Fra tutti i pittori del Rinascimento, però, è Piero dellaFrancesca che osa <strong>di</strong> più, e arriva a sfruttare la poesiadella conchiglia fino al tendersi massimo del suo potenzialesemiotico ed estetico. Nella celebre pala <strong>di</strong>Brera, la Madonna con bambino sulle ginocchia è circondatada quattro cherubini e da sei santi. Le porge <strong>il</strong>suo omaggio, sul lato sinistro, <strong>il</strong> duca Federico daMontefeltro, donatore della pala. Essa era destinata adonorare la santa memoria <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no da Siena, inuna chiesa dell’Osservanza d’Urbino. I santi che circondanola Vergine sono la f<strong>il</strong>igrana agiologica del <strong>di</strong>pinto:vi è San Bernar<strong>di</strong>no, grande pre<strong>di</strong>catore e de<strong>di</strong>catariodel contesto della pala, ma anche un altro grandepre<strong>di</strong>catore compare, Giovanni Battista, nel cui nome<strong>il</strong> pittore ha nascosto una delle molte chiavi <strong>di</strong> letturadell’immagine: la moglie <strong>di</strong> Federico, BattistaSforza, aveva dato finalmente alla luce un erede, undono del cielo tanto atteso quanto <strong>il</strong> <strong>di</strong>vino bambino alcentro del <strong>di</strong>pinto. Ma <strong>il</strong> vero fascino misterioso dellapala promana ancora una volta da un’abside <strong>di</strong>pinta,che Piero ha rappresentato a foggia <strong>di</strong> magnifica conchiglia.Storia <strong>di</strong> una conchigliaL’espe<strong>di</strong>ente pittorico era dei più geniali, e consentiva<strong>di</strong> rappresentare <strong>il</strong> mistero tramite un oggetto <strong>di</strong>screto,appena visib<strong>il</strong>e nel contesto dell’immagine, così comunenell’iconografia della Madonna che oggi lo sguardoignaro <strong>di</strong> cultura iconologica rischia <strong>di</strong> perderne <strong>il</strong> significatoe <strong>di</strong> trascurarne l’importanza.Molti artisti vi ricorsero, e non solo F<strong>il</strong>ippo Lippi. IlVerrocchio fa sovrastare l’incontro fra Tommaso l’increduloe <strong>il</strong> costato sanguinante <strong>di</strong> Cristo da una monumentaleconchiglia, mentre Neri <strong>di</strong> Bicchi sostituisce all’abside<strong>di</strong> un’Annunciazione un magnifico Pecten.Un chiaro riferimento alla metafora della generazioneincreata, sì, ma anche <strong>il</strong> frammento <strong>di</strong> un incastro piùcomplesso e raffinato <strong>di</strong> significati: dalla conchigliapende un uovo <strong>di</strong> struzzo, che sostituisce col suo lucoreimmacolato la perla vera e propria. Uova <strong>di</strong> struzzo venivanoapposte lungo le catene delle lampade dellechiese <strong>di</strong> Siena e Firenze nel Quattrocento, per praticimotivi: la loro forma ovoidale e <strong>il</strong> loro guscio scivolosopare impe<strong>di</strong>ssero ai ratti <strong>di</strong> scendere fino al recipientedell’olio e <strong>di</strong>vorarne <strong>il</strong> contenuto. Ma l’artista trae dall’occasioneprofana l’ispirazione della parola sacra:l’uovo è simbolo della vita, ma perché un uovo <strong>di</strong> struzzo?Il motivo della scelta è celato nell’eru<strong>di</strong>zione dei secoli:credevano gli antichi, e Alberto Magno dava lororagione, che gli struzzi non covassero le loro uova cometutti gli altri uccelli, ma semplicemente li guardassero,oppure vi soffiassero sopra, come mostrano alcuni curiosiemblemi del Cinquecento.13
Curiosità14Ecco dunque <strong>il</strong> poetico bricolage:lo struzzo dà lucealla vita dell’uovo non conun contatto fisico, bensìcon un soffio immateriale,lo stesso con cui Dio <strong>di</strong>edevita ad Adamo. Il Cristo,nuovo Adamo, viene generatodal soffio dello SpiritoSanto, come in un uovo <strong>di</strong>struzzo, come in una conchiglia.