition a Milano e alla<br />

Roa Gallery di Londra.<br />

Ha ricevuto importanti riconoscimenti: nel<br />

2003 all'Accademia Internazionale "Il Marzocco"<br />

di Firenze; nel 2011 al Concorso Internazionale<br />

a Tokyo e partecipacione a Bruxelles,<br />

esposizione al Centro di Diffusione Arte Avanguardie<br />

Artistiche a Parigi, all'Artexpo Gallery<br />

di Montecarlo, premio oscar arte visive. Nel<br />

2012 Premio della Lupa, Palazzo Pontificio,<br />

quinto premio e medaglia, a Roma; nel 2013<br />

Premio Le Marais, Galleria Thuiller a Parigi.<br />

liliana.cika@yahoo.it<br />

56


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Liliana Cika Kosturi<br />

Ballo d'altri tempi, terracotta<br />

“La Cika ha esposto recentemente a San Gimignano<br />

i suoi nudi di "statuario" impalpabili, levigati,<br />

volutamente incompiuti, o abbozzati<br />

appena, antiche vesti coprono i corpi di donne<br />

giunte dalla storia della sua terra, l'Albania. La<br />

sua scultura è immediata istintiva e particolarmente<br />

umana, il suo eros è senza tempo, le figure<br />

sono di una bellezza antica, che si rinnova,<br />

portando con sé le tracce del suo paese, che si<br />

fonde con il mito e con la storia del mondo.”<br />

Giuseppe Calonaci<br />

“Per Liliana Kosturi Cika,il legno e la terracotta<br />

devono essere lasciati del loro colore naturale,<br />

nelle nuances dell'ocra e del marrone, le forme<br />

debbono essere quelle umane ancorché stilizzate,<br />

sintesi plastiche di luce ed ombra colte in<br />

pose statiche, che esaltano la meditazione, la<br />

riflessione sulla vita e sull'esistenza umana.”<br />

Alvaro Spagnesi<br />

“L'artista plasma la materia fino a raggiungere<br />

i sentimenti, ad essere percepiti gli stati dell'anima,<br />

un'anima che rifiuta questa società,<br />

un'anima infine che vaga alla ricerca del suo<br />

nuovo status.”<br />

Salvatore Russo<br />

“L'artista con il suo peso di cultura e di arte riesce<br />

ad inserire in ogni opera un tassello qualificato<br />

di professionalità non comune.”<br />

Antonio Malmo<br />

57


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Roberto Coccoloni<br />

Scultore del legno e della pietra<br />

“Mi piace pensare a me come ad uno scultore.<br />

Mi piace pensare allo scultore come colui che<br />

si confronta con la materia, che con la materia<br />

riesce ad instaurare una dialogo che si sintetizza<br />

in una forma.<br />

E l’idea rimane impalpabile, nascosta, non si<br />

impone.<br />

L’idea come un collante nascosto che diviene e<br />

si trasforma: l’idea elemento dinamico e magico<br />

di questo confronto.”<br />

Via Maffei, 71 - 50133 Firenze<br />

Cell. 347 0879429 - rcoccoloniscultore@gmail.com<br />

58


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Roberto Coccoloni<br />

59


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Elisabetta Collini<br />

La madre terra, 2012, bronzo, cm. 16x14x35 h<br />

La qualità realizzativa, il “saper fare”<br />

corrisponde a una profonda tensione<br />

culturale che rimanda al nesso,<br />

(…)<br />

così poco frequentato, tra estetica ed etica.<br />

Elisabetta continua ad esprimersi con la scultura<br />

in terracotta e bronzo cogliendo il nuovo<br />

statuto dell’immagine e quindi la figura, come<br />

occasione e strumento di emozioni e significati.<br />

Emerge e si conferma una formazione culturale<br />

e un percorso particolarmente sensibile al<br />

recupero della ricchezza e profondità dei messaggi<br />

possibili nelle stratificazioni del rapporto<br />

tra un’indagine appassionata del mondo della<br />

natura e l’inserimento di elementi simbolicoallusivi<br />

(…).<br />

Ugo Barlozzetti<br />

elisa.collini@virgilio.it<br />

60


Maria Beatrice Coppi<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nell’alveo fascinoso di un figurativo arricchito<br />

con molteplicità di stimoli e<br />

accezioni si evolve, insieme alla sua<br />

maggiore intonazione, l’esclusivo esercizio creativo<br />

di Maria Beatrice Coppi. Riferimento precipuo<br />

l’uomo, nell’interezza del suo essere fisico,<br />

metafisico, esistenziale. Ogni opera ne<br />

stabilisce l’incontro di corpo e anima, razionalità<br />

e sentimento, mito e verità. Elementi in contrapposizione<br />

che giungono a contatto senza<br />

stridere le corde della poesia ed evidenziando il<br />

dualismo ancestrale fra materia e spirito. Si<br />

spiega in questi termini il ricorso frequente al<br />

tema della battaglia. In esso si rispecchiano le<br />

continue lotte interiori fra bene e male, contrasti<br />

che pervengono alla soluzione mediante<br />

l’intervento della volontà umana. Così gli episodi<br />

bellici assumono un significato assoluto,<br />

valido oltre le coordinate spazio-temporali fornite<br />

dall’artista. A prescindere dal cambiamento<br />

dei costumi e dall’evoluzione tecnologica,<br />

l’immutabilità delle passioni rappresenta la radice<br />

più profonda di conflitti personali come<br />

delle guerre planetarie. Muovendo da una sfera<br />

intimistica, Maria Beatrice Coppi rivolge la propria<br />

analisi al mondo contemporaneo, individua<br />

i mali che affliggono il nostro tempo e li<br />

denuncia adottando scelte poetiche e allusive<br />

di forte impatto emotivo. L’equilibrio pacato,<br />

segno distintivo dei suoi lavori, vacilla travolto<br />

dall’intensa partecipazione interiore manifestata<br />

con efficacia espressionistica. Tuttavia,<br />

anche nelle realizzazioni più toccanti, la figura<br />

resiste al tumulto dell’emozione. L’irrazionalità<br />

del dolore trova un argine robusto nella perfezione<br />

del corpo umano che diviene inconfutabile<br />

principio costruttivo del reale. La cifra stilistica<br />

di quest’artista rimane la classicità. Un<br />

richiamo alla civiltà antica esplicitato in moduli<br />

compositivi sobri, ispirati a prestigiose testimonianze<br />

artistiche del passato. I riferimenti<br />

riguardano anche i soggetti rappresentati.<br />

Spesso si tratta di creature mitiche, divinità del<br />

pantheon greco-romano a cui viene affidato il<br />

compito di evocare le suggestioni fascinose<br />

della mitologia.<br />

Giovanni Faccenda<br />

tratto da I volti della memoria<br />

Vivere è lottare, piangere e gioire, saper apprezzare<br />

cose e amare; in poche parole essere<br />

consapevoli di questo cammino di carne e spirito,<br />

di miseria e di sublime, di relatività ed<br />

eterno, nella pochezza e nell’immensità<br />

dell’infinito. Come protagonista e al tempo<br />

stesso come distaccata spettatrice, cerco di<br />

trasmettere queste sensazioni nelle mie opere,<br />

le battaglie spirituali e materiali, la bellezza del<br />

creato, il mondo interiore che affiora in uno<br />

sguardo, l’emozione, il movimento che cangia<br />

in sentimento, le lotte e le passioni che vivono<br />

in ognuno di noi e avverto la continua dualità<br />

dei conflitti irrisolti di cui siamo impastati.<br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Con queste toccanti parole Maria Beatrice<br />

Coppi ci offre la chiave interpretativa della<br />

sua poliedrica produzione artistica che tocca<br />

la pittura, la scultura e anche la poesia, indicative<br />

tutte di una sensibilità raffinata volta ad<br />

indagare il mistero dell’uomo e della sua esistenza<br />

e a riviverlo nel suo eterno dualismo<br />

tramite un’inesausta carica creativa.<br />

Lidia Righi Guerzoni<br />

www.coppimariabeatrice.it<br />

Cell. 3355499264<br />

61


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Coppia, 2005, scultura in enfero, cm. 42x30x75<br />

Il ritmo dei piani scalati in profondità rivela<br />

una continua alternanza di concavità e convessità;<br />

una duplicità di aspetti contrastanti<br />

ma complementari. Il conflitto fra generi diversi<br />

si risolve giungendo alla coesistenza armoniosa<br />

in un’unica entità resa compatta dalla<br />

solidità del mezzo. La ruvida consistenza<br />

della pietra si scioglie in un abbraccio dai tratti<br />

morbidi. La rigidità della materia è stata domata.<br />

Ora la forma organica si manifesta in<br />

essa animandola di sussulti vitali. Curve sinuose,<br />

pacate cadenze lineari costituiscono figure<br />

a cui l’incidenza della luce conferma una struttura<br />

aggettante.<br />

62


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Guerriero, 2014, scultura in enfero, cm. 43x33x73<br />

Il furore della battaglia sembra aver sfiorato<br />

marginalmente il soldato che, ancora appostato,<br />

aspetta l’arrivo del nemico con lo scudo<br />

in posizione difensiva. Nella massa greve si avverte<br />

la percezione immota dell’attesa. La figura<br />

è imprigionata dentro una spessa cortina<br />

lapidea che ne ottunde i movimenti causando<br />

un pesante torpore. Soltanto le membra e il<br />

capo emergono dalla materia distinguendosi<br />

dalla corazza costituita di strati litici assemblati<br />

l’uno sull’altro, secondo procedimenti di<br />

natura costruttivista. La sintesi figurativa raggiunta<br />

effettua lievi accenni alla forma pur<br />

preservando la sua attitudine espressiva.<br />

63


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Testa virile in vetro soffiato, ambra e oro montata su bronzo<br />

Salvatore Cipolla mi ha aperto la porta verso<br />

la scultura moderna, nel concetto, cioè, della<br />

sintesi di linee, l’astrazione del vedo - non<br />

vedo: in altre parole il far sentire e vedere forme<br />

e particolari non scolpiti nella materia. Mi<br />

ha anche insegnato a vivere la suggestione<br />

delle teste di vetro soffiato (non stampato),<br />

secondo la tecnica dell’impossibile, che vivono<br />

nella magia, dell’ambra, dell’oro e dei colori<br />

in una fantasmagoria di suggestioni ed emozioni,<br />

di luci e di preziosi riflessi. Le tecniche si<br />

studiano, ma poi devi farle tue e renderle vive<br />

e palpitanti con la visione del tuo cuore e dei<br />

tuoi sentimenti.<br />

Maria Beatrice Coppi<br />

64


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Testa di dama in vetro soffiato, bianco, oro e murrina montata su bronzo<br />

65


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

“Maria Beatrice si è immersa in questa<br />

avventura poetica delle forme e del colore,<br />

rivelando così, in questa sua ultima produzione<br />

plastica, di per sé pregevole, anche<br />

ottime possibilità tecnico - espressive…”.<br />

Così scriveva nel 2003 Salvatore Cipolla -<br />

per me il più grande ceramista italiano<br />

vivente - parlando delle cose che Maria Beatrice<br />

Coppi incominciava a modellare e cuocere.<br />

Con caparbietà e con umiltà - aggiungeva<br />

il mio amico Salvatore - perché<br />

pazienza, fatica, sperimentazione continua<br />

e continua incontentabilità sono il principio<br />

dell’arte, di qualsiasi arte. Ora Maria Beatrice<br />

torna a noi con una sagace selezione<br />

della sua produzione ultima. Sono pitture e<br />

sculture. Sono cavalli e centauri, sono figure<br />

del mito, eroi armati, donne in fiore. Sono<br />

accensioni espressionistiche ed evocazioni<br />

di classiche armonie. Sono sculture astratte<br />

come idoli cicladici. Il mondo delle forme,<br />

gli archetipi della storia dell’arte, girano intorno<br />

al cuore di Maria Beatrice come un<br />

planetario. Lei ne è affascinata e della sua<br />

fascinazione ce ne fa partecipi.<br />

Antonio Paolucci<br />

Già Soprintendente del Polo Museale Fiorentino<br />

ed ora Direttore dei Musei Vaticani<br />

La forma diviene essenziale. Scandita in piani<br />

sovrapposti, chiarisce in modo sintetico la<br />

sua fisionomia. La spazialità costituisce una<br />

percezione primordiale, una forza arcaica<br />

che si esplicita nella dualità pieno/vuoto: superfici<br />

piane accostate, cavità prodotte nel<br />

grembo della materia. Il riferimento al particolare<br />

naturalistico perde importanza<br />

nell’ottica di un processo che trasforma la<br />

materia scabra della pietra alludendo alla<br />

figura senza mai pretendere di definirla in<br />

modo univoco. Creazione artistica come accenno<br />

delicato all’essere umano. Scultura<br />

come luogo di espressione dei sentimenti.<br />

L'abbraccio, 2004, scultura in enfero, cm. 40x20x102<br />

66


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Cavallo acheo, 2003, gres policromo, cm. 33x70x60<br />

L’interesse per la forma si manifesta pienamente<br />

nella produzione plastica. Le suggestive<br />

creature di Maria Beatrice Coppi si affrancano<br />

dalla bidimensionalità del supporto pittorico<br />

per espandersi nello spazio. Il cavallo, soggetto<br />

ricorrente dei suoi dipinti, assume nelle<br />

sculture una solidità monumentale. Il vigore<br />

appena contenuto entro linee scattanti e nervose<br />

si placa. La tensione muscolare rivelata<br />

dai riflessi metallici svanisce e la superficie si<br />

distende, diviene turgida e levigata. La figura<br />

subisce un procedimento di astrazione che la<br />

libera della dimensione temporale legata al<br />

movimento. Assume il valore di idolo, simbolo<br />

della civiltà antica.<br />

67


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Maria Beatrice Coppi<br />

Gli sposi, bronzo<br />

Maria Beatrice Coppi espone dagli anni Settanta.<br />

Ha realizzato moltissime mostre in Italia<br />

(Firenze, Roma, Milano, Mantova, Bologna,<br />

Spoleto, Vignola, Grosseto, Napoli, Arezzo) e<br />

all’estero (New York, Caracas, Malta, Galizia).<br />

Tra le più recenti si ricordano: Biennale di ceramica,<br />

Cerreto Sannita (2002); personale di<br />

scultura, Museo Archeologico, Arezzo (2003);<br />

personale di pittura e scultura, Galleria Comunale<br />

di Arte Moderna e Contemporanea, Sala<br />

di Sant’Ignazio, Arezzo (2005); collettiva, Archivio<br />

di Stato, Firenze (2008); personale, Atelier<br />

d’Arte Coppi, Firenze (2008); personale,<br />

Spazio Culturale Madonna del Corso, Maranello<br />

(2009); mostra "Novello Ulisse: tra Miti<br />

e Leggende", Museo del Mare, Napoli (2011);<br />

Danza in Fiore, Spazio Mabic, Maranello<br />

(2014).<br />

68


Daniel Craighead<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Emergendo, 2009, terracotta naturale, cm. 26x36x9<br />

Nato negli U.S.A., è a Firenze alla fine<br />

degli anni Sessanta per studiare al<br />

Conservatorio di Musica Cherubini<br />

dove si diploma in Musica Corale e Direzione di<br />

Coro. Dopo una intensa stagione di ricerca<br />

nell’ambito della musica etnica e popolare che<br />

lo vede collaborare con i gruppi Whisky Trail e<br />

Ritmia, approfondendo la musica celtica e<br />

dell’area mediterranea, approda agli inizi degli<br />

anni Novanta alle arti visive. Inizia un percorso<br />

di formazione con il pittore Carlo Galleni e poi<br />

presso la Scuola d’Arte Charles Cecil Studios di<br />

Firenze e la Scuola per lo Studio dell’Arte Grafica<br />

Il Bisonte.<br />

Le foto delle sculture sono di Roberto Mc Clintock<br />

Via Fagiuoli, 4 - 50135 Firenze<br />

craighead@libero.it<br />

69


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Daniel Craighead<br />

Torsioni, 2014, terracotta smaltata, cm. 30x30x7<br />

White shadows, 2011, terracotta dipinta, cm. 16x28x11<br />

70


Franco De Renzis<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Caduta, 2006, bronzo, cm. 40x60<br />

Nato ad Agnone (IS) nel 1947, si trasferisce<br />

a Pistoia insieme alla famiglia<br />

nel 1962, ed è qui che completa gli<br />

studi presso l’Istituto Tecnico per Geometri<br />

Pacini. Agli inizi degli anni Settanta inizia la sua<br />

attività artistica dando vita, per un breve periodo,<br />

a “La bottega di Leonardo”, una galleria<br />

d’arte che portò a Pistoia, per la prima volta,<br />

firme autorevoli come Annigoni, Guarnieri,<br />

Dazzi, Parri, Tommasi, Berti, Scheffel ed altri.<br />

La conoscenza e l’amicizia che lo legarono in<br />

particolar modo a Pietro Annigoni e Romano<br />

Dazzi lo spinsero a dar seguito a quella che era<br />

la sua vocazione, ovvero la scultura, che affronta<br />

e studia da autodidatta. Nel 1977 si trasferisce<br />

in Brasile, dove risiede tuttora. Attualmente<br />

vive e lavora a San Paolo del Brasile,<br />

alternandosi saltuariamente tra la Florida<br />

(Palm Beach) e la <strong>Toscana</strong>, dove ha una casa<br />

sulle colline di Tizzana. Le sue opere si trovano<br />

in prestigiose collezioni private e in diversi musei<br />

dell’America latina. Tra le numerose mostre<br />

realizzate dagli anni Ottanta ad oggi, la gran<br />

parte delle quali in Brasile, Argentina e negli<br />

Stati Uniti, si ricordano la personale a cura di<br />

Nicola Micieli e Tommaso Paloscia dal titolo<br />

"Franco De Renzis il fuoco il corpo la scultura"<br />

realizzata nel 2007 dal comune di Pistoia e dalla<br />

Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia nell’atrio<br />

del Tribunale di Pistoia e nella sede centrale<br />

del Palazzo della Caripit e nello stesso anno<br />

ospitata alla Fortezza da Basso di Firenze.<br />

Via Ardella, 5 - Tizzana - 51039 Quarrata (PT)<br />

Tel. 0573 743255 - Cell. 339 2217538 - francoderenzis@yahoo.it<br />

71


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franco De Renzis<br />

Povero Cristo, 1982, bronzo, cm. 300<br />

Caduta rovinosa, 1983, bronzo, cm. 120<br />

Caduta rovinosa<br />

Icaro<br />

La poltrona rossa<br />

72


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franco De Renzis<br />

Probabile equilibrio, 2002, bronzo, cm. 400 Equilibrio minacciato, 2002, bronzo, cm. 400<br />

Ballerina in riposo 1 Ballerina in riposo 2<br />

73


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nevio Di Marco<br />

Pinocchio - ciuco, terracotta invetriata<br />

Nevio Di Marco è nato a Todiano di Preci<br />

(Perugia) nel 1948 e vive ed opera a<br />

Pistoia. Attualmente dirige la scuola<br />

di ceramica dell'Associazione culturale “Della<br />

Robbia” di Pistoia. A suo attivo conta oltre cento<br />

mostre personali in Italia. Alcune sue opere<br />

si trovano esposte nel suo studio nel centro<br />

storico di Pistoia; nel 1993 ha ricevuto a Pelago,<br />

Firenze, il Primo Premio di Scultura per l'Arte<br />

Sacra “Lorenzo Ghiberti”. Le opere dell'artista,<br />

oltre ad essere esposte nelle città sedi di<br />

mostre, sono diffuse anche presso collezionisti<br />

privati stranieri e italiani.<br />

Principali mostre: 1990, crocifisso in bronzo<br />

collocato nella chiesa di Todiano (Perugia);<br />

1997, a Todiano, monumento alla Pace, in marmo<br />

di Trani, collocato in piazza della Torre e<br />

monumento all'Amicizia, in marmo di Trani,<br />

collocato in piazza della Porta. 1999, Formella<br />

in ceramica “Seppellire i morti” per la Misericordia<br />

di Pistoia; 2000, Targa monumentale in<br />

terracotta dedicata al poeta pistoiese Remo<br />

Cerini per conto del Circolo Garibaldi di Pistoia;<br />

Crocifisso in bronzo realizzato in occasione<br />

dell'anno giubilare; 2001, Progetto del Palio<br />

per la Giostra dell'Orso; monumento funebre<br />

in terracotta commissionato da famiglia pistoiese;<br />

stemma del comune di Pistoia, in pietra<br />

serena, donato dalla città al sindaco Lido Scarpetti;<br />

2002 monumento funebre in pietra serena<br />

commissionato da famiglia pistoiese; 2003<br />

monumento funebre in pietra serena commissionato<br />

da famiglia pistoiese; realizzazione di<br />

Via Crucis in terracotta posta nella chiesa di<br />

San Michele Arcangelo in località Avaglio (Pistoia);<br />

collaborazione con il comune di Avaglio<br />

per il recupero di cinque edicole lungo i percorsi<br />

medievali; donazione per mezzo della Misericordia<br />

di Pistoia della formella “Visitare gli ammalati”<br />

a Papa Giovanni Paolo II; 2004,<br />

Negozio: via Pacini, 15 - Laboratorio: via dello Stadio, 9/B - 51100 Pistoia<br />

Cell. 339 1133789 - www.neviodimarcoscultore.com<br />

74


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nevio Di Marco<br />

Maternità, marmo<br />

realizzazione di Via Crucis in terracotta posta<br />

nella chiesa di San Bartolomeo al Passo del Tonale<br />

(Trento); presepe composto da cinque<br />

sculture in terracotta alte circa 80 cm; formelle<br />

raffiguranti le sette opere di misericordia<br />

dell'Ospedale del Ceppo nella città di Ravenna<br />

presso la comunità “Dives in Misericordia”;<br />

progetto e realizzazione, insieme a Marzia Di<br />

Marco, della pittura del Palio dei Casati a Piazza<br />

(Pistoia); realizzazione di bassorilievi in terracotta<br />

per fotografo Carlino; 2005 progetto e<br />

realizzazione di 22 stemmi in terracotta invetriata<br />

raffiguranti i comuni pistoiesi; restauro<br />

della statua del Sacro Cuore dell'Assistenza<br />

della Misericordia di Pistoia; realizzazione di<br />

Via Crucis in ceramica smaltata per la chiesa di<br />

San Leonardo del Borgo; 2006, bassorilievo in<br />

terracotta commissionato dalla famiglia Silvestrini<br />

di Pistoia; bassorilievo raffigurante Madonna<br />

col Bambino a Rovena; 2007, esposizione<br />

del presepe in terracotta in piazza Giovanni<br />

XXIII di fronte al fregio robbiano; realizzazione,<br />

insieme alla figlia Marzia Di Marco, del Palio<br />

Universo, marmo<br />

della Giostra dell'Orso; 2008, realizzazione del<br />

Palio dei Comuni della provincia di Pistoia; realizzazione<br />

di 35 formelle della storia di Pinocchio<br />

in ceramica invetriata, con la collaborazione<br />

di Katia Beneforti e Marzia Di Marco, poi<br />

esposte nel Palazzo del comune di Pontassieve,<br />

nell'atrio del Tribunale di Pistoia e nella Galleria<br />

d'Arte Artemisia; esposizione del presepe,<br />

composto da 30 pezzi e realizzato in terracotta;<br />

riproduzione delle 7 opere di Misericordia al<br />

Memorial Bardelli, donate a magistrati, atleti,<br />

forze dell'ordine, medici di fama internazionale;<br />

donazione, per mezzo della Misericordia di<br />

Pistoia, della formella “Visitare gli infermi” a<br />

Papa Benedetto XVI; 2008-2014, sono state<br />

consegnate opere d'arte ai più importanti campioni<br />

dello sport come Nibali e Alfredo Martini,<br />

a centinaia di personaggi politici oltre ai Papi<br />

Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco I; è<br />

stato invitato ad eseguire sculture di cioccolato<br />

all'Euro Chocolate di Perugia; negli ultimi<br />

anni ha fatto mostre in Belgio, Olanda, Germania,<br />

Ungheria.<br />

75


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Romano Dini<br />

Passaggio solare, 2004, due pietre serene, cm. 30x80x80h, dedicato a Matelda dal Purgatorio della Divina<br />

Commedia<br />

Romano Dini interpreta la vita con la<br />

materia, ripercorre la storia attraverso<br />

il mito, modella lo spazio per farlo diventare<br />

tempo. Scultore sinceramente e tecnicamente<br />

legato al territorio, trova nell’argilla e<br />

nella pietra i materiali adatti a dare presenza e<br />

concretezza ai suoi pensieri e alle sue emozioni.<br />

L’incontro con Dante e la Divina Commedia gli<br />

ha permesso di sviluppare un percorso artistico<br />

dove trovano spazio l’eroica potenza dei<br />

grandi personaggi e la partecipazione corale<br />

degli umili e dei disperati.<br />

Romano accompagna in silenzio nel loro viaggio<br />

Dante e Virgilio dando forme ai loro incontri,<br />

sostanza ai loro pensieri e colori (rosso e<br />

verde in primis) alla nostra immaginazione.<br />

Dini è un uomo la cui arte nasce e si sviluppa in<br />

un territorio (la <strong>Toscana</strong>) profondamente caratterizzato<br />

dalla cultura della bellezza alla<br />

quale, con le sue mani e la sua sensibilità, cerca<br />

di dare significato, valore e prospettive.”<br />

Sergio Neri<br />

Tel. 055 983680 - Cell. 338 9179164<br />

info@diniromanosculture.it - www.diniromanosculture.it<br />

76


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Romano Dini<br />

Caron dimonio, 2010, terracotta, cm. 30x50x50h<br />

Amazone, 2005, pietra serena e rame, cm. 30x40x80h,<br />

premio Graziano Visconti<br />

77


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Romano Dini<br />

Le bagnanti, 2014, gesso sintetico, arredo per piscine, dimensioni naturali<br />

Leggio chiesa di Moncioni<br />

Luna Rossa<br />

78


Nicola Domenici<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Danseuse, 2014, resina, cm. 35x60x25<br />

Nato nel 1969 a Viareggio (LU), si diploma<br />

in Arti Visive al Liceo Tacca per<br />

poi laurearsi in Lettere all’Università<br />

di Pisa e completare gli studi artistici all’Accademia<br />

di Belle Arti di Carrara. I suoi interessi<br />

per la scultura e l’arte partono da lontano: fin<br />

da piccolo, infatti, disegnava e lavorava pongo<br />

e argilla quasi quotidianamente. Crescendo<br />

non ha mai abbandonato quella che è stata<br />

sempre la sua passione. Dopo aver terminato<br />

gli studi accademici, ha aperto uno studio a<br />

Ortonovo (La Spezia) con altri artisti e dopo<br />

qualche anno si è trasferito in Francia dove ancora<br />

oggi vive e produce nel nuovo laboratorio<br />

a Montpellier.<br />

Le sculture dell’artista Domenici uniscono le<br />

reminiscenze della sua toscanità classica rinascimentale<br />

con i suoi studi contemporanei sulla<br />

percezione, sulla luce e i suoi effetti sulle<br />

forme. Domenici s’ispira a Medardo Rosso a<br />

Fontana e Boccioni ma strizza l’occhio alla Pop<br />

Art e alle nuove tendenze e materiali contemporanei.<br />

Ultimamente collabora con importanti<br />

gallerie d’arte parigine e statunitensi.<br />

Laboratorio Francia: Quai Megisserie, Lodéve, 34700 Montpellier<br />

Laboratorio Italia: Via di Casesi 420, Corsanico, 55054 Massarosa (LU)<br />

Tel. 328 8856600 - Fax. 0584 30285 - www.nicoladomenici.com - nicola.domenici@libero.it<br />

79


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nicola Domenici<br />

Solitudine, 2015, bronzo patinato, cm. 35x40x25<br />

80


Mara Faggioli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Sentimento (particolare), 2009, terracotta patinata,<br />

cm. 37x30x40h<br />

Nata a Firenze, vive a Scandicci. Dedita<br />

all’arte in varie forme espressive (scultura,<br />

poesia e pittura), ha frequentato lo<br />

studio di Amalia Ciardi Duprè. Ha realizzato il<br />

Cardo d’Argento per la 49ª, 50ª, 51ª e 52ª Edizione<br />

del Concorso Cardo d’Argento dell’Associazione<br />

Culturale Gadarte. Una sua scultura è stata<br />

scelta dall’Istituto Scudi di San Martino quale<br />

simbolo per rappresentare l’edizione del 2009 ed<br />

è inserita nella raccolta dell’Istituto Scudi di San<br />

Martino che ogni anno premia persone o enti che<br />

si sono distinti per atti di coraggio e solidarietà.<br />

Ha partecipato a numerose mostre personali e<br />

collettive in Italia e all’estero. Recentemente ha<br />

esposto alle Giubbe Rosse di Firenze con<br />

una mostra personale. Tra gli eventi di rilievo<br />

internazionale a cui ha preso parte si ricorda<br />

la mostra itinerante del Comitato<br />

Pietra Lavorata del comune di Castel San<br />

Niccolò Omaggio a Francesco, allestita<br />

nella cripta della basilica di Santa Croce a<br />

Firenze, nella chiesa delle Stimmate a<br />

Roma, nella basilica di San Francesco ad<br />

Arezzo, nel santuario della Verna, a palazzo<br />

Chigi in San Quirico d’Orcia, nella basilica<br />

di San Francesco a Pisa, nella Basilica Superiore<br />

di San Francesco ad Assisi, nella chiesa<br />

di Sant’Andrea a Montevarchi e nella<br />

basilica di San Francesco a Cracovia (Polonia).<br />

Per la scultura ha ricevuto numerosi<br />

premi tra cui: Fiorino d’argento al Premio<br />

Firenze-Europa, primo premio al Concorso<br />

di Pittura e Scultura Città di Montecatini,<br />

primo premio al Concorso Un artista per<br />

Legnaia, secondo premio al Concorso Città<br />

di Montecatini, attribuzione della targa Il<br />

Magnifico. Ha ricevuto, inoltre, il premio<br />

Donna Città di Scandicci, il primo premio<br />

Fiorino d’Oro per la poesia, il premio della<br />

Fondazione Elisabetta e Mariachiara Casini<br />

in ricordo delle migliaia di giovani donne<br />

lapidate per un’assurda forma di fanatismo<br />

religioso, il premio Diamo il volto ad Abufina<br />

(MT), il premio Artisti alla Ribalta e numerosi<br />

primi premi per la poesia. Sue sculture<br />

si trovano in collezioni private in Italia,<br />

Germania e Canada e in permanenza presso<br />

i comuni di Firenze, Montelupo Fiorentino,<br />

Castel San Niccolò, Greve in Chianti,<br />

Colonna (Roma) e presso la basilica di San<br />

Francesco ad Assisi.<br />

Esposizione permanente: Studio Sbraci - P.za Marconi, 8 - 50018 Scandicci (FI)<br />

