ai progenitori. Dopo la loro caduta, con la promessa <strong>della</strong> redenzione, li risollevò nella speranza <strong>della</strong> salvezza (cf. Gen. 3, 15),ed ebbe costante cura del genere umano, per dare la vita eterna a tutti coloro, i quali cercano la salvezza con la perseveranzanella pratica del bene (cf. Rom. 2, 6-7). A suo tempo chiamò Abramo, per fare <strong>di</strong> lui un gran popolo (cf. Gen. 12, 2-3), che dopoi patriarchi ammaestrò per mezzo <strong>di</strong> Mosè e dei profeti, affinché lo riconoscessero come <strong>il</strong> solo Dio vivo e vero, Padre provvido egiusto giu<strong>di</strong>ce, e stessero in attesa del salvatore promesso. In tal modo preparò lungo i secoli la via al vangelo.LG. 17Carattere missionario <strong>della</strong> chiesaCome infatti <strong>il</strong> Figlio è stato mandato dal Padre, egli stesso ha mandato gli apostoli (cf. Gv. 20, 21) <strong>di</strong>cendo: " Andate eammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a osservaretutto quanto vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Mt. 28, 19-20). E questo solennecomando <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong> annunziare la verità <strong>della</strong> salvezza, la chiesa l'ha ricevuto dagli apostoli per adempierlo sino all'ultimoconfine <strong>della</strong> terra (cf. Atti 1, 8). Essa fa quin<strong>di</strong> sue le parole dell'apostolo: (Guai... a me se non pre<strong>di</strong>cassi <strong>il</strong> vangelo:" (1Cor. 9,16), e perciò continua a mandare ininterrottamente missionari, fino a che le nuove chiese siano pienamente costituite eanch'esse continuino l'opera <strong>di</strong> evangelizzazione. E' spinta infatti dallo Spirito santo a cooperare perché sia mandato ad effetto <strong>il</strong>piano <strong>di</strong> Dio, <strong>il</strong> quale ha costituito Cristo principio <strong>di</strong> salvezza per <strong>il</strong> mondo intero. Pre<strong>di</strong>cando <strong>il</strong> Vangelo, la chiesa attira gliu<strong>di</strong>tori alla fede e alla professione <strong>della</strong> fede, li <strong>di</strong>spone al battesimo, li toglie dalla schiavitù dell'errore e li incorpora a Cristo,affinché crescano in lui per la carità fino alla pienezza. Con la sua attività essa fa in modo che ogni germe <strong>di</strong> bene che si trova nelcuore e nella mente degli uomini o nei riti e nelle culture proprie dei popoli, non solo non vada perduto, ma sia purificato,elevato e perfezionato per la gloria <strong>di</strong> Dio, per la confusione del demonio e la felicità dell'uomo. A ogni <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Cristoincombe <strong>il</strong> dovere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere, per parte sua, la fede. Ma se ognuno può battezzare i credenti, è tuttavia proprio del sacerdotecompletare l'e<strong>di</strong>ficazione del corpo col sacrificio eucaristico, adempiendo le parole dette da Dio per mezzo del profeta: " Da dovesorge <strong>il</strong> sole fin dove tramonta, grande è <strong>il</strong> mio nome tra le genti, e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome una puraoblazione" (Mal. 1, 11). Così la chiesa prega e lavora nello stesso tempo, affinché la pienezza del mondo intero passi nel popolo<strong>di</strong> Dio, corpo del Signore e tempio dello Spirito santo, e in Cristo, capo <strong>di</strong> tutti, sia reso ogni onore e ogni gloria al Creatore ePadre dell'universo.DV.8La sacra tra<strong>di</strong>zionePertanto, la pre<strong>di</strong>cazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere conservata con successionecontinua fino alla fine dei tempi. