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Schede di attività - Epidemiologia eziologica / 2012 - CPO

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In<strong>di</strong>ce<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong> ................................................ 3Distribuzione spaziale del rischio <strong>di</strong> mesotelioma maligno ed esposizione ambientale elavorativa ad amianto nell'area <strong>di</strong> Casale Monferrato .............................. 3Approfon<strong>di</strong>menti sulla patologia da esposizione lavorativa ad amianto a Casale Monferrato .. 5Incidenza, eziologia e prognosi dei mesoteliomi in Piemonte ........................ 7Alimentazione e rischi <strong>di</strong> cancro: stu<strong>di</strong>o prospettico EPIC .......................... 10Stu<strong>di</strong>o europeo sui tumori rari .............................................. 12Stu<strong>di</strong>o multicentrico italiano sull'eziologia dei tumori infantili linfoemopoietici e deineuroblastomi (SETIL) .................................................... 14Stu<strong>di</strong>o GEM: un modello per la suscettibilità genetica, fase 2: sopravvivenza dei soggetti GEM .. 16Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorti <strong>di</strong> lavoratori dell'industria della gomma ........................... 18Biologia molecolare dei mesoteliomi maligni ................................... 20Tumori dell'endometrio, alimentazione, peso corporeo e interazioni geni-ambiente: uno stu<strong>di</strong>ocollaborativo in Italia e negli USA ............................................ 22Fattori ambientali e suscettibilità genetica nell'eziologia dei tumori del capo collo: stu<strong>di</strong>oepidemiologico multicentrico europeo ........................................ 24Indagine sui fattori <strong>di</strong> rischio per il cancro della mammella nella popolazione femminile invitataallo screening mammografico – FriCaM ....................................... 28Prevenzione dei tumori cutanei: sviluppo <strong>di</strong> un test biochimico per l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> gruppi adalto rischio ............................................................ 29Coorte <strong>di</strong> nuovi nati basata su web. il progetto NINFEA ............................ 31Stu<strong>di</strong>o internazionale sull'incidenza <strong>di</strong> secon<strong>di</strong> tumori nei sopravvissuti a tumore infantile .. 33GENE-RAD: stu<strong>di</strong>o multicentrico europeo sul rischio <strong>di</strong> tumore maligno della mammellaassociato a ra<strong>di</strong>azione in età giovanile e caratteristiche genetiche ................... 34Aggiustamento bayesiano empirico per confronti multipli .......................... 36Stu<strong>di</strong>o multicentrico italiano sulla mortalità nell’obesità grave ...................... 38Rilevamento dello stato <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong> papillomavirus <strong>di</strong> ceppo 16 in lesioni cervicalipre-neoplastiche confermato con DIPS-PCR e sequenziamento ...................... 40Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte su pazienti affetti da obesità severa o complicata afferenti l’ospedale SanGiuseppe, Piancavallo .................................................... 42Stu<strong>di</strong>o caso-controllo sui determinanti genetici e ambientali del tumore della vescica ..... 44


Synergy .............................................................. 46Tumore del testicolo: Stu<strong>di</strong>o caso-controllo in Piemonte e stu<strong>di</strong> collaborativi ............ 48Frequenza e infettività <strong>di</strong> HCV-RNA nei linfociti <strong>di</strong> soggetti con patologie non correlate ad HCV .. 50Stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasmissione della tubercolosi per stimare L’impattodell’immigrazione e delle misure <strong>di</strong> prevenzione ................................ 52Stu<strong>di</strong>o europeo <strong>di</strong> coorti sugli effetti <strong>di</strong> lungo termine dell’inquinamento atmosferico (ESCAPE).Centro <strong>di</strong> Torino ........................................................ 53Metilazione del DNA nel tessuto prostatico tumorale e non tumorale come marker <strong>di</strong> sviluppo eprogressione del tumore della prostata ....................................... 55MOBI-KIDS: Rischio <strong>di</strong> tumore cerebrale da esposizione alle ra<strong>di</strong>ofrequenze durante l’infanzia el’adolescenza: uno stu<strong>di</strong>o multicentrico internazionale ............................ 57Utilizzo della metformina e rischio <strong>di</strong> tumori nella popolazione torinese ............... 58Stu<strong>di</strong>o pilota multicentrico sugli effetti <strong>di</strong> breve termine dell’inquinamento atmosfericome<strong>di</strong>ante utilizzo <strong>di</strong> dati correnti <strong>di</strong> accesso in Pronto Soccorso. ..................... 60Stu<strong>di</strong>o multicentrico internazionale IARC sulla mortalità dei lavoratori della gomma ...... 62Stu<strong>di</strong>o Piccoli+: arruolamento e sorveglianza epidemiologica <strong>di</strong> una coorte nazionale <strong>di</strong> nati .. 63Stato <strong>di</strong> metilazione <strong>di</strong> HLA-G, infezione da HPV e neoplasie cervicali: stu<strong>di</strong>o caso-controllocondotto su una popolazione brasiliana ....................................... 64


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.001Distribuzione spaziale del rischio <strong>di</strong> mesotelioma maligno edesposizione ambientale e lavorativa ad amianto nell'area <strong>di</strong> CasaleMonferratoSpatial <strong>di</strong>stribution of the risk of malignant mesothelioma afterenvironmental and occupational exposure to asbestos in the area ofCasale Monferrato, ItalyRESPONSABILE: Prof. Corrado MAGNANICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o MulticentricoCoor<strong>di</strong>namento del <strong>CPO</strong> PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Stu<strong>di</strong>are la relazione tra esposizione non lavorativa ad amianto e mesotelioma maligno dellapleura, con approfon<strong>di</strong>mento sulla <strong>di</strong>stribuzione spaziale del rischio <strong>di</strong> malattia. La valutazione delrischio legato all’esposizione ambientale ad amianto viene effettuata controllando perl’esposizione domestica e lavorativa. I dati <strong>di</strong> base per questo stu<strong>di</strong>o sono stati prodotti da unaserie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> caso controllo che sono stati condotti nella zona: uno stu<strong>di</strong>o caso controllo <strong>di</strong>popolazione nella ASL <strong>di</strong> Casale Monferrato (casi incidenti 1987-94), un successivo stu<strong>di</strong>o a CasaleMonferrato e nell’area <strong>di</strong> Torino (stu<strong>di</strong>o multicentrico internazionale, casi incidenti 1995-97), unulteriore stu<strong>di</strong>o relativo ai casi incidenti fino al 2006 nell'area dell'ex ASL <strong>di</strong> Casale Monferrato.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:I dati <strong>di</strong> base per la valutazione sono forniti dalle storie abitative dei casi e dei controlli inclusinegli stu<strong>di</strong> epidemiologici caso-controllo svolti nell’area <strong>di</strong> Casale Monferrato. I dati raccoltidurante le interviste sono stati verificati chiedendo a tutti i comuni interessati <strong>di</strong> fornire unsupplemento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni sugli in<strong>di</strong>rizzi a cui hanno abitato i soggetti nello stu<strong>di</strong>o, con in<strong>di</strong>cazionidella sezione <strong>di</strong> censimento e <strong>di</strong> altre informazioni utili per georeferenziare gli in<strong>di</strong>rizzi. Lecoor<strong>di</strong>nate geografiche degli in<strong>di</strong>rizzi vengono rilevate utilizzando sia meto<strong>di</strong> cartografici (fino al2003) sia il GPS. Sono state testate anche le possibilità offerte dai sistemi cartografici <strong>di</strong> liberoaccesso su internet (es. Google Maps) che hanno dato ottimi risultati nelle analisi preliminari. Lastima del rischio <strong>di</strong> mesotelioma viene condotta con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> regressione, in modo da controllareper l’effetto <strong>di</strong> esposizione lavorativa e domestica ad amianto.La georeferenziasione è stata completata e sono state effettuate le prime analisi dei datiSCALA DEI TEMPI:Analisi dati in corso.Pubblicazione scientifiche nel 2011-<strong>2012</strong>.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono in corso le analisi dei dati relativi al set <strong>di</strong> casi incidenti nel periodo 2001-2006 e dei relativicontrolli. E’ completata la georeferenziazionedelle storie abitative dei casi e dei controlli.PRINCIPALI RISULTATI EMERSIL'indagine ha definito con la precisione attesa l'andamento spaziale del rischio <strong>di</strong> mesotelioma,che mostra un andamento decrescente con centro sullo stabilimento Eternit. Sono stati in<strong>di</strong>viduatialcuni clusters <strong>di</strong> casi, che potranno essere approfon<strong>di</strong>ti su una serie più numerosa <strong>di</strong> soggetti. Taliclusters non sono però tali da alterare sostanzialmente l'andamento spaziale secondo un modelloche considera la <strong>di</strong>stanza dallo stabilimento quale il principale fattore <strong>di</strong> variazione.COLLABORATORI INTERNI:Daniela FERRANTE, Milena MAULE, Dario MIRABELLI, Marinella NONNATO, Benedetto TERRACINI3


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.001COLLABORATORI ESTERNI:P. Dalmasso, A. Biggeri.RISORSE E FINANZIAMENTO:I precedenti stu<strong>di</strong> caso-controllo hanno ricevuto finanziamenti CEE (Europa contro il Cancro),Ispesl ed AIRC.NOTE:CONNESSIONI: RT (Registro Mesoteliomi)PUBBLICAZIONI:• MAGNANI C, LEPORATI M. Mortality from lung cancer and population risk attributable to asbestos in anasbestos cement manufacturing town in Italy. Occup Environ Med 1998; 55: 111-4.• MAGNANI C, MOLLO F, PAOLETTI L, BELLIS D, BERNARDI P, BETTA P, BOTTA M, FALCHI M, IVALDI C, PAVESI M.Asbestos lung burden and asbestosis after occupational and environmental exposure in an asbestos cementmanufacturing area: a necropsy study. Occup Environ Med 1998; 55: 840-6.• MAGNANI C, AGUDO A, GONZALEZ CA, ANDRION A, CALLEJA A, CHELLINI E, DALMASSO P, ESCOLAR P,HERNANDEZ S, IVALDI C, MIRABELLI D, RAMIREZ J, TURUGUET D, USEL M & TERRACINI B. Multicentric study onmalignant pleural mesothelioma and non-occupational exposure to asbestos. Br J Cancer 2000; 83: 104-11.• MAGNANI C, DALMASSO P, BIGGERI A, IVALDI C, MIRABELLI D, TERRACINI B. Increased risk of malignantmesothelioma of the pleura after residential or domestic exposure to asbestos: a case-control study in CasaleMonferrato, Italy. Environ Health Perspect 2001; 109: 915-9.• MAGNANI C. Pleural malignant mesothelioma and environmental exposure to asbestos associated withasbestos cement production. The case of Casale Monferrato, Italy. Can Mineral 2001; 5: 29-36.• SILVESTRI S, MAGNANI C, CALISTI R, AND BRUNO C. The experience of the Balangero chrysotile asbestosmine in Italy. Health effects among workers mining and milling asbestos and the health experience of personsliving nearby. Italy. Can Mineral 2001; 5: 177-86.• MOLLO F, MAGNANI C, et al. The attribution of lung cancers to asbestos exposure: a pathologic study of 924unselected cases. Am J Clin Pathol 2002; 117: 90-95.• MIRABELLI D, MAGNANI C. Interaction between occupational and environmental exposure to asbestos.Epidemiologic survey. G Ital Med Lav Ergon 2003; 25: 402-4.• MAGNANI C. SV40, genetic polymorphism and mesothelioma. Pathological and epidemiological evidence.Med Lav 2005: 96: 347-53.• Magnani C, Ferrante D e Amendola P Frequenza <strong>di</strong> tumori ed esposizione ad amianto nell’industria delcemento amianto. Eur.J.Oncol. 2007; 12:81-88.• MAULE MM, MAGNANI C, DALMASSO C, MIRABELLI D, MERLETTI F, BIGGERI A. Modeling Mesothelioma RiskAssociated with Environmental Asbestos Exposure. Env Hlt Persp 2007; 115:1066-1071.• Dreassi E, Lagazio C, Maule MM, Magnani C, Biggeri A. Sensitivity analysis of the relationship between<strong>di</strong>sease occurrence and <strong>di</strong>stance from a putative source of pollution. Geospat Health. 2008; 2:263-71.• Ferrante D, Bertolotti M, Todesco A, Mirabelli D, Terracini B, Magnani C. Cancer mortality and Incidence in acohort of Wives of Asbestos Workers in Casale Monferrato, Italy. Environ Health Perspect. 2007; 115:1401-1405.• Mirabelli D, Stura A, Gangemi M, Bertolotti M, Maule MM, Magnani C. Incidenza del mesotelioma maligno inPiemonte, 1990-2001. Epidemiol Prev 2007; 31: 132-8.• Adesi FB, Ferrante D, Bertolotti M, Todesco A, Mirabelli D, Terracini B, Magnani C. [Mortality from pleural andperitoneal cancer in a cohort of asbestos workers, many years after start of the exposure: possible role offibers clearance] G Ital Med Lav Ergon. 2007; 29(3 Suppl):346-8.• BARONE-ADESI F, FERRANTE D, BERTOLOTTI M, TODESCO A, MIRABELLI D, TERRACINI B, MAGNANI C.Long-term mortality from pleural and peritoneal cancer after exposure to asbestos: Possible role of asbestosclearance. Int J Cancer 2008; 123: 912-6. (IF 4.555)• BERTOLOTTI M, FERRANTE D, MIRABELLI D, BOTTA M, NONNATO M, TODESCO A, TERRACINI B, MAGNANI C.[Mortality in the cohort of the asbestos cement workers in the Eternit plant in Casale Monferrato (Italy)]Epidemiol Prev 2008; 32: 218-28.• MAGNANI C, FERRANTE D, BARONE-ADESI F, BERTOLOTTI M, TODESCO A, MIRABELLI D, TERRACINI B. Cancerrisk after cessation of asbestos exposure. A cohort study of Italian asbestos cement workers. Occup EnvironMed 2008; 65: 164-70.• Sono stati presentati dati preliminari a due convegni scientifici ed alla Conferenza Nazionale Amianto.4


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.002Approfon<strong>di</strong>menti sulla patologia da esposizione lavorativa ad amianto aCasale MonferratoFollow-up study on occupational asbestos exposure and cancer inCasale MonferratoRESPONSABILE: Prof. Corrado MAGNANICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o Multicentrico.Partecipazione a programma coor<strong>di</strong>nato dall’Istituto Superiore <strong>di</strong> SanitàOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Monitorare l’andamento dell’epidemia <strong>di</strong> mesotelioma in corso a Casale Monferrato, estendere lavalutazione della frequenza <strong>di</strong> patologia da amianto tra gli ex <strong>di</strong>pendenti ETERNIT e <strong>di</strong> valutare lafrazione <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> mesotelioma attribuibile a <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> esposizione.Il programma si articola in tre progetti: il primo relativo alla sorveglianza dell’epidemia <strong>di</strong>mesotelioma maligno, il secondo all’aggiornamento delle coorti degli ex-<strong>di</strong>pendenti della Eternit edelle loro mogli ed il terzo alla sorveglianza della frequenza <strong>di</strong> ricoveri ospedalieri ed alle cause <strong>di</strong>ricovero tra le persone comprese nelle stesse coorti e nella popolazione generale della ASL.L’attività <strong>di</strong> rilevazione perio<strong>di</strong>ca dei casi <strong>di</strong> mesotelioma è trattata anche nella scheda 4.003(Responsabile dr. Dario Mirabelli).MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Sono adottati i meto<strong>di</strong> già descritti nelle schede relative ad altri stu<strong>di</strong>. In particolare:- i meto<strong>di</strong> adottati per la rilevazione dei casi e per l’in<strong>di</strong>viduazione dei casi incidenti e per leinterviste sono descritti nella scheda 4.003;- i meto<strong>di</strong> per gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte corrispondono a quelli adottati routinariamente in queste indaginie si basano sull’accertamento dello stato in vita presso le anagrafi dei comuni <strong>di</strong> residenza.L’esposizione è definita in base ai dati sul periodo lavorativo e, se <strong>di</strong>sponibili, sulle mansioni svoltee sui livelli <strong>di</strong> esposizione.Per la valutazione della frequenza <strong>di</strong> ricoveri, è stato effettuato un linkage nominativo con l’elencodei <strong>di</strong>pendenti Eternit e quin<strong>di</strong> sono stati calcolati i tassi <strong>di</strong> ospedalizzazione specifici per iresidenti nella ASL <strong>di</strong> Casale che hanno lavorato in tale azienda e per quelli che non vi hannolavorato.Le analisi dei dati degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte sono condotte in modo da valutare l'andamento del rischio<strong>di</strong> patologia neoplastica con la durata <strong>di</strong> esposizione, la latenza ed il tempo dalla cessazionedell'attività in azienda.SCALA DEI TEMPI:Lo stu<strong>di</strong>o ha avuto inizio il 1° Settembre 2000, e l’attività <strong>di</strong> rilevazione ed intervista dei casi èiniziata dal 1.1.2001.Rilevazione nuovi casi incidenti ed interviste - Attività svolta in modo continuo (collaborazione conil Registro dei Mesoteliomi Maligni del Piemonte (v. scheda 4.003).Follow-up coorti - CompletatoAnalisi coorti - completataAnalisi tassi <strong>di</strong> ospedalizzazione - Completato il linkage con le SDO e l’analisi dei tassi <strong>di</strong>ospedalizzazione. Attività conclusa.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:E’ completato il follow-up degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte, al 2009. I dati sono stati messi a <strong>di</strong>sposizione per lostu<strong>di</strong>o multicentrico con altre coorti italiane, inglesi ed australiane sulla mortalità dopo latenzasuperiore a 40 anni e cessazione dall’esposizione superiore a 30 anni.Sono state completate le analisi per le cause <strong>di</strong> morte competitive e della necessità delleopportune correzioni nelle analisi dei dati.5


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.002Le analisi statistiche sono state completate. E' in corso la preparazione <strong>di</strong> pubblicazioniscientifiche.Per quanto riguarda il linkage con i ricoveri ospedalieri non si sono osservate <strong>di</strong>fferenze, se nonper le malattie già associate all’esposizione negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> mortalità e non si prevede un’estensionedell’attività a breve.PRINCIPALI RISULTATI EMERSIGli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte confermano l'eccesso <strong>di</strong> mortalità tra i <strong>di</strong>pendenti dell'azienda, causato da unaumento delle morti per patologia neoplastica del polmone, della pleura, del peritoneo e perasbestosi. L'andamento del rischio <strong>di</strong> tumore polmonare e della pleura suggerisce una riduzionedopo oltre 20 anni dalla cessazione dell'attività. L'andamento della mortalità per tumore delperitoneo mostra invece un andamento in continua crescita. L'analisi dei dati <strong>di</strong> incidenza in<strong>di</strong>carisultati concordanti con quelli mostrati dall'analisi <strong>di</strong> mortalità.Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte delle mogli dei <strong>di</strong>pendenti in<strong>di</strong>ca un aumento del rischio <strong>di</strong> mesoteliomapleurico ma non <strong>di</strong> tumore polmonare.Le analisi dei ricoveri mostrano un aumento dell'ospedalizzazione per patologia respiratoria manon per le altre cause.COLLABORATORI INTERNI:Francesco BARONE ADESI, Daniela FERRANTE, Dario MIRABELLI, Marinella NONNATO, BenedettoTERRACINICOLLABORATORI ESTERNI:P. Dalmasso.COLLABORAZIONE CON ALTRI STUDI:Programma <strong>di</strong> ricerca 1% del Ministero della Sanità “Impatto Sanitario dell’Amianto:<strong>Epidemiologia</strong>, Fonti <strong>di</strong> Esposizione e Meccanismi Patogenetici”, coor<strong>di</strong>nato dal Dr. Pietro Combadell’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità.RISORSE E FINANZIAMENTO:Lo stu<strong>di</strong>o è stato finanziato dalla ASL 21.PUBBLICAZIONI:Elencate in comune con la scheda 4.001Ulteriori pubblicazioni attese al termine del progetto.6


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.003Incidenza, eziologia e prognosi dei mesoteliomi in PiemonteIncidence, etiology and prognosis of mesothelioma in PiedmontRESPONSABILE: Dr. Dario MIRABELLICOORDINAMENTO:<strong>CPO</strong>-PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Si tratta <strong>di</strong> un’attività continuativa svolta per monitorare la frequenza <strong>di</strong> mesotelioma e definire lapossibile esposizione ad amianto dei casi, prevista dal Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNeM),costituito presso l’INAIL ai sensi del D.Lgs. 81/2008.Il Registro dei Mesoteliomi del Piemonte è il Centro Operativo Regionale del RENAM.Obiettivi:Analisi dell’incidenza <strong>di</strong> mesotelioma maligno in Piemonte.Raccolta <strong>di</strong> informazioni anamnestiche sulla storia lavorativa ed altre fonti <strong>di</strong> esposizione adamianto per i casi delle aree ad alta incidenza.Misura della sopravvivenza dopo una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> mesotelioma maligno.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:La rilevazione per il Registro dei Mesoteliomi Maligni si svolge in due fasi:1. Rilevazione dei casi con <strong>di</strong>agnosi istologica o citologica.La rilevazione dei casi incidenti <strong>di</strong> mesotelioma maligno della pleura e del peritoneo vieneeffettuata principalmente me<strong>di</strong>ante ricerca attiva presso i reparti <strong>di</strong> chirurgia toracica, <strong>di</strong>pneumologia ed i Servizi <strong>di</strong> Anatomia Patologica del Piemonte. La ricerca or<strong>di</strong>nariamente èsettimanale e coinvolge gli ospedali dove sono <strong>di</strong>sponibili risorse specializzate nella <strong>di</strong>agnosi etrattamento del mesotelioma. Nei restanti ospedali viene effettuata una rilevazione straor<strong>di</strong>nariacon cadenza perio<strong>di</strong>ca meno frequente (attualmente annuale).2. Identificazione dei casi <strong>di</strong> mesotelioma non documentati da un esame isto- o citologico, sullabase dell’archivio delle <strong>Schede</strong> <strong>di</strong> Dimissione Ospedaliera (SDO) e delle certificazioni <strong>di</strong> morte.Sono selezionati dagli archivi SDO e dall’archivio delle cause <strong>di</strong> morte tutti i casi con <strong>di</strong>agnosico<strong>di</strong>ficata con i co<strong>di</strong>ci 163 e 158.8-158.9, corrispondenti rispettivamente alle neoplasie primitivedella pleura e del peritoneo. Per i casi non già noti al Registro dei Mesoteliomi viene richiesta evalutata la documentazione clinica.Sono raccolte e registrate informazioni sui principali pre<strong>di</strong>ttori della sopravvivenza: con<strong>di</strong>zionigenerali e comorbi<strong>di</strong>tà, sta<strong>di</strong>o e trattamento.Ai casi viene richiesta un'intervista finalizzata a raccogliere informazioni dettagliate sulleesposizioni che possono aver determinato l'insorgenza del mesotelioma, come richiesto dallelinee-guida del ReNaM. L’intervista viene effettuata se possibile durante il ricovero durante il qualeè stata posta la <strong>di</strong>agnosi, altrimenti durante successivi ricoveri o a casa.Per effettuare le interviste durante il ricovero è stato istituito un sistema <strong>di</strong> rilevazione or<strong>di</strong>naria acadenza settimanale negli ospedali <strong>di</strong> Torino e cintura e <strong>di</strong> Casale Monferrato. Questo sistema èstato esteso ad altre aree ad incidenza elevata: attualmente sono coinvolte la ASL CN1 (Cuneo) el’Ospedale della Carità <strong>di</strong> Novara.Per tutti i casi viene perio<strong>di</strong>camente aggiornato lo stato in vita presso le anagrafi comunali, inmodo da determinare la sopravvivenza dopo la <strong>di</strong>agnosi.SCALA DEI TEMPI:Attività permanenteSTATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Rilevazione nuovi casi incidenti ed interviste Attività svolta in modo continuo nel 2011.7


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.003Rilevazione sistematica degli esami istologici presso i servizi <strong>di</strong> anatomia patologica (fino al31-12-2011)- In corsoEstrazione dei ricoveri 2009 <strong>di</strong> possibili casi dagli archivi SDO e valutazione della lorodocumentazione clinica - In corsoAnalisi tassi <strong>di</strong> incidenza <strong>di</strong> mesotelioma a tutto il 2008 - CompletataStu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sopravvivenza dei casi a tutto il 2008 - CompletataValutazione esposizioni dei casi a tutto il 2008 - CompletataTrasmissione dati a tutto il 2008 al Registro Nazionale Mesoteliomi - CompletataPubblicazione statistiche a tutto il 2008 sul sito web <strong>CPO</strong> - CompletataCOLLABORATORI INTERNI:Carol BRENTISCI, Manuela GANGEMI, Marco GILARDETTI, Milena MAULE, Antonella STURACOLLABORATORI ESTERNI:R. Calisti.A. Biava.L’attività afferisce al Registro Nazionale Mesoteliomi, coor<strong>di</strong>nato dall’ISPESL. L’attività afferisceinoltre al Progetto <strong>di</strong> ricerca multi<strong>di</strong>sciplinare su presenza, rischio e possibile confinamento oinattivazione degli asbesti e minerali asbestiformi in alcune valli delle Alpi Occidentali (Valli <strong>di</strong>Susa e <strong>di</strong> Lanzo), Centro Inter<strong>di</strong>partimentale per lo Stu<strong>di</strong>o degli Amianti e <strong>di</strong> Altri Particolati Nocivi“Giovanni Scansetti”, per la parte inerente la valutazione del rischio <strong>di</strong> mesotelioma da esposizioniambientali. Il RMM è stato la base per la conduzione degli stu<strong>di</strong> caso-controllo descritti alla scheda4.001 e per quelli in corso, descritti alla scheda 4.023, nonché per l’identificazione dei casiincidenti per gli stu<strong>di</strong> descritti alla scheda 4.002.Collaborano per rilevazione ed interviste a casi operatori dei Servizi <strong>di</strong> Prevenzione e Sicurezzadegli Ambienti <strong>di</strong> Lavoro delle ASL Torino 3, Torino 4, Novara, Verbania, Cuneo 1 e Cuneo 2.RISORSE E FINANZIAMENTO:Risorse <strong>CPO</strong>Regione Piemonte, Ricerca Sanitaria Finalizzata 2009 (biennale)NOTE:CONNESSIONI: Registro Tumori, <strong>Epidemiologia</strong> ClinicaPUBBLICAZIONI:• BRETTI S, CASTAGNETO B, CASADIO C, BETTA PG, MAGNANI C, ZAI S. Il mesotelioma pleurico: esperienzeintegrate. Argomenti <strong>di</strong> Oncologia 1998; 19: 241-52.• IVALDI C, DALMASSO P, NESTI M, MAGNANI C. Il registro dei mesoteliomi maligni del Piemonte. Incidenza nelperiodo 1990-1995. Epidemiol Prev 1999; 23: 308-15.• COMBA P, MAGNANI C, BOTTI C. Setting priorities for environmental protection from asbestos: ethicalaspects. Epidemiol Prev 2000; 24: 85-6.• MAGNANI C, VISCOMI S, DALMASSO P, IVALDI C, MIRABELLI D, TERRACINI B. Survival after pleural malignantmesothelioma. A population based study in, Italy. Tumori, 2002; 88: 266-9.• NESTI M, MARINACCIO A, GENNARO V, GORINI G, MIRABELLI D, MENSI C, MERLER E, MONTANARO F, MUSTIM, PANNELLI F, ROMANELLI A, TUMINO R; ReNaM Working Group. Epidemiologic surveillance for primaryprevention of malignant mesothelioma: the Italian experience. Med Lav 2005; 96: 338-46.• GANGEMI M, BERTOLOTTI M, MIRABELLI D, GENNARO V, VIARENGO P, MERLER E, ROBERTI S, MAGNANI C. Lasopravvivenza per i casi <strong>di</strong> mesotelioma: review degli stu<strong>di</strong> pubblicati. In: Marinaccio A, Cauzillo G, Chellini E etal (Eds) II rapporto del registro nazionale dei mesoteliomi. Roma, 2006 ISPESL: 71-87.• MIRABELLI D, CAVONE D, MERLER E, MENSI C, MAGNANI C, MUSTI M. I casi <strong>di</strong> mesotelioma maligno adeziologia ambientale e familiare: considerazioni generali ed analisi dei dati ReNaM. In: Marinaccio A, Cauzillo G,Chellini E et al (Eds) II rapporto del registro nazionale dei mesoteliomi. Roma, 2006 ISPESL: 91-104.• MIRABELLI D, MAGNANI C. Regione Piemonte: Centro operativo regionale (COR) del Registro Nazionale deiMesoteliomi. In: Marinaccio A, Cauzillo G, Chellini E et al (Eds) II rapporto del registro nazionale deimesoteliomi. Roma, 2006 ISPESL: 207-216.• STURA A, GANGEMI M, MIRABELLI D. Utilità delle schede <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione ospedaliera per la stima dell’incidenzadei mesoteliomi maligni. Epidemiol Prev 2007;31:127-131.• MIRABELLI D, STURA A, GANGEMI M, BERTOLOTTI M, MAULE MM, MAGNANI C. Incidenza del mesoteliomamaligno in Piemonte, 1990-2001. Epidemiol Prev 2007;31:132-139.• MARINACCIO A, BINAZZI A, CAUZILLO G, CHELLINI E, DE ZOTTI R, GENNARO V, MENEGOZZO M, MENSI C,MERLER E, MIRABELLI D, MUSTI M, PANNELLI F, ROMANELLI A, SCARSELLI A, TOSI S, TUMINO R, NESTI M;GRUPPO DI LAVORO RENAM. La sorveglianza epidemiologica del mesotelioma maligno in Italia: dati8


