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Italia - Unipol Banca

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42UGF BANCABILANCIO 2010RELAZIONE DEL CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONESULLA GESTIONEAttività FinanziariaCome già accennato nella precedente sezione dello scenario macroeconomico, i primi mesi del 2010sono stati caratterizzati dalla crisi in area Euro a causa dell’accentuarsi del rischio sovrano. Nelcorso del 2010 sono stati approvati due importanti piani triennali a favore di alcuni paesi dell’area:110 miliardi di euro per la Grecia e 70 miliardi di euro a favore dell’Irlanda. Contemporaneamente èstato varato il fondo di stabilità europeo European Financial Stability Facility (il cosiddetto EFSF) da440 miliardi di euro oltre al piano di acquisti di titoli pubblici e privati da parte della <strong>Banca</strong> CentraleEuropea.Il marcato deprezzamento dell’euro nella prima parte del 2010 ha impattato molto positivamentesoprattutto sulla dinamica del PIL tedesco, come testimoniato dalla crescita record nel 2010.Nel corso dell’anno è emersa, soprattutto negli Usa, la percezione di rischi deflattivi, al punto daindurre la FED a varare a fine 2010 un secondo piano di quantitative easing (cosiddetto QE2) da 600miliardi di dollari, avente come oggetto l’acquisto di titoli governativi Usa.La stessa Federal Reserve nel 2010 ha continuato a mantenere il tasso di riferimento nel range 0-0,25%, confermandone anche la probabile permanenza su livelli eccezionalmente contenuti per unperiodo esteso di tempo. Anche la BCE ha tenuto il tasso di riferimento fermo al minimo storicodell’1% per l’intero 2010. Allo stesso tempo durante l’anno sono state mantenute in essere buonaparte delle manovre non convenzionali, implementate nel 2009 e finalizzate principalmenteall’immissione di liquidità nel sistema. Tra queste ultime rientrano le operazioni di rifinanziamentodella BCE con importi illimitati e ad un tasso pari a quello di riferimento.Sul fronte valutario, il 2010 è stato caratterizzato da fasi di marcato deprezzamento dell’eurosoprattutto nel corso della prima parte dell’anno in corrispondenza dell’aumento delle tensioni inmerito al rischio sovrano all’interno dell’area. A fine giugno 2010 il cross Eur/Usd è arrivato asfiorare la soglia di 1,18. La valuta unica è stata poi nuovamente oggetto di una ripresa della fase diapprezzamento fino al picco di 1,4250 circa ad inizio novembre 2010. Successivamente, incorrispondenza dell’intensificarsi della crisi in Irlanda, l’euro ha ripreso a svalutarsi contro il dollaro,arrivando in prossimità di 1,30 a fine novembre 2010.I tassi dei titoli governativi a lungo termine, sia negli Stati Uniti sia in area Euro, hanno seguito untrend ribassista per tutto il 2010. Il decennale tedesco ha raggiunto il minimo dell’anno in prossimitàdel 2,11% nel corso dell’estate, per poi risalire fino a circa 3% a dicembre. Il tasso governativo a dueanni tedesco invece è rimasto per buona parte dell’anno sotto l’1%. La curva dei tassi governatividell’area Euro ha registrato un forte aumento della pendenza sul segmento 2-10 anni fino a maggio,quando ha toccato il picco di 235 punti base, per poi tornare a ridursi fino a circa 200 punti base afine anno. Il focus sul tema rischio sovrano in area Euro ha comportato un trend di marcatoallargamento degli spread di tasso dei paesi cosiddetti periferici. In particolare il differenziale <strong>Italia</strong>-Germania sul comparto governativo decennale è passato dai circa 90pb di inizio 2010 a circa 185pballa fine dello stesso anno. Negli Stati Uniti la pendenza di curva sul segmento 2-10 anni ha toccatoa febbraio 2010 il massimo di 291pb, per poi portarsi a fine anno a 280pb circa.Il 2010 ha evidenziato un andamento dicotomico tra l’area emergente e quella sviluppata. Neimaggiori paesi industrializzati la crisi economica ha infatti continuato a far sentire i suoi effetti alivello di bilanci statali, in conseguenza delle manovre finalizzate a supportare l’economia ed ilsistema finanziario. Nei paesi emergenti invece è emerso un migliore posizionamento dei contipubblici grazie anche ad un più elevato e più diffuso livello di crescita del PIL. Tale movimento è statoprincipalmente guidato da quei paesi, come ad esempio il Brasile, che sono riusciti a beneficiare delmovimento rialzista delle materie prime, in particolare di quelle agricole. L’indice Embi+spread nelcorso del 2010 è passato dai circa 270pb di inizio anno a circa 250pb alla fine di dicembre 2010.Per quanto riguarda i mercati azionari si è assistito ad una forte volatilità con un picco nel secondotrimestre 2010, sia in area Euro sia negli Stati Uniti, durante il momento più acuto della crisi in areaEuro. Successivamente la volatilità ha avuto un trend calante fino a fine anno.Dal punto di vista strettamente operativo, la gestione finanziaria del portafoglio di proprietàdell’Istituto si è svolta cercando di ottimizzare i rendimenti, minimizzando al contempo l’assunzione

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