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“I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia” - Servizio di hosting

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Appen<strong>di</strong>ce IILA SHAHÂDA(LA PROFESSIONE DI FEDE MUSULMANA)45. Le considerazioni contenute nell’Appen<strong>di</strong>ce I riguardano pr<strong>in</strong>cipalmenteil caso – statisticamente molto più frequente – <strong>di</strong> una donnacattolica che voglia sposare un uomo musulmano.Una serie <strong>di</strong> problematiche particolari sorge nel caso <strong>in</strong> cui sia unuomo cattolico a voler sposare una donna musulmana: tale unione <strong>in</strong>fattiè severamente vietata dalla legge coranica, <strong>in</strong> forza dell’impe<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> “<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> religione”, secondo il quale il maschio musulmanopuò sposare una «donna del Libro», cioè una donna ebrea o cristiana(Corano, 5, 5); mentre una musulmana non può sposare un «politeista»(Corano, 2, 221) o un «miscredente» (Corano, 60, 10), categorieall’<strong>in</strong>terno delle quali sono annoverati anche cristiani ed ebrei.Negli ord<strong>in</strong>amenti giuri<strong>di</strong>ci dei Paesi islamici spesso l’autorizzazionecivile alla celebrazione presuppone l’emissione della shahâda daparte del con<strong>tra</strong>ente non musulmano (qui, cattolico), ossia della professione<strong>di</strong> fede musulmana 6 .46. Il problema si pone normalmente, <strong>in</strong> Italia, quando si <strong>in</strong>tendacon<strong>tra</strong>rre <strong>matrimoni</strong>o canonico a cui conseguono anche gli effetti civili;<strong>in</strong> tal caso, può accadere che il consolato del Paese islamico non <strong>tra</strong>smettai documenti all’ufficiale dello stato civile se prima non risultiche il con<strong>tra</strong>ente cattolico ha emesso la shahâda.Non <strong>di</strong> rado, per aggirare l’ostacolo, il cattolico <strong>in</strong> questione pronunciao sottoscrive la shahâda, pensando <strong>di</strong> compiere una mera formalità.In realtà, egli pone un atto <strong>di</strong> apostasia dalla fede cattolica e manifestauna vera e propria adesione all’islâm. Il parroco deve illus<strong>tra</strong>real con<strong>tra</strong>ente cattolico il vero significato della shahâda, ammonendoloche non si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> un mero adempimento burocratico, ma <strong>di</strong> un veroe proprio abbandono formale della fede cattolica 7 .6Shahâda significa <strong>in</strong> arabo “testimonianza” (professione <strong>di</strong> fede) e la sua formulazioneè la seguente: Lâ ilâha illâ Allâh wa Muhammad rasûl Allâh, e cioè: “Non c’è <strong>di</strong>v<strong>in</strong>itàall’<strong>in</strong>fuori <strong>di</strong> Dio e Maometto è l’<strong>in</strong>viato <strong>di</strong> Dio”. Con la preghiera, il <strong>di</strong>giuno nelmese <strong>di</strong> Ramadân, l’elemos<strong>in</strong>a e il pellegr<strong>in</strong>aggio alla Mecca è uno dei c<strong>in</strong>que pilastrifondamentali dell’islâm. Pronunciata <strong>in</strong> arabo e talora semplicemente sottoscrittadavanti a due testimoni, è sufficiente per provare la conversione all’islâm, assoggettandosiai <strong>di</strong>ritti e ai doveri della comunità islamica.7Tale professione <strong>di</strong> fede, se compiuta consapevolmente, costituisce un atto formale <strong>di</strong>abbandono della Chiesa cattolica (cfr can. 751), il quale, quando assume la sostanza<strong>di</strong> vero delitto, risulta sanzionato dal can. 1364 (scomunica latae sententiae). La sua157

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