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28 novembre 2009.pdf - Il Giornale dell'Altopiano

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STORIASabato <strong>28</strong> <strong>novembre</strong> 20098l’Altopiano 12www.giornalealtopiano.itUn anno proficuo di lavori per il GruppoRicerca e Ripristino Ricordi di GuerraCon l’inverno e l’impraticabilitàdelle zone ove sono presentile testimonianze dellebattaglie altopianesi, arriva iltempo dei bilanci anche peril Gruppo di “Ricerca e RipristinoRicordi di Guerra”.<strong>Il</strong> 2009 è stato un anno riccodi interventi per i pur pochivolontari dell’associazione cheha sede in località Sasso diAsiago al civico 8 di via Cotti.Molte le lapidi restaurate,come pure continua è la ricercadi documentazione che possaampliare le informazionirelative ai tanti nomi di soldatio reparti passati in questo territoriodurante il turbinio delconflitto. Tra i lavori piùeclatanti v’è la stelecommemorativa dedicata alUna paio di sci da fondo conlui, nella cassa, e un altro paiosul feretro, al posto dei fiori:Diego Segafredo li ha voluticome la cosa più cara che loaccompagnasse nel suo cam-capitano Giovanni Brunialti,torinese di nascita e caduto il18 giugno 1916 in zonaCastelloni di San Marco – MalgaFossetta. L’ufficiale, figlio delnoto onorevole Attilio, appartenevaal Battaglione Bassano del6° Reggimento Alpini e morì durantegli scontri legati alla “SpedizionePunitiva” austriaca. Discorsoa parte merita l’iscrizionein cemento sul Col Novantain territorio di Valstagna e indicantel’osservatorio italiano incaverna denominato “Omega”.“In questo caso non siamo intervenuticon un restauro radicale– afferma Luca Borgo,uno degli volontari del Gruppo –qualsiasi lavoro sull’operasarebbe stato troppo invasivo,quindi abbiamo posto a fiancodell’originale una nuovascritta che permette a chiripercorre i sentieri della storiadi capire a cosa si riferisconoi manufatti del periodobellico”. Significativi interventihanno interessato pure i cippi chericordano il 130° Rgt FanteriaBrigata “Perugia” in localitàBoscosecco. Grazie ai nuovi lavorioggi è possibile la lettura delleiscrizioni: “ Et mortem appetuntlibentes” (trad. Affrontano volentierianche la morte), mentrela seconda pietra posta a lato ricordacome i soldati volesseroaver presente il proprio comandanteGenerale Turba dedicandoglila denominazione della strada.<strong>Il</strong> resoconto potrebbe continuarea lungo, perché tante sonole opere legate alla Grande Guerraoggi ripristinate e restituite allaprimitiva funzione di ricordare aiposteri i reparti in armi. “<strong>Il</strong> risul-Gli amici sportivi ricordano Diego Segafredo“Amava la vita e lo sport, che l’ha aiutato a combattere il suo male fino all’ultimo: un esempio per tutti”.mino per l’aldilà, al momentodell’ultimo commiato dallamoglie, dalle figlie, dallanipotina, dagli amici sportiviche si sono stretti attorno allafamiglia per dargli l’ultimo saluto,dopo che per 7 anni avevalottato contro il male delsecolo, aiutandosi proprio conlo sport, fino alla fine. DiegoSegafredo di Mezzaselva,classe 1951, fondista eCisterna in cemento presso l’abitatodi Sasso di Asiago ( via Chiesa ).Lapide commemorativa delcap. Giovanni Brunialti del 6°Rgt Alpini, caduto nel giugnodel 196 presso i Castelloni diS. Marco (venne inizialmentesepolto presso l'ex cimiteromilitare di m.ga Fossetta)skirollista, ha affrontato e combattutoil suo male continuandoa gareggiare sia nelle garedi granfondo di sci che nellemanifestazioni di skiroll in tuttala penisola, fino alla scorsaprimavera. Sono proprio gliamici più cari, con cui ha condivisopiaceri e fatiche dellosport a volerlo ricordare, ancheattraverso il nostro giornale,come uomo estremamentepositivo che nello sportha trovato il suo stile di vita.