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.003d’incidenza ed esposizione ad amianto del Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM). Epidemiol Prev2007;31(Suppl 4):23-26• MARINACCIO A, BINAZZI A, CAUZILLO G, CAVONE D, ZOTTI RD, FERRANTE P, GENNARO V, GORINI G,MENEGOZZO M, MENSI C, MERLER E, MIRABELLI D, MONTANARO F, MUSTI M, PANNELLI F, ROMANELLI A,SCARSELLI A, TUMINO R; ITALIAN MESOTHELIOMA REGISTER (RENAM) WORKING GROUP. Analysis of latencytime and its determinants in asbestos related malignant mesothelioma cases of the Italian register. Eur JCancer 2007;43:2722-8.• MIRABELLI D, CALISTI R, BARONE-ADESI F, FORNERO E, MERLETTI F, MAGNANI C. Excess of mesotheliomasafter exposure to chrysotile in Balangero, Italy. Occup Environ Med 2008; 65: 815-9.• CAPPIA S, RIGHI L, MIRABELLI D, CEPPI P, BACILLO E, ARDISSONE F, MOLINARO L, SCAGLIOTTI GV, PAPOTTIM. Prognostic role of osteopontin expression in malignant pleural mesothelioma. Am J Clin Pathol 2008; 130:58-64.• MIRABELLI D, MERLER E. 'Environment' in cancer causation and etiological fraction: limitations andambiguities. Carcinogenesis 2008; 29: 1083.• MIRABELLI D, ROBERTI S, GANGEMI M, ROSATO R, RICCERI F, MERLER E, GENNARO V, MANGONE L, GORINIG, PASCUCCI C, CAVONE D, NICITA C, BARBIERI PG, MARINACCIO A, MAGNANI C, MONTANARO F. Survival ofperitoneal malignant mesothelioma in Italy: a population-based study. Int J Cancer 2009; 124: 194-200.• MONTANARO F, ROSATO R, GANGEMI M, ROBERTI S, RICCERI F, MERLER E, GENNARO V, ROMANELLI A,CHELLINI E, PASCUCCI C, MUSTI M, NICITA C, BARBIERI PG, MARINACCIO A, MAGNANI C, MIRABELLI D. Survivalof pleural malignant mesothelioma in Italy: a population-based study. Int J Cancer 2009; 124: 201-7.* MIRABELLI D, CAVONE D, MERLER E, GENNARO V, ROMANELLI A, MENSI C, CHELLINI E, NICITA C, MARINACCIOA, MAGNANI C, MUSTI M. Non-occupational exposure to asbestos and malignant mesothelioma in the ItalianNational Registry of Mesotheliomas. Occup Environ Med. 2010;67:792-4.* MARINACCIO A, BINAZZI A, DI MARZIO D, SCARSELLI A, VERARDO M, MIRABELLI D, GENNARO V, MENSI C,MERLER E, DE ZOTTI R, MANGONE L, CHELLINI E, PASCUCCI C, ASCOLI V, MENEGOZZO S, CAVONE D,CAUZILLO G, NICITA C, MELIS M, IAVICOLI S. Incidence of extrapleural malignant mesothelioma and asbestosexposure, from the Italian national register. Occup Environ Med. 2010;67:760-5* MARINACCIO A, BINAZZI A, MARZIO DD, SCARSELLI A, VERARDO M, MIRABELLI D, GENNARO V, MENSI C,RIBOLDI L, MERLER E, ZOTTI RD, ROMANELLI A, CHELLINI E, SILVESTRI S, PASCUCCI C, ROMEO E, MENEGOZZOS, MUSTI M, CAVONE D, CAUZILLO G, TUMINO R, NICITA C, MELIS M, IAVICOLI S; RENAM WORKING GROUP.Pleural malignant mesothelioma epidemic: Incidence, modalities of asbestos exposure and occupationsinvolved from the Italian National Register. Int J Cancer. <strong>2012</strong> May 1;130(9):2146-54* BARBIERI PG, MIRABELLI D, SOMIGLIANA A, CAVONE D, MERLER E. Asbestos Fibre Burden in the Lungs ofPatients with Mesothelioma Who Lived Near Asbestos-Cement Factories. Ann Occup Hyg. <strong>2012</strong> Jan 12. [Epubahead of print]Altre pubblicazioni sono elencate in comune con la scheda 4.001.9


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.004Alimentazione e rischi <strong>di</strong> cancro: stu<strong>di</strong>o prospettico EPICDiet and risks of cancer: EPIC prospective investigationRESPONSABILE: Dr.ssa Carlotta SACERDOTECOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentrico Europeo coor<strong>di</strong>nato dall'Imperial College, London.OBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Stu<strong>di</strong>are i determinanti genetici e ambientali (in particolare <strong>di</strong>etetici) delle malattie croniche in400.000 volontari residenti in 9 paesi europei.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:L’indagine EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) è un’indaginemulticentrica avviata nel 1993 con lo scopo <strong>di</strong> indagare sui rapporti tra alimentazione e tumori. Siè concluso entro marzo 1998 il reclutamento <strong>di</strong> 400.000 soggetti volontari in Europa, <strong>di</strong> cui circa47.000 <strong>di</strong> età 35-64 anni in Italia (reclutati nelle aree <strong>di</strong> Torino, Firenze, Napoli, Ragusa e Varese) e10604 a Torino. I volontari hanno compilato un questionario dettagliato sulle abitu<strong>di</strong>ni alimentaried uno su altri fattori <strong>di</strong> rischio (ve<strong>di</strong> strumenti). E’ stata effettuata la raccolta <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong>sangue <strong>di</strong> 30 cc. da ciascun partecipante, conservato in azoto liquido. I volontari, che hanno tuttifirmato un modulo <strong>di</strong> consenso informato, vengono seguiti tramite le <strong>Schede</strong> <strong>di</strong> DimissioneOspedaliera (SDO), i registri dei tumori e i certificati <strong>di</strong> decesso per stimare i tassi <strong>di</strong> incidenza emortalità per <strong>di</strong>verse patologie.STRUMENTI UTILIZZATITutti gli strumenti utilizzati sono stati validati attraverso indagini pilota. Gli strumenti sono: (a) unquestionario dotato <strong>di</strong> fotografie dei piatti più frequentemente consumati, mirante a rilevare iconsumi abituali dei principali cibi nel corso dell’ultimo anno; (b) un questionario (<strong>di</strong>fferenziato peruomini e donne) su abitu<strong>di</strong>ni personali e altre esposizioni (fumo, esposizioni lavorative, abitu<strong>di</strong>niriproduttive, patologie precedenti, ecc.); (c) le misure antropometriche (peso, altezza, altezza daseduti, circonferenze bacino e vita); (d) pressione arteriosa (due rilevazioni a riposo) e polso; (e)un campione <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> 30 cc., conservato in azoto liquido dopo separazione <strong>di</strong> plasma, siero,buffy coat (globuli bianchi) e globuli rossi; (f) l’intervista “24-ore” condotta a circa il 10% deisoggetti reclutati (1.020 a Torino, circa 4.000 in tutta Italia); si tratta <strong>di</strong> un’intervistaestremamente approfon<strong>di</strong>ta su tutto ciò che è stato consumato nelle 24 ore precedenti, raccoltatramite computer.SCALA DEI TEMPI:Con cadenza biennale sono effettuati follow up <strong>di</strong> Mortalità e follow up <strong>di</strong> Incidenza per tutti iTumori. Perio<strong>di</strong>camente sono effettuati follow up <strong>di</strong> incidenza per Diabete, Malattie Car<strong>di</strong>o eCerebro-vascolari, Morbo <strong>di</strong> Parkinson, Artrite Reumatoide e Malattie Infiammatorie Intestinali.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:EPIC Torino collabora ad alcuni stu<strong>di</strong> ad hoc su malattie croniche e acute quali: malattie cerebro ecar<strong>di</strong>ovascolari (EPIC HEART), <strong>di</strong>abete (INTERACT) e malattie neurologiche (NEURO EPIC).E' stata inoltre creata a livello nazionale la collaborazione EPICOR che prevede lo stu<strong>di</strong>o dellecause genetiche e ambientali delle malattia cerebro e car<strong>di</strong>ovascolari e una collaborazione per lostu<strong>di</strong>o della Sindrome Metabolica come fattore <strong>di</strong> rischio per i tumori.COLLABORATORI INTERNI:Laura FIORINICOLLABORATORI ESTERNI:Co-Responsabile: Paolo Vineis, HuGeF10


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.004RISORSE E FINANZIAMENTO:L’indagine è stata finanziata dalla Comunità Europea e dall’Associazione Italiana per le Ricerchesul Cancro. Il richiamo della coorte EPIC è stato in parte finanziato dalla Ricerca Finalizzata dellaRegione Piemonte 2007.PUBBLICAZIONI:Sono stati pubblicati più <strong>di</strong> 150 articoli in<strong>di</strong>cizzati su PubMed sui dati <strong>di</strong> EPIC Torino relativi ai <strong>di</strong>versi filoni <strong>di</strong>ricerca in atto.11


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.006Stu<strong>di</strong>o europeo sui tumori rariRare cancers in EuropeRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Obiettivo del progetto è identificare fattori <strong>di</strong> rischio per tumori rari ad eziologia ignota, conparticolare riferimento a fattori occupazionali.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Tutti i casi incidenti <strong>di</strong> 7 se<strong>di</strong> tumorali (melanoma dell’occhio, micosi fungoide, osso, mammellamaschile, vie biliari maschili, timo) ed un gruppo <strong>di</strong> controlli sono stati identificati in uno stu<strong>di</strong>ocaso-controllo <strong>di</strong> popolazione che si svolge in 9 paesi europei con 3 centri italiani. Il centro <strong>di</strong>Torino funge da coor<strong>di</strong>namento per l’Italia e fornisce il principal investigator europeo per la sedetumorale osso.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:La raccolta dati è terminata nel 1998 (circa 2.000 casi e 4.000 controlli). Sono stati validati i datiraccolti e sono stati pubblicati a tutt’oggi 16 articoli. Altri articoli sono in corso <strong>di</strong> stesura. Nel <strong>2012</strong>è prevista la continuazione delle analisi dei dati e della pubblicazione dei risultati.Sono ancora attesi da 3 a 6 articoli.COLLABORATORI INTERNI:Lorenzo RICHIARDICOLLABORATORI ESTERNI:Lorenzo Simonato, Enzo Merler.RISORSE E FINANZIAMENTO:Biomed, Ministero del Lavoro Italiano, 60%MURST, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro,Compagnia <strong>di</strong> San Paolo.PUBBLICAZIONI:• BEHRENS T, LYNGE E, CREE I, LUTZ JM, ERIKSSON M, GUÉNEL P, MERLETTI F, MORALES-SUAREZ-VARELA M,AFONSO N, STENGREVICS A, STANG A, FÉVOTTE J, SABROE S, LLOPIS-GONZÁLEZ A, GORINI G, HARDELL L,AHRENS W. OCCUPATIONAL EXPOSURE TO ENDOCRINE-DISRUPTING CHEMICALS AND THE RISK OF UVEALMELANOMA. SCAND J WORK ENVIRON HEALTH. 2011 DEC 17. PII: 3265. DOI: 10.5271/SJWEH.3265. [EPUBAHEAD OF PRINT] PUBMED PMID: 22179223.• BEHRENS T, LYNGE E, CREE I, LUTZ JM, ERIKSSON M, GUÉNEL P, MERLETTI F, MORALES-SUAREZ-VARELA M,AFONSO N, STENGREVICS A, FÉVOTTE J, SABROE S, LLOPIS-GONZÁLEZ A, GORINI G, HARDELL L, STANG A,AHRENS W. PESTICIDE EXPOSURE IN FARMING AND FORESTRY AND THE RISK OF UVEAL MELANOMA. CANCERCAUSES CONTROL. <strong>2012</strong> JAN;23(1):141-51. EPUB 2011 NOV 4. PUBMED PMID: 22052342.• BEHRENS T, LYNGE E, CREE I, SABROE S, LUTZ JM, AFONSO N, ERIKSSON M, GUÉNEL P, MERLETTI F,MORALES-SUAREZ-VARELA M, STENGREVICS A, FÉVOTTE J, LLOPIS-GONZÁLEZ A, GORINI G, SHARKOVA G,HARDELL L, AHRENS W. OCCUPATIONAL EXPOSURE TO ELECTROMAGNETIC FIELDS AND SEX-DIFFERENTIALRISK OF UVEAL MELANOMA. OCCUP ENVIRON MED. 2010 NOV;67(11):751-9. EPUB 2010 AUG 25. PUBMEDPMID: 20798011.• SCHMEISSER N, KAERLEV L, BOURDON-RAVERDY N, GANRY O, LLOPIS-GONZÁLEZ A, GUÉNEL P, HARDELL L,MERLETTI F, ZAMBON P, MORALES-SUÁREZ-VARELA M, OLSEN J, OLSSON H, VYBERG M, AHRENS W.OCCUPATIONAL EXPOSURE TO PESTICIDES AND BILE TRACT CARCINOMA IN MEN: RESULTS FROM AEUROPEAN MULTICENTER CASE-CONTROL STUDY. CANCER CAUSES CONTROL. 2010 SEP;21(9):1493-502.EPUB 2010 JUN 9. PUBMED PMID: 20533085• BEHRENS T, KAERLEV L, CREE I, LUTZ JM, AFONSO N, ERIKSSON M, GUÉNEL P, MERLETTI F,12


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.006MORALES-SUAREZ-VARELA M, STENGREVICS A, SABROE S, CYR D, LLOPIS-GONZÁLEZ A, GORINI G, SHARKOVAG, HARDELL L, AHRENS W. HORMONAL EXPOSURES AND THE RISK OF UVEAL MELANOMA. CANCER CAUSESCONTROL. 2010 OCT;21(10):1625-34. EPUB 2010 JUN 4. PUBMED PMID: 20524054• VILLENEUVE S, CYR D, LYNGE E, ORSI L, SABROE S, MERLETTI F, GORINI G, MORALES-SUAREZ-VARELA M,AHRENS W, BAUMGARDT-ELMS C, KAERLEV L, ERIKSSON M, HARDELL L, FÉVOTTE J, GUÉNEL P. OCCUPATIONAND OCCUPATIONAL EXPOSURE TO ENDOCRINE DISRUPTING CHEMICALS IN MALE BREAST CANCER: ACASE-CONTROL STUDY IN EUROPE. OCCUP ENVIRON MED. 2010 DEC;67(12):837-44. EPUB 2010 AUG 25.PUBMED PMID: 20798010• FRITSCHI L, GUENEL P, AHRENS W; EUROPEAN STUDY GROUP ON OCCUPATIONAL CAUSES OF RARECANCERS (AUTRUP H, KOLSTAD H, KAERLEV L, SABROE S, JOHANSEN P, POULSEN S, TEGLBJAERG PS, VYBERGM, GUÉNEL P, FÉVOTTE J, ARVEUX P, BUEMI A, CARLI PM, CHAPLAIN G, DAURÈS JP, FAIVRE J, GROSCLAUDE P,GUIZARD AV, HENRY-AMAR M, LAUNOY G, MÉNÉGOZ F, RAVERDY N, SCHAFFER P, AHRENS W,BAUMGARDT-ELMS C, GOTTHARDT S, JAHN I, JÖCKEL KH, MERZENICH H, STANG A, STEGMAIER C, TIMMER A,ZIEGLER H, BALLARD T, BERTONI F, GORINI G, GOSTINICCHI S, MASALA G, MERLER E, MERLETTI F, SIMONATOL, ZAMBON P, ROGOVSKA I, SHARKOVA G, STENGREVICS A, GIBAVICIENE J, JAZUKEVICIUS L, KURTINAITIS J,POCIUTE P, ALFONSO N, COSTA-PEREIRA A, DORIA S, LOPES C, LOPES JM, MIRANDA A, SANTOS C, SANZAGUADO MA, AURREKOETXEA JJ, BRUN C, CÓRDOBA A, MARTÍNEZ GONZÁLEZ MA, GUILLÉN GRIMA F, GUARCHR, LLOPIS GONZÁLEZ A, MARÍN B, MARQUINA A, MORALES SUÁREZ-VARELA MM, AGUINAGA ONTOSO I,MARTÍNEZ PEÑUELA JM, PURAS A, VEGA F, VILLANUEVA GUARDIA MA, ERIKSSON M, HARDELL L, LARSSON I,OLSON H, SANDSTRÖM M, WINGREN G, LUTZ JM, BELL J, CREE I, FLETCHER T, FOSS AJ.). Breast cancer inpriests: follow-up of an observation made 167 years ago.Eur J Epidemiol. 2010 Mar;25(3):219-21.• AHRENS W, TIMMER A, VYBERG M, FLETCHER T, GUENEL P, MERLER E, MERLETTI F, MORALE M, OLSSON H,OLSEN J, HARDELL L, KAERLEV L, RAVERDY N, LYNGE E. Risk factors for extrahepatic biliary tract carcinoma inmen: me<strong>di</strong>cal con<strong>di</strong>tions and lifestyle. Eur J Gastroenterol Hepatol 2007; 19: 623-30.• AHRENS W, MAMBETOVA C, BOURDON-RAVERDY N, LLOPIS-GONZÁLEZ A, GUÉNEL P, HARDELL L, MERLETTIF, MORALES-SUÁREZ-VARELA M, OLSEN J, OLSSON H, VYBERG M, ZAMBON P. Occupational exposure toendocrine-<strong>di</strong>srupting compounds and biliary tract cancer among men. Scand J Work Environ Health 2007; 33:387-96.• MERLETTI F, RICHIARDI L, BERTONI F, AHRENS W, BUEMI A, COSTA-SANTOS C, ERIKSSON M, GUENEL P,KAERLEV L, JOCKEL KH, LLOPIS-GONZALEZ A, MERLER E, MIRANDA A, MORALES-SUAREZ-VARELA MM, OLSSONH, FLETCHER T, OLSEN J. Occupational factors and risk of adult bone sarcomas: a multicentric case-controlstudy in Europe. Int J Cancer 2006; 118: 721-7.• MORALES-SUAREZ-VARELA MM, OLSEN J, JOHANSEN P, KAERLEV L, GUENEL P, ARVEUX P, WINGREN G,HARDELL L, AHRENS W, STANG A, LLOPIS A, MERLETTI F, GUILLEN-GRIMA F, MASALA G. Occupational sunexposure and mycosis fungoides: a European multicenter case-control study. J Occup Environ Med 2006; 48:390-3.• LYNGE E, AFONSO N, KAERLEV L, OLSEN J, SABROE S, AHRENS W, ERIKSSON M, GUENEL P, MERLETTI F,STENGREVICS A, SUAREZ-VARELA M, COSTA-PERERRA A, VYBERG M. European multi-centre case-control studyon risk factors for rare cancers of unknown aetiology. Eur J Cancer 2005; 41: 601-12.• LUTZ JM, CREE I, SABROE S, KVIST TK, CLAUSEN LB, AFONSO N, AHRENS W, BALLARD TJ, BELL J, CYR D,ERIKSSON M, FEVOTTE J, GUENEL P, HARDELL L, JOCKEL KH, MIRANDA A, MERLETTI F,MORALES-SUAREZ-VARELA MM, STENGREVICS A, LYNGE E. Occupational risks for uveal melanoma results froma case-control study in nine European countries. Cancer Causes Control 2005; 16: 437-47.• MORALES-SUAREZ-VARELA MM, OLSEN J, JOHANSEN P, KAERLEV L, GUENEL P, ARVEUX P, WINGREN G,HARDELL L, AHRENS W, STANG A, LLOPIS A, MERLETTI F, AURREKOETXEA JJ, MASALA G. Occupationalexposures and Mycosis Fungoides. A European multicentre case-control study (Europe). Cancer Causes Control2005; 16: 1253-9.• MORALES-SUAREZ-VARELA MM, OLSEN J, JOHANSEN P, KAERLEV L, GUENEL P, ARVEUX P, WINGREN G,HARDELL L, AHRENS W, STANG A, LLOPIS A, MERLETTI F, AURREKOETXEA JJ, MASALA G. Occupational riskfactors for mycosis fungoides: a European multicenter case-control study. J Occup Environ Med 2004; 46):205-11.• GUENEL P, CYR D, SABROE S, LYNGE E, MERLETTI F, AHRENS W, BAUMGARDT-ELMS C, MENEGOZ F, OLSSONH, PAULSEN S, SIMONATO L, WINGREN G. Alcohol drinking may increase risk of breast cancer in men: aEuropean population-based case-control study. Cancer Causes Control 2004; 15: 571-80.• MORALES MM, OLSEN J, JOHANSEN P, KAERLEV L, GUENEL P, ARVEUX P, WINGREN G, HARDELL L, AHRENS W,STANG A, LLOPIS A, MERLETTI F, VILLANUEVA MA. Viral infection, atopy and mycosis fungoides: a Europeanmulticentre case-control study. Eur J Cancer 2003; 39: 511-6.• MORALES SUAREZ-VARELA MM, OLSEN J, KAERLEV L, GUENEL P, ARVEUX P, WINGREN G, HARDELL L,AHRENS W, STANG A, LLOPIS A, MERLETTI F, GUILLEN F. Are alcohol intake and smoking associated withmycosis fungoides? A European multicentre case-control study. Eur J Cancer 2001; 37: 392-7.• KAERLEV L, TEGLBJAERG PS, SABROE S, KOLSTAD HA, AHRENS W, ERIKSSON M, GUENEL P, HARDELL L,LAUNOY G, MERLER E, MERLETTI F, STANG A. Me<strong>di</strong>cal risk factors for small-bowel adenocarcinoma with focuson Chron <strong>di</strong>sease: a European population-based case-control study. Scand J Gastroenterol 2001; 36: 641-6.• KAERLEV L, TEGLBJAERG PS, SABROE S, KOLSTAD HA, AHRENS W, ERIKSSON M, GUENEL P, HARDELL L,LAUNOY G, MERLER E, MERLETTI F, STANG A, OLSEN J. Is there an association between alcohol intake orsmoking and small bowel adenocarcinoma? Results from a European multi-center case-control study. CancerCause Control 2000; 11: 791-7.• KAERLEV L, TEGLBJAERG PS, SABROE S, KOLSTAD HA, AHRENS W, ERIKSSON M, GONZALEZ AL, GUENEL P,HARDELL L, LAUNOY G, MERLER E, MERLETTI F, SUAREZ-VARELA MM, STANG A. Occupation and small boweladenocarcinoma: a European case-control study. Occup Environ Med 2000; 57: 760-6.13


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.009Stu<strong>di</strong>o multicentrico italiano sull'eziologia dei tumori infantililinfoemopoietici e dei neuroblastomi (SETIL)Italian multicentric study on etiological factors for childhood leukemia,lymphoma and neuroblastoma (SETIL)RESPONSABILE: Prof. Corrado MAGNANICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentricoCoor<strong>di</strong>namento del progetto <strong>CPO</strong>-PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Lo stu<strong>di</strong>o SETIL indaga in Italia sulle cause <strong>di</strong> leucemie, linfomi e neuroblastomi infantili, inparticolare campi magnetici a 50 Hz, raggi gamma, ra<strong>di</strong>ofrequenze ed altri possibili fattori <strong>di</strong>rischio ambientali quali benzene, solventi, pestici<strong>di</strong>, fumo passivo, inquinamento atmosferico evari agenti infettivi. L’indagine costituisce la prima ricerca epidemiologica italiana in questoambito e viene incontro a precise richieste più volte avanzate dall'opinione pubblica e dalleautorità sanitarie. La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> dati relativi alla specifica realtà italiana, potrà inoltrecostituire la base per la ricerca <strong>di</strong> un consenso su scelte fondamentali per lo sviluppo. Lo stu<strong>di</strong>ostimerà il rischio per l’esposizione ad agenti fisici (campi elettromagnetici e ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti),chimici (solventi, fumo passivo, inquinamento da traffico, insettici<strong>di</strong>); esposizioni lavorative deigenitori e malattie infettive. L'analisi dei dati sarà condotta in modo da evidenziare eventualisinergie tra i fattori <strong>di</strong> rischio. Verrà stimato, infine, quanti casi sono attribuibili a ciascuna causa.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Stu<strong>di</strong>o caso controllo multicentrico <strong>di</strong> popolazione. Sono inclusi i bambini <strong>di</strong> età 0-10 anni con<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> leucemia (linfatica o mieloide), <strong>di</strong> linfoma non Hodgkin e <strong>di</strong> neuroblastoma. I casisaranno rilevati con la collaborazione dell’AIEOP. I controlli sono appaiati per età, sesso e regione<strong>di</strong> residenza e saranno estratti dall’archivio degli iscritti al SSN.SCALA DEI TEMPI:Lo stu<strong>di</strong>o è iniziato grazie al contributo dell’AIRC (Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro).In Piemonte sono state effettuate oltre 80 interviste. La raccolta dati per l’indagine epidemiologicaterminerà con i casi incidenti nel 2001 e comprenderà 1.100 casi (800 leucemie, 80 linfomi e 220neuroblastomi) e 1.600 in 16 regioni italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombar<strong>di</strong>a, Liguria, Veneto,Trentino, Friuli VG, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, eSardegna).STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:La raccolta dati si è conclusa e sono inclusi i casi incidenti entro il 31.12.2001 ed i relativi controlli.Sono state completate la registrazione ed il controllo <strong>di</strong> qualità dei dati. Sono in corso le analisistatistiche. Sono stati completati i primi articoli scientifici, relativi ai seguenti argomenti: fumo deigenitori, esposizione personale a benzene, occupazione dei genitori.COLLABORATORI INTERNI:Tiziana CENA, Daniela FERRANTE, Marco GILARDETTI, Vanda MACERATA, Dario MIRABELLI,Alessandra RANUCCI, Assunta RASULORISORSE E FINANZIAMENTO:Finanziamento quadriennale AIRC. Contributi CNR, MURST, ISPESL e Ministero del Lavoro.NOTE:Dimensione multicentrica: italiana14


