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La cura del bebè - Altervista

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svezzamento notturno ed il dormire separati dai genitori, e non è detto che queste soluzioni drastiche<br />

siano adatte a tutte le famiglie; in particolare lo svezzamento notturno andrebbe valutato con molta<br />

cautela, tenendo conto <strong>del</strong>l’età e dei bisogni <strong>del</strong> bambino, ed anche sapendo che non vale<br />

l’equivalenza “svezzamento = nanna”! Non dimentichiamoci che il bambino ha bisogno di cure,<br />

contatto, affetto…anche notturni! Questo non significa rassegnarsi a passare le notti in bianco fino a<br />

3-4 anni (età alla quale la maggior parte dei bambini dorme senza problemi) ma piuttosto trovare il<br />

proprio modo di relazionarsi alla questione “nanna”, nutrendola di amore e non di costrizione!<br />

Cosa fare allora? Innanzitutto è bene sapere che il sonno <strong>del</strong> bambino è diverso da quello <strong>del</strong>l’adulto;<br />

i suoi cicli di sonno sono più brevi e comportano quindi un maggior numero di “micro-risvegli” fra<br />

un ciclo e l’altro. Durante questi risvegli, che noi stessi sperimentiamo ogni notte, il bambino può<br />

semplicemente girarsi o strofinarsi gli occhi e riaddormentarsi, oppure può mettersi a piangere e<br />

richiedere l’aiuto dei genitori. Nel primo caso il bambino dormirà più a lungo, ed i genitori non si<br />

accorgeranno nemmeno <strong>del</strong> risveglio, nel secondo caso, ci sarà bisogno di un intervento amorevole<br />

<strong>del</strong>la mamma o <strong>del</strong> papà. Naturalmente i risvegli frequenti sono fisiologici nel neonato e rispondono<br />

ad esempio al bisogno di poppare frequentemente anche di notte, e non è indicato costringere un<br />

bambino molto piccolo a dormire troppo a lungo. Con il passare <strong>del</strong> tempo il bambino matura la<br />

capacità di mettere insieme più cicli di sonno, e dormire ininterrottamente per un tempo maggiore.<br />

Questo sviluppo avviene facilmente in alcuni bambini, mentre per altri è molto più difficile<br />

addormentarsi o restare addormentati, ed in questo caso si può fare qualcosa. Se si cerca di<br />

assecondare e facilitare in maniera consapevole questa evoluzione, si può favorire un buon sonno nel<br />

bambino, e sostenere l’acquisizione di ritmi di sonno adeguati all’età, in modo da evitare di creare<br />

stress e tensioni legate al momento <strong>del</strong>la nanna, oppure migliorare una situazione già conflittuale.<br />

Alcuni libri (sotto elencati) sono utili per capire “come” dorme un bambino ed individuare possibili<br />

strade per riorganizzare il suo sonno, proponendo idee da attuare a piccoli passi, sempre restando in<br />

ascolto <strong>del</strong> bambino, e cercando di evitare lacrime inutili, creando al contrario una cornice di calma e<br />

rilassatezza (per tutti) per il momento <strong>del</strong>la nanna.<br />

In linea generale ci sono alcune cose da prendere in considerazione per favorire un buon sonno nel<br />

bambino:<br />

- osservare i segni di stanchezza <strong>del</strong> bambino in modo da metterlo a dormire “esattamente”<br />

quando è stanco. Spesso, se i bambini superano il “momento buono”, poi diventa molto più<br />

difficile farli dormire!<br />

- favorire l’instaurarsi di “buone” associazioni con il sonno. Ad esempio, è utile cercare di fare<br />

addormentare il bambino nello stesso posto nel quale dormirà (culla, lettino, lettone), anziché<br />

addormentarlo in braccio e poi posarlo. Molti autori concordano nell’affermare che se, al<br />

momento di un “micro-risveglio”, il bambino trova intorno a sé la stessa situazione<br />

(associazione) nella quale si era addormentato, può passare al ciclo di sonno successivo più<br />

facilmente, ovvero senza svegliarsi completamente.<br />

- <strong>cura</strong>re una “routine” piacevole e rilassante (per tutti!) per l’ora precedente il momento <strong>del</strong>la<br />

nanna, per calmare, rassi<strong>cura</strong>re e “preannunciare” il momento <strong>del</strong> sonno.<br />

- favorire una regolarità negli orari dei sonnellini e nella nanna.<br />

- avere aspettative realistiche: per un bambino di alcuni mesi “dormire tutta la notte” significa<br />

dormire 5 ore di fila! E non le 12 ore ininterrotte che alcuni “metodi” sbandierano, e che sono,<br />

in realtà, un’acquisizione graduale e che non avviene per tutti allo stesso momento.<br />

Libri utili o quasi indispensabili<br />

- E. Pantley, The no cry sleep solution, Mc Graw Hill. Un libro pratico ed interessante che<br />

offre un ventaglio di idee per migliorare il sonno <strong>del</strong> bambino in maniera amorevole e<br />

graduale, nel pieno rispetto <strong>del</strong>le esigenze <strong>del</strong> bambino e <strong>del</strong>la famiglia, compreso<br />

allattamento notturno e cosleeping. Soluzioni veramente senza lacrime, da adattare alle<br />

proprie scelte di genitorialità. (Il libro non è tradotto in Italiano, ma si trova in Inglese e<br />

Spagnolo)<br />

- Sara Letardi, Il mio bambino non mi dorme, Bonomi. Un libro ricco di informazioni sui<br />

modi, ritmi e luoghi <strong>del</strong> sonno, e molte idee su come gestire le più disparate questioni legate<br />

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