Abitaz. e studio: Largo dei Mille, 6 - 50018 Scandicci (FI)<br />

Tel. 339 3594145 - marafaggioli@hotmail.it<br />

81


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mara Faggioli<br />

L’opera ha ricevuto il Premio<br />

Mario Monicelli (Viareggio)<br />

e il 1° Premio al Concorso<br />

Un artista per Legnaia con la<br />

seguente motivazione:<br />

“Per il forte richiamo al senso<br />

della cooperazione espresso<br />

attraverso figure umane unite<br />

in uno sforzo collettivo e<br />

nell’insieme unico”.<br />

Solidarietà, 2011, refrattario, diametro cm. 140x36h<br />

(…) Ma forse nessuno sa unire le due arti, della scrittura, comunque<br />

poetica e della scultura, in una forma così particolare<br />

e commossa e familiare, come la fiorentina Mara Faggioli,<br />

che sa trasferire l’uno stile nell’altro e sa passare dall’una passione<br />

intima all’altra con grande delicatezza e maestrìa.<br />

Neuro Bonifazi<br />

Dal “Dizionario degli Autori italiani del Secondo Novecento”<br />

Le terrecotte di Mara Faggioli, siano volti o gruppi, o figure,<br />

non hanno mai la staticità asimbolica del ritratto o della silhouette<br />

fine a se stessi, che, pur offrendosi incondizionatamente<br />

ad una musicalità raffinata, a un’ideologia formale di<br />

gusto raro, non pretendono altro che questo. No, perché<br />

Mara Faggioli, pur dedicandosi al figurativo, e non solo, si riallaccia<br />

al pensiero geostorico, spesso mitologico, scegliendo<br />

naturalmente le storie più simbiotiche alla visione psichica<br />

attuale.<br />

Duccia Camiciotti<br />

(…) L’innegabile fascino di questa autrice consiste nella<br />

scioltezza di un’umanissima voce che crea un buon sistema<br />

di corrispondenze con riguardo alla magìa ed al colore, cosa<br />

che è in simbiosi con il fatto dell’essere scultrice di Mara<br />

Faggioli, protesa in prodigiose forze nell’ansia di esprimersi<br />

in spinte di grande vitalità.<br />

Lia Bronzi<br />

Ragazza con gattino, 2010, terracotta<br />

patinata bronzo, cm. 24x24x40h<br />

82


Marco Klee Fallani<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Uomo che cammina, 2011, bronzo, cm. 70x15x35<br />

Marco Klee Fallani è nato a New York<br />

City il 14 aprile, 1965. Ha frequentato<br />

l’Istituto d’Arte di Porta Romana<br />

e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel<br />

1990 ha vinto una borsa di studio per conseguire<br />

un Master of Fine Arts al California College<br />

of Arts, conseguito nel 1993. Ha partecipato<br />

in varie mostre sia di pittura sia di scultura,<br />

ed ha vinto il premio di pittura città di Lucca.<br />

Ha lavorato come scenografo per "Lo Specchio"<br />

di Luca Ronconi. Ha collaborato alla realizzazione<br />

del monumento a Joe Louis di Detroit.<br />

Ha eseguito le forme e i calci per il museo<br />

dell’Opera del Duomo di Pisa. Opere commisionate<br />

includono un ritratto in scultura di<br />

bronzo per uno scenziato del governo tedesco,<br />

e dipinti per altri privati tra cui Ron Dennis. Gli<br />

è stato commissionato, un'opera pittorica da<br />

“Gherardini”.<br />

Il ricavato delle vendite sarà devoluto al restauro<br />

di un opera agli Uffizi. I suoi dipinti e le<br />

sue sculture sono stati esposti in Italia, Stati<br />

Uniti, Canada e Olanda. Ha disegnato le scenografie<br />

per la produzione dell’opera musicale<br />

“Where the Wild Things Are” Teatro del Maggio<br />

Musicale Fiorentino. Nel 2005 la Syracuse<br />

University gli ha commissionato una scultura<br />

di gradi dimensioni per il parco, eseguita in terra<br />

cotta. Tiene corsi di disegno e scultura per<br />

Syracuse University in Florence dal 1993, e dal<br />

1996 al 2006 è il Coordinatore del dipartimento<br />

di Belle Arti.<br />

www.marcofallani.com<br />

83


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Marco Klee Fallani<br />

Arthur Rimbaud, 2012, cera e tecnica mista, c. 60h<br />

Young Bukowski, 2010, cera e tecnica mista cm. 70h<br />

One - Man Shows / Mostre Personali<br />

1983/84 Galleria d’Arte Moderna, Forte dei<br />

Marmi<br />

1985 Artisti Fiorentini, Firenze<br />

1986 Galleria Caffè Voltaire, Firenze<br />

1987 Galleria Vetrina, Firenze<br />

1990 Fortman Studios, Firenze<br />

1991 One Hour Gallery, San Francisco, California<br />

Azido Arts Gallery, San Francisco, California<br />

1992 Installazioni San Luigi Castel del Nero,<br />

Firenze<br />

1993 Door 3 Gallery, San Francisco, California<br />

Oliver Center Gallery, San Francisco,<br />

California<br />

1994 Galleria Temple, Roma<br />

The Contemporary Arts Center, Cincinnati,<br />

Ohio<br />

1996 Galleria L’Approdo, Avellino<br />

Curriculum Vitae<br />

1998 Galleria Olga, Seregno, Milano<br />

1999 Galleria Spirale Arte Pietrasanta<br />

2000 Galerie De Twee Pauwen, Den Haag<br />

2001 HAF, De Twee Pauwen, Den Haag, Galleria<br />

Frogola, Torino<br />

2002 Valentina Arte, Bellagio<br />

Galerie De Twee Pauwen, Den Haag<br />

2003 Valentina Arte, Bellagio<br />

Galerie De Twee Pauwen, Den Haag<br />

2004 Valentina Arte, Bellagio<br />

2005 Art Fair Javet Center, New York<br />

Colgate University Museum Art Center,<br />

New York<br />

2005 Valentina Arte, New York City<br />

84


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Marco Klee Fallani<br />

Hope and Faith, 2010, gesso e tecnica mista, cm. 200h<br />

Uomo Crisalide, 2011, terra cotta e tecnica mista,<br />

cm. 60h<br />

2006 Valentina Arte, New York City<br />

2006 133 Gallery, Toronto, Canada<br />

2007 Galerie du Soleil, Naples, Florida<br />

2007 Gettysburg College’s Schmucker Art<br />

Gallery, Gettysburg Pennsylvania<br />

2008 IncontrArt Fiera dell’Arte Internazionale,<br />

Como<br />

2008 The Obsession of Art Bergen, Amsterdam,<br />

Holland<br />

2009 International Art Fair Rotterdam<br />

2010 Silvana Gallery, Los Angeles,<br />

2011 The Obsession of art, Bergen, Amsterdam,<br />

Holland<br />

2012 The Obsession of art, Bergen, Amsterdam,<br />

Holland<br />

2013 133 Gallery, Toronto, Canada<br />

Sculpture commissioned from City of<br />

Arezzo “Hope and Faith”, Arezzo Tuscany<br />

Italy<br />

2013 Agora Gallery Chelsea<br />

2014 New York, NY, The Odyssey Within<br />

2014 Maidoff Gallery, SACI Florence<br />

2015 Istallazione Fabbrica Gheradini Firenze<br />

85


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Lorenzo Frisotti<br />

Giovane artista fiorentino, ha iniziato<br />

a plasmare le sue opere nel<br />

1995.<br />

Dopo aver sperimentato questa forma d’arte<br />

con diversi materiali, ha poi scelto il<br />

rame, materiale dal colore caldo e dall’anima<br />

capace di seguire le spirali dei pensieri,<br />

della passioni e delle energie universali.<br />

Ed è proprio grazie all’energia che hanno<br />

preso forma queste sculture. Infatti Lorenzo<br />

modella i tubi di rame quando il suo animo<br />

è predisposto verso la gioia perché vuole<br />

che chi guarda riceva un messaggio universale<br />

positivo.<br />

Esperienze professionali: prima mostra personale,<br />

“Energy- forme del pensiero”, presentato<br />

da Giampaolo Trotta, 2001, presso<br />

Caffè Pascò, Firenze (ripresa da Fabrizio<br />

Borghini, ha richiamato l’attenzione della<br />

critica che gli ha dedicato uno spazio nella<br />

rubrica d’arte e cultura de La Nazione di Firenze).<br />

Ha realizzato opere su tela per il Comune<br />

di Pontassieve, esposte alla Festa de<br />

l’Unità come opere fuori concorso, nel<br />

2001; selezionato al XIX Premio Firenze con<br />

“Il pensiero che fugge”; mostra al bar “Il Muretto”<br />

di Prato, accanto al Museo Pecci; partecipazione<br />

al XVI “Premio Italia per le Arti<br />

Visive” della rivista Eco d’arte moderna; mostre<br />

personali a Firenze e Castelfiorentino;<br />

rassegna “Paesaggi della natura e dell’anima”<br />

a Certaldo (Firenze), Palazzo Pretorio,<br />

2002; premiato al XVII Premio Italia per le<br />

Pensiero che fugge, rame<br />

Arti Visive con “L’acrobatico”; esposizione alla<br />

“Art Gallery” di Prato nel 2002; mostra collettiva<br />

Artisti fiorentini fra tradizione e rinnovamento,<br />

Palagio di Parte Guelfa, Firenze, 2002; mostra<br />

collettiva alla galleria Art di Firenze, a Montespertoli,<br />

2002.<br />

L’opera “Pensiero che fugge” è stata selezionata al<br />

XIX Premio Firenze e premiata con la partecipazione<br />

alla mostra Premio di tutte le arti tenutasi<br />

nella Sala della Musica del Vecchio tribunale in<br />

Piazza San Firenze il 15 e 16 novembre 2014.<br />

Via del Romito, 28/r - 50134 Firenze<br />

Cell. 335 7383590 - lorefri72@gmail.com<br />

86


Franca Frittelli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gli spiriti bianchi della montagna, marmo,<br />

cm. 300x100x70 - Passo Carpinelli - Apuane<br />

Il vestito della Luna, 2011, marmo grigio,<br />

cm. 30x30x30<br />

Franca Frittelli vive e lavora in <strong>Toscana</strong><br />

presso il suo atelier a Vada vicino al<br />

mare. Scultrice e scenografa è docente<br />

di Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo<br />

Scientifico Fermi di Cecina; è presidente<br />

dell’Associazione per le Arti Visive La Torre,<br />

membro dell’Associazione Arte e Psicologia di<br />

Firenze, membro dell’Associazione National<br />

Museum of Women in the Arts di Washington,<br />

tiene conferenze “L’altra faccia della Storia<br />

dell’Arte” e fa parte della Commissione Cultura<br />

della Provincia di Livorno. Lavora nel campo<br />

delle arti figurative dal 1977. E’ nipote del poeta/novelliere<br />

Riccardo Marchi e di Vittorio<br />

Marchi studioso della storia livornese, di Virgilio<br />

Marchi architetto - scenografo firmatario<br />

insieme a Sant’Elia del manifesto “Dinamicità-<br />

Istintività- Drammaticità-Architettura Futurista”<br />

che ha lavorato al contempo con Bragaglia,<br />

Blasetti, Rossellini, Pirandello. È stata<br />

allieva presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze<br />

dello scenografo prof. Franco Nonnis; lavora<br />

nel cinema e nel teatro sperimentale fondando<br />

il gruppo teatrale “Teatro Vita”, un<br />

gruppo di avanguardia dove lavora come attrice<br />

e scrittrice. Nel 1977 riceve il Premio Fedic<br />

di Montecatini con il film sperimentale “Devo<br />

avere capito male qualcosa in questa storia”.<br />

Dal 1980 prende parte a seminari di teatro e<br />

cinema realizzando cortometraggi didatticoindustriali<br />

sia per la scuola che per l’industria.<br />

Dal 1990 lavora nella scultura. E’ attratta dal<br />

movimento della “figura nello spazio e nel<br />

tempo”, per questo studia, sintetizza e interpreta,<br />

la figura sia nella classica che nella danza<br />

contemporanea; realizza la storia della danza<br />

stessa attraverso “Romeo e Giulietta” di<br />

Bejart, Martha Graham, A. Aley, Duncan, Cun-<br />

Atelier: Piazza G. Garibaldi, 42 - 57018 Vada (LI) - Tel. 0586 788364 - Fax 1782216034<br />

www.francafrittellisculture.eu - www.associazionelatorre.eu - frafritt@yahoo.it<br />

87


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franca Frittelli<br />

Il cimitero delle balene, granito, land art, 2013. Parco delle<br />

sculture di Laongo - Burkina Faso<br />

A sinistra: Il vento, pietra e ceramica, cm. 60x40x30<br />

ningam, Carlson, Forsyte.<br />

Dalla figurazione all’astrazione nella concezione<br />

sintetica dell’estetica formale il passo è breve:<br />

ed ecco la creazione di sculture monumentali<br />

in granito, marmo, legno, bronzo, ceramica,<br />

per la Nuova Zelanda, Bulgaria, Repubblica<br />

Ceka, Germania, Francia, Macedonia, Italia, Argentina,<br />

Burkina Faso.<br />

Si può ammirare sul portale maggiore della<br />

chiesa Parrocchiale di Vada la grande lunetta in<br />

basso e altorilievo di San Leopoldo, mentre nel<br />

cortile della Regione <strong>Toscana</strong> è collocata la<br />

grande scultura in marmo bianco dell’Altissimo,<br />

“ECLISSE”. Partecipa a simposi internazionali<br />

in Italia e all’estero collocando monumenti<br />

in marmo, granito, legno a Toulouse, Normandia,<br />

Svizzera, Germania, Italia. Partecipa a biennali<br />

internazionali in Egitto e Giappone.<br />

L’armonia e la gioia prevalgono nei suoi lavori<br />

artistici e i differenti soggetti sono l’occasione<br />

per enfatizzare il suo sentire lirico mentre le<br />

texture ricordano l’acqua, la roccia, la terra; le<br />

sue sculture sono ricche di significati espressi<br />

nella realtà sintetica delle forme plastiche alternando<br />

i pieni e i vuoti in movimenti a volte<br />

sinuosi e dolci a volte invece aspri e rocciosi<br />

come pietre vulcaniche.<br />

Hanno scritto di lei: i critici D. Carlesi, T. Paloscia,<br />

C. Melloni, D. Pasquali, prof. De Rosa, Ludovico<br />

Gierut; prof. A. Badaloni, artista; prof.<br />

N. Badaloni, direttore dipartimento di filosofia<br />

dell’Università di Pisa; Vescovo V. Savio; dott.<br />

ssa A.Serafini resp. Fondazione Carnevale Viareggio;<br />

on. Riccardo Nencini Presidente del<br />

Consiglio Regionale Toscano; M. Baronti pres.<br />

te del CPO Regione <strong>Toscana</strong>; dott.ssa M.G.<br />

Carli curatrice della Raccolta di Arte Contemporanea<br />

Regione <strong>Toscana</strong>; prof.ssa Enrica Torelli<br />

Storica dell’Arte, Università La Tuscia di<br />

Roma; prof.ssa Graziella Magherini psichiatra,<br />

presidente ass.ne Arte e Psicologia di Firenze;<br />

Vittorio Marchi storico di Livorno.<br />

Nel 2009 è stata pubblicata la sua biografia<br />

“Fiori di pietra” la magica avventura di una<br />

scultora contemporanea, scritta dal dott. Michele<br />

Dattolo per le edizioni Nicomp di Firenze.<br />

88


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franca Frittelli<br />

Il Calice del santo Graal, 2010, legno<br />

di larice, cm. 200x100x150. Parco<br />

delle Sculture La Giunca, Rosignano<br />

Marittimo<br />

L’artista col flex<br />

“Franca Frittelli artista multimediale”<br />

Un personaggio curioso, un po’ bizzarro, un uomo di cultura<br />

dedito allo spettacolo teatrale d’avanguardia è stato il motivo<br />

che inizialmente mi ha unito intellettualmente a F. F.<br />

Si tratta di Franco Nonnis, che è stato per Franca il maestro<br />

per eccellenza alla Accademia di Firenze e per me un<br />

amico che ho avuto il piacere di presentare come pittore e<br />

scenografo al Museo Laboratorio dell’Università di Roma<br />

La Sapienza. Il 1979 una data importante per la formazione<br />

di Franca nel nome di Nonnis, dunque, che le ha trasmesso<br />

la possibilità reale di un connubio fra campi disciplinari artistici<br />

diversi, fra immagine (pittura-scultura) e azioneparola<br />

(teatro), quasi una traduzione inter-codice fra questi<br />

diversi linguaggi. In ben quattro anni di Corso in<br />

Scenografia, Nonnis ha insufflato nella sua allieva la non<br />

facile ricerca di un equilibrato contrappunto tra parlato,<br />

effetti sonori, azione mimica, luci, proiezioni. Le texturescollage<br />

di cartone ondulato, le costruzioni cromato-plastiche<br />

e le terre corpose dei dipinti di Nonnis, la materia<br />

delle sue opere, ‘arate’ da solchi tracciati con il legno del<br />

pennello si sono tradotti in F. F. nel piacere della tridimensionalità,<br />

nell’amore per la scultura, nel piacere di trattare<br />

materiali diversi, dal bronzo al marmo alla terracotta.<br />

Io penso inoltre che i variegati interessi del maestro, dall’astronomia<br />

alla filosofia, le arti visive e la musica hanno trasmesso<br />

una bramosia di conoscenza nell’allieva durante<br />

tutto il proprio percorso creativo. Il regista Antonio Calenda<br />

in un’intervista mi disse, rifacendosi alla sua passata<br />

amicizia con lo scenografo: “Nonnis, di qualche anno più<br />

grande di noi, portava la sua grande saggezza ma anche la<br />

sua grande cultura. Una cultura molto profonda, permeata<br />

di ironia e di distacco critico nei confronti della realtà e<br />

marcata da conoscenze scientifiche, il che lo rendevano un<br />

illuminista nei confronti dei nostri temperamenti più romantici,<br />

dei nostri atteggiamenti da Sturm und Drang”.<br />

Anche F. F. - credo - faceva parte allora di quest’ultima categoria<br />

di artisti e la sua natura estroversa e irruenta l’ha<br />

espletata negli anni Ottanta nel collettivo “Teatro-Vita”,<br />

con l’allestimento di alcuni coraggiosi spettacoli teatrali<br />

d’avanguardia e di film sperimentali. In seguito, per Franca,<br />

un sasso diviene un fenomeno plastico e il suo forte senso<br />

plastico la porta a lavorarlo, plasmarlo, limarlo. In questo<br />

lavorio la scultrice pensa con il sasso, con la prensilità, con<br />

la rotondità; intraprende con il materiale un fatto amoroso.<br />

L’immagine che ne deriva non è altro che la risultanza<br />

89


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Franca Frittelli<br />

La farfalla, 2012, marmo, alabastro-vetro, cm. 30x40x30<br />

La bocca dell’inferno, 2012, legno di<br />

cipresso e policromia, cm. 230x200x40.<br />

Parco delle sculture La Giunca,<br />

Rosignano Marittimo<br />

Eclisse, 2006, marmo, cm. 160x40x40.<br />

Galleria Arte Contemporanea Regione<br />

<strong>Toscana</strong><br />

del materiale, del ‘ritmo’ del materiale, la<br />

sua natura tellurica. Esistono materiali nei<br />

quali è insita la loro capacità costruttiva e<br />

quindi anche la loro espressione e Franca ha<br />

inteso questa interna energia. L’opera universale<br />

- annotava Arturo Martini - parte dalle esigenze<br />

del materiale e incontra il soggetto; l’artista<br />

vero è infatti colui che lascia che l’opera nasca dal<br />

caso, con la collaborazione della materia e di tutti<br />

quei fermenti che l’artista non potrà mai definire o<br />

spiegare. Dopo il primo “attacco” sulla materia,<br />

Franca non si occupa più di fare una statua ma, da<br />

quel momento segue una catena di soluzioni, probabilmente<br />

senza che lei sappia cosa succede. Le<br />

opere più ‘classiche’ della produzione più recente<br />

sono a mio avviso “L’arrivo dell’onda” e “L’eclisse”.<br />

Nella prima, una semplice forma di concavi e convessi,<br />

di chiari e di scuri, mi ricordano Fidia, il quale,<br />

per rappresentare il mare scolpiva cinque semplici<br />

pieghe in orizzontale. Gli antichi, con un semplice<br />

segno, con una fessura, creavano la pupilla. Non<br />

era un simbolo, ma un valore plastico: un buco, un<br />

concavo…la scultura è vuoti, tutto quello che non<br />

c’è. La seconda opera, “L’eclisse”, mi fa pensare al<br />

mito classico: il mito dopo i Greci è divenuto il fenomeno<br />

plastico per eccellenza. Il mito include il<br />

mistero senza farlo intendere, poiché, quando il<br />

mistero è rivelato il mito muore.<br />

Anche le ultime, bellissime ceramiche dipinte,<br />

precedute da “Arcobaleno di montagna”, hanno<br />

un forte sapore classico anche per il fatto di essere<br />

colorate, come colorata era in origine gran parte<br />

della scultura classica.<br />

Enrica Torelli Landini<br />

90


Rino Giannini<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Henry Laurens. Ritratto, eroe della indipendenza degli Stati<br />

