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Sicurezza alimentare e sistema ispettivo veterinario italiano - SIVeMP

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nelle fasi a rischio più elevato per la sicurezza degli alimenti.Il modello di microvalutazione è attualmente utilizzato perla categorizzazione degli impianti che producono alimenti inprofili di rischio. Il modello nelle sue diverse versioni, prevedel’assegnazione di punteggi a ciascun fattore o categoria dirischio, la successiva definizione del profilo di rischio (basso,medio e alto) degli impianti e la loro classificazione in“categorie di frequenza di audit” o “frequenze minime divisite ispettive”, cui si aggiungono i sopralluoghi (follow-up)effettuati per verificare l’adozione da parte degli OSA degliinterventi correttivi prescritti in occasione di visite ispettiveprecedenti. L’esperienza di microvalutazione costituisce unprimo interessante tentativo dei servizi veterinari di utilizzarela valutazione del rischio per razionalizzare le risorse ispettive.Ad una prima analisi e per le considerazioni sopra svolte, lamicrovalutazione del rischio appare legata a stime di tipoqualitativo non scientificamente ed epidemiologicamente“informate” o meglio non collegate ai coefficienti diattribuzioni di malattia riferiti a specifiche combinazionipatogeno-prodotto. Mi spiego meglio: la valutazione del tipodi prodotto (o modalità di produzione) che abbiamo assimilatoai fattori intrinseci di rischio (potenziale) risulta essere unastima qualitativa che non tiene conto del contributo(percentuale) all’infezione umana di un determinato tipo diprodotto e del livello di gestione della sicurezza <strong>alimentare</strong>(fattori estrinseci) che possono aumentare o diminuire larelativa probabilità di comparsa del pericolo (contaminazione)e dunque di infezione. Possiamo ad esempio citare ilcontributo delle carni macinate a tutti gli episodi di infezioneumana causata da E. coli verocitotossici e relativi interventidi controllo (es. riduzione dell’infezione nei bovini o riduzionedelle contaminazioni della carcassa durante l’eviscerazione)che condizionano la probabilità dell’evento morboso. Nellastima della probabilità occorrerà valutare anche i fattori dirischio riferibili al momento del consumo e determinati dalcomportamento del consumatore in ambito domestico (es.cottura insufficiente o cross-contaminazione). Ma questo apreuno scenario in cui i fattori di incertezza e variabilitàdominano la stime ottenibili attraverso simulazioni dilaboratorio e indagini epidemiologiche.Quale strategia per lasicurezza <strong>alimentare</strong>?Le strategie (policy) di sanità pubblica attualmente utilizzatenei Paesi con sistemi sanitari moderni, sono tendenzialmenteorientate verso la definizione di priorità di intervento basatesul rischio e scientificamente compatibili. L’esperienza hamostrato però che a seconda dei contesti e dei Paesi diriferimento, esiste il rischio che le strategie scelte possanoessere condizionate da indebite pressioni economico-politicheo risultare scarsamente efficaci per via di una non ottimalevalorizzazione e utilizzo delle risorse (umane e materiali)disponibili.Nel primo caso, le pressioni esterne possono essere ridotteall’interno dello stesso processo decisionale, stabilendo unequilibrio tra gli aspetti tecnico-scientifici e quelli piùprettamente politico-economici. Un’ottimale gestione evalorizzazione delle risorse invece, richiederebbe ladefinizione di una scala di priorità dei rischi di sanità pubblica(risk ranking, risk-based priority) ritenuti epidemiologicamentepiù importanti e/o non accettati dalla collettività, e la selezionedi interventi di intensità proporzionale al rischio valutatorispetto ai quali riallocare le risorse. Infatti la pressochécostante riduzione del livello di finanziamento della sanità• Pericoli potenziali• Tipo di processo condotto• Volume di produzione• Destinazione dei prodottiValutazione conformitàdelle attività dell’OSAalla normativa cogenteValutazione <strong>sistema</strong>di gestione per SAFattori intrinseciFattori estrinseciVALUTAZIONE DEL RISCHIO - Classificazione impianti in base al profilo di rischioPRIORITÀ ISPETTIVE: frequenza e natura dei controlliFigura 3. Modello di <strong>sistema</strong> <strong>ispettivo</strong> basato sul rischio.73

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