S. Dettori, M.R. Filigheddu, F. Fioririconosce il ruolo importante che l’olivo ha nella formazione delle superfici vegetali delle regionimeri<strong>di</strong>onali e, quin<strong>di</strong>, nella <strong>di</strong>fesa del territorio e dell’ambiente. In particolare l’art. 4, comma 2, del Reg.(CE) n. 1334/2002 in<strong>di</strong>vidua, tra le attività ammissibili al finanziamento le operazioni collettive <strong>di</strong>mantenimento degli uliveti ad alto valore ambientale a rischio <strong>di</strong> abbandono, attuate in conformità dellecon<strong>di</strong>zioni stabilite dall’autorità nazionale competente sulla base <strong>di</strong> criteri oggettivi.Ma l’olivicoltura algherese deve essere tutelata anche nelle aree “<strong>di</strong> frangia” tra centro urbano ecampagna, dove la funzione agricola non dovrebbe essere sacrificata a quella dell’e<strong>di</strong>lizia residenziale; intal senso ha legiferato la Regione Sardegna: valorizzare le vocazioni produttive delle zone agricolegarantendo, al contempo, la tutela del suolo e delle emergenze ambientali <strong>di</strong> pregio… e ancora Nellaformazione <strong>di</strong> nuovi piani urbanistici comunali <strong>di</strong> revisione <strong>di</strong> quelli vigenti o me<strong>di</strong>ante apposita variante,i Comuni tutelano le parti <strong>di</strong> territorio a vocazione produttiva agricola e salvaguardano l’integritàdell’azienda agricola e rurale (D.P.G.R. 3 agosto 1994 ex art. 8 L.R. Sardegna 45/89). Ciò suggerisce latutela dell’unitarietà aziendale favorendo piuttosto il rior<strong>di</strong>no fon<strong>di</strong>ario che non un’ulterioreframmentazione, anche perché le aziende con superficie inferiore all’ettaro potrebbero non essereammesse ai contributi comunitari. D’altra parte non si può, realisticamente, <strong>di</strong>menticare la presenza degliinse<strong>di</strong>amenti abitativi, che devono poter convivere con la funzione agricola degli oliveti godendo <strong>di</strong> tuttele infrastrutture necessarie per un’elevata qualità della vita.In definitiva le superfici occupate dall’olivo sono più che raddoppiate dalla fine dell’Ottocento ad oggi,ma l’analisi <strong>di</strong>acronica si è svolta delimitando in cartografia i poligoni <strong>di</strong> territorio, senza analizzare indettaglio lo stato e il benessere- la numerosità delle piante, ad esempio- all’interno <strong>di</strong> ogni unità. Risultaevidente, sia dall’analisi cartografica che dai sopralluoghi in campo, che l’espansione e<strong>di</strong>lizia hainteressato gli oliveti. Pare, quin<strong>di</strong>, opportuna e urgente la realizzazione <strong>di</strong> una specifica indagine e <strong>di</strong> unaCarta Tematica degli Oliveti Algheresi che in<strong>di</strong>vidui categorie riconducibili alle <strong>di</strong>fferenti fasi storiche eai relativi paesaggi rurali:a) Oliveti intensivi, realizzati dopo il 1970: densità >200 p/hab) Oliveti consociati (con vite, mandorlo, ecc) realizzati dall’ETFAS tra il 1960 e il 1970c) Oliveti storici del XIX e XX secolo, a me<strong>di</strong>a densità: 100-150 p/had) Oliveti ra<strong>di</strong> (degradati), testimoni dell’erosione degli oliveti storici nelle fasce periurbanee) Piante sparse, relitti degli stessi soprassuoli in un ambito ormai urbanoLa stessa Carta può rientrare in un eventuale SIT comunale per raccordarsi con la normativa urbanistica efavorire l’elaborazione <strong>di</strong> linee guida per un’opportuna valorizzazione della fascia periurbana. Ciòconsentirà un facile raccordo con