Uniti. Historical Society, Charleston, marmo bianco<br />

Nato a Pietrasanta nel 1939, fin da giovanissimo<br />

si forma come scultore alla<br />

Scuola d'Arte Stagio Stagi di Pietrasanta<br />

e poi come apprendista nello studio dei<br />

Fratelli Pasquini e, dopo il diploma, nello studio<br />

Santoli e Rovai. Nel 1962, in società con Vasco<br />

Orsucci, apre uno studio di scultura a Pietrasanta.<br />

Sono gli anni in cui sperimenta l'uso, nelle<br />

tecniche della lavorazione artistica, di diverse<br />

macchine e utensili, fra cui le turbine ad aria<br />

compressa. Nello stesso periodo, oltre a sculture<br />

di sua ideazione, comincia la collaborazione<br />

con scultori come Tommaso Gismondi, Tony<br />

Smith, Joseph De Lauro, Emilio Ambron. Nel<br />

1970 è tra i soci fondatori del C.A.M.P. (Consorzio<br />

degli Artigiani del Marmo di Pietrasanta).<br />

Sono anni di grande fermento creativo, durante<br />

i quali realizza, tra l’altro: quattro sculture<br />

per il cimitero monumentale di Staglieno a Genova,<br />

il ritratto a Papa Giovanni, una statua di<br />

2,50 metri ritraente Padre Pio da Pietrelcina<br />

per Salerno, i gruppi di angeli reggilibro e il paleotto<br />

in bronzo per la chiesa di San Paolino a<br />

Viareggio, il "Cavallo" (altorilievo) aquistato<br />

dalla Camera di Commercio di Lucca e il ritratto<br />

del “Padre Ciampicon” per la Chiesa Vecchia<br />

dei Servi di Maria a Marina di Massa. Nel 1976<br />

prende parte ad una mostra allestita a Chicago<br />

dall'Italian Cultural Centre in occasione del “Bicentennial”<br />

U.S.A. Nello stesso anno partecipa<br />

al concorso per la cattedra di Tecnologia ed uso<br />

del Marmo istituito nella Scuola di Scultura<br />

dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, ottenendo<br />

l’incarico che ha tenuto fino al 1995. Nel<br />

1979 progetta e dirige la parte tecnico - artistica<br />

del simposio di scultura “Scolpire all'aperto”<br />

Via Aurelia, 114 - 55045 Pietrasanta (LU)<br />

Cell. 347 0134848 - www.rinogiannini.com - rinogi@tiscalinet.it<br />

91


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Rino Giannini<br />

La scala della sapienza. Scultura, marmo bardiglio, esposizione<br />

di fronte alla Cappella de Pazzi<br />

La luce e la sapienza (fronte), omaggio al vero Giano bifronte,<br />

terracotta<br />

effettuato nel centro storico di Carrara; un incarico<br />

che mantiene fino al 1984, quando viene<br />

consultato, come esperto, per il recupero delle<br />

teste di Modigliani a Livorno. Nell'inverno tra il<br />

1984 e 1985 dirige la ricostruzione del monumento<br />

a Pellegrino Rossi, fino al ricollocamento<br />

in Piazza d'Armi a Carrara. Nel 1989 esegue il<br />

ritratto di Federico Milkovic, fondatore della<br />

U.I.L.D.M., destinato alla sede di Padova. Nel<br />

1991 è consulente tecnico artistico del pacchetto<br />

didattico “Come nasce una Scultura”<br />

per il Centro Culturale Luigi Russo e Assessorato<br />

Cultura di Pietrasanta. Nel 1993 apre un<br />

nuovo studio a Pontestrada di Pietrasanta: sotto<br />

il nome di Scuola Superiore di Scultura di<br />

Pietrasanta propone l'importanza dell'autografia<br />

nell'opera scultorea. Nel 1996 è invitato alla<br />

mostra organizzata da Città di Vita nei Chiostri<br />

di Santa Croce a Firenze per "Trentanni dall'alluvione".<br />

In questa sede torna per una mostra<br />

del gruppo e successivamente, nel 1999, per<br />

una collettiva dedicata alla natività, dal titolo<br />

“Preludio al Giubileo”. Nello stesso periodo, è<br />

invitato negli U.S.A. per completare il ritratto<br />

di John Rutledge, destinato alla Historical Society<br />

di Charleston nel South Carolina. Realizza<br />

anche il ritratto di Henry Laurens ed è invitato<br />

allo scoprimento nel giorno del Carolina Day<br />

del 1999. Nel 2000 partecipa al simposio di<br />

Carlos III di Fuente Palmera in Cordoba, Spagna<br />

e nel 2001 prende parte al simposio The 3rd International<br />

Symposium Aley 2001 of Sculpture<br />

tenutosi ad Aley (Beyrut) in Libano (sotto l'egida<br />

dell'UNESCO). Nel 2002 la Fondazione Fineschi<br />

di Prato ha inserito nel proprio archivio<br />

un suo disegno "Emersione" ed il CD-Rom con<br />

il curriculum vitae e foto delle sue opere. Nello<br />

stesso anno è invitato al Maggio culturale di<br />

Dramas in Grecia per partecipare al simposio di<br />

scultura dedicato alla dolomite macedone. La<br />

scultura eseguita in quest’occasione, "Il viaggio<br />

infinito", é stata collocata nella hall della prefettura<br />

della città.<br />

92


Paolo Grigò<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

L'artista durante la realizzazione della scultura Madonna dei Popoli<br />

Diplomato all’Istituto Statale d’Arte di<br />

Cascina, ha proseguito gli studi frequentando<br />

corsi accademici d’Incisione,<br />

Ritratto e Nudo. Con il padre scultore ha<br />

sempre collaborato per apprendere le tecniche<br />

di tale disciplina. Ha frequentato, per la tecnica<br />

del Monotipo, lo studio del pittore monotipista<br />

fiorentino Gipi.<br />

La sua attività artistica inizia nel 1971, partecipando<br />

a mostre collettive, rassegne nazionali<br />

e internazionali; dal 1985 l’artista propone le<br />

sue opere per cicli, come ad esempio "Discarica<br />

amore mio" (1985), "Dedicato a una Libellula"<br />

(1986), "Riflessione Abissi" (1989), "Muraglie<br />

consacrate" (1992), "Alentejo" (1996),<br />

"Sacromemoriale" (2000), "Cammino Orientale"<br />

(2003), "Icone e Liscari quotidiani"<br />

(2005), "Carta Gialla" (2008), "Volo... Viaggiatore"<br />

(2010), "Trapasso del suino" (2014).<br />

Dagli esordi negli anni Settanta fino alle ultime<br />

testimonianze, ovvero le strutture architettoniche<br />

"Porta del dialogo e dei diritti umani" e<br />

"Porta della cultura e del sapere" realizzate, per<br />

il comune di Calcinaia, la porta della "Santa Famiglia"<br />

al Duomo di Cecina (LI), i monumenti<br />

"Passagen de Luas", "Porta du Sol" in Portogallo,<br />

"Musicanti" a Capo Verde, "Il Volo" Pisa, La<br />

"Madonna dei popoli" a Livorno, il monumento<br />

per la pace "Germogli" in memoria dei Caduti<br />

di Piavola a Buti (PI), si evince come la riflessione<br />

dell’artista si orienti verso i grandi temi di<br />

attualità: la pace, la democrazia, l’integrazione<br />

tra le culture. Il percorso artistico di Grigò non<br />

è mai stato disgiunto sia dagli eventi sociopolitici<br />

che dalla problematizzazione del ruolo<br />

della cultura e dell'intellettuale nel progresso<br />

della società civile. L'opera di Grigò, conosciuta<br />

in ambito internazionale, interpreta il momenwww.voloviaggiatore.com<br />

grigopaolo@gmail.com<br />

93


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Paolo Grigò<br />

Portale immigrazione, bozzetto studio per rotonda<br />

Terreno calpestabile, bozzetto studio per spazio verde<br />

to storico con coscienza del dramma dell'umanità.<br />

Dramma reso con il linguaggio calcolato<br />

ed equilibrato cui dà speranza di salvezza attraverso<br />

la ragione che permette all'uomo di<br />

agire con ponderatezza, con misura, di valutare<br />

gli argomenti prima di pronunciarsi, di controllare<br />

tutte le testimonianze prima di decidere.<br />

Tra le numerose personali allestitegli, si<br />

segnalano importanti antologiche di pittura,<br />

scultura e grafica in Italia, Francia, Portogallo e<br />

Stati Uniti d’America.<br />

Ha illustrato libri di poesia, realizzato copertine<br />

per riviste e volumi. Molte sue sculture si<br />

trovano in edifici pubblici, chiese e piazze italiane<br />

in Portogallo, a Capo Verde, Francia, Spagna<br />

e Germania. Il Centro Studi di Vignola<br />

(MO) lo ha insignito della Targa d’Oro per il<br />

lavoro svolto come scultore. Attualmente si<br />

dedica ad un nuovo ciclo di lavori "Trapasso del<br />

suino": studio metaforico sulla crisi di questa<br />

società in cui mancano princìpi etici come la<br />

solidarietà, l’onestà e la fiducia nel prossimo.<br />

Senso della vita e nostalgia della natura<br />

nell'arte di Paolo Grigò<br />

di Ilario Luperini<br />

Molti sono i maestri del Novecento da cui ha<br />

preso vigore il fare artistico di Paolo Grigò, da<br />

quelli con cui ha avuto rapporti diretti (Silvano<br />

Pulcinelli, Romano Masoni, Gipi) alle maggiori<br />

personalità della scultura italiana, Manzù e<br />

Greco prima di tutto, senza dimenticare la<br />

grande, antica tradizione della scultura in <strong>Toscana</strong>.<br />

Certo, in seguito l'artista ha intrapreso strade<br />

proprie, è passato attraverso esperienze originali,<br />

ha progressivamente forgiato un linguaggio<br />

di grande impatto comunicativo, utilizzando<br />

al meglio i segreti delle tecniche di cui si è<br />

arricchita la sua operatività, in virtù di una rara<br />

capacità di assimilazione e di rielaborazione.<br />

Ha raggiunto importanti livelli di intensità<br />

espressiva, assumendo un ruolo di rilievo nel<br />

complesso panorama della produzione artistica<br />

dei nostri giorni.<br />

Una personalità multiforme che vive intensamente<br />

il suo tempo. Padrone di molte tecniche,<br />

Grigò si misura con temi di grande peso e<br />

di forte attualità, evitando sempre empiti declamatori<br />

a favore di onestà intellettuale, rigore<br />

linguistico e coerenza di idee e di comportamenti.<br />

I suoi quadri sono veri e propri organismi pulsanti,<br />

pieni di guizzi, di iridescenze, di apparizioni,<br />

di esplosioni di energia che guidano verso<br />

affascinanti ma anche inquietanti percorsi<br />

dentro la realtà, sistema complesso rivelato<br />

proprio dal serrato gioco di rapporti tra colori<br />

e figure: un colore ora più aspro e provocatorio,<br />

ora più soffice e suadente che consente di<br />

guardare fino in fondo l'uomo, di sentirne e<br />

amarne le sofferenze, di cogliere il meraviglio-<br />

94


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Paolo Grigò<br />

Transitus suis, 2014, resina policroma, ferro, terracotta<br />

e vetro, cm. 120<br />

Volo Viaggiatore, 2014, legno policromo, prototipo<br />

in scala, cm. 124x20x12<br />

so rapporto tra senso della vita e nostalgia<br />

della natura, con la speranza di scoprire mondi<br />

meno nevrotici e più austeri. Gli ocra, gli arancioni,<br />

i gialli, i verdi, gli azzurri, trattati con caldi<br />

impasti, occupano gran parte dello spazio<br />

pittorico, all'interno del quale, grazie alla consueta<br />

attenzione compositiva, si muovono figure<br />

ritmicamente concepite. Nelle opere degli<br />

ultimi tempi, le figure prorompono con<br />

forza magnetica da fondi sempre più macerati<br />

dalla corposità della materia pittorica, arricchita,<br />

spesso, da segni, graffiti, grumi di colore,<br />

inserti di materiali. Una nuova tensione<br />

pulsa sulla tela, probabilmente determinata<br />

da una progressiva presa di coscienza del limite,<br />

del gigantesco e forse vano sforzo dell'uomo<br />

per sottrarsi all'omologazione e alle catene<br />

del conformismo.<br />

Analoghe modalità creative caratterizzano la<br />

sua opera scultorea. La straordinaria capacità<br />

di far muovere le superfici bronzee con segni<br />

plastici controllati e di rara intensità, la sapienza<br />

nell'evitare l'enfasi della monumentalità<br />

celebrativa, infondendo alla pietra e al bronzo<br />

una loro unicità e un'autentica interiorità, sollecitano<br />

sempre una corale partecipazione al<br />

suo atto creativo. È sorprendente la maestria<br />

nel sensibilizzare la superficie sia nel tuttotondo<br />

modellato con dolcezza e armonia, sia nel<br />

bassorilievo, in cui la modulazione chiaroscurale<br />

dei piani è talora data da impronte o segni<br />

profondamente incisi; segni che spesso affiorano<br />

da spazi infiniti, scanditi da mani trepidanti<br />

conquistate dall'affascinante natura del<br />

materiale. Figure in bronzo acefale, particolari<br />

volumi femminili raccolti nelle loro masse formose<br />

e colme di sensualità, oppure misteriose<br />

figure totemiche sono modellate su diversi livelli<br />

di profondità plastica in cui la luce si insinua<br />

con convincenti effetti di variabilità tonale,<br />

attardandosi nei solchi più profondi e scivolando<br />

veloce nelle impercettibili increspature<br />

della superficie.<br />

La scultura serve a Grigò come piano di proiezione<br />

entro cui immergersi per lavorarvi dall'interno,<br />

per scartare progressivamente tutto ciò<br />

che gli appare superfluo all'efficacia dell'immagine,<br />

senza mai trascurare il riferimento al<br />

dato reale, alla forma riconoscibile che rappresenta<br />

sempre la chiave di lettura anche per<br />

slanci di pura astrazione.<br />

Un percorso artistico, dunque, assai ricco in cui<br />

sogno e realtà, cronaca e storia, amore e morte<br />

divengono i poli entro cui si dibatte l'uomo col<br />

suo peso carnale e il suo difficile rapporto con<br />

la natura, con la tristezza e la gioia del quotidiano,<br />

con la responsabilità e la grandezza della<br />

coscienza di fronte alle verità della vita.<br />

95


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Marcello Guasti<br />

Nato a Firenze nel 1924. Allievo<br />

di Pietro Parigi, uno dei maggiori<br />

incisori del Novecento,<br />

dopo un esordio da xilografo si cimenta<br />

nella pittura durante gli anni Cinquanta.<br />

Nel 1958 passa alla scultura con le prime<br />

versioni dei "Gatti in bronzo", e con un<br />

gruppo di statue in legno e bronzo sul<br />

tema del lavoro dei Renaioli (1957-<br />

1959), opera riconosciuta come un<br />

evento importante nella scultura di quegli<br />

anni (Carlo Ludovico Ragghianti in<br />

"Selearte"). Durante gli anni Sessanta<br />

vive una fase di abbandono completo<br />

della figura per aderire alla cosiddetta<br />

tendenza dell’Espressionismo informale,<br />

con opere dalla plasticità mossa e magmatica.<br />

Alla fine del decennio lo scultore<br />

ricorre infine a un linguaggio di forme<br />

geometriche: tipici i vari interventi di una<br />

sfera, grazie all’impiego di materiali tecnologici<br />

come il cromo, l’acciaio inox e le<br />

vernici a fuoco su metalli, fase di sculture<br />

quali "Concavo e Segnali", concepite secondo<br />

una sequenza seriale e segnalate<br />

da Enrico Crispolti (1979) per il rigore<br />

formale e strutturale. Marcello Guasti<br />

ha realizzato diverse opere di impegno<br />

civile, come il monumento ai tre carabinieri<br />

Medaglia d’Oro sul colle di San<br />

Cipresso con Nuvola, 2000, acciaio, m. 7x1,20.<br />

La scultura è esposta nel Parco d'Arte Pazzagli<br />

Francesco a Fiesole (1964), quello in pietra boema a<br />

Horice (Praga) del 1967, il monumento ai partigiani<br />

caduti nella battaglia di Pian d’Albero in piazza Elia<br />

Dalla Costa a Firenze (1970), i monumenti in pietra di<br />

Soest Westfalia, in Germania, e di Pesaro.<br />

Via di Terzano, 61 - 50067 San Donato in Collina (FI)<br />

marcello.guasti@alice.it<br />

96


Kiyoko Hirai<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Speranza in Arma Bianca, bronzo, alabastro e cristallo di rocca,<br />

fusione unica a cera persa, interamente cesellata e patinata<br />

a mano, cm. 25,5x73x18<br />

È<br />

nata a Osaka, in Giappone. Si è formata<br />

all’Accademia di Belle Arti di Firenze,<br />

dove ha studiato pittura ad olio, acquaforte<br />

e litografia. Ha vinto numerosi premi, tra<br />

i quali si ricordano: il primo Premio nella sezione<br />

giovanile (2004) e il primo premio Grafica<br />

(2008) al Concorso Nazionale di Pittura - Città<br />

di Lastra, il secondo premio per Classic Painging<br />

al Concorso Internazionale di Mosca, The<br />

4th International Exhibition & Competition of<br />

Contemporary Arts - Russian Art Week (2008),<br />

il premio per la scultura nell’ambito del Concorso<br />

Premio di Tutte le Arti (Salone dei Cinquecento,<br />

Palazzo Vecchio, Firenze) organizzato<br />

dalla Fondazione Elisabetta e Mariachiara<br />

Casini Onlus nel 2014.<br />

Cell. 347 7631496<br />

hirai.k@alice.it - www.kiyokohirai.com<br />

97


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Rolf Horn<br />

Sigmund - Sex Sirene - Interpretazione dei sogni,<br />

2013, legno di ulivo, cm. 50x30x60. Medaglia<br />

di Bronzo al XXXI Premio Firenze<br />

Nato il 22.12.1944 a Praga (Repubblica<br />

Ceca), è pittore, scultore,<br />

scrittore e coltivatore. Sue opere<br />

sono state premiate al Premio Italia per le<br />

Arti Visive nel 2005 a Certaldo e nel 2008<br />

a Capraia Fiorentina; nel 2011 e 2013 al<br />

Premio Firenze.<br />

Artista poliedrico, lo scultore Rolf Horn è<br />

anche pittore, autore di raffinati acquerelli,<br />

capace di spaziare nel suo mondo figurativo<br />

dal ritratto alla veduta, dal realismo al<br />

fantastico. Questa sua sensibilità per il colore<br />

e il disegno si avverte anche nelle plastiche<br />

per le quali predilige il legno, materiale<br />

caldo, e in particolar modo il legno di<br />

ulivo che già nella sua naturalità offre decise vibrazioni<br />

cromatiche. Horn ne trae le forme assecondando<br />

e valorizzando il disegno delle venature<br />

e trasformando il contrasto tra chiaro e scuro in<br />

un sapiente gioco di percezione volumetrica.<br />

Nei suoi temi l’artista coniuga il senso critico nei<br />

confronti degli stereotipi della nostra società e del<br />

nostro tempo con l’accento del suo spirito ironico<br />

dotando le figure di una ambivalenza di lettura e<br />

di interpretazione. Al realismo della forma corrisponde<br />

infatti uno sviluppo polimorfo così che il<br />

soggetto non è mai univoco ma contiene in sé altri<br />

soggetti. Se la scultura di per sé è tridimensionale<br />

essendo forma concreta nello spazio, per Rolf<br />

Horn è anche trifacciale poiché ad ogni lato l’opera<br />

può svelare una nuova ed imprevedibile sembianza<br />

e dunque una svolta narrativa.<br />

Così nell’ancora col serpente, le spire dell’animale<br />

sono anche le maglie della catena; nella figura del<br />

toro dalle grandi corna slanciate è contenuto anche<br />

un volto femminile piangente, come piangente<br />

è il retro del cuore trafitto dal pugnale. Soluzioni<br />

argute ma al tempo stesso di una fantastica<br />

inventiva e capacità di sintesi a cui corrisponde<br />

l’efficace espressività surreale che l’artista attribuisce<br />

alle sue opere. Forme che appaiono evolversi<br />

in continuum sotto il nostro sguardo e ricordo<br />

quale esempio la bellissima dinamica con cui<br />

risolve la figurazione dei “quattro elementi” vitali<br />

dove lingue di fuoco si elevano come mani a trattenere<br />

la terra-pianeta; ma anche la poetica doppia<br />

configurazione di “Viola d’amore” che da strumento<br />

musicale si fa corpo umano.<br />

La rispondenza al vero con cui Horn elabora i propri<br />

soggetti rende ancor più intrigante la bizzarria<br />

dell’espressività molteplice dei volumi e sottolinea<br />

così l’esigenza dell’artista a scavare più profondamente<br />

nella realtà rappresentata, non fermandosi<br />

all’apparenza ma anzi rivelandone la<br />

valenza simbolica.<br />

Roberta Fiorini<br />

Casa dell´arte - Via delle Piastrelle, 814 - 51015 Monsummano Terme (PT)<br />

www.casadellarte.de - casadellarte.de@gmail.com<br />

98


Kevo (Claudio Cavallini)<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Kevo a lavoro nel suo laboratorio<br />

Nato a Firenze nel 1952, inizia a dedicarsi<br />

alla scultura nel 2003. Dopo<br />

aver tolto un vecchio albero nel giardino<br />

di casa, preso dai rimorsi, non ha il coraggio<br />

né di tagliarlo né di rimuoverlo per oltre sei<br />

mesi. Da questo scaturisce la voglia di riportare<br />

in vita la pianta, trovando nella scultura il<br />

mezzo ideale per realizzare questo intento.<br />

Molte le mostre realizzate negli anni. Tra queste<br />

si ricordano: Gattart, Firenze, Museo Bellini<br />

(2008); Kevo espone, mostra personale, Montecatini<br />

Terme, Casa del Pittore dello Scultore<br />

e del Poeta (2009); La Pergola. Arte a Palazzo,<br />

Firenze, Palazzo Medici Riccardi (2009); mostra<br />

collettiva, Rimini, Galleria d’arte Malatestiana<br />

(2009); Gattart Fiora Leone, Firenze,<br />

Palagio di Parte Guelfa (2009); Viaggio nel<br />

contemporaneo, Firenze, Albergaccio del Machiavelli<br />

(2010); III Mostra arte contemporanea,<br />

Pitigliano, Granai Fortezza Orsini (2010);<br />

Passeggiando nell’arte, Sorano, Fortezza Orsini<br />

(2010); Tanto di cappello signor Vasari, Arezzo,<br />

Galleria Villicana D’Annibale (2011); mostra<br />

personale, Festa dei Democratici, Molin<br />

del Piano, Circolo La Torretta (2011); Arte in<br />

Rugapiana - I fantastici 4, Cortona, Palazzo<br />

Ferretti (2011); Artistar Project, Milano, Galleria<br />

Artistar (2012); Celebrazioni Vespucciane,<br />

Pontassieve, Sala delle Eroine, Palazzo Comunale<br />

(2012); Espone Kevo, personale, Campi<br />

Laboratorio: via di Molin del Piano, 82 - Molin del Piano - 50065 Pontassieve (FI)<br />

Cell. 335 7027082 - www.kevo-firenze.it - kevo-firenze@tiscali.it<br />

99


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Kevo<br />

Bisenzio, Cappella Villa Rucellai (2012);<br />

All’ombra degli etruschi, personale, Dicomano,<br />

Museo Etrusco, Palazzo Comunale<br />

(2012); Una favola moderna, personale,<br />

Pontassieve, Sala Eroine, Palazzo Comunale<br />

(2012); Tra forma e sintesi, personale, Vicchio<br />

del Mugello, Museo Casa di Giotto<br />

(2012); Legno e colore in Viterbo, personale,<br />

Viterbo, Museo Colle del Duomo (2013);<br />

Naturalmente arte, personale, Firenze, Museo<br />

di Storia Naturale La Specola (2013);<br />

Arte da Firenze, Bratislava, Slovacchia<br />

(2013); Omaggio al ciclismo ricordando<br />

Gino Bartali, Firenze, Ciclomuseo Gino Bartali<br />

(2014); mostra personale, Poppi, Galleria<br />

Comunale d’Arte Contemporanea, Palazzo<br />

Giorgi (2014); I due volti dell’arte,<br />

personale, Carpi, Palazzo dei Pio (2014). Più<br />

volte finalista del Premio Firenze, tra il<br />

2009 e il 2014, ha vinto il secondo e il terzo.<br />

Nel 2010 ha donato l’opera "La fatica" al<br />

Comitato provinciale del Ciclismo Fiorentino<br />

e nel 2012 l’opera "Il navigatore" al Palazzo<br />

Municipale Sansoni Trombetta, nel<br />

comune di Pontassieve.<br />

Don Chisciotte, 2014, pino e ottone, cm. 100<br />

Non si può dire che sia un conservatore: il<br />

suo approccio alla scultura non ha nulla di<br />

convenzionale o di retorico; al contrario, le<br />

uniche regole in cui si riconosce sono quelle<br />

che lui stesso ha tratto dall’esperienza. In<br />

effetti, è più corretto definire Kevo un “rivoluzionario<br />

moderato” che, pur agendo in<br />

piena libertà da qualunque schema, non rinuncia<br />

ad una rigorosa concezione del lavoro<br />

artistico. (…) Il suo obiettivo è operare<br />

una sintesi fra tradizione e rinnovamento,<br />

pur conservando un’originalità che lo<br />

emancipa da qualunque etichettatura. (…)<br />

Scegliendo il legno quale unico mezzo<br />

espressivo, Kevo dimostra di voler preservare<br />

i valori di un’arte antica quanto l’uomo<br />

per aggiornarli ai canoni dell’estetica moderna.<br />

Non è un caso che i suoi esordi siano legati<br />

alla scultura primitiva, da cui ha attinto quell’arcaismo<br />

della forma che connota in maniera trasversale<br />

e con episodi assai diversi l’intero suo<br />

percorso. (…) Le opere degli ultimi anni rappresentano,<br />

infatti, l’espressione più compiuta e, per<br />

molti aspetti, più riuscita della volontà - da sempre<br />

presente nel suo lavoro - di affrancare la scultura<br />

dalla contingenza del tempo e dello spazio<br />

per farne veicolo di una verità atemporale, originaria,<br />

imperitura. (…) Proseguendo in quest’analisi,<br />

incontriamo "Ballerina" (2008), "Il pesce"<br />

(2008) e "Madre con bambino" (2011), da cui si<br />

100


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Kevo<br />

Gallo da combattimento, 2013, cipresso e ottone, cm. 81<br />

101


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Kevo<br />

Achille, 2013, pino e acciaio, cm. 120<br />

evince un nuovo rapporto tra scultura e spazio: i fori<br />

aperti all’altezza della testa introducono la poetica<br />

del vuoto come fattore che compartecipa alla definizione<br />

oggettuale dell’opera facendola interagire con<br />

l’aria e con la luce. Il risultato è un’esaltazione dei<br />

valori tattili e cromatici della superficie, grazie anche<br />

all’applicazione di elementi metallici come i bulloni e<br />

le molle. Lo sforzo di affrancare la scultura dell’esteriore<br />

raggiunge esiti altissimi in "Il re guerriero"<br />

(2010), "La donna del guerriero" (2011) e "Achille"<br />

(2013), con cui il mito entra far parte di un racconto<br />

che risale alle origini della civiltà occidentale. La scelta<br />

di un tema epico gli permette di coniugare uno<br />

spirito sottilmente analitico, che indugia sui dettagli<br />

per soddisfare lo sguardo da qualunque<br />

angolo di osservazione, con una vocazione<br />

al grandioso, che diventa attributo<br />

proprio della forma a prescindere<br />

dalle effettive dimensioni dell’opera.<br />

(…) Non dovendo più simulare la realtà,<br />

Kevo coltiva l’ideale di una forma<br />

che unisce rigore geometrico e vitalismo<br />

lineare; una forma permeata da<br />

un’energia ascensionale che scandisce<br />

il transito dalla rigidità della retta all’armonia<br />

della curva. Ne abbiamo la riprova<br />

con "Gallo da combattimento"<br />

(2013) e "Furia" (2013), in cui il movimento<br />

è una forza che scuote la figura<br />

dall’interno, spezzandola in un ritmo di<br />

linee e di volumi che accentuano la tensione<br />

dinamica del cavallo imbizzarrito<br />

e trasformano il gallo in una macchina<br />

da combattimento. Con "Nefertiti"<br />

(2012) e "Don Chischiotte" (2014) la figura<br />

esibisce un’incompiutezza che la<br />

fa sembrare astratta e realistica al contempo,<br />

come fosse sospesa in una dimensione<br />

aurorale della forma. (…) È il<br />

punto più alto di una ricerca che tende<br />

ad annullare il riconoscibile per indurre<br />

l’osservatore ad una percezione visiva<br />

libera da ogni convenzione: una conquista<br />

maturata nel pieno rispetto di una<br />

materia ardua e antica come il legno,<br />

che lo scultore fiorentino ha saputo<br />

piegare alle ragioni della sua metamorfica<br />

e geniale creatività. Non c’è più alcun<br />

dubbio ormai: quello di Kevo è un<br />

viaggio nel mondo delle forme lungo<br />

rotte imprevedibili e sempre sorprendenti.<br />

Daniela Pronestì<br />

Tratto da: Kevo. Viaggio nel mondo delle forme<br />

102


Bozena Krol Legowska<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Relax time<br />

Figlia d’arte, il padre noto scultore ligneo<br />

e poeta le ha tramandato la passione e<br />

l’amore per le belle arti che determineranno<br />

il suo percorso artistico e tutta la sua<br />

vita. In seguito frequenta la scuola d’arte dove<br />

consegue il diploma con la specializzazione in<br />

progettazione e realizzazione di tessuti artistici;<br />

negli anni a seguire conseguirà anche una specializzazione<br />

in tecniche pubblicitarie e marketing.<br />

Dalla fine degli anni Novanta si è dedicata alla<br />

pittura su vetro, una tecnica tipica primitiva<br />

della regione da cui proviene; l’artista l’ha intrapresa<br />

per poterla poi riproporre in uno stile<br />

contemporaneo.<br />

Nella sua mente ricorreva spesso l’idea e la voglia<br />

di sfidare la pietra cercando di scovare<br />

dentro questa dura materia forme sinuose e<br />

spontanee nascoste e liberate dalle mani di<br />

una donna. Nel 2001 durante uno dei suoi<br />

viaggi in Italia questa idea si è tramutata in realtà<br />

ed è iniziato cosi il suo incessante confronto<br />

con la scultura. Nel 2003 l’artista si<br />

trasferisce a Saturnia.<br />

Libertà sopite<br />

Esprimere in poesia le volute della mente, l’ansimo<br />

dei ricordi, la fuga precipitosa verso il dietro<br />

del tempo nascosto, è facile, relativamente,<br />

perché le parole sono a volte come fumi<br />

all’orizzonte, alla mercè del vento, che le dipana<br />

e le mescola a suo piacimento, scomponen-<br />

Cell. 340 8748847<br />

www.scultrice.it - bozena@scultrice.it<br />

103


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Bozena Krol Legowska<br />

Staminal<br />

Imbuto rosso<br />

do il manent. Fare tutto questo con del sano e<br />

robusto marmo di Carrara è impresa altrettanto<br />

rischiosa, se vogliamo, ma di sicuro spezza il<br />

cerchio deponendo sul nostro stomaco il peso<br />

ingombrante della prova provata, inamovibile.<br />

Bozena Krol Legowska prende le distanze dalla<br />

scultura solitamente intesa perché introduce<br />

l’elemento inusuale della malleabilità della<br />

forma statica, quella che i poeti chiamano<br />

iperbole semantica, sapersi liberare dal significato<br />

coatto che a volte hanno i paradigmi. Bozena<br />

va oltre, oltre anche il realismo portato<br />

delle figurazioni, spazia nei territori del mutabile,<br />

valido esempio di surrealismo pittorico.<br />

Sì, pittorico, perché lei tratta il marmo a pennellate,<br />

raccordando le curve impossibili con<br />

espressioni dell’io che emergono da un fondale<br />

plastico e ribollente.<br />

Non è la minuziosa levigatura delle forme che<br />

si aggrappa al realismo fotografico per simulare<br />

la simulazione del vero, e nemmeno la fuga<br />

verso un ignoto astratto che sappia decriptare<br />

l’icona originale. È solo una danza, nelle escrescenze<br />

della materia figurata che compongono<br />

per incanto perfino respiri del pensiero,<br />

concedendo il ludibrio di poter cambiare forma<br />

e significato quando si vuole, prerogativa<br />

della poesia.<br />

Si librano, le motili rappresentazioni di scultrice<br />

come ectoplasmi, stilemi cangianti che ghiacciano,<br />

in un punto dell’universo, a temperature<br />

subumane, e liquefano come lava eruttata in<br />

un lento scorrere temporale astratto. Paracarri,<br />

come fossero paracarri sulla via lattea del desiderio<br />

puro, incontaminato. Cippi della contestabile<br />

visione ideale del mondo, che diventa<br />

certa e solida come polvere, di marmo.<br />

Sergio Gabriele<br />

FemminArt Reviev - Maionese - EnPlainAir - Pinerolo (TO)<br />

104


Pamela Lafragola<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Armonia, ceramica, cm. 44x29x28h - base cm. 40x40x4<br />

Pamela Lafragola nasce a Firenze nel<br />

1964. Sin da bambina manifesta le sue<br />

doti espressive stimolata anche da una<br />

vicina pittrice. Trasferitasi in Versilia darà poi<br />

impulso alla sua vocazione grazie anche alla<br />

frequentazione dello studio artistico del maestro<br />

Bucci, a Viareggio. Qui oltre all’arte della<br />

pittura apprende anche le tecniche scultoree.<br />

La sua attività artistica, che svolge da oltre un<br />

ventennio, si estrinseca sia nella pittura con<br />

opere di chiara tendenza espressionistica, sia<br />

nella scultura dove esprime forte sensibilità<br />

plastica e ricerca espressiva, con esiti lodevoli.<br />

Ha partecipato a collettive e rassegne d’arte<br />

riscuotendo consensi di pubblico e di critica e<br />

ha tenuto mostre personali che l’hanno fatta<br />

conoscere ed apprezzare soprattutto per la sua<br />

versatilità e la varietà dei temi trattati.<br />

Quartiere Butterfly, 21 - Torre del Lago - 55049 Viareggio (LU)<br />

Cell. 333 3625310 - pamelalafragola@gmail.com<br />

105


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Susan Leyland<br />

Understanding, 2013, semi-refrattario, cm. 44x27<br />

“ C’è un qualcosa di metafisico nell’opera<br />

di Susan Leyland. C’è plasticità eleganza<br />

e forza. Sinuosità e sensualità. Le<br />

forme possenti delle figure che lei crea sembrano<br />

volteggiare nell’aria, sorgere dal nulla. Appaiono<br />

esseri leggeri e lievi. Reali forme di vita e<br />

tangibili forme d’arte.”<br />

Roberto Milani<br />

leyland@equinesculptures.com<br />

www.equinesculptures.com<br />

106


Guendalina Maggiora<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Guendalina Maggiora nasce a Lugano il 18<br />

maggio 1961. Dopo il liceo Artistico frequenta<br />

un anno di Accademia di Belle Arti a Firenze<br />

seguendo il corso di Pittura tenuto dall’artista Silvio<br />

Loffredo. Nel 1982 si iscrive alla Facoltà di Lettere e<br />

Filosofia dell’Ateneo Fiorentino seguendo corsi di Storia<br />

dell’Arte e consegue la laurea nel 1994 con una tesi<br />

d’indirizzo archeologico medievale. La passione per<br />

l’arte non cessa mai tanto che poi decide di abbandonare<br />

ulteriori specializzazioni accademiche per dedicarsi<br />

alla costruzione di burattini e figure animate.<br />

Una passione che, nel corso degli anni successivi, la<br />

coinvolge al punto che nel 2004 decide di fondare assieme<br />

al marito una compagnia di Teatro di Figura denominata<br />

La Birignoccola, espressione derivata dal<br />

linguaggio comico dei burattini che, quando battono<br />

la testa sul boccascena del teatrino, dicono: “Ho battuto<br />

la ciribirignoccola”. Guendalina, memore della<br />

sua formazione, inizia così un percorso artistico molto<br />

originale in quanto la sua scultura, essendo destinata<br />

a divenire forma animata dalla mano dell’uomo, deve<br />

cogliere il massimo dell’espressività. Il burattino è per<br />

antichissima tradizione popolare l’attore fatto di legno<br />

e stracci e, per distinguersi dagli attori in carne ed<br />

ossa, deve avere tratti decisi, lineamenti sicuri, affinché<br />

da quel micro spazio in cui si muove possa compiere<br />

il suo ruolo ed essere apprezzato dagli spettatori.<br />

Ecco perché l’origine di questo genere teatrale è<br />

dalle maschere: dal mondo greco fino alla Commedia<br />

dell’Arte. Una sorta di linguaggio teatrale in cui la vocalità<br />

e l’espressività dell’attore rendono vitale e interattiva<br />

l’azione. Chi, come Guendalina Maggiora, intaglia<br />

la testa di un burattino deve pertanto<br />

abbandonare regole, canoni e proporzioni tipiche della<br />

bellezza per andare alla ricerca di astrazione, deformazione,<br />

esagerazione, affinché in quel blocco di legno<br />

sia racchiuso tutto il senso, il carattere e il<br />

linguaggio di quel personaggio. Ecco che allora nei<br />

burattini di Guendalina riaffiora il senso più recondito<br />

Dante Alighieri, testa e mani in legno di cirmolo<br />

dipinte ad acrilico ed olio, stoffa per<br />

vestiti e sotto buratto per inguantare burattino,<br />

h cm. 60<br />

e fantastico dell’universo arcano delle<br />

fiabe, dal Medioevo fino a noi. Dagli orchi,<br />

goffi e disarmonici, ai cavalieri, re e<br />

regine, dall’espressione audace e fiera,<br />

alle streghe storte e nasute fino ai protagonisti<br />

comici del repertorio teatrale<br />

popolare che hanno tratti attinenti alla<br />

loro comicità: nasi tondi e arrossati,<br />

bocche aperte e sorridenti, strani bernoccoli<br />

e protuberanze. Autodidatta<br />

per quanto riguarda l’intaglio del legno,<br />

Guendalina Maggiora ha arricchi-<br />

Via Montauto, 96 - 50023 Impruneta (FI) - Tel. 055 641399 - Cell. 349 3561018<br />

www.labirignoccola.it - birignoccola@interfree.it - Guendalina Maggiora Facebook<br />

