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NERI F., Il religioso presbitero nella prospettiva francescana - Frati ...

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2.2 Approf. F. <strong>NERI</strong> pp 211-246 ok:2.2 Approf F. <strong>NERI</strong> pp 211-246 03/06/10 11:14 Pagina 214214FRANCESCO <strong>NERI</strong>alla fraternità <strong>francescana</strong> sarà consentito svolgere un ruolo che lo pongaal di sopra degli altri.La predicazione è compito trascurato dal clero. I francescani se lo assumonocome missione, particolarmente verso il popolo. Anche in questo es -si devono mantenere la minorità, come esige ancora la Regola non bollata alcapitolo XXIII: «Tutti gli uomini di ogni parte della terra, che sono e chesaranno, umilmente preghiamo e supplichiamo, noi tutti fratelli minori,servi inutili, affinché tutti perseveriamo <strong>nella</strong> vera fede e <strong>nella</strong> penitenza» 10 .Analogo è il quadro del capitolo XVI della Regola non bollata, dedicato a coloroche vanno tra i Saraceni. A tali frati sono aperti due possibili comportamentispirituali, cioè dettati dallo Spirito del Signore Gesù: «Un modo èche non facciano liti né contese, ma siano sottomessi ad ogni umana creaturaper amore di Dio e confessino di essere cristiani» 11 . L’altro modo èl’annuncio esplicito del Dio cristiano e l’invito al battesimo, ove sia possibile.Sullo sfondo della prima modalità vi è il versetto, caro a Francesco, di1Pt 2,13, e si radica in una radicale e illimitata fiducia in Dio. La stessa dinamicasi coglie nel Saluto alle virtù, allorché si vede l’uomo che – attraversoall’obbedienza – diventa «suddito e sottomesso a tutti gli uomini che sononel mondo e non soltanto agli uomini, ma anche a tutte le bestie e le fiere,così che possano fare quello che vogliono, per quanto sarà loro concessodall’alto del Signore» 12 .Finalmente, la minorità dovrà caratterizzare ogni tipo di relazioneverso l’esterno, indipendentemente dallo svolgimento di un’attività. Nonostantela sua predilezione per gli infelici e i disprezzati, nel capitolo IIdella Regola bollata Francesco ammonisce i frati «a non disprezzare e a nongiudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usarecibi e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso»13 .Quel che è valido fuori della fraternità deve però improntare ogni relazioneall’interno della fraternitas, ed in specie l’esercizio dell’autorità 14 . Anchechi esercita una funzione di governo in questa fraternitas non è in unaposizione di superiorità gerarchica, ma di servizio: «E nessuno sia chiamatopriore, ma tutti siano chiamati semplicemente frati minori. E l’uno lavi i10FF 68.11FF 43.12FF 258.13FF 81.14Cf. P. MARTINELLI, «Minorità e ministeri fraterni», in Italia Francescana 80 (2005) 75-96; F. URIBE, «Obbedienza e autorità <strong>nella</strong> Regola di san Francesco», in P. MARTINELLI (ed.),Autorità e obbedienza <strong>nella</strong> vita consacrata e <strong>nella</strong> famiglia <strong>francescana</strong>, EDB, Bologna 2008, 67-100.

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