Happenings - Zanotta SpA

Happenings
Anno 2 n.4
20 giugno 2007
PRODUZIONE
Complementi
d’arredo
Utili, servizievoli,
versatili oggetti del
paesaggio domestico
p.1-3
L’INCONTRO
Philippe
Daverio
Un grande esperto
d’arte che
sa riconoscere
il design
p.4
DAL DISEGNO
AL PRODOTTO
Evolution
La nuova
poltrona
aerodinamica
di Ora Ïto
p.5
LIFESTYLE
Bar-design
Stili e atmosfere del
new entertainment
p.6
FOCUS
Questioni
di pelle
Un materiale
nobile per vocazione,
che acquista
valore nel tempo
p.7
DEDICATO A
Giuseppe
Terragni
Riedizioni d’autore,
matrici di design
p.8
NEWS
Mostre,
eventi,
autori
Appuntamenti da
non perdere nel
mondo del design
p.9
Pouf Globulo design
Bertero-Panto
per Zanotta (1999).
In Plastisol rosso
perlato, arancio,
verde perlato o bianco
fosforescente.
Diametro cm.70; adatto
anche per esterni.

PRODUZIONE
Happenings
n.4 /07 p.2
TOD di Todd Bracher,
2005. Tavolino in
polipropilene laccato
lucido di vari colori.
Complementi
d’arredo
Accessori e piccoli mobili utili e
servizievoli, per stili di vita in progress
Fanno parte a pieno titolo del paesaggio domestico, accanto
ai protagonisti “illustri” dell’arredamento di cui sono
indispensabili, servizievoli compagni, spesso necessari a
completare lo svolgimento di numerose funzioni domestiche.
Sono i complementi d’arredo che, da sempre, animano il catalogo
Zanotta con vivacità e intelligenza. Oggetti versatili, ben disegnati,
spesso inediti. Il primo a entrare in produzione nel ’74 è
stato l’appendiabiti Sciangai dei De Pas-D’Urbino-Lomazzi
(Compasso d’oro ‘79), seguito dai “magnifici undici” che Achille
Castiglioni disegna ispirandosi a due pezzi (gli attuali Servofumo
e Servopluvio) creati col fratello Pier Giacomo nel ’61 per la
Birreria Splugen di Milano. Diventeranno dal ’76 col capostipite
Servomuto i famosi “Servi”: Pluvio, Fumo, Tutto, Mostre, Stop,
Servietto, Manto, Notte, Libro, Bandiera, Vento. Mitica “famiglia”
ancora oggi di successo. Si susseguono negli anni altri complementi
in linea con gli stili di vita dominanti. Tre esempi: il tavolino
pieghevole Cumano di Castiglioni (un classico del ’78);
Chichibio, portaoggetti multifunzione ideato nel ’32 da Gino Levi
Montalcini con Giuseppe Pagano e prodotto dall’81. Oggi la collezione
dei complementi Zanotta annovera pezzi come Girò,
tavolino su rotelle agile e leggero (Anna Deplano, ’97-99); Tod,
tavolino dalla forma plastica, molto apprezzato da pubblico e
architetti (firmato da Todd Bracher, 2005) e Remida, raffinato
sgabello prodotto in omaggio all’artista Fortunato Depero.
GIOTTO di De Pas-
D’Urbino-Lomazzi,
1975. Sgabello
in faggio nero o
naturale con crociera
rossa. Sedile girevole
e regolabile in altezza.
TIME design Prospero
Rasulo, 2006. Tavolino
con cono in poliuretano
rigido, asta in acciaio e
piano in MDF laccato
lucido spazzolato
oppure in marmo bianco
di Carrara o in marmo
nero Marquinia.
SCIANGAI di De Pas-
D'Urbino-Lomazzi, 1973.
Appendiabiti chiudibile in
faggio verniciato naturale o
nero, o in rovere naturale,
tinto wengè o grigio.
LUCCIOLO di
Marelli-Eugeni,
2004. Tavolino
in metacrilato
trasparente
con decoro
fosforescente
geometrico, a
cerchi o a fiori.