‘Il Signore ti coprirà con la sua ombra’, <strong>di</strong>ceGabriele a Maria, e <strong>il</strong> pittore Piero ha <strong>di</strong>pinto ombra eluce nell’abside della pala <strong>di</strong> Brera in maniera naturalmenteartificiale, allegoricamente sapiente: un’ombra sistaglia lungo la nicchia a forma <strong>di</strong> conchiglia quel tantoche basta da coprirne l’uovo, nucleo della perfezionedel Cristo.Il secolo Barocco giocò con la conchiglia, da Góngora aGiovan Battista Marino. Questi nelle Dicerie Sacre interpretòa sua guisa la nascita del colore e <strong>il</strong> ritrovamentodella porpora. Un mastino famelico cercava <strong>di</strong> che nutrirsisu una spiaggia, e trovò una conchiglia. Avendolaspezzata con i denti, ne fuoriuscì la porpora, che tinse <strong>il</strong>muso del cane. Il padrone, accorso verso l’animale credendoloferito, scoprì per la prima volta le ricche proprietàdel murice. Marino trasforma questo raccontonell’occasione <strong>di</strong> un’allegoria: la conchiglia è <strong>il</strong> Cristostesso, mentre <strong>il</strong> mastino è l’ebreo deicida che ne rompe<strong>il</strong> guscio e ne sparge <strong>il</strong> sangue (l’antisemitismo è una caratteristicacomune <strong>di</strong> moltiautori cristiani del passato).I denti del cane sono ichio<strong>di</strong> della croce, mentrela porpora è <strong>il</strong> sangue salvifico<strong>di</strong> Gesù, versato perla redenzione degli uomini.Alla metà del Seicento, unGesuita <strong>di</strong> nome F<strong>il</strong>ippoBuonanni scrive <strong>il</strong> primo trattato interamente de<strong>di</strong>catoalle conchiglie, e fonda la <strong>di</strong>sciplina oggi nota come‘conch<strong>il</strong>iologia’. Il trattato, Ricreazione dell’occhio e dellamente nell’osservazion delle chiocciole, contiene decine <strong>di</strong>bellissime incisioni, opera dello stesso gesuita, ab<strong>il</strong>e <strong>di</strong>segnatore.Esso conferma tutte le più trite (nonché false) credenzedegli antichi a proposito delle conchiglie: che potesseroda sole affiorare dai flutti e solcare i marosi come piccolebarche a vela, che, fecondate dalla rugiada, desserovita alla perla, ma soprattutto che non fossero dotate <strong>di</strong>uova.Nel 1683 <strong>il</strong> naturalista bolognese Anton Felice Mars<strong>il</strong>iscrisse un libello nel quale rivelava al mondo una veritàscandalosa: aveva trovato delle uova nelle conchiglie.Egli <strong>di</strong>strusse, così, più secoli <strong>di</strong> allegorie mariane e cristologiche.Da allora in poi la cultura secolarizzata del Settecentousò la conchiglia come perno dello st<strong>il</strong>e roca<strong>il</strong>le, o comeoggetto bizzarro da mostrare nei famosi gabinetti <strong>di</strong> curiosità.Un intraprendente inglese seppe sfruttare la mania deisuoi connazionali per la collezione delle conchiglie, lequali alla fine del Settecento cominciarono ad arrivaresempre più copiose e con forme inusitate dalle coloniedei mari del Sud. Questo Samuel Marcus, nel 1833, aprìun negozio a Londra con lo scopo <strong>di</strong> importare conchiglieper gli amatori della capitale britannica. Il piccolonegozio era destinato a cambiare d’ufficio, ma anche adavere uno strepitoso successo. Un nipote <strong>di</strong> Marcus, chedal nonno aveva ere<strong>di</strong>tato la passione per le conchiglieed <strong>il</strong> pallino degli affari, alla fine dell’Ottocento si trovavasulle rive del Mar Caspio, in cerca <strong>di</strong> nuovi esemplarida vendere a caro prezzo in patria, quando fu folgoratoda un’idea br<strong>il</strong>lante, una <strong>di</strong> quelle che cambiano,nel bene e nel male, <strong>il</strong> corso <strong>di</strong> molta storia. Pensò checommerciare in oli combustib<strong>il</strong>i sarebbe stato più red<strong>di</strong>tizioche farlo con le sole conchiglie, e nel 1892 spedì4,000 tonnellate <strong>di</strong> cherosene russo a Singapore eBangkok. Si trattava del primo affare <strong>di</strong> una delle compagniepiù importanti e <strong>di</strong>scusse <strong>di</strong> tutta la storia contemporanea,vale a <strong>di</strong>re la Shell.Ecco a cosa si deve <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> questa multinazionale: all’origine,i suoi fondatori erano interessati alle conchiglie(‘seashell’ in inglese) più che al petrolio. La compagniaconservò l’immagine <strong>di</strong> una conchiglia come vess<strong>il</strong>lodei propri commerci, ma, come mostra <strong>il</strong> paragonefra i <strong>di</strong>versi logo che hanno rappresentato la Shell nelcorso della storia, la conchiglia che era stata scelta all’i-