“Alla fine non ce l’ha fatta –dicono – il male del secolo havinto la sua battaglia contro lospirito e la voglia di combatterlo.Una lotta impari, che siè comunque protratta per piùdi 7 anni, dalla seconda tappadella Millegrobbe quando Diegosi era trovato in difficoltà;gli avrebbero poi diagnosticatoun cancro al pancreas, unbrutto male che l’ha accompagnatoda allora in poi, aggravandosiquest’anno quando siè trasferito anche al fegato.Diego era un campione nelloLocalità Boscosecco di Roana. Cippi a ricordo del 130°Reggimento fanteria (Brigata Perugia). Sul cippo disinistra la scritta in latino significa : “Affrontanovolentieri anche la morte”.tato che ci prefiggiamo – spiegail presidente Guido Baù, responsabiledel Museo presso lafrazione Sasso – è un ripristinomirato ai tanti monumentipresenti in Altopiano. <strong>Il</strong> nostrocompito è in buona misuramanuale, ma è pur vero cheall’interno della nostra associazionevi sono ottimi ricercatoriche prima di operareesaminano le fonti e raccolgonoindicazioni storiche anchedalle Relazioni Ufficialidell’Esercito. Non posso cheesprimere soddisfazione perquanto fatto sin’ora, ma unringraziamento è doverosoper chi ci segnala nuovi cippie scritte murarie che la vegetazioneo le frane nascondonoalla vista da decenni. Congratitudine quindi cito gli amiciAlessandro Sterchele, MarioBusan, Sergio Rigoni“Pun” e Enrico Manea, maanche gli infaticabili coniugiRigoni Marchetti, sempre prodighiin consigli ed iniziative.Non dimentichiamo poi lafattiva collaborazione delleamministrazioni comunali diRoana, Asiago e Enego, graziealle quali possiamo spostarcilungo strade altrimentichiuse al transito, trasportandocosì il pesante materiale dalavoro fin sulla zona degli interventi.Auspico che la sensibilitàdi chi ama la montagnae la storia ad essa legata– conclude Baù - sia di stimoloalla segnalazione dinuovi monumenti, o di denunciaper coloro che nonrispettano il ricordo deglieroi caduti sulle nostrecime”. G. Dalle Fusinesport, come nella vita di tutti igiorni, e ci sembra questo ilmodo migliore per ricordarlo,perché serva da esempio nontanto a chi lo conosceva e cheha già avuto modo di apprezzarlo,quanto alle generazioniche verranno. Non c’è esempiomigliore perché ne tragganoinsegnamento in tempi incui l’adattamento al peggio ele capacità di sofferenza nonrientrano più nel patrimoniocomune, come di coloro chela vita hanno dovuto costruirselacon sudore e sacrifici”.“Pur nella consapevolezzadella fine che si avvicinavaogni giorno di più – continuanogli amici – Diego vivevaper lo sport e con lo sport, cheha certamente contribuito adallungargli la vita e a sollevarglilo spirito. Ma più che il proprioquello di noi amici, per iquali la sua sofferenza è stataun esempio di vita, perché loabbiamo visto lottare sempre,fino a pochi mesi fa, con tuttele energie che gli restavano,contro il male ma anchecontro gli avversari. Se il fisiconon reggeva più gli sforziintensi, gli permetteva però direstare al nostro fianco, continuandoa condividere una passionecomune. Ci accompagnavain macchina a valle, o ci seguivafino al Verena per riportarcia casa, rendendosi sempreutile e regalandoci la sua amicizia”.“Con il sonno dei giusti –concludono gli amici – adessosta sicuramente in un mondomigliore, ma rimarrà per semprenei nostri cuori con tantoamore. Lo immaginiamo guardaredall’alto le sue amatissimemontagne che proprio nei giornidella sua scomparsa sinsono incorniciate di biancaneve per accoglierlo fra le lorobraccia”.S.B.

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