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.009Coor<strong>di</strong>natore C. MagnaniCentri partecipanti: Collaborano all’indagine l’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità (Laboratori <strong>di</strong> Fisica e <strong>di</strong>Igiene Ambientale), CNR (LADSEB <strong>di</strong> Padova e IROE <strong>di</strong> Firenze), Centri oncologici afferentiall’AIEOP, AIEOP-FONOP <strong>di</strong> Bologna, Unità <strong>di</strong> Fisica Sanitaria afferenti a PMP o ARPA regionali,Università, ASL, Osservatori Epidemiologici Regionali, Istituti Nazionali Tumori <strong>di</strong> Genova e Milano,Istituto Burlo Garofolo <strong>di</strong> Trieste, Registri Tumori, CSPO <strong>di</strong> Firenze ed altre unità <strong>di</strong> ricercaepidemiologicaCONNESSIONI: RT (Registro Tumori Infantili)PUBBLICAZIONI:• Presentazioni a convegni (AIE, AIRP).• SALVAN A, PONS O, ROLETTI S, ERNA M, LIGUORI F, CICCOLALLO L, GALASSI C, MILIGI L, POGGI A,CANNIZZARO S, TUMINO R, BORTOT P, POLICHETTI A, VECCHIA P, MAGNANI C FOR THE SETIL WORKGROUP.A pilot study of residential exposure to extremely low frequency magnetic fields for the Italian epidemiologicstudy of risk factors for childhood cancer (SETIL). In Kostarakis P and Stavroulakis P, eds. Procee<strong>di</strong>ngs of theMillennium Workshop on Biological Effects of Electromagnetic Fields, Heraklion, Greece, 17 - 20 October 2000,pp 424-431. Book with peer review of papers.15


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.018Stu<strong>di</strong>o GEM: un modello per la suscettibilità genetica, fase 2:sopravvivenza dei soggetti GEMGEM study: a model for genetic susceptibility, phase two: GEM subjectssurvivalRESPONSABILE: Dr. Stefano ROSSOCOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Si tratta della collaborazione italiana ad uno stu<strong>di</strong>o multicentrico (USA, CANADA, AUSTRALIA,NUOVA ZELANDA) sulla relazione tra geni, fenotipo ed esposizione alla ra<strong>di</strong>azione solare nellaeziologia del melanoma cutaneo. Lo stu<strong>di</strong>o è coor<strong>di</strong>nato da Marianne Berwick dello Sloan KetteringMemorial Center <strong>di</strong> NY, USA.Alcuni tipi <strong>di</strong> geni (geni regolatori del ciclo cellulare, geni implicati nella regolazione pigmentaria egeni implicati nella riparazione del DNA) sono considerati avere un ruolo nella genesi delmelanoma cutaneo. Poiché tali geni sono a bassa penetranza, si ipotizza che le loro varianti emutazioni ad alto rischio si ritrovino nei soggetti ad “alta intensità” <strong>di</strong> malattia, cioè in queisoggetti che sviluppano lesioni melanocitarie multiple. Per testare questa ipotesi è stato propostoun nuovo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o caso controllo, dove i casi sono soggetti con melanoma primitivomultiplo ed i controlli soggetti con un solo melanoma primitivo.Fase 2: verrà calcolata la sopravvivenza dei soggetti reclutati durante lo stu<strong>di</strong>o, ed analizzata inrapporto alle variabili genetiche <strong>di</strong>sponibili.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Poiché la proporzione <strong>di</strong> melanomi che manifestano in modo multiplo è non superioreannualmente al 2-3% del totale dei melanomi primitivi, è necessaria una base <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o moltoampia. Questa è garantita dalla collaborazione <strong>di</strong> numerosi centri, e da un loro reclutamentopluriennale. E’ previsto <strong>di</strong> raccogliere i soggetti su base <strong>di</strong> popolazione; i casi (melanomi multipli)sono reclutati per 4 anni, ed i controlli (melanomi primitivi singolari) per un anno. Nel caso <strong>di</strong>Torino, il gettito previsto è <strong>di</strong> 7 casi <strong>di</strong> lesione multipla e <strong>di</strong> 150 casi <strong>di</strong> lesione singola.Ad ogni soggetto è proposta un’intervista, ed è richiesto un campione <strong>di</strong> cellule prelevatoattraverso lo spazzolato buccale.La fase 2 prevede un follow-up classico d’esistenza in vita avviato secondo le modalità delfollow-up attivo con richiesta <strong>di</strong> certificazione presso le anagrafi <strong>di</strong> residenza. Inoltre è previsto unfollow-up clinico per intercettare altri melanomi multipli insorgenti nella coorte osservata ed altritumori primari associati.SCALA DEI TEMPI:Il reclutamento <strong>di</strong> casi e controlli è stato concluso. Si stanno realizzando varie analisi dei datiraccolti. Numerosi articoli sono stati pubblicati (ve<strong>di</strong> sotto) ed altri sottoposti per pubblicazione.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono stati inviati i dati al centro coor<strong>di</strong>natore ed è prevista una fase d'analisi in cui il RTP ècoinvolto.COLLABORATORI INTERNI:Roberto ZANETTICOLLABORATORI ESTERNI:16


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.018M. Pippione. (Dipartimento <strong>di</strong> Dermatologia, Università <strong>di</strong> Torino).NOTE:STUDI MULTICENTRICISiPUBBLICAZIONI:• Berwick M, Begg CB, Armstrong BK, Reiner AS, Thomas NE, Cook LS, Orlow I, Kricker A, Marrett LD, GruberSB, Anton-Culver H, Millikan RC, Gallagher RP, Dwyer T, Rosso S, Kanetsky PA, Lee-Taylor J. Interaction ofCDKN2A and Sun Exposure in the Etiology of Melanoma in the General Population. J Invest Dermatol. 2011 Aug11.• Rochelle Mandelcorn-Monson, Loraine Marrett, Anne Kricker, Bruce K. Armstrong, Irene Orlow, Chris Goumas,Susan Paine, Stefano Rosso, Nancy Thomas, Robert C. Millikan, Jason D. Pole, Javier Cotignola, Cheryl Rosen,Peter A. Kanetsky, Julia Lee-Taylor, Colin B. Begg and Marianne Berwick. Sun exposure, vitamin D receptorpolymorphisms FokI and BsmI and risk of multiple primary melanoma. Cancer Epidemiol. 2011 May 23.• Irene Orlow, Pampa Roy, Anne S. Reiner, Sarah Yoo, Himali Patel, Susan Paine, Bruce K. Armstrong, AnneKricker, Loraine D. Marrett, Robert C. Millikan, Nancy E. Thomas, Stephen B. Gruber, Hoda Anton-Culver,Stefano Rosso, Richard P. Gallagher, Terence Dwyer, Peter A. Kanetsky, Klaus Busam, Lynn From, Colin B.Begg, Marianne Berwick for the GEM Study Group. Vitamin D receptor polymorphisms in patients withcutaneous melanoma. Int J Cancer. 2011 Mar 1.• Thomas NE, Kricker A, From L, Busam KJ, Millikan RC, Ritchey ME, Armstrong BK, Lee-Taylor J, Marrett L,Anton-Culver H, Zanetti R, Rosso S, Gallagher RP, Dwyer T, Goumas C, Kanetsky PA, Begg CB, Orlow I, WilcoxH, Paine S, Berwick M. Associations of cumulative sun exposure and phenotypic characteristics with histologicsolar elastosis. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2010• Olsen CM, Zens MS, Stukel TA, Sacerdote C, Chang YM, Armstrong BK, Bataille V, Berwick M, Elwood JM, HollyEA, Kirkpatrick C, Mack T, Bishop JN, Osterlind A, Swerdlow AJ, Zanetti R, Green AC, Karagas MR, Whiteman DC.Nevus density and melanoma risk in women: A pooled analysis to test the <strong>di</strong>vergent pathway hypothesis. Int JCancer. 2009• KRICKER A, ARMSTRONG BK, GOUMAS C, LITCHFIELD M, BEGG CB, HUMMER AJ, MARRETT LD, THEIS B,MILLIKAN RC, THOMAS N, CULVER HA, GALLAGHER RP, DWYER T, REBBECK TR, KANETSKY PA, BUSAM K, FROML, MUJUMDAR U, ZANETTI R, BERWICK M; FOR THE GEM STUDY GROUP. Ambient UV, personal sun exposureand risk of multiple primary melanomas. Cancer Causes Control 2007 Jan 6; PMID: 17206532.• ORLOW I, BEGG CB, COTIGNOLA J, ROY P, HUMMER AJ, CLAS BA, MUJUMDAR U, CANCHOLA R, ARMSTRONGBK, KRICKER A, MARRETT LD, MILLIKAN RC, GRUBER SB, ANTON-CULVER H, ZANETTI R, GALLAGHER RP,DWYER T, REBBECK TR, KANETSKY PA, WILCOX H, BUSAM K, FROM L, BERWICK M. CDKN2A Germline Mutationsin In<strong>di</strong>viduals with Cutaneous Malignant Melanoma. J Invest Dermatol 2007 Jan 11; PMID: 17218939.• Kricker A, Armstrong BK, Goumas C, Litchfield M, Begg CB, Hummer AJ, Marrett LD, Theis B, Millikan RC,Thomas N, Culver HA, Gallagher RP, Dwyer T, Rebbeck TR, Kanetsky PA, Busam K, From L, Mujumdar U,Zanetti R, Berwick M; for the GEM Study Group. Ambient UV, personal sun exposure and risk of multipleprimary melanomas. Cancer Causes Control. 2007 Jan 6• BERWICK M, ORLOW I, HUMMER AJ, ARMSTRONG BK, KRICKER A, MARRETT LD, MILLIKAN RC, GRUBER SB,ANTON-CULVER H, ZANETTI R, GALLAGHER RP, DWYER T, REBBECK TR, KANETSKY PA, BUSAM K, FROM L,MUJUMDAR U, WILCOX H, BEGG CB; GEM STUDY GROUP. The prevalence of CDKN2A germ-line mutations andrelative risk for cutaneous malignant melanoma: an international population-based study. Cancer EpidemiolBiomarkers Prev 2006; 15: 1520-5.• KANETSKY PA, REBBECK TR, HUMMER AJ, PANOSSIAN S, ARMSTRONG BK, KRICKER A, MARRETT LD, MILLIKANRC, GRUBER SB, CULVER HA, ZANETTI R, GALLAGHER RP, DWYER T, BUSAM K, FROM L, MUJUMDAR U, WILCOXH, BEGG CB, BERWICK M. Population-based study of natural variation in the melanocortin-1 receptor gene andmelanoma. Cancer Res 2006; 66: 9330-7.• MILLIKAN RC, HUMMER A, BEGG C, PLAYER J, DE COTRET AR, WINKEL S, MOHREWEISER H, THOMAS N,ARMSTRONG B, KRICKER A, MARRETT LD, GRUBER SB, ANTON CULVER H, ZANETTI R, GALLAGHER RP, DWYERT, REBBECK T, BUSAM K, FROM L, MUJUMDAR U, BERWICK M. Polymorphisms in nucleotide excision repairgenes and risk of multiple primary melanoma: the Genes Environment and Melanoma study. Carcinogenesis2006; 3: 610-8.• BEGG CB, ORLOW I, HUMMER AJ, ARMSTRONG BK, KRICKER A, MARRETT LD, MILLIKAN RC, GRUBER SB,ANTON-CULVER H, ZANETTI R, GALLAGHER RP, DWYER T, REBBECK TR, MITRA N, BUSAM K, FROM L, BERWICKM; Genes Environment and Melanoma Study Group. Lifetime risk of melanoma in CDKN2A mutation carriers ina population-based sample. J Natl Cancer Inst 2005; 97: 1507-15.• BEGG CB, HUMMER A, MUJUMDAR U, ARMSTRONG BK, KRICKER A, MARRET LD, MILLIKAN RC, GRUBER SB,ANTON-CULVER H, KLOTZ JB, ZANETTI R, GALLAGHER RP, DWYER T, REBBECK TR, BERWICK MR. Familialaggergation of melanoma risks in a large sample of melanoma cases. Cancer Causes Control 2004; 15:967-65.17


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.021Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorti <strong>di</strong> lavoratori dell'industria della gommaCohort mortality study on rubber workersRESPONSABILE: Dr. Dario MIRABELLICOORDINAMENTO:<strong>CPO</strong> PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Nonostante l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse sostanze sicuramente cancerogene per l’uomo sia stato abbandonatoda tempo nella moderna industria della gomma, non è certo se il rischio <strong>di</strong> cancro sia statocompletamente controllato. Alcuni stu<strong>di</strong> recenti segnalano infatti il perdurare <strong>di</strong> eccessi <strong>di</strong>mortalità per <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong> tumorali, inclusa la vescica. E’ <strong>di</strong> interesse condurre stu<strong>di</strong> su popolazionioccupate in stabilimenti inse<strong>di</strong>ati <strong>di</strong> recente. Due dei principali stabilimenti italiani <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong>pneumatici sono entrati in funzione agli inizi degli anni ’60 a Cuneo e circa <strong>di</strong>eci anni più tar<strong>di</strong> adAlessandria. Gli SPreSAL della allora ASL 15 e 20 hanno avanzato una richiesta <strong>di</strong> assistenza nellaconduzione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte. Le finalità <strong>di</strong> sanità pubblica si associano a quelle scientifichenel motivare la conduzione dello stu<strong>di</strong>o.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:MATERIALI E METODILa lista dei <strong>di</strong>pendenti ed ex <strong>di</strong>pendenti degli stabilimenti è stata creata sulla base dei librimatricola aziendali. Sono state raccolte, a cura dello SPreSAL ASL 15, le ultime residenze note inazienda dei lavoratori <strong>di</strong>messi dallo stabilimento <strong>di</strong> Cuneo. La stessa informazione è stata fornitadalla <strong>di</strong>rezione dello stabilimento <strong>di</strong> Alessandria per i lavoratori <strong>di</strong>messi da questa fabbrica almomento della formazione della coorte.E' stato condotto l’usuale follow-up per accertare lo stato in vita degli ex lavoratori, e sono stateacquisite le cause <strong>di</strong> morte dei deceduti. Sono state condotte le usuali analisi della mortalitàgenerale e causa specifica me<strong>di</strong>ante confronto con una popolazione <strong>di</strong> riferimento esterna.Limitatamente ai lavoratori dello stabilimento <strong>di</strong> Cuneo sono stati identificati i casi incidenti <strong>di</strong>tumore della vescica nei membri della coorte. E' stata analizzata l'incidenza <strong>di</strong> tali tumorime<strong>di</strong>ante confronto con una popolazione <strong>di</strong> riferimento esterna. E' stato condotto anche unostu<strong>di</strong>o caso controllo innestato nella coorte, sui casi incidenti <strong>di</strong> carcinoma vescicale.RISULTATILa mortalità generale presenta un deficit rispetto all'atteso concentrato negli anni <strong>di</strong> osservazionedurante l'attività in azienza (effetto lavoratore sano); dopo la <strong>di</strong>missione la mortalità generale èsovrapponibile all'atteso. Il deficit <strong>di</strong> mortalità nella coorte è concentrato nelle malattiecar<strong>di</strong>o-vascolari e respiratorie. La mortalità tumorale è sovrapponibile all'atteso per la maggiorparte delle se<strong>di</strong>, inclusa la vescica; si è osservato un eccesso non statisticamente significativo <strong>di</strong>tumori maligni della pleura ed uno statisticamente significativo <strong>di</strong> tumori della tiroide.SCALA DEI TEMPI:Analisi dello stu<strong>di</strong>o caso controllo: in corso.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:E’ stata eseguita l’analisi della mortalità generale e causa specifica, con riferimento esterno(popolazione <strong>di</strong> riferimento: la popolazione generale piemontese). E’ stata eseguita l’analisidell’incidenza <strong>di</strong> tumori vescicali con riferimento esterno (popolazione <strong>di</strong> riferimento: lapopolazione generale torinese).COLLABORATORI INTERNI:Francesco BARONE ADESI, Daniela FERRANTE, Marco GILARDETTI, Corrado MAGNANI, FrancoMERLETTI, Antonella STURA18


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.021COLLABORATORI ESTERNI:Plinio Amendola (Master <strong>di</strong> II Livello, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino), Roberto Calisti (ASURMarche), Anna Maria Cacciatore (ASL 15), Anna Maria Fossati (ASL 15), Roel Vermeulen (Institutefor Risk Assessment Stu<strong>di</strong>es, University of Utrecht).RISORSE E FINANZIAMENTO:Nel 2002 lo stu<strong>di</strong>o è stato finanziato da una convenzione tra ASL 15 e ASO San Giovanni Battista.L’acquisizione delle <strong>di</strong>agnosi istologicamente confermate <strong>di</strong> neoplasia delle vie urinarie presso gliospedali <strong>di</strong> Savigliano, Mondovì Bra ed Alba è stata finanziata dalla Regione Piemonte, RicercaSanitaria Finalizzata 2002 e 2003 (del progetto è titolare l’ASL 15). Lo stu<strong>di</strong>o caso-controllo nellacoorte sulle neoplasie delle vie urinarie è stato finanziato dalla Regione Piemonte, RicercaSanitaria Finalizzata 2004 (del progetto è stata titolare l’ASL 15).NOTE:I dati inerenti i lavoratori assunti a partire dal 1970 contribuiranno allo stu<strong>di</strong>o multicentrico sullamortalità dei lavoratori della gomma avviato dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro(IARC).PUBBLICAZIONI:Attese al termine del progetto. E’ stato sottomesso per la pubblicazione un rapporto scientifico sui risultatidelle analisi <strong>di</strong> mortalità e <strong>di</strong> incidenza con riferimento esterno.19


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.023Biologia molecolare dei mesoteliomi maligniMolecular biology of malignant mesotheliomaRESPONSABILE: Prof. Corrado MAGNANICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Analisi dei fattori <strong>di</strong> rischio genetici (polimorfismi metabolici, attivazione <strong>di</strong> oncogeni) per losviluppo del mesotelioma pleurico ed interazione tra fattori genetici ed esposizione all’amianto.Analisi dei polimorfismi del DNA repair.Analisi GWAS.Ricerca <strong>di</strong> DNA e <strong>di</strong> antigeni del virus SV 40 a livello cellulare e serico.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Lo stu<strong>di</strong>o si integra con la rilevazione e con la raccolta <strong>di</strong> anamnesi professionale <strong>di</strong> casi e controllicondotta dal Registro dei Mesoteliomi Maligni.Per tutti i soggetti saranno raccolti campioni adeguati <strong>di</strong> materiale biologico.Gli esami <strong>di</strong> laboratorio saranno condotti in laboratori esterni, fino alla <strong>di</strong>sponibilità del laboratorio<strong>di</strong> <strong>Epidemiologia</strong> Molecolare.Sarà condotto uno stu<strong>di</strong>o GWAS.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Lo stu<strong>di</strong>o è in corso dal gennaio 2001 tra i residenti nella ASL 21, con un <strong>di</strong>segno caso-controllo <strong>di</strong>popolazione.Dal gennaio 2005 lo stu<strong>di</strong>o è stato esteso ai residenti nella provincia <strong>di</strong> Torino, con un <strong>di</strong>segnocaso-controllo ospedaliero.Nel 2005-6 è stata analizzata l’associazione tra polimorfismi genetici <strong>di</strong> geni del riparo del DNA,esposizione ad amianto e rischio <strong>di</strong> mesotelioma, sulla base dei casi osservati tra il 2001 ed ilsettembre 2004 nella popolazione della ASL 21 e dei relativi controlli. L’analisi, visti i risultatipositivi osservati a proposito del gene XRCC1, è stata estesa ad altri geni. Nel 2007 sono stateestese le analisi a tutti i soggetti inclusi nello stu<strong>di</strong>o caso controllo sul mesotelioma.Nel 2008 sono state estese le analisi ad altri geni, alla stima degli aplotipi, con relativa valutazionedei rischi.Sono state pubblicate una rassegna sul ruolo dei polimorfismi genetici nel mesotelioma ed unlavoro sul polimorfismo del gene NAT2, in collaborazione con l’IST Genova.Lo stu<strong>di</strong>o GWAS è stato completato ed è in corso la validazione dei risultati.COLLABORATORI ESTERNI:IMPEGNO DI PERSONALEIl personale è quello già impegnato per la rilevazione e l’intervista dei casi, con un’unità a tempodefinito per le interviste aggiuntive ai controlli.COLLABORATORICollaborazioni esterne: I. Dianzani (università <strong>di</strong> Novara), M. Musti e D. Cavone (Università <strong>di</strong> Bari),G. P. Betta (Ospedale <strong>di</strong> Alessandria), G. Barbanti Brodano e M. Tognon (Università <strong>di</strong> Ferrara), G.Matullo (ISI).RISORSE E FINANZIAMENTO:Finanziamento triennale ISPESL (gestito dall’Università <strong>di</strong> Bari). Finanziamento Regione Piemonte,Bando Ricerca Scientifica Applicata (DD.GG.RR. 78-9416 del 19.05.2003 e 111-10277 del01-08-2003). Altre richieste in corso.20


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.023NOTE:connessioni: Registro Tumori, <strong>Epidemiologia</strong> clinicaPUBBLICAZIONI:• DIANZANI I, GIBELLO L, BIAVA A, GIORDANO M, BERTOLOTTI M, BETTI M, FERRANTE D, GUARRERA S, BETTAGP, MIRABELLI D, MATULLO G, MAGNANI C. Polymorphisms in DNA repair genes as risk factors forasbestos-related malignant mesothelioma in a general population study. Mutat Res 2006; 599: 124-34.• BETTI M, NERI M, FERRANTE D, LANDI S, BIAVA A, GEMIGNANI F, BERTOLOTTI M, MIRABELLI D, PADOAN M,UGOLINI D, BOTTA M, BONASSI S, MAGNANI C, DIANZANI I. Pooled analysis of NAT2 genotypes as risk factorsfor asbestos-related malignant mesothelioma. Int J Hyg Environ Health 2008 Sep 30.• NERI M, UGOLINI D, DIANZANI I, GEMIGNANI F, LANDI S, CESARIO A, MAGNANI C, MUTTI L, PUNTONI R,BONASSI S. Genetic susceptibility to malignant pleural mesothelioma and other asbestos-associated <strong>di</strong>seasesMutat Res 2008; 659: 126–36.• UGOLINI D, NERI M, CEPPI M, CESARIO A, DIANZANI I, FILIBERTI R, GEMIGNANI F, LANDI S, MAGNANI C, MUTTIL, PUNTONI R, BONASSI S. Genetic susceptibility to malignant mesothelioma and exposure to asbestos: Theinfluence of the familial factor. Mutat Res 2008; 658: 162–71.Ulteriori pubblicazioni sono in preparazione.Ulteriori pubblicazioni sono attese al termine del progetto.21


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.025Tumori dell'endometrio, alimentazione, peso corporeo e interazionigeni-ambiente: uno stu<strong>di</strong>o collaborativo in Italia e negli USAEndometrial cancer, <strong>di</strong>et, body weight, and gene-environmentinteractions: a collaborative study in Italy and the United StatesRESPONSABILE: Dr.ssa Carlotta SACERDOTECOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o collaborativo (Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, New York; Divisioni dell’Ospedale S.Anna, Torino e Cliniche Universitarie <strong>di</strong> Ginecologia e Ostetricia, Torino)OBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:I tassi <strong>di</strong> incidenza dei tumori endometriali sono più bassi in Italia che negli Stati Uniti. Inoltre itassi italiani non mostrano <strong>di</strong>fferenze tra Nord e Sud, a <strong>di</strong>fferenza dei tumori della mammella (checon<strong>di</strong>vidono molti fattori <strong>di</strong> rischio con i tumori endometriali). Così non sembrano esservi<strong>di</strong>fferenze tra le donne che migrano dal Sud al Nord Italia o negli Stati Uniti. Una possibilespiegazione per questi dati <strong>di</strong> epidemiologia descrittiva è legata a un ruolo conflittuale dell’obesitàe, rispettivamente, dell’alimentazione. Nel Sud Italia l’obesità è frequente tra le donne, ma unmaggiore consumo <strong>di</strong> una <strong>di</strong>eta me<strong>di</strong>terranea può esercitare un ruolo protettivo. Anche la storiariproduttiva tende ad essere molto <strong>di</strong>versa al Nord e al Sud.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:E' stato condotto uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo sui principali fattori <strong>di</strong> rischio per i tumoridell’endometrio, congiuntamente a Torino, dove vi è un’ampia popolazione <strong>di</strong> donne migrate delSud Italia, e a New York, dove vi è una quota <strong>di</strong> donne migrate dall’Italia.Le principali ipotesi sottoposte a indagine sono le seguenti:1) se le migranti hanno <strong>di</strong>verse abitu<strong>di</strong>ni alimentari, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea (BMI) e abitu<strong>di</strong>niriproduttive rispetto alle non-migrantise le <strong>di</strong>fferenze nei fattori <strong>di</strong> rischio possono spiegare i profili <strong>di</strong> rischio dei tumori dell’endometrioin Italia e negli USA e il <strong>di</strong>verso comportamento rispetto ai tumori della mammella indagare sulruolo opposto svolto dall’obesità e dalle abitu<strong>di</strong>ni alimentari me<strong>di</strong>terraneeindagare sul ruolo <strong>di</strong> polimorfismi metabolici che interagiscono con i fattori <strong>di</strong> rischio nelcon<strong>di</strong>zionare l’occorrenza <strong>di</strong> tumori dell’endometrio. (SHBG, CYP19, COMT e geni della riparazionedel DNA).Sono stati reclutati 308 casi <strong>di</strong> tumore maligno dell'endometrio, 140 controlli ospedalieri e sonostati identificati 98 controlli dalla coorte <strong>di</strong> EPIC Torino.I soggetti partecipanti allo stu<strong>di</strong>o sono stati tipizzati per SHBG rs6259, CYP19A1 rs700518,CYP19A1 rs727479, MSH2 rs2303428, MSH2 rs2059520, HNF1B rs4430796, HHEX rs7923837,HHEX rs1111875, ESR1 rs3020314.SCALA DEI TEMPI:Nel <strong>2012</strong> sono previste pubblicazioni sullo stu<strong>di</strong>o torinese e pubblicazioni in collaborazione con ilconsorzio internazionale E2C2.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono in preparazione alcune pubblicazioni sui dati del consortio internazionale:- Tea consumption and Endometrial Cancer Risk- Association between SHBG polymorphisms and endometrial cancer risk: a pooled analysis inE2C2- Risk Factors for Different Histotypes of Endometrial CancerE una pubblicazione sullo stu<strong>di</strong>o torinese:- Intake of fruits and vegetables and the risk of bladder cancer22