Happenings
n.4 /07 p.3
CUMANO
di A. Castiglioni,
1978. Tavolino
pieghevole in
acciaio con giunto
scorrevole in ABS.
Nei colori: nero,
amaranto, verde,
bianco, alluminio
o grafite.
ALTA PRESTAZIONE
La qualità di materiali e finiture è uno dei
punti di forza dei complementi Zanotta.
Resistenza, durata e sicurezza sono il
risultato di una ricerca tecnologica in
continua evoluzione. La cura dei dettagli
è evidente sia nei pezzi storici (lo snodo
d’acciaio di Sciangai, per esempio, o la
crociera-giunto per le gambe dello
sgabello Giotto), sia nelle new entry come
il tavolino Time, dove i materiali impiegati
(poliuretano, acciaio smaltato, piano
laccato lucido o marmo) hanno speciali
lavorazioni a lunga tenuta contro l’azione
di luce, calore, graffi e corrosioni. Per uno
stile al top di gamma.
PORTOBELLO di De
Pas-D’Urbino-Lomazzi,
1979.Contenitori/fioriere
in lega d’alluminio con
4 rotelle e vasca in ABS.
QUADRO di Pierre
Charpin, 2002.
Specchio a cristalli
sovrapposti e
incollati,
cm120x120/168
CHICHIBIO
di G.Levi
Montalcini-
G.Pagano, 1932.
Portaoggetti in
tubo d'acciaio
cromato con
pianetti in
laminato plastico.
BASELLO di A.Castiglioni,
1987. Tavolino a doppia
altezza ad apertura
variabile in MDF verniciato
o impiallacciato rovere
naturale o tinto wengé,
con snodo d’acciaio.
MUSEO di E.Mari,
1991. Appendiabiti
a muro in acciaio
verniciato nero,
bianco o alluminio.
SERVOMANTO, SERVONOTTE, SERVIETTO,
SERVOMUTO, SERVOFUMO E SERVOPLUVIO
sono 6 degli 11 complementi disegnati da
Achille e Pier Giacomo Castiglioni a partire dal
1961. Base in polipropilene, struttura in acciaio
nero o alluminio, pianetti in laminato plastico o
poliuretano rigido e vaschette in alluminio.

Il design apre la mente
Happenings
n.4 /07 p.4
L’INCONTRO
Ci sono discipline in grado di
dare una visione del mondo.
Forse tutto è arte, anzi design.
Parola di Daverio
La Blow
all’Eurodomus
del ‘69. Sopra,
Daverio.
Gli incarichi di Philippe Daverio
nel mondo della cultura e
dell’arte spaziano dal ruolo di
gallerista, a quello di amministratore
pubblico (è stato assessore alla cultura
e responsabile del restauro e rilancio di
Palazzo Reale a Milano), a consulente
per case editrici (Skira), di autore e
conduttore di programmi tv (il
seguitissimo Passepartout) e di docente
universitario (Disegno industriale a
Palermo e Storia del design a Milano).
Ha affiancato i fratelli in avventure tra
design e arte: con Pierre la promozione
all’estero di Zanotta, Gabbianelli e Cini
& Nils; con Paul, la prima mostra
europea di Louis Confort Tiffany a
Losanna. Dal ’90 ha inizio con Elena
Pron la raccolta dei prototipi del design
italiano (Sottsass, in primis). Ha scritto
dal 2005 Il design nato a Milano. Storia
di ragazzi di buona famiglia, Il museo.
Comunicazione e design e Un’altra storia
del design e un modesto tentativo di
interpretazione, tutti per Edizioni
POLI.design. Abbiamo incontrato
Daverio all’evento Emozioni italiane
durante la settimana del mobile,
quando Jean Blanchaert presentava
nello Zanotta Shop i suoi disegniomaggio
al design di Zanotta e agli
aromi del Berlucchi.
E, un mese dopo, ai Giovedi della
Design Library per la presentazione del
bel libro di Giulio Castelli La Fabbrica
del design: conversazione con i
protagonisti del design italiano.
