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Volume 1. - Camera di Commercio di Imperia

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Introduzionericonoscimento dell’autonomia degli enti funzionali e il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietàverticale e orizzontale in esse contenuti aprivano la strada maestra <strong>di</strong> una riformacostituzionale nel senso auspicato e Longhi poteva definire il percorso maturatonel biennio 1997-1998 una «seconda riforma».Ancor più originalmente, egli trasmetteva l’intuizione che il processo <strong>di</strong>ammodernamento della pubblica amministrazione avrebbe assunto un caratterecontinuativo costringendo il sistema camerale a una visione <strong>di</strong>namica della propriaevoluzione istituzionale.A partire dal giugno 2000 questo impegno è stato ere<strong>di</strong>tato dagli esponentidella nuova classe <strong>di</strong>rigente scaturita dai Consigli camerali riformati – CarloSangalli, Andrea Mondello e Ferruccio Dardanello, rispettivamente esponentidelle Camere <strong>di</strong> Milano, Roma e Cuneo – in un contesto generale gravato da unpeggioramento costante della situazione economica del Paese e delle con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> operatività del sistema impren<strong>di</strong>toriale.Mancata con la legge <strong>di</strong> revisione costituzionale del 2001 l’occasione delriconoscimento delle autonomie funzionali, l’Unione ha perseguito l’obiettivo <strong>di</strong>valorizzare il ruolo delle Camere attraverso il riferimento alle loro funzioni neinuovi statuti regionali previsti dalla legge costituzionale 1/1999.Con la nuova riforma costituzionale del Titolo V varata nel corso della XIVlegislatura l’obiettivo sembrava raggiunto, ma in un clima politico <strong>di</strong> aspra contrapposizioneche ha portato al referendum abrogativo del 2006.Pure in questa situazione negativa, l’attitu<strong>di</strong>ne ormai collaudata da decenni apromuovere “riforme <strong>di</strong> fatto” emerge nelle Relazioni sia come strategia <strong>di</strong> uscitadallo stallo sia come risposta <strong>di</strong>retta alle esigenze <strong>di</strong> un sistema impren<strong>di</strong>torialesempre più in <strong>di</strong>fficoltà.Un caso esemplare è stata la pionieristica apertura all’e-government comepercorso in grado <strong>di</strong> ridurre l’eccesso <strong>di</strong> burocrazia della pubblica amministrazionee aprire la pista alla semplificazione delle procedure e alla cooperazioneinteristituzionale. La <strong>di</strong>ffusione della smart card e della firma <strong>di</strong>gitale ha ridottoil numero dei certificati rilasciati agli sportelli – un dato che le Relazioni deipresidenti hanno assunto a nuovo in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> efficacia del sistema – e contemporaneamenteha fornito alle Camere il substrato organizzativo-tecnologico perstipulare accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> semplificazione delle procedure con altri apparati dello Stato.Su un altro piano la strategia della riforma ha segnato un importante passoavanti escludendo la finanza camerale dalla Tesoreria unica, un importanterafforzamento del livello <strong>di</strong> autonomia amministrativa degli Enti. E tuttavia leRelazioni non mancano <strong>di</strong> segnalare la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> garantire l’effettività dell’autonomia<strong>di</strong> fronte al proliferare <strong>di</strong> una normativa statale mirante al contenimentodella spesa pubblica e del <strong>di</strong>savanzo: nonostante l’estraneità delle Camere ai mec-24

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