107


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Guendalina Maggiora<br />

Ferdinando II De Medici e Alì Trinkell, burattini in<br />

legno di cirmolo, colori acrilici e olio, stoffa, h cm 60<br />

to nel corso dei questi anni la compagnia teatrale<br />

di ben più di cento personaggi che vanno<br />

dalle maschere tradizionali: Pinocchio, Pulcinella,<br />

Arlecchino, Sandrone…, ai tipi popolari:<br />

Masticabrodo, Tattameo, Pipetta…, ai tipi nobiliari:<br />

re, regine, principi, principesse, Granduchi,<br />

Marchesi… fino ai soggetti fantastici: orchi,<br />

streghe, diavoli, maghi, fate e mostri. Nel<br />

2005 viene invitata a Perugia al Festival Internazionale<br />

delle Figure Animate dove tiene una<br />

serie di dimostrazioni di come si intaglia una<br />

testa di burattino. Si tratta questa di una occasione<br />

in cui i suoi burattini vengono visti e apprezzati<br />

sia dai burattinai italiani che stranieri,<br />

oltre che da scultori ed artisti vari. Questa performance<br />

le permette di iniziare ad avere contatti<br />

anche con altri maestri scultori del genere<br />

e a ricevere alcune richieste di teste da<br />

scolpire da altre compagnie teatrali. Per il suo<br />

temperamento artistico e la sua bravura è notata<br />

da Viviana Puello che nel trascorso 2014<br />

la invita ad esporre alcuni dei suoi pezzi al Vivid<br />

Arts Network-Cutting Edge-Master of<br />

Contemporary Art che si tiene a Firenze, elevando<br />

così i suoi burattini a vere e proprie<br />

sculture. Espone contemporaneamente nella<br />

stessa sede alcuni disegni, a testimonianza di<br />

un percorso grafico che non è mai stato separato<br />

da quello dell’intaglio delle teste di legno.<br />

Infatti fin da piccola ha espresso un vivo interesse<br />

per il disegno e in particolar modo per il<br />

ritratto. L’interesse per il volto umano si è presto<br />

tradotto per una propensione a estrapolare<br />

i caratteri tipici dei personaggi fino ad arrivare<br />

a disegnare molte caricature. Nei<br />

burattini Guendalina ha potuto rendere la caricatura<br />

tridimensionale dal momento che il<br />

burattino è l’essere artificiale animato che<br />

rappresenta la caricatura dell’essere umano a<br />

differenza della marionetta, manovrata con i<br />

fili, che invece lo imita fedelmente anche nei<br />

movimenti.<br />

Ecco come l’artista, in una breve intervista,<br />

concepisce il suo lavoro: “Una testa viene concepita<br />

prima tirando fuori i tratti del personaggio<br />

che voglio realizzare; la fisiognomica dei<br />

vari tipi prima di essere portata sulla superficie<br />

del blocco di legno va disegnata sulla carta, e i<br />

tratti della matita si traducono poi nei tratti<br />

che gli strumenti dell’intaglio (sgorbia, scalpello<br />

o stracantone) traducono, scavano, incidono.<br />

E come la matita segna la linea, i piani e<br />

il profilo sulla carta, così lo scalpello traduce<br />

sul legno quei tratti, quei piani e quel profilo.<br />

Poi la matita ripassa, sottolinea, sfuma e la<br />

sgorbia esegue solchi, lima bordi, sfaccetta<br />

superfici fino a fare vibrare le forme nella luce.<br />

Infine il colore applicato in seguito al volto termina<br />

quell’opera plastica che deve apparire<br />

espressiva sulla ribalta”.<br />

108


Fabrizio Maiorelli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Lo scultore Fabrizio Maiorelli con il Monumento all'Arma dei Carabinieri<br />

(legno e pietra serena) che si trova nel Comando dei Carabinieri a Vicchio<br />

Nato a Le Valli nel comune di Firenzuola,<br />

risiede dal 1983 a Barberino del<br />

Mugello.<br />

Da ragazzetto, nelle noiose giornate invernali<br />

passate nell’abitazione sull’Appennino Toscano,<br />

Fabrizio Maiorelli osserva il nonno Angiolo<br />

incidere, da esperto, assi di legno per ricavarne<br />

utensili da casa e da lavoro. E ne rimane<br />

tanto entusiasta e coinvolto da imitarlo, per<br />

costruirsi giochi di ogni genere. A dieci anni si<br />

ricava addirittura un bel paio di sci per scorrazzare<br />

sulla neve, ai tempi abbondante. Poi<br />

dai giochi all’arte il passo è breve. Ormai da<br />

anni Maiorelli scolpisce legno e pietra per ricavarne<br />

piccoli e grandi capolavori, volti, figure,<br />

paesaggi, soprattutto in bassorilievo, cercando<br />

di riproporre “gli intagli armoniosi delle<br />

decorazioni rinascimentali”.<br />

Nelle sue opere si nota l’antica cultura contadina,<br />

che obbliga a non sprecare niente, a riciclare<br />

legni e sassi “inutili”; ma si evidenzia anche<br />

la gentilezza d’animo e i buoni e profondi<br />

sentimenti dell’artista vero che con umiltà<br />

propone le sue soluzioni artistiche<br />

Invitato all’inizio ad esporre le sue sculture<br />

nelle feste di paese, col tempo ha allargato il<br />

suo orizzonte artistico iscrivendosi ai gruppi<br />

culturali Essere di Barberino, Dalla Terre di<br />

fabriziomaiorelli@gmail.com<br />

fb: fabrizio maiorelli<br />

109


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Fabrizio Maiorelli<br />

Monumento a Giotto, 2007, pietra serena, mt. 2.50x1.50,<br />

collocato presso il Ponte di Cimabue di Vicchio<br />

Femminicidio, 2013, pietra serena, Premio Firenze<br />

Giotto e dell’Angelico di Vicchio e Modigliani<br />

di Scandicci. E per questi contatti è ormai diventato<br />

un punto di riferimento, per l’originalità<br />

delle sue opere, nelle varie mostre collettive<br />

delle suddette associazioni, come quelle<br />

tenutesi a Marina di Bibbona, al Palagio di Parte<br />

Guelfa, a Villa Vogel, Villa Bandini, a Predappio,<br />

a Modigliana e a Scandicci. Ha partecipato<br />

a diverse edizioni del Premio Firenze.<br />

Da qualche anno, inoltre, si completa con la<br />

pittura, incoraggiato dall’amico pittore Bruno<br />

Serpillo.<br />

Insegna intaglio per l’Auser ai Corsi dell’Università<br />

dell’Età Libera presso la Scuola Media<br />

Giovanni Della Casa di Borgo San Lorenzo e<br />

scultura presso l’Associazione Dalle Terre di<br />

Giotto e dell’Angelico.<br />

110


Luciano Manara<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Cristo delle rose, 2000,terracotta policroma, cristallo acrilico,<br />

cm. 60x120<br />

Fiorino d’Oro nel 1998, ha esposto in Italia (Firenze,<br />

Fiesole, Milano, Bologna, Verona, Faenza)<br />

e all’estero (Dubai, Ucraina, Los Angeles),<br />

riscuotendo sempre ampi consensi.<br />

In viaggio con Manara, artista insolito e<br />

stravagante nel suo fantastico mondo<br />

dell’arredamento d’interni…o forse no.<br />

Manara non è design, è trasgressione.<br />

Una creatività talmente fuori da ogni schema<br />

che lascia perplesso il più smaliziato osservatore.<br />

Un design insolito che travolge le vecchie prospettive<br />

e apre all’innovazione totale.<br />

Utilizza materiali alternativi come forme e colori<br />

che rasentano la follia.<br />

Follia creativa, ovviamente, con percezioni<br />

multisensoriali capaci di raggiungere l’inconscio.<br />

Caratterialmente essenziale ed esagerato, in-<br />

Manara Design - Via di Novoli, 62/G - 50127 Firenze<br />

Tel. 055 435003 - info@manaradesign.it - www.manaradesign.it<br />

111


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luciano Manara<br />

In foto alcune lampade-sculture ideate e realizzate da<br />

Luciano Manara<br />

sieme infonde sensi di esaltazione o di disagio:<br />

è diabolico, le sue creazioni incarnano la sua<br />

anima complessa e sofferta e non ammettono<br />

mezze misure.<br />

Chi pensa che alla voce arredamento non ci sia<br />

altro da aggiungere è solo all’inizio: Manara comincia<br />

adesso a raccontare il suo mondo fatto<br />

di estetica primitiva e disomogenea che caratterizza<br />

il suo spirito libero e mai sazio di stupire.<br />

Le opere di Manara diventano così arte e provocazione<br />

suscitando in chi le osserva attentamento<br />

uno struggente disincanto.<br />

Manara per tutti e per nessuno…o forse no.<br />

Le creazioni di Luciano Manara reinterpretano<br />

il concetto di design unendo alla funzionalità<br />

dell’oggetto d’uso la preziosità del pezzo uni-<br />

È giunta mezzanotte, omaggio a Domenico Modugno,<br />

cristallo molato, ottone e pietre Swarovski, paralume<br />

con cappello rivestito in foglia d’argento, diam. cm. 50,<br />

altezza cm 130<br />

co. La compresenza di entrambi i fattori impedisce<br />

di classificare in maniera univoca i suoi<br />

lavori, che programmaticamente sfuggono ad<br />

ogni definizione per conservare un’identità<br />

ibrida se non addirittura anarchica rispetto ad<br />

ogni convenzione artistica e creativa.<br />

Daniela Pronestì<br />

112


Nicola Mancino<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

L’abbraccio, pietra marmorea di Roselle, cm. 25x15x15<br />

Nelle opere di Nicola Mancino emerge<br />

una ricerca di nuove emozioni basata<br />

essenzialmente su forme di grande<br />

pulizia, che l'artista porta alla luce “strappando”<br />

il superfluo della materia.<br />

Ciò che affiora, modellato con finezza e precisione<br />

di mano, esprime la libertà espressiva<br />

dell'artista, che imprime i propri sentimenti<br />

dell'anima nelle linee morbide, sinuose e “danzanti”<br />

dei corpi carichi di emotività.<br />

In queste diverse espressioni che emergono<br />

flessuose dalla materia, e alle quali sono condizionate,<br />

si coglie la volontà dell'artista di<br />

esprimere la sinuosità e la libertà espressiva<br />

dell'esistenza individuale che può avere una<br />

doppia valenza: negativa e positiva.<br />

La prima, legata alle difficoltà della vita di staccarsi<br />

dai ritmi della modernità, descrive la figura<br />

come imprigionata nella materia, costretta a<br />

muoversi nello spazio condizionata dalla routine<br />

quotidiana; la seconda, invece, rivela la figura<br />

in chiave positiva, ovvero rappresentante il<br />

canto liberatorio del corpo sulle note di una<br />

sensuale musica.<br />

Cristina Bruni<br />

Storica dell'Arte<br />

mancinoscultore@gmail.com<br />

113


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Nicola Mancino<br />

Ragazza con lentiggini, marmo, cm. 25x25<br />

Corpo stilizzato, marmo di Carrara<br />

114


Roberto Manetti<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

I curiosi (fronte), pietra serena, cm 60x20x45. Marito e moglie stando spesso a curiosare alla finestra<br />

hanno abituato anche il cane e il gatto…<br />

Animato fin da piccolo da una grande<br />

passione per la scultura, inizia a scolpire<br />

alla fine degli anni Novanta, realizzando<br />

prima alcuni bassorilievi su pietra di Vicenza<br />

e poi lavorando il marmo, la pietra<br />

serena e la pietra Santa Fiora. Nel 1997 realizza<br />

la prima scultura a tutto tondo: un’opera che<br />

gli permette di consolidare il suo legame con<br />

l’arte scultorea, a cui si dedica con dedizione<br />

assoluta. Nel 1999 vince il primo premio al<br />

concorso Arti Visive organizzato nel Teatro<br />

Niccolini di San Casciano Val di Pesa. Nello<br />

stesso anno si classifica quarto alla Biennale<br />

Internazionale di Arte Contemporanea di Firenze<br />

e qualche anno dopo (2001), nell’ambito<br />

della stessa manifestazione, gli viene conferito<br />

il Premio alla Carriera.<br />

Via Santa Maria Novella, 95 - Loc. Fiano - 50052 Certaldo (FI)<br />

Tel. 0571 669247<br />

115


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Roberto Manetti<br />

A scuola di canto (Serenata alla luna), pietra serena,<br />

cm. 50x30x55. Mamma lupa insegna ad ululare ai<br />

due lupacchiotti e tutti insieme ululano alla luna<br />

La fretta di crescere, pietra serena, cm. 40x30x75<br />

116


Antonio Manzi<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Dalla materia allo spirito, 1996, bronzo, mt. 5, collezione privata<br />

Lastra a Signa andata e ritorno. È qui infatti<br />

che nasce la storia artistica e umana<br />

del maestro Antonio Manzi che, nonostante<br />

i riconoscimenti internazionali e il<br />

museo a lui dedicato a Campi Bisenzio, ha voluto<br />

sempre mantenere e, anzi, potenziare negli<br />

anni, il rapporto con il territorio lastrigiano.<br />

Antonio Manzi è nato a Montella (Avellino) nel<br />

1953 e si è quindi trasferito a Lastra a Signa nel<br />

1957. Proprio qui, ancora bambino, è riuscito a<br />

trasformare in espressione artistica la rabbia e<br />

la maturità di un’infanzia non semplice. Il tratto<br />

del Manzi, prima di farsi conoscere dal pubblico<br />

e dalla critica nazionale e internazionale,<br />

ha preso vita sui tavoli in marmo della trattoria<br />

Sanesi dove l’artista, appena dodicenne, ha<br />

trovato accoglienza umana e artistica. Tuttora,<br />

non a caso, lo storico ristorante di Lastra a Signa<br />

ha dedicato alle prime opere cariche di<br />

una rabbia graffiante, una piccola ma interessantissima<br />

esposizione permanente.<br />

Scoperta la potenza del disegno con il “Ritrat-<br />

Cell. 339 7290402<br />

117


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Manzi<br />

Abbraccio, 2009, marmo, mt. 3,40, collezione privata<br />

118


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Manzi<br />

Ballerina, 2006, bronzo, mt. 3, Comune di Campi Bisenzio<br />

to del nonno”, Manzi ha iniziato un articolato<br />

percorso da autodidatta: nel 1968, con un<br />

paesaggio, ha vinto il primo premio alla mostra<br />

di pittura estemporanea proprio a Lastra a<br />

Signa e, sempre alla trattoria Sanesi, ha iniziato<br />

a incontrare e convincere critici e collezionisti.<br />

Ai primi disegni, eseguiti sul lino, si è alternata<br />

la pittura, finché, nel 1972, a soli 19<br />

anni, è arrivata la prima mostra personale alla<br />

Galleria Guelfa di Firenze.<br />

Tra il 1976 e il 1977, ha disegnato la grande tovaglia<br />

“La vita e la morte” (cm 350x260) che,<br />

insieme a “L’amore” (cm 450x240), è stata poi<br />

donata dall’artista, dieci anni più tardi, al Comune<br />

di Lastra a Signa. Entrambe le opere, imponenti<br />

disegni a biro su stoffa di lino, si trovano<br />

tuttora nella Sala Consiliare del Comune.<br />

Dello stesso periodo sono i viaggi e la scoperta<br />

di nuove tecniche, come la litografia, fino ad<br />

approdare nel 1977 alla ceramica, nella mani-<br />

119


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Manzi<br />

Innamorati, 2007, marmo, diam. cm. 80, collezione Museo Antonio Manzi, Campi Bisenzio<br />

fattura Italica Ars di Lastra a Signa. Nel 1984<br />

sono arrivate la pittura in affresco e l’incisione<br />

di oltre 200 punte secche, suggellate l’anno<br />

successivo da una mostra a Prato. Approfondendo<br />

la tecnica dell’affresco, dopo varie opere<br />

molto apprezzate dalla critica, Manzi è nuovamente<br />

tornato nel suo paese di adozione,<br />

realizzando, nel 1988, “La Deposizione” (cm.<br />

300x200), per la chiesa della Natività di Lastra<br />

a Signa.<br />

È del 1989 la scoperta della tecnica del graffito:<br />

due anni più tardi l’artista ha eseguito l’importante<br />

graffito “La Meditazione” nella chiesa dei<br />

Santi Quirico e Giulietta a Capalle (Firenze).<br />

Del 1991 è quindi la scoperta della scultura,<br />

con le prime opere in terracotta e in bronzo. A<br />

questo proposito, il 4 aprile del 1993, è stata<br />

collocata in piazza Michelacci a Signa “La Solidarietà”<br />

(h cm 400), realizzata su commissione<br />

dell’allora Cassa Rurale ed Artigiana di Signa<br />

(oggi Bcc di Signa). Si tratta della prima grande<br />

scultura di Antonio Manzi posta in una piazza<br />

pubblica e soprattutto del riconoscimento tangibile<br />

della sua arte nel territorio. Proseguendo<br />

120


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Manzi<br />

Gatto, 1993, bronzo, collezione privata<br />

nell’elenco delle opere collocate in zona, l’anno<br />

successivo è stato inaugurato il Crocifisso<br />

bronzeo nella Chiesa della Natività di Lastra a<br />

Signa. Le nuove creazioni artistiche collocate<br />

nelle Signe testimoniano perfettamente anche<br />

il percorso che Manzi ha compiuto negli anni:<br />

un viaggio fra tecniche e luoghi diversi e lontani,<br />

ma soprattutto un cammino interiore che lo<br />

ha portato a trovare un’inedita armonia, incanalando<br />

la rabbia e l’energia verso temi nuovi<br />

come la solidarietà, l’amore e la fede.<br />

Nel 1995, la collaborazione con lo studio Sem<br />

di Pietrasanta ha dato inizio al percorso del<br />

maestro nella scultura in marmo. Tre anni dopo<br />

Manzi ha deciso di portare nuovamente “a<br />

casa” i frutti del suo percorso, con il Fonte Battesimale<br />

in marmo nella chiesa della Natività<br />

di Lastra a Signa. Tra il 1999 e il 2000 ha lavorato<br />

a sculture in marmo, ceramiche, graffiti, affreschi<br />

e bronzi. Nel 2000 l’opera in marmo<br />

“L’Amore” (h cm 320) è stata presentata dal<br />

comune di Pietrasanta nella piazza del Duomo.<br />

Nel 2001, il comune di Lastra a Signa ha dedicato<br />

a Manzi una grande mostra presentata<br />

dal critico d’arte Vittorio Sgarbi: il percorso<br />

espositivo ha compreso opere scultoree di<br />

grandi dimensioni esposte in piazza del comune<br />

e nella Sala Consiliare. Nel dicembre del<br />

2002, nella chiesa della Natività di Lastra a Signa,<br />

è stato collocato l’altorilievo in marmo<br />

“Madonna della Natività” (cm. 180x180),<br />

mentre è del 2003 la commissione, da parte<br />

121


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonio Manzi<br />

Mani innamorate, 2008, marmo, cm. 90, collezione privata<br />

del comune di Campi Bisenzio, della scultura in<br />

bronzo “Inno alla vita” (h cm. 280), collocata<br />

nella piazza di Villa Rucellai.<br />

Nel 2005 ecco la prestigiosa mostra “Antonio<br />

Manzi a corte!”, nel Giardino di Boboli a Firenze,<br />

con 40 opere fra sculture in marmo, ceramiche,<br />

bronzi e graffiti, mentre nel 2006 il<br />

maestro ha donato alla chiesa della Natività<br />

di Lastra a Signa l’affresco “San Francesco”.<br />

Nel 2007 è stato inaugurato il Museo Antonio<br />

Manzi allestito nei saloni a piano terreno<br />

dell’ala settecentesca della Villa Rucellai di<br />

Campi Bisenzio. Nel 2008 il comune di Lastra<br />

a Signa ha acquistato l’opera “La ballerina”,<br />

bronzo di 2,80 metri, collocata nella piazzetta<br />

della fontana di via XXIV Maggio.<br />

Nel 2011 l’artista è tornato ad esporre a Lastra<br />

a Signa con la mostra “Antonio Manzi - Passato<br />

e presente”. Oggi, nonostante i suoi tanti viaggi<br />

fra gallerie, esposizioni e mostre in Italia e nel<br />

mondo, continua ad avere il suo “rifugio” più<br />

intimo proprio nel cuore del suo paese d’adozione:<br />

uno studio ricco di opere e di storia incastonato<br />

nelle antiche mura di Lastra a Signa.<br />

122


Luigi Marchettini<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Senza titolo, 2006, legno, h cm. 40<br />

Senza titolo, 2005, legno, h cm. 40<br />

“I volti accarezzati di Luigi Marchettini”<br />

Più che decisamente incise sembrano<br />

“accarezzate” le sculture in legno, cotto,<br />

marmo e pietra di Luigi Marchettini.<br />

E' la prima impressione che ti danno. Ordinatamente<br />

allineate su un tavolo, tutte rigorosamente<br />

figure e volti, ora attonite, ora sorprese.<br />

Non c'è in esse un grido di protesta qualsiasi<br />

bensì un senso di distensione quasi l'artista vi<br />

trasmettesse il suo modo di essere, la propria<br />

interiorità.<br />

Marchettini, classe 1934, aveva cominciato a<br />

lavorare con pezzi di mattone gettati via, con il<br />

desiderio di dare loro una forma che soddisfacesse<br />

la sua voglia creativa che era latente e<br />

che ora è esplosa in manufatti realizzati con<br />

vari materiali (marmo, cotto, pietra e legno<br />

appunto). Manufatti in mostra nelle sale del<br />

Dopolavoro Ferroviario di Prato, dopo essere<br />

state oggetto di attenzioni a Firenze presso<br />

Villa Vogel, a Grosseto presso il Bagno Moreno,<br />

a Scandicci presso la Scuola Nazionale cani-guida<br />

per ciechi, ecc...<br />

Marchettini, dunque, profeta in patria con una<br />

mostra con la quale si è presentato ufficialmente<br />

alla sua città. Con un panorama di lavori<br />

alcuni dei quali ci rimandano a visioni modi-<br />

Cell. 338 4195118<br />

luigi.marchettini@libero.it<br />

123


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luigi Marchettini<br />

Senza titolo, legno, cm. 45<br />

glianesche o africane, ma che comunque<br />

vibrano di una contenuta espressività che poi<br />

va a esemplificarsi negli sguardi, negli atteggiamenti<br />

quasi di sorpresa dei suoi personaggi<br />

che riflettono un modo sereno di concepire la<br />

vita, che poi deve essere quello dell'artista.<br />

E in questa operazione Marchettini ci mette<br />

tutta la sua attenzione per cui le opere si presentano<br />

anche nella loro autenticità ben levigate<br />

nei contorni dai quali “escono” i volti i lineamenti<br />

e le posture del personaggio e le sue<br />

pulsioni emotive.<br />

Punto di arrivo? Se glielo chiedi risponde in<br />

modo vago. Ma chi può mettere un freno alla<br />

creatività? E lui continua a levigare e scolpire<br />

per soddisfare la sua passione della vita.<br />

Franco Riccomini<br />

124


Luigi Mariani<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Presepe donato all’Opera del Duomo di Santa Maria del Fiore (Premio Firenze 2012),<br />

2011, terracotta, grandezza naturale<br />

La materia si anima fra le dita di Luigi,<br />

che vi dialogano con fatica e piacere,<br />

guidate dall’entusiasmo, dalla passione<br />

e dal sentimento, alla ricerca di una forma<br />

nuova, vitale e significativa; è così che si perdono<br />

i confini fra l’artigianato e l’arte. Le sue<br />

mani si fanno dello stesso colore della terra, a<br />

“conquistare” quegli spazi di libertà che sono<br />

per lui essenziali e nei quali emergono le più<br />

profonde verità che ognuno di noi ha in se<br />

stesso. Nonostante la tendenza verso un certo<br />

rigore formale non è l’aspirazione alla verosimiglianza<br />

o alla perfezione a guidarlo ma la<br />

volontà di esprimere, attraverso una forma<br />

levigata e “pulita”, gesti fermi, dolci e contenuti,<br />

un sentimento, un messaggio chiaro e<br />

universale di pace, fede, bellezza e amore.<br />

Quell’amore che, insieme al ricordo, ispira<br />

opere come il ritratto del nonno Anselmo, il<br />

quale per primo amò la terra e la strinse fra le<br />

sue mani fino a farne cosa meravigliosa. Sfuggenti<br />

gli sguardi delle sue figure, immobili, non<br />

vanno cercando il compiacimento dello spettatore,<br />

non si soffermano sugli oggetti o sulla<br />

realtà ma sono rivolti, carichi di malinconica<br />

dolcezza, verso orizzonti lontani nel tempo e<br />

nello spazio. Con modestia ed equilibrio Luigi<br />

si affaccia all’arte e alla scultura, con amore e<br />

rispetto si approccia alla materia che si lascia<br />

da lui plasmare, conducendolo dentro, fino ai<br />

luoghi più reconditi della sua sensibilità, dei<br />

suoi affetti, dell’uomo.<br />

Caterina Pacenti, 2015<br />

Cell. 329 4180696<br />

luigimariani54@gmail.com<br />

125


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Vittoria Marziari<br />

Indifferenza, 2014, bronzo, acciaio inox, cristallo, h cm. 42 x 57<br />

Nata a Monte San Savino (Arezzo), si<br />

diploma a Siena all’Istituto d’Arte. Insegnante<br />

di disegno e storia dell’arte<br />

si dedica anche all’arte pittorica, scultorea e<br />

ceramica. Negli anni Ottanta si afferma come<br />

uno dei rakuisti più originali del Paese. Affronta<br />

poi le fusioni in bronzo dove l’eleganza e la leggerezza<br />

vengono esaltate in forme lineari e<br />

astratte che tendono verso l’alto, a cercare spiragli<br />

di luce sensibile nello spazio che sente ed<br />

esplora come sorgente inesauribile di espressione,<br />

ricerca ed elevazione. Ha esposto in musei,<br />

ambasciate, consolati, istituti italiani di<br />

cultura negli Stati Uniti e in quasi tutte le capitali<br />

europee, compresa Tallin, nel 2011, allora<br />

capitale europea della cultura, dove l’artista ha<br />

rappresentato l’Italia con una sua personale<br />

nella sede dell’Unione Europea.<br />

La sua scultura è stata definita filosofica.<br />

Tra le opere pubbliche: il Masgalano 2000 per<br />

il Palio Straordinario di Siena, l’Ambone per la<br />

chiesa di Sant’Andrea (Siena), il Crocifisso per<br />

la chiesa di San Marco (Arezzo), la pittura del<br />

Drappellone per il Palio di Massa Marittima. Le<br />

sue sculture sono presenti in Città del Vaticano,<br />

al museo della Volkswagen a Wolfsburg,<br />

alla Fondazione Monumental di Bruxelles, al<br />

Palazzo del Festival Internazionale del Cinema<br />

di Hong Kong, a Paso de los Libres in Argentina.<br />

Via San Pietro, 24 - Siena - Tel. 0577 271363 - Cell. 348 3627855<br />

www.vittoriamarziari.it - info@vittoriamarziari.it<br />

126


Mario Meoni<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Calcio storico fiorentino, rappresentazione del calcio storico in piazza Santa Croce, fusione in bronzo, cm. 180x120<br />

Pittore e scultore autodidatta, nasce ad<br />

Anghiari (AR) nel 1949 e ancora giovanissimo<br />

si trasferisce prima a Firenze e<br />

poi, nel 1973, a Fontebuona, nel Mugello, dove<br />

si trova attualmente il suo studio. Inizia la carriera<br />

artistica come pittore paesaggista, partecipando<br />

sia a mostre collettive che personali e<br />

ricevendo diversi premi, come quello consegnatogli<br />

dal maestro Silvio Loffredo. Artista<br />

bizzarro e irrequieto, sente la necessità di misurarsi<br />

anche in altri campi, compresa la scultura,<br />

per la quale usa diversi materiali (legno,<br />

marmo, alabastro, pietra) e soprattutto il<br />

bronzo che predilige perchè affascinato dalle<br />

varie fasi di lavorazione. Come scultore ha realizzato<br />

diverse personali (Anghiari e Vicchio) e<br />

ha donato al comune di Vicchio due altorilievi<br />

in fusione di pietra serena, attualmente esposti<br />

nella piazza principale del paese e nella frazione<br />

di Villore. Tra i critici che hanno commentato<br />

il suo lavoro, si ricorda Paolo Campidori.<br />

Alcune sue opere sono esposte a Firenze presso<br />

la Galleria Bazzanti e la Galleria il Cesello; altre<br />

sono in esposizione permanente nel suo studio<br />

a Fontebuona.<br />

Via dell’Arco, 25 - 50036 Fontebuona - Vaglia (FI)<br />

Cell. 347 1336089 - mario.meoni@libero.it<br />

127


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mario Meoni<br />

Raccolta dei marroni (località Villore, Vicchio del Mugello), altorilievo in fusione di pietra serena,<br />

cm. 120x100<br />

Battaglia di Anghiari, omaggio a Leonardo da Vinci, bassorilievo in bronzo, cm. 100x80<br />

128


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mario Meoni<br />

Bronzetto da collezione rappresentante il colosso degli Appennini del Giambologna, alt. cm. 43 base cm. 35<br />

Barbone con cane, in fusione di pietra serena, largo cm. 50 alt. cm. 30<br />

129


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mario Meoni<br />

Momento di caccia "sopravvivenza" bronzetto da collezione<br />

alt. cm. 40 base cm. 33<br />

Tavolo da cucina mosaico in marmo rappresentante un paesaggio tropicale<br />

130


Anna Mercati<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Figura femminile, 2010, terracotta, cm. 51<br />