D. Perché le piace tanto il design?
R. Perché il design, come l’arte, apre la
mente e genera un dialogo con la
società. Così come un quadro di
Fontana in salotto può comunicare,
essere un messaggio potente…
D. Cosa è cambiato dagli anni d’oro del
design a oggi?
R. L’Italia di allora aveva una profonda
fiducia in se stessa e aveva le idee
chiare su obiettivi e modelli. Guardava
al mondo con spirito critico e sapeva
riconoscere la vera creatività, come ho
detto più di una volta. A quei tempi
architetti e imprenditori capivano che
Lucio Fontana era importante anche se
costava poche lire. Ricordo quando
organizzammo l’occupazione della
Triennale nel ’68, erano tempi in cui
l’arte sosteneva un ruolo di
informazione. C’era una
contaminazione continua col design e
gli ambienti dei progettisti. E ci siamo
divertiti moltissimo. Fu il periodo in cui
Ettore Sottsass scoprì l’India e
trasformò Shiva in un mobililetto…
Un’altra immagine: le poltrone
gonfiabili Blow dentro la Triennale
occupata. Ecco, la Zanotta ha avuto
quella capacità di costruire un dialogo
non solo coi designer, ma anche col
mondo. Di creare una “visione del
mondo” e da qui la nascita di quelli che
vengono chiamati i “classici” del
design. Se qualcuno è capace di crearli
vuol dire che è in grado di stabilire una
concezione del mondo. Così come
hanno fatto certi maestri come
Magistretti, Albini, Ponti, Castiglioni che
imposero una visione nuova del mondo,
animati dall’idea di migliorare la vita…
Una Bauhaus all’italiana. Ma anche oggi
ci sono imprenditori illuminati, almeno
credo, è che si deve reinventare un’altra
visione del mondo.
D. Cosa possiamo immaginare oggi di
innovativo per il design?
R. Forse un “landscape design” o un
“city design”, con una visione molto più
ampia. Ma sono i ventenni che devono
dircelo. A patto che riescano a farlo
nonostante la mancanza di riferimenti e
di centri di aggregazione… Fatto salva la
rete, ovviamente.
D. Un’ultima domanda, a proposito di
contaminazioni e riferimenti tra arte e
design. È recente la messa a punto della
legge per la tutela dei prodotti di design
in quanto opere dell’ingegno, come già
avviene per l’arte. Ci sono però ancora
questioni sospese a proposito del
design riproducibile industrialmente e al
fatto che non è il designer a fabbricare
con le sue mani il prodotto come
avviene per l’artista. Cosa ne pensa?
R. Penso che sia giusto tutelare il
design. Una cosa, infatti, è creare una
corrente di pensiero, dei riferimenti
culturali fatti di forme, funzioni,
colori, materiali che possono anche
fungere da “faro” per altri. E un altro è
farsi replicare dal primo arrivato.
Serve una normativa precisa che tuteli
le opere di design.

Happenings
n.4 /07 p.5
DAL DISEGNO AL PRODOTTO
Evolution
Linea avvolgente, base girevole in lega di
alluminio, scocca in poliuretano rigido
imbottita: Evolution è la nuova poltrona che
Ora Ïto ha progettato per Zanotta. «Un unico
guscio che si disegna nella sua continuità: sedile e
schienale balaustrati e poggiatesta. Un basso
spazio vuoto la rende statuaria e leggera. L’ho
disegnata pensando a un concetto di doppia pelle:
una forma esterna crea un guscio di poliuretano
rigido che è collegato a una base centrale. Nel suo
interno, una schiuma poliuretanica rivestita con
morbida pelle o tessuti, con cuciture a vista.