l’appena costituito SITR della Regione Sardegna(www.sitos.regione.sardegna.it/entilocali/pianificazione_territoriale), sistema informativo territorialefinalizzato a sod<strong>di</strong>sfare le necessità <strong>di</strong> pianificazione territoriale degli Enti competenti. L’approccioolistico è in linea anche con la necessità <strong>di</strong> una strategia globale in<strong>di</strong>cata in “Agenda 2000”, daconcretizzare nell’ambito del Reg. 1257/99 (Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale, oggi in fase <strong>di</strong> revisione e rilancio)con interventi territoriali quali il CTE (Contratti Territoriali <strong>di</strong> Impresa Agricola) e il CAD (Contratsd’Agriculture Durable) già sperimentati in Francia. Gli interventi mirano a collegare il progettoin<strong>di</strong>viduale d’azienda con l’obbiettivo generale <strong>di</strong> sviluppo dell’intero territorio sul quale sono stateidentificate, in forma partecipata e a livello collettivo, le <strong>di</strong>verse priorità <strong>di</strong> intervento (Giacomini eDonati, 2005).In conclusione gli oliveti algheresi, antichi o contemporanei, possono trovare nella multifunzionalitàdell’azienda olivicola un nuovo ruolo nel mantenere l’elevata qualità <strong>di</strong> vita che è propria del territorio <strong>di</strong>Alghero.10
L’oro <strong>di</strong> AlgheroBIBLIOGRAFIABaldoni L., Pellegrini M., Mencuccini M., Mulas M., Angiolillo A., 2000. Genetic relationships amongcultivated and wild olives revealed by AFLP markers. Acta Horticulturae, 521: 275-284.Ban<strong>di</strong>no G., Mulas M., Sedda P., Moro C., 2001. Le varietà <strong>di</strong> olivo della Sardegna. Consorziointerprovinciale per la Frutticoltura <strong>di</strong> Cagliari, Oristano e Nuoro. Cagliari, 253 pp.Ban<strong>di</strong>no G., Dettori S., 2001. Manuale <strong>di</strong> Olivicoltura. Consorzio interprovinciale per la Frutticoltura <strong>di</strong>Cagliari, Oristano e Nuoro, 378 pp.Barbera G., Inglese P., La Mantia T., 2005. La tutela e la valorizzazione del paesaggio dei sistemitra<strong>di</strong>zionali dell’olivo in Italia. Estimo e Territorio, 68, 2.Giacomini C., Donati M., 2005. Ambiente ed olivicoltura italiana. In “Le imprese olivicole e lamultifunzionalità”, UNAPROL, Roma, 254 pp.Idda L., 1983. La Sardegna deve puntare su un olivicoltura competitiva. Agricoltura Informazioni, Suppl.al n.3.Idda L., Furesi R., Madau F.A., Rubino C., 2004. L’olivicoltura in Sardegna. Aspetti economici eprospettive alla luce <strong>di</strong> un’analisi aziendale. Quaderni <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Politica Agraria n°2, pagg.102.Istat, 2002. 5° Censimento Generale dell’Agricoltura. Roma, 2000.Loumou A., Giourga C., 2003. Olive groves: “The life and identity of the Me<strong>di</strong>terranean”. Agricultureand Human Values 20: 87–95Milella A., 1957. Contributo allo stu<strong>di</strong>o delle cultivar sarde <strong>di</strong> olivo. 1) Indagini condotte in provincia <strong>di</strong>Sassari. Stu<strong>di</strong> Sassaresi, sez. III, Ann. Fac. Agr. Sassari, V: 40-67.Regione Autonoma della Sardegna, 1998. Carta dell’Uso del Suolo. www.regione.sardegna.itSolinas M., 1991. La qualità dell’olio d’oliva e i fattori che la influenzano. Atti “Problematichequalitative dell’olio <strong>di</strong> oliva”, Sassari 6/11/1990, a cura <strong>di</strong> S. Dettori e M.R. Filigheddu, pagg. 23-56.USDA (US Dept. of Agriculture) Soil Survey Staff, Soil Conservation Service, 1975. Soil Taxonomy,Agriculture Handbook 436, 1st ed., Washington DC.11