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In questo numero: Concilio Vaticano II 2009-2010 - Diocesi ...

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Febbraio30 <strong>2010</strong>Piombinara :Il castello e la tenutaUna ricerca storica e archeologicad. Dario VitaliIl 19 dicembre scorso è stato presentato nellasala consiliare del comune di Colleferro il volumesu Piombinara, un antico castello con annessatenuta, che ricadeva nel territorio di Colleferro.Alla manifestazione sono intervenuti oltre al nostrovescovo Mons. Vincenzo Apicella, l’On. SilvanoMoffa, il sindaco di Colleferro Mario Cacciotti,l’Assessore alla Cultura di Colleferro GrazianaMazzoli, la Principessa Donna Gesine Doria-Pamphiljed altre autorità.Comincerei con una domanda: cosa ci fa un docentedi teologia alla presentazione di un volumesu una missione archeologica?L’amicizia fa brutti scherzi: l’insistenza di AlfredoSerangeli, direttore dell’archivio <strong>In</strong>nocenzo <strong>II</strong>I diSegni, è all’origine di questa presenza. Che, però,non vuole essere solo di circostanza: la letturadel libro è stata per me fonte di riflessioni nonmarginali anche nel campo della disciplina chemi trovo a maneggiare.Potrebbe sembrare che un ordinario di ecclesiologiaalla pontificia Università Gregoriana debbaoccuparsi unicamente di massimi sistemi, eche realtà “minori”, come questa, non possanoLa Principessa Donna Gesine Doria-Pamphilj durante il suo interventocostituire l’oggetto propriodel suo interesse.Molteplici sono invece i motiviche fanno di <strong>questo</strong> libro untesto che entra a pieno titolonella mia vita ma anche nellemie ricerche.Nella mia vita, - perché,come prete della diocesi diVelletri-Segni, non posso presumeredi capire il presentesenza una conoscenza dellastoria del territorio e dellesue vicende; - perché, comeuomo che proviene da un’altracultura – che si è formatosu graffiti della Val Camonica– e che da molti anni si impegnain un radicamento semprepiù consapevole in questaterra strordinaria. Nelle mie ricerche, - perchédove si intersecano le vie consolari romane,che personaggi straordinari della storia dellaChiesa hanno percorso – da Bruno di Segnia <strong>In</strong>nocenzo <strong>II</strong>I a Filippo Ellis, per ricordare soloalcuni di coloro che hanno fatto grandi questiluoghi – non può trattarsi di un capitolo minoredella ricerca storica; - perché la vita della Chiesanon costituisce un’eccezione rispetto alle dinamichecivili, soprattutto se riferita a un periodoin cui il territorio della Valle del Sacco rientravaprima nel patrimonio di San Pietro e poi nelloStato Pontificio.Il volume costituisce quindi un contributo straordinarioalla ricostruzione di quella Storia, che diventamagistra vitae soprattutto quando si applicaalla trama delle generazioni – mi trovo in <strong>questo</strong>assolutamente d’accordo con AlfredoSerangeli quando dice che al centro della ricercac’è la persona – e mostra come le nostre radiciaffondano in un humus nutrito delle vicendedei padri, che prima di noi e forse più di noi hannoamato questa terra, i quali si sono nutriti deiraccolti resi possibilida un fiume oggi trai più inquinati, i qualihanno difeso unaterra che oggi si trovaa misurarsi con lesfide di un’area metropolitanache, nelmomento in cui concedealcuni vantaggi,impone anche isuoi prezzi.Grazie dunque a chiha scavato: alcuni,materialmente, nellaterra; altri, metaforicamente,negliarchivi, per consegnarciun pezzo di storia che può rendere piùconsapevoli le generazioni di oggi, se si riusciràa distoglierle da una distrazione che ormai èdiventata un modo di essere, un vero e propriofenomento di costume. Peraltro, le parti che compongonoil volume costituiscono tre piccoli saggi– quello di Alfredo Serangeli non è piccolo,componendosi di 77 pagine – che si muovonosu registri differenti ma complementari, elevandoil castello e la tenuta di Piombinara a microcosmoche ci permette di entrare in un mondo piùcomplesso di quanto la nostra supponenza cipermetta di immaginare.Per un comprensione che chiamerei “genetica”,i tre contributi possono essere letti in ordine inverso,partendo dai riscontri sul terreno, per ricostruireil paesaggio così come appariva dalle originial XV secolo, e finalmente vedere comegli uomini di quel tempo vivevano all’interno di<strong>questo</strong> territorio. <strong>In</strong> effetti, la parte terza, su “Lanascita della missione archeologica del castellodi Piombinara”, a firma di Tiziano Cinti e MauroLo Castro, nel momento stesso in cui illustra ilmetodo e gli obiettivi della campagna di scavirealizzata dalla missione archeologica, descriveanche il territorio, ormai sconvolto nel suo disegnooriginario da due grandi vie di comunicazione– l’Autostrada e l’Alta velocità – oltre chedagli insediamenti di una zona industriale e commercialeche tende ad occupare ogni zona agricolaresidua, mettendo sotto gli occhi contrastiimpensabili, come una vaccheria accantoall’Outlet o al Parco giochi prossimo venturo.Il contributo di Angelo Luttazzi su “Il castello diPiombinara e il territorio dalle origini al XV secolo”,descrivendo la viabilità antica, medioevalee moderna, offrendo una mappa documentatadegli insediamenti abitativi, i sistemi di avvistamentoe di difesa, offre una specia di “composizionedel luogo” che costituisce lo scenario sucui collocare i protagonisti della storia, quelle generazionidi uomini e donne che hanno abitato latenuta. A chiarirci il vissuto di quelle generazioniprovvede la prima parte del volume a firmadi Alfredo Serangeli.Il Direttore dell’Archivio Storico “<strong>In</strong>nocenzo <strong>II</strong>I”di Segni conduce da par suo uno studio documentatissimosu “Il mondo di Piombinara nel panoramadello Stato pontificio”. E’ <strong>questo</strong> il sottotitolodi un contributo di 77 pagine titolato “Unatenuta della campagna romana”.Non “La tenuta di Piombinara” , ma “Una tenuta”,eleggendo Piombinara a caso emblematicodi tante tenute della campagna romana, dovele dinamiche sociali, economiche, culturali tendevanoa riprodursi allo stesso modo. Di qui l’interessedello studio, che travalica il caso singoloe costituisce la lettura documentata di un sistemasociale diffuso nello Stato pontificio e nonsolo, e che contribuisce a spiegare tante cosedell’ Italia centrale di oggi, con ovvi riflessi sull’Italia

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