12.07.2015 Views

In questo numero: Concilio Vaticano II 2009-2010 - Diocesi ...

In questo numero: Concilio Vaticano II 2009-2010 - Diocesi ...

In questo numero: Concilio Vaticano II 2009-2010 - Diocesi ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Febbraio6<strong>2010</strong>Sara GilottaA metà di gennaio verrà pubblicato l’epistolarioche raccoglie cinquant’ anni di una storia di eccezionaleamicizia, quella tra una donna WandaPoltawska, e Don Karol Wojtila, divenuto nel1987 Papa Giovanni Paolo <strong>II</strong>, il pontefice amatoda tutti, il pastore capace di aprire i cuori conla sua fede, ma, prima ancora, con la sua umanitàprofonda, che riusciva ad attirare tutti a sé,per condurli per mano verso Gesù. Ho avuto lapossibilità di leggere alcune di quelle lettere chei due connazionali si sono scambiati per un ì lungoordine d’ anni e mi sono commossa, provandola medesima emozione, che provavo quando Losentivo parlare con la sua inconfondibile voce,ma soprattutto con quelle parole che entravanonel cuore, perché nate dall’amore. Parole cheavvertivo, come fraterne ed affettuose, oltre chericche di insegnamenti indimenticabili che mi hannopermesso, non solo di rafforzare la mia fede,ma di guardare ad essa con spirito nuovo, nellaconvinzione che la fede è cammino ininterrotto,ricerca diuturna, ma anche luogo per antonomasia,in cui coltivare l’amore per l’altro, perriconoscervi l’orma divina. Don Karol dall’inizioe fino alla fine firmava le sue lettere con una semplicesigla “FR”, che altro non è se non l’abbreviazionedi fratello, perché tra i due si era instaurato unaffetto davvero fraterno, una confidenza fatta disincerità e di fiducia reciproca, oltre che di grandeaffetto, che è tipica solo dei fratelli.Di lei Don Karol, come dice nella lettera scrittasubito dopo la elezione al soglio di Pietro, nonaveva mai dimenticato la deportazione aRavensbruck (e chi ha visitato quel campo diconcentramento può seppur molto da lontanocomprendere che cosa ciò abbia potuto significare)rivelatagli dal marito e le sofferenze chelei aveva affrontato, arrivando a scrivere : “ ènata nella mia consapevolezza la convinzioneche Dio mi dava e mi assegnava a te, affinchéin un certo senso io “compensassiquello che avevisofferto lì. E ho pensato:“ lei ha sofferto alposto mio”. Parolestraordinarie nella lorosemplicità, che toccanoil cuore, ma senza dubbiosono la testimonianzadi una realtà che si tendea dimenticare con facilitàe cioè quella per cuila sofferenza di ognunofa ricadere i suoi effettibenefici su tutti coloroche la “notte”sonoriusciti a viverla perconsolidare la fede e lafiducia in Dio. E poi lalettera scritta in occasionedel primo Natale daPapa, in cui, a ribadirela sua amicizia e il suoaffetto dice: “ Oggi è lavigilia di Natale: <strong>In</strong>sieme ci siederemo a tavola,insieme canteremo i canti natalizi, ci divideremol’oplatek e ci faremo gli auguri……ma tuè un bene che continui a scrivere tutto, perchéso che solo al fratello puoi dire tutto. Leggendociò che scrivi, in qualche modo sono con te. <strong>In</strong>seguito rifletto su quello e prego sul canovacciodi quello che ho letto…<strong>questo</strong> era il mio metodoper essere fratello.Ed anche ora faccio lo stesso.“ Un fratello, dunque, che sapeva ascoltare,che meditava sulle parole scrittegli, per pregaresu quanto letto, ma anche per continuarenella preghiera il colloquio con colei che affidavala sua anima e la sua storia di vita all’amico chela comprendeva e la sosteneva Un affetto quellotra queste due creature, mai interrotto, tantoche è stata Dusia (è il diminutivo di Wanda)come dice lei stessa, a rimanere accanto al capezzaledel Papa morente a leggere le pagine diun libro intitolato “La città libera”. Non conosco<strong>questo</strong> libro, ma mi piace pensare che la cittàlibera possa essere il luogo per antonomasia dellaperfetta libertà e del perfetto amore, quel Paradisoverso il quale il grande animo del Papa stavaavvicinandosi e dove avrebbe trovato il giustopremio delle sue virtù. Le virtù di un Santo, nonsolo perché ha compiuto quel miracolo di cui laChiesa ha bisogno per la canonizzazione, maperché ha rappresentato e continua a rappresentareanche per chi non ha avuto la fortunadi godere della sua fraterna amicizia, un altissimoesempio di carità, quella carità che è il fulcrodell’insegnamento dei Vangeli, la cui voceEgli ha ripetuto forte e chiara in tutte le parti delmondo, per farsi ascoltare da tutti e soprattuttofarsi comprendere da tutti , con un unico fine,quello di rinnovare e rinsaldare la fede e quello,forse ancor prima, di ricordare a tutti che “aprirele porte a Cristo “ può essere molto più facilee molto più bello di quanto il mondo con lesue contraddizioni e i suoi limiti, e purtroppo isuoi mali, permetta troppo spesso di comprendere.Poesia per il Santo PadreGiovanni Paolo <strong>II</strong>16 Ottobre 1978, 16 Ottobre 2003,Santo Padre,oggi festeggi 25 anni diPontificato,sei Pastore della Chiesa, Dio Ti hadato un grande lavoro da portareavanti.La Tua vita è un calvario, la volontàdi lavorare Ti fa dimenticarele Tue sofferenze, vorrei esserela terra dove posi i Tuoi piedi e sentirela Tua presenza.Quanta bontà c’è in Te, quanto amoresai dare alla gente che soffre,sei un raggio di sole nella tempesta.Sei amato e rispettato da tuttoil mondo,quando stai male implori MariaMadre di Dio che Ti aiuti,non Ti arrendi mai.Parli al mondo come nessuno sa parlare,fai sentire il Tuo grido contro laguerra,vuoi stare vicino alla gente;che emozione vedere la Tua manobianca che stringe la manodi un bambino di colore,i Tuoi capelli si sono sbiancati,la Tua mamma Ti ha lasciato in teneraetà anche stando in mezzo allagenteTi puoi sentire solo,che Dio Ti faccia realizzare i Tuoisogni.Sei amico della gioventùche è il futuro del mondo,chiedi libertà e rispetto per i debolipreghi Dio che Ti aiuti a superare ledifficoltà,parlando di Dio sappiamo che esiste.Vai negli ospedali a trovaregli ammalati per dare conforto a chisoffre.Sei andato nelle carceri dove ci sonoi prigionieri che soffrono di nonpoter uscire,di non poter cogliere un fiore, toccareun albero sentire il vento che liaccarezza, e ascoltareil canto degli uccelli,che Dio abbia misericordia anchedi chi non lo merita.Velletri 16 Ottobre 2003

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!