D) Ma, allora, che cos’è la fede?Quando posso <strong>di</strong>re: «io credo»?Parlando evidentemente <strong>di</strong> fede cristiana siamo portati necessariamente a pensare a quell’insieme <strong>di</strong> avvenimentinarrati, <strong>di</strong> persone descritte, <strong>di</strong> insegnamenti conservati, <strong>di</strong> preghiere tramandate... che sono contenuti nella Bibbia.In questo libro è presente la Parola per la quale Dio si rivela come Salvatore e guida del suo popolo, promotore <strong>di</strong>una Storia <strong>di</strong> liberazione e <strong>di</strong> salvezza. Di più: nel Nuovo Testamento Dio si rivela in Gesù Cristo e per lo Spirito <strong>di</strong>Gesù continua a operare nella storia. La fede, allora, è la risposta personale a questa Parola <strong>di</strong> Dio, è l’incontropersonale con Gesù vivente come Signore, è l’apertura alla Comunione con lo Spirito Santo.Nel documento “Dei Verbum” del Conc<strong>il</strong>io Vaticano II (al n°5) è scritto:«A Dio che si rivela è dovuta “l’obbe<strong>di</strong>enza <strong>della</strong> fede”, con la quale l’uomo si abbandona tutt’intero liberamentea Dio, prestandogli <strong>il</strong> pieno assenso dell’intelletto è <strong>della</strong> volontà, e acconsentendo liberamente alla rivelazionedata da lui».Quin<strong>di</strong>, la fede è un «ubbi<strong>di</strong>re a Dio» in quanto è prima un «u<strong>di</strong>re» Dio che ci parla nei mo<strong>di</strong> attraverso iquali si è rivelato. In questa “rivelazione” – che è come un “togliere <strong>il</strong> velo” che impe<strong>di</strong>sce agli occhi <strong>della</strong> nostramente <strong>di</strong> vedere ciò che Lui fa ed è per noi – Dio si dona e ci fa una proposta.La nostra risposta è libera e quin<strong>di</strong> personale; per due volte <strong>il</strong> testo citato <strong>di</strong>ce: «liberamente». Non ci puòessere Fede ove vi è costrizione, non vi è Fede personale là ove si compie un gesto religioso sacramentale perconsuetu<strong>di</strong>ne, perché la fede è «pieno assenso dell’intelletto»; non vi è Fede se vi è un atteggiamento <strong>di</strong> chiusura,perché in essa «l’uomo si abbandona a Dio tutt’intero».Questo «tutt’intero» si riferisce all’uomo, che nell’atto <strong>di</strong> Fede porta tutta la sua vita, tutta la suapersonalità: mente e cuore, pensiero e sentimento, comportamento e convinzione.Nella Fede noi <strong>di</strong>ciamo: «Credo in Dio Padre, che mi ama; credo in Gesù mio salvatore; credo nello Spirito Santoche agisce in me».«Credo in Te»: questa frase la <strong>di</strong>ciamo solo a persone nelle quali abbiamo fiducia, alla cui parola prestiamoascolto, perché le sentiamo sincere e piene <strong>di</strong> amore, e alle quali possiamo affidare non solo le nostre cose, ma noistessi. Di persone così nella vita se ne incontrano pochissime, perché con esse si stab<strong>il</strong>isce un legame unico: unamico, lo sposo o la sposa... Questo tipo <strong>di</strong> rapporto ci aiuta a comprendere qualche cosa <strong>della</strong> fede: è un atto <strong>di</strong>affidamento a Dio, a questo Dio che si è fatto conoscere, <strong>il</strong> Dio che si fa presente a noi in Gesù Cristo e che operanella nostra vita per l’azione dello Spirito Santo.Ancora: aver Fede, nella prospettiva cristiana, è decidersi per questo Dio <strong>di</strong> Gesù, ponendo in Lui <strong>il</strong>fondamento sicuro <strong>della</strong> nostra vita, fidandoci <strong>di</strong> Lui più <strong>di</strong> quanto ci fi<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> noi e <strong>di</strong> qualsiasi altra persona.14
GUIDA ALL’USO DEL SUSSIDIOÈ necessario tenere nella dovuta considerazione <strong>il</strong> fatto che un sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> catechesi non può essere mai dasolo uno strumento esaustivo: ha sempre bisogno <strong>della</strong> me<strong>di</strong>azione viva <strong>di</strong> persone adulte e mature che, seppursempre alla ricerca e con <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la fede, rendano viva e incarnata la Parola scritta, dandonecosì testimonianza ai propri fratelli che camminano con loro.Qualcuno potrebbe obiettare, come è successo lo scorso anno, a proposito del testo “Chi ama educa” chein questo opuscolo ci sono molte, anzi troppe cose…! Ma un animatore o un gruppo <strong>di</strong> catechesi non è “obbligato”ad osservare pe<strong>di</strong>ssequamente tutto ciò che qui è riportato. Qui ci può essere anche un “<strong>di</strong> più”, ma è solo nel“più” che ci sta <strong>il</strong> “meno”!!!... e non viceversa.Il testo è <strong>di</strong> per sé uno strumento inerte, che deve essere