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi hanno ricevuto, ammoniscono i fedeli <strong>di</strong>conservare le tra<strong>di</strong>zioni che hanno appreso sia a voce sia per lettera (cf. 2Tess. 2, 15) e <strong>di</strong> combattere per la fede ad essitrasmessa una volta per sempre (cf. Giuda 3). Ciò che fu trasmesso dagli apostoli, poi, comprende tutto quanto contribuisce allacondotta santa e all'incremento <strong>della</strong> fede del popolo <strong>di</strong> Dio. Così la chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto,perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede. Questa tra<strong>di</strong>zione, che trae originedagli apostoli, progre<strong>di</strong>sce nella chiesa sotto l'assistenza dello Spirito santo: infatti la comprensione, tanto delle cose quantodelle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo stu<strong>di</strong>o dei credenti, i quali le me<strong>di</strong>tano in cuor loro (cf. Lc. 2, 19 e 51),sia con la profonda intelligenza che essi provano delle cose spirituali, sia con la pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> coloro i quali con la successioneepiscopale hanno ricevuto un carisma certo <strong>di</strong> Verità. La chiesa, cioè, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza<strong>della</strong> verità <strong>di</strong>vina, finché in essa giungano a compimento le parole <strong>di</strong> Dio.GS. 42L'aiuto che la chiesa intende dare alla società umanaL'unione <strong>della</strong> famiglia umana viene molto rafforzata e completata dall'unità <strong>della</strong> famiglia dei figli <strong>di</strong> Dio fondata sul Cristo.Certo, la missione propria che Cristo ha affidato alla sua chiesa non è <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne politico, economico e sociale: <strong>il</strong> fine, infatti, che leha prefisso è <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne religioso. Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono dei compiti, <strong>della</strong> luce e delle forze,che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge <strong>di</strong>vina. Così pure, dove fossenecessario, a seconda delle circostanze <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> luogo, anch'essa può, anzi deve, suscitare opere destinate al servizio <strong>di</strong>tutti, ma specialmente dei bisognosi, come, per esempio, opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a e altre sim<strong>il</strong>i. La chiesa, inoltre, riconosce tuttociò che <strong>di</strong> buono si trova nel <strong>di</strong>namismo sociale o<strong>di</strong>erno: soprattutto l'evoluzione verso l'u-nità, <strong>il</strong> processo <strong>di</strong> una sanasocializzazione e consociazione civ<strong>il</strong>e ed economica. Promuovere l'unità corrisponde infatti alla intima missione <strong>della</strong> chiesa, laquale è appunto " in Cristo come un sacramento, ossia segno e strumento <strong>di</strong> intima unione con Dio e <strong>di</strong> unità <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> genereumano ". Così al mondo essa mostra che la vera unione sociale esteriore <strong>di</strong>scende dalla unione delle menti e dei cuori, ossia daquella fede e da quella carità, con cui la sua unità è stata in<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>mente fondata nello Spirito santo. Infatti, la forza che lachiesa riesce a immettere nella società umana contemporanea, consiste in quella fede e carità portate ad efficacia <strong>di</strong> vita, e nonnell'esercitare con mezzi puramente umani un qualche dominio esteriore. Inoltre, siccome in forza <strong>della</strong> sua missione e <strong>della</strong> suanatura non è legata ad alcuna particolare forma <strong>di</strong> cultura umana o sistema politico, economico, o sociale, la chiesa per questasua universalità può costituire un legame strettissimo tra le <strong>di</strong>ver-se comunità umane e le nazioni, purché queste abbiano fiduciain lei e riconoscano realmente la vera sua libertà in or<strong>di</strong>ne al compimento <strong>della</strong> sua missione. Per questo motivo la chiesa esorta38
