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In questo numero: Concilio Vaticano II 2009-2010 - Diocesi ...

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Febbraio16 <strong>2010</strong>Paolo TomasiDomenica 21 febbraio è la prima domenica di Quaresima<strong>2010</strong>, periodo che inizia con il mercoledì delle cenerie termina il giovedì santo prima della messa incoena domini, culminerà Domenica 4 aprile nellafestività della Pasqua di Resurrezione. Cosa significa“Quaresima”; da dove viene annunciato <strong>questo</strong>periodo; cosa significa questa nuova attesa, dopoaver attraversato l’Avvento, altro periodo di attesae, di nuovo, rammentando gli apostoli, timorosi dopola morte del Cristo, senza ancora sapere di esserein attesa dello Spirito Liberatore, datore di scienzae sapienza per annunciare, loro ebrei, ad altriebrei, anche questi in secolare attesa del Messia.Attesa, ancora … e fu Paolo, anche lui ebreo dellatribù di Beniamino, a “rompere” l’attesa, prima ebrea,quindi nell’Aeropago ad Atene, in Grecia, di filosofie di dotti, per spiegare che l’attesa era, da un latoterminata, da un’altro di nuovo iniziata, per individuarenuove speranze e nuovi obiettivi della perfezioneumana … all’interno di una Creazione semprerinnovata, quindi sempre sorprendente (sull’argomentotorneremmo volentieri in un successivo articolo). Quaresimaè tempo “forte” per la conversione. Tempo liturgicoche richiama al senso cristiano del peccato, all’umilepreghiera nella quale si invoca il perdono e sicerca la carità “operosa”, per attenderealla personalevolontà diconversione.Dopo queste considerazioni, forse un po’ pesanti,vorrei alleggerire i toni raccontando una mia piccolaesperienza. Avevo appena sei anni ed ero stato,fieramente, appena nominato chierichetto. Unpomeriggio arrivai in Parrocchia, ben prima dellaMessa (in realtà volevo giocare prima all’oratorioche, però era ancora chiuso), quindi, per non rimanerein strada, andai in chiesa e mi trovai, solo, conil mio vecchio parroco che stava coprendo, essendoin prossimità della quaresima di allora, le immaginisacre con panni di colore viola. Nel mio turbolentocervelletto (beh, rimane ancora un po’ turbolento,mah, così ce me l’hanno dato) ricordai alcunidiscorsi di grandi (allora i piccoli sedevano silenziosiin disparte, mentre i “grandi parlavano”) e ricordaiche uno di loro disse che il colore viola non eragradito agli attori, comunque a coloro che recitavano.Sempre nel mio cervelletto elaborai il concettoche, se il mio parroco aveva scelto il coloreviola, allora lui non era un attore, non recitava, eche quindi la quaresima non era una recita “teatrale”,bensì qualcosa di più serio (invito chiunquead osservare bene i piccoli: loro capiscono ben piùdi quello che sembrino!). Questo, quello che un bambinoqualsiasi percepì della quaresima, che non sarebbediverso da ciò che, da grandi potremmo intuire.La Fedee lariflessione teologica della Chiesa colgononell’<strong>In</strong>carnazione, Passione e Resurrezione del Figliodi Dio la chiave per introdurci ad interpretare correttamentela storia dell’umanità. Riflettiamo sul Cristoche, come scritto nei Vangeli, va nel deserto permeditare nel silenzio e praticare il digiuno: lì arrivail demonio tentatore, per ben tre volte, ed ogni voltavi è una risposta chiara, quella che nella “nostraquaresima”, non quella di uno qualunque, siamo dunqueanche noi chiamati a rispondere: Cristo, Uomoe Dio, ha salvato il mondo portando il creato allasua completa liberazione e l’uomo di fede può, dopodi Lui, e solo ora, guardare il “prima” di Cristo in vistadi Lui (leggi primo Testamento) ed il tempo successivo(leggi secondo Testamento, le Tradizioni ed i Padri)alla Sua morte e resurrezione come lo spazio, diremmoforse anche il tempo, non finito e quello prospettico,per riflettere, tentare di comprendere, quindi approfondirela straordinaria ricchezza della Pasqua attesa,verso cui camminare, credere e sperare: unaPasqua, quindi, ancora di attesa. Già attesa, perchél’attesa e simbolo della virtù della speranza, dell’unionefinale cui siamo tutti chiamati, per celebrareanche noi la nostra Pasqua di Resurrezione, nell’ultimogiorno. Scusate, dimenticavo, di menzionareMaria. Torno indietro, solo per un attimo. Maria edEva sono, in inizio, due donne uguali. La differenzafra di loro sta nel fatto che, di fronte allascelta tra il bene ed il male Eva disse “no”, mentreMaria rispose “si”, ponendosi continuamentenello stato di innocenza primordiale, comedescritto nella Genesi, prima del peccato originale;viceversa Eva (ed ogni uomo) dopoil primo “no” ha continuato, alternativamente,nella negazione, mentre Maria rispose “sempresi” e lo disse, anche nella sofferenza dimadre sotto la croce. Maria, la donna del sì,contrapposta ad Eva, la donna del nò. E, traquel sì e quel nò, ci siamo tutti noi, ognunocon le sue sfumature, a dare la risposta anoi propria.Per <strong>questo</strong> la “nostra” quaresima dovrebbeessere accompagnata da Maria che sapràesserci vicina, con il suo saper essere mamma,sin sotto la Croce, le nostre croci quotidiane,poi nella felicità della “nostra”Pasqua. Rammentando il binomio (chesignifica due nomi) sì-nò, tornando alla Quaresima,rammentiamo come <strong>questo</strong> sia il momentodell’introspezione, dell’esame di coscienzaapprofondito: per conoscere la nostra miseriaela misericordia di Dio; il nostro peccatoe la sua grazia; la sua ricchezza e la nostrapovertà; la sua forza e la nostra debolezza;la nostra tenebra e la sua luce, la nostra solitudineed il suo … bussare alla nostra por-

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