‘Now is the time for the governments that form part of the MINUSTAH [UnitedNations Stabilisation Mission], the UN and in particular France and theUnited States, [and] the governments of Latin America, to revise this actionthat is contrary to the basic needs of the Haitian people. We demand of thosegovernments and international organizations that they substitute the militaryoccupation with a true mission of solidarity, and that they take action to ensurethe urgent cancellation of the debt that is still being collected of Haiti.In order for Haiti to rebuild itself in dignity, national sovereignty is the fundamentalissue and a total and unconditional debt cancellation for Haiti must bethe first step towards a more general course of action. A new alternative developmentmodel to the IFIs and the Economic Partnership Agreements (EPAsigned in December 2009, the Hope II Accord) is necessary and urgent. Themost industrialised countries, which have systematically exploited Haiti, beginningwith France and the United States, must pay compensation towardsa fund aimed at financing the reconstruction of the country, controlled by theHaitian people’s organisations.28 january 2010Pampazuka News: Pan-african voices for freedom and justiceEric Toussaint, president of the Committee for the Cancellation of ThirdWorld Debt – Belgium (www.cadtm.org), author of “The World Bank: A CriticalPrimer”, Pluto, London, 2008.Sophie Perchellet is vice-president of CADTM France.40Cooperazione internazionale e sviluppolocale: l’esperienza di ColorEsperanzaHelga SirchiaPoche riflessioni, a mo’ di conclusione, per cercare una risposta alla questioneche sorge, spontanea e ineludibile, dinnanzi a storie come quella raccontata inqueste pagine: e noi?Noi, quelli del cosiddetto ‘nord del mondo’, che viviamo oltre oceano e nellamigliore delle ipotesi conosciamo questa realtà per averla vista, ma non la viviamosulla nostra pelle; noi che forse intuiamo il senso dell’essere partecipi,sentiamo l’urgenza della responsabilità collettiva e vorremmo fare qualcosa,cosa possiamo fare in concreto?Questa domanda segue naturalmente quella più importante, per la quale è nato
questo libro: quale futuro per Haiti? Volendo sintetizzare i due interrogativi,proveremo in questo ultimo scorcio a ragionare insieme del “che fare”, da quie nel nostro piccolo di cittadini del mondo ricco, per Haiti: come contribuireattivamente alla ricostruzione di un futuro per questo paese? Quali scenari perla cooperazione e la solidarietà internazionale?Proprio interrogandosi sul “che fare?”, ci sembra interessante guardare al panoramadel terzo settore italiano, in costante crescita anche nel campo dellasolidarietà internazionale: si tratta per lo più di associazioni e organizzazionidi volontariato di medie e piccole dimensioni, che cercano di portare avanti unmodo diverso di fare cooperazione internazionale, non necessariamente antitetico,ma sicuramente alternativo a quello tradizionale della cooperazione. Unlavoro incentrato sulla valorizzazione delle risorse dei paesi in cui si interviene,sul monitoraggio attento dei progetti e sulla partnership con le organizzazionilocali, capace di garantire quella fluidità di passaggi e quella aderenza alterritorio che le grandi organizzazioni internazionali sempre di più faticano araggiungere.Una tendenza, questa, che conferma da un lato la necessità di un superamentodegli approcci tradizionali di ONG e istituti sovra-nazionali, dall’altro una“fame” di partecipazione della cosiddetta società civile, motivata a impegnarsiin modo attivo sul fronte internazionale e bisognosa di riferimenti comuni perconsolidare questi nuovi modelli di intervento.E’ importante dunque di aprire sempre più ampi spazi di confronto su metodi estrategie e misurarsi insieme su limiti e potenzialità dei diversi approcci possibili.Non avendo soluzioni o ricette pronte all’uso, proporremo qui una semplicetestimonianza, raccontando in presa diretta l’esperienza di un’associazione italiana,ColorEsperanza, attiva in Repubblica Dominicana e Haiti; è bene precisareche questa esperienza verrà proposta per l’appunto come testimonianza,senza alcuna pretesa di indicare modelli.[..]Il primo elemento riguarda la territorialità degli interventi, che si sviluppano siaad Haiti sia in Repubblica Dominicana e coniugano l’azione in questi due Paesicon attività e progetti in Italia. In sostanza, si tratta di intervenire in forma sinergicasu un triplice fronte: italiano, haitiano e dominicano. [..] In questa prospettivala cooperazione internazionale evolve naturalmente in azione di co-sviluppo, chesi esplica sul doppio fronte: non solo nord – sud, ma anche e soprattutto “sudsud”,portando avanti progetti capaci di innescare, sia pure dal basso e su piccolascala, processi di collaborazione tra i due paesi, di favorire il dialogo tra le organizzazionilocali e di aprire spazi di progettazione nella zona di frontiera.Un secondo aspetto, che incide in modo significativo su strategia e modellidi intervento, è quello della scelta dei partner locali. Nell’esperienza di ColorEsperanzatrova conferma l’efficacia di interventi affidati a organizzazioni41