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.025COLLABORATORI INTERNI:Laura FIORINICOLLABORATORI ESTERNI:Co-responsabile dello stu<strong>di</strong>o è Paolo Vineis, HuGeF.Collaboratore esterno: Giuseppe Matullo, HuGeF.Lo stu<strong>di</strong>o partecipa ad un consorzio internazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> caso controllo sul tumoredell’endometrio coor<strong>di</strong>nato dall’NCI (Epidemiology of Endometrial Cancer Consortium, E2C2).RISORSE E FINANZIAMENTO:AIRC e Ricerca Finalizzata Regione PiemontePUBBLICAZIONI:Protocollo dello stu<strong>di</strong>o.23


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.028Fattori ambientali e suscettibilità genetica nell'eziologia dei tumori delcapo collo: stu<strong>di</strong>o epidemiologico multicentrico europeoEnvironmental factors and genetic susceptibility in the aetiology ofhead and neck cancers: a multicentric European epidemiological studyRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Principale obiettivo:testare l’ipotesi che le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze nell’incidenza <strong>di</strong> cancri UADT in Europa siano dovute auno o più dei seguenti:- <strong>di</strong>fferenti pattern <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> alcool e <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong> bevanda alcolica- <strong>di</strong>fferente suscettibilità genetica al metabolismo dell’alcool- <strong>di</strong>fferente suscettibilità genetica al metabolismo del tabacco o a danno del DNA- interazione tra elevato consumo <strong>di</strong> alcool e altri fattori <strong>di</strong> stile <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> nutrizione,specialmente basso consumo <strong>di</strong> frutta e verdura e consumo <strong>di</strong> tabacco.Obiettivi specifici sono:1. Stu<strong>di</strong>are se i pattern specifici e i fattori eziologici conosciuti sono importanti includendo tipispecifici <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> alcool (es. superalcolici, birra, vino) e pattern <strong>di</strong> consumo alcolico(consumo molto elevato una o due volte la settimana verso un consumo regolare moderato).2. Stu<strong>di</strong>are altri pattern nutrizionali incluso l’effetto protettivo <strong>di</strong> frutta e verdura fresca, rischiassociati al consumo <strong>di</strong> pesce, carne e verdure salate affumicate.3. Stu<strong>di</strong>are l’interazione tra elevato consumo <strong>di</strong> alcool ed altri fattori <strong>di</strong>etetici o stili <strong>di</strong> vita,specialmente basso consumo <strong>di</strong> frutta e verdura e consumo <strong>di</strong> tabacco.4. Stu<strong>di</strong>are il ruolo della suscettibilità genetica al metabolismo dell’alcool e del tabacco e deldanno del DNA nello spiegare le <strong>di</strong>fferenze internazionali, così come il rischio in<strong>di</strong>viduale per itumori UADT.5. Fornire un sufficiente numero <strong>di</strong> casi per permettere un’analisi per sottogruppi <strong>di</strong> specificisoggetti includendo <strong>di</strong>fferenti categorie <strong>di</strong> età e <strong>di</strong> sesso. Questo include i fattori <strong>di</strong> rischio chehanno un effetto più importante in soggetti sotto i 55 anni <strong>di</strong> età. Infatti i tumori UADT sono inproporzione alti in questo gruppo e sono da molti anni in aumento in Europa.6. Combinare le informazioni sulle esposizioni a stili <strong>di</strong> vita e fattori nutrizionali su suscettibilitàgenetica e biomarkers per il riparo del DNA, valutare come queste variabili possano essere usate alivello dell’in<strong>di</strong>viduo per identificare gruppi ad alto rischio per lo sviluppo dei tumori UADT.7. Fornire tutti i risultati separatamente per i sottotipi UADT e per tipo istologico.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Principali punti1. Stu<strong>di</strong>o caso-controllo in 12 centri / 8 nazioni europee inclusa l’Italia (3 centri)2. Controlli ospedalieri e <strong>di</strong> popolazione3. Interviste strutturate su esposizioni <strong>di</strong> stile <strong>di</strong> vita e anamnestiche4. Campioni <strong>di</strong> sangue ottenuti da casi e da controlli5. Campioni <strong>di</strong> biopsia ottenuti dai casi quando possibile6. Tutti i soggetti saranno stu<strong>di</strong>ati per geni potenzialmente coinvolti nei tumori UADT7. Una banca biologica è stata costituita per testare nel futuro altre ipotesi.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:La raccolta dati è terminata nel 2005-2006, con il raggiungimento degli obbiettivi sia a livelloitaliano che europeo. I primi articoli sono stati pubblicati nel 2008. Analisi in corso e nuovepubblicazioni sono attese.24


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.028COLLABORATORI INTERNI:Lorenzo RICHIARDICOLLABORATORI ESTERNI:Paul Brennan, Paolo Boffetta (IARC, Lione), Lorenzo Simonato (Università <strong>di</strong> Padova), RenatoTalamini (CRO Aviano).RISORSE E FINANZIAMENTO:Unione Europea.PUBBLICAZIONI:• CHUANG SC, JENAB M, HECK JE, BOSETTI C, TALAMINI R, MATSUO K, CASTELLSAGUE X, FRANCESCHI S,HERRERO R, WINN DM, LA VECCHIA C, MORGENSTERN H, ZHANG ZF, LEVI F, DAL MASO L, KELSEY K, MCCLEANMD, VAUGHAN T, LAZARUS P, MUSCAT J, RAMROTH H, CHEN C, SCHWARTZ SM, ELUF-NETO J, HAYES RB,PURDUE M, BOCCIA S, CADONI G, ZARIDZE D, KOIFMAN S, CURADO MP, AHRENS W, BENHAMOU S, MATOS E,LAGIOU P, SZESZENIA-DABROWSKA N, OLSHAN AF, FERNANDEZ L, MENEZES A, AGUDO A, DAUDT AW,MERLETTI F, MACFARLANE GJ, KJAERHEIM K, MATES D, HOLCATOVA I, SCHANTZ S, YU GP, SIMONATO L,BRENNER H, MUELLER H, CONWAY DI, THOMSON P, FABIANOVA E, ZNAOR A, RUDNAI P, HEALY CM, FERRO G,BRENNAN P, BOFFETTA P, HASHIBE M. DIET AND THE RISK OF HEAD AND NECK CANCER: A POOLED ANALYSISIN THE INHANCE CONSORTIUM. CANCER CAUSES CONTROL. <strong>2012</strong> JAN;23(1):69-88. EPUB 2011 OCT 29.PUBMED PMID: 22037906.• MACFARLANE TV, MACFARLANE GJ, THAKKER NS, BENHAMOU S, BOUCHARDY C, AHRENS W, POHLABELN H,LAGIOU P, LAGIOU A, CASTELLSAGUE X, AGUDO A, SLAMOVA A, PLZAK J, MERLETTI F, RICHIARDI L, TALAMINI R,BARZAN L, KJAERHEIM K, CANOVA C, SIMONATO L, CONWAY DI, MCKINNEY PA, THOMSON P, SLOAN P, ZNAORA, HEALY CM, MCCARTAN BE, MARRON M, BRENNAN P. ROLE OF MEDICAL HISTORY AND MEDICATION USE INTHE AETIOLOGY OF UPPER AERODIGESTIVE TRACT CANCERS IN EUROPE: THE ARCAGE STUDY. ANN ONCOL.<strong>2012</strong> APR;23(4):1053-60. EPUB 2011 AUG 9. PUBMED PMID: 21828376.• ANANTHARAMAN D, MARRON M, LAGIOU P, SAMOLI E, AHRENS W, POHLABELN H, SLAMOVA A,SCHEJBALOVA M, MERLETTI F, RICHIARDI L, KJAERHEIM K, CASTELLSAGUE X, AGUDO A, TALAMINI R, BARZANL, MACFARLANE TV, TICKLE M, SIMONATO L, CANOVA C, CONWAY DI, MCKINNEY PA, THOMSON P, ZNAOR A,HEALY CM, MCCARTAN BE, HASHIBE M, BRENNAN P, MACFARLANE GJ. POPULATION ATTRIBUTABLE RISK OFTOBACCO AND ALCOHOL FOR UPPER AERODIGESTIVE TRACT CANCER. ORAL ONCOL. 2011 AUG;47(8):725-31.PUBMED PMID: 21684805.• RICHIARDI L, CORBIN M, MARRON M, AHRENS W, POHLABELN H, LAGIOU P, MINAKI P, AGUDO A,CASTELLSAGUE X, SLAMOVA A, SCHEJBALOVA M, KJAERHEIM K, BARZAN L, TALAMINI R, MACFARLANE GJ,MACFARLANE TV, CANOVA C, SIMONATO L, CONWAY DI, MCKINNEY PA, SNEDDON L, THOMSON P, ZNAOR A,HEALY CM, MCCARTAN BE, BENHAMOU S, BOUCHARDY C, HASHIBE M, BRENNAN P, MERLETTI F. OCCUPATIONAND RISK OF UPPER AERODIGESTIVE TRACT CANCER: THE ARCAGE STUDY. INT J CANCER. <strong>2012</strong> MAY15;130(10):2397-406. DOI: 10.1002/IJC.26237. EPUB 2011 AUG 16. PUBMED PMID: 21671472.• MCKAY JD, TRUONG T, GABORIEAU V, CHABRIER A, CHUANG SC, BYRNES G, ZARIDZE D, SHANGINA O,SZESZENIA-DABROWSKA N, LISSOWSKA J, RUDNAI P, FABIANOVA E, BUCUR A, BENCKO V, HOLCATOVA I,JANOUT V, FORETOVA L, LAGIOU P, TRICHOPOULOS D, BENHAMOU S, BOUCHARDY C, AHRENS W, MERLETTI F,RICHIARDI L, TALAMINI R, BARZAN L, KJAERHEIM K, MACFARLANE GJ, MACFARLANE TV, SIMONATO L, CANOVAC, AGUDO A, CASTELLSAGUÉ X, LOWRY R, CONWAY DI, MCKINNEY PA, HEALY CM, TONER ME, ZNAOR A,CURADO MP, KOIFMAN S, MENEZES A, WÜNSCH-FILHO V, NETO JE, GARROTE LF, BOCCIA S, CADONI G, ARZANID, OLSHAN AF, WEISSLER MC, FUNKHOUSER WK, LUO J, LUBIŃSKI J, TRUBICKA J, LENER M, OSZUTOWSKA D,SCHWARTZ SM, CHEN C, FISH S, DOODY DR, MUSCAT JE, LAZARUS P, GALLAGHER CJ, CHANG SC, ZHANG ZF,WEI Q, STURGIS EM, WANG LE, FRANCESCHI S, HERRERO R, KELSEY KT, MCCLEAN MD, MARSIT CJ, NELSON HH,ROMKES M, BUCH S, NUKUI T, ZHONG S, LACKO M, MANNI JJ, PETERS WH, HUNG RJ, MCLAUGHLIN J, VATTEN L,NJØLSTAD I, GOODMAN GE, FIELD JK, LILOGLOU T, VINEIS P, CLAVEL-CHAPELON F, PALLI D, TUMINO R, KROGHV, PANICO S, GONZÁLEZ CA, QUIRÓS JR, MARTÍNEZ C, NAVARRO C, ARDANAZ E, LARRAÑAGA N, KHAW KT, KEYT, BUENO-DE-MESQUITA HB, PEETERS PH, TRICHOPOULOU A, LINSEISEN J, BOEING H, HALLMANS G, OVERVADK, TJØNNELAND A, KUMLE M, RIBOLI E, VÄLK K, VOODER T, METSPALU A, ZELENIKA D, BOLAND A, DELEPINE M,FOGLIO M, LECHNER D, BLANCHÉ H, GUT IG, GALAN P, HEATH S, HASHIBE M, HAYES RB, BOFFETTA P, LATHROPM, BRENNAN P. A GENOME-WIDE ASSOCIATION STUDY OF UPPER AERODIGESTIVE TRACT CANCERSCONDUCTED WITHIN THE INHANCE CONSORTIUM. PLOS GENET. 2011 MAR;7(3):E1001333. EPUB 2011 MAR17. ERRATUM IN: PLOS GENET. 2011 APR;7(4). DOI:10.1371/ANNOTATION/9952526F-2F1F-47F3-AF0F-1A7CF6F0ABC1. VOODERN, TÕNU [CORRECTED TOVOODER, TÕNU]. PUBMED PMID: 21437268; PUBMED CENTRAL PMCID: PMC3060072.• Macfarlane TV, Macfarlane GJ, Oliver RJ, Benhamou S, Bouchardy C, Ahrens W, Pohlabeln H, Lagiou P, LagiouA, Castellsague X, Agudo A, Merletti F, Richiar<strong>di</strong> L, Kjaerheim K, Slamova A, Schejbalova M, Canova C,Simonato L, Talamini R, Barzan L, Conway DI, McKinney PA, Znaor A, Lowry RJ, Thomson P, Healy CM,McCartan BE, Marron M, Hashibe M, Brennan P. The aetiology of upper aero<strong>di</strong>gestive tract cancers amongyoung adults in Europe: the ARCAGE study. Cancer Causes Control. 2010 Dec;21(12):2213-21.• Park SL, Lee YC, Marron M, Agudo A, Ahrens W, Barzan L, Bencko V, Benhamou S,Bouchardy C, Canova C, Castellsague X, Conway DI, Healy CM, Holcátová I, Kjaerheim K, Lagiou P, Lowry RJ,25


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.028Macfarlane TV, Macfarlane GJ, McCartan BE, McKinney PA, Merletti F, Pohlabeln H, Richiar<strong>di</strong> L, Simonato L,Sneddon L, Talamini R, Trichopoulos D, Znaor A, Brennan P, Hashibe M. The association between change inbody mass index and upper aero<strong>di</strong>gestive tract cancers in the ARCAGE project: Multicenter case-control study.Int J Cancer. 2011 Mar15;128(6):1449-61.• Canova C, Richiar<strong>di</strong> L, Merletti F, Pentenero M, Gervasio C, Tanturri G, Garzino-Demo P, Pecorari G, TalaminiR, Barzan L, Sulfaro S, Franchini G, Muzzolini C, Bor<strong>di</strong>n S, Pugliese GN, Macrì E, Simonato L. Alcohol, tobaccoand genetic susceptibility in relation to cancers of the upper aero<strong>di</strong>gestive tract in northern Italy. Tumori. 2010Jan-Feb;96(1):1-10.• CANOVA C, HASHIBE M, SIMONATO L, NELIS M, METSPALU A, LAGIOU P, TRICHOPOULOS D, AHRENS W,PIGEOT I, MERLETTI F, RICHIARDI L, TALAMINI R, BARZAN L, MACFARLANE GJ, MACFARLANE TV, HOLCÁTOVÁ I,BENCKO V, BENHAMOU S, BOUCHARDY C, KJAERHEIM K, LOWRY R, AGUDO A, CASTELLSAGUÉ X, CONWAY DI,MCKINNEY PA, ZNAOR A, MCCARTAN BE, HEALY CM, MARRON M, BRENNAN P. Genetic associations of 115polymorphisms with cancers of the upper aero<strong>di</strong>gestive tract across 10 European countries: the ARCAGEproject. Cancer Res. 2009 Apr 1;69(7):2956-65• SCHMEISSER N, CONWAY DI, MCKINNEY PA, MCMAHON AD, POHLABELN H, MARRON M, BENHAMOU S,BOUCHARDY C, MACFARLANE GJ, MACFARLANE TV, LAGIOU P, LAGIOU A, BENCKO V, HOLCÁTOVÁ I, MERLETTIF, RICHIARDI L, KJAERHEIM K, AGUDO A, TALAMINI R, POLESEL J, CANOVA C, SIMONATO L, LOWRY R, ZNAOR A,HEALY C, MCCARTEN BE, HASHIBE M, BRENNAN P, AHRENS W. Life course social mobility and risk of upperaero<strong>di</strong>gestive tract cancer in men. Eur J Epidemiol. 2010 Mar;25(3):173-82. Epub 2010 Feb 9.• LEE YC, MARRON M, BENHAMOU S, BOUCHARDY C, AHRENS W, POHLABELN H, LAGIOU P, TRICHOPOULOS D,AGUDO A, CASTELLSAGUE X, BENCKO V, HOLCATOVA I, KJAERHEIM K,MERLETTI F, RICHIARDI L, MACFARLANEGJ, MACFARLANE TV, TALAMINI R, BARZAN L, CANOVA C, SIMONATO L, CONWAY DI, MCKINNEY PA, LOWRY RJ,SNEDDON L, ZNAOR A, HEALY CM, MCCARTAN BE, BRENNAN P, HASHIBE M. Active and involuntary tobaccosmoking and upper aero<strong>di</strong>gestive tract cancer risks in a multicenter case-control study. Cancer EpidemiolBiomarkers Prev. 2009 Dec;18(12):3353-61.• CONWAY DI, MCKINNEY PA, MCMAHON AD, AHRENS W, SCHMEISSER N, BENHAMOU S, BOUCHARDY C,MACFARLANE GJ, MACFARLANE TV, LAGIOU P, MINAKI P, BENCKO V, HOLCÁTOVÁ I, MERLETTI F, RICHIARDI L,KJAERHEIM K, AGUDO A, CASTELLSAGUE X, TALAMINI R, BARZAN L, CANOVA C, SIMONATO L, LOWRY RJ,ZNAOR A, HEALY CM, MCCARTAN BE, MARRON M, HASHIBE M, BRENNAN P. Socioeconomic factors associatedwith risk of upper aero<strong>di</strong>gestive tract cancer in Europe. Eur J Cancer. 2010 Feb;46(3):588-98. Epub 2009 Oct24.• LIPS EH, GABORIEAU V, MCKAY JD, CHABRIER A, HUNG RJ, BOFFETTA P, HASHIBE M, ZARIDZE D,SZESZENIA-DABROWSKA N, LISSOWSKA J, RUDNAI P, FABIANOVA E, MATES D, BENCKO V, FORETOVA L,JANOUT V, FIELD JK, LILOGLOU T, XINARIANOS G, MCLAUGHLIN J, LIU G, SKORPEN F, ELVESTAD MB, HVEEM K,VATTEN L, STUDY E, BENHAMOU S, LAGIOU P, HOLCÁTOVÁ I, MERLETTI F, KJAERHEIM K, AGUDO A,CASTELLSAGUÉ X, MACFARLANE TV, BARZAN L, CANOVA C, LOWRY R, CONWAY DI, ZNAOR A, HEALY C,CURADO MP, KOIFMAN S, ELUF-NETO J, MATOS E, MENEZES A, FERNANDEZ L, METSPALU A, HEATH S, LATHROPM, BRENNAN P. Association between a 15q25 gene variant, smoking quantity and tobacco-related cancersamong 17 000 in<strong>di</strong>viduals. Int J Epidemiol. 2009 Sep 23. [Epub ahead of print]• LAGIOU P, TALAMINI R, SAMOLI E, LAGIOU A, AHRENS W, POHLABELN H, BENHAMOU S, BOUCHARDY C,SLAMOVA A, SCHEJBALOVA M, MERLETTI F, RICHIARDI L, KJAERHEIM K, AGUDO A, CASTELLSAGUE X,MACFARLANE TV, MACFARLANE GJ, BIGGS AM, BARZAN L, CANOVA C, SIMONATO L, LOWRY RJ, CONWAY DI,MCKINNEY PA, ZNAOR A, MCCARTAN BE, HEALY CM, MARRON M, HASHIBE M, BRENNAN P. Diet andupper-aero<strong>di</strong>gestive tract cancer in Europe: The ARCAGE study. Int J Cancer 2008 Dec 23.• BALBO S, HASHIBE M, GUNDY S, BRENNAN P, CANOVA C, SIMONATO L, MERLETTI F, RICHIARDI L, AGUDO A,CASTELLSAGUÉ X, ZNAOR A, TALAMINI R, BENCKO V, HOLCÁTOVÁ I, WANG M, HECHT SS, BOFFETTA P.N2-ethyldeoxyguanosine as a potential biomarker for assessing effects of alcohol consumption on DNA. CancerEpidemiol Biomarkers Prev 2008; 17: 3026-32.• HASHIBE M, MCKAY JD, CURADO MP, OLIVEIRA JC, KOIFMAN S, KOIFMAN R, ZARIDZE D, SHANGINA O,WÜNSCH-FILHO V, ELUF-NETO J, LEVI JE, MATOS E, LAGIOU P, LAGIOU A, BENHAMOU S, BOUCHARDY C,SZESZENIA-DABROWSKA N, MENEZES A, DALL'AGNOL MM, MERLETTI F, RICHIARDI L, FERNANDEZ L, LENCE J,TALAMINI R, BARZAN L, MATES D, MATES IN, KJAERHEIM K, MACFARLANE GJ, MACFARLANE TV, SIMONATO L,CANOVA C, HOLCÁTOVÁ I, AGUDO A, CASTELLSAGUÉ X, LOWRY R, JANOUT V, KOLLAROVA H, CONWAY DI,MCKINNEY PA, ZNAOR A, FABIANOVA E, BENCKO V, LISSOWSKA J, CHABRIER A, HUNG RJ, GABORIEAU V,BOFFETTA P, BRENNAN P. Multiple ADH genes are associated with upper aero<strong>di</strong>gestive cancers. Nat Genet2008; 40: 707-9.• HUNG RJ, MCKAY JD, GABORIEAU V, BOFFETTA P, HASHIBE M, ZARIDZE D, MUKERIA A,SZESZENIA-DABROWSKA N, LISSOWSKA J, RUDNAI P, FABIANOVA E, MATES D, BENCKO V, FORETOVA L,JANOUT V, CHEN C, GOODMAN G, FIELD JK, LILOGLOU T, XINARIANOS G, CASSIDY A, MCLAUGHLIN J, LIU G,NAROD S, KROKAN HE, SKORPEN F, ELVESTAD MB, HVEEM K, VATTEN L, LINSEISEN J, CLAVEL-CHAPELON F,VINEIS P, BUENO-DE-MESQUITA HB, LUND E, MARTINEZ C, BINGHAM S, RASMUSON T, HAINAUT P, RIBOLI E,AHRENS W, BENHAMOU S, LAGIOU P, TRICHOPOULOS D, HOLCÁTOVÁ I, MERLETTI F, KJAERHEIM K, AGUDO A,MACFARLANE G, TALAMINI R, SIMONATO L, LOWRY R, CONWAY DI, ZNAOR A, HEALY C, ZELENIKA D, BOLAND A,DELEPINE M, FOGLIO M, LECHNER D, MATSUDA F, BLANCHE H, GUT I, HEATH S, LATHROP M, BRENNAN P. Asusceptibility locus for lung cancer maps to nicotinic acetylcholine receptor subunit genes on 15q25. Nature2008; 452: 633-7.• LAGIOU P, GEORGILA C, MINAKI P, AHRENS W, POHLABELN H, BENHAMOU S, BOUCHARDY C, SLAMOVA A,SCHEJBALOVA M, MERLETTI F, RICHIARDI L, KJAERHEIM K, AGUDO A, CASTELLSAGUE X, MACFARLANE TV,MACFARLANE GJ, TALAMINI R, BARZAN L, CANOVA C, SIMONATO L, LOWRY R, CONWAY DI, MCKINNEY PA,26


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.028ZNAOR A, MCCARTAN BE, HEALY C, NELIS M, METSPALU A, MARRON M, HASHIBE M, BRENNAN PJ.Alcohol-related cancers and genetic susceptibility in Europe: the ARCAGE project: study samples and datacollection. Eur J Cancer Prev 2009; 18: 76-84.27


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.030Indagine sui fattori <strong>di</strong> rischio per il cancro della mammella nellapopolazione femminile invitata allo screening mammografico – FriCaMRisk factors for breast cancer among women invited for mammographyscreening: a population surveyRESPONSABILE: Dr. Antonio PONTICOORDINAMENTO:Coor<strong>di</strong>namento del progetto ASL MilanoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Lo stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> validare modelli <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>zione del rischio per il tumore della mammella, inprimo luogo il modello <strong>di</strong> Gail.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Somministrazione <strong>di</strong> un questionario autosomministrato, a lettura ottica, sulla alimentazione,abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, storia riproduttiva, familiarità a circa 400.000 donne <strong>di</strong> 50-69 anni invitate adeffettuare una mammografia <strong>di</strong> screening.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Partecipano allo stu<strong>di</strong>o il programma <strong>di</strong> screening dell'ASL <strong>di</strong> Milano, il programma <strong>di</strong> screeningdella città <strong>di</strong> Firenze e il programma <strong>di</strong> screening della città <strong>di</strong> Torino. L’invio dei questionari alledonne invitate è stato avviato nel Settembre 2004 ed è terminato nel Gennaio 2007. Nelcomplesso la rispondenza è stata <strong>di</strong> circa il 60% tra le 70.000 donne che hanno effettuato unesame <strong>di</strong> screening nel periodo <strong>di</strong> durata dello stu<strong>di</strong>o. Quest’ultima si è protratta per un periodoleggermente superiore ai due anni (che corrisponde al perio<strong>di</strong>smo degli inviti) per consentire <strong>di</strong>raggiungere donne invitate o aderenti in ritardo. E’ tuttora in corso l’analisi multicentrica dei dati.COLLABORATORI INTERNI:Antonio AQUECI, Alfonso FRIGERIO, Livia GIORDANO, Galina GONZALEZ, Ettore MANCINI,Guglielmo RONCO, Nereo SEGNAN, Carlo SENORERISORSE E FINANZIAMENTO:Il progetto è finanziato dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.PUBBLICAZIONI:• BISANTI L, RUSSO A, BELLINI A, MANCINI E, PONTI A, SEGNAN N, ROSSELLI DEL TURCO M, ZAPPA M.Caratterizzazione della popolazione afferente ai programmi <strong>di</strong> screening mammografico: risultati preliminaridello stu<strong>di</strong>o FRiCaM (Fattori <strong>di</strong> rischio per il Cancro della Mammella). In: Rosselli del Turco M., Zappa M., eds,Osservatorio Nazionale per la prevenzione dei tumori femminili. Terzo rapporto. Lega Italiana per la Lottacontro i Tumori, Roma, 2004, Pag. 144-149.• BISANTI L, RUSSO A, ROSSELLI DEL TURCO M., PONTI A, SEGNAN N, M, ZAPPA M. Caratterizzazione dellapopolazione afferente ai programmi <strong>di</strong> screening mammografico: risultati preliminari dello stu<strong>di</strong>o FRiCaM(Fattori <strong>di</strong> rischio per il Cancro della Mammella). In: Rosselli del Turco M., Zappa M., eds, OsservatorioNazionale per la prevenzione dei tumori femminili. Quarto rapporto. Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori,Roma, 2005, Pag. 136-139.28


