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Cardiologia negli Ospedali n° 193 Maggio / Giugno 2013 - Anmco

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A rea management & q ualitàERRORE LATENTEERRORE LATENTEERRORE LATENTEERRORE LATENTEERRORE LATENTEBARRIEREall’erroreERROREclinico; sono infatti gli operatorisanitari che in genere commettonomaterialmente gli errori e chedebbono quindi per prevenirlicambiare alcuni comportamenti edè impensabile non coinvolgerli piùche adeguatamente. Come più voltedetto l’approccio efficace al problemadegli errori non può che esseresistemico come strategia, modello,progettualità, attuazione e monitoraggiodella sua efficacia. Qualoraciò non fosse realmente possibile ènecessario che gli operatori sanitaridocumentino oggettivamentel’assenza, la debolezza o l’incoerenzadi azioni adeguate di pertinenzadel management aziendale cioè, intermini crudi ma oggettivamentereali, che chi ha la responsabilitàdella struttura sanitaria e quindianche della sicurezza non ha messoin atto le attività di sua specificacompetenza. In caso di contenziosoe di accuse di qualsiasi genere alfine di ridurre la probabilità difungere da solo capro espiatorio èinfatti fondamentale dimostrare chel’errore è avvenuto nonostante si siacercato di fare, da soli o sistematicamente,qualche cosa per prevenirloe che altri non hanno realizzato leattività insite nella loro funzionedirigenziale. Specularmente il nonfare nulla, alla luce delle evidenzeQT 2012oggi disponibili sulla possibilità diprevenire gli errori, potrebbe esserefacilmente considerata una condizioneaggravante. Da tener presenteche un approccio di questo generenon è da considerare né punitivo névessatorio ma oggi oggettivamenterealistico in termini di assunzionedelle normali responsabilità legateal ruolo ed alla posizione ricopertada tutti gli attori della situazione.Un altro importante concetto èopportuno che tutti gli operatorisanitari conoscano per trasmetterlo,nel proprio e loro interesse, ancheai propri pazienti: il rischio cheaccada un errore non può maiessere zero; ciò significa che anchecon tutte le accortezze, la buonavolontà e nelle migliori strutturesanitarie un errore può sempreaccadere. È solo una questione diprobabilità che può oscillare, inbase al tipo di errore, al contesto,alle misure di prevenzione e ad altrifattori da bassissima a molto alta;quel che potrebbe fare la differenzaè poter dimostrare di aver fattoalmeno qualche cosa per ridurrequesta probabilità. L’errore è cioèsempre un evento atteso che primao poi accadrà (è solo una questionedi tempo che solo in parte si puòprevedere); tutti i nostri interventiservono essenzialmente a ridurre3questa probabilità ed a dilazionarneil tempo. Elementare l’analogia conpatologie che tutti conosciamo piùche bene e che ci sforziamo in ognimodo di prevenire. A fronte delconcetto a tutti poco gradito dell’inevitabilitàdell’errore vi dovrebberazionalmente essere da parte ditutti i diretti interessati (cittadini,pazienti, amministrazioni ed operatorisanitari) la imprescindibile efortissima pretesa che a tutti i livellidi responsabilità (politica, istituzionale,amministrativa, professionale)vengano messe in atto tutte leiniziative realisticamente possibili inquel dato contesto per la riduzionedel rischio. Questo purtroppo permolte e quasi mai giustificatemotivazioni non sempre accade. Ilconcetto di accountability (rendereconto delle proprie azioni professionaliagli stakeholder) in Italia èancora lungi dall’essere introdotto.Oggi le competenze professionali diun sanitario non sono più limitatealla sfera clinico assistenziale macomprendono ineludibilmenteanche alcuni aspetti erroneamenteconsiderati accessori e “manageriali”:la qualità e la sicurezza delleproprie attività e la lorocorretta valutazione. ♥www.anmco.it/aree/elenco/management23

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