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In questo numero: Concilio Vaticano II 2009-2010 - Diocesi ...

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Febbraio<strong>2010</strong>Sacerdoti nella diocesi21Don Vincenzo FagioloFrancesco Cipollini*I più (segnini e non...) associano a <strong>questo</strong> nomela figura alta e ieratica del cardinale segnino checosì viva memoria ha lasciato di se. Ma, mettendomomentaneamente da parte i miei sentimentidi venerazione filiale nei confronti del penultimo porporatosegnino (l’ultimo è stato il card. Angelo Felicideceduto nel 2007...), vorrei fermarmi con voi a “fare”memoria di un altro grande e instancabile sacerdote,don Vincenzo Fagiolo che i segnini, usi a riconoscerela gente più dal soprannome (‘nnommorain dialetto volsco!) che dal cognome, individuavanocon il soprannome di “Spinaccetto”. Ho dettogrande non per la sua statura (in realtà era dimedia altezza) ma per la sua quotidiana fedeltà alsuo ministero e ho aggiunto instancabile perché nonostantele difficoltà legate all’età e alla sua saluteegli portò avanti il suo impegno con il massimo zelo.L’esistenza terrena di don Fagiolo è racchiusa frail 2 febbraio 1906 data della sua nascita e il 22 giugno1984 data della sua morte. 78 anni di cui 55di sacerdozio: era stato infatti ordinato il 16 marzo1929. Diverse le linee lungo le quali si è dipanatal’attività del suo ministero. Dapprima svolgel’incarico di professore di lettere in Seminario; e diquesta sua attività restò traccia costante nella suavita tanto che nel corso dei suoi ultimi anni pubblicasul Cuore della diocesi quattro componimentipoetici in ottimo latino corredati da opportuna e poeticatraduzione:<strong>In</strong> onore di San Vitaliano, sommo pontefice e compatronodi Segni (pubblicato nel gennaio 1981)<strong>In</strong> onore di San Bruno (pubblicato nel luglio/agosto1981)L’addolorata apre e chiude gli occhi allo scoppiaredella guerra del ’15-’18 (pubblicato nel novembre1982)Andiamo a Bethlehem (componimento che portala data del 23 dicembre 1982 ma è pubblicato nelmaggio 1983).Un bellissimo affresco in cui compaiono le devozionipiù forti per gli abitanti di Segni: la Vergine Addolorata,i due compatroni san Vitaliano e san Bruno e la festache più tocca il cuore dei credenti la nascita di Gesùnel Natale di Betlemme: sicuramente non a casol’attenzione poetica di don Vincenzo si è rivolta versoquesti quattro punti “cardinali” della pietàsegnina; egli ne era interprete per aver vissuto pienamentela vita di fede della popolazione.<strong>In</strong>fatti dopo l’incarico in seminario aveva assuntoil servizio di arciprete parroco della parrocchia disan Pietro, nella parte alta della città. Non era unagrande parrocchia ma resta testimonianza viva delsuo zelo nell’organizzare i pellegrinaggi presso ilsantuario della SS.ma Trinità in Vallepietra, nel curarei ritiri di perseveranza degli uomini allargati ancheoltre i confini della parrocchia. Lascia la parrocchiail 13/11/1957 e diviene dapprima Beneficiato(1/2/1958) della Cattedrale e poi canonico(18/10/1960). Il tratto, a mio avviso, estremamentecaratteristico della freschezza del suo sacerdozio,anche in prossimità della fine della sua esistenzaterrena, era la dedizione con cui portava avanti laformazione religiosa nella locale scuola elementare.Non esisteva ancora l’<strong>In</strong>segnamento della ReligioneCattolica come lo conosciamo oggi, tale approfondimentoera demandato alle insegnanti curriculari che si avvalevanodella collaborazione di sacerdoti che intervenivanoin classe. Don Vincenzo, anche ultrasettantacinquenne,continuò a svolgere il suo preziososervizio in classe contribuendo alla formazionecristiana ed umana delle giovani generazioni.Chi lavora con i bambini sa quanto sia difficilee complessa la loro formazione religiosa. Certamenteuna capacità e un merito che dobbiamo riconoscerea don Vincenzo, anche perché la sua attività erasvolta completamente a titolo gratuito. Un mio carissimoamico, Mario Depaolis (più noto come“Gnitta” e ormai oggi quarantaseinne) mi raccontache nei primi anni ’70 (1972/1973) egli, alunnodelle scuole elementari, partecipava alle lezioni dicatechismo che il nostro don Vincenzo svolgeva conl’ausilio di un piccolo proiettore che gli consentivadi mostrare delle immagine a colori sulla vita deisanti; e le sue lezioni erano così interessanti cheegli, una volta, non