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Numero 3 - Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II

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CARAVAGGIO<br />

no BINDS 23<br />

Il Caravaggio<br />

Molti dicono che la macchina del tempo non esiste,<br />

ma credeteci: “Siamo riusciti a viaggiare,<br />

attraverso i dipinti del Caravaggio, nel lontano 1600”.<br />

La mostra allestita alle Scuderie del Quirinale su<br />

Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come “Il<br />

Caravaggio”, ha dato l’opportunità a migliaia di visitatori<br />

provenienti da tutto il mondo di entrare in contatto<br />

con parte dell’arte italiana.<br />

Se unissimo tutti i quadri in senso cronologico, ci<br />

accorgeremmo che la vita dell’artista è raccontata<br />

attraverso schizzi di olio su tela, che hanno fatto di lui<br />

un grande esponente della scuola barocca. Tutta la<br />

classe ha riconosciuto nel suo stile delle caratteristiche<br />

ricorrenti; infatti bastano solamente quattro<br />

aggettivi per descrivere la figura di Caravaggio:“ religioso,<br />

omosessuale, trasgressivo, maledetto”.<br />

La “Conversione di Saulo” è il quadro che ai nostri<br />

occhi ha rappresentato di più la devozione di<br />

Caravaggio a Dio, anche se questa figura è ricorrente<br />

nella maggior parte delle sue opere.Tra i personaggi<br />

in primo piano vediamo dall’alto l’apparizione di un<br />

angelo, simbolo della forza divina in Caravaggio. Lo<br />

spirito Santo irrompe nello scenario di una lotta,<br />

accecando Saulo e dimostrandogli la presenza di Dio.<br />

Un’altra delle sue caratteristiche era l’omosessualità,<br />

che intravediamo nei tratti femminei dei personaggi.<br />

Una delle sue opere più belle e significative sotto i<br />

differenti punti di vista è la “Cena di Emmaus”.<br />

Questa tela è stata riprodotta più volte, per le diverse<br />

esigenze dei committenti. Nella terza riproduzione<br />

Gesù è dipinto con tratti dolci ed effeminati che<br />

pronunciavano la pienezza del viso, proprio come<br />

quello di una donna.<br />

La trasgressione è stata sempre uno dei punti deboli<br />

del pittore. La possiamo scorgere soprattutto nel<br />

dipinto “San Giovanni Battista”. Attraverso le sue<br />

pennellate dure e veementi, che lasciano trasparire i<br />

segni di una pittura trasgressiva, riusciamo a vedere<br />

gli stati d’animo dell’artista, rappresentati con il<br />

rosso: rosso come il mantello del San Giovanni<br />

Battista e rosso come l’amore, la disperazione e il<br />

sangue che hanno segnato la vita di Caravaggio.<br />

Con il quadro “Davide con la testa di Golia” risaliamo<br />

all’ultimo periodo di vita del Caravaggio, segnata<br />

dalla condanna a morte per decapitazione. In quest’ultimo<br />

momento domina la presenza inquietante di<br />

una nuova figura: “la morte”, rappresentata da un<br />

cavaliere oscuro ma non trionfante, sempre pronto<br />

ad assalirlo nei momenti più tragici della sua malattia,<br />

che lo porterà nel 1610 alla morte.<br />

Tutto quel che ci rimane, a quattrocento anni di<br />

distanza dalla morte di Michelangelo Merisi, non è il<br />

suo corpo, disperso nelle vicinanze della spiaggia della<br />

Feniglia dove ci ha abbandonato, bensì le sue doti e i<br />

suoi insegnamenti che sono sopravvissuti attraverso<br />

epoche e secoli diversi, fino a oggi.<br />

Giulia Gori, Chiara Mearelli

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