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PRESI NEL SACCHETTO - Nuovoconsumo.it

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strumenti su cui agire per incentivarecomportamenti virtuosi da parte dic<strong>it</strong>tadini e amministrazioni locali puòessere la leva fiscale». La bolletta deirifiuti è cresciuta in maniera esorb<strong>it</strong>ante.La gente fa fatica a capire e soprattuttosi sente deresponsabilizzata da chi dovrebbeaccompagnare serie pol<strong>it</strong>iche direcupero e smaltimento dei rifiuti solidiurbani con un’altrettanto seria pol<strong>it</strong>icadi incentivi sulle tariffe. «Nel nostroPaese mancano ancora una parte delleinfrastrutture necessarie per perfezionareil ciclo dei rifiuti, ma soprattutto mancanopol<strong>it</strong>iche a monte del ciclo stesso,con strumenti premiali e sanzionatori aseconda dei comportamenti adottati dac<strong>it</strong>tadini e aziende», aggiunge RobertoBarbieri, presidente della Commissioneparlamentare d’inchiesta sul ciclo deirifiuti. Anche la scienza è d’accordo.«Certo, se i c<strong>it</strong>tadini vedono che i lorocomportamenti virtuosi oltre a fare beneall’ambiente, fanno bene anche al portafoglio,si convinceranno più facilmentea collaborare con le amministrazioniper incrementare la raccolta differenziata»,dichiara Stefano Raccanelli, delConsorzio Interunivers<strong>it</strong>ario di Chimicaper l’Ambiente di Mestre. Il Comieco(Consorzio Nazionale Recupero e Riciclodegli Imballaggi a base Cellulosica) hafatto i conti: la mancata attivazionedella raccolta differenziata della carta edel cartone in Campania tra il 1999 e il2005 è costata 102 milioni di euro.Lezioni diRECUPEROEppure la Campania vanta il più importantepolo cartario del Mezzogiornocon ben 4 cartiere in grado di produrreoltre 180mila tonnellate l’anno dicarta riciclata. Ma le responsabil<strong>it</strong>àdei c<strong>it</strong>tadini vengono dopo quelle dichi li governa. «Dobbiamo scioglierei consigli comunali che non fanno laraccolta differenziata, perché chi nonrecupera i rifiuti fa un danno economicoe ambientale», dice TommasoLE CITTÀ PIÙ DIFFERENZIATEc<strong>it</strong>tà 2006 (%)Reggio Emilia 46,8Padova 38,9Torino 36,7Brescia 35,8Ravenna 35,6La classifica della raccolta differenziataper regioni vede al primo postoil Trentino (49,1) segu<strong>it</strong>o da Venetoe Lombardia. In coda il Molise conappena il 5 per cento di raccoltadifferenziata, mentre nella tanto discussaCampania, con il suo 11 percento, s<strong>it</strong>uazioni lim<strong>it</strong>e come quelladella provincia di Caserta – doveaddir<strong>it</strong>tura la raccolta differenziataè in calo – si accompagnano a s<strong>it</strong>uazionidi eccellenza come MercatoSan Severino (20mila ab<strong>it</strong>anti e 55per cento di raccolta differenziata);Scafati (50 mila ab<strong>it</strong>anti e 40 per centodi raccolta differenziata); Salernoche nel 2008 si appresta ad avviare unnuovo progetto di raccolta differenziatadomiciliare, il cosiddeto Portaa porta su cui tante amministrazionicomunali stanno già puntando.Sodano, Presidente della commissioneambiente del Senato. Ma il recuperoda solo non è la soluzione defin<strong>it</strong>iva alproblema del rifiuti. Così come nonlo sono le discariche e gli incener<strong>it</strong>ori.«Le discariche sono pericoloseperché a lungo andare inquinano epoi occupano suolo e modificano ilpaesaggio – osserva Katia Ledonne– ma siccome non possiamo abolire irifiuti per legge bisogna agire su tuttii fronti, riduzione, recupero, riuso».Poi però qualcosa bisognerà bruciareo, come si usa dire oggi, termovalorizzare.«Attenzione però a cosa cisi butta dentro i termovalorizzatorinel senso che la parte energetica deirifiuti deve essere preparata con cura,non possiamo bruciare tutto», precisaKatia Ledonne. Secondo uno studio diNomisma Energia, il combustibile darifiuti di qual<strong>it</strong>à (Cdr-Q) è talmentericco che vale la bellezza di 300 europer tonnellata, cioè 30 centesimi perchilogrammo. Dentro c’è dell’energiaperché ci sono imballaggi di cartae plastica: su 33 milioni di tonnellatedi rifiuti prodotti, il riutilizzoenergetico di soltanto 8 tonnellateconsentirebbe una riduzione dellabolletta dei rifiuti di un 20-30 percento l’anno che tradotto in soldonifa 100 euro in meno all’anno per lefamiglie. Insomma, perché buttare viaquesta ricchezza enorme? Basterebbefare una raccolta differenziata seria econsistente da cui ottenere un Cdrdi qual<strong>it</strong>à, prenderlo e scaraventarlosemplicemente in una centrale elettricao in un cementificio.Mi rifiutoEsperienze in tal senso ce ne sono già.A Venezia, per esempio, si va già incentrale elettrica con il Cdr. Come dire,fare di necess<strong>it</strong>à virtù. «Dei termovalorizzatorinon possiamo fare a meno– dice Roberto Barbieri – ma devonoessere costru<strong>it</strong>i con le migliori tecnologievalutandone attentamente l’impattoambientale complessivo. Se aumentanole emissioni, infatti, è anche vero chei termovalorizzatori “spengono” altrefonti inquinanti, quindi alla fine ilbilancio può essere comunque pos<strong>it</strong>ivo».Non tutti ovviamente la pensanocosì. «E le ceneri prodotte dai termovalorizzatoridove vanno? – si chiedeSodano –. In Germania, per esempio,vanno nelle miniere di salgemma, lenostre invece non lo sappiamo. Ancheil m<strong>it</strong>ico impianto di Brescia non ha unpiano per le ceneri». Insomma buonaparte della soluzione del problema deirifiuti è nelle mani della tecnologia. Piùraccolta differenziata, meno discariche,e termovalorizzatori efficienti. Bisognaagire su tutte le leve: a cominciare daquella della riduzione della produzionedi volumi spropos<strong>it</strong>ati di rifiuti. Ebisogna che ognuno faccia la sua partefino in fondo. A cominciare da chiamministra la cosa pubblica.18 NUOVO CONSUMO

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