Questa poltrona dallo schienale alto,
contraddistinta dalle linee esterne dinamiche e
futuristiche, offre un interno avvolgente e un
comfort ottimale». Così il designer parigino
descrive questo elemento per il relax, presentato
all’ultimo Salone internazionale del Mobile. «Ho
cominciato a lavorare per il design a ventun anni
navigando su Internet e individuando aziende per
le quali immaginavo nuovi pezzi. Il fatto è che i
miei progetti virtuali hanno subito cominciato a
ottenere un interesse reale sia da parte dei
produttori, sia dal pubblico!». Dai web site ai veri
living il passo è stato breve. Ma, ricostruendo la
carriera di questo giovane designer francese, si
trovano un padre e uno zio progettisti (il secondo,
curatore del Museo di arte moderna di Nizza). «Ho
imparato ben presto ad apprezzare le cose belle e
confortevoli, una sorta di istruzione visuale e
tattile…». Per la poltrona Evolution, Ora Ïto ama
parlare di “simplexity”, ovvero semplicità e
complessità insieme: linee pure, ma processo
produttivo articolato. «Ho impiegato circa due
mesi per mettere a punto l’Evolution. Per il disegno
sono partito da un omaggio a uno dei miei maestri
preferiti (che già era nel catalogo di Zanotta): Carlo
Mollino con la sua poltrona Ardea. Ecco perché il
nome Evolution. Ho voluto però integrare la forma
con “più aria e luce”: non più la seduta bassa in
acciaio imbottito, appoggiata sulla solida base in
legno semipiatta, bensì una scocca arrotondata e
leggera che poggia su un fusto flessuoso e
allungato, a sua volta fissato su una base piatta. La
rotazione completa l’uso agile della seduta». La
ricerca tecnologica che sta alla base di Evolution
prevede l’uso di verniciature goffrate antigraffio e
rivestimenti morbidi e facili da gestire come
l’Ecopelle. Evoluzione e innovazione.
Foto e schizzi di Ora Ïto per Evolution. Accanto, il designer.
ORA ÏTO
Nasce a Parigi nel 1977. Ora Ïto (in linguaggio
Sioux “creare l’immaginario”) è il marchioetichetta
che il designer Pasqual-ito Morabito ha
creato per siglare i suoi lavori. Dall’Ecole de
création et de design, decide di creare la propria
“etichetta” di oggetti virtuali in 3D per marchi
famosi come Nike, Vuitton, Bic, Apple. Con lo
sviluppo di Internet la sua collezione fa il giro del
mondo e lui diventa famoso. Oggi progetta
mobili, accessori moda, immagini coordinate.
Ispirata a Mollino,
la nuova poltrona
aerodinamica
di Ora Ïto

Happenings
n.4 /07 p.6
LIFESTYLE
Dall’entertainment
all’art cafè, al lounge
club: stili e
atmosfere nel segno
dell’innovazione
BAR-DESIGN
Èsempre più evidente la svolta nei
luoghi della “entertainment-life” e si
moltiplicano i locali che interpretano il
nuovo mood: music bar, show
restaurant, art café, ethno bar, lounge club. Qui
il design, l’ambientazione, gli effetti luminosi e
gli arredi sono determinanti. I primi segnali del
cambiamento risalgono a fine anni ’80 coi
lounge club di nuova concezione: dal famoso
Cafè Costes di Parigi al “cult” Teatriz di Madrid,
veri catalizzatori per il pubblico. Per non parlare
dei più recenti Light Bar del St. Martins Lane
Hotel e del Sanderson di Londra, che hanno
influenzato il primo case history di Milano, il bar
del Diana Sheraton, nonchè il T35 del Nhow
Hotel. A Parigi e Londra, intanto, imperversa
con grande successo l’opera di un designer
emergente: Noe Duchaufour Lawrence (entrato
nel gruppo delle nuove leve Zanotta col tavolo
Dessouschic), che ha firmato prima l’East e
West Bar dello Sketch londinese e poi il bar del
Senderens parigino. Tutti spazi che per la loro
forte impronta design hanno portato alla
valorizzazione dell’albergo e alla moda dei
“drink d’autore”. I nuovi codici estetici
influenzano anche i grandi spazi commerciali,
che si trasformano in luoghi di “retail
entertainment”. L’evoluzione del settore riguarda
un mercato di grandi dimensioni e di enormi
potenzialità, sia sotto il profilo dei nuovi stimoli
progettuali sia della domanda di competenze e
arredi per il contract. La fornitura di arredi ad
alta performance è basilare, come dimostra
l’esperienza di Zanotta con le sedute che sono
andate a comporre il bar e ristorante dell’hotel
nell’ex-convento di Maastricht. La ricerca e lo
sviluppo di prodotti adeguati al contract per
l’entertainment apre un nuovo, vasto orizzonte
professionale. Tanto è vero che Poli.Design,
Consorzio del Politecnico di Milano, ha istituito
il primo corso in Europa di alta formazione in
“New Entertainment Design” per architetti e
designer che intendono dedicarsi alla
progettazione dei nuovi spazi del divertimento.
