Questo è Cefis - Il Primo Amore
Questo è Cefis - Il Primo Amore
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Onestamente non ce ne importerebbe un cavolo, anzi lo indicheremmo a dito<br />
come (raro) esempio. Purtroppo egli onora favori di consulenza e dirigenza<br />
distaccando personale pagato dallo Stato, aiuta come può merc<strong>è</strong> interventi,<br />
specie di natura pubblicitaria che puzzano di petrolio lontano un miglio (in<br />
linea d'aria da Metanopoli).<br />
Nell'ente misterioso (ma non troppo) il nostro ha lentamente ribaltato<br />
politiche tradizionali, dirigenti e tecniche, appoggi e iniziative, sino a giungere<br />
ad esaltare con quadrotte pubblicitarie le virtù del buon impiego di danaro.<br />
Bontà sua, <strong>è</strong> l'uomo che vale “X” milioni, anzi (potenzialmente) “x miliardi”. Se<br />
la Provvidenza ti scarica in casa un ingombrante, sì, ma prezioso involucro<br />
spirituale come <strong>Cefis</strong>, non c'<strong>è</strong> che da ringraziarla.<br />
Perché? Ce lo poniamo con mal dissimulato candore. Perché un<br />
personaggio da copertina come lui va a prendersi gatte da pelare fuori piazza, in<br />
affari che minimamente toccano lui e la sua azienda, in attività che nulla hanno<br />
a che vedere con la politica? E perché i padroni di casa, anche se ragionano con<br />
evangelica astuzia, gli spalancano le braccia e gli offrono il più ampio patronato,<br />
lasciandolo arbitro persino di correggere una riga o di controllare ogni<br />
telefonata in arrivo?<br />
Non faremo coincidere la risposta - trasparente con l'ad majorem Dei<br />
gloriam di marca gesuitica. Può darsi che le intenzioni del manager siano<br />
lodevolissime, ma osiamo arguire che la carica in questione si riveli per lui<br />
produttiva anche sul piano umano (e sociale, e politico). Inoltre contestiamo –<br />
ed <strong>è</strong> elementare la ricerca di un fine rispettabile, anzi degnissimo, con dei mezzi<br />
(messi a disposizione, appunto) quantomeno discutibili se non illegali come più<br />
sopra abbiamo accennato.<br />
Se non scenderemo in particolari <strong>è</strong> proprio perché l'esperienza anch'essa<br />
prima citata ci suggerisce di attendere che fiorisca, se deve fiorire (ma ne<br />
dubitiamo assai), quello che in antecedenza abbiamo, per dir così, seminato. Ad<br />
un certo momento facciamo professione piena di umiltà: che cosa possiamo,<br />
con le quattro carte che ci girano in mano, contro la manovrata ostilità, il<br />
disprezzo, la cortina di infondatezza a priori che ci circonda?<br />
In realtà dobbiamo ribadire un concetto, dissipare un'ovvia impressione:<br />
non <strong>è</strong> Eugenio <strong>Cefis</strong> che ci dà ombra. Anzi, non c'<strong>è</strong> proprio nessuno che ci rovini<br />
il sonno. E piuttosto un clima, un sistema, un ambiente che in qualità di<br />
cittadini, anche relegati nel fondo classifica, osiamo liberamente additare ad<br />
un'opinione pubblica tutt'altro che disponibile, per ragioni di concorrenza e di<br />
clamore, ai nostri ragli d'asino; alla stampa, generalmente allergica a ciappà i