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HAITI ALIVE - Fondazione | Alexander Langer | Stiftung

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dikamenten und Verbandsmaterial. Was da Schwester Regina unter so manchenUralt-Binden entdeckt ist eher für abgebrühte Augen... Die Menschen sind amEnde ihrer körperlichen und seelischen Kräfte. Seit zwei Monaten hausen sieim Freien, Sonne und Gewittergüssen ausgesetzt. Sie haben Angehörige verloren.In unserer Stadt wurden von etwa 100 000 Einwohnern 12 000 in einemMassengrab beerdigt. [..]Dr. Peter Holzer ist Allgemein- und Kinderarzt und arbeitet für Cap Anamur– Deutsche Not-Ärzte. Der Verein ist seit 1994 in Haiti tätig und hat auch vordem Erdbeben mehrmals mit Dadoue Elane Printemps zusammen gearbeitet.In der Region Verrettes hat Cap Anamur eine Schule und mehrere Krankenstationenerbaut.La dignità del popolo di HaitiBarbara GrudenHaiti gennaio 2010, Giappone marzo 2011. Ormai gli amici mi prendono bonariamentein giro, chiamandomi la donna delle catastrofi. In un anno ho dovuto“coprire” due dei peggiori cataclismi della storia dell’umanità. Nel primo casooltre 300 mila morti e un milione e 200 mila senzatetto in un paese dove giàprima del terremoto la sopravvivenza era per la gran parte della popolazione unquotidiano grande punto interrogativo; nel secondo “solo” 20 mila vittime, macon conseguenze ancora tutte da decifrare per l’incidente nucleare di Fukushima,che oltre a mettere a rischio la salute della popolazione ha messo in crisianche il modello produttivo dell’ipertecnologico Giappone.Due catastrofi, due pianeti che non potrebbero essere più distanti:. A più di unanno dal sisma, Port- Au-Prince è ancora un’immensa tendopoli e solo unapiccola parte delle macerie è stata rimossa. A sei giorni dallo tsunami, il Giapponeaveva già riparato una delle principali autostrade che collegano Tokyoal nord-est del paese. E’ per questo e per la compostezza con cui i giapponesihanno reagito alla tragedia e seguito scrupolosamente le raccomandazioni delleautorità che in questi mesi tutti hanno elogiato la dignità del popolo del SolLevante. E’ vero, una dignità e una compostezza che lasciano quasi increduli:nessuna fuga di massa, nessun esodo dalle zone contaminate, con gli abitantidella prefettura di Fukushima che continuano a vivere (anche se sempre piùarrabbiati) a soli 30 chilometri dalla centrale che ha prodotto il secondo peggiorincidente nucleare di sempre.Una parola, dignità, che invece è difficile sentire nei resoconti ufficiali su Haiti.Ma che - per ciò che mi riguarda - è una delle prime che mi vengono in mente21

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