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L'infibulamento endomidollare a fascio nelle fratture diafisarie di ...

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<strong>L'infibulamento</strong> <strong>endomidollare</strong> a <strong>fascio</strong> <strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong> <strong><strong>di</strong>afisarie</strong> <strong>di</strong> omeromisura modesta le sollecitazioni in compressione legatealla sola contrazione muscolare, e può quin<strong>di</strong> ritardare lacomparsa <strong>di</strong> callo 44 .Al contrario, man mano che la rima si estende (obliqualunga, spiroide) o si frammenta, <strong>di</strong>minuisce l’azione <strong>di</strong>fulcro, così che le <strong>di</strong>fferenti forze muscolari, agendo sullostesso moncone, possono in parte neutralizzarsi, oppureesaurirsi su uno o più frammenti interme<strong>di</strong> 44 .Non a caso, quin<strong>di</strong>, ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> consolidazione e pseudoartrosidella nostra casistica si sono verificati in <strong>fratture</strong> arima trasversa del 1/3 me<strong>di</strong>o (anche se in <strong>di</strong>versi altri casisimili il risultato è stato eccellente); a riguardo, il parere<strong>di</strong> altri Autori 18 27 28 30 non è univoco.Comunque, riteniamo che questo tipo <strong>di</strong> frattura non vadaesclusa dalle in<strong>di</strong>cazioni dell’infibulamento a <strong>fascio</strong>, senon quando sia già presente, o si evidenzi intraoperatoriamente,una <strong>di</strong>astasi importante (possibile interposizione<strong>di</strong> tessuti molli); negli altri casi, potrebbero bastareaccorgimenti particolari, quali l’introduzione (in questocaso sì) <strong>di</strong> un maggior numero possibile <strong>di</strong> infibuli; o piùsemplicemente una immobilizzazione più contentiva (peresempio un bendaggio alla Desault o alla Velpeau) da nonrimuovere per almeno un mese, seguita da una ripresa piùprudente della motilità attiva.In tutte le altre <strong>fratture</strong> del terzo me<strong>di</strong>o e prossimale della<strong>di</strong>afisi il metodo, così come lo abbiamo descritto e impiegato,ha secondo noi una sicura in<strong>di</strong>cazione; anzi, <strong>di</strong>remmoche la sua efficacia cresce all’aumentare della complessitàdel focolaio, fino a risultare un’ottima in<strong>di</strong>cazione<strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong> pluriframmentarie ed estese dalla <strong>di</strong>afisialla metaepifisi prossimale. Laddove, una sintesi conplacca e viti può costringere ad ampie e pericolose esposizioni32 ; l’applicazione <strong>di</strong> un fissatore esterno può nonavvalersi <strong>di</strong> un solido ancoraggio prossimale da partedegli elementi <strong>di</strong> presa (a parte i problemi <strong>di</strong> intolleranza)20; la stessa sintesi <strong>endomidollare</strong> con chio<strong>di</strong> bloccati puòtrovare ostacoli <strong>di</strong> natura tecnica, sia nella variante anterogradache in quella retrograda, per la possibile frammentazionedel segmento prossimale 12 40 45 .L’infibulamento a <strong>fascio</strong> può arrivare a competere, inquesti casi, anche col “chiodo elastico” <strong>di</strong> Marchetti-Vicenzi 46 : strumento che per certi versi ne rappresental’evoluzione, ma la cui in<strong>di</strong>scussa superiorità strutturalee meccanica deve, per quanto ci riguarda, fare i conti conla posizione prona, con la necessità <strong>di</strong> stabilire la lunghezzaadeguata, con il meno agevole intervento <strong>di</strong> rimozionee, non ultimo, con un costo più elevato.CONCLUSIONIL’infibulamento <strong>endomidollare</strong> a <strong>fascio</strong> è secondo noi unintervento da rivalutare per il trattamento delle <strong>fratture</strong><strong><strong>di</strong>afisarie</strong> <strong>di</strong> omero. La limitata stabilità sul piano rotatorioe il frequente inconveniente <strong>di</strong> una migrazione <strong>di</strong>staledei mezzi <strong>di</strong> sintesi (utilizzando la via sovraolecranica)avevano messo in <strong>di</strong>scussione la vali<strong>di</strong>tà del metodo,ideato in Germania quarant’anni orsono e adatto secondoalcuni Autori 19 22 24 soltanto a certe <strong>fratture</strong> dell’omeroprossimale. Una sintesi interna con placca e viti o il successivoavvento dei chio<strong>di</strong> bloccati offrivano sicuramentemaggiori garanzie dal punto <strong>di</strong> vista meccanico.Una variante alla via <strong>di</strong> introduzione, come quella sovraepicon<strong>di</strong>loidea,e il rispetto <strong>di</strong> certi princìpi meccanici nella<strong>di</strong>sposizione degli infibuli all’interno del canale, hannocolmato secondo noi alcune importanti lacune originarie.Anche l’utilizzo <strong>di</strong> chio<strong>di</strong> in titanio, dotati <strong>di</strong> un più altogrado <strong>di</strong> elasticità rispetto ai comuni fili in acciaio, hacontribuito a rendere più affidabile la meto<strong>di</strong>ca.Per l’omero, più che per altri <strong>di</strong>stretti scheletrici, non esisteun trattamento ideale, né tanto meno il mezzo <strong>di</strong> sintesivalido in ogni circostanza.Riteniamo però che per le <strong>fratture</strong> <strong><strong>di</strong>afisarie</strong> il “vecchio”intervento <strong>di</strong> Hackethal, mo<strong>di</strong>ficato, può rappresentareuna soluzione <strong>di</strong> “buon compromesso”: biologicamentesovrapponibile al trattamento conservativo, meccanicamentevicino alle altre tecniche cruente, confortevole peril paziente.Da sottolineare come la semplicità e la versatilità dellameto<strong>di</strong>ca si faccia apprezzare sempre più all’aumentaredella complessità della lesione: in particolare, <strong>nelle</strong> <strong>fratture</strong>pluriframmentarie, ad estensione <strong>di</strong>afiso- epifisariaprossimale, l’infibulamento a <strong>fascio</strong> può, a nostro avviso,essere considerato un vero e proprio trattamento <strong>di</strong> elezione.BIBLIOGRAFIA1Bohler L.The treatment of FracturesNew York: Grune & Stratton 1966.2Kuntscher G.Intramedullary surgical technique and its place inorthopae<strong>di</strong>cc surgery. My present concept.J Bone Joint Surg Am 1965;47:808.3Muller ME, et al.Manuale dell’osteosintesiBologna, Aulo Gaggi E<strong>di</strong>tore 1970.34

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