«I locali innovativi sono in continua evoluzione e
il design contribuisce a questi mutamenti»,
spiega Luisa Collina, professore straordinario
del Poli di Milano, «attraverso la creazione di
ambientazioni e atmosfere coinvolgenti, la
progettazione di soluzioni d’arredo e di sistemi
d’illuminazione scenografici. Ma non solo. Il
designer investiga in merito a forme
d’innovazione più incisive, offerte dalle
possibilità di ibridare tipologie sedimentate,
combinare destinazioni d’uso differenti, ideare
nuovi servizi e modalità di fruizione, integrare
linguaggi diversi. Viviamo in un’epoca di
estetizzazione del quotidiano, in cui il design è
presente in ogni luogo e in ogni prodotto, sia
fisico che immateriale. Si trasformano le
modalità di interpretare e vivere la sera e la
notte: cambiano le location e le architetture, gli
arredi e le attrezzature, i servizi e le strategie».
Nella foto, interno del prestigioso bar-ristorante
costruito nell'antico monastero di Maastricht (sedie
Isa di Roberto Barbieri per Zanotta, 2004).

Happenings
n.4 /07 p.7
FOCUS
La pelle naturale è un materiale
nobile per vocazione e resistente,
un rivestimento d’arredo che
acquista valore nel tempo.
Ecco i segreti di casa Zanotta
Questione di pelle
Grazie alle proprietà di morbidezza, traspirazione
ed elasticità pelle e cuoio offrono un comfort
ideale sia nei mesi caldi sia nei freddi.
Aderendo alle forme del corpo trasmettono la piacevole
sensazione di un morbido abbraccio. Le pelli Zanotta
sono da sempre selezionate nei luoghi d’origine e
lavorate direttamente negli stabilimenti conciari più
qualificati. Ogni manto ha una storia che è possibile
leggere attraverso i segni naturali impressi in superficie:
cicatrici, punture d’insetto, venature, sottili differenze di
grana e di colore. Per questo motivo esperti artigiani
controllano i manti uno a uno ed effettuano lavorazioni
diverse per esaltarne le caratteristiche naturali e ottenere
pelli pregiate adatte ai diversi usi sia domestici sia
contract. Zanotta offre al proprio pubblico tre diversi tipi
di pellame rigorosamente europeo, tutti appartenenti
allo “strato fiore”(la parte più pregiata dei pellami). Il
massimo della qualità e della naturalezza la troviamo
nella pelle denominata “Extra”: di primissima scelta,
proposta nelle colorazioni naturale e nero, con rifinitura
all’anilina e concia mista al vegetale. Segue la pelle
Sedia
Celestina di
M. Zanuso
('78) e divani
Alfa di Emaf
Progetti ('99).
“Nappa” di ottima qualità, con rifinitura semi-anilina
proposta in 33 colori classici e di tendenza. Infine la
pelle “Scozia” dalla leggera smerigliatura che rende più
uniforme la superficie, ma che lascia intatto lo strato
“fiore”con la sua mano morbida e calda.
Particolarmente adatta per il contract è proposta in 16
diversi colori. Durante le operazioni di taglio, speciali
controlli con lettura a laser riescono a selezionare
porzioni di superficie con piccoli difetti “organici”che
vengono destinate a parti strutturali non in evidenza (fa
parte di un approccio sostenibile all’impiego di pellame
nel settore). Selezionati e di gamma elevata anche i
rivestimenti in cuoio. Zanotta è tra le poche aziende del
settore a utilizzare il cuoio conciato al vegetale. «Quello
al vegetale è uno dei sistemi più antichi utilizzato per la
concia di pelli destinate alla produzione di sellerie,
sedie, divani». Spiega l’architetto Gianluca Borgesi
responsabile Marketing e Comunicazione di Zanotta.
