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4 - Società Chimica Italiana

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DALLA COPERTINAJöns Jacob BerzeliusVäfersunde-Sörgåid 20 agosto 1779Stoccolma 7 agosto 1848A cura di FRANCESCA TURCO86Il chimico svedese Jöns Jacob Berzelius può essere annoveratofra i più grandi scienziati di ogni tempo. Fra il 1820 eil 1840 ha letteralmente dominato la scena della chimica edella mineralogia, ma anche successivamente la sua teoriadualistica dei composti chimici ispirò le migliori ricerche incampo inorganico, fino a diventare il fondamento della teoriadei sali complessi, proposta da Alfred Werner nel 1893.Della teoria dualistica e degli altri contributi di Berzeliusparleremo più oltre, dopo un cenno biografico che saràbrevissimo, dato che in questo stesso numero di <strong>Chimica</strong>nella Scuola è pubblicato un bel saggio di Ferdinando Abbridedicato al nostro chimico.Berzelius nacque in una famiglia di modeste condizionieconomiche, ed ebbe un’infanzia funestata prima dallamorte del padre, poi – dopo che la madre si era risposata –anche dalla morte della madre. Per fortuna di Berzelius (edella scienza) il patrigno era un uomo giusto, e malgrado leristrettezze economiche fece sì che il ragazzo crescessedotandosi di una buona cultura per poi iscriverlo all’Universitàdi Uppsala, dove si laureò in medicina. Fu in queltorno di tempo che il mondo scientifico visse uno dei momentipiù emozionanti della sua intera storia. Nel 1800 fupubblicata sui Proceeedings della Royal Society la letteradi Alessandro Volta in cui il fisico italiano annunciava lascoperta della pila e ne indicava nei dettagli le modalità dicostruzione. Si può dire che al di là delle pratiche sperimentalicon la pila, iniziate nel 1802, la complessafenomenologia elettrochimica messa in luce dall’invenzionedi Volta servì da modello per l’intero pensiero teoricodel chimico svedese.La carriera accademica di Berzelius non fu affatto rapida.In un primo tempo fu nominato assistente volontario (cioènon pagato) presso la scuola di chirurgia di Stoccolma; simantenne quindi preparando acque minerali artificiali, epraticò la medicina come medico dei poveri. Nel 1807 divenneprofessore di medicina e farmacia presso la Scuoladi chirurgia, istituzione trasformata nel 1810 nel KarolinskaInstitutet. Berzelius mantenne questo ruolo fino al 1832,quando si dimise per dissapori con l’amministrazione. Comesottolinea Abbri nel suo saggio, il punto di appoggio principaleper l’attività scientifica del grande chimico fu l’AccademiaReale delle Scienze di Stoccolma, di cui divennemembro nel 1808 e Segretario nel 1819.Tutta la carriera di Berzelius si svolse a Stoccolma e nelsuo laboratorio lavorarono molti di quei chimici tedeschiche nel XIX secolo portarono contributi fondamentali allescienze chimiche. Fra questi basti ricordare EilhardMitscherlich, lo scopritore dell’isomorfismo, C. G. Gmelin,G. Magnus, e soprattutto Friedrich Wöhler (1800-1882),uno dei più grandi chimici di ogni tempo, fra i pochi chehanno dato rilevanti contributi sia alla chimica inorganicasia alla chimica organica. Possiamo seguire in qualche dettaglioi rapporti fra Berzelius e Wöhler perché sono significativi– più in generale – della particolare qualità dei rapportiche i maestri di allora intrattenevano fra di loro e coni loro allievi.Wöhler era interessato alla medicina, e in particolare all’ostetricia,disciplina in cui si laureò ad Heidelberg nel1823. Aveva comunque studiato e praticato chimica a lungo,sotto la guida di Leopold Gmelin, il cui nome si ritrovaancora nelle nostre biblioteche in quanto primo autore delfamosissimo Handbuch der anorganischen Chemie, ilmonumentale trattato di chimica inorganica che è giuntofino ai nostri giorni. Gmelin aveva notato la straordinariaabilità sperimentale del giovane medico e gli consigliò didedicarsi completamente alla chimica. Wöhler seguì il consigliodel suo primo maestro, e scrisse a Berzelius, chiedendogliil permesso di frequentare il suo laboratorio diStoccolma. La risposta, immediata, di Berzelius è rimastafamosa: “Chi ha studiato sotto la direzione del SignorLeopold Gmelin avrà certamente poco da imparare da me[…] Lei può venire quando lo desidera”.Ottocento miglia più a nord, Wöhler si trovò di fronte allamodesta casa del maestro svedese. “Con il cuore palpitante– scrisse più tardi Wöhler – stetti di fronte alla porta diBerzelius e suonai la campanella. Mi fece entrare un gentiluomo,distinto e ben vestito, di costituzione florida e sana.Era Berzelius in persona. Mi accolse molto cordialmente,mi informò che mi stava aspettando da qualche tempo, eche voleva sapere come era andato il viaggio – il tutto intedesco, lingua che gli era familiare come anche il francesee l’inglese”. In quello stesso primo giorno Berzelius accompagnòil nuovo allievo al Karolinska Institutet, doveteneva le lezioni per gli studenti di medicina. Le lezionierano spesso seguite anche da ufficiali dell’esercito e daamici e colleghi di Berzelius. Nei suoi ricordi Wöhler aggiunge:“Non appena abituai l’orecchio alla lingua andairegolarmente a lezione. Questo mi diede l’opportunità diammirare il suo eloquio calmo e chiaro e la sua abilità nell’eseguireesperimenti”.Berzelius sapeva bene che un allievo di Gmelin non potevaessere un principiante, e quindi il primo compito che gliassegnò era assai difficile. Si trattava dell’analisi di unazeolite, ma prima ancora di iniziare Wöhler ebbe un’altrasorpresa. Berzelius eseguì per primo l’intera analisi, mostrandoall’allievo i dettagli di ogni singola operazione. Poifu la volta dell’allievo, che con una certa facilità possiamoCnS - La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Settembre - Ottobre 2005

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