(…) Così Anna ripercorre un aspetto<br />

della propria formazione artistica<br />

e torna alla figura, al processo<br />

mentale dal disegnare alla costruzione di nudi.<br />

La figura umana è ricercata in ritmi colti nella<br />

loro eleganza, talvolta, dal sapore di un’istantanea<br />

che ferma un passo che allude alla danza.<br />

Il fissarsi dell’idea, nella freschezza del fare,<br />

dopo il confronto con il “dal vero” si identifica<br />

con le superfici modellate e dall’argilla che<br />

nella cottura è divenuta quella terracotta<br />

amorosamente patinata così toscana e così<br />

“mediterranea” che pare racchiudere insieme<br />

il sole e il corallo. (…) Volumi si articolano con<br />

la sensibilità esecutiva di grandi maestri del<br />

Novecento fino a risalire alla sintesi che attraverso<br />

Arturo Martini suggerisce un che di lauranesco.<br />

Tornando infine ai nudi, punto di arrivo<br />

di un’intensa fase di elaborazioni, si<br />

percepisce, con il “dal vero”, l’approccio diretto<br />

con il vedere, il restituire, con una qualità<br />

esecutiva maturata con una severa quanto<br />

appassionata partecipazione, il mistero del<br />

nesso tra la materia e il pensiero, la poesia insomma.<br />

Ugo Barlozzetti<br />

Via Giovanni Sercambi, 53 - 50133 Firenze<br />

Tel. 055 5001103 - annamercati@gmail.com<br />

131


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Monica Michelotti<br />

vità di Betlemme, Fondazione Internazionale<br />

Erzia, Russia.<br />

Ha esposto in Italia, Emirati Arabi, Repubblica<br />

Dominicana, Stati uniti, Finlandia, Belgio, Canadà,<br />

Russia, Belgio, Argentina, Brasile. Concepisce<br />

la pratica artistica come una ricerca sulla<br />

propria personalità, indispensabile per raggiungere<br />

una maggiore coscienza artistica e<br />

consapevolezza espressiva.<br />

La Melagrana - simbolo di abbondanza fertilità e<br />

prosperità creativa, 2014, plexiglass e colore acrilico,<br />

h cm. 71x50x2<br />

Scultrice, operatrice di installazioni, performer,<br />

mail artista e docente titolare di<br />

cattedra all’Accademia di Belle Arti di<br />

Carrara. Nata nel 1961 a Pontremoli (MS), attiva<br />

nella scena artistica dal 1983, ha realizzato<br />

oltre cento mostre collettive e personali.<br />

Alcune sue opere fanno parte delle seguenti<br />

collezioni: Art Museum di Xi’an in Cina, CA-<br />

MeC Centro di Arte Contemporanea di La Spezia,<br />

Centro di arte Moderna in Argentina,<br />

GaMC Galleria d’arte Moderna e Contemporanea,<br />

Viareggio (LU),Collezione della Regione di<br />

Firenze, palazzo Panciatichi, Museo della Nati-<br />

Molti dei lavori dell’artista si presentano come<br />

arte da viaggio, arte cioè idonea ad essere trasportata<br />

per seguirci nelle nostre peregrinazioni<br />

di moderni Ulisse alla ricerca di noi stessi,<br />

con la stessa semplicità, delle tante altre cose<br />

che affollano le nostre valige. Ed è dalla necessità<br />

di nutrirci di bellezza e creatività, da una<br />

visione utopica in cui un oggetto d’arte può e<br />

deve essere fruito naturalmente e quotidianamente<br />

per educare al bello, al vero, al giusto,<br />

che prende via la produzione di dittici, libri/<br />

scultura, che possono assumere le forme più<br />

disparate (visi, mani, piedi, orecchie, labbra).<br />

Nasce proprio da ciò una considerazione, il primo<br />

e forse più importante messaggio dell’artista:<br />

la necessità di esplorare in profondità il<br />

rapporto tra la nostra interiorità, le convinzioni,<br />

le ideologie, i pensieri più intimi, l’etica che<br />

cerchiamo di mantenere sostanzialmente integra<br />

e l’evoluzione incessante di un’altra parte<br />

del nostro essere che deriva dalla continua e<br />

proficua interazione tra noi e gli altri.<br />

Queste opere, come noi stessi, sono dunque<br />

interattive, entrano in comunicazione con ciò<br />

che siamo in maniera profonda, stabiliscono<br />

rapporti con l’ambiente circostante, si fanno<br />

modificare ed a loro volta modificano i propri<br />

fruitori.<br />

Maria Pina Cirillo<br />

Critica d'arte<br />

Studio: via Cucchiari, 14 - 54033 Carrara (MS)<br />

Cell. 347 3459089 - monica.michelotti@alice.it<br />

132


Vincenzo Montecalvo<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

L’evoluzione dell’anima, 2014, ferro, scagliola e legno, diametro<br />

cm. 38<br />

Dopo il diploma di Maturità d’arte applicata<br />

nel 1977, si diploma in Pittura<br />

all’Accademia di Belle Arti di Foggia<br />

nel 1981. La ricerca lo porta oggi ad avere l’esigenza<br />

di lavorare sui rilievi materici (tridimensionalità),<br />

per aggiungere alla dimensione<br />

visiva quella tattile, come se invitasse chi guarda,<br />

oltre che a vedere anche a toccare.<br />

L’evoluzione dell’anima<br />

L’antica pietra collocata al centro della scultura,<br />

rappresenta simbolicamente l’anima allo<br />

stadio iniziale, non contaminata da fattori culturali,<br />

storici, religiosi o personali. La sfera<br />

esterna articolata nei suoi chiaroscuri e nelle<br />

sue lettere esprime un’anima che ha subito<br />

una metamorfosi, un’anima interna visibile<br />

che come un germoglio nutre la nuova anima<br />

contemporanea. L’opera riceve la medaglia di<br />

bronzo ex aequo al XXXII Premio Firenze 2014.<br />

Via Matteo degli Organi, 53/16 - 59100 Prato (PO) - Tel. 0574 660095 - Cell. 331 4392710<br />

vincenzomontecalvo@libero.it - www.vincenzomontecalvo.net<br />

133


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Valentino Moradei Gabbrielli<br />

Lympha, Greve in Chianti, 2008, bronzo, cm. 320x320x290 h<br />

Continuatore di una bottega fiorentina di<br />

scultori, la “Bottega Fantacchiotti-Gabbrielli”<br />

che ha quale capostipite nell’Ottocento<br />

Odoardo Fantacchiotti (1811-1877), Valentino<br />

Moradei Gabbrielli, nipote dello scultore<br />

Donatello Gabbrielli (1884-1955), nasce a Scandicci<br />

(Firenze) il 19 marzo 1959. Compie gli studi<br />

presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Partecipa,<br />

dal 1981 al 1983, alle missioni archeologiche<br />

del Politecnico di Torino a Hierapolis di Frigia, in<br />

Turchia, dove per conto del Ministero degli Affari<br />

Esteri italiano lavora come esperto restauratore di<br />

marmi antichi e tiene in seguito corsi di restauro<br />

scultoreo presso il Museo Archeologico Nazionale<br />

di Izmir. Tornato in Italia, dal 1984 si dedica all’insegnamento.<br />

Collabora con numerose università<br />

statunitensi in Firenze ed in Giappone. Artista assolutamente<br />

singolare nella scelta dei materiali<br />

per fare scultura, utilizza in modo originale il cemento<br />

patinato e le resine sintetiche. Attivo come<br />

scultore-scenografo, cura le scene di opere liriche<br />

e commedie per vari teatri italiani ed esteri. Espone<br />

in Italia ed all’estero aggiudicandosi importanti<br />

riconoscimenti: il Premio Banca Mercantile<br />

dell’Università Internazionale d’Arte U.I.A. nel<br />

1982 conferitogli dallo storico dell’arte Carlo Ludovico<br />

Ragghianti; nel 1986 il premio Filippo Al-<br />

bacini dell’Accademia Nazionale di S. Luca<br />

in Roma conferitogli dallo scultore Fausto<br />

Melotti. Lavora attivamente nel campo del<br />

design, divenendo noto in Giappone come<br />

disegnatore di orologi da polso, ed espone a<br />

Tokyo, Kyoto, Oita, Osaka e Fukuoka. Nel<br />

1987 collabora al progetto vincente per l’arredo<br />

urbano del centro storico di Grosseto;<br />

nel 1998 realizza un’opera per il Parco Comunale<br />

di Scultura Contemporanea delle<br />

Vallette d’Ostellato (Ferrara). Ha realizzato,<br />

nell’agosto 2003, un’opera monumentale<br />

per il nuovo stabilimento dell’azienda fiorentina<br />

Cooperativa Agricola di Legnaia. È<br />

presente nel Parco Museo d’Arte Ambientale<br />

di Poggio Valicaia nel comune di Scandicci<br />

sulle colline di Firenze con l’opera in bronzo<br />

“Umanità”, 2004. È stata inaugurata nel<br />

2008 una sua fontana, “Lympha”, nel centro<br />

di Greve in Chianti. Dal 1997 insegna Discipline<br />

Plastiche e Educazione Visiva all’Istituto<br />

Statale d’Arte di Firenze.<br />

Attualmente titolare della cattedra di Laboratorio<br />

del Marmo presso il Liceo Artistico<br />

Statale di Porta Romana in Firenze.<br />

Dal 2006 è membro dell’Accademia delle<br />

Arti del Disegno di Firenze.<br />

Studio: “Palazzo dei Pittori”, viale Giovanni Milton, 49 - 50129 Firenze - Tel. 055 7300880<br />

Cell. 347 2334263 - valentino.moradei@libero.it - www.valentinomoradei.com<br />

134


Antonietta Moschi<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

La fonte della vita, 2013, terracotta, cm. 50<br />

Cresciuta in un contesto artistico-familiare<br />

molto attivo, Antonietta Moschi<br />

è una scultrice toscana che ha coniugato<br />

la sua passione per l’arte con l’attività di<br />

medico neuropsichiatra: due professioni apparentemente<br />

lontane, ma che si completano a<br />

vicenda. Diversi anni fa vinse il concorso per<br />

entrare all’Accademia delle Belle Arti di Firenze,<br />

ma, a causa della sua professione in ospedale,<br />

dovette rimandare l’attività artistica. Attualmente<br />

riesce a dedicarsi maggiormente<br />

all’arte onorando la sua famiglia di illustri scultori<br />

ed artisti italiani: Mario Moschi e famiglia<br />

Santelli di Signa. La sua arte spazia tra sculture<br />

a tuttotondo, bronzi, bassorilievi, medaglie,<br />

monumenti e busti su commissione. Di conseguenza<br />

il senso artistico delle sculture si basa<br />

sul contrasto dell’interiorità espressiva della<br />

forza ispiratrice che esplode in un connubio di<br />

pieni e vuoti. Antonietta Moschi ha partecipato<br />

a numerose collettive, riscuotendo grande<br />

successo. È socia del Circolo degli artisti - Casa<br />

di Dante di Firenze. Ha partecipato alla Biennale<br />

Internazionale d’Arte Contemporanea di<br />

Firenze nel 2013 ed ha vinto il quarto premio<br />

per la scultura. Inoltre ha vinto il terzo premio<br />

del concorso internazionale Adotta Parco Uditore<br />

che si è svolto a Palermo nel 2014.<br />

Studio: via dell’Azzurro 19/b - 50038 Scarperia (FI). Atelier: “Palazzo dei Pittori”, viale Milton, 49 -<br />

50129 Firenze. Atelier: via Maragliano, 54 a - 50144 Firenze<br />

Cell. 335 5416170 - antoniettamoschi@gmail.com - www.antoniettamoschi.it<br />

135


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mara Moschini<br />

Giostra, 2013, terracotta policroma, cm. 20x22x95<br />

Nata a Cuneo nel 1969, consegue la<br />

maturità artistica presso il Liceo Artistico<br />

Statale Ego Bianchi di Cuneo e<br />

nel 1991 il Diploma di Scultura presso l’Accademia<br />

di Belle Arti di Carrara. Nel 2003 realizza<br />

la prima personale dal titolo "Genesi" presso<br />

la Sala Grasce del Centro Culturale Luigi<br />

Russo a Pietrasanta, mentre tra il 2009 e il<br />

2014 ha esposto in permanenza nello Studio<br />

d’Arte Pinto, sempre a Pietrasanta, e nel 2013<br />

ha partecipato alla collettiva "Il Leone e i suoi<br />

simboli - Lodo Papa Leone X" a cura di Erica<br />

Cavalli e Lodovico Gierut.<br />

Frazione Bedoira, 1 - 12010 Gaiola (CN) - Cell. 349 4423299<br />

maramoschini@virgilio.it - www.maramoschini.com<br />

136


Tommaso Musarra<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Tommaso Musarra al lavoro<br />

Crocifissione, 1995, bassorilievo ceramica, cm. 113x38,<br />

particolare<br />

Naufraghi, 2007, bronzo cera persa, alt. cm. 50x18x18<br />

Nato a San Salvatore di Fitalia<br />

(ME), ha frequentato la<br />

Scuola d’arte per la ceramica<br />

di Santo Stefano di Camastra e<br />

l’Istituto d’Arte di Caltagirone. Vive<br />

e opera a Castiglion Fiorentino in<br />

provincia di Arezzo. Molte sue opere<br />

si trovano sia in Italia che all’estero<br />

oltre a essere state più volte pubblicate<br />

su annuari, cataloghi e riviste<br />

d’arte contemporanea.<br />

Dal 2011 le opere di Musarra sono<br />

esposte in permanenza nel suo Centro<br />

Espositivo Magazzin’Art a Castiglion<br />

Fiorentino.<br />

137


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Tommaso Musarra<br />

Sintesi di bellezza, 2004, bronzo: fusione a cera persa,<br />

cm. 33x19x7<br />

Se il cervello è il più efficiente compressore algoritmico<br />

di informazione in cui siamo fino ad<br />

ora imbattuti in natura, il cervello di Musarra,<br />

partendo dalla natura, riduce sequenze complesse<br />

di dati sensoriali in semplici forme abbreviate<br />

che rendono possibile l’esistenza del<br />

pensiero e della memoria artisticamente intese…tutto<br />

il resto è solo conseguente…Una<br />

volta compresa la logica interna del processo<br />

creativo (una sorta di “causa”) lasciamoci andare<br />

al godimento degli “effetti”.<br />

Michele Arrigucci<br />

(visitatore attento),<br />

Arezzo, aprile 2001<br />

Non sono belle soltanto le opere esposte, di<br />

accuratissima confezione. Ciò che m’interessa<br />

puntualizzare è soprattutto la bellezza delle<br />

figure rappresentate. L’opera può essere elettissima<br />

e pregevole anche se formalmente<br />

sgradevole, in omaggio al fascino dell’orrido<br />

(d’altronde piuttosto frequente nell’arte contemporanea…).<br />

Qui, invece, le figure sono, sì,<br />

esageratamente longilinee e lontane dagli<br />

schemi classici, talvolta sono volutamente<br />

monche e schematiche; ma ciononostante<br />

sono belle. Complimenti ad un modellatore<br />

che è riuscito a rendere il senso della leggiadria,<br />

intuita più che rivelata.<br />

Michele D’Alesio<br />

(visitatore attento),<br />

Bologna, novembre 2001<br />

138


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Tommaso Musarra<br />

Gruppo multietnico, 2006, ceramica, alt. cm. 40<br />

139


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Umberto Muti<br />

Arianna, 2011, intaglio in legno di pero laccato,<br />

cm. 30x42x6<br />

Nato a Firenze nel 1934, ha studiato<br />

con Giorgio Settala, Marco Mafai e<br />

Carlo Alberto Severa, diplomandosi<br />

all’Accademia di Belle Arti nel 1963. Negli anni<br />

Sessanta la sua ricerca lo ha portato ad una<br />

progressiva essenzialità del disegno e del colore;<br />

nel decennio seguente il suo interesse si è<br />

rivolto maggiormente verso la scultura lignea,<br />

abbandonando il naturalismo per orientarsi<br />

verso una rigorosa sintesi geometrica delle forme.<br />

È consigliere del Gruppo Donatello.<br />

…Muti ogni tanto sparisce: dice che va nella<br />

montagna pistoiese a cercare e lavorare i suoi<br />

legni. Sceglie il pero, il ciliegio, l’acero, il faggio<br />

(tutti compatti, con poche fibre), usa scalpelli e<br />

sgorbie, e se necessita antitarlo (ovvio). Le sue<br />

figure, sempre molto alte, si impongono sia che<br />

siano ispirate dalla mitologia (Arianna e Niobe)<br />

Gli antenati, 2014, intaglio in legno di cipresso,<br />

cm. 170x40x7<br />

o a donne qualsiasi, figure inquiete, con inerti<br />

profili, dignitose nella misura verticale, con le<br />

braccia alzate come a difendersi da violenze<br />

sempre esistite. La sensibilità e la partecipazione<br />

a problemi sociali sono guidati da un istinto<br />

raffinato come testimonia anche il suo interessamento<br />

alla musica. Nella nostra città dove fa<br />

notizia lo “Squalo” di Hirst o “Charlie” di Cattelan<br />

ma non la scultura di Moore che non ha trovato<br />

posto, auspichiamo che tutte le gallerie<br />

facciano posto alla scultura sconosciuta.<br />

Giuse Benignetti<br />

Via Umberto Crocetta, 14 - 50141 Firenze<br />

Cell. 338 9502842<br />

140


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Umberto Muti<br />

Vittima, 2003, intaglio in legno di olmo, cm 48x94x8<br />

… Direi che la sua stessa natura di fiorentino e<br />

la sua frequentazione coi grandi concittadini<br />

del passato, lo porta a capire fino in fondo i motivi<br />

della grande arte moderna e le sue aperture;<br />

per cui le definizioni, il senso compositivo, i<br />

rapporti fra pieno e vuoto, la linea esterna entro<br />

la quale si serrano queste sculture, sono elementi<br />

del tutto “suoi”…<br />

Piero Santi<br />

Per la scultura di Umberto Muti può valere una<br />

frase del grande Brancusi “La semplicità<br />

nell’arte è in generale una complessità risolta:<br />

ti devi nutrire della sua essenza per comprenderne<br />

il valore”.<br />

La essenzialità delle forme, il fluire ritmico delle<br />

linee, l’alternarsi dei pieni e dei vuoti in un<br />

armonico gioco di luci e ombre, questa la<br />

“complessità risolta” dell’arte di Umberto<br />

Muti; non lascia niente al caso, a differenza di<br />

Jean Arp, ma è il frutto di un costante “ricominciare”<br />

come il risuonare di una nota su una<br />

corda sola, o di un leit motiv che ritma l’armonia<br />

delle forme, nel rifinire con cura ed amore<br />

la materia, qualsiasi tipo di legno, che nelle sue<br />

mani si presta a infinite variazioni, segno di una<br />

coerenza di ispirazione, e di un raggiungimento<br />

di risultati sempre nuovi, aperti a molteplici<br />

interpretazioni.<br />

Marilena Mosco<br />

… Un linguaggio scultoreo fatto di segni dalla<br />

linea pulita e scorrevole, una pratica formale<br />

ricca di echi arcaici e uno spiccato antropomorfismo.<br />

Federico Napoli<br />

… È in grado di offrirci un vasto campionario di<br />

suggestioni in virtù della sua forza espressiva<br />

coerentemente ricercata e trasfusa in forme<br />

compatte, essenziali, semplificate, magicamente<br />

antropomorfe …<br />

Carlo Cinelli<br />

… Le sue sculture trasmettono la forza dell’essenziale,<br />

dell’asciutto, del laconico, della sintesi,<br />

ma insieme inducono una trama di senso<br />

fra l’arcaico, il simbolico e il magico. Mozartianamente<br />

geometrico Muti ci consegna nuovi<br />

stilemi dell’umano.<br />

Pier Francesco Listri<br />

141


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Antonella Nannicini<br />

Monumento ai caduti e invalidi del lavoro, bassorilievo in gres smaltato, cm. 180x150<br />

Antonella Nannicini architetto e artista<br />

per diletto, è nata a Prato dove vive e<br />

lavora.<br />

Ha frequentato i corsi di pittura e scultura della<br />

Scuola d’Arte e Mestieri Leonardo e i corsi di<br />

disegno del nudo diretti dal maestro Rinaldo<br />

Frank Burattin. Ha partecipato ai corsi di pittura<br />

murale antica e moderna e ai corsi di<br />

ceramica artistica del Laboratorio di Affresco<br />

di Vainella, fondato da Leonetto Tintori.<br />

È socia fondatrice dell'Associazione Elena e Leonetto<br />

Tintori e dal 2009 è direttrice del Laboratorio<br />

di Vainella.<br />

Ha esposto in numerose mostre collettive e<br />

personali. Ha realizzato il Monumento ai caduti<br />

e invalidi del lavoro in piazza San Niccolò a<br />

Prato. L’opera commissionata al Laboratorio di<br />

Vainella dall’ANMIL, dal comune di Prato e<br />

dalla provincia di Prato è stata inaugurata il 13<br />

febbraio 2013.<br />

La composizione vuole rappresentare in modo<br />

semplice e diretto il dolore del distacco o di<br />

una vita “limitata” a causa di infortuni sul lavoro.<br />

Chi lavorando perde la vita, l’identità, gli<br />

affetti incide il suo dramma non solo nella storia<br />

della sua famiglia ma anche nel vissuto collettivo.<br />

Accanto ai lavoratori troviamo una figura<br />

dolente, mater dolorosa, che rappresenta<br />

la famiglia ed è sorretta con pathos da un’altra<br />

figura proprio a significare la collettività, la città<br />

di appartenenza, il mondo sociale che è partecipe<br />

nel dolore.<br />

Realizzare questo bassorilevo è stata per me<br />

un'esperienza importante: mi sono messa alla<br />

prova in un' opera di grande dimensione da installare<br />

nella mia città. Ho lavorato a Vainella,<br />

nella scuola che dirigo, in un ambiente amico e<br />

impregnato d'arte, protetta dal ricordo di Leonetto<br />

Tintori e di tutti gli artisti che ho incontrato<br />

nel mio percorso artistico.<br />

arcantarte@libero.it - www.antonellanannicini.it<br />

Facebook: arcantarte<br />

142


Niccolò Niccolai<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

L'opera di Niccolai<br />

è consapevolmente<br />

legata alla tradizione<br />

fiorentina; nella<br />

produzione artistica, si<br />

leggono suggestioni<br />

dell'arte romanica fino<br />

alla tradizione rinascimentale<br />

inoltrata. La formazione culturale<br />

dell'artista spazia dai movimenti europei a<br />

quelli delle altre culture internazionali: dalle<br />

avanguardie storiche del Novecento fino<br />

agli ultimi movimenti artistici contemporanei,<br />

con i quali necessariamente Niccolai<br />

si confronta senza mai dimenticare le proprie<br />

radici popolari autoctone.<br />

L'opera di Niccolai si nutre e trae i temi vitali<br />

per la propria espressione (in disegni,<br />

grafica, pittura, scultura e racconti poetici)<br />

attraverso l'interpretazione delle storie<br />

“degli ultimi”in un susseguirsi di vicende<br />

esistenziali che veleggiano tra l'ironico e il<br />

drammatico, il cui comune sottofondo è la<br />

citazione della “grande storia”.<br />

Da anni Niccolai opera su temi connessi<br />

allo stesso reciproco rapporto che unisce<br />

tutte le arti, seguendo un percorso affabulatorio,<br />

volto al recupero del passato come<br />

invenzione del presente. L'arte fruibile dai<br />

semplici implica però un'ermeneutica<br />

complessa per i colti; ma la godibilità della<br />

maggioranza delle opere di Niccolai è veramente<br />

per tutti coloro che vedono la terribilità<br />

dell'esistenza oltre la bellezza apparente.<br />

Niccolò Niccolai compie i suoi studi a Firenze<br />

e Roma; l'artista coltiva oltre alle<br />

arti visive, l'antropologia, la storia, la mu-<br />

La speranza d'oro, 2013, gesso, cm. 120x80x h230<br />

sica e la letteratura. Dopo gli studi accademici e<br />

teologici (Niccolai si professa cristiano cattolico),<br />

insegna per 33 anni al Liceo Artistico di Firenze,<br />

occupandosi contemporaneamente di teatro,<br />

workshop internazionali d'arte e per oltre 15<br />

anni dedicandosi anche ai corsi dell'Auser (Università<br />

dell'Età Libera).<br />

Le esperienze nella politica culturale, sono sfociate<br />

in mandati amministrativi negli enti locali e in<br />

associazioni artistiche nazionali ed internazionali<br />

(di alcune di queste ancora oggi fa parte, ovvero Il<br />

Baglio di Palermo e l'associazione Di Segno di Padova).<br />

Ateliers: Fraz. Vespignano, 163/B - 50039 Vicchio (FI) - studio di pittura e progettazione<br />

Via Uliveta, 34 - studio di scultura<br />

Cell. 331 8039999 - Fax 055 7472044 - niccolo@formafluens.it - skype: niccoloniccolai<br />

143


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Niccolò Niccolai<br />

San Francesco, 2006, bronzo, cm. 80x110x h180<br />

144


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Niccolò Niccolai<br />

Laura alla finestra, 2010, bronzo, cm. 37x28x h69<br />

Vive e lavora in Mugello nel comune di Vicchio<br />

in un laboratorio sopra Sagginale, località Uliveta,<br />

e in atelier a Vespignano di fronte a quella<br />

che oggi è indicata come la casa natale di<br />

Giotto.<br />

Per una biografia artistica approfondita si veda<br />

il catalogo: Niccolò Niccolai. Opere, edito dal<br />

Centro Stampa Regionale della Regione <strong>Toscana</strong>,<br />

2013, a cura del dott. Massimo Mascii con<br />

il contributo di Stefano Masi e Laura Stiattesi.<br />

Recentemente ha conseguito a pieni voti un<br />

master in Architettura, Arti Sacre e Liturgia<br />

presso l'Università Europea Pontificia a Roma.<br />

Nel 2013 è stato insignito del titolo di Accademico<br />

d'Onore della Classe di Scultura presso<br />

l'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.<br />

145


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Stefano Nistri<br />

ALastra a Signa, nel 1958, anno di nascita<br />

di Stefano Nistri, la tradizione della<br />

lavorazione delle pietre è ancora presente<br />

e attiva. Al Serraglio, frazione dove nasce,<br />

le case sono sul ciglio di una cava: come<br />

non sentire il richiamo di questo materiale così<br />

affascinante?<br />

Così fin da piccolo è attratto dalla pietra e ogni<br />

occasione è buona per provare a lavorarla.<br />

L’attenzione verso la scultura e la pittura è forte:<br />

dopo le scuole, intraprende diverse esperienze<br />

lavorative, per poi approdare in un’azienda<br />

artigianale del territorio dedicata alla<br />

lavorazione dei lapidei. È qui che inizia l’appro-<br />

Casa Vignozzi-Villani alle Selve, formella in pietra<br />

serena in altorilievo, cm. 54x54x10<br />

fondimento e il forte legame con la pietra e la<br />

sua lavorazione.<br />

Arricchisce la sua conoscenza nella bottega<br />

dell’Opera di Santa Maria del Fiore (Opera del<br />

Duomo) dove ha modo di lavorare al restauro<br />

di più facciate eseguendo diversi pezzi tutti<br />

completamente a mano, come colonne tortili,<br />

cappelli a guglia, rostre e mensole.<br />

L’ambiente gli permette anche di fare esperienza<br />

con scultori, pittori e maestri d’arte che<br />

arricchiscono le sue conoscenze e lo spingono<br />

ancora di più a creare nuovi lavori e provare<br />

varie sperimentazioni.<br />

Tutt’oggi lavora nel lapideo e si ritaglia il tempo<br />

libero per continuare le sue passioni: la<br />

scultura e la pittura.<br />

Tel. 055 8722566<br />

lastradipietra@yahoo.it<br />

146


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Stefano Nistri<br />

Intreccio della natura, scultura in pietra serena a tutto tondo, cm. 40x30x18<br />

147


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gianni Oliveti<br />

Porta della Trinità (particolare)<br />

Porta della Trinità, 2001, bronzo su legno di<br />

rovere, cm. 540x230, Chiesa dei SS. Gervasio e<br />

Protasio, Firenze<br />

Nato a Firenze, riceve i primi insegnamenti<br />

dallo scultore Bruno Bartoccini.<br />

Nel 1970 vince una borsa di studio<br />

del Comune con cui studia incisione. Nel 1982<br />

venticinque sue opere grafiche entrano nella<br />

raccolta del Gabinetto Disegni e Stampe degli<br />

Uffizi. Nel 1985 è Segnalato Bolaffi per la pittura<br />

da Tommaso Paloscia. Fra le sculture in<br />

bronzo si notano il monumento a ricordo di<br />

Chernobyl collocato a Kiev presso l’Ospedale<br />

per la Cura delle Radiazioni (1987), il bassorilievo<br />

per l’architetto Michelucci posto alla<br />

Fondazione (1993), le porte della chiesa dei<br />

Santi Gervasio e Protasio (2001-04), la Porta<br />

del Santissimo in Sant’Antonio al Romito<br />

(2002) a Firenze, un bassorilievo nello stadio<br />

di Città di Castello (2003), sculture in parchi<br />

Eolo, 2007, meridiana<br />

equatoriale in bronzo Ø<br />

cm. 180. (Calapiccola -<br />

Monte Argentario<br />

privati a Calapiccola e a Terni. Quattro sue medaglie<br />

sono nelle raccolte del Museo Nazionale<br />

del Bargello. Suoi dipinti sono collocati in<br />

diverse chiese toscane. Una trentina le mostre<br />

personali, ultime delle quali l’antologica di pittura<br />

e scultura "Quaranta e passa", tenuta al<br />

Gruppo Donatello nel 2010, e "Quaranta e<br />

passa - segni e disegni", antologica di grafica<br />

allestita al Caffè Letterario Le Giubbe Rosse<br />

nel 2011. Fra i libri pubblicati: "Maledetta<br />

quell’arte" (2001), "L’antica chiesa dei santi<br />

Gervasio e Protasio e il suo territorio" (2008),<br />

"L’invisibile colore del silenzio" (2009), "Gruppo<br />

Donatello sessant’anni di storia" (2012),<br />

"Bafomet allo specchio" (2013) con M. Cozzi,<br />

cronaca del gruppo artistico degli anni ’77-’81.<br />

È Consigliere del Gruppo Donatello.<br />

olivetigianni@libero.it<br />

148


Roberto Orangi<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Roberto Orangi, di antica famiglia<br />

fiorentina, terminati gli studi primari<br />

e sorretto da una grande passione<br />

per le arti figurative, alternava il lavoro<br />

(erano tempi duri per la famiglia) ad un<br />

tirocinio come allievo e poi come collaboratore<br />

della bottega dello scultore sardo<br />

Antonio Zappareddu. Giovanissimo frequentò<br />

l’Accademia di Belle Arti e per diversi<br />

anni i corsi liberi di nudo, tenuti dal prof.<br />

Giannetto Mannucci.<br />

Espone dal 1965. Ha al suo attivo numerose<br />

mostre personali. Ha preso parte inoltre a<br />

Fontana, bronzo, cm. 280<br />

Timidezza, cm. 100h<br />

importanti rassegne sia in Italia che all’estero. Sue<br />

opere figurano in collezioni pubbliche e private.<br />

Tra i suoi lavori più importanti sul nostro territorio<br />

si ricordano: la grande pala per l’altare della chiesa<br />

madre di Castel di Lucio (Messina), la fontana con<br />

l’uomo che innalza il suo lavoro, alta circa 3 metri,<br />

il ritratto di Enrico Mattei. Queste ultime due opere<br />

in bronzo sono collocate all’interno del Nuovo<br />

Pignone di Firenze.<br />

Figurano anche, al suo attivo, il dipinto “Il balletto”<br />

collocato presso il Teatro Comunale di Firenze<br />

e la grande Crocifissione nel Museo d’Arte Contemporanea<br />

di Stia (Arezzo). Altre sue opere si<br />

trovano al Polo Scientifico dell’Università degli<br />

Via della Cernaia, 49 - 50129 Firenze<br />

Cell. 339 4827482 - orangi.11.4@gmail.com<br />

149


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Roberto Orangi<br />

Senescenza, terracotta, cm. 54x30<br />

Studi di Firenze, a Sesto Fiorentino, all’Accademia<br />

dei Georgofili presso le Logge degli Uffizi,<br />

a Firenze.<br />

All’estero si trovano sue opere a Kiev (Ucraina),<br />

Volos (Grecia), Tampa (Florida - USA), e, in<br />

Francia, il ritratto grafico di Madame Carla Sarkozy.<br />

Sul suo lavoro hanno scritto: G. Bubbi, Artime,<br />

W. Babbini, A. Berti, Zeno Sinasi, W. Pasquini,<br />

G. Benson, J. Cipolla, E. Busi, A. Bruscagli, M.<br />

Mazzoni, C. Mezzasalma, C. Marsan, V. Vettori,<br />

S. Salsi, F. Bandinelli, A. Seghi, R. Càrdenas.<br />

Si sono interessati a lui: La Nazione di Firenze,<br />

TV Canale 37, l’Unità, Il Giornale d’Italia, Nazione<br />

Sera, Il Telegrafo, Pensiero e Arte, Firme<br />

Nostre, Sguardo al Futurismo, Incontri con<br />

l’arte, Report.<br />

È presente nell’Annuario Comanducci, n. 3<br />

-1976; nell’antologia poeti e scrittori, negli artisti,<br />

Nuova Europa, oltre al Kunsthistoriches<br />

Institut in Florenz, Archivio per l’Arte Italiana<br />

del Novecento.<br />

È socio del Circolo degli artisti Casa di Dante di<br />

Firenze.<br />

150


Mario Pachioli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Cavallo, bronzo, cm. 38h<br />

