PERCORSI DI RICERCA E CONGRESSIBilanci di Ricerca alla VIII Conventiondei Ricercatori Italiani FCConvention dei ricercatoriFC (Verona, Centro ConvegniBanca Popolare, 2-4 di-L’ottavacembre, 2010) si è aperta all’insegnadi una pressante strategia di ricerca:la Fondazione FFC propone al mondoscientifico italiano di intensificarele aggregazioni fra gruppi di ricercae gli sforzi proget<strong>tu</strong>ali e organizzativia carattere collaborativo. Lo scopoè poter accelerare le ricerche destinatea produrre risultati applicabilial malato a breve-medio termine. Sitratta di mettere a frutto la notevolemole di conoscenze teoriche raccoltein questi anni per selezionare levie che finora hanno dato frutti piùma<strong>tu</strong>ri. E realizzare con questi fruttila ricerca translazionale, cioè quellache prende ciò che il laboratorio hapronto per sperimentarlo nei modellianimali prima e nel malato poi.Il campo dell’infiammazione polmonareFC si presta bene a questastrategia: è in quest’area che i progettifinanziati da FFC hanno seminatomolto e adesso stanno ottenendo risultatida sfruttare per la sperimentazioneclinica. Nei polmoni del malatodi fibrosi cistica l’infiammazione è unprocesso molto precoce (è stata dimostratala sua esistenza <strong>anche</strong> in bambinimolto piccoli e apparentementeprivi di sintomi) e molto dannoso,perché responsabile del danno deltessuto polmonare. Numerosi progettidella Fondazione nel“ P13Kgamma: unaproteina reclutatricedi globuli bianchi.Inibendola si smorzal’infiammazionepolmonare ”corso di nove anni di ricerchesi sono occupatidi capire i meccanismidel processo, soprat<strong>tu</strong>ttole interazioni fra leproteine che lo attivanoo lo contrastano. Esecondo le ricerche piùrecenti vi è un legame direttoproprio fra l’infiammazione e il difettodel gene CFTR, cui va attribuita laresponsabilità della precoce cronicizzazionedel processo. I malati FC nonhanno molti farmaci contro l’infiammazionepolmonare e i pochi disponibili,il cortisone in particolare, hannonon trascurabili effetti collaterali.In questo campo, due progetti FFCmeritano tra gli altri particolare segnalazione,proprio perché probabilmentevicini alla “translazione” al malato:ricercatori che operano presso laFondazione Humanitas di Milano, incollaborazione con il San Raffaelehanno scoperto la “pentrassina lunga”(PTX3), la proteina che, prodottada varie cellule dell’organismo, è unacomponente essenziale dei meccanismidi difesa controalcuni batteri (fra cuiPseudomonas aeruginosa).PTX3 è una “proteinaacchiappabatteri”:li lega e li rende riconoscibili,facilitando laloro eliminazione daparte dei globuli bianchi.È già stata sperimentata su topiFC, e ha dimostrato di ridurre la caricabatterica, l’infiammazione e il dannopolmonare.Meno avanzata <strong>nella</strong> realizzazionema altrettanto rilevante il contributodi ricercatori dell’Università edel Centro di Biotecnologia Molecolaredi Torino in collaborazione conl’Università di Tubingen (Germania):<strong>anche</strong> qui si tratta di un’altra proteinadella cascata infiammatoria, sichiama PI3Kgamma, ha il compito dirichiamare in grande quantità i globulibianchi <strong>nella</strong> sededell’infiammazione.Questi, <strong>nella</strong> malattiapolmonare FC, hannoinizialmente un ruolodifensivo, ma diventanorapidamente eccessivi,ineffi caci e dannosi.Gli esperimenticondotti nei topi hannodimostrato che, in assenza di PI3-Kgamma, questi hanno nei polmoniuna diminuzione dei globuli bianchie successivamente una riduzionedelle lesioni polmonari. Si tratta oradi trovare un inibitore di PI3Kgamma“ PTX3: una proteina“acchiappabatteri”che riduce infezionee infiammazionepolmonare ”per avere un farmaco antiinfiammatoriodel <strong>tu</strong>tto nuovo.Ci sono ricercatori che operanoin questa direzione battendo la stradadella ricerca di molecole di nuovasintesi: in questo modo hannoscoperto la trimetilangelicina, cheunisce l’azione antiinfiammatoria(anch’essa impedendo il reclutamentodei globuli bianchi), ma potrebbeavere <strong>anche</strong> effetto di “potenziatore”della proteina CFTR mutata.Ancora, uno s<strong>tu</strong>dio <strong>tu</strong>tto italianosul glutatione, la sostanzacarente nellesecrezioni bronchialiFC, prezioso purificatoredei prodotti tossicidella combustione infiammatoriae oggettodi discussa utilizzazioneda parte dei malatipur in assenza di evidenze di efficaciaterapeutica: i pochi e modesti trial clinicieseguiti finora non hanno portatodati a favore di una sua reale efficacia.Un contributo originale, riferito <strong>nella</strong>Convention, è la dimostrazione chealti livelli di glutatione extracellularelimitano la capacità dei batteri (inparticolare quello s<strong>tu</strong>diato è la B. cenocepacia)di penetrare nell’epiteliorespiratorio.Accanto all’Infiammazione moltiprogetti FFC si sono occupati nel corsodegli anni di Infezione respiratoriae quindi di Microbiologia. Un filonepromettente <strong>nella</strong> ricerca di nuoviagenti antibatterici è quello dei “peptidiantimicrobici“. Sono molecolecon strut<strong>tu</strong>ra proteica a catena moltocorta, presenti in <strong>tu</strong>tti gli organismi,dalle piante all’uomo. In laboratoriohanno dimostrato spiccata attività antibattericaad ampio spettro. Di quil’idea di sfruttare quelli prodotti na<strong>tu</strong>ralmentedall’organismo umano o diprodurne di artificiali. Un gruppo diricercatori dell’Università di Siena hamesso a punto un composto chiamatoM33, peptide contro l’infezione respiratoriada Pseudomonas, che si è di-4 NOTIZIARIO FFC N. <strong>29</strong> DICEMBRE 2010