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.031Prevenzione dei tumori cutanei: sviluppo <strong>di</strong> un test biochimico perl'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> gruppi ad alto rischioSkin cancer prevention: development of a biochemical test forscreening of high risk groupsRESPONSABILE: Dr. Stefano ROSSOCOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o italianoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:I risultati degli stu<strong>di</strong> sui fattori <strong>di</strong> rischio ambientali, genetici e fenotipici hanno portatoall’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> marker <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente significato e precisione <strong>di</strong> misura.An<strong>di</strong>amo dalle misure anamnestiche <strong>di</strong> esposizione solare, alla misurazione soggettiva dellecaratteristiche cutanee, ed infine alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> specifici marker genetici. Tuttavia, mentrele misure epidemiologiche soffrono <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> specificità, i markers hanno prevalenze moltobasse e <strong>di</strong> fatto sono inutilizzabili in un ambito <strong>di</strong> prevenzione <strong>di</strong> popolazione. Un markerinterme<strong>di</strong>o è stato in<strong>di</strong>viduato in stu<strong>di</strong> precedenti, nella eumelanina, che possiede buonaspecificità e prevalenze elevate. Tuttavia, trattandosi <strong>di</strong> un marcatore biochimico presente in tuttala popolazione in quantità continue, la definizione <strong>di</strong> un cut-off adeguato a minimizzare i costi ed amassimizzare i risultati è più problematico. L’alternativa in<strong>di</strong>viduata è quella <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are prima edutilizzare poi, altri marker in congiunzione alle eumelanine, in modo da aumentarne la specificità e<strong>di</strong> ottenere un criterio esterno per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> cut-off.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Determinazione biochimica <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> capelli provenienti dallo stu<strong>di</strong>o multicentrico HELIOS2, con meto<strong>di</strong> atti ad in<strong>di</strong>viduare marcatori feomelanici. Le determinazioni sono effettuate pressol’Istituto per lo Stu<strong>di</strong>o delle Macromolecole (ISMAC) – Sezione <strong>di</strong> Biella, che ha già collaborato conle fasi precedenti dello stu<strong>di</strong>o HELIOS 2.SCALA DEI TEMPI:1. In<strong>di</strong>viduazione del campione febbraio 20042. Determinazioni HPLC entro l’estate 20053. Controllo <strong>di</strong> riproducibilità estate 20054. Analisi e pubblicazione dei risultati entro il 2006.5. Estensione dell’analisi con metodo NIR all’intero campione: 2007-2008.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Dopo il completamento dell’analisi su un sotto-campione <strong>di</strong> melanomi e controlli, è stato previstal’estensione dell’analisi con metodo NIR a resto del campione (melanomi, BCC, SCC e restanticontrolli).Per raggiungere questo obiettivo è stato richiesto nel corso del 2007 un finanziamento alla Ricercafinalizzata della Regione Piemonte, erogato e reso <strong>di</strong>sponibile alla fine dell’anno.Nel corso del 2008 si è provveduto ad utilizzare il finanziamento per l’effettuazione delledeterminazioni presso l’ISMAC del CNR <strong>di</strong> Biella.Nel corso del 2011 è stata effettuata l'analisi dei dati e si prosegue nel <strong>2012</strong> con la pubblcazione<strong>di</strong> alcuni risultati.COLLABORATORI INTERNI:Roberto ZANETTICOLLABORATORI ESTERNI:M. Zoccola, R Mossotti, R Innocenti (Istituto per lo stu<strong>di</strong>o delle Macromolecole del CNR <strong>di</strong> Biella)DI Loria (Istituto Roffo, Università <strong>di</strong> Buenos Aires).29


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.031RISORSE E FINANZIAMENTO:Nell’ambito dei progetti <strong>di</strong> ricerca sanitaria finalizzata della Regione Piemonte, il progetto haricevuto un finanziamento nel 2007.NOTE:STUDI MULTICENTRICISiPUBBLICAZIONI:• ROSSO S, ZANETTI R, SANCHEZ MJ, NIETO A, MIRANDA A, MERCIER M, LORIA D, OSTERLIND A, GREINERT R,CHIRLAQUE MD, FABBROCINI G, BARBERA C, SANCHO-GARNIER H, LAURIA C, BALZI D, ZOCCOLA M. Is2,3,5-Pyrroletricarboxylic Acid in hair a better risk in<strong>di</strong>cator for melanoma than tra<strong>di</strong>nional epidemiologicmeasures for skin phenotype?. Am J Epidemiol. 2007, 15;165: 1170-7.• Olsen CM, Green AC, Zens MS, Stukel TA, Bataille V, Berwick M, Elwood JM, Gallagher R, Holly EA, KirkpatrickC, Mack T, Osterlind A, Rosso S, Swerdlow AJ, Karagas MR. Anthropometric factors and risk of melanoma inwomen: A pooled analysis. Int J Cancer. 2007 Nov 7.• ZANETTI R, ROSSO S, MARTINEZ C, NIETO A, MIRANDA A, MERCIER M, LORIA DI, OSTERLIND A, GREINERT R,NAVARRO C, FABBROCINI G, BARBERA C, SANCHO-GARNIER H, GAFA L, CHIARUGI A, MOSSOTTI R. Comparisonof risk patterns in carcinoma and melanoma of the skin in men: a multi-centre case-case-control study. Br JCancer 2006; 94: 743-51.• ZANETTI R, ZOCCOLA M, MOSSOTTI R, INNOCENTI R, LORIA DI, ROSSO S, and the Helios Working Group.PTCA determination in human hair: reliability and analytical aspects. Med Sci Monit 2006; 12: PI23-8.• Zoccola M, Mossotti R, Innocenti R, Loria DI, Rosso S, Zanetti R. A new approach in the determination ofeumelanin in human hair using near infrared spectroscopy. NIR news 2005; 16: 10-12.30


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.033Coorte <strong>di</strong> nuovi nati basata su web. il progetto NINFEAWeb-based birth cohort: the NINFEA projectRESPONSABILE: Dr. Lorenzo RICHIARDIOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Obiettivo del progetto è <strong>di</strong> reclutare via web e seguire nel tempo una coorte italiana <strong>di</strong> 10.000NUOVI NATI italiani.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:1) Potenziali membri della coorte sono le donne in gravidanza che siano a conoscenza delprogetto, abbiano la possibilità <strong>di</strong> accedere ad internet e decidono <strong>di</strong> partecipare. Il reclutamentoè cominciato a Luglio 2005. L’esistenza dello stu<strong>di</strong>o è pubblicizzato utilizzando <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>chesia “attive” (come ad esempio una breve spiegazione dello stu<strong>di</strong>o durante i corsi <strong>di</strong> preparazioneal parto, o volantini allegati ai risultati degli esami <strong>di</strong> laboratorio), sia passive (attraverso forum esiti internet). Per partecipare le donne devono connettersi al sito dello stu<strong>di</strong>o(www.progettoninfea.it) e compilare on-line il primo questionario. Due ulteriori questionari sonocompilati, sempre on-line, 6 mesi dopo il parto e 18 mesi dopo il parto. Le donne ed i loro figlisono seguiti con follow-up attivo e passivo (<strong>Schede</strong> <strong>di</strong> Dimissione Ospedaliera, Registro Tumori)per almeno 18 anni. Il primo follow-up attivo dei 4 anni verte sullo svilupoo cognitivo.2) Viene prelevato un campione <strong>di</strong> saliva dalle donne e dai bambini partecipanti utilizzando il kitOragene.3) All’interno della coorte <strong>di</strong> nascita è innestato dal luglio 2007 uno stu<strong>di</strong>o sperimentale <strong>di</strong>intervento per la cessazione del fumo in gravidanza e dopo il parto. L’intervento consiste nel darel’informazione dell’esistenza dei centri antitabacco e fornire i contatti <strong>di</strong> quello più vicino allaresidenza della partecipante. L’outcome è la prevalenza <strong>di</strong> fumo a 6 e 18 mesi.4) Le informazioni raccolte nell’ambito della coorte <strong>di</strong> nuovi nati sono utilizzate anche per validarel’utilizzo <strong>di</strong> internet come strumento per il reclutamento e la conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte. Inparticolare sono in corso analisi sul possibile bias <strong>di</strong> selezione, sulla completezza del follow-up esull’efficacia dei <strong>di</strong>versi sistemi <strong>di</strong> pubblicizzazione dell’esistenza della coorte.5) la coorte collabora in <strong>di</strong>versi progetti internazionali, tra cui ENRIECO (www.enrieco.org) eCHICOS (www.chicosproject.eu) e analisi congiunte sui determinanti dell'asma e della crescita neiprimi anni <strong>di</strong> vitaSTATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono state reclutate circa 4800 donne, 3400 hanno compilato il questionario dei 6 mesi e 2400quello dei 18 mesi.COLLABORATORI INTERNI:Sonia BARCELLARI, Iacopo BAUSSANO, Francesco BRUNETTI, Franco MERLETTI, Monica MICHELIS,Emanuele PIVETTA, Costanza PIZZI, Fabio SACCONA, Olga SASSU, Silvano STRALLA, DanielaZUGNARISORSE E FINANZIAMENTO:Compagnia <strong>di</strong> San Paolo, Regione Piemonte, MIURPUBBLICAZIONI:Diverse pubblicazioni attese nel corso del progetto• RICHIARDI L, BAUSSANO I, MERLETTI F. Stu<strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>nali <strong>di</strong> nuovi nati: utilizzare anche il web? EpidemiolPrev 2005; 29: 56.• RICHIARDI L, BAUSSANO I, VIZZINI L, DOUWES J, PEARCE N, MERLETTI F. Feasibility of recruiting a birthcohort through the Internet: the experience of the NINFEA cohort. Eur J Epidemiol 2007; 22: 831-7.. Pizzi C, De Stavola B, Merletti F, Bellocco R, dos Santos Silva I, Pearce N, Richiar<strong>di</strong> L. Sample selection andvali<strong>di</strong>ty of exposure-<strong>di</strong>sease association estimates in cohort stu<strong>di</strong>es. J Epidemiol Community Health2011;65:407-11.. Pizzi C, De Stavola BL, Pearce N, Lazzarato F, Ghiotti P, Merletti F, Richiar<strong>di</strong> L. Selection bias and patterns ofconfoun<strong>di</strong>ng in cohort stu<strong>di</strong>es: the case of the NINFEA web-based birth cohort. J Epidemiol Community Health.31


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.0332011.. Vrijheid M, Casas M, Bergström A, Carmichael A, Cor<strong>di</strong>er S, Eggesbø M, Eller E, Fantini MP, Fernández MF,Fernández-Somoano A, Gehring U, Grazuleviciene R, Hohmann C, Karvonen AM, Keil T, Kogevinas M, KoppenG, Krämer U, Kuehni CE, Magnus P, Majewska R, Andersen M, Patelarou E, Petersen MS, Pierik FH, Polanska K,Porta D, Richiar<strong>di</strong> L, Santos AC, Slama, Sram RJ, Thijs C, Tischer C, Toft G, Trnovec T, Vandentorren S, VrijkotteTG, Wilhelm M, Wright J, Nieuwenhuijsen M. European birth cohorts for environmental health research. EnvironHealth Perspect <strong>2012</strong>;120:29-37.. Richiar<strong>di</strong> L, Pivetta E, Merletti F. Recruiting study participants through Facebook. Epidemiology <strong>2012</strong>;23:175.32


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.040Stu<strong>di</strong>o internazionale sull'incidenza <strong>di</strong> secon<strong>di</strong> tumori nei sopravvissutia tumore infantileInternational study on incidence of second malignancies in childhoodcancer survivorsRESPONSABILE: Dr.ssa Milena MAULECOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Valutare il rischio <strong>di</strong> secondo tumore in una coorte <strong>di</strong> sopravvissuti a tumore in età pe<strong>di</strong>atrica(0-14 anni).MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Stu<strong>di</strong>o multicentrico internazionale coor<strong>di</strong>nato dall'Agenzia Internazionale per le Ricerche sulCancro (IARC) <strong>di</strong> Lione, che include dati <strong>di</strong> 13 registri tumori su base <strong>di</strong> popolazione (New SouthWales (Australia), British Columbia, Manitoba and Saskatchewan (Canada), Danimarca, Finlan<strong>di</strong>a,Islanda, Norvegia, Singapore, Slovenia, Saragozza (Spagna), Svezia e Scozia). La coorte ècomposta <strong>di</strong> 37.505 bambini con <strong>di</strong>agnosi tumorale, fra i quali si sono verificati 375 secon<strong>di</strong>tumori. Il rischio <strong>di</strong> secondo tumore si valuta attraverso il calcolo dei rapporti standar<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong>incidenza e del rischio cumulativo <strong>di</strong> sviluppare un secondo tumore.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Tre articoli scientifici sui secon<strong>di</strong> tumori dopo leucemia o linfoma, tumore al sistema nervosocentrale e tumori soli<strong>di</strong> non cerebrali in età pe<strong>di</strong>atrica sono stati pubblicati.COLLABORATORI INTERNI:Corrado MAGNANI, Franco MERLETTI, Guido PASTORECOLLABORATORI ESTERNI:Paolo Boffetta (IARC), Ghislaine Scelo (IARC), Paul Brennan (IARC).RISORSE E FINANZIAMENTO:IARC Lyon, Compagnia <strong>di</strong> San Paolo.PUBBLICAZIONI:- MAULE M, SCELO G, PASTORE G, BRENNAN P, HEMMINKI K, TRACEY E, SANKILA R, WEIDERPASS E, OLSEN JH,MCBRIDE ML, BREWSTER DH, POMPE-KIRN V, KLIEWER EV, CHIA KS, TONITA JM, MARTOS C, JONASSON JG,MERLETTI F, BOFFETTA P. Risk of second malignant neoplasms after childhood leukemia and lymphoma: aninternational study. J Natl Cancer Inst 2007; 99: 790-800.- MAULE M, SCELO G, PASTORE G, BRENNAN P, HEMMINKI K, PUKKALA E, WEIDERPASS E, OLSEN JH, TRACEY E,MCBRIDE ML, BREWSTER DH, POMPE-KIRN V, TONITA JM, KLIEWER EV, CHIA KS, JONASSON JG, MARTOS C,MAGNANI C, BOFFETTA P. Risk of second malignant neoplasms after childhood central nervous systemmalignant tumors: an international study. Eur J Cancer 2008; 44: 830-9.- MAULE M, SCELO G, PASTORE G, BRENNAN P, HEMMINKI K, OLSEN JH, TRACEY E, PUKKALA E, WEIDERPASS E,BREWSTER DH, TAMARO S, CHIA KS, POMPE-KIRN V, KLIEWER EV, TONITA JM, MARTOS C, JONASSON JG,MERLETTI F, BOFFETTA P. Second malignancies after childhood non-central nervous system solid cancer:results from 13 cancer registries. Int J Cancer 2011. doi: 10.1002/ijc.26135. [Epub ahead of print]33


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.042GENE-RAD: stu<strong>di</strong>o multicentrico europeo sul rischio <strong>di</strong> tumore malignodella mammella associato a ra<strong>di</strong>azione in età giovanile e caratteristichegeneticheGENE-RAD-Risk ra<strong>di</strong>ation exposures at an early age: impact ofgenotype on breast cancer risk. A European multicentre studyRESPONSABILE: Prof. Corrado MAGNANICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentrico, coor<strong>di</strong>nato dall'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro-IARCOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Lo stu<strong>di</strong>o mira ad indagare il rischio <strong>di</strong> tumore mammario associato alla irra<strong>di</strong>azione in etàgiovanile ed alle caratteristiche genetiche. Il rischio relativo <strong>di</strong> tumore mammario per le donneesposte a ra<strong>di</strong>azione durante l'infanzia e l'adolescenza è tra i più alti osservati dopo esposizione ara<strong>di</strong>azioni ionizzanti. La suscettibilità è aumentata in relazione a polimorfismi dei geni del riparodel DNA, in particolare dei geni attivi nel riparo del danno indotto da ra<strong>di</strong>azione.L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha promosso un'indagine multicentricainternazionale per valutare il ruolo congiunto della ra<strong>di</strong>azione a bassa dose e della suscettibilitàgenetica nell'eziologia del tumore mammario delle giovani donne (P.I. dr.ssa Elizabeth Car<strong>di</strong>s,Ra<strong>di</strong>ation Research Unit della IARC).MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:L'indagine prevede la conduzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> epidemiologici <strong>di</strong> tipo caso controllo all'interno <strong>di</strong> coorti<strong>di</strong> soggetti che hanno ricevuto ra<strong>di</strong>oterapia durante l'infanzia e l'adolescenza. Il <strong>di</strong>segno dellostu<strong>di</strong>o consente <strong>di</strong> massimizzare la potenza statistica per misurare l'effetto dell'esposizione ara<strong>di</strong>azione ionizzante sul rischio <strong>di</strong> tumore mammario, anche tenendo conto dell'interazione conmutazioni genetiche relativamente rare. Un obiettivo supplementare consiste nell'indagine deipossibili mo<strong>di</strong>ficatori <strong>di</strong> effetto, quali fattori legati alla vita riproduttiva e terapie citostatiche.Complessivamente ci si attende che circa 300 casi <strong>di</strong> tumore mammario ed altrettanti controllipotranno essere inclusi nell'indagine. Partecipano registri tumori <strong>di</strong> 8 paesi europei, invitati dallaIARC in relazione alla precedente attività ed alla qualità dei dati <strong>di</strong>sponibili. Si intende parteciparea tale progetto partendo dai dati del Registro dei Tumori Infantili del Piemonte, che ha dati suilungosopravviventi <strong>di</strong> tumore infantile a partire dal 1967 ad ora. Il contributo atteso dal RTIPiemonte è <strong>di</strong> circa 15 casi e 30 controlli. L'attività del RTI sarà coor<strong>di</strong>nata con la sezione dellostu<strong>di</strong>o condotta dal dr. R. Haupt dell'Istituto Gaslini <strong>di</strong> Genova sulla coorte dei casi Fuori Terapiadell’AIEOP.Lo stu<strong>di</strong>o prevede le seguenti fasi operative:• Identificazione dei casi e dei controlli• Rilevazione delle informazioni in<strong>di</strong>viduali sull'esposizione a ra<strong>di</strong>azioni per ragioni sanitarie• Rilevazione delle informazioni in<strong>di</strong>viduali sugli eventuali mo<strong>di</strong>ficatori <strong>di</strong> effetto e sui possibiliconfondenti• Stima della dose in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione al seno, in base alle schede <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia. Questafase sarà svolta in modo centralizzato presso l'Istituto G. Roussy <strong>di</strong> Villejuif, con la possibilepartecipazione dei centri partecipanti allo stu<strong>di</strong>o caso-controllo• Raccolta <strong>di</strong> campioni biologici da cui successivamente estrarre il DNA in vista delle analisigenetiche.• Sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> statistici per l'analisi dell’interazione tra geni e ra<strong>di</strong>azione, anche con modelliche tengono conto dell'errore nella stima della dose.• Analisi statistiche della relazione tra dose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione e rischio <strong>di</strong> tumore mammario, conmodelli <strong>di</strong> regressione multivariata che tengano conto dei possibili fattori confondenti emo<strong>di</strong>ficanti.34


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.042SCALA DEI TEMPI:Si prevede un daft della pubblicazione nel 2011.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:L'analisi dei dati è stata completata presso la IARC e si è in attesa del primo draft <strong>di</strong> un articoloscientifico da parte del centro coor<strong>di</strong>natore.COLLABORATORI INTERNI:Vanda MACERATA, Maria Luisa MOSSO, Marinella NONNATO, Guido PASTORECOLLABORATORI ESTERNI:R. Haupt. Lo stu<strong>di</strong>o si avvale della collaborazione delle <strong>di</strong>visioni universitarie <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapiadell'Università del Piemonte Orientale (Prof. M. Krengli) e dell'Università <strong>di</strong> Torino (Prof. U. Ricar<strong>di</strong>).RISORSE E FINANZIAMENTO:Contributo CEE, 6° Framework.PUBBLICAZIONI:Previste nel corso del progetto.35


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.044Aggiustamento bayesiano empirico per confronti multipliEmpirical bayes adjustments for multiple comparisonsRESPONSABILE: Dr.ssa Milena MAULECOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o non multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> bayesiani empirici o semi-bayesiani per correggere stime <strong>di</strong> rischio ecorrispondenti errori standard nel caso <strong>di</strong> confronti multipli.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:La variabilità osservata della <strong>di</strong>stribuzione delle stime <strong>di</strong> rischio è più grande della variabilità della<strong>di</strong>stribuzione dei veri rischi relativi (ignoti). Il metodo bayesiano empirico stima la variabilità ineccesso dai dati stessi e la utilizza per correggere le stime dei rischi osservati. Il metodosemi-bayesiano utilizza informazioni a priori per stimare l’eccesso <strong>di</strong> variabilità.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:I meto<strong>di</strong> sono stati applicati su ampi stu<strong>di</strong> occupazionali per analizzare il rischio <strong>di</strong> leucemia,linfoma non Hodgkin, tumore alla vescica e tumore del polmone condotti dal Centre for PublicHealth Research, Massey University, Wellington, Nuova Zelanda. I quattro stu<strong>di</strong> sono statipubblicati.I meto<strong>di</strong> bayesiani empirici per l’aggiustamento per confronti multipli sono stati oggetto dellostage e tesi <strong>di</strong> laurea specialistica in Biostatistica <strong>di</strong> Marine Corbin (École Nationale de laStatistique e de l’Analyse de l’Information, Bruz, Francia), e sono stati pubblicati in un articolometodologico.Un'ulteriore applicazione <strong>di</strong> questi meto<strong>di</strong> attraverso una regressione gerarchica a due sta<strong>di</strong> suuno stu<strong>di</strong>o caso-controllo sul tumore del polmone è stata sviluppata da Marine Corbin come partedel PhD presso Massey University (Nuova Zelanda) e l'Università <strong>di</strong> Torino. Una pubblicazione è infase <strong>di</strong> revisione.Ulteriori applicazioni: stu<strong>di</strong> occupazionali e genetici che comportano confronti multipli, compresal’analisi delle combinazioni <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci ISCO e ISIC nell’ambito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> occupazionali multicentriciinternazionali (ARCAGE - vd. scheda 4.028, SYNERGY - vd. scheda 4.053).COLLABORATORI INTERNI:Franco MERLETTI, Lorenzo RICHIARDICOLLABORATORI ESTERNI:Neil Pearce, Andrea 't Mannetje, Marine Corbin (Massey University).RISORSE E FINANZIAMENTO:Non vi sono attualmente finanziamenti ad hoc.PUBBLICAZIONI:• CORBIN M, MCLEAN D, MANNETJE AT, DRYSON E, WALLS C, MCKENZIE F, MAULE M, CHENG S, CUNNINGHAMC, KROMHOUT H, BLAIR A, PEARCE N. Lung cancer and occupation: A New Zealand cancer registry-basedcase-control study. Am J Ind Med 2010; 54: 89-101.• MCLEAN D,’T MANNETJE A, DRYSON E, WALLS C, MCKENZIE F, MAULE M, CHENG S, CUNNINGHAM C,KROMHOUT H, BOFFETTA P, BLAIR A, PEARCE N. Leukaemia and Occupation: A New Zealand cancerregistry-based case-control study. Int J Epidemiol 2009; 38: 594–606.• 'T MANNETJE AM, DRYSON E, WALLS C, MCLEAN DJ, MCKENZIE F, MAULE M, CHENG S, CUNNINGHAM C,KROMHOUT H, BOFFETTA P, BLAIR A, PEARCE N. High risk occupations for Non-Hodgkin's Lymphoma in NewZealand: case-control study. Occup Environ Med 2008; 65: 354-363.36


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.044• DRYSON E, 'T MANNETJE A, WALLS C, MCLEAN D, MCKENZIE F, MAULE M, CHENG S, CUNNINGHAM C,KROMHOUT H, BOFFETTA P, BLAIR A, PEARCE N. Case-control study of high risk occupations for bladder cancerin New Zealand. Int J Cancer 2008; 122: 1340–6.• CORBIN M, MAULE M, RICHIARDI L, SIMONATO L, MERLETTI F, PEARCE N. Semi-Bayes and empirical Bayesadjustment methods for multiple comparisons. Epidemiol Prev 2008; 32: 108-110.• MARINE CORBIN tesi <strong>di</strong> laurea specialistica in Biostatistica. Rapport de stage de fin d'études: Semi-Bayes andEmpirical Bayes adjustments for multiple comparisons in stu<strong>di</strong>es of occupational risk for cancer. (ÉcoleNationale de la Statistique e de l’Analyse de l’Information, Bruz, Francia. Annéè scolaire: 2006-2007. Maîtresde stage: Lorenzo Richiar<strong>di</strong>, Milena Maule).37


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.045Stu<strong>di</strong>o multicentrico italiano sulla mortalità nell’obesità graveItalian multicentric mortality study of severely obese patientsRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o multicentrico, coor<strong>di</strong>nato da Istituto Auxologico Italiano, MilanoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Alcuni stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte condotti negli Stati Uniti e in Paesi Nord-europei hanno <strong>di</strong>mostrato chel’obesità si associa ad un aumento della mortalità generale, per cause car<strong>di</strong>ovascolari e per alcunitumori e malattie <strong>di</strong>smetaboliche. In Italia, tuttavia, i limitati stu<strong>di</strong> finora eseguiti hanno datirisultati parzialmente in contrad<strong>di</strong>zione con questo quadro. Il presente stu<strong>di</strong>o coinvolge un’ampiacoorte <strong>di</strong> pazienti italiani, affetti da obesità grave, arruolati in una serie <strong>di</strong> centri afferenti il Gruppo<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o per la Grave Obesità, ai quali si erano rivolti per il trattamento della loro con<strong>di</strong>zione.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:La lista dei pazienti è stata creata sulla base degli elenchi forniti da sei centri (Piancavallo, Torino,Orbassano, San Donato Milanese, Napoli, Bari). Sono state raccolte le ultime residenze note sullacui base è stato condotto l’usuale follow-up postale. Sono state ottenute le cause <strong>di</strong> morte deideceduti. Il rischio, generale e per sesso, per categorie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> peso corporeo e per periodo <strong>di</strong>primo trattamento è stato analizzato me<strong>di</strong>ante calcolo dei rapporti standar<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong> mortalità(mortalità generale e causa-specifica) e me<strong>di</strong>ante modelli <strong>di</strong> analisi multivariata. Un articolo e'stato pubblicato.SCALA DEI TEMPI:Stima del rischio in funzione <strong>di</strong> sesso, categoria <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> peso corporeo e periodo <strong>di</strong> primotrattamento: analisi previste nel 2011-12 con successivo aggiornamento del f-uSTATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Il follow-up è stato completato. Le analisi con riferimento esterno e quelle basate su modellimultivariati con riferimento interno sono state portate a termine.E’ stato pubblicato il rapporto scientifico sulla mortalità della sezione relativa agli in<strong>di</strong>vidui adultidella coorte.Un campione della coorte è stato utilizzato come gruppo <strong>di</strong> controllo per uno stu<strong>di</strong>o sulla mortalitàa lungotermine <strong>di</strong> pazienti gravemente obesi sottoposti a chirurgia bariatrica. E’ stato pubblicato ilrelativo rapporto scientifico.L'aggiornamento del follow-up e delle analisi <strong>di</strong> mortalità è previsto non prima del <strong>2012</strong>.Nel corso del 2011 è comparsa in letteratura una segnalazione sulla possibile associazione traterapia bariatrica dell'obesità grave e mortalità per suici<strong>di</strong>o. Abbiamo condotto un'analisisupplementare sulla mortalità per cause violente nella coorte. E' stato pubblicato un resocontoscientifico dei risultati.COLLABORATORI INTERNI:Daniela FERRANTE, Dario MIRABELLICOLLABORATORI ESTERNI:Maria Letizia Petroni (IRCCS Istituto Auxologico Italiano), Franco Balzola (IRCCS Istituto AuxologicoItaliano).RISORSE E FINANZIAMENTO:l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano ha usufruito <strong>di</strong> finanziamenti della Regione Piemonte, Ricercasanitaria finalizzata.38


