quale misura accettare per sé e la propria esistenza. La conseguenza è che <strong>il</strong> poteredecisionale e <strong>di</strong>screzionale <strong>della</strong> singola persona e dello stesso singolo fedele circa la propriaadesione ai contenuti <strong>della</strong> fede, è spesso determinato dall’ignoranza e dalla per<strong>di</strong>ta del senso<strong>della</strong> oggettività <strong>della</strong> fede stessa, che rimane in balia del sentire soggettivo <strong>di</strong> ciascuno.A tutto ciò si accompagna una grave carenza del “senso <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong>”. Se <strong>il</strong> patrimonio<strong>della</strong> fede è affidato alla custo<strong>di</strong>a e all’annuncio da parte <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, ma la <strong>Chiesa</strong> non èpercepita nella sua vera identità, è ovvio che alla fine, rifiutando la me<strong>di</strong>azione <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, sifinisce per rifiutare anche la fede; oppure, sia per l’una che per l’altra si accoglie solo unavalenza sociologica e la capacità <strong>di</strong> fornire e <strong>di</strong> definire un’area <strong>di</strong> appartenenza e <strong>di</strong> identitàcomune, ma assai superficiale ed esteriore. In realtà, anche per quanto riguarda la con<strong>di</strong>visione<strong>della</strong> fede e <strong>della</strong> appartenenza alla <strong>Chiesa</strong>, gioca non poco la frag<strong>il</strong>ità e l’evanescenza dellerelazioni interpersonali e sociali, per cui spesso si cerca e si accetta un rapporto <strong>di</strong> fede con Dioche sia esclusivamente in<strong>di</strong>viduale, come se fosse possib<strong>il</strong>e vivere l’esperienza cristiana senzarelazioni significative con i fratelli <strong>di</strong> fede all’interno <strong>della</strong> comunità ecclesiale.Come già accennato, nasce così una specie <strong>di</strong> schizofrenia tra i principi che si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong>credere e le azioni che si compiono ogni giorno; la vita vissuta quoti<strong>di</strong>anamente <strong>di</strong>venta altracosa rispetto alla fede e la testimonianza cessa <strong>di</strong> essere cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e anche quando non si<strong>di</strong>menticasse <strong>il</strong> dovere <strong>di</strong> trasmettere agli altri quanto ricevuto da chi ci ha preceduto nellaprofessione <strong>di</strong> fede.L’esperienza ci <strong>di</strong>ce che sono molte le persone non credenti che si pongono domande <strong>di</strong>senso, ma non sempre i credenti sanno dare risposte, perché essi stessi hanno conoscenze edesperienze <strong>di</strong> fede assai approssimative che frappongono ostacoli anche ad una autenticapartecipazione liturgica e ad esperienze <strong>di</strong> vera carità che riesca ad attingere al cuore stesso <strong>di</strong>Dio. Sappiamo bene, infatti, che fede, speranza e carità o stanno insieme o insieme rischiano <strong>di</strong>perdere splendore e significato.Un ambito in cui la fede fa fatica ad essere trasmessa da una generazione all’altra èproprio lo spazio naturale nel quale invece la fede è sempre stata trasmessa: la famiglia. Citroviamo attualmente ad uno snodo epocale con tutte le contrad<strong>di</strong>zioni del caso: si chiedonoancora i sacramenti per sé e per i figli, ma, dato che la fede è <strong>di</strong>ventata una “faccenda privata”,ci si preoccupa assai poco <strong>della</strong> sua trasmissione anche là dove invece tutto chiedecon<strong>di</strong>visione e sostegno reciproco.Una priorità che emerge da queste considerazioni è quella <strong>della</strong> formazione <strong>di</strong> laici adulti chesiano consapevoli <strong>della</strong> propria nativa vocazione <strong>di</strong> evangelizzatori in stretto e necessariorapporto con i ministri or<strong>di</strong>nati. Altra urgenza è una forte attenzione