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Questo è Cefis - Il Primo Amore

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sdoppiamento della sua personalità in attività d'istituto e in hobby opulenti e<br />

impegnativi quali le immobiliari e affini.<br />

Con queste premesse, desunte dalla politica più documentabile di<br />

Eugenio <strong>Cefis</strong>, già Presidente dell'Eni, riteniamo di essere i soli struzzi in Italia<br />

a dichiarare inesistenti le qualità manageriali del Patron, ed assolutamente<br />

dannose le esperienze in corpore vili sinora attuate dal medesimo nel tessuto<br />

dell'economia del nostro Paese. Esperienze che gli sono servite, per paradosso,<br />

alla promozione di ieri, al credito di oggi.<br />

Un avallo sconcertante ma scontato, gli viene dall'ultimo aumento del<br />

fondo dotazione Eni, votato con 319 si e appena 19 no dal Parlamento, per un<br />

totale di 290 miliardi in cinque anni. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto,<br />

quindi con piena libertà di eventuale dissenso, certifica appieno l'unanimità o<br />

quasi dei consensi all'operato di Eugenio <strong>Cefis</strong>, appena defluito dalla dirigenza<br />

dell'Ente Idrocarburi. La prova del nove delle sue virtù <strong>è</strong> venuta quindi dal<br />

potere politico senza distinzioni apprezzabili di parte e di origine!<br />

L'aumento di un fondo che a ragione si dovrebbe chiamare di pubblico<br />

sperpero, trattandosi di soldi del contribuente, <strong>è</strong> leggermente scandaloso, ma<br />

nella fucina di Vulcano si parla di mille miliardi, non di poche migliaia di lire<br />

confluiscono i favori dei più severi censori dell'economia politica italiana, gente<br />

come il La Malfa e il Malagodi, come il Mancini e l'Andreotti. Tutti insieme a<br />

decretare utile e proficuo un gesto di fiducia nei confronti di una azienda nella<br />

quale <strong>Cefis</strong> ha manovrato con disinvoltura pericolosa, impiegando capitali<br />

(pubblici) in iniziative da noi dimostrate illecite e sbagliate.<br />

<strong>Il</strong> Mezzogiorno può ben attendere i miliardi che gli vengono così sottratti per<br />

avallare la mitomania di Eugenio <strong>Cefis</strong>, ancora ombra di Banco nei meandri di<br />

Metanopoli. Ognuno di codesti galantuomini Pertini, Piccoli, Restivo, Servello,<br />

Massari, Bucalossi e tanti altri ha potuto informarsi in base ai nostri lanci, ma e<br />

ovvio che la verità vale molto meno del fumo e degli interessi.<br />

Tutti insieme a confermare la fiducia del Parlamento ad un figlio ribelle, ma pur<br />

sempre di famiglia. Sconcertante questa massiccia presenza a favore di un Ente<br />

sino a pochi mesi fa esclusivo feudo ad personam di Eugenio <strong>Cefis</strong>. Vorremmo<br />

pensare che il nostro <strong>è</strong> dovunque profeta: in patria, finché dirigeva l'Ente<br />

Nazionale Idrocarburi; all'estero, si fa per dire, nelle vesti di tutore della<br />

Montedison.<br />

L'accreditamento di certe somme, votate dagli onorevoli di ogni corrente,<br />

avalla l'iniziativa voluta e condotta dal <strong>Cefis</strong>: questo e fuori dubbio.<br />

Venezia <strong>è</strong> importante, d'accordo. Agiscono rettamente i deputati che

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