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Progettare una lezione di letteratura.pdf

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Laboratorio <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica della Letteratura Italiana Lezione 63) selezionare i contenuti <strong>di</strong>sciplinari e organizzarli in schemicoerenti e integrati;4) in<strong>di</strong>viduare metodologie e attività funzionali all’acquisizionedegli strumenti concettuali e operativi delle <strong>di</strong>scipline e allavalorizzazione degli stili cognitivi e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento;5) promuovere i processi metacognitivi e autovalutativi;6) rilevare oltre che i prodotti i processi messi in atto;7) certificare i risultati in termini <strong>di</strong> padronanze.Per questo occorre che lo studente sia messo al centro delprocesso <strong>di</strong> insegnamento-appren<strong>di</strong>mento e ciò vale anche per ladefinizione del contesto, dei tempi, delle attività. Le scienze cognitiveinsegnano che- la nuova conoscenza si struttura me<strong>di</strong>ante significative connessionicon le conoscenze precedenti (superamento dell’idea della mentecome tabula rasa, su cui l’insegnamento incide). Sappiamo così chenon è possibile per la mente elaborare nuovi dati se questi nonpossono essere messi in relazione con dati <strong>di</strong> conoscenzapreesistenti 1 ;- il contesto, cioè la situazione <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, guida la nostrapercezione, inducendoci a selezionare elementi utili e che i processi <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento si avvantaggiano dell’interazione cognitiva nelgruppo 2 ;- l’attenzione e la memoria sono influenzate dalla <strong>di</strong>fficoltà del compitoe dal sovraccarico cognitivo;- nel processo <strong>di</strong> insegnamento-appren<strong>di</strong>mento occorre tenere presentinon soltanto le capacità cognitive generali 3 , ma anche quellespecifiche degli in<strong>di</strong>vidui, i loro “stili cognitivi” 4 .2. La <strong>lezione</strong>: le fasiLa <strong>lezione</strong> <strong>di</strong> <strong>letteratura</strong> è spesso coincisa con la <strong>lezione</strong> cattedratica.L’insegnante “affabulatore”, spesso innamorato della sua materia, a volte1 Cfr. i concetti <strong>di</strong> “appren<strong>di</strong>mento significativo” e <strong>di</strong> “organizzatori anticipati” <strong>di</strong> Ausubel (D.P. Ausubel, Educazionee processi cognitivi. Guida psicologica per gli insegnanti, Milano, 19872 Cfr. le teorie <strong>di</strong> Vygotskj, riprese negli stu<strong>di</strong> sull’appren<strong>di</strong>mento cooperativo3 Utile la definizione <strong>di</strong> “zona <strong>di</strong> sviluppo prossimale” <strong>di</strong> Vygotsky4 Cfr le ricerche <strong>di</strong> Sternberg sugli “stili cognitivi” (R.J. Sternberg, Teorie dell’intelligenza, Milano, 1987) e <strong>di</strong>Gardner sulle intelligenze multiple (H. Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza,Milano,1987)Docente: Paola Consoli 3

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