a coniugare ogni attivitàecclesiale con un forte e perseverante impegno educativo a tutto campo e specialmente neipercorsi <strong>della</strong> iniziazione cristiana dei fanciulli, dei ragazzi e dei giovani, come nellapreparazione degli adulti al sacramento <strong>della</strong> cresima e del matrimonio, e alla celebrazione deisacramenti <strong>della</strong> Iniziazione Cristiana dei figli.A questo proposito si manifestano come davvero provvidenziali la Nota pastorale circa laPreparazione dei genitori al battesimo dei figli, e <strong>il</strong> documento che contiene le Linee ein<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong>ocesane per l’evangelizzazione e la catechesi degli adulti.Alla ancora scarsa conoscenza <strong>della</strong> Parola <strong>di</strong> Dio, si accompagna una più estesaignoranza dei documenti <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, sia dei testi del Conc<strong>il</strong>io Vaticano II, sia delCatechismo <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> Cattolica. A questa <strong>di</strong>ffusa ignoranza occorre rispondere con unarinnovata comprensione <strong>di</strong> che cosa significhi credere in Cristo Gesù Signore e con unariscoperta <strong>di</strong> quanto cinquanta anni or sono ci ha consegnato <strong>il</strong> Conc<strong>il</strong>io Vaticano II con le suequattro Costituzioni e venti anni or sono <strong>il</strong> Magistero pontificio con <strong>il</strong> Catechismo <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>cattolica.Non possiamo dunque <strong>di</strong>menticare chea) la fede è innanzi tutto dono <strong>di</strong> Dio. Da qui la riconoscenza e l’ascolto <strong>di</strong> Dio cheparla all’uomo <strong>di</strong> sempre. Dio ci rivela che <strong>il</strong> primo passo è sempre <strong>il</strong> suo e che la fede che Eglisemina e suscita in noi con la sua grazia, chiede la nostra risposta al suo dono d’amore per noi.L’atteggiamento fondamentale da educare è dunque l’ascolto, <strong>il</strong> <strong>di</strong>scernimento e l’accoglienza<strong>della</strong> Parola <strong>di</strong> Dio nella nostra vita quoti<strong>di</strong>ana.8
) La fede è incontro e conoscenza <strong>di</strong> Dio in Gesù; quin<strong>di</strong> è esperienza delMistero rivelato in Cristo che incontriamo oggi nella Parola, nell’Eucaristia e negli altriSacramenti, nel Ministro sacro, nella <strong>Chiesa</strong> che prega, nel fratello che soffre. Da qui un altroatteggiamento da formare ed educare è quello del sentirsi sempre in cammino, in ricerca delMistero, aiutati dal Signore Gesù, come i due <strong>di</strong>scepoli in cammino verso Emmaus nella sera <strong>di</strong>Pasqua.c) La fede è esperienza comunitaria, cioè è esperienza <strong>di</strong> appartenenza alla<strong>Chiesa</strong> a partire dalla appartenenza alla <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong>ocesana. In essa ciascun credente èchiamato alla formazione e alla testimonianza fatta <strong>di</strong> annuncio e <strong>di</strong> servizio secondo la propriaspecifica vocazione e missione (ministerialità). L’atteggiamento da far crescere è quello <strong>della</strong>relazione fraterna, ossia <strong>della</strong> volontà <strong>di</strong> rafforzare e <strong>di</strong> vivere in profon<strong>di</strong>tà tutti i rapportiinterpersonali umani e sacramentali che permettono <strong>di</strong> conoscere e <strong>di</strong> motivare sempre megliola propria fede che, per essere piena e matura, non può non essere che la fede <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>stessa.d) La fede è ancora missione e <strong>di</strong>alogo rivolti a tutti, tenendo conto che questonostro mondo e la cultura nella quale viviamo sono l’ambito necessario in cui deve esserera<strong>di</strong>cato l’amore del Padre verso ogni creatura. La missionarietà è dunque l’atteggiamento chepermette quel respiro universale che <strong>il</strong> credente e la comunità ecclesiale debbono possedereper non <strong>di</strong>ventare asfittici e infecon<strong>di</strong>.Le quattro annotazioni sopra riportate a proposito <strong>della</strong> fede ci chiamano ad operare inquesto anno su quattro <strong>di</strong>rezioni: quella <strong>della</strong> fede vissuta che opera me<strong>di</strong>ante la carità; <strong>della</strong>fede stu<strong>di</strong>ata e conosciuta nei suoi contenuti; <strong>della</strong> fede pregata e celebrata nella liturgia e <strong>della</strong>fede annunciata e proclamata a tutti, tenendo conto degli ambiti particolari <strong>della</strong> nostra attivitàpastorale or<strong>di</strong>naria.a. Fede vissuta. Sarà ut<strong>il</strong>e per tutti e in particolare per <strong>il</strong> mondo giovan<strong>il</strong>e, moltiplicarele occasioni nelle quali i giovani siano chiamati a compiere gesti che traducono la fede inservizio <strong>di</strong> carità (mense dei poveri, campi <strong>di</strong> lavoro solidale, etcc) e comunque attraversoesperienze preparate e gestite con finalità educative per una fede che si esprima nella carità.Una opportunità in questo senso viene offerta dalla realizzazione <strong>della</strong> Citta<strong>della</strong> <strong>della</strong>Solidarietà, come da un ut<strong>il</strong>izzo più ampio delle normali iniziative <strong>di</strong> formazione alla carità che lanostra Caritas Diocesana sta portando avanti con grande perseveranza. Sempre nell’ambito<strong>della</strong> fede vissuta, uno strumento da usare è quello dell’ascolto e del confronto con i Testimoni<strong>della</strong> fede, perché emerga la bellezza dell’autentico umanesimo cristiano. La vita dei Santi èsempre un buon punto <strong>di</strong> riferimento per tutti.b. Fede stu<strong>di</strong>ata. La Scuola <strong>di</strong> Formazione Teologico Pastorale, nell’annoaccademico 2012-2013, non mancherà <strong>di</strong> dare spazio alla presentazione delle CostituzioniConc<strong>il</strong>iari e del Catechismo <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> Cattolica. In questa <strong>di</strong>rezione si muoverà, con <strong>il</strong> suost<strong>il</strong>e particolare, anche <strong>il</strong> Servizio Cultura e Università affrontando temi che hanno come sfondole problematiche <strong>della</strong> fede e del suo rapporto con le scienze dell’uomo.Si auspica che si <strong>di</strong>a nuovo impulso ai Centri <strong>di</strong> Ascolto <strong>della</strong> Parola <strong>di</strong> Dio contematiche relative alla fede da approfon<strong>di</strong>re nella sua essenza proprio grazie alla Parola <strong>di</strong> Diospezzata insieme e con<strong>di</strong>visa in piccoli gruppi. Per questo dovranno essere forniti dei sussi<strong>di</strong>appropriati.Una particolare attenzione dovrà essere data ad una sistematica conoscenza del Credoin ciascuno dei suoi articoli con riferimento esplicito al Catechismo <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> Cattolica qualebase sicura <strong>di</strong> una catechesi sistematica. A questo proposito potranno essere ut<strong>il</strong>izzati queimomenti che già appartengono alla tra<strong>di</strong>zione devozionale delle nostre comunità come inoccasione del Rosario del mese <strong>di</strong> maggio e <strong>di</strong> ottobre; l’Ottavario dei Defunti; la Novena <strong>di</strong>Natale e quella dell’Immacolata, etcc.L’approfon<strong>di</strong>mento del Credo potrebbe essere proposto anche in famiglia da parte deigenitori nei confronti dei figli, offrendo strumenti e linguaggi che avvicinino i più piccoli e i piùgiovani alla comprensione del Credo che professiamo nella Messa domenicale.9
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Chi Crede AmaCONCLUSIONEDopo questi
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Signore, io credo: io voglio creder
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