Crocifissione, bozzetto per monumento,<br />

altorilievo, refrattario,<br />

cm. 52h<br />

Greta Garbo, refrattario, cm. 75h<br />

Mario Pachioli, scultore monumentalista, vive e lavora<br />

a Firenze. Diplomatosi all’Istituto Statale d’Arte<br />

di Vasto, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di<br />

Firenze sotto la guida del prof. Antonio Berti. Si distingue in<br />

mostre personali e collettive a livello nazionale ed internazionale.<br />

Tra i lavori più importanti si ricordano: il monumento a<br />

S.Pio da Pietrelcina, nella Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio a<br />

Firenze, inaugurato da Madre Teresa di Calcutta; 15 pannelli “I<br />

Misteri del Rosario” (cm. 100x100), chiesa dei SS.Gervasio e<br />

Protasio a Firenze; l’inserimento nei Musei Nazionali di Cracovia<br />

e Varsavia (Polonia); l’inserimento nel Museo Civico di Stia,<br />

Arezzo, con Annigoni, Berti, Manzù e Marini; la mostra personale<br />

alla Galleria del Mondo, a Fremantle, West Australia; l’inserimento<br />

nel Museo Nazionale del Bargello a Firenze; le mostre<br />

itineranti a Monterrey, Cancun, Saltillo, Città del Messico<br />

(Messico); l’inserimento nel Museo Archeologico del INAH,<br />

Centro di Convenciones, a Cancun, Messico; la medaglia Lorenzo<br />

il Magnifico emblema della Biennale Arte Contemporanea,<br />

Firenze; il medaglione commemorativo a Enrico Caruso,<br />

Villa Gisella a Firenze; la medaglia commemorativa per la santificazione<br />

S. Pio da Pietrelcina, Musei Vaticani, Città del Vati-<br />

La caduta di Icaro, refrattario,<br />

cm. 65<br />

Studio: Via della Nave di Brozzi, 9R - Firenze - Tel. & fax 055 375384 - Cell. 339 8535583<br />

Atelier: Palazzo dei Pittori,Viale Milton, 49 - Firenze<br />

www.mariopachioli.it - mario.pachioli@hotmail.it<br />

151


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mario Pachioli<br />

Modella a riposo, refrattario cm. 50h<br />

On. Giuseppe Spataro, Busto, particolare<br />

del volto, reffrattario<br />

S.M. Assunta, bronzo dorato a<br />

foglia oro, cm. 150h, Duomo S.<br />

Gimignano, Siena<br />

Panico, altorilievo, ceramica cristallina, cm. 31x22<br />

Vita tempestosa, altorilievo, refrattario, cm. 30x20<br />

cano; la scultura commemorativa “Greta Garbo”<br />

nel centenario della nascita, Firenze; la<br />

scultura “Crocifissione” nel Centenario della<br />

Banca del Chianti Fiorentino, San Casciano Val<br />

di Pesa, Firenze; la medaglia Premio annuale<br />

“Padre Pio, Città di San Giovanni Rotondo, I<br />

colori della nostra terra”, consegnata a Papa<br />

Benedetto XVI, San Giovanni Rotondo, Foggia;<br />

la medaglia “Il Cireneo”, emblema dell’Associazione<br />

Il Cireneo Onlus, San Giovanni Rotondo,<br />

Foggia, consegnata a Papa Francesco,<br />

Roma; il medaglione commemorativo all’arch.<br />

Leslie Cheek, Muscarelle Museum of Art, Williamsburg,<br />

Virginia, Usa; il monumento “Santa<br />

Maria Assunta” per il Duomo di San Gimignano,<br />

Siena. Riceve molti riconoscimenti alla carriera<br />

artistica, fra cui l’Onoreficenza Medaglia<br />

Beato Angelico a Firenze.<br />

152


Patrizia Pandolfini<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Figura femminile, 1998, bronzetto, cm. 40<br />

Nudo, 2005, terracotta, cm. 80<br />

Artista fiorentina, ha conseguito il diploma<br />

di Scultura all’Accademia di Belle<br />

Arti di Firenze ed ha insegnato Educazione<br />

Artistica e Discipline Pittoriche. La sua<br />

attività espositiva ha avuto inizio nel 1957. Tra<br />

le ultime mostre personali realizzate, si ricordano:<br />

"Segno e Colore" (Rathaus Charlottenburg,<br />

Berlino, 1998); Galerie im Zimmer<br />

(Berlino, 1998); "Cielo e Terra" (Villa Vogel, Firenze,<br />

2004); "Arte (in)utile" (Villa Vogel, Firenze,<br />

2006); Pieve Sant’Alessandro a Giogoli<br />

(Firenze, 2007); Aula Consiliare del Comune di<br />

Scandicci (2007); "La Veste e il suo sogno"<br />

(Centro Danza e Movimento, Firenze, 2008);<br />

Inaugurazione “Via Crucis” (Pieve di Sant’Alessandro<br />

a Giogioli, Firenze, 2008); installazione<br />

di terrecotte con interventi di danza (Scuola<br />

Militare Aeronautica, Firenze, 2008); presentazione<br />

incisione per il Centro dell’Arte “Vito<br />

Frazzi” (Comune di Scandicci, 2008); Terra e<br />

Fuoco (Palagio di Parte Guelfa, Firenze, 2009);<br />

inaugurazione Fonte Battesimale in terracotta<br />

(Pieve di Sant’Alessandro a Giogioli, Firenze,<br />

2009); personale al Gruppo Donatello (2011).<br />

Nel 2013 ha partecipato alla Biennale di Scultura<br />

dal titolo "(S)oggettivamente: scultura<br />

moderna per un paese antico", organizzata a<br />

Civitella Val di Chiana (Ar), dove ha realizzato<br />

un’installazione nella Civica Galleria d’Arte<br />

Contemporanea. Nel 2014 ha esposto in personale<br />

al Gruppo Donatello di Firenze.<br />

Via Bezzuoli, 20 - 50018 Scandicci (FI)<br />

Tel. 055 253657 - pat.pandolfini@gmail.com<br />

153


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Patrizia Pandolfini<br />

La ragione dell’immaginare<br />

Patrizia Pandolfini Renzi propone con la propria<br />

opera un intervento nel quale la partecipazione<br />

è non solo prevista ma diviene un aspetto<br />

sostanziale. Gli oggetti che la costituiscono,<br />

realizzati utilizzando esperienza tanto figurative<br />

quanto astratte, esemplano ipotesi di percorsi,<br />

quasi sentenze, organizzando e qualificando<br />

uno spazio. Così un’introduzione è data<br />

da figure risolte con estrema sintesi volumetrica<br />

dello scabro modellato delle superfici, che<br />

suggeriscono profonde radici culturali e tendono<br />

a definire e/o rivendicare la continuità<br />

storica di una civiltà. Altri oggetti si assestano<br />

e si risolvono in solidi geometrizzanti: proprio<br />

per le caratteristiche delle capacità di comunicazione<br />

data dalla forma razionale possono<br />

essere ricollocati, postulando appunto interventi.<br />

La elementarità strutturale e la potenzialità<br />

delle ricollocazione si definiscono come<br />

l’avvio, attraverso l’astrazione, della ricerca di<br />

un nuovo linguaggio, più intimamente funzionale<br />

alle istanze poetiche determinate dalla<br />

personalità dell’artista, i cui segni vengono<br />

proposti in un ulteriore gruppo di oggetti dalla<br />

potente monumentalità e notevole carica di<br />

suggestione emotiva. Patrizia Pandolfini Renzi<br />

affronta quindi alcuni aspetti centrali del dibattito<br />

sul fare artistico e sulla comunicazione,<br />

offrendo anche percorsi di approccio che ne<br />

rendono molto correttamente non esclusiva la<br />

partecipazione.<br />

Ugo Barlozzetti Nudo, 2006, terracotta, cm. 130<br />

154


Paola Parri<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Onde, pezzo unico, gres plastico + base refrattario marrone, cottura:<br />

primo fuoco, cm. 40x15x15<br />

Le ceramiche di Paola sono la storia di<br />

una passione, di un amore a prima vista,<br />

o se vogliamo, al primo contatto con la<br />

materia, ruvida, plasmabile, che prende forma.<br />

Dell’alchimia con gli altri elementi: l’acqua e il<br />

fuoco.<br />

Inizia così un cammino di ricerca, nei materiali,<br />

nelle tecniche.<br />

La frequentazione di anni in una bottega artigiana,<br />

per acquisire una maestria antica quanto<br />

il mondo.<br />

La decorazione si arricchisce prima sotto la<br />

guida di Antonio Abussi e poi nella prestigiosa<br />

e storica manifattura Richard Ginori.<br />

Oggi la collocazione artistica di Paola è tra le<br />

ceramiche contemporanee, in questo grande<br />

contenitore sperimenta e si confronta, una<br />

ricerca impegnativa e ricca di interessanti risultati.<br />

Tel. 348 7630518<br />

mail@paolaparri.com - www.paolaparri.com<br />

155


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Paola Parri<br />

Pezzo unico. Tecnica: colombino. Terra: Raku bianca<br />

refrattaria. Cottura: primo fuoco. Decorazione: acrilico simil<br />

piombo + impermeabilizzante, cm. 30x40<br />

Pezzo unico. Tecnica: colombino.<br />

Terra: Raku bianca refrattaria.<br />

Cottura: primo e secondo fuoco.<br />

Decorazione: ossido e smalto,<br />

cm. 35x25<br />

156


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Paola Parri<br />

Pezzo unico. Tecnica: colombino. Terra: Raku bianca refrattaria.<br />

Cottura: primo fuoco, cm. 44x35<br />

Pezzo unico. Tecnica: a piastra.<br />

Terra: refrattaria. Cottura: primo e<br />

secondo fuoco. Decorazione: smalto<br />

e cristallina, cm. 26x26x8<br />

157


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Enzo Pazzagli<br />

Enzo Pazzagli con la scultura Pegaso che si trova all'ingresso del Parco d'Arte Pazzagli<br />

La carriera creativa di Enzo Pazzagli comincia<br />

prima ancora di avvicinarsi all'arte<br />

con la realizzazione di alcuni brevetti:<br />

prima nel campo dell'arredamento, poi nel '68<br />

inventa un apparecchio che concilia il sonno e<br />

nel '76 realizza una lingua internazionale in numeri.<br />

Negli anni Sessanta si avvicina all'arte e,<br />

dopo varie opere di piccola dimensione in legno<br />

e ferro, realizza la prima scultura su lastra<br />

d'acciaio tagliata con la lancia termica, "I tre<br />

arlecchini", datata 1966. In questi anni partecipa<br />

a diverse mostre collettive in Italia e all'estero.<br />

Dal '75 all'80 è titolare di tre gallerie: la<br />

Galleria Senato a Milano, la Galleria Masaccio<br />

a Firenze e la Galleria 19 a Punta Ala. Il suo primo<br />

riconoscimento importante in Italia è il<br />

premio Le Muse per l'Arte, che riceve in Palazzo<br />

Vecchio a Firenze. Seguono gli anni delle mostre<br />

personali, per citarne alcune: nel '78 in<br />

Messico e in Germania, nell'88 a Punta Ala, nel<br />

'90 a Firenze, nel '97 Apricale, nel '99 Arezzo.<br />

Già in questi anni l'idea di creare un parco d'arte<br />

è nella mente dell'artista, ma solo nel 2001<br />

trova a Rovezzano (FI) un terreno di 23.900 mq<br />

che gli sembra ideale per il suo progetto. Inizia<br />

così l'avventura del Parco d'Arte Contemporanea<br />

Enzo Pazzagli. Nel 2009, la nuova piazza<br />

Mino a Fiesole è inaugurata con una personale<br />

dell’artista e nel maggio 2010, in occasione del<br />

compleanno di Pinocchio, vengono installate<br />

nel Parco di Collodi sette sue sculture. Lo spazio<br />

ha preso il nome di Spazio E. Pazzagli.<br />

Parco d’Arte Pazzagli - Via S. Andrea a Rovezzano, 5 - 50136 Firenze<br />

Tel. 055 691114 - Cell. 348 3300352 - info@pazzagli.com<br />

158


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Enzo Pazzagli<br />

Il campione, acciaio bronzato, cm. 110x80<br />

Una panoramica del Parco d'Arte Pazzagli<br />

159


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gianfranco Pellegrini<br />

Gianfranco Pellegrini<br />

è nato<br />

l'8 settembre<br />

1953 a Pisa, dove vive e<br />

lavora. Ha partecipato<br />

a numerosi simposi e<br />

concorsi di scultura,<br />

grafica e pittura.<br />

Nel 1989 riceve il suo primo riconoscimento<br />

al Concorso di Scultura indetto dal comune<br />

di Pisa, conquistando i critici con il<br />

secondo premio.<br />

Il suo lavoro continua tra mostre personali<br />

e collettive, realizza un busto funebre in<br />

bronzo per il cimitero di Pisa, nel 2001 crea<br />

il busto di padre Renzo Spadoni in marmo<br />

di Carrara per la chiesa di San Nicola, sempre<br />

in Pisa.<br />

Nel 2004 realizza lo stemma del comune<br />

dell'Isola del Giglio (Grosseto).<br />

Gianfranco abbraccia anche la pittura, raffigurando<br />

prevalentemente ritratti androgeni<br />

con tratti graficopittorici, ma la scultura<br />

è l'arte che più lo rappresenta e lo<br />

appaga, lavorando con una velocità sorprendente<br />

riesce a tirare fuori l'opera d'arte<br />

nascosta nel pezzo da lavorare, che sia marmo,<br />

legno o ardesia.<br />

Piazza Arcivescovado, 15 - 56126 Pisa<br />

Cell. 349 2968669 - gianfrapellegrini@gmail.com<br />

160


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gianfranco Pellegrini<br />

Mostre personali:<br />

1982 Pisa - Galleria d'arte Il Navicello<br />

1984 Pisa - Galleria d'arte Il Navicello<br />

1985 Pisa - Galleria delle Arti<br />

1989 Pisa - Palazzo Gambacorti<br />

1992 Pisa - Palazzo Gambacorti<br />

1996 Pisa - Centro San Paolo all'Orto<br />

2000 Pisa - Chiesa di Santa Maria della Spina<br />

Simposi:<br />

1983 Pisa - Abbazia di San Zeno , Collettiva di<br />

scultura<br />

1988 Tirrenia (Pisa) - Simposio di Arte Contemporanea,<br />

Murales<br />

1989 Pisa - 1° Simposio Estemporaneo d'Arte<br />

Contemporanea “PISA OPEN 89”<br />

1989 Seravezza (Lucca) - 5° Incontro Rassegna<br />

Arte in piazza<br />

1999 Condrieu (Francia) - 1° Biennale di scultura<br />

Contemporanea , 1° premio<br />

1999 Hinojosa De Jarque (Spagna) - 4°Simposio<br />

di Scultura “Alla memoria dei popoli”<br />

2000 Cicagna (Genova) - Campus “La pietra<br />

nera”<br />

2001 Cornia di Maconesi (Genova) - 3° Simposio<br />

Internazionale di scultura su ardesia<br />

2001 Belluno - 16 ° Extempore di scultura su<br />

legno<br />

161


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gianfranco Pellegrini<br />

162


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gianfranco Pellegrini<br />

163


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luigi Petracchi<br />

Da me a me, 2005, bronzo, cm. 23x93x93<br />

Luigi Petracchi è nato a<br />

Firenze il 4 settembre<br />

1954.<br />

Mostre personali, collettive e premi ricevuti:<br />

1974 Esposizione Quarrata<br />

1975 Esposizione Roma<br />

1977 Esposizione Prato<br />

1978 Esposizione Firenze, Marciana di Romagna,<br />

Fano<br />

1979 Esposizione Milano, Marciana di Romagna,<br />

Festival di Spoleto, Firenze, Montefiascone,<br />

Vada, Empoli, Caserta<br />

1980 Esposizione Firenze, Fécamp (Francia),<br />

Monza, Taormina, Marciano di Romagna<br />

1981 Esposizione Riolo Terme, Firenze, Boretto,<br />

Carmignano<br />

1982 Premio New York<br />

1983 Esposizione Empoli, Montecatini Terme<br />

1984 Esposizione Firenze, Empoli<br />

1985 Esposizione Forte di Marmi, Bibbona,<br />

Firenze<br />

1986 Esposizione Empoli, Firenze, Empoli<br />

1987 Esposizione Carmignano, Firenze<br />

1988 Esposizione Biennale di Malta<br />

1988 Esposizione Museo d’Arte Moderna di<br />

Via Forra di Castelnuovo, 30 - 51034 Casalguidi (PT) - Cell. 338 9045207<br />

info@luigipetracchi.com - www.luigipetracchi.com<br />

164


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luigi Petracchi<br />

S. T., 2005, polvere di marmo e resina, cm. 18x69x69<br />

Malta<br />

1988 Premio Biennale di Venezia<br />

1988 Esposizione a Seoul nell’ambito delle<br />

manifestazioni artistiche collegate alle<br />

Olimpiadi<br />

1988 1° Premio Medaglia Aurea, Gran Premio<br />

Olimpiadi di Seoul 1988<br />

1989 Premio Tokyo<br />

1989 Esposizione Tokyo, Firenze, Washington<br />

D.C., Las Vegas, Parigi, Empoli (Triennale<br />

per il WWF)<br />

1990 Esposizione Artemercato Stanley Hong<br />

Kong<br />

1991 Premio Internazionale Drack 1991 Palma<br />

de Mallorca<br />

1992 Esposizione Olimpiadi di Barcellona<br />

1992; 1992 Premio I maestri dell’arte<br />

contemporanea, protagonisti a Barcellona<br />

nell’ambito dei XXV Giochi Olimpici<br />

1992 Esposizione Expo di Siviglia (Spagna);<br />

Premio Internazionale Cristoforo Colombo<br />

2003 Esposizione 7° Salone d’Arte Contemporanea,<br />

Fiera di Forlì<br />

2004 Esposizione Art H. Museo, Prato<br />

2005 Installazione "Da me a me" Museo Datini,<br />

Prato<br />

2005 Esposizione Galleria Bongiovanni, Bologna<br />

2005 Esposizione 9° Salone d’Arte Contemporanea,<br />

Fiera di Forlì<br />

2007 Esposizione Galleria Bongiovanni, Bologna;<br />

Esposizione Club Conti, Milano;<br />

Premio delle Arti Premio della Cultura<br />

2007 (Premio della Giuria) Milano; Self<br />

portrait, L’artista si rivela, collettiva alla<br />

Feltrinelli di Bologna; Esposizione Centrale<br />

Ristotheatre Roma, Anfiteatro del-<br />

165


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luigi Petracchi<br />

la Cultura; City, La Città Dentro, collettiva alla Feltrinelli<br />

di Bologna; Esposizione Florence Biennale, Biennale<br />

Internazionale dell’Arte Contemporanea, Fortezza da<br />

Basso Firenze; Premio Lorenzo il Magnifico (Premio del<br />

Presidente) Florence Biennale 2007<br />

2008 Esposizione 1° Arte Contemporanea Moderna Roma,<br />

Palazzo dei Congressi Eur Roma<br />

2008 Esposizione Art H. Museo, Prato<br />

2009 Esposizione Arte Fiera off, Bologna 2009 con Galleria<br />

Bongiovanni; Collettiva assieme a Giorgio Celiberti, Pietrasanta,<br />

Lucca<br />

2010-2012 Esposizione Art H. Museo, Prato<br />

2011 Esposizione Arte Fiera off, Bologna 2011 con Galleria<br />

Bongiovanni; Esposizione "Shut-oht" Cappella Orsini<br />

Roma, patrocinata dal Ministero della Salute e dal Ministero<br />

della Giustizia; Esposizione al MEB di Bologna;<br />

Esposizione Banca Sella Firenze; "The big style", collettiva<br />

assieme a Sandro Chia e Mimmo Paladino nell’ambito<br />

della 7° edizione della Giornata del contemporaneo<br />

promossa da AMACI, Galleria Bongiovanni, Bologna<br />

2011- 2012 Esposizione "Fondamentum Artis" UniCredit Private<br />

Banking, Bologna<br />

2012 Esposizione "Frammenti", Quarrata, PT; "Do ut do" Arte<br />

per Hospice, collettiva assieme a Yoko Ono e Igor Mitoraj<br />

alla Fondazione Hospice Seràgnoli, spazio Carbonesi,<br />

Bologna<br />

2013 Esposizione "Gli Angeli", le ali del trascendentale, Galleria<br />

Bongiovanni, Bologna; Esposizione Sala d’Arme, Palazzo<br />

Vecchio, Firenze<br />

2014 Fiorgen Arte Lucca, 1° edizione, Palazzo Guinigi; Firenze,<br />

Palazzo Vecchio, Salone dei 500 "Premio di tutte le<br />

arti", esposizione Sala della Musica, p.zza S. Firenze;<br />

Museo Marino Marini, Pistoia, esp. "Sinfonie di carta" e<br />

presentazione del libro "Il Signore degli Anelli III di Luigi<br />

Petracchi"<br />

Prometeo, 2005, bronzo, h cm. 212x43<br />

166


Stefania Poesini<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Metopa, modellato in argilla, cm. 50x30<br />

Nata a Cortona (1976), dopo la maturità<br />

classica si trasferisce a Firenze<br />

dove vive e lavora. Intraprende studi<br />

archeologici che costituiscono la base della sua<br />

produzione artistica. Interessata all’arte preistorica,<br />

spinta dalla passione per le origini, s’interroga<br />

sul significato dei più antichi simboli<br />

grafici dell’uomo e la sua produzione artistica è<br />

permeata da tale attitudine. Allo studio per il<br />

passato si affianca una necessità espressiva<br />

sempre presente ma che sfocia in un impegno<br />

costante e assiduo quando incontra il maestro<br />

Pachioli del quale ammira l’energia e le grandi<br />

abilità tecniche. Partecipa a numerosi concorsi<br />

ed esposizioni, sia in ambito nazionale e internazionale<br />

da cui riceve conferme e stimoli.<br />

Il Francese, antico ritratto maschile, modellato in argilla,<br />

cm. 60x40<br />

L’artista conferisce alla operatività plasmatrice<br />

delle sue mani il senso di una compresenza<br />

della successione temporale e spaziale consecutiva<br />

e simultanea delle fasi del processo storico<br />

che non si arresta mai, ma va sempre oltre,<br />

suggestivamente evocativo.<br />

(M. Micozzi)<br />

La scultura di Poesini stimola l’osservatore a<br />

entrare in comunicazione con le proprie pulsioni<br />

più profonde, sollecitandolo a conoscere e<br />

assaporare una nuova dimensione di libertà.<br />

(P. Levi)<br />

stefipoes76@hotmail.com<br />

stefaniapoesini@gmail.com<br />

167


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giampiero Poggiali Berlinghieri<br />

Nato a Firenze nel 1936, inizia la sua attività<br />

artistica nel 1968 con la prima mostra personale<br />

presso la Galleria Inquadrature di Firenze<br />

a cui fanno seguito circa 80 mostre personali in<br />

Italia e all’estero. Opere di Poggiali trovano posto in<br />

collezioni museali pubbliche e private. Un suo autoritratto<br />

è nella raccolta degli autoritratti della Galleria<br />

degli Uffizi di Firenze. Negli anni Ottanta, l’allestimento<br />

di due importanti esposizioni al Palazzo dei Diamanti<br />

di Ferrara e a Palazzo Strozzi di Firenze. Gli anni Novanta<br />

sono caratterizzati dalle esecuzioni di numerose<br />

installazioni, documentate dal volume monografico a<br />

cura di Pierre Restany Poggiali sculture e installazioni<br />

1969-1995 edito dal Museo Civico di Taverna (CZ). Nel<br />

1996, realizza l’installazione "Simposio" al Museo Marino<br />

Marini e nel 1997 pubblica l’opera multimediale<br />

interattiva "Delfo". Nel 1999, in piazza XXX Novembre<br />

a Sesto Fiorentino (FI), il Soprintendente ai Beni Artistici<br />

e Storici di Firenze, Antonio Paolucci, inaugura il<br />

monumento "Pegaso" di acciaio inox policromo. Nel<br />

2002 è invitato dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi<br />

di Pescia (PT), dove realizza una grande installazione<br />

documentata nel libro "C’era una volt@", Morgana<br />

Edizioni. Nello stesso anno, il Consiglio Regionale della<br />

<strong>Toscana</strong> lo invita a Palazzo Capponi Covoni di Firenze,<br />

dove espone l’installazione "Firenze ti @mo". Nel 2002<br />

il Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del Novecento<br />

“G. Bargellini” di Pieve di Cento (BO) acquisisce quattro<br />

grandi opere per la propria collezione, inserendole<br />

nelle mostre Collezioni Permanenti per l’anno 2003.<br />

Nel 2004 per Genova Capitale Europea della Cultura<br />

realizza l’installazione "Animali e piccoli habitat". Tra le<br />

altre installazioni si ricordano: Galleria Civica di Bolzano,<br />

installazione "Farfalle per Mosè Romano Beer"; ex<br />

chiesa di San Rocco e Palazzo dei Capitani di Malcesine<br />

(VR), mostra e installazione “ex libris”; Palazzina Azzurra<br />

di San Benedetto del Tronto (AP), l’installazione<br />

"Ti ho conosciuta in chat". Nel 2006 la mostra "Opere<br />

multimediali e interattive" al Castello Scaligero di<br />

Malcesine (VR) e nel 2007 la mostra "Audioritratto"<br />

Ex libris, 2005, fusione in bronzo e vetro,<br />

cm. 228x40x40. L’opera si trova nel Parco<br />

d’Arte Pazzagli a Firenze<br />

a Palazzo Medici Riccardi di Firenze. Due<br />

personali nel 2012 al Plus Berlin - Piano<br />

Grigioferro (Berlino) e "Sculture solari<br />

e opere ecologicamente compatibili" a<br />

la Barbagianna, una casa per l’arte contemporanea<br />

- Pontassieve (FI) - con la<br />

presentazione del video-catalogo della<br />

collana Risguardi n. 2 (Morgana Edizioni).<br />

Nel 2013 l’Accademia di Belle Arti<br />

Michelangelo di Agrigento gli conferisce<br />

la laurea “honoris causa”. Nel 2014 l’installazione<br />

“Infinito” Centro Culturale<br />

Fidia, Città della Pieve (PG). Nel febbraio<br />

2015 esce il volume monografico<br />

"Poggiali Berlinghieri 1968-2014" a cura<br />

di Nicola Micieli e Alessandra Borsetti<br />

Venier, il volume comprende 14 sezioni<br />

tematiche.<br />

www.artestudio53.it<br />

https://www.facebook.com/pages/Poggiali-Berlinghieri/45198217276<br />

168


Silvano Porcinai<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Lo scultore Silvano Porcinai<br />

