Cinque sfide alla Chiesa del XXI secolo - Chiesa Cristiana ...

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Cinque sfide alla chiesa del XXI Secolo Alberto Mungai 2.5 “... né adulteri” Un grande, intricato dibattito si dipana nelle chiese evangeliche. E’ possibile il divorzio per i cristiani? E dopo l’eventuale separazione, il coniuge credente si può risposare? E’ dunque indissolubile davvero il legame matrimoniale? Noi crediamo attuali e praticabili le parole di Gesù: “Quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi” (Matt. 19:6). Fino agli anni sessanta, la separazione e il divorzio erano un fatto raro nella società italiana, da sempre fondata sulla famiglia. Ma negli ultimi quarant’anni, a partire dalla legalizzazione del divorzio, la situazione è mutata radicalmente. Oggi un matrimonio su tre, statisticamente, è destinato a fallire. 34 Negli Stati Uniti siamo arrivati ad un divorzio ogni due unioni. 35 E da allora, anche le chiese in Italia hanno dovuto affrontare le crisi matrimoniali più dolorose e inaspettate: quelle fra persone battezzate e cresciute nelle comunità. Se l’apostolo Paolo pare chiaro sull’argomento “separazione”, non obbligando alla convivenza matrimoniale il coniuge non credente che non voglia accettarla (I Cor. 7:15), pure non sembra autorizzare le seconde nozze al credente, sia pur innocente: 34 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/divorzio-quaranta-addio-matrimonio-662167/ 35 http://www.evangelo-oggi.org/studibiblici/comandamenti_07.htm LVI Anno Accademico 2010-2011 33
Cinque sfide alla chiesa del XXI Secolo Alberto Mungai La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma se il marito muore, ella è libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore. (I Cor. 7:39) Solo la morte di uno dei due coniugi scioglie il vincolo matrimoniale. Gesù non pare esplicitamente permettere le seconde nozze (Matteo 19:6-9). Anche i discepoli presenti interpretarono le parole di Gesù in senso restrittivo, perché conclusero: “Se è così ... non conviene prender moglie.” (Matt. 19:10) Un altro argomento a sfavore delle seconde nozze, è che il matrimonio sia stato scelto da Dio come figura del rapporto fra Cristo e la Chiesa (Efesini 5:31,32), e come tale indissolubile per la vita. Come dobbiamo comportarci di fronte all’aumento di persone sofferenti, ferite, abbandonate, talvolta con figli altrettanto traumatizzati, che noi evangelizziamo o che bussano alla porta delle nostre chiese? Sicuramente, dobbiamo accoglierle con amore. Dovremmo usare il tatto che il Signore mostrò nei confronti della Samaritana, che al momento del colloquio con Gesù conviveva (Giov. 4:16-18). Non dobbiamo trattare i separati e i divorziati come degli “appestati”; spesso, sono solo delle vittime in una dolorosa esperienza negativa. Dobbiamo loro far comprendere che tutto l’amore che ricercano lo possono sperimentare in Cristo. E dove fossero stati loro ad abbandonare il tetto coniugale, dobbiamo esortarli alla LVI Anno Accademico 2010-2011 34
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