Sopra, Sala del Centro Convegni della BancaPopolare di VeronaA destra, giovani ricercatrici(Foto di Nello Benedetti)mostrato efficace in animali da esperimentoe che ha la possibilità di entrarenell’ambito delle terapie in FC.L’area che più mira a colpire lamalattia alla radice include la ricercadi farmaci capaci di correggereo potenziare la proteina CFTRmutata. Il gruppo dei ricercatori delGaslini, in collaborazione con la CFFoundation Americana Telethon e laFondazione Italiana per la RicercaCF, ha prodotto importanti risultatiin questo campo. La scoperta dellediidropiridine e degli ariltiazoli,rispettivamente potenziatori e correttoridi CFTR-DF508, e della proteinaTMEM16A, la proteina canaleper il trasporto del cloro, “motore diriserva” per svolgere tale funzione.Gli s<strong>tu</strong>di proseguono, <strong>anche</strong> con ungruppo dell’Università di Bari, e nelcorso degli ultimi anni hanno messoin luce la complessità delle interazionifra proteinediverse, soprat<strong>tu</strong>tto ariguardo del meccanismodi salvataggiodi CFTR difettosa pereffetto di DF508, lapiù frequente dellemutazioni CFTR.Sempre <strong>nella</strong> direzionedi “salvataggio” della CFTRdifettosa, ma comunque utilizzabile,è da segnalare l’avvio di uno s<strong>tu</strong>dioimportante sui chaperoni, molecoleche agiscono come “accompagnatori”protettivi della proteina mutata,impedendone la distruzione da partedel meccanismo intracellulare addettoal “controllo di qualità”.E si può ben dire che la ricerca dibase non conosce stop: questo è <strong>anche</strong>il significato dello s<strong>tu</strong>dio di nuovifarmaci diretti al “trattamento” dellemutazioni stop, quelle che arrestanola sintesi della proteina CFTR. Nelprogetto svolto in collaborazione fra i“ Creare consue<strong>tu</strong>dinedelle coppiea consultaregli esperti in fasepreconcezionale ”laboratori di Ferrrara, Bari e Haifa saràsperimentato in laboratorio il G418una molecola che si ritiene un potentesoppressore di segnali di stop, capacequindi di “riavviare” la normalesintesi della proteina.Interessanti risvoltipratici può assumere<strong>anche</strong> la ricercadel gruppo veroneseche mira alla messa apunto di metodi noninvasivi, “a misura dibambino”, per controllaregli effetti deinuovissimi farmaci mutazione-orientati.La ricerca intende realizzare untest per valutare il funzionamentodella proteina CFTR sui monociti (untipo di globuli bianchi). Il test si realizzacon un semplice prelievo disangue e potrebbe sosti<strong>tu</strong>ire indaginiben più complesse e di difficileesecuzione. Se la misura del funzionamentodi CFTR che il nuovo testfornisce fosse molto chiara, potrebbe<strong>anche</strong> distinguere i portatori dai nonportatori e dai malati.Sperimentato con successo il lanciodel test per il portatore FC in Sardegna,regione che ha alle spalle unaesperienza importante di prevenzionenel campo della talassemia. Alle coppieche si recavano in ospedale per iltest per il portatore di talassemia venivaofferta la possibilità di eseguire iltest per il portatore di FC. Il modellodel servizio sperimentato presentavauna serie di requisiti ideali: era collocatoin una strut<strong>tu</strong>ra pubblica, le coppievi si recavano prevalentementein epoca preconcezionale, trovavanopersonale esperto che forniva informazionisul test FC sia prima che dopola sua esecuzione; il test stesso avevaun’accuratezza molto elevata (identificazionedel 94% delle mutazioniCFTR). Pensando ad una prospettivadi estensione graduale dell’esperienzasu scala nazionale, certamente non<strong>tu</strong>tte le regioni italiane potranno diredi possedere i requisiti del modelloSardegna. Quello che manca e che inSardegna sembra esserci è soprat<strong>tu</strong>ttola consue<strong>tu</strong>dine delle coppie alla consultazionedegli esperti in epoca preconcezionale(e non a gravidanza avviata).Ma l’esperienza sarda dimostrache la strada da percorrere è questa,creare conoscenza diffusa della malattiae promuovere l’offerta del testFC in servizi già esistenti e attivi. nPERCORSI DI RICERCA E CONGRESSINOTIZIARIO FFC N. <strong>29</strong> DICEMBRE 20105