avrebbe né pensato, né sperato, lo guida non secondo i desideri e l’esigenza che quel popolo pensava <strong>di</strong> avere, masecondo un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> liberazione e <strong>di</strong> salvezza che è destinato ad abbracciare tutti i popoli, tutta la storia dell’umanità.Per questo nella vicenda <strong>della</strong> nostra vita e <strong>della</strong> storia del nostro paese, del nostro tempo - in tutti i suoi aspettipersonali, fam<strong>il</strong>iari, sociali, civ<strong>il</strong>i, politici - dobbiamo riscoprire la presenza del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> liberazione <strong>di</strong> Dio.La Parola <strong>di</strong> Dio è viva ed attuale; ed è efficace. Segna e rinnova la vita <strong>di</strong> ciascuno e la storia degli uomini; èsempre attuale e perciò capace <strong>di</strong> incidere nelle <strong>di</strong>verse situazioni e con<strong>di</strong>zioni concrete nelle quali ci troviamo. Allora,con Israele suo popolo, ed oggi, con la Comunità dei credenti nel Signore Gesù.Con questa quarta unità e scheda catechistica inten<strong>di</strong>amo inquadrare la fede cristiana nel suo logico e teologico“ambiente”: quello <strong>della</strong> Comunione e Comunità. Dio non ci salva da soli e isolatamente, bensì “insieme” e come“popolo”: l’antico Israele rappresenta l’inizio <strong>di</strong> tutto ciò.La nostra fede cristiana, quin<strong>di</strong>, non potrà mai essere la fede <strong>di</strong> un “singolo”, bensì una fede che si colloca dentrol’alveo <strong>di</strong> una Comunità: <strong>il</strong> “senso <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong>” è fondamentale per <strong>il</strong> vivere <strong>della</strong> fede cristiana!LA PAROLA DI DIOGen. 15,1-7Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: "Non temere, Abram. Io sono <strong>il</strong> tuo scudo; la tuaricompensa sarà molto grande". Rispose Abram: "Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede <strong>della</strong> miacasa è Elièzer <strong>di</strong> Damasco". Soggiunse Abram: "Ecco, a me non hai dato <strong>di</strong>scendenza e un mio domestico sarà mio erede". Edecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: "Non sarà costui <strong>il</strong> tuo erede, ma uno nato da te sarà <strong>il</strong> tuo erede". Poi lo condussefuori e gli <strong>di</strong>sse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle"; e soggiunse: "Tale sarà la tua <strong>di</strong>scendenza". Egli credetteal Signore, che glielo accre<strong>di</strong>tò come giustizia. E gli <strong>di</strong>sse: "Io sono <strong>il</strong> Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti inpossesso questa terra".Dt. 7,6-10Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: <strong>il</strong> Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere <strong>il</strong> suo popolo particolare fratutti i popoli che sono sulla terra. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi <strong>di</strong> tutti gli altri popoli -siete infatti <strong>il</strong> più piccolo <strong>di</strong> tutti i popoli -, ma perché <strong>il</strong> Signore vi ama e perché ha voluto mantenere <strong>il</strong> giuramento fatto ai vostripadri: <strong>il</strong> Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla con<strong>di</strong>zione serv<strong>il</strong>e, dalla mano del faraone,re d'Egitto. Riconosci dunque <strong>il</strong> Signore, tuo Dio: egli è Dio, <strong>il</strong> Dio fedele, che mantiene l'alleanza e la bontà per m<strong>il</strong>le generazionicon coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti, ma ripaga <strong>di</strong>rettamente coloro che lo o<strong>di</strong>ano, facendoli perire; nonconcede una d<strong>il</strong>azione a chi lo o<strong>di</strong>a, ma lo ripaga <strong>di</strong>rettamente.LA PAROLA DELLA CHIESADV. 