trasformato in esperienza vissuta <strong>di</strong> ascolto, <strong>di</strong><strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> preghiera. La “me<strong>di</strong>azione” è necessaria sia per la trasmissione dei contenuti sia, soprattutto, perla ricerca <strong>della</strong> metodologia più idonea alle esigenze delle persone.Spetta, perciò, soprattutto all’animatore <strong>della</strong> catechesi, “tagliare e cucire”, stu<strong>di</strong>are e adottare le particontenutistiche che qui sono riportate (unità per unità) per riformare, per ogni incontro o riunione, ciò che più pareut<strong>il</strong>e, tenendo conto soprattutto delle persone che compongo <strong>il</strong> gruppo specifico <strong>di</strong> catechesi.Questo lavoro <strong>di</strong> sminuzzamento e adattamento delle varie unità catechistiche riguarda soprattutto nontanto i contenuti, quando piuttosto la metodologia: ogni animatore deve saper trovare <strong>il</strong> metodo più adatto edefficace per arrivare all’obiettivo che, comunque, è per tutti (giovani o adulti che siano) lo stesso: quello ci metterea confronto le persone con la PAROLA DI DIO e la PAROLA DELLA CHIESA, fino ad arrivare ad unaverifica che ognuno è chiamato a fare <strong>della</strong> propria fede cristiana.In altre parole, ogni unità catechistica (o scheda, come la si voglia chiamare…) non va assolutamenteequiparata ad una singola riunione. Ogni capitolo può “durare” anche per tre o quattro incontri successivi, finché,cioè, non si ritiene che <strong>il</strong> tema che lì viene proposto possa essere sufficientemente compreso e sv<strong>il</strong>uppato.Adesso offriamo una descrizione generale delle varie parti che compongono <strong>il</strong> sussi<strong>di</strong>o e qualche semplicenota <strong>di</strong> orientamento per <strong>il</strong> suo uso, lasciando alla fantasia e all’inventiva dei singoli gruppi le scelte più idonee.IL TITOLOIl titolo riflette quello del sussi<strong>di</strong>o dello scorso anno (Chi ama educa) e questo <strong>di</strong>ce già una cosa moltoimportante, ossia che ciò che riflettiamo quest’anno non è un qualcosa <strong>di</strong> totalmente nuovo, bensì la conseguenzalogica e catechistica del percorso che si è proposto nello scorso anno (2011/2012). Il tema <strong>di</strong> fondo è sempre lostesso, quello che i nostri vescovi ci hanno in<strong>di</strong>cato per questo decennio in corso, appena iniziato: l’emergenzadell’EDUCAZIONE! Ma, mentre <strong>il</strong> vecchio sussi<strong>di</strong>o offriva delle in<strong>di</strong>cazioni più <strong>di</strong> tipo metodologico e comunqueincentrate sull’arte <strong>di</strong> Amare; le schede seguenti vorrebbero offrire spunti <strong>di</strong> tipo più contenutistico, in riferimentosempre all’educazione e, in particolare, all’educazione <strong>della</strong> fede cristiana, collegando così l’educazione e la fedeallo stesso comune Mistero, che è l’Amore.In altre parole: l’educazione è faccenda <strong>di</strong> Cuore; educa davvero chi sa amare, ma ama integralmente e inverità solo chi sa incontrare l’Amore Vivo e Vero che è Dio stesso e che Gesù ci ha fatto conoscere. Incontrare Dio,fare esperienza <strong>di</strong> Lui, Trinità d’Amore, è vivere la Fede Cristiana! Certo, ogni uomo, appartenente ad una qualsiasireligione, può amare e quin<strong>di</strong> educare, ma <strong>il</strong> cristiano sa che, con l’esperienza <strong>della</strong> propria fede, che gli è statadonata nel Battesimo, possiede una potenzialità infinitamente superiore a chi non ha conosciuto <strong>il</strong> Padre, <strong>il</strong> Figlio elo Spirito Santo.In conclusione, i due sussi<strong>di</strong> e i due titoli, quello dello scorso anno e quello <strong>di</strong> quest’anno (Chi ama educa –Chi crede ama) possono benissimo integrarsi e compenetrarsi a vicenda; e un buon animatore saprà certamentetrovare tanti punti <strong>di</strong> collegamento a proposito.15
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è in Cristo come sacramento, cioè
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ministeri; ha una sua organizzazion
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a) l’autonomia completa del singo
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del Signore Gesù, avendo ricevuto
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o agito secondo la sua volontà, ri
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30). Prima infatti di regnare con C
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anche di essere sollecitato a rende
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Signore, io credo: io voglio creder
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