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.045NOTE:STUDI MULTICENTRICIStu<strong>di</strong>o multicentrico con il contributo <strong>di</strong>:IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Giuseppe, PiancavalloASO San Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino, Unità <strong>di</strong> <strong>di</strong>etetica e nutrizione clinicaUniveristà degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino, sede presso ASO San Luigi Gonzaga <strong>di</strong> OrbassanoUniversità Federico II Napoli, Istituto <strong>di</strong>etetica e nutrizione clinica.Università <strong>di</strong> BariOspedale San Donato MilanesePUBBLICAZIONI:• BUSETTO L, MIRABELLI D, PETRONI ML, MAZZA M, FAVRETTI F, SEGATO G, CHIUSOLO M, MERLETTI F,BALZOLA F, ENZI G. Comparative long-term mortality after laparoscopic adjustable gastric ban<strong>di</strong>ng versusnonsurgical controls. Surg Obes Relat Dis. 2007; 3: 496-502.• MIRABELLI D, CHIUSOLO M, FERRANTE D, BALZOLA F, MERLETTI F, PETRONI ML. Long-term mortality in acohort of severely obese persons in Italy. Obesity 2008; 16: 1920-5.• MIRABELLI D, PETRONI ML, FERRANTE D, MERLETTI F. Risk of suicide and bariatric surgery. Am J Med. 2011Aug;124(8):e1739


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.046Rilevamento dello stato <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong> papillomavirus <strong>di</strong> ceppo 16 inlesioni cervicali pre-neoplastiche confermato con DIPS-PCR esequenziamentoDetection of human papillomavirus type 16 integration inpre-neoplastic cervical lesions and confirmation by DIPS-PCR andsequencingRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTIOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Analizzare lo stato fisico dell’infezione da papillomavirus <strong>di</strong> ceppo 16 (HPV16) in lesioni cervicalipre-neoplastiche utilizzando un metodo <strong>di</strong> analisi quantitativa in real time-PCR (QRT-PCR) dellesequenze virali integrate.Allestire uno stu<strong>di</strong>o preliminare per valutare l’affidabilità <strong>di</strong> tale metodo nell’identificazione <strong>di</strong>sequenze <strong>di</strong> HPV16 integrate nel genoma della cellula ospite attraverso la conferma dei risultaticon un metodo “gold standard” rappresentato dalla DIPS-PCR (Detection of IntegratedPapillomavirus Sequences) seguita da sequenziamento.Utilizzare il metodo in QRT-PCR per analizzare un’ampia casistica <strong>di</strong> lesioni cervicalipre-neoplastiche raccolta nel corso dello Stu<strong>di</strong>o NTCC (PI G, Ronco).Valutare il ruolo dell’identificazione precoce dello stato <strong>di</strong> integrazione virale per l’identificazioneed il monitoraggio <strong>di</strong> soggetti a più alto rischio <strong>di</strong> progressione neoplastica.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Per lo stu<strong>di</strong>o preliminare sono stati selezionati 170 campioni d’archivio <strong>di</strong> cellule cervicali ottenutida donne coinvolte in programmi <strong>di</strong> screening per il carcinoma della cervice uterina organizzati aTorino tra il 1996 ed il 2002. Tutti i 170 campioni risultavano positivi a ceppi <strong>di</strong> HPV ad alto rischio<strong>di</strong> carcinogenesi, e sono stati testati per la presenza <strong>di</strong> HPV16 DNA. Nei campioni risultati positiviper HPV16 DNA è stata valutata la presenza <strong>di</strong> sequenze virali integrate nel genoma delle celluleospiti me<strong>di</strong>ante QRT-PCR. I risultati sono stati confermati con DIPS-PCR e successivosequenziamento.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Lo stu<strong>di</strong>o preliminare è stato concluso e i risultati che <strong>di</strong>mostrano l’affidabilità del metodo <strong>di</strong>indagine e ne validano l’impiego in stu<strong>di</strong> su vasta scala sono stati raccolti in un manoscrittopubblicato su J. Clin Virol nell’anno 2007.E’ in corso l’analisi sulla casistica <strong>di</strong> campioni cervicali HPV 16 e HPV 18 positivi raccolti nel corsodello Stu<strong>di</strong>o NTCC (PI G, Ronco).Sono stati conclusi i seguenti processi:1. raccolta dei campioni e allestimento <strong>di</strong> una banca biologica <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> cellule cervicalipositivi a ceppi <strong>di</strong> HPV ad alto rischio con <strong>di</strong>agnosi istologica definita raccolti nell’ambito dellostu<strong>di</strong>o NTCC (PI G, Ronco) in seguito a screening con test molecolare Hybrid Capture 2.2. estrazione <strong>di</strong> DNA dai campioni positivi ad HPV ad alto rischio3. genotipizzazione dei ceppi virali4. messa a punto della meto<strong>di</strong>che per l’analisi in QRT-PCR del carico virale e dello stato <strong>di</strong>infezione (episomale o integrato) non solo <strong>di</strong> HPV16 ma con estensione ad altri genotipi virali :HPV18 e HPV 315. messa a punto <strong>di</strong> una meto<strong>di</strong>ca con impiego <strong>di</strong> Sybr Green come intercalante del DNA peranalizzare in QRT-PCR il carico virale <strong>di</strong> tutti gli altri ceppi ad alto rischio identificabili con i primersGP5+/6+.6. analisi in QRT-PCR dello stato <strong>di</strong> infezione (episomale o integrato) da HPV 16 e HPV 18 neicampioni dello stu<strong>di</strong>o NTCC.Sono in corso i seguenti processi:7. analisi statistiche dei risultati dello stato <strong>di</strong> infezione da HPV 16 e HPV 18 nei campioni NTCC in40


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.046relazione al grado delle lesioni cervicali istologicamente confermate.COLLABORATORI INTERNI:Laura DE MARCO, Valentina FIANO, Anna GILLIO-TOS, Guglielmo RONCOCOLLABORATORI ESTERNI:Melissa R. Araujo.RISORSE E FINANZIAMENTO:Il progetto è co-finanziato da Compagnia S. Paolo/FIRMS, CIPE, MIUR.PUBBLICAZIONI:DE MARCO L, GILLIO-TOS A, BONELLO L, GHISETTI V, RONCO G, MERLETTI F. Detection of humanpapillomavirus type 16 integration in pre-neoplastic cervical lesions and confirmation by DIPS-PCR andsequencing. J Clin Virol 2007; 38: 7-13.RODRIGUEZ DE ARAUJO M, DE MARCO L, FERREIRA DOS SANTOS C, FISHER RUBIRA-BULLEN IR, RONCO G,PENNINI I, VIZZINI L, MERLETTI F, GILLIO TOS A. Screening and quantification of Human Papillomavirus byGP5+/6+ and SYBR Green methodology. J Clin Virol 45:90-95,2009.41


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.050Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte su pazienti affetti da obesità severa o complicataafferenti l’ospedale San Giuseppe, PiancavalloCohort study of patients with severe or compicated obesity, recruitedat San Giuseppe hospital, PiancavalloRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o Multicentrico, coor<strong>di</strong>namento del <strong>CPO</strong> PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Descrivere morbosità e mortalità <strong>di</strong> una larga coorte <strong>di</strong> pazienti affetti da obesità severa ocomplicata. Identificare i fattori pre<strong>di</strong>ttivi <strong>di</strong> morbosità e mortalità. Valutare l’efficacia deitrattamenti.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:E’ stata raccolta una coorte <strong>di</strong> pazienti affetti da obesità, ricoverati in degenza or<strong>di</strong>naria o inDay-Hospital presso l’Ospedale San Giuseppe (Piancavallo, VB) dal 1996 al 2002. La coorte includei pazienti <strong>di</strong> età superiore ai 18 anni nella cui Scheda <strong>di</strong> Dimissione Ospedaliera (SDO) fossepresente una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> “obesità”; consisteva in partenza <strong>di</strong> 10.828 registrazioni, corrispodenti a10037 in<strong>di</strong>vidui, 2066 residenti in Piemonte al momento del ricovero in<strong>di</strong>ce, 4886 in Lombar<strong>di</strong>a.Sono stati identificati i ricoveri subiti dai membri della coorte residenti in Piemonte e Lombar<strong>di</strong>a apartire dalla data del ricovero in<strong>di</strong>ce.Sono stati calcolati i tassi <strong>di</strong> ricovero generali e per causa e sono stati calcolati i costi sulla basedei DRG associati ai ricoveri. Sono stati sviluppati modelli <strong>di</strong> analisi multivariata per identificare levariabili al baseline associate ai ricoveri e determinanti i costi dell'assistenza ospedaliera.SCALA DEI TEMPI:Nel 2011: redazione del primo rapporto scientifico sulla frequenza <strong>di</strong> ricovero e sui costidell'assistenza ospedaliera, conduzione del tra<strong>di</strong>zionale follow-up <strong>di</strong> mortalità per l’intera coorte estesura <strong>di</strong> articolo.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Le analisi sulla frequenza <strong>di</strong> ricovero e sui costi dell'assistenza ospedaliera sono state completate.COLLABORATORI INTERNI:Daniela DI CUONZO, Marco GILARDETTI, Enrica MIGLIORE, Dario MIRABELLI, Eva PAGANOCOLLABORATORI ESTERNI:Collaboratori esterni al <strong>CPO</strong>: Maria Letizia Petroni (IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Ospedale SanGiuseppe Piancavallo); Franco Balzola (IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San GiuseppePiancavallo); Carlo Zocchetti (Regione Lombar<strong>di</strong>a)RISORSE E FINANZIAMENTO:Progetto <strong>di</strong> ricerca sanitaria finalizzata Regione Piemonte bando 2006 “Caratteristiche e costi delleospedalizzazioni <strong>di</strong> pazienti gravi obesi in Piemonte”, bando 2008 “Caratteristiche dei ricoveridella popolazione affetta da grave obesità: analisi combinata e confronto tra coorti piemontesi elombarde”.NOTE:42


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.050CONNESSIONI:STUDIO MULTICENTRICO ITALIANO SULLA MORTALITA’ NELL’OBESITA’ GRAVE (scheda 4.045).PUBBLICAZIONI:Attese al termine del progetto, con un primo articolo pubblicato nel <strong>2012</strong>.43


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.051Stu<strong>di</strong>o caso-controllo sui determinanti genetici e ambientali del tumoredella vescicaTurin bladder cancer case control studyRESPONSABILE: Dr.ssa Carlotta SACERDOTECOORDINAMENTO:Coor<strong>di</strong>namento del progetto <strong>CPO</strong>-PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Gli obiettivi del Turin Bladder Cancer Case Control Study sono quelli <strong>di</strong> indagare il ruolo <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong>rischio genetici (famigliarità) e ambientali (<strong>di</strong>eta, fumo passivo etc), nella eziogenesi del tumoredella vescica, analizzando le relazioni gene ambiente, in particolare con i geni del riparo del DNA.In questo progetto vorremmo identificare le relazioni fra specifici geni o patways del riparo delDNA e fattori <strong>di</strong> rischio (professionali, fumo etc) e fattori protettivi (consumo <strong>di</strong> frutta e verdura,etc) nella eziogenesi del tumore della vescica.Inoltre vorremmo ricercare marcatori <strong>di</strong>agnostici in PLASMA e URINE capaci <strong>di</strong> rilevare la presenza<strong>di</strong> un tumore e monitorarlo durante la terapia e il follow-up con una meto<strong>di</strong>ca non invasiva.- Nei tumori superficiali a basso rischio - per migliorare l’accuratezza <strong>di</strong>agnostica nei soggetti incui si sospetta, per la prima volta una neoplasia e nel monitoraggio dei soggetti che hanno giàsubito un trattamento endoscopico <strong>di</strong> tumori.- Nei tumori invasivi ad alto rischio - la caratterizzazione biologica può essere determinante peridentificare precocemente i pazienti ad alto rischio consentendo <strong>di</strong> intervenire più efficacementein questi e <strong>di</strong> risparmiare da interventi terapeutici quelli a basso rischio.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Il reclutamento dei casi avviene nei due reparti <strong>di</strong> urologia dell'ospedale San Giovanni Battista enel repartto <strong>di</strong> urologia della Clinica Cellini <strong>di</strong> Torino. I controlli sono reclutati in vari reparti me<strong>di</strong>cie chirurgici dell'ospedale San Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino. I casi sono tutti i nuovi pazienti maschiaffetti da tumore della vescica <strong>di</strong>agnosticato istologicamente, <strong>di</strong> età compresa fra i 40 e i 74 anni,residenti a Torino e provincia. I controlli sono invece reclutati frai pazienti maschi ricoverati perpatologie benigne <strong>di</strong> nuova <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> età compresa fra i 40 e i 74 anni, residenti a Torino eprovincia,Ai pazienti viene prelevato dal personale infermieristico del reparto un campione <strong>di</strong> sangue (20 cc)e un campione <strong>di</strong> urine. I casi e i controlli vengono intervistati nel loro reparto <strong>di</strong> ricovero da unaintervistatrice professionista sulla loro famigliarità per malattie cronico-degenerative,sull’abitu<strong>di</strong>ne al fumo, sul consumo <strong>di</strong> farmaci, sulla <strong>di</strong>eta e sulla storia professionale.Solo per i casi sono previsti delle ulteriori raccolte <strong>di</strong> urine al momento <strong>di</strong> eventuali visite <strong>di</strong> followup, fino ad un totale <strong>di</strong> 6 campioni in due anni.Il materiale biologico prelevato, viene inviato, tramite un servizio <strong>di</strong> corrieri, al laboratorio <strong>di</strong>epidemiologia molecolare della HUman GEnetics Foundation <strong>di</strong> Torino <strong>di</strong>retto da Paolo Vineis.SCALA DEI TEMPI:Annualmente viene effettuato per i casi un follow up <strong>di</strong> mortalità. Inoltre perio<strong>di</strong>camente vengonoaggiornate le informazioni riguardanti le terapie effettuate dai casi e le ricorrenze <strong>di</strong> malattia.Anche le analisi genetiche vengono aggiornate circa ogni due anni.Le analisi previste per il <strong>2012</strong> che saranno oggetto <strong>di</strong> pubblicazioni sono relative ai determinantigenetici e ambientali delle reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> malattia.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono stati reclutati ad oggi circa 700 casi e 700 controlli, <strong>di</strong> cui per circa l’80% è <strong>di</strong>sponibile uncampione biologico. Sono state effettuate inoltre sulla quasi totalità dei campioni le analisi suipolimorfismi genetici.Sono stati sottomessi per pubblicazione due articoli sui determinanti genetici della sopravvivenzaper tumore della vescica.44


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.051COLLABORATORI INTERNI:Laura FIORINI, Laura ZINICOLLABORATORI ESTERNI:Co-responsabile dello stu<strong>di</strong>o è Paolo Vineis, HuGeF.Collaboratore Esterno: Giuseppe Matullo, HuGeF.PUBBLICAZIONI:- Rafnar T, Vermeulen SH, Sulem P, Thorleifsson G, Aben KK, Witjes JA, Grotenhuis AJ, Verhaegh GW,Hulsbergen-van de Kaa CA, Besenbacher S, Gudbjartsson D, Stacey SN, Gudmundsson J, Johannsdottir H,Bjarnason H, Zanon C, Helgadottir H, Jonasson JG, Tryggvadottir L, Jonsson E, Geirsson G, Nikulasson S,Petursdottir V, Bishop DT, Chung-Sak S, Choudhury A, Elliott F, Barrett JH, Knowles MA, de Ver<strong>di</strong>er PJ, Ryk C,Lindblom A, Rudnai P, Gurzau E, Koppova K, Vineis P, Polidoro S, Guarrera S, Sacerdote C, et al. Europeangenome-wide association study identifies SLC14A1 as a new urinary bladder cancer susceptibility gene. HumMol Genet. 2011 Nov 1;20(21):4268-81.- Rothman N, Garcia-Closas M, Chatterjee N, Malats N, Wu X, Figueroa JD, Real FX, Van Den Berg D, Matullo G,Baris D, Thun M, Kiemeney LA, Vineis P, De Vivo I, Albanes D, García-Closas R, Lloreta J, Johnson A, Schwenn M,Karagas MR, Schned A, Andri Canzian F, Ljungberg B, Tjonneland A, Clavel-Chapelon F, Bishop DT, Teo MT,Knowles MA, Guarrera S, Polidoro S, Ricceri F, Sacerdote C, et al. A multi-stage genome-wide association studyof bladder cancer identifies multiple susceptibility loci.Nat Genet. 2010 Nov; 42(11):978-84- Kiemeney LA, Sulem P, Besenbacher S, Vermeulen SH, Sigurdsson A, Thorleifsson G, Gudbjartsson DF, StaceySN, Gudmundsson J, Zanon C, Kostic J, Masson G, Bjarnason H, Palsson ST, Skarphe<strong>di</strong>nsson OB, Gudjonsson SA,Witjes JA, Grotenhuis AJ, Verhaegh GW, Bishop DT, Sak SC, Choudhury A, Elliott F, Barrett JH, Hurst CD, deVer<strong>di</strong>er PJ, Ryk C, Rudnai P, Gurzau E, Koppova K, Vineis P, Polidoro S, Guarrera S, Sacerdote C, et al. Asequence variant at 4p16.3 confers susceptibility to urinary bladder cancer.Nat Genet. 2010 May;42(5):415-9.-Ricceri F, Guarrera S, Sacerdote C, Polidoro S, Allione A, Fontana D, Destefanis P, Tizzani A, Casetta G,Cucchiarale G, Vineis P, Matullo G. ERCC1 haplotypes mo<strong>di</strong>fy bladder cancer risk: a case-control study. DNARepair (Amst). 2010 Feb 4;9(2):191-200.-Stern MC, Lin J, Figueroa JD, Kelsey KT, Kiltie AE, Yuan JM, Matullo G, Fletcher T, Benhamou S, Taylor JA, Placi<strong>di</strong>D, Zhang ZF, Steineck G, Rothman N, Kogevinas M, Silverman D, Malats N, Chanock S, Wu X, Karagas MR,Andrew AS, Nelson HH, Bishop DT, Sak SC, Choudhury A, Barrett JH, Elliot F, Corral R, Joshi AD,Gago-Dominguez M, Cortessis VK, Xiang YB, Gao YT, Vineis P, Sacerdote C, et al. Polymorphisms in DNA repairgenes, smoking, and bladder cancer risk: fin<strong>di</strong>ngs from the international consortium of bladder cancer. CancerRes. 2009 Sep 1;69(17):6857-64.-Wu X, Ye Y, Kiemeney LA, Sulem P, Rafnar T, Matullo G, Seminara D, Yoshida T, Saeki N, Andrew AS, DinneyCP, Czerniak B, Zhang ZF, Kiltie AE, Bishop DT, Vineis P, Porru S, Buntinx F, Kellen E, Zeegers MP, Kumar R,Rudnai P, Gurzau E, Koppova K, Mayordomo JI, Sanchez M, Saez B, Lindblom A, et al. Genetic variation in theprostate stem cell antigen gene PSCA confers susceptibility to urinary bladder cancer. Nat Genet. 2009Sep;41(9):991-5.-Kiemeney La, Thorlacius S, Sulem P, Geller F, Aben Kk, Stacey Sn, Gudmundsson J, Jakobsdottir M,Bergthorsson Jt, Sigurdsson A, Blondal T, Witjes Ja, Vermeulen Sh, Hulsbergen-Van De Kaa Ca, Swinkels Dw,Gurzau E, Rudnai P, Kellen E, Polidoro S, Guarrera S, Sacerdote C, et al. Sequence variant on 8q24 conferssusceptibility to urinary bladder cancer. Nat Genet 2008; 40: 1307-12.-Andrew As, Karagas Mr, Nelson Hh, Guarrera S, Polidoro S, Gamberini S, Sacerdote C, Moore Jh, Kelsey Kt,Demidenko E, Vineis P, Matullo G. DNA repair polymorphisms mo<strong>di</strong>fy bladder cancer risk: a multi-factoranalytic strategy. Hum Hered 2008; 65: 105-18. -Sacerdote C, Matullo G, Polidoro S, Gamberini S, Piazza A,Karagas Mr, Rolle L, De Stefanis P, Casetta G, Morabito F, Vineis P, Guarrera S. Intake of fruits and vegetablesand polymorphisms in DNA repair genes in bladder cancer. Mutagenesis 2007; 22: 281-5.-Matullo G, Guarrera S, Sacerdote C, Polidoro S, Davico L, Gamberini S, Karagas M, Casetta G, Rolle L, Piazza A,Vineis P. Polymorphisms/haplotypes in DNA repair genes and smoking: a bladder cancer case-control study.Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14(11 Pt 1): 2569-78.-Matullo G, Guarrera S, Carturan S, Peluso M, Malaveille C, Davico L, Piazza A, Vineis P. DNA repair genepolymorphisms, bulky DNA adducts in white blood cells and bladder cancer in a case-control study. Int J Cancer2001; 92: 562-7.45


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.053SynergySynergyRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o Multicentrico, coor<strong>di</strong>nato dalla IARCOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Stu<strong>di</strong>are: (1) l’interazione tra esposizioni professionali ad alcuni cancerogeni polmonari: amianto,IPA, cromo, nichel, emissioni <strong>di</strong>esel, (2) la relazione dose-risposta per gli agenti selezionati, inparticolare quelli mai stu<strong>di</strong>ati quantitativamente in precedenza, (3) l’associazione tra tumori delpolmone ed agenti sospetti <strong>di</strong> cancerogenicità, quali le fibre minerali artificiali.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Analisi pooled dei principali stu<strong>di</strong> caso-controllo sul tumore del polmone condotti in Europa.Valutazione dell’esposizione me<strong>di</strong>ante costruzione <strong>di</strong> una matrice quantitativaesposizione-professione, costruita a partire dai database nazionali <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> esposizione (qualiColchic e Mega). Il nostro contributo è costituito da: (i) il database dei casi e controlli partecipantiallo stu<strong>di</strong>o europeo multicentrico su cancro del polmone e fumo passivo presso i centri <strong>di</strong> Torino,Veneto Orientale e Roma; (ii) una matrice esposizione professione riguardante i cancerogeni dellevie respiratorie messa a punto per lo stu<strong>di</strong>o multicentrico europeo sui tumori della laringe; (iii) lacollaborazione alla raccolta <strong>di</strong> database <strong>di</strong> esposizione per l’Italia.SCALA DEI TEMPI:La conduzione delle analisi principali è avvenuta nel corso della seconda metà del 2011, i risultatisono in via <strong>di</strong> valutazione.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:E' stata ricevuta la prima versione del database Synergy, dopo il completamente dei controlli <strong>di</strong>qualità in IARC e in attesa dell'inserimento nel database stesso dei dati <strong>di</strong> due tra gli stu<strong>di</strong>partecipanti. Sono state eseguite le analisi relative alla “subproposal 1: Exploratory analysis basedon combinations of ISCO and ISIC codes, within SYNERGY”, affidata alla nostra unità.E' stata organizzata ed eseguita la raccolta <strong>di</strong> database <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> esposizione condotte inpassato in Italia ad opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse istituzioni <strong>di</strong> sanità pubblica e <strong>di</strong> ricerca. I dati sono statitrasmessi al centro coor<strong>di</strong>natore (Institute for Risk Assessment Sciences, Università <strong>di</strong> Utrecht) nelformato previsto dal protocollo <strong>di</strong> costruzione della matrice esposizione professione.Sono stati pubblicati i primi articoli sulle analisi secondarie del database SynergyCOLLABORATORI INTERNI:MARINE CORBIN, Ivan MARIN FRANCH, Dario MIRABELLI, Lorenzo RICHIARDI, Loredana VIZZINICOLLABORATORI ESTERNI:Paolo Boffetta, Kurt Straif, Ann Olsson (IARC, Lyon), coor<strong>di</strong>natori dello stu<strong>di</strong>o; Hans Kromhout(Institute for Risk Assessment Sciences, University of Utrecht), coor<strong>di</strong>natore della valutazionedell’esposizione; Susan Peters (Institute for Risk Assessment Sciences, University of Utrecht);PerGustavsson (Karolinska Institutet, Stockhom), coor<strong>di</strong>natore delle analisi.RISORSE E FINANZIAMENTO:Lo stu<strong>di</strong>o è finanziato, me<strong>di</strong>ante contratto con il centro coor<strong>di</strong>natore (IARC, Lyon) dalBerufsgenossenschaftliches Forschungsinstitut für Arbeitsme<strong>di</strong>zin (BGFA).46


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.053PUBBLICAZIONI:• Olsson AC, Gustavsson P, Kromhout H, Peters S, Vermeulen R, Brüske I, Pesch B,Siemiatycki J, Pintos J,Brüning T, Cassidy A, Wichmann HE, Consonni D, Lan<strong>di</strong> MT, Caporaso N, Plato N, Merletti F, Mirabelli D,Richiar<strong>di</strong> L, Jöckel KH, Ahrens W, Pohlabeln H, Lissowska J, Szeszenia-Dabrowska N, Zaridze D, Stücker I,Benhamou S, Bencko V, Foretova L, Janout V, Rudnai P, Fabianova E, Stanescu Dumitru R, Gross IM, Kendzia B,Forastiere F, Bueno-de-Mesquita B, Brennan P, Boffetta P, Straif K. Exposure to Diesel Motor Exhaust and LungCancer Risk in a Pooled Analysis from Case-Control Stu<strong>di</strong>es in Europe and Canada. Am J Respir Crit Care Med.2011;183(7):941-8• Peters S, Kromhout H, Olsson AC, Wichmann HE, Brüske I, Consonni D, Lan<strong>di</strong> MT, Caporaso N, Siemiatycki J,Richiar<strong>di</strong> L, Mirabelli D, Simonato L, Gustavsson P, Plato N, Jöckel KH, Ahrens W, Pohlabeln H, Boffetta P,Brennan P, Zaridze D, Cassidy A, Lissowska J, Szeszenia-Dabrowska N, Rudnai P, Fabianova E, Forastiere F,Bencko V, Foretova L, Janout V, Stücker I, Dumitru RS, Benhamou S, Bueno-de-Mesquita B, Kendzia B, Pesch B,Straif K, Brüning T, Vermeulen R. Occupational exposure to organic dust increases lung cancer risk in thegeneral population. Thorax. <strong>2012</strong> Feb;67(2):111-6• Peters S, Vermeulen R, Olsson A, Van Gelder R, Kendzia B, Vincent R, Savary B, Williams N, Woldbæk T,Lavoué J, Cavallo D, Cattaneo A, Mirabelli D, Plato N, Dahmann D, Fevotte J, Pesch B, Brüning T, Straif K,Kromhout H. Development of an exposure measurement database on five lung carcinogens (ExpoSYN) forquantitative retrospective occupational exposure assessment. Ann Occup Hyg. <strong>2012</strong> Jan;56(1):70-9• Peters S, Vermeulen R, Portengen L, Olsson A, Kendzia B, Vincent R, Savary B, Lavoué J, Cavallo D, CattaneoA, Mirabelli D, Plato N, Fevotte J, Pesch B, Brüning T, Straif K, Kromhout H. Modelling of occupational respirablecrystalline silica exposure for quantitative exposure assessment in community-based case-control stu<strong>di</strong>es. JEnviron Monit. 2011 Nov;13(11):3262-847