«I prodotti impiegati derivano da sostanze organiche
contenute nei legni, cortecce, foglie di alberi (castagno).
Con questo tipo di concia si ottengono manti con una
struttura fibrosa compattissima, che ha il grande pregio
di essere robusta, impermeabile senza alterare la
traspirazione, dal tatto morbido e con buon profumo di
tannino. Per la tintura vengono impiegate sostanze
appartenenti sia alla categoria dei coloranti naturali, sia
a quella dei sintetici all’anilina. La scelta è in funzione
del tipo di concia subita dalla pelle in lavorazione.
Le rifiniture sono con leganti alla caseina e proteici».
Nel cuore dell’antico distretto conciario toscano è
inoltre attivo il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al
Vegetale (a cui Zanotta fa riferimento) per la tutela di un
processo produttivo unico al mondo. Ogni pellame
fornito dal Consorzio viene accompagnato da una
scheda tecnica e da un cartellino di garanzia numerato
progressivamente che permette la rintracciabilità della
conceria fornitrice, attestando che il pellame è stato
conciato esclusivamente con estratti vegetali e senza
l’uso di sostanze chimiche dannose per l’uomo.
Uno strumento distintivo che, oltre a qualificare la pelle,
offre la massima sicurezza e la consapevolezza di ciò
che viene acquistato.

Happenings
n.4 /07 p.8
DEDICATO A
Giuseppe Terragni
Poltroncine Sant’Elia
nella Casa del Fascio di
Como (G.Terragni,
1932). Decorazioni sul
fondo di Mario Radice.
Quando l’architetto comasco
progettò negli anni Trenta gli
arredi per la Casa del Fascio e
per l’Asilo della sua città certo
non poteva immaginare che
sarebbero diventati dei pezzi di
design. Fu Aurelio Zanotta,
insieme a Michele Provinciali, a
cominciare dal ’65 con le prime
riproduzioni di quei mobili (a
più riprese e con varianti
diverse) un’avventura destinata
a diventare un filone di
successo: le riedizioni di pezzi
storici. La sedia/scagno Follia
seguita poi dalla sedia da
scrivania Lariana, furono le
prime a entrare in produzione.
Per Sant’Elia (dall’83 in
catalogo Zanotta) Terragni
progettò una struttura continua
in tubo d’acciaio curvato,
elastica e molleggiata.
Schienale, sedile e braccioli
leggermente imbottiti e rivestiti
in pelle nera. Il disegno è
organico ed ergonomico, assai
diverso dall’impostazione
geometrica e un po’ rigida delle
sedute razionaliste dei colleghi
internazionali. Una poltroncina
fatta per durare nel tempo.

NEWS
Da non perdere
Mostre, eventi, autori
Happenings
n.4 /07 p.9
LE CITTÀ DI PIANO
Dal Beaubourg alla
riconversione del Lingotto,
dalla Cité Internationale
di Lione al porto di
Genova, alla berlinese
Potsdamerplatz. Le città
delle arti, della musica,
delle acque e del cuore:
Parigi, New York, Genova,
Milano. Renzo Piano ha
lavorato intensamente alla
trasformazione del
vecchio modello di città
industriale. Con
particolare attenzione al
verde urbano, alla cultura
e alla sostenibilità. Gli
esperimenti sulle aree
ex-industriali di Sesto San
Giovanni e di Harlem
danno spunti sul
passaggio dalla città della
produzione a quella degli
scambi. Questo e altro
ancora in mostra alla
Triennale di Milano in una
delle esposizioni più
complete sull’opera del
grande architetto (che ne
ha curato l’allestimento
con Franco Origoni).
Fino al 16 Settembre.