La danzatrice, bronzo, cm. 32x14x11<br />

Nasce a Grassina nel 1950. Si diploma<br />

all’Istituto Statale d’Arte di Firenze,<br />

sezione Oreficeria. Ha svolto la sua<br />

attività di docente di Scultura e Modellato<br />

presso diversi licei artistici e istituti d’arte della<br />

<strong>Toscana</strong> (Firenze, Pistoia, Grosseto e Siena).<br />

Socio del Gruppo Donatello e dell’Antica Compagnia<br />

del Paiolo, è Accademico delle Arti del<br />

Disegno, classe Scultura.<br />

La sua prima mostra personale fu tenuta nel<br />

1977 a Firenze presso il Gruppo Donatello dove<br />

è tornato ad esporre nel 1992 ed in diverse collettive.<br />

Ha esposto a Venezia, Firenze, Parigi,<br />

Padova, Milano, Miami, New York, Ginevra, Bologna,<br />

Londra, Impruneta, Greve in Chianti.<br />

Nel 1988 esegue il "Caprone" in bronzo per la<br />

Esso di Firenze e, nello stesso anno, realizza il<br />

"Monumento alle religioni monoteiste" in<br />

bronzo, per l’Appia Antica (Roma) rubato prima<br />

dell’inaugurazione. Del 2008 è il "Monumento<br />

alla Lavandaia di Grassina" (FI) e del 2009 il<br />

bassorilievo Omaggio a Manolete, realizzato in<br />

cotto dell’Impruneta e collocato presso il Credito<br />

Cooperativo di Impruneta (FI).<br />

Via Calamandrei, 14 - 50012 Grassina (FI)<br />

Cell. +39 389 0351428<br />

169


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Silvano Porcinai<br />

Ragazza con canguro, cm. 66x49x7<br />

Annualmente esegue, per conto del Club Taurino<br />

di Milano, del quale è socio, il Premio alla<br />

emocion, che viene consegnato ai trionfatori<br />

di Ferie del grande giro taurico, tra i quali ricordiamo:<br />

Martinez Enrique Ponce, Julio Cesar<br />

Rincon, Juilio Escobar Lopez El Juli, Morante de<br />

La Puebla, Jose Tomas, Luois Francisco Esplà, El<br />

Califa e Salvador Vega.<br />

Ancora una volta, dalla campagna toscana dai<br />

profili asciutti e precisi, esce un artista che sa<br />

fermare nella luce la forma più profonda del suo<br />

sentire. Figlio di uno scultore, con un’esperienza<br />

di orafo nella quale ha sperimentato ingigantita,<br />

per ossimoro, la difficile arte del modellare,<br />

ha collocato i suoi temi nello spazio eterno dei<br />

miti, ponendo al centro la figura del toro.<br />

È passione non transitoria di Silvano Porcinai,<br />

quella che lo trascina nelle arene di Spagna a<br />

ricercare la rappresentazione attuale dello<br />

scontro tragico dell’uomo con le profondità<br />

buie della natura. Da questo spettacolo una<br />

linfa non esaurita gonfia di vita i fantasmi della<br />

Creta di Psife e del Minotauro con tutto il corteo<br />

delle divinità pronte alla metamorfosi: dal<br />

grembo dell’antica civiltà mediterranea ricompaiono<br />

famigliari rivestiti di bronzo incorruttibile.<br />

Maria Nardone<br />

170


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Silvano Porcinai<br />

Figura femminile, bronzo, cm. 65x24x15<br />

171


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Rami<br />

Bimba egiziana col suo gatto, marmo giallo di Siena, cm. 15x23x54h<br />

“ Anche l’“invenzione”, per così dire, della<br />

bimba egiziana, non una sfinge né un<br />

faraone, un classico troppo classico per<br />

esserlo davvero, ma una bimba col suo gatto,<br />

esprime una vocazione all’immobilità che piacerebbe<br />

anche a chi si lascia ispirare nel movimento<br />

perché non contraddice la danza, anzi.<br />

È veramente una produzione che merita grande<br />

attenzione e approfondimento, anche se<br />

ritengo che non moltissimi siano capaci di<br />

“entrare”, con gli occhi chiusi - come direbbe<br />

un grande senese, Tozzi - nel senso che va oltre<br />

le cose.”<br />

Marco Testi<br />

linking.art@gmail.com<br />

www.opus-rami-com<br />

172


Daniele Ravanelli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

dei colori che interagiscono con essa;<br />

così partendo da un ricordo, una situazione<br />

intensa e recentemente anche<br />

dalla forma naturale del legno, cerca di<br />

dare fisicità a concetti o aspetti della<br />

nostra umanità, al fine di smuovere riflessioni<br />

approfondite o far rivivere<br />

espressioni artistiche del nostro passato<br />

anche recente.<br />

Due Alberi, 2013, polimaterico<br />

Nato a Bagno a Ripoli cinquantasette anni fa,<br />

per ragioni professionali ha praticato diverse<br />

tecniche artigianali e ha usato materiali<br />

di cui si serve ancora oggi per il suo lavoro artistico.<br />

L’uso di questi materiali si accompagna ad una riflessione<br />

sulla parola o sull’argomento da cui trae lo<br />

spunto per le sue realizzazioni. Autodidatta, è da<br />

sempre sensibile alle tematiche umane e sociali, oltre<br />

a nutrire una profonda passione per le arti: cinema,<br />

musica classica, pittura e scultura. Dopo molti anni di<br />

ricerca, attualmente si dedica al valore della parola e<br />

DUE ALBERI - DUE VITE<br />

Questo pezzo prende spunto dall’aver<br />

notato o visto due alberi della stessa<br />

specie vicini pochi metri l’uno all’altro<br />

con i grandi rami intersecati, alti tanto<br />

da pensare che la loro vita è di molte decine<br />

di anni e abbastanza isolati, staccati<br />

da altra vegetazione. Riflettendo su tutto<br />

ciò che debbono aver visto e sentito,<br />

ho costruito le cicliche stagioni, l’acqua,<br />

il vento. Li ho pensati come metafora di<br />

due esseri umani molto anziani, coppia<br />

ultranovantenne invecchiata insieme; lo<br />

stare da soli come punto di forza all’interno<br />

della coppia, l’acqua rappresenta<br />

ciò che ci dà la forza di affrontare un<br />

nuovo giorno e riguarda l’individuo, ogni<br />

essere umano beve la propria; siamo costantemente<br />

in balia delle vicende che ci<br />

accompagnano nella vita, a volte cambiandocela<br />

prepotentemente, vere tempeste;<br />

il nostro corpo e la nostra mente,<br />

poi, hanno le loro stagioni.<br />

PUREZZA<br />

Il grande drammaturgo e scrittore siciliano<br />

Luigi Pirandello ci ha lasciato molto<br />

in eredità. Una situazione del “Fu<br />

Mattia Pascal” mi ha molto colpito e<br />

Cell. 320 3560033<br />

danieleravanelli58@gmail.com<br />

173


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Daniele Ravanelli<br />

l’ho riportata sulla tavola di terracotta<br />

presente nel pezzo. In questo brano ho<br />

intravisto tre luoghi in cui il concetto di<br />

“purezza” si fa presente e reale: la purezza<br />

delle due bambine morte, una alla<br />

nascita e l’altra dopo un anno, la purezza<br />

del dolore dei genitori che è assoluto, la<br />

purezza dei protagonisti della frase finale<br />

del brano, gli uccelli, organismi privi di<br />

sentimenti sviluppati, non in grado di<br />

scegliere fra il bene ed il male, ubbidienti<br />

ad istinti naturali; Pirandello li ha inseriti<br />

inaspettatamente così, per avere un<br />

confronto valido e attinente con l’azione<br />

del padre e della figlia. Meraviglioso nella<br />

tristezza dell’evento narrato. C’è anche<br />

la purezza della perdita di gioia, anzi<br />

la perdita della possibilità di provare gioia<br />

per chissà quanto tempo.<br />

Purezza, 2013, polimaterico<br />

…E L’ ALTRO<br />

Dal tralcio che partendo dalla base dopo<br />

essere penetrato nella vite finisce in alto<br />

il suo percorso si stacca un secondo tralcio,<br />

un segmento con colori più ambigui<br />

e oscuri che dopo essersi gettato entro<br />

una grigia barriera muta se stesso. Al di<br />

là, vari segmenti rappresentano la paranoia,<br />

l’ilarità, la depressione, l’apatia, la<br />

violenza. Gli enormi pericoli che si celano<br />

dietro l’abuso di alcool dovrebbero<br />

far riflettere l’individuo che lo usa e tutta<br />

la società in maniera ancora più intensa<br />

e cosciente. Quando si beve troppo, un’altra<br />

personalità esce fuori: è l’altro, ciò che è latente<br />

nell’individuo ed in ognuno prende un percorso differente.<br />

A volte è un pericolo per gli altri, sempre per<br />

se stessi. Manca una parola nel titolo al posto dei<br />

puntini, non può essere che “IO”.<br />

174


Mauro Rigacci<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Senza titolo, 1970, ferro, cm. 70<br />

Ritrattista, pittore e scultore, nasce a Firenze,<br />

dove inizia la sua attività artistica<br />

giovanissimo. Ha partecipato sin<br />

dal 1962 a mostre personali e collettive ottenendo<br />

premi e riconoscimenti. Attualmente<br />

vive e lavora a Firenze.<br />

mrigac@tin.it<br />

www.rigacci.it<br />

175


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Luigi Rindi<br />

Corsa podistica, il primo al traguardo<br />

Il Crocifisso<br />

Nato a San Mauro a Signa (FI), risiede a<br />

Prato da tanti anni. Dopo vari impieghi<br />

svolti in gioventù, lavora per<br />

trentacinque anni nelle Ferrovie dello Stato e<br />

nelle Assicurazioni. Da oltre venti anni ha iniziato<br />

la sua avventura nella scultura informale<br />

su tronchi e radiche di legno trovati in montagna<br />

e al mare. I suoi pezzi, nonostante siano<br />

manualmente lavorati, mantengono spesso la<br />

loro originalità e le caratteristiche naturali che<br />

si coagulano nelle sue opere di “Natura e Arte”.<br />

Ha partecipato a mostre personali e collettive<br />

in tante città d’Italia. Ha vinto diversi concorsi;<br />

nell’ultimo del 2013 si è classificato secondo<br />

al Premio di Scultura-Installazione della Competition<br />

For International Art in China Florence-Shanghai.<br />

Si può vedere e ascoltare la sua arte in vari filmati<br />

di You Tube, cercandoli con il nome<br />

dell’artista Luigi Rindi.<br />

luigi.rindi@libero.it<br />

176


Raffaello C. Romanelli<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Cèdric, 2005, bronzo, cm. 36x57x26<br />

La figura umana è il tema centrale del<br />

suo lavoro e le naturali proporzioni del<br />

corpo ne sono continua fonte di ispirazione.<br />

La rappresentazione realistica è lo strumento<br />

con cui Raffaello Romanelli dà forma<br />

alla bellezza di ciascun soggetto.<br />

Il suo lavoro eccelle nei ritratti: modellare dal<br />

vivo gli permette di catturare la forma dei volti,<br />

la miriade di espressioni e, quindi, di esprimere<br />

la personalità dei soggetti. È questo il segreto<br />

dell’intensità espressiva delle sue opere.<br />

Raffaello (Firenze, 1980) ha avuto da sempre<br />

un rapporto speciale con l’arte, ha nutrito gli<br />

occhi con gli esempi dei suoi avi e respirato l’aria<br />

di bottega fin da bambino, a contatto con<br />

gli scultori di cui ha raccolto gli spunti e la conoscenza.<br />

Ha poi ricevuto una formazione classica presso<br />

lo studio del maestro Charles H. Cecil a Firenze,<br />

dove ha appreso le tecniche del disegno e<br />

del modellato dal vero.<br />

Oggi lavora presso lo storico studio di famiglia<br />

al numero 70 di Borgo San Frediano a Firenze,<br />

luogo di lavoro e di ispirazione.<br />

Qui tiene lezioni di scultura, dà vita ai suoi progetti<br />

personali e riceve i suoi committenti internazionali.<br />

I suoi lavori in bronzo sono pezzi in edizione limitata,<br />

i marmi opere uniche scolpite a mano.<br />

Studio Galleria Romanelli - Borgo San Frediano, 70 - 50124 Firenze<br />

Tel. 055 2396662 - www.raffaelloromanelli.com<br />

177


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Raffaello C. Romanelli<br />

Martha, 2008, bronzo, cm. 54x36x28. Medaglia di<br />

bronzo al XXVII Premio Firenze 2009<br />

Torso di Fauno, 2011, bronzo, cm. 36x25x15<br />

Una calda sera di giugno: nel cuore la calma di<br />

un pomeriggio che è stato sereno; ma ora, superata<br />

da pensieri che mi volgono a scrivere<br />

qualche riga sulla scultura di Raffaello Romanelli.<br />

L’ho conosciuto in una delle prime soleggiate<br />

mattine d’aprile: ricordo una luce chiarissima<br />

che disegnava sulla poderosa porta<br />

medievale di borgo San Frediano assorte geometrie,<br />

la cui piena purezza richiamava la mia<br />

speranza di ritrovare in un giovane d’oggi un<br />

sentire simile al mio. M’avrebbero accolto l’incanto<br />

d’un luogo ancora sacro, che fu la chiesa<br />

di San Michele Arcangelo, e lo sguardo limpido,<br />

mite, unito a modi garbati, del trentenne<br />

artista. Nei silenzi di quell’aula semplice e solenne,<br />

Lorenzo Bartolini e quattro generazioni<br />

di ascendenti del nostro Raffaello ebbero il<br />

loro studio: qui, dove concepirono molte delle<br />

loro opere, ancor oggi si possono ammirare,<br />

sotto la luce vasta e misurata nella quale furono<br />

ideati, modelli, bozzetti e gessi, anche di<br />

grandi dimensioni, che, pur nell’affollata varietà<br />

di forme, intenzioni, sentimenti, ci dicon<br />

che questo luogo è ancora atto alla contemplazione...<br />

In tale tesoro di valori spirituali ed<br />

estetici, Raffaello, che fin dall’adolescenza<br />

aveva diffidato dei maestri e delle scuole d’arte,<br />

poté vagare cogli occhi, e trascegliere liberamente<br />

col cuore, per meditarle, quelle forme<br />

che più gli parlavano, e riceverne segreti<br />

insegnamenti per chiarire la propria vocazione:<br />

dalla balenante vivacità dei ritratti e dei<br />

bozzetti dell’avo di cui rifà il nome, imparò a<br />

riscattare il bronzo dall’opacità nuda di una<br />

resa troppo concreta, per una forma scintillante,<br />

allusiva. Riconobbe, così - e penso al<br />

178


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Raffaello C. Romanelli<br />

Torso femminile, 2009, bronzo, cm. 47x31x24.<br />

XXXII Premio Firenze 2014<br />

bronzo veduto presso un amico, che raffigura<br />

il modello Cèdric, da cui è nata la mia ammirazione<br />

per questo artista e il desiderio di conoscerlo<br />

- naturale e semplice, il recupero d’un<br />

tema, di grande tradizione. Ed elevati i pensieri<br />

ai significati, preferì chiedere ai modelli pose<br />

espressive, come il Bartolini interpretato con<br />

Jean-Jacques Rousseau, che privilegiava quelle<br />

prese spontanee, che «parlassero direttamente<br />

al cuore».<br />

Ecco che la penna si stacca dalla carta... mi appare<br />

di grande importanza la vicenda del pur<br />

breve soggiorno fiorentino del giovane modello<br />

francese Cèdric, se egli ha lasciato una traccia<br />

in tanti artisti: ingentilendo con la sua civile<br />

presenza l’applicazione attenta e di alta tecnica,<br />

degli allevi della scuola americana di Charles<br />

Cecil, ospitata nei locali attigui allo studio<br />

del giovane Romanelli; ma di più, facendo fiorire<br />

i disegni di chi era invece portato alla trasfigurazione<br />

del carattere. Raffaello Romanelli -<br />

era il 2005 - nelle aule della scuola americana,<br />

con quei compagni, fra i quali la pittrice tedesca<br />

Lynn Krol, spinti da candido entusiasmo,<br />

per un mese intero fecero muovere il modello<br />

cercando l’espressione più adatta: Cèdric venne<br />

loro incontro, da amico, non prendendo una<br />

“posa”, ma, con una torsione atletica, suggerendo<br />

un movimento; dal quale Raffaello prese<br />

spunto per innalzare i pensieri nella quiete del<br />

geometrico petto, del volto nobile e gentile, e<br />

per svolgerli da un altro punto di vista, accostando<br />

le robuste spalle a una testa generosa e<br />

piena di sentimento.<br />

Guglielmo Fondi<br />

Lo scultore e Cèdric, in “Artista”, 2010, pp.138-141<br />

179


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Valerio Savino<br />

All'Acqua alla Terra al Cielo, 2011, marmo di Carrara, cm. 150x120x60<br />

“La magia del divenire. Le metamorfosi di Valerio<br />

Savino”<br />

Scultore pittore grafico toscano.<br />

Passa un treno, il macchinista saluta Valerio<br />

con un fischio prolungato.<br />

Valerio, sulla sua impalcatura, intento a liberare<br />

dal marmo la sua ultima emozione, agita il<br />

braccio e risponde al saluto.<br />

Ecco questo scultore toscano, incurante del<br />

freddo e della pioggia, che scolpisce il duro<br />

marmo in un gelido pomeriggio di febbraio.<br />

Entrando nel suo atelier-giardino-esposizione,<br />

cartelli dipinti preparano il visitatore e lo ammoniscono<br />

che qui imperano la fantasia e l'immaginazione.<br />

Non scava solamente nel marmo, Valerio, ma<br />

fruga nell'anima e nella vita stessa cercando<br />

nel cuore della pietra le connessioni intime del<br />

divenire.<br />

Un tema che gli è caro è la metamorfosi, forse<br />

perché il cambiamento è la metafora della nostra<br />

esistenza.<br />

Non a caso l'ultima opera presentata porta un<br />

titolo emblematico: "In divenire", è una scultura<br />

in trasformazione che si evolve coll'intima<br />

essenza dell'artista, che si modifica con lui.<br />

Raro artista è Valerio, sotto i suoi ferri il marmo<br />

esprime emozioni, pensieri, azioni.<br />

L'abilità della sua mano consuma la materia<br />

Abit.: Via Rotonda, 5 - Pistoia - Studio: località Sant'Agostino - Pistoia<br />

Cell. 333 1510121 - valerioarte@live.it<br />

180


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Valerio Savino<br />

Madre Natura, 2012, travertino, cm. 80x100x60<br />

Inaugurazione della scultura Madre Natura a Vernio con il sindaco<br />

Paolo Cecconi<br />

scaglia dopo scaglia, modellando il duro e fragile<br />

marmo come se fosse argilla, liberando<br />

incredibili volute, aprendo arditi trafori, regalandoci<br />

impensabili equilibri.<br />

Ricordo la prima volta che vidi le sue opere,<br />

passando accanto al suo giardino: inchiodai i<br />

freni e mi fermai nel mezzo della strada, tanta<br />

è la forza che emana dalle sue opere.<br />

Adesso ho confidenza con lui, ma passare del<br />

tempo tra le sue sculture è sempre un'esperienza<br />

nuova e stimolante.<br />

Le sue opere sono presenti in varie collezioni<br />

private e pubbliche.<br />

Andrea Virgili<br />

181


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuseppe (Beppe) Setti<br />

I LEGNI DI BEPPE<br />

Ènato nel 1929 a Montevarchi, dove tuttora<br />

vive e lavora nel senso che partecipa<br />

attivamente alla conduzione della<br />

sua piccola impresa edile e di movimento terra.<br />

È un creativo anticonformista ricco di tante<br />

esperienze, a partire dal lavoro in una miniera<br />

in Belgio subito dopo la seconda guerra mondiale,<br />

al periodo del boom economico durante<br />

il quale si ritrovò muratore e costruttore, “angelo<br />

del fango” del dopo alluvione in quel novembre<br />

del ’66 a Firenze e tante altre. I creativi<br />

possono esprimersi in mille e mille modi diversi<br />

e possono attendere anche una vita intera<br />

prima di farlo. Beppe ha incontrato di recente<br />

la “materia giusta” e con le attrezzature più<br />

disparate si è messo a liberare i suoi “legni”<br />

dalle parti inutili ed in ognuno di essi ha lasciato<br />

la sua visione, dell’animale, dell’oggetto,<br />

della prospettiva o del monumento che ha inteso<br />

rappresentare. In effetti, i legni sono con<br />

lui da sempre sparsi per la sua cantina e il suo<br />

laboratorio. Tutto nasce dall’istinto creativo<br />

senza una particolare tecnica o studio. I colori<br />

sono combinazioni di materiali che è i grado di<br />

fare in quel momento e poi non più riproducibili.<br />

Ma come per tutte le cose istintive basta<br />

vederlo lavorare ad un suo legno per alcuni minuti<br />

e si capisce subito come abbia chiara la<br />

visione della cosa che deve riprodurre.<br />

Via dell’Ornaccio, 117 - 52025 Montevarchi (AR)<br />

182


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuseppe (Beppe) Setti<br />

LA MADONNA DELLA SPERANZA<br />

di GIUSEPPE SETTI<br />

L’uso del legno in Beppe Setti acquista<br />

una serie di significati diversi, iniziando<br />

da quello connesso al valore sacrale del<br />

materiale stesso. Lavorandolo in modo<br />

istintivo e raggiungendo nell’elaborazione<br />

scultorea esiti non immuni da forme<br />

di “primitivismo’ medievale, Beppe Setti<br />

in modo spontaneo ripropone l’antico<br />

concetto di homo faber e traduce simbolicamente<br />

sensazioni o concetti da lui<br />

elaborati quasi inconsciamente.(…)<br />

Sono queste le premesse per comprendere<br />

il significato e il valore morale, oltre<br />

che artistico, della Madonna della Speranza,<br />

grande scultura scavata d’istinto,<br />

quasi seguendo l’esempio di michelangiolesca<br />

memoria, direttamente nel<br />

pezzo di legno trovato per caso e amato<br />

dietro un impulso che è diventato idea e<br />

da idea si è trasformato in una “icona<br />

mariana”, assimilabile per certi aspetti<br />

alle antiche maestà e, per altri, ad un totem<br />

capace di concentrare su di esso la<br />

speranza di chi lo guarda o lo contempla<br />

con devozione. L’immagine della Madonna,<br />

colta nell’atto di pregare con le<br />

mani giunte, ha nel volto caratteri somatici<br />

“universali”, dal momento che<br />

essi nella loro elementarità sono il prototipo<br />

di una creatura assoluta, partorita<br />

dalle mani di un uomo divenuto nella<br />

Lo scultore Beppe Setti con la sua Madonna della Speranza<br />

vita artista per caso. Spetta al legno, in questo caso<br />

esaltato nella sua totale naturalezza, dare l’idea di<br />

Lignum vitae, salvifico e pieno di vitalità intrinseca,<br />

passando attraverso il ruolo di intermediaria e di mediatrice<br />

rispetto all’Eterno, assegnato storicamente<br />

e teologicamente alla Vergine.<br />

Liletta Fornasari<br />

183


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuliana Signorini<br />

Eva, 1994, alabastro, cm. 47x30x10<br />

La Prigioncina, 1996, marmo, cm. 34x21x25<br />

Una vita per l’arte<br />

Giuliana Signorini nasce in una città<br />

cara agli artisti, la Pistoia di Marino<br />

Marini, di Iorio Vivarelli e di Sigfrido<br />

Bartolini, anche del poeta Bigongiari. Grazie al<br />

padre, amante delle arti e al clima della città,<br />

la piccola Giuliana respira giovanissima il senso<br />

delle forme. Ma la contiguità del villino paterno<br />

con la casa dello scultore Cleto Lapi le<br />

favorisce quell’amicizia. Presso il suo studio<br />

farà un aurorale apprendistato d’artista. Lapi è<br />

uno scultore classicista, quando sarà impegnato<br />

in una statua che celebra il leggendario generale<br />

Smuts del Sud Africa, Giuliana avrà per<br />

primo impegno - lo ricorda sorridendo - di modellare<br />

un grosso bottone della divisa militare.<br />

Pier Francesco Listri<br />

Dal volume “Tracce della mia vita nell’arte”,<br />

edizioni Pegaso, 2008<br />

giulianasignorini@virgilio.it<br />

184


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Giuliana Signorini<br />

Meteora (arredo urbano Firenze), 1995, bronzo, diametro<br />

cm. 100<br />

Concordi discordanze<br />

“… Sulla barca un dio (o una dea) superstite<br />

alla catastrofe del mondo antico mi seduce e<br />

mi scorta all’altra riva dove mi mostra quello<br />

che non vedono solitamente gli occhi, la sua<br />

voce non ho mai udita prima e riconosco”<br />

Sono questi versi di Pasquale Siano che si<br />

alleano alla statua dell’Eva in alabastro che invita<br />

al puro conoscere di un mondo indebitamente<br />

sconosciuto. Ed è in parte la funzione di<br />

questa mostra di opere di Giuliana Signorini<br />

che possiede il segreto di una epifania recata in<br />

coppe dalla natura diversa, nell’incontro di colori<br />

e segni che l’artista ha mescolati assieme,<br />

alla ricerca di un suo concerto tratto da un più<br />

che privato spartito. A questo valgono “Meteora”,<br />

e la dolente “Maternità” che nelle sue<br />

forme incerte pare sospirare ad un Michelangelo<br />

dei prigioni fattisi modesti relatori di un<br />

pianeta, tutto quanto da vivere in umiltà.<br />

I mosaici sono sicuramente serviti all’artista<br />

allo scampo della fantasia, alla ricerca di pianeti<br />

dove il colore del mare e della terra indagassero<br />

per una loro rinnovata composizione.<br />

E poi ecco come a misura quel pietroso “Gufo”,<br />

segno di una cercata - e forse mai ritrovata! -<br />

saggezza, che serva alla ragione. Se poi serve,<br />

servire la ragione.<br />

Marcello Vannucci<br />

24 settembre 1997<br />

185


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mauro Stefanini<br />

Autoritratto, pietra Arenaria, cm. 30x30x30<br />

Lo scultore Mauro Stefanini nasce a Volterra,<br />

città storicamente nota per la lavorazione<br />

dell’alabastro in un’epoca<br />

nella quale il centro storico era popolato da<br />

numerose botteghe artigiane che costituivano<br />

una delle principali risorse economiche della<br />

città. E’ qui, ancora adolescente, che ha il suo<br />

primo contatto con la scultura e i maestri locali<br />

della materia: scultori, sbozzatori e finitori<br />

che riproducono nelle loro botteghe le maggiori<br />

espressioni dell’arte classica greca e romana.<br />

Mauro Stefanini si è formato artisticamente<br />

negli anni Sessanta, in un periodo di<br />

rinnovamento e di fermento culturale che trovava<br />

il proprio riflesso nelle opere della Pop-<br />

Art. Pur raccogliendo le istanze di rinnovamento<br />

proprie di quel periodo artistico, le<br />

opere di Mauro Stefanini restano ispirate prevalentemente<br />

dai grandi scultori del passato<br />

come Michelangelo o il Bernini e dall´arte antica<br />

nell´intento di rappresentare i sentimenti<br />

degli umani, la loro natura e la loro civiltà.<br />

Via del Molino 7 - 56047 Saline di Volterra (PI)<br />

Tel. 0588 44049 - mauro.stefanini.it@gmail.com<br />

186


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mauro Stefanini<br />

Cristina, pietra alabastrina, cm. 25x25x50<br />

187


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mauro Stefanini<br />

La Sorgente, pietra striata, cm. 30x30x50<br />

188


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Mauro Stefanini<br />

Nottorno alla Schezza, arenaria volterrana, cm. 35x35x35<br />

189


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Massimo Taccetti<br />

Cristo Redentore - Immagine di luce - plexiglas traforato<br />

e vetro piombato, cm. 40x60<br />

Amazzone, bronzo, h cm. 35<br />

Massimo Taccetti è nato nel 1954 a<br />

Lastra a Signa.<br />

Diviene, dopo anni di studio e ricerca<br />

di attività manuali ed artistiche, un artista<br />

poliedrico.<br />

Nel suo percorso ha acquisito padronanza su<br />

diversi materiali e tecniche.<br />

Produce le sue opere nel tempo libero esprimendo<br />

la sua creatività con la scultura, la ceramica,<br />

gli strumenti musicali e le vetrate artistiche.<br />

La sua opera “Sintropia”, dedicata ai Donatori<br />

di sangue, è posta in piazza Piave di Malmantile,<br />

Lastra a Signa: nei due moduli alla base l'umanità<br />

si edifica verso l'alto compiendo, al<br />

centro, un'unione solidale dove un vuoto è colmato<br />

con l'atto della donazione. Tutto è gestito<br />

dalla forza attrattiva che porta verso il fine<br />

della vita, l'AMORE.<br />

Via Dante Alighieri, 57-51 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 055 8724760 - tac.mpgs@hotmail.it<br />

190


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Massimo Taccetti<br />

Pensiero, terracotta bronzata, h cm. 40<br />

Sintropia, ottone patinato, h cm. 90<br />

191


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gino Terreni<br />

Gino Terreni è nato a Empoli, in località<br />

Tartagliana, il 13 settembre del 1925.<br />

Fin da giovanissimo ha espresso le<br />

proprie doti artistiche plasmando l’argilla del<br />

luogo e disegnando la vita quotidiana dei contadini<br />

della valle dell’Orme. L’evento bellico<br />

interrompe i suoi studi. L’8 settembre del 1943<br />

entra nella brigata partigiana Arno e poi nel<br />

battaglione arditi d’assalto della divisione Legnano,<br />

combattendo sulla Linea Gotica ed entrando<br />

tra i primi a Bologna. Finita la guerra,<br />

riprende gli studi al Magistero Fiorentino, sotto<br />

la guida di Francesco Chiappelli e Pietro Parigi.<br />

Gli orrori della guerra lo segneranno profondamente<br />

e da questo momento inizia a<br />

percorrere la strada dell’Espressionismo. La sua<br />

arte diviene testimonianza della Storia Italiana<br />

del Secondo Novecento, dagli orrori della<br />

guerra alla speranza della pace, dalla vita dei<br />

campi all’arte sacra, sperimentando quasi tutte<br />

le tecniche conosciute. Tiene la sua prima personale<br />

nel 1955, al Fondo Anichini a Piombino<br />

(LI). Dopo saranno centinaia le mostre personali<br />

(tra cui ben quattro all'Accademia delle Arti<br />

del Disegno di Firenze) e collettive su invito,<br />

realizzate un po’ in tutto il mondo. La sua produzione<br />

è sterminata e le sue opere, frutto di<br />

oltre settanta anni di attività artistica, si trovano<br />

presso numerosi musei, nazionali ed internazionali,<br />

in decine di chiese, edifici storici e<br />

piazze italiane. Tra questi si possono citare la<br />

Galleria degli Uffizi, dove è presente con ben 17<br />

opere; le collezioni della Regione <strong>Toscana</strong> e<br />

dell’Accademia delle Arti di Firenze; Il Museo<br />

dei Gessi di Pietrasanta, con i bozzetti di alcuni<br />

monumenti colà realizzati; la casa natale di Arnolfo<br />

di Cambio a Colle Val d’Elsa; le chiese di<br />

San Rocco a Larciano, di Limite sull’Arno e il<br />

Santuario di S. Gerardo Maiella a Materdomini<br />

L'artista di fronte al Monumento alla Pace, 2012 in<br />

marmo di Carrara - per il Comune di Certaldo - nel<br />

suo atelier di Pietrasanta<br />

(AV). Ha realizzato sette monumenti pubblici:<br />

nel 1992 quello in onore a Stellato Spalletti, in<br />

marmo di Carrara e mosaico, a Ponte a Egola, S.<br />

Miniato (PI); nel 1994 il monumento internazionale<br />

alla Pace, in bronzo e mosaico, all’Abetone<br />

(PT) su incarico dell’ONU; il monumento<br />

alla Pace in bronzo e maioliche a Montelupo<br />

Fiorentino nel 1996; il grande monumento<br />

dedicato alle vittime per l’eccidio del padule di<br />

Fucecchio, inaugurato nel settembre del 2002<br />

dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio<br />

Ciampi, a Castelmartini di Larciano (PT); nel<br />

2003 quello in memoria del bombardamento<br />

delle Cascine di Empoli; nel maggio 2009 “Il<br />

Tripudio”, in marmo di Carrara, a Montespertoli<br />

(FI); il 9 novembre 2013 il grande monu-<br />

Studi: Via Giovanni da Empoli, 19 - 50053 Empoli (FI) • Via O. di Paolo, 24 - 50051 Castelfiorentino<br />

