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un caffè letterario - Comunità Italiana

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18Gennaio / 2005Gennaio / 200519GIUBBE ROSSE: <strong>un</strong> caffè <strong>letterario</strong>Un luogo diriferimentoPer che cosa questo piccoloborghese di Caffèsia diventato così indispensabilealla vita deiletterati e degli artisti fiorentininon so. Scomodo. tetro,l<strong>un</strong>ghi androni che ricordanocerte sale di aspetto in stazioncinedi campagna, gelidoe f<strong>un</strong>ereo d’inverno, popolatodi gente che sventola i giornalilocali e sputa sotto i tavolini...Dicono che <strong>un</strong>a voltavi si stava bene; <strong>un</strong>a volta,cioè ai tempi di Papini e diSoffici. Ma, in quanto luogodi riferimento, è meravigliosoche <strong>un</strong>o scrittore o pittore,sia italiano che straniero, e daqual<strong>un</strong>que p<strong>un</strong>to del globosi muova, possa contare concertezza, e senza preavvisi disorta, a trovare a quei tavolinila tale o talaltra sera di questosecolo, quindici o venti deisuoi “chers confrères”.Gli ospiti, negli ultimi anni,non sono stati pochi: ItaloSvevo, Umberto Saba, ValeryLarbaud... e tanti altri hannoattaccato lì i loro soprabiti,ci hanno regalato <strong>un</strong>’ora dellaloro umanità che ci parevacosì favolosa, e il sorriso diItalo Svevo è come <strong>un</strong>a “survie”.E poi, Teodoro Daubler,Philippe Soupault, MartinChauffier, Neumann...Altri, ancora oscuri, sonovenuti sapendo solo ditrovarci: <strong>un</strong> diavolo di pittoreolandese, ad esempio, e<strong>un</strong> giovane scrittore belga,quest’estate, Robert Vivier,che si propone di tradurretutto Montale, più la consorteZenitta, polacca o circassa,che ha girato il globo interoe non aveva ancora avutoai suoi piedi tanti “Apollonsensemble”; dice lei. Non c’èpoi soggiorno fiorentino di<strong>un</strong> amico che non sia rimastolegato alle Giubbe Rosse: siè avuto Enrico Pea colla suabarba intrisa di sorriso, GB.Angioletti pallido d’<strong>un</strong>a meditazioneperenne; ComissoElio VittoriniDa <strong>un</strong>o scritto del 1932in tenuta di “apache”, SergioSolmi, Corrado Pavolini, MarioGramo, Piovene tutto protesoad acquistarsi simpatia,e Quasimodo ironico come<strong>un</strong> uscio socchiuso, GiuseppeRaimondi, Giuseppe Lanza,Giuseppe Aventi, Leo Ferrero,sempre reduce da Parigio Ginevra, Gianni Stuparichcon qualcosa d’aureo al viso,forse gli occhiali, e GiansiroFerrata assurdo e felicecome <strong>un</strong>o scolaro; si è avutoanche Zavattini in grigio verdequando era solo <strong>un</strong> grossofanciullo, Morra, Moravia,Arturo CarmassiCarlo Linati, e ad ogni esordiodi stagione, Falqui, <strong>un</strong>a voltaazzurro, <strong>un</strong>a volta roseo, <strong>un</strong>avolta arancione, come <strong>un</strong>abella rivista di Francia.Tutta Italia insomma giradi qua, e a noi che stiamo quafermi può farci l’impressioneche giri intorno a noi.Né sdegnano di sedere ainostri tavoli, di tanto in tanto,e secondo le occasioni, tal<strong>un</strong>idei più illustri solitari pur distanza a Firenze, <strong>un</strong> Aldo Palazzeschi,<strong>un</strong> Libero Andreottio <strong>un</strong> Felice Carena.Capitano poi, anche queipochi di alta cultura che nonsiano tarati di filisteismo: gli<strong>un</strong>iversitari Ottokar e Pasquali,quest’ultimo accompagnatodalla signora; o Aldo Soraniquando <strong>un</strong> po’ più di malinconialo spinge dalle stradeusate a finire i due passi vicinoa noi; o Mario Praz se haindiscrezioni da fare intorno aqualche conoscenza d’Inghilterra,o Br<strong>un</strong>o Fallaci se hasbrigato più presto del solitol’impaginazione della “terza”,alla Nazione..., e la scrittriceGianna Manzini. Quanto anoi propriamente, noi GiubbeRosse in persona vorrei potermisbrigare con <strong>un</strong> sempliceelenco.Vittoria CortiMa figurateci lì come letteratida <strong>un</strong>a parte, artisti da<strong>un</strong>a altra, come due larghefiammate che arroventano ilbrusio, di crepitio la volta di<strong>un</strong> forno. E’ tra le sette e leotto che il Caffè diventa <strong>un</strong>forno. Arriva Dani, alto preciso,e getta le fondamentadel gruppo pittori. A poco apoco gli si raccolgono intornole formazioni sempre variesecondo le serate, lo scultoreGriselli, lo scultore Graziosi,Sguangi, Moschi, e i pittori,Pozzi, Pucciol, Polloni,Ferroni, Cesetti, Colacicchi,Settala, e, più di rado, Bacci,Peyron, Vagnetti, Primo Conti,Achille Lega. A gettare lebasi del gruppo letterato è disolito il più affezionato del locale,forse perché vi ha scrittole sue pagine più ritorte, RaffaelloFranchi.Alla spicciolata lo raggi<strong>un</strong>gonoSebastiano Timpanaro,Alberto Carocci, VieriNannetti, Arturo Loria, LeonettoLeoni, (ahimè l’elencomi diventa <strong>un</strong> sommariodi Solaria), dopo qualchepò Bonaventura Tecchi, EugenioMontale e AlessandroBonsanti perché prima sonopassati da Pégaso, infine...Elio Vittorini.“Gli ospiti, negliultimi anni,non sono statipochi: ItaloSvevo, UmbertoSaba, ValeryLarbaud... etanti altri hannoattaccato lì iloro soprabiti, cihanno regalato<strong>un</strong>’ora dellaloro umanitàche ci parevacosì favolosa, eil sorriso di ItaloSvevo è come<strong>un</strong>a “survie”.E poi, TeodoroDaubler,PhilippeSoupault, MartinChauffier,Neumann...”18 19

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