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HAITI ALIVE - Fondazione | Alexander Langer | Stiftung

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effetti speciali, film, oggetti raccolti dalle macerie, video con testimonianzedi terremotati, e pannelli esplicativi. «L’area su cui siamo era stata totalmentedistrutta», spiega Yoshihiro Nakamura, 75 anni, scampato al terremoto per miracoloe volontario al memoriale: «Adesso, quello che dobbiamo fare è metterea frutto l’esperienza di Kobe per aiutare Sendai, anche se la forza del sisma chesi è abbattuto sul Nord-Est è 170 volte più intensa di quella che ha colpito noi,senza contare lo tsunami e il pericolo radiazioni. La prevenzione non può andarelontano in questi casi, ma la solidarietà si’». Il piano del museo dedicato al dopocalamitàmostra una serie di kit ideali, i migliori modi per costruire i tetti delle casein modo da renderli anti-sismici, e i tipi più pratici di abitazioni prefabbricate temporanee:«Centinaia di migliaia di persone si trovarono senza casa, cosi’ vennerocostruiti questi prefabbricati in media, le persone ci sono rimaste due anni. Chi ciha abitato più a lungo ci ha passato cinque anni. Poi, le abbiamo piegate e speditedove ce n’era bisogno: in Turchia, a Taiwan - dice Nakamura -. Ci abbiamo messodieci anni a ricostruire Kobe. Per ricostruire la serenità che avevamo prima, però civorrà’ più tempo, il trauma ha segnato molto profondamente» [..].Pubblicato il 19 marzo 2011 su La Stampa.Ilaria Maria Sala, giornalista, scrittrice, è stata inviata speciale per il quotidianotorinese dopo il terremoto che ha sconvolto il Giappone. Ha pubblicato Pubblicauna lettera mensile dalla Cina sul mensile di Forlì Una città. Tiene un blog: http://www.lastampa.it/estremorientePer una geografia sociale dell’Aquila post-sismaLina Calandra[..] A seguito della scossa 6.3 Mw delle 3:32 del 6 aprile 2009, con le 308vittime si seppelliscono nel dolore vite, relazioni, luoghi che oltrepassano iconfini abituali e certi della quotidianità. Se a togliere la parola e a far scendereil silenzio è la rappresentazione della vita prima della morte – l’età, il sesso, laprovenienza delle vittime – ciò che impedisce al fatalismo di insinuarsi nellamente e nell’anima è la visualizzazione della morte: dalla rappresentazionedei luoghi della memoria ciò che con crudele evidenza appare è che «le cosepotevano andare diversamente».L’88% delle morti riguarda il Comune dell’Aquila per un totale di 272 vittimeconcentrate per quasi il 50% nell’area sud-occidentale della città compresagrosso modo tra le antiche mura cittadine e l’asse tracciato da via XX Settembre-VialeF. Crispi-Viale Collemaggio. Si tratta di un’area che, pur conoscendo52

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