San Martino alla Palma - 50018 Scandicci (FI) • www.ginoterreni.it<br />

192


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gino Terreni<br />

Crocifissione, metà anni Sessanta, rottami di ferro,<br />

attrezzi, marmitta di auto lavorati a fiamma ossidrica,<br />

cm. 108x98<br />

mento, sempre alla Pace, per il Comune di<br />

Certaldo (FI).<br />

È accademico dell’Accademia delle Arti del<br />

Disegno di Firenze dal 1970, delle Muse e<br />

degli Incisori d’Italia, fa parte dell’Associazione<br />

Incisori Veneti ed è Paiolante d’onore<br />

dell’Antica Compagnia del Paiolo di Firenze.<br />

È Cavaliere della Repubblica Italiana per<br />

meriti artistici. Cittadino onorario dei comuni<br />

di Montaione, Abetone e Larciano. Ha<br />

fondato, a Empoli, con l’amico Carmignani i<br />

“Musei della Resistenza e d’Arte Moderna”.<br />

“…Terreni ha modellato e modella il bronzo,<br />

lavorato le crete, scolpito il marmo, praticato<br />

in gran misura l’affresco; sovente la<br />

pittura ad olio; con alti risultati ha anche<br />

creato bellissime serie di incisioni. Tanta varietà<br />

non l’ha distolto da una incredibile coerenza<br />

e continuità di messaggio, perlopiù laicamente<br />

corale e civile (e dunque anche politico), ma anche<br />

direttamente impegnato nella, oggi difficilissima,<br />

arte sacra. Così attorno alla “sua” terra empolese,<br />

e poi in <strong>Toscana</strong>, in Italia e in vari paesi, le<br />

sue opere sono soprattutto distribuite oltre che in<br />

prestigiosi musei, ora nelle piazze ora negli edifici<br />

sacri, chiese e non solo. Proposte dunque alla comunità,<br />

cittadini e fedeli: e sempre, in un unico<br />

abbraccio di umanità.<br />

Quale umanità? Se ogni artista testimonia sempre,<br />

anche senza intenzione, il proprio tempo, Terreni<br />

ha rappresentato del Novecento, del “secolo<br />

breve”, sopratutto guerre e orrori, stragi e strazio.<br />

L’olocausto generale che ha ferito, ucciso e sterminato<br />

soprattutto gli inermi, i senza voce. Il dolore<br />

e l’offesa dei popoli, che sono sempre composti<br />

di singole creature. Prima di accennare allo<br />

stile e ai suoi maestri, restiamo alle opere. Sulla<br />

solida, quasi sempre sottesa tessitura di echi fortemente<br />

classici, quest’artista innesta una modernità<br />

tragica, asciutta e possente. Guardate: le<br />

sue figure non sono quasi mai isolate e sole, formano<br />

a volte una coppia, spesso un gruppo, proposto<br />

non di rado all’abbraccio. La frequente nudità<br />

dei corpi, più che eco classica, è simbolo di<br />

povertà umiliata. Quasi sempre le braccia sono<br />

tese al cielo, per implorazione o speranza di libertà.<br />

Contro la retorica della tradizione monumentale<br />

italiana, dal Risorgimento in giù, Terreni non<br />

rappresenta scene cruente ed “eroiche”, ma<br />

all’opposto, le conseguenze terribili di queste sugli<br />

inermi. Caratteristica di Terreni, forse per l’alta<br />

e corale suggestione delle storie narrate, è di lavorare<br />

in grandi dimensioni. I suoi monumenti spiccano<br />

verso il cielo, rinunciando alla minuta grazia<br />

degli ornati. I suoi affreschi sono grandiose “biblia<br />

pauperum”; le sue vetrate incendiate di vivissimi<br />

colori, catturano sole e luce…”<br />

Pier Francesco Listri<br />

193


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gino Terreni<br />

Deposizione, 1979 - Pieve di Santa Maria a Limite sull’Arno<br />

- altorilievo e altare in pietra serena<br />

Lo Stupore, 2002 - Monumento alle vittime dell'eccidio del<br />

Padule di Fucecchio dell'agosto 1944 - marmo di Carrara,<br />

h m. 5 ca<br />

“Gino Terreni, il dolore e la speranza”<br />

Nell’attraversare una pagina di storia lunga quasi un<br />

secolo, Gino Terreni ci consegna una testimonianza<br />

vissuta in prima persona, raccontata per immagini<br />

vere e palpitanti incise nel legno, scavate nella pietra<br />

e nel marmo o fuse nel bronzo, dipinte in affresco e<br />

su tavola o incastonate nelle tessere del mosaico e<br />

nel piombo della vetrata.<br />

Maestro di stampo antico per la capacità di padroneggiare<br />

con abilità e sapienza ogni campo dell’arte,<br />

ma dotato di un linguaggio moderno ed attuale, Terreni<br />

sfoglia il suo diario iniziato nella<br />

campagna empolese a contatto con la<br />

natura, madre e maestra, per proseguire<br />

sulla Linea Gotica, in mezzo alla tragedia<br />

della guerra, sfiorando più volte la<br />

morte durante la Resistenza.<br />

Nelle sue opere è sempre presente quel<br />

ricordo incancellabile che come un fuoco<br />

si ravviva ogni attimo nella mente e<br />

prende forma “per non dimenticare”.<br />

Eppure non si tratta mai di un’angosciosa<br />

rievocazione ma di un esultante messaggio<br />

di pace, perché in quei volti sofferenti,<br />

in quei corpi tormentati, piegati<br />

nell’estremo sacrificio, alita un respiro di<br />

serenità, un grido d’amore, un anelito<br />

alla speranza. Il dolore, lacerante ma<br />

composto, è lenito da una religiosità<br />

profonda e alimentato dalla gioia dell’altruismo,<br />

come nella rappresentazione<br />

del martirio di Padre Kolbe, con la serie<br />

di xilografie realizzata per il Vaticano nel<br />

1981, voluta da San Giovanni Paolo II.<br />

Con l’essenzialità e la potenza del bianco<br />

e del nero, con il vigore plastico e con<br />

la delicatezza del colore, si leva il monito<br />

di Gino Terreni per diffondersi in ogni<br />

angolo della Terra: mai più orrori e violenza<br />

ma pressante richiamo alla pace e<br />

alla fraternità, nell’esaltazione dei valori<br />

più alti della persona umana, della sua<br />

irripetibile unicità.<br />

Pluridecorato Combattente per la Libertà<br />

e riconosciuto Paladino della Pace,<br />

Gino Terreni nella sua instancabile opera<br />

ha sempre privilegiato l’intelletto e il<br />

sentimento, la mano ed il cuore che lavorano<br />

all’unisono per salvare l’emozione<br />

e renderla eterna.<br />

Dalla lezione di Pietro Parigi all’Istituto<br />

d’Arte di Porta Romana ai lunghi anni di<br />

insegnamento nelle scuole medie e superiori,<br />

dai chilometri di legno inciso ai<br />

194


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gino Terreni<br />

Monumento alla Pace, Abetone 1994, bronzo e mosaico,<br />

h m. 4 ca<br />

metri quadrati di affreschi e vetrate in tante chiese<br />

italiane, dai mosaici ai monumenti pubblici che<br />

continua a scolpire con energia giovanile, Gino<br />

Terreni non solo trasmette ai suoi allievi la tecnica<br />

e il serio impegno nel lavoro, ma è per tutti maestro<br />

di vita e di umanità.<br />

Gabriella Gentilini<br />

“Dopo il Guttuso del "Got mit uns", non è rimasto<br />

che Gino Terreni a testimoniare gli orrori della<br />

guerra e dell’epos della Liberazione. Combattente<br />

nella brigata partigiana Arno e poi, sulla Linea Gotica,<br />

nel corpo dei Volontari della Libertà, Terreni<br />

ha vissuto i giorni belli e terribili che videro<br />

la Patria riconquistare la libertà e l’onore.<br />

La sua arte è una testimonianza civile di altissimo<br />

significato, esempio e modello per<br />

le giovani generazioni in questo anno che<br />

celebra i sessant’anni della Costituzione<br />

Repubblicana. Fa bene Riccardo Nencini a<br />

ricordarcelo. La guerra però è un’esperienza<br />

che segna per sempre, è un’ombra nera che<br />

scende sulla vita di chi l’ha vissuta occupandola<br />

per sempre. Gino Terreni non ha<br />

mai dimenticato gli occhi febbrili dei combattenti<br />

in prima linea ("Soldato empolese<br />

della Legnano", matita nera su carta, 1948),<br />

non ha dimenticato "Il pianto delle madri"<br />

(xilografia, 1963), la cupa desolazione di chi<br />

ha perso tutto ("Sfollati" del 1946), lo stupore<br />

degli innocenti portati al macello<br />

("Eccidio del padule di Fucecchio", marmo<br />

di Carrara, 2002). Chi ha vissuto la guerra<br />

(e quella guerra, guerra civile senza onore e<br />

senza misericordia…) non potrà mai più essere<br />

artista di ordine, di grazia, di armonia.<br />

“E come potevamo mai cantare col piede<br />

straniero sopra il cuore…” scriveva, in quei<br />

giorni, Quasimodo. Aveva ragione. L’ombra<br />

lunga della guerra è entrata nella vita e nello<br />

stile di Gino Terreni. I suoi riferimenti saranno<br />

d’ora in poi i neri inchiostri di Parigi, i<br />

Fusillados e i capricci neri di Goya, gli<br />

espressionisti tedeschi, Guttuso e Maccari.<br />

Il risultato sono opere dolenti, ma non disperate,<br />

testimoni di grandi sofferenze ma<br />

non negate alle attese dei giusti e dei pacifici<br />

che un giorno - dice il vangelo - possederanno<br />

la terra.”<br />

Antonio Paolucci<br />

direttore dei Musei Vaticani<br />

195


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Fabio Vettori<br />

Ascot June 2017, First Ciborg Race, 2001-2002, metalli misti (nobili ossidati,<br />

ottone, rame e rete zincata), cm. 56x20xh 47<br />

Nato nel 1943 a Firenze, dove vive e<br />

lavora. Ha al suo attivo varie mostre<br />

personali ed ha partecipato con successo<br />

a diversi concorsi nazionali e internazionali.<br />

Tra i premi ricevuti si ricordano: il primo<br />

premio Fior di Loto (1980), il secondo premio<br />

Brunellesco (1981), il primo premio Mostra<br />

Sociale (Fiesole, 1981) e il premio Fiorino d’Oro.<br />

Nel campo della scultura ha ottenuto con<br />

la sua personale tecnica denominata “scultura<br />

- mosaico” ottimi giudizi di critica e di pubblico.<br />

L’ultima mostra personale risale alla fine<br />

degli anni Ottanta nella sede del Gruppo Donatello.<br />

In quest’occasione Tommaso Paloscia<br />

visitò la mostra e la recensì sul quotidiano La<br />

Nazione con un articolo dal titolo “Una pagina<br />

nell’Arte di Vettori”.<br />

Hanno scritto di lui: Giuse Benignetti, Tommaso<br />

Paloscia e Paolo A. Di Martino.<br />

Scrivendo di Fabio Vettori agli inizi degli anni<br />

Duemila, Tommaso Paloscia parlò delle “ingiustificate<br />

perplessità” dello scultore fiorentino,<br />

che, pur possedendo “un talento non comune”,<br />

si era fatto più volte frenare, nel suo sviluppo<br />

creativo, da scrupoli e ripensamenti del tutto<br />

immotivati. Un giudizio che intendeva essere<br />

uno sprone affinché Vettori maturasse intimamente<br />

la consapevolezza di un valore che le sue<br />

sculture già esprimono senza alcuna remora.<br />

L’idea che mi sono fatta visitando il suo studio<br />

e intrattenendomi con lui in una lunga chiacchierata,<br />

è che oggi delle “perplessità” intraviste<br />

da Paloscia non ci sia più alcuna traccia. Al<br />

contrario, le sue parole rivelano una chiarezza<br />

d’intenti e una determinazione espressiva che<br />

lo fanno essere in controtendenza rispetto<br />

all’irresolutezza spesso strumentale di molti<br />

artisti contemporanei. L’impressione è che il<br />

Cell. 340 2333651<br />

theartist@vettoriart.com - www.vettoriart.com<br />

196


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Fabio Vettori<br />

America, America! (rughby), 1984 -1985, metalli<br />

misti, cm. 70 h x 27 largh x 24 slancio<br />

Apollo e Dafne, 2004 - 2005, tecnica mista integrata<br />

(olivo, ottone, rame ossidati), cm. 45 h 23 x h 66<br />

suo percorso artistico sia attraversato da un’esigenza<br />

di autenticità che l’ha spinto a rifiutare<br />

qualunque scelta che non fosse il risultato di un<br />

profondo convincimento interiore. Per Vettori<br />

ogni scultura è una sfida, in cui nulla però è affidato<br />

al caso. Anche la varietà dei soggetti è il<br />

risultato di un’attenta valutazione: spaziando<br />

dall’uomo - automa al centauro avveniristico,<br />

dallo slancio energico dell’atleta alla fissità delle<br />

armature medievali, dalla mitologia classica<br />

ai simbolismi figurali di memoria novecentesca,<br />

Vettori indirizza la sua verve creativa su più<br />

sentieri tematici, avendo come imprescindibile<br />

riferimento i criteri di una tecnica ormai consolidata:<br />

la scultura - mosaico. Definizione,<br />

quest’ultima, che si deve all’intuizione critica di<br />

Giuse Benignetti, la prima ad aver riconosciuto<br />

e siglato con la parola scritta “il linguaggio<br />

composito e sofisticato” di Fabio Vettori. Una<br />

tecnica che riscopre una manualità antica per<br />

farsi veicolo di una sensibilità moderna e di una<br />

capacità immaginativa che sorprende per il<br />

modo in cui disciplina il passaggio dall’idea alla<br />

forma senza l’ausilio di un modello preparatorio.<br />

Il risultato finale ricorda visivamente la fusione<br />

in bronzo, mentre in realtà il procedimento<br />

consiste in una lavorazione diretta dei<br />

metalli, soprattutto rame e ottone, che vengono<br />

prima modellati, frammento dopo frammento,<br />

e poi saldati in un corpo unico. L’assenza<br />

di un tracciato progettuale denota una<br />

conoscenza profonda, quasi aprioristica delle<br />

proprietà interne di una forma - sia essa umana<br />

o animale - e delle relazioni strutturali su cui si<br />

fonda. Ed è con sorprendente naturalezza, ovvero<br />

con la totale assenza di artificio, che Vettori<br />

“compone” le sue sculture, passando<br />

dall’unità dell’immagine mentale alla molteplicità<br />

delle singole componenti e da queste<br />

nuovamente all’uniformità della figura. Di carattere<br />

diverso è l’intervento sulle radici e sui<br />

tronchi di legno ai quali aggiunge elementi metallici<br />

che assecondano l’andamento già scultoreo<br />

della materia lignea: un’occasione per<br />

rinnovare l’antico dialogo tra la natura e l’artista,<br />

tra la bellezza spontanea delle cose naturali<br />

e l’intelligenza che guida il processo creativo.<br />

Daniela Pronestì<br />

197


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gabriele Vicari<br />

Alex, bronzo, grandezza naturale<br />

Nettuno, bronzo, cm. 40<br />

Nato a Lucca nel 1971, ha studiato<br />

all’Accademia di Belle Arti di Carrara<br />

e ha frequentato lo studio dello<br />

scultore Marcello Tommasi a Pietrasanta e a<br />

Firenze fino al 2008. La conoscenza dell’anatomia<br />

e la vasta esperienza tecnica gli hanno<br />

procurato importanti incarichi professionali a<br />

vasto raggio. Ritenuto un gran ritrattista (nel<br />

2009 ha ricevuto il premio internazionale “Ritratto<br />

Pangolin” organizzato dall’Associazione<br />

degli Artisti Ritrattisti di Londra), è pittore<br />

e scultore con opere stabilmente collocate in<br />

collezioni pubbliche e private sia in Italia (Firenze,<br />

Camoiore, Santa Maria a Monte) che<br />

all’estero (Denver, Victoria, Bruxelles, Londra,<br />

Oslo). Ha tenuto diverse personali (Lucca,<br />

Montecarlo, Massa, Pietrasanta e Santa Maria<br />

a Monte, etc.) e partecipato a mostre collettive<br />

come Omaggio a Gino Bartali e Gastone<br />

Nencini. Tra gli appuntamenti espositivi più<br />

recenti si ricordano: "Versilia Wine Art Festival"<br />

(Chiostro Sant’Agostino, Pietrasanta,<br />

2009) e "Lo Studio e l’Opera" (Musei Civici di<br />

Villa Paolina Bonaparte, Viareggio, 2012), entrambe<br />

a cura di Lodovico Geirut; nel 2014 ha<br />

esposto con "Viaggio d’Artisti in Europa" (a<br />

cura di Gigliola Fontanesi e Lodovico Geirut),<br />

presso il Palazzo Berlaymont Bruxelles, sede<br />

della Commissione Europea.<br />

55041 Camaiore (LU)<br />

gabriele.vicari@hotmail.com - www.gabrielevicari.com<br />

198


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Gabriele Vicari<br />

Monumento a Sir James Douglas, primo governatore<br />

della città di Vittoria (Canada), m. 2,20. Il<br />

monumento si trova a Vittoria di fronte alla casa<br />

del governatore<br />

Gabriele Vicari è artista completo. Nel suo<br />

caso c’è da dire che guarda al passato dei<br />

Grandi, ma vive nell’oggi analizzando autonomamente<br />

una realtà che porta in essere<br />

figurativamente con puntigliosità e fantasia.<br />

In un tempo – definiamolo così “di rinnovi”<br />

– dove talvolta è arduo da parte di<br />

molti comprendere da quale parte sosti l’Arte<br />

per l’incedere imperioso di una virtualità<br />

casuale e di una sempre più superficiale<br />

“provocazione”, altresì pilotato da un mercantilismo<br />

sovente privo di Cultura, il suo<br />

saper disegnare ottimamente conoscendo<br />

Ritratto di Michele Canova, scultore viareggino, 2007,<br />

terracotta, grandezza naturale<br />

l’anatomia, il plasmare la creta come pochi, il<br />

patinare il bronzo, il dipingere ad olio…, lo rende<br />

sempre più profondamente degno della nostra<br />

stima.<br />

Lodovico Geirut<br />

199


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Thomas Welti<br />

La sognatrice, 2007, ceramica, cm. 12h<br />

Thomas Welti, un poeta?<br />

Un pensiero sul linguaggio delle sue sculture<br />

di Josef Kalt<br />

Se la lirica è un tipo di poesia in cui il vivere<br />

soggettivo, sentimenti, atmosfere o<br />

riflessioni sono trasferiti, attraverso la<br />

rima e il ritmo, in immagine, allora Thomas<br />

Welti è un poeta, un lirico.<br />

Non si esprime con parole, ma con marmo, legno<br />

e ceramica. Per lui, rima e ritmo sono le<br />

forme e le superfici delle sue figure. Le opere<br />

sono facilmente leggibili, parlano la lingua del<br />

Paese in cui ha scelto di vivere, delle amabili e<br />

calme colline toscane. Questo paesaggio con<br />

le sue stagioni, il divenire e passare, determina<br />

l’arte di Thomas Welti. L’arte che si dedica principalmente<br />

ha un tema, il corpo umano, che è<br />

rappresentato come frammento, spesso ridotto<br />

all’essenziale.<br />

In questo modo, egli si aspetta, o addirittura<br />

pretende, un’interpretazione molto personale<br />

dell’osservatore. I particolari omessi devono<br />

Podere Semena, 1 - 56030 Lajatico (PI)<br />

thomas@welti-art.ch - www.welti-art.ch<br />

200


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Thomas Welti<br />

La corpulenza, 2007, granito ticino, cm. 47<br />

La danza della gioia<br />

essere immaginati, l’opera dell’artista deve stimolare<br />

la fantasia dell’osservatore.<br />

Thomas Welti vede il compimento della sua<br />

opera quando colpisce le altre persone. Proprio<br />

le sue piccole figure di ceramica permettono<br />

un duplice approccio. Da una parte, la via visuale<br />

che, attraverso l’occhio, porta nel cuore e<br />

nell’anima dell’osservatore; dall’altra, attraverso<br />

le mani, il senso del tatto che, in maniera<br />

altrettanto chiara, trasmette pace, armonia ed<br />

eleganza, e che porta a pensare e a sognare.<br />

Hermann Hesse, che, come Thomas Welti, ha<br />

trovato la sua felicità e la sua definitiva dimora<br />

nel sud, paragona l’irrequieta esistenza umana<br />

con la terracotta che nelle mani del creatore è<br />

“muta e cedevole che non piange o ride, mille<br />

volte impastata e mai bruciata.”<br />

“Potessimo, una volta, farci pietra, durare!”<br />

Thomas Welti, con le sue sculture, dà forme<br />

durevoli a questa nostalgia di Hermann Hesse.<br />

Forme che, anche al di là della sua vita, racconteranno<br />

di lui; forme che, insieme alle superfici<br />

che le avvolgono, spingono sempre di nuovo<br />

alla lettura, alla comprensione.<br />

201


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Andrea Zannoni<br />

Forma Primis, Marmo nero Belgio e marmo statuario Carrara, cm. 21x20x46h<br />

Nato a Livorno nel 1975, si diploma al<br />

Liceo Artistico di Lucca e successivamente<br />

s’iscrive all’Accademia di Belle<br />

Arti di Carrara, dove scopre la passione per<br />

la scultura. Trasferitosi all’Accademia di Belle<br />

Arti di Firenze dove consegue il diploma con il<br />

massimo dei voti e lode nel 2002. Ha realizzato<br />

opere monumentali in diverse città italiane<br />

e ha esposto, dal 1999 ad oggi, in numerose<br />

gallerie e spazi pubblici sia in Italia (Firenze,<br />

Pistoia, Livorno, Viareggio, Roma, Venezia,<br />

Ferrara, Palermo) e all’estero (Parigi, Amsterdam,<br />

Bruxelles), dove è stato spesso premiato<br />

per l’alto valore del suo lavoro artistico. È stato<br />

recensito in diverse riviste e cataloghi d’arte.<br />

Di lui hanno scritto: Paolo Levi, Alessandra<br />

Rontini, Aldo Albani, Maria Cristina Ricciardi,<br />

Maria Claudia Simotti, Ilaria D’Adamio, Mariarosaria<br />

Belgiovine, Francesco Chetta, Salvatore<br />

Russo.<br />

Abitazione e Studio: Via Bassa di San Sebastiano, 53 - 51100 Bottegone (PT) - Cell. 347 3357677<br />

www.andreazannoni.it - info@andreazannoni.it - scultand@gmail.com<br />

202


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Andrea Zannoni<br />

Libertà, Pietra della Maiella e legno, cm. 100x50x50h<br />

Noi Due, Pietra della Maiella e marmo verde alpi, cm. 35x16x40h<br />

La sintesi plastica dell' opera di Andrea Zannoni<br />

tratteggia la lirica connotazione della sua<br />

scultura. Il suo modellato di chiara accezione<br />

astratta, segue in spiccata intonazione ascensionale<br />

lo sviluppo di forme essenziali, capaci<br />

di carpire lo sguardo per la purezza delle linee.<br />

L'artista lavora il marmo e la pietra, esaltandone<br />

la naturale bellezza cromatica, giocando<br />

con la luce che accarezza le superfici levigate,<br />

creando coinvolgenti contrasti tra luce ed ombra,<br />

capaci di rendere l'opera palpitante di una<br />

energia intrinseca. Il linguaggio artistico diventa<br />

mezzo espressivo per evocare l'intima<br />

definizione di sentimenti, efficacemente sintetizzati<br />

in forme nelle quali è facile riconoscersi.<br />

Le sue opere possono essere percepite quali<br />

archetipi capaci di comunicare al livello universale,<br />

proprio perché da questi profili si libera<br />

la voce di una spiritualità antica quanto la<br />

storia dell'uomo.<br />

Paolo Levi<br />

203


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Lucia Zei<br />

Sidonia, fertilità siderale. Il potere della creazione, bronzo, cm. 70x40x40<br />

Nata ad Arezzo nel 1976, frequenta l'Istituto<br />

Statale d'Arte di Arezzo, sezione<br />

Moda e Costume Teatrale. Nel<br />

1999 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze,<br />

dove segue il corso di Scultura. Nel<br />

2003 si laurea discutendo la tesi teorico - pratica<br />

sulle tecniche di lavorazione del gioiello<br />

granulato, tecnica delicatissima risalente agli<br />

etruschi, e questa esperienza le permette di<br />

affinare le sue abilità in una prova difficile quale<br />

la gioielleria, ovvero la scultura in miniatura.<br />

Nel 2003 consegue la Qualifica professionale<br />

rilasciata dal Centro per lo Sviluppo ed Innovazione<br />

delle Competenze nel Settore Orafo di<br />

Modellazione CAD, prototipazione rapida ed<br />

ingegneria inversa applicate all’oreficeria, con<br />

l’utilizzo di softwares di grafica tridimensionale.<br />

Nel 2004 fa pratica di modellazione d'arredo<br />

d'interni presso uno studio di architettura<br />

ed oggettistica. Nel 2005 collabora con l'Uffi-<br />

Via Fiorentina, 334 - 52100 Arezzo<br />

Tel. 0575 383267 - www.luciazei.it<br />

204


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Lucia Zei<br />

Draghetto, bronzo, cm. 60x70x23<br />

cio Stile di un'importante azienda di abbigliamento<br />

per cerimonia. Nel 2006 frequenta un corso<br />

completo di grafica 3D: modellazione, texturing,<br />

animazione e rendering. La carica satirica politico-religiosa<br />

dei suoi volti così come la perfezione<br />

tecnica di personaggi mitologici o artificiali l’hanno<br />

resa protagonista nella creazione di carri per<br />

svariate edizioni dei carnevali di Foiano della<br />

Chiana e di Arezzo. Nel 2013 collabora con la fonderia<br />

incaricata di eseguire il ripristino della formella<br />

di Lorenzo Ghiberti “La cacciata dei mercanti<br />

dal tempio” della porta nord del Battistero<br />

di Firenze per la copia sostitutiva. Realizza sculture<br />

a tuttotondo di varie dimensioni: pezzi unici per<br />

lo più di bronzo e di acciaio (per arredamento)<br />

sino a pezzi di dimensioni monumentali per esterno<br />

(piazze, giardini, ecc.).<br />

Maternità Bamichi, bronzo, cm. 80x30x20<br />

205


Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Lucia Zei<br />

Savina, la pianista, bronzo, cm. 48x41x30<br />

206


Paraskevì Zerva<br />

Scultori in <strong>Toscana</strong><br />

Scultrice e poetessa greca, risiede a Firenze<br />

dal 1997. Formatasi in Grecia, dove ha<br />

frequentato un corso di pittura a olio, si<br />

è poi trasferita in Italia, a Firenze, dove ha frequentato<br />

un corso di disegno presso l'Istituto<br />

Internazionale di Pittura e Disegno di Tiziano<br />

Bonanni e i corsi del laboratorio di scultura Ellittica<br />

a Calenzano. L'artista è socia del antico<br />

Circolo di Artisti di casa di Dante ed è vincitrice<br />

del Fiorino d'Argento al concorso Firenze Capitale<br />

d'Europa, 2013. Dal 2013 studia incisione<br />

alla Fondazione il Bisonte e dal 2006 si dedica<br />

alla scultura sotto la guida di Amalia Ciardi<br />

Duprè, nel cui studio - galleria ha presentato,<br />

nel 2013, la prima personale dal titolo ΑΓΑΠΩ<br />

(AMO), Dall’Alfa all’Omega. Nello stesso anno<br />

ha esposto al Castello dell’Acciaiolo di Scandicci<br />

con la personale "La sacra danza dell’essere",<br />

e nel 2014 nella sede del Gruppo Donatello<br />

con la personale "La Kore e l’Anima". Tra<br />

le altre mostre si ricordano quelle realizzate a<br />

Firenze (chiesa della Santissima Annunziata,<br />

Palagio di Parte Guelfa, Oratorio dei Salesiani,<br />

Limonaia di Villa Vogel) e in altre località della<br />

<strong>Toscana</strong> (Oratorio di Calenzano alto, San Niccolò<br />

in Casentino, Palazzo Malaspina a San<br />

Donato in Poggio). È presente nei volumi Donne<br />

dell’arte in <strong>Toscana</strong> (Masso delle Fate Edizioni)<br />

2013 e 2014.<br />

Le creazioni di Zerva interpretano il concetto di<br />

femminilità come espressione di una forza generativa,<br />

di un impulso alla vita da cui ogni<br />

cosa trae origine. È anche per questo che difficilmente<br />

riconosceremo nei loro volti i tratti<br />

propri di una donna, quanto piuttosto i lineamenti,<br />

sempre gentili e delicati, di una fisiono-<br />

La Creazione, 2013, terracotta policroma, cm. 30x36<br />

L’opera, vincitrice del Primo Premio al concorso<br />

Omaggio a Gino Severini - Città di Cortona, è stata<br />

esposta al Museo Etrusco MAEC nell’ottobre 2013.<br />

mia androgina che va interpretata come un’esemplificazione<br />

dell’unità dell’essere. Con le<br />

sue opere, l’artista greca ci ricorda che c’è un<br />

codice dell’anima che non conosce differenze<br />

di genere o di appartenenza perchè risponde ad<br />

un insopprimibile bisogno di bellezza intesa<br />

non in senso estetico ma come pienezza del<br />

vivere. Allo stesso modo, c’è un codice del corpo<br />

che occorre conoscere e rispettare affinchè<br />

sia tempio del nostro spirito ed elemento che<br />

ci fa essere parte di un tutto, di un solo grande<br />

respiro universale.<br />

Daniela Pronestì<br />

Cell. 338 1880326<br />

zervaparaskevi@gmail.com - www.zervaparaskeviarte.weebly.com<br />

207


In queste pagine si apre<br />

un ricco vocabolario dei<br />

linguaggi espressivi odierni<br />

del fare scultura, dalla classicità<br />

all’installazione, con l’uso più<br />

svariato dei materiali, non solo<br />

tradizionali, dal legno al marmo,<br />

la pietra, la terracotta e la<br />

ceramica, ma anche il vetro,<br />

il ferro, l’acciaio, fino a quelli<br />

“poveri” e di recupero.<br />

ISBN 978-88-6039-346-3<br />

E 15,00 (IVA inclusa)

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