volle assentarsi da scuola perrecarsi con la madre presso il locale mercato chesi teneva proprio il mercoledì giorno in cui si svolgevanogli incontri. Un intervento didattico diremmooggi “multimediale” che dimostra quanto il nostrodon Vincenzo fosse attento alle opportunità offertedal mondo a lui contemporaneo e aperto a tuttociò che poteva essere strumento di predicazione.La sua vita è costellata di diversi impegni rilevanti.Nel 1963 è lui a tenere il panegirico in occasionedella festa di San Vitaliano. Nel 1966, conaltri sacerdoti, tiene corsi di formazione sui nuovidocumenti che il <strong>Concilio</strong> Ecumenico <strong>Vaticano</strong> <strong>II</strong> avevaemanati; il canonico Fagiolo si occupò della dichiarazioneconciliare sulla libertà religiosa: la Dignitatishumanae. Sempre nel 1966 (il 25 novembre) i suoiconfratelli lo elessero, per la durata di un biennio,come membro del primo consiglio presbiterale chel’allora vescovo diocesano, il compianto mons. LuigiMaria Carli, costituiva per la prima volta dopo le indicazionidel <strong>Concilio</strong> Ecumenico <strong>Vaticano</strong> <strong>II</strong> (Decr.Presbyterorum Ordinis, n.° 7). <strong>In</strong> riconoscimentodella sua preparazione svolse l’incarico di canonicoteologo della Cattedrale di Segni (dal 1° luglio1970). Fu molto attivo anche durante il dibattito politicoin occasione dell’approvazione della legge suldivorzio, diffondendo opuscoli e organizzando incontridi formazione contro il referendum. Proprio comecanonico, assicurava quotidianamente la celebrazioneeucaristica. Il suo impegno lo portò avanti anchequando le difficoltà alla vista lo costringevano a seguirele parti sul messale con l’ausilio di una pila elettricaper garantire una illuminazione migliore e diuna forte lente di ingrandimento per riuscire a leggere.Dopo la celebrazione, specialmente nella bellastagione, si concedeva una passeggiata fino allavicina porta saracena, la strada libera da automobilie abbastanza piana, gli consentiva di muoversi consicurezza.Le difficoltà non gli impedirono di conservarela serenità e l’abbandono alla volontà del Padre,accettando quello che la vita gli offriva e riuscendoa scorgervi un dono del Signore. Molto vicinoalla spiritualità francescana,volle essere accompagnato nelsuo ultimo viaggio dal cantoche i devoti rivolgono alla santissimaTrinità che si venerain Vallepietra (Fr). A confermadi questa sua devozione“trinitaria” mons. FrancoFagiolo mi conferma che agliinizi degli anni Ottanta avevaespresso la volontà di pubblicareuna musicassetta(all’epoca i CD non c’erano ancora...)con l’inno che viene eseguitodai devoti nel santuario.Pertanto riunì il Coro GiovanileDon Vincenzo Fagiolodi Segni, ora come allora diretto dallo stesso mons.Fagiolo, e la Banda Musicale Città di Segni, alloradiretta dal maestro Eugenio Blonk Steiner, pressola chiesa di San Pietro a Segni per registrareuna esecuzione dell’inno che potesse poi essereutilizzata per <strong>questo</strong> scopo. La registrazione è ancorain possesso di don Franco, il quale attesta ancheche don Vincenzo era un appassionato di musicasacra polifonica, ed era solito prestargli i suoi dischiper registrarli: del resto chi non conosce anche lasua di passione musicale? Don Vincenzo ci lasciaun esempio ancora vivo a distanza di 26 anni dallasua morte, i sacerdoti in servizio a Segni (e pensoanche quelli in servizio fuori sede!) ricordano lasua modestia e la sua semplicità: trattare con luiera come trattare con un fratello maggiore che, piùche insegnare, intendeva il suo servizio come aiutonel percorrere le strade della vita. Vorrei chiuderecon le parole che egli ha dedicato alla VergineAddolorata: Quae nunc beata incolis/coeli venustalimina/adhuc periclis obvios/ mater memento filios[Tu che ora abiti nelle splendide dimore del cielo,ricordati, o Madre, dei figli ancora esposti al pericolo].Maria dal cielo, dove si trova certamente incompagnia di don Vincenzo, ci benedica e ci accompagniall’inizio di <strong>questo</strong> nuovo anno!*Docente IRC e storico della ChiesaP.S.:Chissà se don Giorgio ha avuto riscontri al suo articolo?Io non posso dire di aver ricevuto molte e-mail... Ma non mideprimo. Lascio di nuovo il mio indirizzo chissà che qualcunonon voglia condividere con noi i suoi ricordi...Allora: cifrax@tiscali.it, aspetto con ansia!

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