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4 - Società Chimica Italiana

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zione del significato del DNA e del suo funzionamento inmaniera diversa dagli omologhi termini della scienza dellecomunicazioni. È sicuramente vero che per cogliere il significatoe la portata della decodifica del DNA ad opera diWatson e Crick, non si può non avere presente ciò che inquegli stessi anni avviene nel mondo delle scienze dellecomunicazioni, con l’elaborazione del concetto di “informazione”di Shannon e Weaver. Tuttavia, bisogna anchevedere come tale concetto, esportato in genetica, è statomodificato da quello cibernetico.Chiuderei questo paragrafo rifacendomi a Morin, la cuiposizione sul problema apertura-chiusura dei sistemi viventiè da me condivisa. Il concetto di ambiente devediventare ecosistema, cioè un ambiente naturale unitario(un sistema appunto) costituito dagli esseri viventi chevivono in quella “nicchia” (biocenosi), dall’ambiente inorganico(biotopo) e da tutte le interazioni. Per ogni esserevivente l’ecosistema è assai più di una riserva di cibo o diuna fonte di entropia negativa da cui l’essere ricava organizzazione,complessità, informazione. È una delle dimensionidella vita, non meno fondamentale dell’individualità,della società, del ciclo delle riproduzioni. L’ambientecoopera, infatti, in permanenza con l’organizzazione degliesseri viventi che sono, quindi, in permanenza eco-dipendenti.Gli esseri eco-dipendenti hanno una doppia identità:un’identità propria che li distingue e un’identità di appartenenzaecologica che li collega al loro ambiente. DiceMorin 20 : “Tali esseri possono costruire e mantenere laloro esistenza, la loro autonomia, la loro individualità,la loro originalità, solo nel rapporto ecologico, cioè ine attraverso la dipendenza nei confronti del loro ambiente.Nasce di qui l’idea alfa di ogni pensieroecologizzato: l’indipendenza di un essere vivente ne richiedela dipendenza nei confronti dell’ambiente che locirconda”. L’apertura ecologica garantisce al sistema unrapporto insieme energetico, materiale, organizzazionaleed esistenziale con l’ambiente. Vediamo, quindi, che l’aperturaecologica non è una finestra sull’ambiente: l’organizzazionecosì aperta non si inserisce nell’ambiente come lasemplice parte di un tutto. L’organizzazione e l’ambientesono, pur rimanendo distinti l’una dall’altro, l’una nell’altro.L’esistenza è contemporaneamente immersione inun ambiente e distacco rispetto a tale ambiente. Da unlato “non si dà alcuna possibilità di esistenza distaccata eautonoma”, dall’altro ci vuole un certo distacco, una certaautonomia, cioè un minimo di individualità, per esistere.L’apertura del sistema è, quindi, assai più radicale diquella termodinamica. Essa è ancor più profonda di quantoavessero pensato gli scopritori del “sistema aperto”, iquali avevano colto solo i caratteri esterni del fenomeno(input/output, stato stazionario). Essi avevano certo svelatol’importanza capitale del rapporto ecologico, ma senzatrarne tutte le conseguenze. L’apertura è una nozionead un tempo organizzazionale, ecologica, ontologica, esistenziale.Questa nozione di portata polidimensionale richiedeuna completa riorganizzazione intellettuale.Vi sono ancora due aspetti fondamentali da tenere presente,uno riguarda tutti gli esseri viventi e l’altro l’uomo.Quella ecologica è, per così dire, un’apertura “spaziale”nel senso che l’essere vivente è immerso in uno spazio,vivente e non. Esiste poi un’apertura “temporale”. Qui20 E. Morin, Il metodo 1. La natura della natura, Raffaello Cortina,Milano 2001, p. 235.Settembre - Ottobre 2005Giovanni Villaninon vogliamo intendere il tempo di vita dei singoli esseriviventi, ma il fatto che al loro interno esiste un qualcosache li trascende temporalmente sia verso il passato siaverso il futuro: il loro patrimonio genetico. Il patrimoniogenetico di ogni individuo è qualcosa che viene da lontanonel tempo, dalla notte dei tempi, dalla nascita della vitae che si protende nel futuro. Questa entità trascende gliindividui e crea una storia naturale in cui posizionarli. Questovale per tutti gli esseri viventi, dai monocellulari all’uomoe questa trascendenza temporale, tramite la riproduzione,è parte definitoria del singolo individuo.Per l’uomo poi esiste un’ulteriore trascendenza spaziotemporaleche è quella della società in cui nasce e vive eche è parte dell’individuo, che lo relazione al tutto, nonmeno di quella ecologica, al suo ambiente “umano”. Parteintegrante di questa trascendenza umana è la cultura chenon è l’elenco dei “grandi” del passato o delle loro opere,ma la stessa vita “interiore” di ognuno, che tutti, e inmodo un po’ maggiore i “grandi” del passato, contribuiamoa creare e propagare.3. ConclusioneDa quanto detto, dovrebbe trasparire evidente l’importanzadel concetto di sistema in scienza. Eppure esso ècosì ben nascosto in fisica e in chimica che sembra propriotale concetto la base della dicotomia animato-inanimato:l’individuo biologico contrapposto alle entità fisichee chimiche. L’indivisibilità del primo contrapposto all’analisidelle seconde. Se poi ci si sposta sul piano dellescienze umane, nelle discipline sociali e antropologiche,si vede crescere l’importanza del concetto di sistema finoall’individualità di ogni singolo sistema vivente umano,la singola persona.In questo lavoro si è cercato di far vedere che il concettodi sistema, pur nella differenza d’importanza, svolge unruolo sia nelle scienze naturali dell’inanimato, sia in quelledell’animato oltre che in quelle umane. Esso può essere,quindi, un concetto unificante e la Teoria dei Sistemi,con tutti i suoi limiti, ne rappresenta una controprova. Unruolo centrale per il concetto di sistema è svolto dallachimica che, come detto, è la prima vera scienza sistemica.Come applicare queste nozioni in ambito didattico e chimicoin particolare? È fuori dallo scopo di questo lavoro edalle competenze dell’autore, dare “ricette” specifiche perportare nella maniera più opportuna in ambito didattico ilconcetto di sistema chimico. Tuttavia, abbiamo visto chela chimica rappresenta una fondamentale scienza sistemicaper l’importanza che in essa assume il concetto di molecola(sistema di atomi) e di composto chimico (sistema dielementi) e questa “verità scientifica” va sottolineata sulpiano filosofico, rivendicata su quello culturale ed integratain quello didattico. Ancora una volta appare fondamentaleil ruolo culturale della chimica, snodo essenzialetra la fisica e la biologia, tra il “semplice” (ma abbiamovisto che anche in fisica esistono sistemi complessi) delfisico e il “complesso” traboccante della biologia. Nonpiù ponte tra fisica e biologia, perché per sua tipologia ilponte è qualcosa di piccolo tra due territori grandi, maqualcosa di concettualmente simile alle altre due discipline.Inoltre, in questa differenziazione “alla pari” tra fisica,chimica e biologia ne resta stritolato tanto il riduzionismoquanto la dicotomia inanimato-animato.CnS - La <strong>Chimica</strong> nella Scuola97

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