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Sicurezza alimentare e sistema ispettivo veterinario italiano - SIVeMP

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egionale e territoriale, della Sanità Pubblica Veterinaria inItalia, che avevano dunque posto un problema di rinnovamentoorganizzativo e di riqualificazione strategica del <strong>sistema</strong> diSanità Pubblica Veterinaria e sicurezza <strong>alimentare</strong>. Il recentedocumento delle Regioni e Province autonome del 27 Gennaio2010 dal titolo “Criteri per il funzionamento e il miglioramentodelle attività di controllo ufficiale da parte delle Regioni edelle Provincie autonome in materia di sicurezza <strong>alimentare</strong>”offre una risposta alle istanze di ammodernamento in lineacon gli obiettivi del Regolamento 882/2004. In sintesi solonuove scelte operative e organizzative ai diversi livelli(Regioni, ASL), dirette a offrire agli utenti un’unica interfacciaper le risposte alle questioni di sanità pubblica, possonogarantire l’efficacia delle prestazioni, la gestione ottimaledelle risorse (efficienza amministrativa) e il recupero dellafiducia dei consumatori. Al fine del coordinamento delleattività in materia di sanità pubblica e di sicurezza <strong>alimentare</strong>occorrerà assicurare, attraverso protocolli operativi ladiffusione e l’attuazione delle linee guida di funzionamentodell’Autorità competente di cui al Regolamento 882/2004; laformazione e addestramento degli operatori e lo sviluppo diun <strong>sistema</strong> di verifica del raggiungimento degli obiettivi. Nelcontesto nazionale dunque e in particolare nel rapporto Stato-Regioni occorrerà programmare attività di controllo concertatee impostate su priorità (di sanità pubblica veterinaria esicurezza degli alimenti) e su stanziamenti, anche straordinaridelle risorse necessarie. Tali obiettivi strategici o prioritàsaranno stabiliti sulla base della necessità di fronteggiare nuovirischi e di graduare i controlli in relazione alla valutazionedei relativi rischi tenendo presenti i livelli essenziali diassistenza, articolati a livello regionale e locale e correlati auna proporzionale disponibilità di risorse anche finanziarie.Gli obiettivi funzionali e operativi necessari per realizzare icambiamenti attesi, coerenti con i requisiti del <strong>sistema</strong> diorganizzazione dei controlli ufficiali per la sicurezza <strong>alimentare</strong>previsti dal Regolamento 882/2004, non possono prescinderedalla predisposizione di un documento strategico (divalutazione del rischio) che funga da base scientifica perl’elaborazione da parte della DGSAN, cui compete la funzionedi risk management, del Piano di controllo multiannuale perla sicurezza <strong>alimentare</strong>. Per le ragioni che saranno esposte neiparagrafi successivi, emerge in modo inequivocabile il datoche solo attraverso un’impostazione scientifica del meccanismodecisionale per la sicurezza <strong>alimentare</strong>, si riusciranno a gestirele criticità di <strong>sistema</strong> e collegare gli sforzi ispettivi (gestionee organizzazione) al raggiungimento di obiettivi di sanitàpubblica. Il nuovo quadro normativo e tecnico definitodall’Unione Europea enfatizza il concetto della identificazionedei rischi e valutazione del loro impatto sulla salute pubblicanecessari ai fini della pianificazione e gestione di attività diprevenzione efficaci, tempestive e sostenibili.Sulla base delle considerazioni sopraesposte, il presente lavorovuole costituire un documento di riflessione rivolto aglioperatori della Sanità Pubblica e <strong>Sicurezza</strong> Alimentare suilimiti dell’attuale <strong>sistema</strong> <strong>veterinario</strong> <strong>ispettivo</strong> <strong>italiano</strong> inrapporto alle garanzie di sicurezza degli alimenti e di salutedei consumatori, e sulle prospettive di revisione e diammodernamento. Partendo dunque da una breve e necessariaanalisi della nuova strategia comunitaria e internazionale perla sicurezza <strong>alimentare</strong> basata su nuovi assetti istituzionali escientifici per la valutazione del rischio, e dai principi chiavecontenuti nei regolamenti comunitari del Pacchetto Igiene,vengono illustrati le condizioni e i passaggi necessari perl’acquisizione di un profilo più scientifico nella gestione delnostro <strong>sistema</strong> di ispezione ufficiale. Tale approccio dunquenon può prescindere dall’integrazione dei risultati degli studidi valutazione del rischio con il processo decisionale finalizzatoa selezionare interventi sanitari che soddisfino i criteri diappropriatezza, rilevanza, efficacia ed efficienza.ScenarioLe emergenze alimentari che si sono susseguite negli annirecenti in Europa e il trend positivo di alcune tossinfezionialimentari hanno inesorabilmente alimentato una sfiduciacrescente dei consumatori nei confronti delle autorità alle qualiè affidato il compito di proteggere la salute pubblica e intaccatol’affidabilità del <strong>sistema</strong> dei controlli ufficiali degli alimenti.È pur vero che negli anni recenti le filiere agro-alimentari deiPaesi industrializzati hanno sofferto il cosiddetto “paradossodel progresso”. In sostanza è accaduto che l’adozione di misuresempre più restrittive per la sicurezza degli alimenti, nuoveprocedure di controllo (autocontrollo) e monitoraggio dellaqualità e sicurezza oltre che il miglioramento degli standarddi sicurezza dell’industria <strong>alimentare</strong>, non hanno impedito lacomparsa di nuove emergenze sanitarie o arrestato il trend insalita dell’incidenza di alcune delle più importanti tossinfezionialimentari.Crisi BSE e il processo di riformaLa crisi BSE in particolare, ha messo in risalto due ordini diproblemi nell’ambito della gestione del rischio. Il primo èriferibile al campo scientifico, in modo particolareall’incertezza scientifica e ai difetti strutturalidell’istituzionalizzazione e razionalizzazione della conoscenzascientifica sia a livello nazionale (Paesi Membri) siasovranazionale (Commissione Europea); il secondo è relativoalle indebite pressioni di settori economici sulle scelte di sanitàpubblica e all’assenza di un equilibrio strategico tra le posizioniscientifiche, sociali, economiche ed etiche nell’ambito delprocesso decisionale e della comunicazione del rischio.Si potrebbe vieppiù sostenere che la crisi BSE ha agito comeun potente driver per l’avvio di un processo di riformeistituzionali-legislative nazionali e sovranazionali, finalizzatea offrire maggiori garanzie per la salute pubblica e apromuovere strategie più efficaci di comunicazione del rischio.Sono stati dunque introdotti a livello comunitario nuoviprincipi normativi per la sicurezza <strong>alimentare</strong>, individuabiliin: semplificazione normativa; maggiori responsabilità degli64

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