A VENEZIA CON L’ARTE
La 52° Esposizione
Internazionale d’Arte
“Pensa con i sensi - Senti
con la mente. L’arte al
presente”, curata da
Robert Storr (primo
direttore statunitense
dell’ultracentenaria
manifestazione) si snoda
nelle 3 location storiche
delle Corderie, delle
Artiglierie all’Arsenale e
dei Giardini (il Padiglione
Italia debutta con una
doppia personale a cura di
Ida Gianelli). Protagonisti
i più promettenti cento
artisti da tutto il mondo.
Ai Giardini è allestito
quest’anno anche il
nuovissimo “Padiglione
Venezia”, voluto dalla
Regione Veneto per un
omaggio all’artista Emilio
Vedova. Per allestire
questo padiglione sono
state scelte 30 poltrone
anatomiche Sacco di
Zanotta. La Biennale Arte
è aperta fino al 21
Novembre.
COMPLEANNO AL
POMPIDOU
Una vasta esposizione
festeggia i 30 anni del
Centre Pompidou di
Parigi. Il Museo d’Arte
moderna, che ha accolto
dal 1977 oltre 150 milioni
di visitatori, proporrà
la ricostruzione degli
atelier di artisti come
Matisse e Man Ray.
Per l’anniversario è da
segnalare inoltre “Airs
de Paris” (ricordo della
retrospettiva di Marcel
Duchamp che inaugurò
il luogo), evento
multidisciplinare che
riunirà 73 tra artisti,
paesaggisti, designer e
architetti contemporanei.
Tema dominante: città
e vita urbana. In mostra
opere recenti di
designer come Patrick
Blanc, Ronan et Erwan
Bouroullec, Gilles
Clément, Zaha Hadid,
Jasper Morrison, Philippe
Rahm. Fino al 20 Agosto.
CELEBRATION!
Due degli storici pezzi
disegnati nel ‘57 da Achille
e PierGiacomo Castiglioni,
poi entrati nei best seller
Zanotta, compiono 50
anni! Lo sgabello
Mezzadro (nato dalla
seduta di un trattore) e il
sedile Sella (pensato come
seduta da telefono) furono
creati dai due designer per
la mostra di Villa Olmo a
Como e poi portati al
Centro Fly di Milano nel
’66 per un’iniziativa sulle
avanguardie artistiche e
del design. Sono tuttora in
catalogo Zanotta, a
testimoniare la ricchezza
di 50 anni di ricerca e
innovazione, una visione
poetica e anticonformista
dei nuovi stili di vita e
delle tendenze e l’originale
spirito da ready made
dadaista dei fratelli
Castiglioni, veri pionieri
del “riciclo” intelligente.
DEMOISELLES
ALL’AEREOPORTO
Trasformare un “nonluogo”
come un
aereoporto in un sito ricco
di suggestioni è ciò che
si propone ExhibAir.
La location: l’area check-in
della Malpensa. L’idea,
prima nel suo genere:
portare l’arte fuori dai
contesti museali per
raggiungere il grande
pubblico. In questo caso,
“intercettando” milioni
di occhi che si muovono
negli spazi di un
aereoporto. Zanotta,
coi suoi arredi, è tra gli
sponsor tecnici dell’evento
che vedrà protagonista,
per i primi mesi, lo studio
di una delle opere più
rinomate al mondo, Les
Demoiselles d’Avignon
di Pablo Picasso e,
dall’autunno, i preziosi
autori della raccolta
della Farnesina: 26 artisti
che hanno segnato la
storia del ‘900. Al
Terminal Uno, dal 27
Giugno a fine Dicembre.
TDK TRAILER
Zanotta è partner
dell’evento itinerante TDK
su 40 anni di tecnologia
per l’ascolto musicale. Un
percorso tra emozioni ed
evoluzione del suono
elettronico che ha scandito
le nostre vite: dalle audio
cassette al digitale in alta
definizione e al Blue Ray. Il
mondo e i suoi contesti
socio-culturali entrano nel
panorama TDK attraverso
la storia del design grazie
ai mobili Zanotta dal ’70 ai
giorni nostri. I due
container del Trailer sono a
Barcellona fino al 20
Giugno, poi in dieci tra le
principali città europee.
Progetto editoriale Giuliana Zoppis
Progetto grafico S+G
Coordinamento e supervisione Zanotta spa
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