14La storia <strong>della</strong> salvezza nell'antico testamentoNel suo grande amore Dio, progettando e preparando con sollecitu<strong>di</strong>ne la salvezza <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> genere umano, si scelse consingolare <strong>di</strong>segno un popolo, al quale confidare le promesse. Infatti, una volta conclusa l'alleanza con Abramo (cf. Gen. 15, 18)e col popolo d'Israele per mezzo <strong>di</strong> Mosè (cf. Es. 24, 8), egli si rivelò con parole ed azioni al popolo, che s'era acquistato, comel'unico Dio vero e vivo, così che Israele sperimentasse quali fossero le vie <strong>di</strong>vine con gli uomini e, parlando Dio per bocca deiprofeti, le comprendesse con sempre maggiore profon<strong>di</strong>tà e chiarezza e le facesse conoscere con maggiore ampiezza fra le genti(cf. Sal. 21, 28-29; 95, 1-3; Is. 2, 14; Ger. 3, 17). L'economia <strong>della</strong> salvezza preannunziata, narrata e spiegata dai sacri autori,si trova come vera parola <strong>di</strong> Dio nei libri dell'antico testamento; perciò questi libri <strong>di</strong>vinamente ispirati conservano valoreperenne: " Quanto infatti fu scritto, per nostro ammaestramento fu scritto, affinchè me<strong>di</strong>ante quella pazienza e quel conforto chevengono dalle scritture possiamo ottenere la speranza" (Rom. 15, 4).LG. 9Nuova alleanza e nuovo popoloIn ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la sua giustizia (cf. Atti 10, 35). Tuttavia piacque a Dio<strong>di</strong> santificare e salvare gli uomini non in<strong>di</strong>vidualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire <strong>di</strong> loro un popolo, che loriconoscesse nella verità e santamente lo servisse. Si scelse quin<strong>di</strong> per sé <strong>il</strong> popolo israelita, stab<strong>il</strong>ì con lui una alleanza, e loformò progressivamente manifestando nella sua storia se stesso e i suoi <strong>di</strong>segni e santificandolo per sé. Tutto questo peròavvenne in preparazione e in figura <strong>di</strong> quella nuova e perfetta alleanza che doveva concludersi in Cristo, e <strong>di</strong> quella più pienarivelazione che doveva essere trasmessa dal Verbo stesso <strong>di</strong> Dio fattosi uomo "Ecco verranno giorni, <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> Signore, nei quali io44
stringerò con Israele e con Giuda un patto nuovo. Porrò la mia legge nella loro viscere e nei loro cuori l'imprimerò; essi miavranno per Dio e io li avrò per <strong>il</strong> mio popolo. Tutti essi, piccoli e gran<strong>di</strong>, mi riconosceranno, <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> Signore" (Ger. 31, 31-34).Cristo istituì questo nuovo patto, cioè la nuova alleanza nel suo sangue (cf. 1Cor. 11, 25), chiamando gente dai giudei e dallenazioni, perché si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito, e costituisse <strong>il</strong> nuovo popolo <strong>di</strong> Dio. Infatti i credentiin Cristo, essendo stati rigenerati non <strong>di</strong> seme corruttib<strong>il</strong>e, ma <strong>di</strong> uno incorruttib<strong>il</strong>e, per la parola <strong>di</strong> Dio vivo (cf. 1Pt. 1, 23), nondalla carne ma dall'acqua e dallo Spirito santo (cf. Gv. 3, 5-6), costituiscono infine "una stirpe eletta, un sacerdozio regale, unagente santa, un popolo tratto in salvo... quello che un tempo era non-popolo, ora invece è <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Dio" (1Pt. 2, 9-10).Questo popolo messianico ha per capo Cristo " che è stato dato a morte per i nostri peccati, ed è risuscitato per la nostragiustificazione" (Rom. 4, 25), e che ora, dopo essersi acquistato un nome che è al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni altro nome, regna glorioso incielo. Questo popolo ha per con<strong>di</strong>zione la <strong>di</strong>gnità e la libertà <strong>di</strong> figli <strong>di</strong> Dio, nel cuore dei quali <strong>di</strong>mora lo Spirito santo come nelsuo tempio. Ha per legge <strong>il</strong> nuovo precetto <strong>di</strong> amare come lo stesso Cristo ci ha amati (cf. Gv. 13, 34). E, finalmente, ha per fine<strong>il</strong> regno <strong>di</strong> Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente d<strong>il</strong>atato, finché alla fine dei secoli sia dalui portato a compimento, quando comparirà Cristo, vita nostra (cf. Col. 3, 4) e "anche le stesse creature saranno liberate dallaschiavitù <strong>della</strong> corruzione per partecipare alla gioiosa libertà dei figli <strong>di</strong> Dio" (Rom. 8, 21). Perciò <strong>il</strong> popolo messianico, pur noncomprendendo <strong>di</strong> fatto tutti gli uomini, e apparendo talora come <strong>il</strong> piccolo gregge, costituisce per tutta l'umanità un germevali<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong> unità, <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> salvezza. Costituito da Cristo in una comunione <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> verità, è pure da luipreso per essere strumento <strong>della</strong> redenzione <strong>di</strong> tutti e, quale luce del mondo e sale <strong>della</strong> terra (cf. Mt. 5, 12-16), è inviato atutto <strong>il</strong> mondo. Come già Israele secondo la carne, pellegrinante nel deserto, viene chiamato la chiesa <strong>di</strong> Dio (cf. 2Esdra 13, 1;Num. 20, 4; Dt. 23, 1 ss.), così <strong>il</strong> nuovo Israele, che cammina nel secolo presente alla ricerca <strong>della</strong> città futura e permanente (cf.Ebr. 13,14), si chiama pure la chiesa <strong>di</strong> Cristo (cf. Mt. 16,18) avendola egli acquistata con <strong>il</strong> suo sangue (cf. Atti 20,28) riempitadel suo Spirito e fornita <strong>di</strong> mezzi adatti per l'unione visib<strong>il</strong>e e sociale. Dio ha convocato l'assemblea <strong>di</strong> coloro che guardano nellafede a Gesù, autore <strong>della</strong> salvezza e principio <strong>di</strong> unità e <strong>di</strong> pace, e ne ha costituito la chiesa, perché sia per tutti e per i singoli <strong>il</strong>sacramento visib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> questa unità salvifica. Dovendo estendersi a tutte le regioni essa entra nella storia degli uomini, e insiemeperò trascende i tempi e le frontiere dei popoli. Tra le tentazioni e le tribolazioni del cammino la chiesa è sostenuta dalla forza<strong>della</strong> grazia <strong>di</strong> Dio, promessale dal Signore, affinché per la umana debolezza non venga meno la perfetta fedeltà, ma permangadegna sposa del suo Signore, e non cessi, sotto l'azione dello spirito santo, <strong>di</strong> rinnovare se stessa, finché attraverso la crocegiunga alla luce che non conosce tramonto.LG. 13Universalità dell'unico popolo <strong>di</strong> DioTutti gli uomini sono chiamati a formare <strong>il</strong> nuovo popolo <strong>di</strong> Dio. Perciò questo popolo, restando uno e unico, si deve estendere a tutto <strong>il</strong>mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia l'intenzione <strong>della</strong> volontà <strong>di</strong> Dio, <strong>il</strong> quale in principio ha creato la natura umana una, e vuoleradunare insieme infine i suoi figli, che si erano <strong>di</strong>spersi (cf. Gv. 11, 52). A questo scopo Dio ha mandato <strong>il</strong> figlio suo, che ha costituitoerede <strong>di</strong> tutte le cose (cf. Ebr. 1, 2), perché fosse <strong>il</strong> maestro, <strong>il</strong> re e <strong>il</strong> sacerdote <strong>di</strong> tutti, <strong>il</strong> capo del nuovo e universale popolo dei figli <strong>di</strong>Dio. Per questo pure ha mandato Dio lo Spirito del Figlio suo, signore e vivificatore, <strong>il</strong> quale per tutta la chiesa e per tutti e singoli icredenti è <strong>il</strong> principio dell'unione e dell'unità nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelleorazioni (cf. Atti 2, 42 gr.). L'unico popolo <strong>di</strong> Dio è dunque presente in tutte le nazioni <strong>della</strong> terra, poiché <strong>di</strong> mezzo a tutte le stirpi egliprende i suoi citta<strong>di</strong>ni, citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un regno che per sua natura non è <strong>della</strong> terra, ma del cielo. E infatti tutti i fedeli sparsi per <strong>il</strong> mondosono in comunione con gli altri nello Spirito santo, e così "chi sta in Roma sa che gli in<strong>di</strong> sono sue membra". Ma come <strong>il</strong> regno <strong>di</strong> Cristonon è <strong>di</strong> questo mondo (cf. Gv. 18, 36), la chiesa o popolo <strong>di</strong> Dio, che prepara la venuta <strong>di</strong> questo regno, nulla sottrae al benetemporale <strong>di</strong> qualsiasi popolo, ma al contrario favorisce e accoglie tutte le risorse, le ricchezze, le consuetu<strong>di</strong>ni del popoli, nella misurain cui sono buone, e accogliendole le purifica, le consolida e la eleva. Essa infatti si ricorda bene <strong>di</strong> doversi riunire con quel Re, al qualesono state date in ere<strong>di</strong>tà le genti (cf. Sal. 2, 8), e nella cui città portano i loro doni e le loro offerte (cf. Sal. 71 (72), 10; Is. 60,4-7;Ap. 21,24). Questo carattere <strong>di</strong> universalità che adorna <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Dio, è un dono dello stesso Signore, e con esso la chiesa cattolicaefficacemente e senza soste tende a ricapitolare tutta l'umanità, con tutti i suoi beni, in Cristo capo nell'unità del suo Spirito. In virtù <strong>di</strong>questa cattolicità, le singole parti portano i propri doni alle altre parti e a tutta la chiesa, <strong>di</strong> maniera che <strong>il</strong> tutto e le singole parti siaccrescono con l'apporto <strong>di</strong> tutte, che sono in comunione le une con le altre, e coi loro sforzi verso la pienezza dell'unità. Ne consegueche <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Dio non solo si raccoglie da <strong>di</strong>versi popoli, ma in se stesso si sv<strong>il</strong>uppa l'unione <strong>di</strong> vari or<strong>di</strong>ni. Infatti fra i suoi membri c'èuna <strong>di</strong>versità sia per gli incarichi, quando alcuni sono impegnati nel sacro ministero per <strong>il</strong> bene dei loro fratelli, sia per le con<strong>di</strong>zioni el'organizzazione <strong>della</strong> vita, quando molti nello stato religioso, tendendo alla santità per una via più stretta, sono <strong>di</strong> stimolo ai fratelli con<strong>il</strong> loro esempio. Così pure, nella comunione ecclesiastica, vi sono legittimamente delle chiese particolari, che godono <strong>di</strong> proprietra<strong>di</strong>zioni, rimanendo integro <strong>il</strong> primato <strong>della</strong> cattedra <strong>di</strong> Pietro, la quale presiede alla comunione universale <strong>della</strong> carità, tutela le varietàlegittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare non solo non nuoccia all'unità, ma piuttosto le serva. E infine ne derivano, tra le<strong>di</strong>verse parti <strong>della</strong> chiesa, vincoli <strong>di</strong> intima comunione circa le ricchezze spirituali, gli operai apostolici e gli aiuti materiali. Poiché imembri del popolo <strong>di</strong> Dio sono chiamati a con<strong>di</strong>videre i beni, e valgono anche delle singole chiese le parole dell'apostolo: "Da braviamministratori <strong>della</strong> multiforme grazia <strong>di</strong> Dio, ognuno <strong>di</strong> voi metta a servizio degli altri <strong>il</strong> suo dono secondo che lo ha ricevuto" (1Pt. 4,10). Tutti gli uomini sono quin<strong>di</strong> chiamati a questa cattolica unità del popolo <strong>di</strong> Dio, che prefigura e promuove la pace universale, e allaquale in vario modo appartengono o sono or<strong>di</strong>nati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia, infine, tutti gli uomini, che dallagrazia <strong>di</strong> Dio sono chiamati alla salvezza.45
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