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.054Tumore del testicolo: Stu<strong>di</strong>o caso-controllo in Piemonte e stu<strong>di</strong>collaborativiTesticular cancer: Case-control study in the Piedmont region andcollaborative stu<strong>di</strong>esRESPONSABILE: Dr. Lorenzo RICHIARDIOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Il tumore del testicolo è un tumore relativamente raro, ad eziologia in gran parte sconosciuta.L’incidenza <strong>di</strong> questo tumore è aumentata nel tempo nella maggior parte delle popolazioni in cuitrend temporali sono stati stu<strong>di</strong>ati. Gli unici fattori <strong>di</strong> rischio noti, il criptorchi<strong>di</strong>smo e la familiarità,non possono spiegare tali andamenti temporali.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:1) Stu<strong>di</strong>o caso-controllo in Regione Piemonte.Lo stu<strong>di</strong>o ha due obiettivi: i) Stu<strong>di</strong>are fattori <strong>di</strong> rischio post-natali che agiscono durante la pubertàii) stu<strong>di</strong>are fattori genetici me<strong>di</strong>ante due approcci: a) stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati, associati con l’etàalla pubertà e problemi <strong>di</strong> fertilità; b) contribuire al nascente consorzio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sul tumore deltesticolo.I casi <strong>di</strong> tumore del testicolo <strong>di</strong>agnosticati nella popolazione della Provincia <strong>di</strong> Torino tra il 1997 e<strong>di</strong>l 2008 sono contattati attraverso il loro Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale (MMG) o l'oncologo chegestisce il follow-up clinico. Per ogni caso <strong>di</strong> popolazione sono estratti due controlli dallapopolazione generale appaiando per anno <strong>di</strong> nascita e MMG. Per i casi reclutati su baseospedaliera attraverso l'oncologo sono selezionati due controlli ospedalieri tra i ricoverati conpatologie non-tumorali e non connesse alla fertilità. Lo stu<strong>di</strong>o include al momento 284 casi e 500controlli. Ogni soggetto ha compilato un questionario e donato un campione <strong>di</strong> saliva.2) Collaborazione con stu<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nati dalla Clinical Epidemiology Unit del Karolinska Institutet,Stoccolma, Svezia.Gli obiettivi sono: a) la valutazione dell’assoziazione tra esposizione a fumo della madre durante lagravidanza ed il rischio <strong>di</strong> tumore del testicolo in uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo basato sui registri, b) lavalutazione del rischio <strong>di</strong> tumore del testicolo in una coorte <strong>di</strong> bambini trattati percriptoirchi<strong>di</strong>smo, c) la valutazione dell’incidenza <strong>di</strong> tumore nelle mamme dei bambini concriptorchi<strong>di</strong>smo, d) la valutazione dell’ipertensione e pre-eclampsia materna durante la gravidanzae rischio <strong>di</strong> tumore del testicolo, e) la conduzione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo basato sui registriper valutare l’associazione del criptorchi<strong>di</strong>smo e rischio <strong>di</strong> tumore nel testicolo controlaterale el’associazione tra ipospa<strong>di</strong>a e rischio <strong>di</strong> tumore del testicolo.3) Altri stu<strong>di</strong>.In particolare: a) la rivalutazione dell'evidenza sull'esistenza della testicular dysgenesis syndrome,b) la conduzione <strong>di</strong> meta-analisi sui fattori prenatali e rischio <strong>di</strong> tumore del testicolo (anche incollaborazione con il National Cancer Institute, americano), c) la valutazione dell'incidenza <strong>di</strong>tumore del testicolo nei bambini e negli adulti.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:analisi e pubblicazioni sono i corso e ulteriori pubblicazioni attese al termine del progetto.COLLABORATORI INTERNI:Sonia BARCELLARI, Laura DE MARCO, Anna GILLIO-TOS, Franco MERLETTI, Guido PASTORE, NenaROBLES, Olga SASSU, Nereo SEGNANCOLLABORATORI ESTERNI:Olof Akre, Clinical Epidemiology Unit, Karolinska Institutet, Stoccolma, Svezia.RISORSE E FINANZIAMENTO:1) Regione Piemonte, UICC48


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.054PUBBLICAZIONI:• Cook MB, Akre O, Forman D, Ma<strong>di</strong>gan MP, Richiar<strong>di</strong> L, McGlynn KA. A systematic review and meta-analysis ofperinatal variables in relation to the risk of testicular cancer--experiences of the son. Int J Epidemiol. 2010Dec;39(6):1605-18.• Lacerda HM, Richiar<strong>di</strong> L, Pettersson A, Corbin M, Merletti F, Akre O. Cancer risk in mothers of men operatedfor undescended testis. PLoS One 2010;5:e14285.• Cook MB, Akre O, Forman D, Ma<strong>di</strong>gan MP, Richiar<strong>di</strong> L, McGlynn KA. A systematic review and meta-analysis ofperinatal variables in relation to the risk of testicular cancer--experiences of the mother. Int J Epidemiol2009;38:1532-42.• Lacerda HM, Akre O, Merletti F, Richiar<strong>di</strong> L. Time trends in the incidence of testicular cancer in childhood andyoung adulthood. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2009;18:2042-5.• Akre O, Richiar<strong>di</strong> L. Does a testicular dysgenesis syndrome exist? Hum Reprod 2009;24:2053-60.• Pettersson A, Richiar<strong>di</strong> L, Cnattingius S, Kaijser M, Akre O. Gestational hypertension, preeclampsia, and riskof testicular cancer. Cancer Res 2008; 68: 8832-6.• Akre O, Pettersson A, Richiar<strong>di</strong> L. Risk of contralateral testicular cancer among men with unilaterallyundescended testis: a meta analysis. Int J Cancer 2009; 124: 687-9.• Richiar<strong>di</strong> L, Vizzini L, Nordenskjöld A, Pettersson A, Akre O. Rates of orchiopexies in Sweden: 1977-1991. Int JAndrol 2009; 32: 473-8.• Richiar<strong>di</strong> L, Pettersson A, Akre O. Genetic and environmental risk factors for testicular cancer. Int J Androl2007; 30: 230-40; <strong>di</strong>scussion 240-1.• Pettersson A, Richiar<strong>di</strong> L, Nordenskjold A, Kaijser M, Akre O. Age at surgery for undescended testis and risk oftesticular cancer. N Engl J Med 2007; 356: 1835-41.• Pettersson A, Akre O, Richiar<strong>di</strong> L, Ekbom A, Kaijser M. Maternal smoking and the epidemic of testicularcancer--a nested case-control study. Int J Cancer 2007; 120: 2044-6.• Richiar<strong>di</strong> L, Akre O. Fertility among brothers of patients with testicular cancer. Cancer Epidemiol BiomarkersPrev 2005; 14: 2557-62.49


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.055Frequenza e infettività <strong>di</strong> HCV-RNA nei linfociti <strong>di</strong> soggetti conpatologie non correlate ad HCVHCV-RNA frequency and infectivity in perypheral blood lymphocytes ofsubjects free of HCV related pathologiesRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTIOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Recentemente, è stata descritta una nuova patologia definita “infezione occulta da virusdell’epatite C” (HCV occulta), caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> HCV-RNA nei linfociti periferici enelle cellule epatiche, e dall’assenza sia <strong>di</strong> anticorpi <strong>di</strong>retti contro il virus sia <strong>di</strong> RNA virale nelsiero. Nei linfociti del sangue periferico dei pazienti con infezione occulta da HCV è stata descrittala capacità <strong>di</strong> replicazione <strong>di</strong> HCV. Sebbene questi pazienti non siano sierologicamente positivi alvirus, potrebbero essere potenzialmente infettivi.Stu<strong>di</strong> preliminari condotti presso il Laboratorio <strong>di</strong> <strong>Epidemiologia</strong> Molecolare del CeRMS <strong>di</strong> Torinohanno evidenziato su un campione <strong>di</strong> 276 soggetti italiani sani, negativi per sierologia e viremia,una frequenza pari circa al 3% <strong>di</strong> HCV-RNA nei linfociti. Tale con<strong>di</strong>zione è riconducibile al quadrodescritto come “infezione da HCV occulta”.Al momento non esistono dati <strong>di</strong> frequenza <strong>di</strong> HCV-RNA nei linfociti della popolazione sana.Nonostante HCV sia ormai riconosciuto come agente causale del tumore del fegato, al momento imeccanismi della carcinogenesi virale non sono noti. Stu<strong>di</strong> sulla frequenza <strong>di</strong> HCV occulta e sullapotenziale infettività virale <strong>di</strong> linfociti positivi a HCV-RNA potranno fornire in<strong>di</strong>zi rilevanti suimeccanismi patogenetici e sull’opportunità <strong>di</strong> avviare successivi stu<strong>di</strong> su più ampia scala volti astimare il rischio <strong>di</strong> cancerogenesi epatica.Lo stu<strong>di</strong>o attuale si propone i seguenti obiettivi:1. selezionare soggetti con HCV occulta all’interno <strong>di</strong> una popolazione priva <strong>di</strong> patologie epaticheclinicamente evidenziabili o <strong>di</strong> patologie HCV correlate;2. condurre uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> infettività virale <strong>di</strong> HCV in pazienti in cui sia stata ritrovata la con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> HCV occulta: ovvero valutare il potere infettivo <strong>di</strong> linfociti positivi ad HCV-RNA;3. valutare se nei linfociti <strong>di</strong> questi soggetti sia presente uno o più genotipi prevalenti;4. valutare l’eventuale presenza <strong>di</strong> varianti virali (quasi-species) nei linfociti;5. valutare l’eventuale presenza, tra le varianti, <strong>di</strong> virus <strong>di</strong>fettivi.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:In collaborazione con la UOA Banca del Sangue dell’ASO S. Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino, è stataeffettuata la selezione tra i pazienti che afferiscono per una flebotomia (salasso) alla loro unità, <strong>di</strong>circa 400 soggetti con patologie non correlate ad infezione da HCV (policitemia vera,emocromatosi, emosiderosi secondaria, poliglobulia secondaria).Sono stati inclusi nello stu<strong>di</strong>o i pazienti risultanti negativi alla ricerca sierologica per HCV, HBV eHIV e negativi per la presenza <strong>di</strong> HCV-RNA nel plasma. Sono stati inoltre inseriti nello stu<strong>di</strong>o, inqualità <strong>di</strong> controlli positivi, circa 50 soggetti afferenti all’UOA Banca del Sangue che si sonopresentati alla prima donazione e che sono risultati essere positivi al virus HCV.Per la rilevazione del genoma virale, L’RNA è stato estratto da buffy coat e plasma, retrotrascrittoa cDNA utilizzando “random primers” e controllato per adeguatezza tramite amplificazione delgene della b-actina.Per la rilevazione <strong>di</strong> HCV-RNA nella frazione leucocitaria, è stato utilizzato un kit commerciale (AlfaWasserman, Milan, Italy) basato sull’impiego <strong>di</strong> una miscela <strong>di</strong> amplificazione pronta all’uso,contenente primers altamente conservati e specifici per l’amplificazione della regione 5’UTR <strong>di</strong>HCV attraverso nested-PCR.La genotipizzazione è stata effettuata me<strong>di</strong>ante kit commerciali Line Probe Assay (LiPA) e/osequenziamento <strong>di</strong>retto della regione UTR 5’terminale.L'analisi delle varianti virali o quasispecies sarà effettuata su tutti i campioni risultati positivi aHCV-RNA nei linfociti. Sarà amplificata, me<strong>di</strong>ante “nested-PCR” la regione virale del frammentorelativo al punto <strong>di</strong> giunzione dei geni E1/E2, inclusa la sequenza ipervariabile (HVR-1) <strong>di</strong> 81nucleoti<strong>di</strong>. I prodotti <strong>di</strong> PCR saranno sottoposti a purificazione, e successivamente le varianti dellaregione E1/E2 <strong>di</strong> HCV saranno clonate in vettori pGEM in seguito inseriti in cellule batterichecompetenti <strong>di</strong> E. coli. Saranno poi selezionate, su base colorimetrica le colonie batteriche che50


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.055conterranno il plasmide con la sequenza variante d’interesse, destinata alla caratterizzazioneme<strong>di</strong>ante sequenziamento.Per lo stu<strong>di</strong>o sulla potenziale infettività virale è stata avviata una collaborazione con laboratori <strong>di</strong>biologia cellulare utilizzando linfociti vitali archiviati e conservati in azoto liquido sino al momentodell’uso.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono stati conclusi i seguenti processi:1. selezione e reclutamento dei soggetti presso la Banca del Sangue. Sono stati 450 soggetticonsecutivi tra pazienti (policitemia vera, poliglobulia secondaria, emocromatosi, emosiderosisecondaria) che afferiscono all’ambulatorio salassi presso la Banca del Sangue dell’OspedaleMolinette previa richiesta <strong>di</strong> consenso informato così <strong>di</strong>stribuiti: 400 con patologie non-HCVcorrelate e 50 come popolazione <strong>di</strong> controllo con patologie HCV correlate (soggetti negativi allaricerca per HBsAg e anti-HIV1-2, ma positivi alla ricerca per anti-HCV e aspiranti donatori <strong>di</strong>sangue risultati non idonei per positività confermata ai test anti-HCV e/o HCV-RNA).2. E’ stato allestito un database in formato elettronico in cui sono registrati i co<strong>di</strong>ci identificatividei soggetti e le informazioni relative all’archivio dei campioni in stu<strong>di</strong>o e ai risultati dell'analisiserologiche e molecolari.3. Sono state prelevate da ogni paziente inserito nello stu<strong>di</strong>o 4 provette in EDTA per la ricerca <strong>di</strong>HCV-RNA nei linfociti e nel plasma e per la ricerca <strong>di</strong> anti-HCV, HBsAg, anti-HIV1-2. Dalle provette<strong>di</strong> sangue raccolte in EDTA sono state eseguite la separazione delle frazioni ematiche percentrifugazione e la raccolta del buffy-coat e plasma, nonchè <strong>di</strong> linfociti “vitali” separati congra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> densità Fycoll, con imme<strong>di</strong>ato stoccaggio a temperatura <strong>di</strong> -80°C, presso i locali delCeRMS.4. Dal buffy/coat e dal plasma <strong>di</strong> tutti i campioni è stato estratto l’RNA poi retrotrascritto a cDNA esono state eseguite le indagini per la ricerca <strong>di</strong> HCV-RNA.5. Sui tutti i casi HCV-RNA positivi nel plasma e /o nel buffy coat è stata eseguita lagenotipizzazione.6. Sui casi HCV-RNA positivi solo nel buffy coat è stata ripetuta l'analisi per HCV-RNA dopoultracentrifugazione della frazione plasmatica, a conferma della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> HCV occulta.7. Su tutti i soggetti in stu<strong>di</strong>o è stata effettuata il dosaggio delle transaminasi seriche.8. Sui soggetti HCV-RNA positivi nel buffy coat è stata eseguita l'analisi della potenziale infettivitàvirale in collaborazione con laboratori <strong>di</strong> biologia cellulare utilizzando i linfociti vitali conservati inazoto liquido.Sono in fase <strong>di</strong> avvio i seguenti processi:1. follow-up dei pazienti risultati positivi alla presenza HCV-RNA solo nel buffy-coat per valutareclearance o persistenza del virus.COLLABORATORI INTERNI:Laura DE MARCO, Valentina FIANO, Anna GILLIO-TOS, Lorenzo RICHIARDI, Morena TREVISANCOLLABORATORI ESTERNI:Franco Curti.RISORSE E FINANZIAMENTO:Compagnia S. Paolo/FIRMS, Ricerca Sanitaria Finalizzata.PUBBLICAZIONI:DE MARCO L, GILLIO TOS A, FIANO V.,RONCO G, KROGH V, PALLI D, PANICO S, TUMINO R, VINEIS P, MERLETTIF, RICHIARDI L, SACERDOTE C. Occult HCV infection: an unexpected fin<strong>di</strong>ng in a population unselected forhepatic <strong>di</strong>sease. PLoS ONE 4:e8128,2009.DE MARCO L, MANZINI P, TREVISAN M, GILLIO TOS A, DANIELLE F, BALLOCO C, PIZZI A, DE FILIPPO E, D'ANTICOS, VIOLANTE B, VALFRE' A, CURTI F, MERLETTI F, RICHIARDI L.Prevalence and follow up of occult HCV infection in an italian population free of clinically detectable infectiveliver <strong>di</strong>sease. Submitted51


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.057Stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasmissione della tubercolosi per stimareL’impatto dell’immigrazione e delle misure <strong>di</strong> prevenzioneInvestigation of tuberculosis transmission dynamics in order toestimate the impact of immigration and prevention measuresRESPONSABILE: Dr. Iacopo BAUSSANOOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:1. Definire modelli matematici descrittivi delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasmissione dell’infezionetubercolare.2. Calibrare i modelli teorici su dati epidemiologici ottenuti nella popolazione piemontese.3. Valutare me<strong>di</strong>ante questi modelli l’impatto dell’immigrazione da paesi ad elevata incidenzatubercolare e dello screening per l’infezione tubercolare latente.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:1. La trasmissione per via aerea dell’infezione tubercolare verrà modellizzata utilizzando deimodelli deterministici <strong>di</strong> natura compartimentale. Verrà simulata la storia naturale dell’infezione edella progressione a malattia conclamata e contagiosa. Sarà possibile prendere in considerazioneil ruolo <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> popolazione provenienti da aree geografiche ad elevata trasmissionedell’infezione e incidenza della malattia. Verrà anche valutato il ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse strategie <strong>di</strong>screening dell’infezione e della malattia.2. I parametri utilizzati nei modelli teorici verranno ricavati da stu<strong>di</strong> condotti in Italia ed inPiemonte.3. L’impatto dell’immigrazione e delle strategie <strong>di</strong> screening verrà valutato mo<strong>di</strong>ficandoopportunamente i modelli descrittivi sopramenzionati. I risultati dello stu<strong>di</strong>o potranno essereutilizzati per stime <strong>di</strong> costo ed impatto dell’epidemia tubercolare e per la valutazione <strong>di</strong> strategie<strong>di</strong> prevenzione e controllo.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Il modello <strong>di</strong>namico della trasmissione della tubercolosi è stato sviluppato e la <strong>di</strong>namica calibrataai dati osservati in Italia.Al momento sono in via <strong>di</strong> incorporamento i parametri derivati dalle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> migrazione dapaesi ad elevata incidenza <strong>di</strong> tubercolosiRISULTATI E RICADUTE ATTESE1. I risultati dello stu<strong>di</strong>o saranno utilizzati per integrare strategie <strong>di</strong> prevenzione e controllodell’infezione e malattia tubercolare in coor<strong>di</strong>namento con le altre attività svolte dal centroregionale per il controllo e la prevenzione della tubercolosi umana.COLLABORATORI INTERNI:Silvio Mercadante, Enrica MIGLIORECOLLABORATORI ESTERNI:Dr. Massimiliano Bugiani.RISORSE E FINANZIAMENTO:Regione Piemonte.PUBBLICAZIONI:• Baussano I, Bianco S, Lazzarato F.[Mathematical models of infection transmission]. Epidemiol Prev. 2010Jan-Apr;34:56-60.• Fedeli U, Baussano I.[Health of immigrants in Italy: increasing evidences and forgotten issues in theepidemiological research]. Epidemiol Prev. 2010 May-Jun;34:120-452


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.058Stu<strong>di</strong>o europeo <strong>di</strong> coorti sugli effetti <strong>di</strong> lungo terminedell’inquinamento atmosferico (ESCAPE). Centro <strong>di</strong> TorinoEuropean study of Cohorts for air pollution effects – Turin areaRESPONSABILE: Dr.ssa Clau<strong>di</strong>a GALASSICOORDINAMENTO:Università <strong>di</strong> Utrecht, The Netherlands. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte multicentricoOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Quantificazione degli effetti <strong>di</strong> lungo termine dell’inquinamento atmosferico sulla salute.Messa a punto ed applicazione <strong>di</strong> un modello spaziale per la stima dell’esposizione ad inquinantiatmosferici.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:-Sviluppo <strong>di</strong> una metodologia flessibile per la valutazione dell’esposizione ad inquinamentoatmosferico della popolazione, con particolare riferimento all’esposizione a particolato e biossi<strong>di</strong> <strong>di</strong>azoto. E’ prevista la conduzione <strong>di</strong> campagne <strong>di</strong> monitoraggio condotte ad hoc e la costruzione <strong>di</strong>modelli <strong>di</strong> stima dell’esposizione <strong>di</strong> tipo LUR (Land Use Regression models) per la pre<strong>di</strong>zione delleconcentrazione puntuali dell’inquinante sulla base delle caratteristiche del traffico e del territoriocircostanti ricavate tramite sistemi informativi geografici (GIS).-Applicazione della metodologia <strong>di</strong> stima dell’esposizione ai soggetti inclusi negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorteeuropei selezionati nel centro <strong>di</strong> Torino, per esaminare in particolare l’associazione frainquinamento atmosferico ed eventi sanitari quali patologie respiratorie, car<strong>di</strong>ovascolari eoncologiche, mortalità generale e per cause specifiche.– Sviluppo <strong>di</strong> stime quantitative dell’impatto sanitario dell’esposizione <strong>di</strong> lungo periodo a<strong>di</strong>nquinamento atmosferico.Ricadute attese.Lo stu<strong>di</strong>o contribuirà allo sviluppo <strong>di</strong> stime quantitative dell’impatto dell’esposizione <strong>di</strong> lungoperiodo ad inquinamento atmosferico in <strong>di</strong>verse popolazioni europee per gli effetti sanitariesaminati.Fornirà inoltre una metodologia <strong>di</strong> stima dell’esposizione ad inquinanti atmosferici (particolato ebiossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto) utilizzabile nel contesto <strong>di</strong> altri stu<strong>di</strong> epidemologici.SCALA DEI TEMPI:Lo stu<strong>di</strong>o è stato avviato nel 2008.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Nel corso del 2010 sono state completate le campagne per il monitoraggio degli inquinantiatmosferici. Nel 2011 sono state completate le misurazioni delle concentrazioni degli inquinanti(inclusa la composizione del particolato) e sono state raccolte le informazioni sulle variabiliterritoriali pre<strong>di</strong>ttive per la costruzione dei modelli spaziali LUR.COLLABORATORI INTERNI:Marco GILARDETTI, Enrica MIGLIORE, Daniela RAFFAELE, Carlotta SACERDOTECOLLABORATORI ESTERNI:ARPA Piemonte (E.Cadum, G.Berti, M de Maria, F.Lollobrigida)ARPA Emilia Romagna (A.Ranzi)SCaDU Servizio Sovrazonale <strong>di</strong> <strong>Epidemiologia</strong> (G. Costa, R. Onorati)53


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.058Dip. <strong>di</strong> <strong>Epidemiologia</strong> SSR Lazio (F.Forastiere, G.Cesaroni)Dip. Sanità Pubblica e Microbiologia, Università <strong>di</strong> Torino (R.Bono)RISORSE E FINANZIAMENTO:Il progetto è stato avviato nell’ambito <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> ricerca finalizzato Regione Piemonte e delProgramma strategico “Ambiente e Salute” (capofila : ISS) del Ministero per la Salute.NOTE:STUDI MULTICENTRICICONNESSIONI: stu<strong>di</strong>o ESCAPE http://www.escapeproject.eu/PUBBLICAZIONI:Attese nel corso e al termine del progetto.54


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.060Metilazione del DNA nel tessuto prostatico tumorale e non tumoralecome marker <strong>di</strong> sviluppo e progressione del tumore della prostataDNA methylation in prostate neoplastic and non-neoplastic tissue as amarker of prostate cancer development and progressionRESPONSABILE: Dr. Lorenzo RICHIARDIOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Lo stu<strong>di</strong>o ha lo scopo <strong>di</strong> identificare marcatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e prognosi per il tumore della prostata,in particolare per <strong>di</strong>fferenziare al momento della <strong>di</strong>agnosi i tumori aggressivi da quelli indolenti ecapire, in caso <strong>di</strong> biospia negativa, la probabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tumore della prostata ad unasuccessiva biopsia.I marcatori <strong>di</strong> metilazione riguardano geni can<strong>di</strong>dati (GSTP1, RUNX3, APC, PTX2) e la metilazioneglobale misurata tramite LINE-1.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Il progetto coinvolge <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>:1) Il primo stu<strong>di</strong>o coinvolge due coorti <strong>di</strong> 250 pazienti ciascuna <strong>di</strong>agnosticati presso l’AnatomiaPatologica dell’Ospedale Molinette e seguti nel tempo per mortalità per tutte le cause e mortalitàper tumore della prostata. La prima coorte comprende pazienti <strong>di</strong>agnosticati negli anni ottanta(prima dell’introduzione del PSA), mentre la seconda coorte comprende pazienti <strong>di</strong>agnosticatinegli anni novanta, dopo l’introduzione del PSA. Sui campioni <strong>di</strong> tessuto in paraffina dei pazientiselezionati sono eseguite analisi in PCR per la valutazione del grado <strong>di</strong> ipermetilazione dei genitumore-associati. Viene stu<strong>di</strong>ato anche il ruolo delle metil-transferasi (DNMT3B in particolare) edell'ipometilazione globale sulla soppravvivenza. Limitatamente ai pazienti che hanno avuto unaprostatectomia o una TURP stu<strong>di</strong>amo anche il pattern <strong>di</strong> metilazione e l'ipometilazione globale sultessuto prostatico non-tumorale sia per valutarne la correlazione con il tessuto tumorale sia inassociazione con la sopravvivenza2) Il secondo stu<strong>di</strong>o comprende pazienti visti presso l’Anatomia Patologica dell'Ospedale SanGiovanni Battista <strong>di</strong> Torino che abbiano ricevuto due prelievi <strong>di</strong> tessuto prostatico ad una <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> almeno 3 mesi <strong>di</strong> tempo tra il 1992 ed i primi anni del 2000. Sono arruolati nello stu<strong>di</strong>o 150soggetti con un prelievo negativo seguito da uno positivo per tumore (casi dello stu<strong>di</strong>o) e 150pazienti <strong>di</strong> controllo con due prelievi negativi appaiati ai casi per anno del primo prelievo e<strong>di</strong>stanza intercorsa tra i due prelievi.Per entrambi i prelievi per i casi ed i controlli estraiamo il DNA dai blocchetto <strong>di</strong> tessuto fissato inparaffina. Lo stato <strong>di</strong> metilazione è valutato con la tecnica del pirosequenziamento dopomo<strong>di</strong>ficazione con bisolfito. Il pattern <strong>di</strong> metilazione è confrontato tra i casi ed i controlli e tra laprima e la seconda biopsia.3) E' in corso la pianificazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o collaborativo <strong>di</strong> ampie <strong>di</strong>mensioni innestato nei registriclinici sevdesi, per replicare i principali risultati emersi nei primi due stu<strong>di</strong>SCALA DEI TEMPI:1) Le coorti sono state assemblate e seguite per stato in vita e causa <strong>di</strong> morte. Le analisi <strong>di</strong>laboratorio e le analisi statistiche sulla metilazione del tessuto tumorale e del tessutonon-tumorale e su una variante <strong>di</strong> DNMT3b sono state condotte. Ulteriori analisi sono in corso. Unaserie <strong>di</strong> pubblicazioni sono attese nel corso del progetto2) le analisi sono in corso. Una serie <strong>di</strong> pubblicazioni sono attese nel corso del progettoSTATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Analisi molecolari e statistiche proseguiranno nel corso del <strong>2012</strong>COLLABORATORI INTERNI:55


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.060Laura DE MARCO, Valentina FIANO, Anna GILLIO-TOS, Chiara Grasso, Franco MERLETTI, DanielaZUGNARISORSE E FINANZIAMENTO:Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC)PUBBLICAZIONI:Richiar<strong>di</strong> L, Fiano V, Vizzini L, De Marco L, Delse<strong>di</strong>me L, Akre O, Gillio-Tos A, Merletti F. Promoter methylation inAPC, RUNX3, and GSTP1 and mortality in prostate cancer patients. J Clin Oncol 2009;27:3161-8.Richiar<strong>di</strong> L, Fiano V, Grasso C, Zugna V, Delse<strong>di</strong>me L, Gillio-Tos A Merletti F. Methylation of APC and GSTP1 innon-neoplastic tissue adjacent to prostate tumour and mortality from prostate cancer: a cohort study of 157patients. Manoscritto inviato per pubblicazioneGillio-Tos A, Fiano V, Zugna D, Vizzini L, Pearce N, Delse<strong>di</strong>me L, Merletti1 F, Richiar<strong>di</strong> L. DNA methyltransferase3b (DNMT3b), tumour tissue DNA methylation, Gleason score and prostate cancer mortality: investigatingcausal relationships. Manoscritto inviato per pubblicazioneUlteriori pubblicazioni sono attese al termine del progetto.56


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.061MOBI-KIDS: Rischio <strong>di</strong> tumore cerebrale da esposizione allera<strong>di</strong>ofrequenze durante l’infanzia e l’adolescenza: uno stu<strong>di</strong>omulticentrico internazionaleMOBI-KIDS: Brain cancer risk from exposure to ra<strong>di</strong>ofrequency fields inchildhood and adolescence: a multicentric international studyRESPONSABILE: Dr.ssa Milena MAULECOORDINAMENTO:Stu<strong>di</strong>o italiano: Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino.Stu<strong>di</strong>o Internazionale: Fundació Centre de Recerca en <strong>Epidemiologia</strong> Ambiental (CREAL),Barcellona (Spagna)OBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Indagare le potenziali associazioni tra <strong>di</strong>versi fattori ambientali, in particolare ra<strong>di</strong>ofrequenze ecampi elettromagnetici a bassissima frequenza, e i tumori cerebrali.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Stu<strong>di</strong>o multicentrico nazionale, condotto in quattro regioni italiane (Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Toscanaed Emilia Romagna) ed internazionale, condotto in 16 Paesi europei ed extra-europei. Lo stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>tipo caso-controllo, prevede <strong>di</strong> reclutare circa 2000 casi tra i 10 e i 24 anni e 4000 controlli in treanni (2010-2013).SCALA DEI TEMPI:Febbraio 2011: inizio reclutamento <strong>di</strong> casi e controlliSTATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Il reclutamento e è iniziato in tutti i centri italiani.Il centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento internazionale ha pre<strong>di</strong>sposto un'applicazione elettronica per ilquestionario computerizzato, successivamente tradotto ed adattato da ciascun centro nazionale.E' in corso la raccolta dei dati aggregati su traffico telefonico per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> validazionesull'utilizzo del cellulare.COLLABORATORI INTERNI:Irene CORAZZESI, Laura DAVICO, Laura FIORINI, Franco MERLETTI, Enrica MIGLIORECOLLABORATORI ESTERNI:Graziella Filippini (INN C. Besta, Milano); Lucia Miligi (ISPO, Firenze); Stefano Mattioli (PoliclinicoSant’Orsola-Malpighi, Università <strong>di</strong> Bologna).RISORSE E FINANZIAMENTO:Lo stu<strong>di</strong>o internazionale è stato parzialmente finanziato dalla Commissione Europea nell’ambitodel 7 Programma Quadro (FP7/2007-2013, grant agreement number 226873).Lo stu<strong>di</strong>o nazionale è stato finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Socialinell'ambito della Ricerca Finalizzata 2009.PUBBLICAZIONI:http://www.mbkds.com/57


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.062Utilizzo della metformina e rischio <strong>di</strong> tumori nella popolazione torineseUse of metformin and the risk of cancer in a population based studyRESPONSABILE: Dr.ssa Carlotta SACERDOTECOORDINAMENTO:<strong>CPO</strong> PiemonteOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Molteplici stu<strong>di</strong> epidemiologici suggeriscono che il trattamento con la metformina sia associato aduna ridotta incidenza <strong>di</strong> eventi tumorali e con una ridotta mortalità rispetto a trattamenti con altrifarmaci nei pazienti <strong>di</strong>abetici. L’azione della metformina consiste principalmente nell’attivazionedell’enzima epatico adenosina monofosfato protein kinasi (AMPK), che inibisce la produzione <strong>di</strong>glucosio da parte delle cellule del fegato. Inoltre la metformina facilita il passaggio del glucosio dalsangue ai muscoli. Alcuni stu<strong>di</strong> hanno focalizzato l’attenzione anche su trattamenti alternativi,quali ad esempio la terapia con l’insulina e le sulfoniluree, evidenziando un rischio maggiore <strong>di</strong>sviluppare il cancro nei pazienti trattati con questi farmaci. Comunque, a causa del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>questi stu<strong>di</strong>, è piuttosto <strong>di</strong>fficile valutare se tali risultati siano dovuti ad un rischio maggiore <strong>di</strong>sviluppare il cancro dovuto all’insulina ed alle sulfaniluree, o ad un effetto protettivo dellametformina, o ad entrambi i meccanismi.Il presente progetto propone uno stu<strong>di</strong>o atto a valutare la possibile associazione tra <strong>di</strong>verse lineeterapeutiche ed il rischio <strong>di</strong> cancro in una coorte <strong>di</strong> pazienti <strong>di</strong>abetici piemontesi. Per raggiungeretale obiettivo analizzeremo i dati delle banche dati sanitarie amministrative della regionePiemonte . Inoltre condurremo uno stu<strong>di</strong>o più specifico limitato alla popolazione torinese che èmonitorata dal Registro dei Tumori.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:La popolazione dello stu<strong>di</strong>o è composta da una coorte <strong>di</strong> pazienti trattati con anti<strong>di</strong>abetciidentificati tramite il Registro delle Prescrizioni Farmaceutiche (RPD) tra il 2000 e il 2006 (circa375.000 pazienti). Il tasso stimato <strong>di</strong> copertura della popolazione <strong>di</strong>abetica è intorno al 60% e70% nella regione Piemonte e nell’area metropolitana torinese rispettivamente. Il RPD è undatabase amministrativo che ha registrato tutte le prescrizioni <strong>di</strong> trattamenti per la popolazionepiemontese a partire dall’anno 2000. Questo archivio <strong>di</strong> dati contiene un co<strong>di</strong>ce identificativo perogni soggetto, la data <strong>di</strong> prescrizione, il co<strong>di</strong>ce ATC del trattamento e la sua dose. Uitlizzando leinformazioni del RPD sarà possibile classificare i pazienti in base alle <strong>di</strong>verse combinazioni <strong>di</strong>farmaci a cui sono stati sottoposti. Useremo inoltre l’archivio dei dati delle <strong>Schede</strong> <strong>di</strong> DimissioneOspedaliera (HDR) per identificare i casi <strong>di</strong> cancro nella nostra coorte <strong>di</strong>abetica. L’HDR è unarchivio regionale che registra tutte le <strong>di</strong>missioni ospedaliere della regione Piemonte a partire dal1995.I casi incidenti <strong>di</strong> cancro della mammella ed del colon retto saranno quin<strong>di</strong> identificati nell’archivioHDR tramite un algoritmo validato [Bal<strong>di</strong> I, 2008]. Da uno stu<strong>di</strong>o precedentemente condotto nellanostra Unità è risultato che tale algoritmo è affidabile in quanto, il suo valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo è87.9% e 92.6% per il tumore al colon retto ed al seno rispettivamente [Bal<strong>di</strong> I, 2008]. Inoltre, soloper il sottogruppo della coorte residente a Torino condurremo uno stu<strong>di</strong>o più specifico attraversoun linkage con il Registro Tumori del Piemonte, che registra tutti i casi incidenti <strong>di</strong> tumore occorsinella città <strong>di</strong> Torino (910.504 abitanti aggiornato al 31.12.2009). Questo linkage permetterà <strong>di</strong>raccogliere anche l’informazione sulla morfologia, lo sta<strong>di</strong>o ed il grado del tumore, ed offriràl’opportunità <strong>di</strong> validare i risultati ottenuti sul cancro della mammella ed del colon retto usando idati amministrativi della popolazione regionale. Infine, l’utilizzo del Registro Tumori permetterà <strong>di</strong>estendere le analisi a tutte le altre se<strong>di</strong> tumorali, che non potevano essere identificate consicurezza nel HDR.SCALA DEI TEMPI:Il progetto <strong>di</strong> durata biennale si concluderà nel <strong>2012</strong>. Al termine del progetto sono previstepubblicazioni.58


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.062STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono state condotte le analisi preliminari. Un articolo sarà preparato nel corso del <strong>2012</strong>.COLLABORATORI INTERNI:Giovannino CICCONE, Daniela DI CUONZO, Rosalba ROSATO, Roberto ZANETTICOLLABORATORI ESTERNI:Dott. Roberto Gnavi. Servizio <strong>di</strong> <strong>Epidemiologia</strong> <strong>di</strong> riferimento regionale del Piemonte. ASL 5Piemonte. Via Sabau<strong>di</strong>a 164, 10095 Grugliasco (TO).RISORSE E FINANZIAMENTO:Finanziamento della Rete Oncologica Piemontese.PUBBLICAZIONI:Protocollo dello stu<strong>di</strong>o.59


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.063Stu<strong>di</strong>o pilota multicentrico sugli effetti <strong>di</strong> breve terminedell’inquinamento atmosferico me<strong>di</strong>ante utilizzo <strong>di</strong> dati correnti <strong>di</strong>accesso in Pronto Soccorso.Multicentric pilot study on short term effects of air pollution usingadministrative data on Emergency Department visits.RESPONSABILE: Dr.ssa Clau<strong>di</strong>a GALASSICOORDINAMENTO:Dr Ennio Cadum, ARPA Piemonte, coor<strong>di</strong>natore del progetto multicentrico EPIAIR2 (Sorveglianzaepidemiologica dell’inquinamento atmosferico: valutazione dei rischi e degli impatti nelle cittàitaliane).OBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Valutare l’utilizzabilità dei dati amministrativi correnti sugli accessi in Pronto Soccorso (PS) per lastima degli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico in <strong>di</strong>verse città italianepartecipanti al progetto EPIAIR2.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Lo stu<strong>di</strong>o prevede: a) la ricognizione della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> dati informatizzati sugli accessi in ProntoSoccorso nelle città partecipanti al progetto EPIAIR2; b) la stesura <strong>di</strong> un protocollo operativo chedettagli, tra gli altri, le procedure per l’estrazione degli accessi in PS e le patologie (o gruppi <strong>di</strong>patologie) <strong>di</strong> accesso al PS in<strong>di</strong>viduabili come possibili esiti dell’esposizione a breve termine a<strong>di</strong>nquinamento atmosferico nella popolazione (adulta e infantile); c) la valutazione dellarispondenza degli archivi <strong>di</strong> PS ad una serie <strong>di</strong> requisiti minimi per l’utilizzo (tra i quali, adesempio, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> dati con copertura territoriale e periodo temporale adeguati, la<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> accesso/<strong>di</strong>missione in PS co<strong>di</strong>ficata); d) conduzione <strong>di</strong> analisidescrittive per confrontare l’andamento temporale e geografico degli outcome <strong>di</strong> interesse e pervalutarne la quota che esita in ricovero; e) per le città con idonea <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> dati, conduzione<strong>di</strong> analisi statistiche città specifiche per la quantificazione dei rischi.Lo stu<strong>di</strong>o fornirà importanti elementi conoscitivi sulla possibilità <strong>di</strong> utilizzo dei dati amministrativicorrenti degli accessi in PS per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> eventi sanitari associati alle variazioni degliinquinanti atmosferici. I dati <strong>di</strong> PS possono rappresentare una fonte informativa più accuratarispetto ai dati derivanti dai ricoveri ospedalieri (schede <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione ospedaliera) perl’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> patologie che richiedono un urgente ricorso al servizio sanitario.SCALA DEI TEMPI:Lo stu<strong>di</strong>o è stato avviato nel 2010. Durata del progetto: triennale.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:E' in fase <strong>di</strong> completamento la ricognizione della <strong>di</strong>sponibilità dei dati sugli accessi in ProntoSoccorso (PS) nelle città partecipanti al progetto EPIAIR2, me<strong>di</strong>ante schede informativepre<strong>di</strong>sposte ad hoc e compilate dalle Unità operative responsabili della raccolta dei dati sanitari. E'in fase <strong>di</strong> completamento la stesura del protocollo operativo dello stu<strong>di</strong>o, inclusivo del protocollo<strong>di</strong> analisi statistica; in particolare, è stato pre<strong>di</strong>sposto un algoritmo per l’estrazione dei dati <strong>di</strong>interesse dagli archivi. Per il centro <strong>di</strong> Torino sono state condotte analisi descrittive finalizzate allavalutazione <strong>di</strong> qualita’ dei dati, con particolare attenzione alla analisi degli accessi in PS ripetuti.COLLABORATORI INTERNI:Laura CROSETTO, Andrea EVANGELISTA, Enrica MIGLIORECOLLABORATORI ESTERNI:Gruppo collaborativo EPIAIR2.60


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.063RISORSE E FINANZIAMENTO:Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) Ministero per la Salute(capofila : ARPA Piemonte).PUBBLICAZIONI:Attese al termine del progetto.61


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.064Stu<strong>di</strong>o multicentrico internazionale IARC sulla mortalità dei lavoratoridella gommaIARC multi-centric international study on mortality of rubber workersRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:IARCOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Nonostante l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse sostanze sicuramente cancerogene per l’uomo sia stato abbandonatoda tempo nella moderna industria della gomma, non è certo se il rischio <strong>di</strong> cancro sia statocompletamente controllato. La IARC nel riesaminare l'associazione tra esposizioni cancerogene e<strong>di</strong>nsorgenza <strong>di</strong> tumori umani in specifiche se<strong>di</strong> ha confermato nel 2009 come agente <strong>di</strong> Gruppo 1,"cancerogeno umano certo", il lavoro nell'industria della gomma, con molteplici se<strong>di</strong> bersaglio:leucemie e linfomi, tumori della vescica, del polmone e dello stomaco. Alcuni stu<strong>di</strong> recentisegnalano infatti il perdurare <strong>di</strong> eccessi <strong>di</strong> mortalità per <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong> tumorali, inclusa la vescica.Dall'altro lato, stu<strong>di</strong> su due coorti <strong>di</strong> lavoratori impiegati solo dopo il 1980 in UK ed in Germanianon hanno evidenziato eccessi <strong>di</strong> mortalità tumorale; data l'età relativamente giovanile e illimitato follow-up, la numerosità degli eventi osservabili non permette <strong>di</strong> stabilire se ciòcorrisponda ad un'effettivo controllo dei rischi, o se invece sia da attribuirsi alla mancanza <strong>di</strong>potenza statistica <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong>.La IARC ha perciò deciso <strong>di</strong> promuovere una rianalisi pooled <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> già completati su lavoratorioccupati nell'industria della gomma in perio<strong>di</strong> recenti, nel senso <strong>di</strong> successivi all'adozione <strong>di</strong>misure <strong>di</strong> prevenzione primaria documentate, prima fra tutte la sostituzione dei compostisospettati <strong>di</strong> essere all'origine dell'aumento <strong>di</strong> mortalità tumorale.Due dei principali stabilimenti italiani <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> pneumatici sono entrati in funzione agli inizidegli anni ’60 a Cuneo e circa <strong>di</strong>eci anni più tar<strong>di</strong> ad Alessandria, sono stati oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o daparte nostra e sono rilevanti ai fini dello stu<strong>di</strong>o IARC.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:I dati degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> mortalità sulle coorti <strong>di</strong> Cuneo ed Alessandria, anonimizzati, saranno inseriti neldatabase generale dello stu<strong>di</strong>o multicentrico presso la IARC, Lione.Saranno condotte analisi della mortalità generale e per le cause <strong>di</strong> interesse, con confronti esterni(le popolazioni nazionali dei <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>) ed interni.SCALA DEI TEMPI:Conduzione delle analisi principali nel <strong>2012</strong>.Valutazione e pubblicazione dei risultati nel 2013.STATO DI AVANZAMENTO AL 31-12-11:Pre<strong>di</strong>sposizione e <strong>di</strong>scussione del protocollo generale e del piano <strong>di</strong> analisi.COLLABORATORI INTERNI:MARINE CORBIN, Dario MIRABELLICOLLABORATORI ESTERNI:Kurt Straif, Ann Olsson e Jelle Vlanderen (IARC)PUBBLICAZIONI:Pubblicazioni scientifiche attese al termine del progetto62


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.065Stu<strong>di</strong>o Piccoli+: arruolamento e sorveglianza epidemiologica <strong>di</strong> unacoorte nazionale <strong>di</strong> natiPiccoli+: a national birth cohortRESPONSABILE: Dr. Lorenzo RICHIARDIOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Lo stu<strong>di</strong>o vuole arruolare e seguire nel tempo una coorte <strong>di</strong> nuovi nati reclutati in <strong>di</strong>versi ospedaliitaliani. Lo scopo è quello <strong>di</strong> valutare i determinanti precoci delle malattie e con<strong>di</strong>zioni piùfrequenti dei bambini, quali obesità, asma, problemi dello sviluppoo cognitivo.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Lo stu<strong>di</strong>o coinvolge quattro centri nascita, a Torino, Trieste, Firenze e Roma. Ciascun centronascita arruola 500 bambini al momento del parto. Per ogni bambino sono raccolti un campione <strong>di</strong>sangue cordonale e un campione <strong>di</strong> sangue materno. le mamme rispondono ad un primoquestionario durante il ricovero in ospedale e a successivi questionari a 6 mesi ed 1 anno dalparto.SCALA DEI TEMPI:L'arruolamento è in corso e proseguirà per tutto il <strong>2012</strong>COLLABORATORI INTERNI:Laura DE MARCO, Valentina FIANO, Laura FIORINI, Anna GILLIO-TOS, Silvia PARISI, AssuntaRASULOCOLLABORATORI ESTERNI:Lo stu<strong>di</strong>o è coor<strong>di</strong>nato a livello nazionale da Domenico Di Lallo, Laziosanità -Agenzia <strong>di</strong> SanitàPubblica della Regione LazioRISORSE E FINANZIAMENTO:CCM - Ministero della SalutePUBBLICAZIONI:Pubblicazioni sono attese al termine del progetto63


<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.066Stato <strong>di</strong> metilazione <strong>di</strong> HLA-G, infezione da HPV e neoplasie cervicali:stu<strong>di</strong>o caso-controllo condotto su una popolazione brasilianaHLA-G promoter methylation status, HPV infection and cervicalneoplasia: a Brazilian case-control studyRESPONSABILE: Prof. Franco MERLETTICOORDINAMENTO:Merletti Franco, Gillio Tos AnnaOBIETTIVI GENERALI E SINTESI PROGETTO:Obiettivo principale: valutazione del ruolo delle mo<strong>di</strong>ficazioni epigenetiche (de-metilazione delpromotore) e genetiche (polimorfismi) <strong>di</strong> HLA-G sullo sviluppo <strong>di</strong> lesioni neoplastiche cervicali.La correlazione <strong>di</strong>retta tra il tumore della cervice uterina e la persistenza dell’infezione daPapillomavirus umano (HPV) è riconosciuta, ma il meccanismo che favorisce la persistenza viralenelle cellule cervicali è ancora ignoto. Tra le numerose ipotesi, si annovera la maggiore o minorepre<strong>di</strong>sposizione del sistema immunitario nel controllo e nella risoluzione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong>infezione. Alcune evidenze scientifiche hanno mostrato il possibile coinvolgimento <strong>di</strong> una proteinaimplicata nella soppressione della risposta immunitaria, l’HLA-G, e in particolarenell’immunoescape del tumore dal sistema immunitario.Per valutare il ruolo delle mo<strong>di</strong>ficazioni genetiche ed epigenetiche <strong>di</strong> HLA-G sullo sviluppo <strong>di</strong>lesioni neoplastiche cervicali si è allestito uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo in cui confrontare lo stato <strong>di</strong>HLA-G in soggetti con cellule cervicali atipiche (lesioni CINII -CINIII) rispetto a soggetti con cellulecitologicamente normali, in relazione con lo stato <strong>di</strong> infezione da HPV.MATERIALI, METODI E RISULTATI ATTESI:Meto<strong>di</strong>.Nell’ambito <strong>di</strong> una collaborazione tra l’Unita’ <strong>di</strong> <strong>Epidemiologia</strong> dei Tumori dell’Università <strong>di</strong> Torinoe il centro LIGH (Lab of Immunogenetics and Histocompatibility), Federal University of Paranà,della città brasiliana <strong>di</strong> Curitiba, è stato allestito uno stu<strong>di</strong>o caso- controllo che coinvolge 789donne (tra i 15 e i 47 anni) afferenti a tre centri <strong>di</strong> riferimento per le analisi citologichecervico-vaginali della città <strong>di</strong> Curitiba. La popolazione <strong>di</strong> questa città, non essendo attiviprogrammi organizzati per lo screening del tumore cervicale, e’ caratterizzata da una prevalenza<strong>di</strong> lesioni cervicali <strong>di</strong> alto grado più elevata rispetto a quella italiana. Questo ha permesso laraccolta <strong>di</strong> un’ampia serie <strong>di</strong> campioni da soggetti con lesione cervicale <strong>di</strong> alto grado in un arcolimitato <strong>di</strong> tempo. La serie dei controlli comprende 510 soggetti che hanno ricevuto un esitocito/istologico normale. La serie dei casi comprende 279 soggetti con esito istologico <strong>di</strong> CIN II oCIN III (150 e 129 rispettivamente). Ai soggetti inclusi nello stu<strong>di</strong>o è stato proposto un questionarioper raccogliere informazioni anamnestiche riguardanti dati demografici (età, gruppo etnico, livellod’istruzione) ed abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita (abitu<strong>di</strong>ni sessuali, numero <strong>di</strong> gravidanze, abitu<strong>di</strong>ne al fumo).A tutte le donne partecipanti è stato chiesto <strong>di</strong> donare un campione <strong>di</strong> cellule cervicali e uncampione <strong>di</strong> sangue. Il campione cervicale viene utilizzato per le analisi dello stato <strong>di</strong> infezione daHPV e dello stato <strong>di</strong> metilazione <strong>di</strong> HLA-G. Il campione <strong>di</strong> sangue viene utilizzato per le analisi deipolimorfismi <strong>di</strong> HLA-G.I campioni cervicali <strong>di</strong> tutti i soggetti vengono testati per la presenza <strong>di</strong> HPV-DNA utilizzando iprimer GP5+/GP6+ e i campioni risultati positivi vengono genotipizzati me<strong>di</strong>ante multiplex PCR.Per le indagini sullo stato <strong>di</strong> metilazione e sui polimorfismi del gene HLA-G viene avviata una fasepilota dello stu<strong>di</strong>o che coinvolge un sottogruppo <strong>di</strong> casi (N=96) e <strong>di</strong> controlli (N=76). Lo stato <strong>di</strong>metilazione del promotore del gene HLA-G viene valutato tramite pirosequenziamento e le variantialleliche del gene vengono determinate tramite una meto<strong>di</strong>ca che prevede la combinazione <strong>di</strong> unareazione <strong>di</strong> PCR con sonde specifiche per la sequenza analizzata (SSOP, sequence specificoligonuclotide probes-PCR) e della tecnologia Luminex.Le analisi statistiche confronteranno la serie dei casi e dei controlli rispetto alle misure <strong>di</strong> outcome(mo<strong>di</strong>ficazioni genetiche ed epigenetiche) e ai fattori confondenti (gruppo etnico, livello64


Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)<strong>Epidemiologia</strong> <strong>eziologica</strong>Centro <strong>di</strong> Riferimento per l'<strong>Epidemiologia</strong> e la Prevenzione Oncologica in PiemonteScheda: 4.066d’istruzione, abitu<strong>di</strong>ni sessuali, abitu<strong>di</strong>ne al fumo). I confronti delle analisi <strong>di</strong> metilazioneutilizzeranno il test t <strong>di</strong> Student e l’analisi dei polimorfismi il test chi quadrato <strong>di</strong> Pearson ed il testesatto <strong>di</strong> Fisher.Risultati attesi.Lo stu<strong>di</strong>o darà informazioni sul possibile coinvolgimento <strong>di</strong> HLA-G nello sviluppo <strong>di</strong> neoplasiecervicali: l'eventuale presenza <strong>di</strong> de-metilazione del promotore <strong>di</strong> HLA-G o <strong>di</strong> particolaripolimorfismi <strong>di</strong> HLA-G nei casi rispetto ai controlli potrebbe in<strong>di</strong>care una maggiore pre<strong>di</strong>sposizionealla persistenza virale e allo sviluppo <strong>di</strong> lesioni.SCALA DEI TEMPI:- Entro Dicembre 2011: reclutamento, estrazione <strong>di</strong> DNA dai campioni biologici, analisi dello stato<strong>di</strong> infezione da HPV e genotipizzazione.- Entro Marzo <strong>2012</strong>: analisi pilota dello stato <strong>di</strong> metilazione del promotore <strong>di</strong> HLA-G. Inizio delleanalisi dei polimorfismi <strong>di</strong> HLA-G- Dicembre <strong>2012</strong>: conclusione delle analisi dei polimorfismi <strong>di</strong> HLA-G. Analisi statistiche.STATO DI AVANZAMENTO AL 31/12/2011:Sono al momento stati conclusi i seguenti processi:1. Reclutamento della popolazione in stu<strong>di</strong>o (donne in età 15-47)attuato in Curitiba (Brasile): 279casi (CINII e CIN III)e 510 controlli (citologia normale)2. allestimento del database che raccoglie tutte le informazioni demografiche, anamnestiche eriguardanti stili <strong>di</strong> vita e abitu<strong>di</strong>ni sessuali ottenute dai questionari3. archivio dei campioni cervicali e <strong>di</strong> sangue ottenuti dalle donne partecipanti4. estrazione <strong>di</strong> DNA dai suddetti campioni5. screening per la presenza <strong>di</strong> HPV nei campioni cervicali e genotipizzazione dei campioni positivi6. analisi pilota dello stato <strong>di</strong> metilazione del promotore <strong>di</strong> HLA-G su un sottogruppo <strong>di</strong> 76 controllie 96 casi.Sono in corso:1. analisi dei polimorfismi <strong>di</strong> HLA-GCOLLABORATORI INTERNI:Laura DE MARCO, Valentina FIANO, Anna GILLIO-TOS, Chiara Grasso, Franco MERLETTI, LorenzoRICHIARDI, Morena TREVISAN, Daniela ZUGNACOLLABORATORI ESTERNI:Maria da Graca BicalhoRISORSE E FINANZIAMENTO:Compagnia S. Paolo/FIRMS65

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