i suoi figli, come pure tutti gli uomini, a superare, in que-sto spirito <strong>di</strong> famiglia proprio dei figli <strong>di</strong> Dio, ogni <strong>di</strong>ssenso tra nazioni erazze, e a consolidare interiormente le giuste asso-ciazioni umane. Il conc<strong>il</strong>io, dunque, considera con grande rispetto tutto ciòche <strong>di</strong> vero, <strong>di</strong> buono e <strong>di</strong> giusto si trova nelle istituzioni, pur così <strong>di</strong>verse, che l'umanità si è creata e continua a crearsi. Dichiara,inoltre, che la chiesa vuole aiutare a promuovere tutte queste istituzioni, per quanto ciò <strong>di</strong>pende da lei ed è in armonia con lasua missione. Niente le sta più a cuore che <strong>di</strong> servire al bene <strong>di</strong> tutti, e <strong>di</strong> potersi liberamente sv<strong>il</strong>uppare sotto qualsiasi regimeche rispetti i <strong>di</strong>ritti fondamentali <strong>della</strong> persona e <strong>della</strong> fa-miglia, e riconosca le esigenze del bene comune.PER LA RIFLESSIONEIn <strong>di</strong>alogo con l’uomoDio si è rivelato in Cristo come 1’ “Alfa e l’Omega”, <strong>il</strong> principio e la fine <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> creato; come Colui checon la sua azione creatrice e con la sua continua presenza infonde la storia dell’universo. Ma la presenza <strong>di</strong> Dio e lasua iniziativa nella storia si sono manifestati non solo nella “storia” intesa nella sua accezione generale, ma anchein un contesto particolare, nella vita concreta <strong>di</strong> un popolo, quello ebraico, i cui confini si sono gradualmente estesifino ad abbracciare tutti gli uomini. Dio ha risposto alle domande profonde presenti nel cuore dell’uomorivelandosi storicamente, entrando in <strong>di</strong>alogo con l’uomo, manifestandogli <strong>il</strong> suo progetto <strong>di</strong> salvezza.Dio presente nella storiaDio quin<strong>di</strong> è presente nella storia, non solo nel senso in cui si <strong>di</strong>ce che è presente “in ogni luogo”, ma perun’iniziativa specifica, fatta <strong>di</strong> parole e <strong>di</strong> eventi e che ha avuto degli interlocutori precisi. La Rivelazione <strong>di</strong> Dionella storia è perciò la libera iniziativa con cui Dio ha voluto intervenire nella vicenda umana per caratterizzarla eorientarla verso <strong>il</strong> fine per cui <strong>il</strong> mondo e l’uomo sono stati creati. Ed è una rivelazione tutta particolare in cui Dionon dà una chiara definizione <strong>di</strong> sé con le parole, ma affida la conoscenza <strong>di</strong> sé a ciò che lui fa per <strong>il</strong> suo popolo.Israele impara a conoscere <strong>il</strong> Signore nell’esperienza che fa <strong>della</strong> sua presenza nella sua parola, nella suaazione lungo la storia. Quando Mosè, a Dio che gli appare nel roveto ardente, chiede quale sia <strong>il</strong> suo nome, si senterispondere «Io sono colui che sono», quasi un rifiuto a dare una chiarificazione imme<strong>di</strong>ata circa la sua essenza. Laconoscenza <strong>di</strong> ciò, la risposta alla domanda: «Chi è Dio?», è rimandata alla storia del suo popolo. E solo alla fine <strong>di</strong>questa storia, e attraverso <strong>di</strong> essa, quando Israele avrà sperimentato nella vita vissuta, nelle varie pieghe <strong>della</strong> suaesistenza l’amore <strong>di</strong> Dio, la sua fedeltà, la sua giustizia, la sua volontà, solo allora conoscerà anche <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> Dio:«Pertanto <strong>il</strong> mio popolo conoscerà <strong>il</strong> mio nome, comprenderà in quel giorno che io <strong>di</strong>cevo: eccomi qua » (Is. 15,6).Questa straor<strong>di</strong>naria esperienza del <strong>di</strong>alogo salvifico tra Dio e <strong>il</strong> suo Popolo è rappresentata e descritta nel raccontotra<strong>di</strong>zioneche <strong>di</strong> essa lo stesso popolo ci ha tramandato. La storia <strong>della</strong> Salvezza e una storia-racconto, una storiatra<strong>di</strong>zioneche esprime e testimonia l’esperienza <strong>di</strong> fede <strong>di</strong> un popolo che Dio si è scelto come interlocutore perchéla sua salvezza si estendesse a tutti gli uomini.La RivelazioneLa Rivelazione è, pertanto, non una conoscenza scientifica, frutto <strong>di</strong> speculazione intellettuale, maesperienza vissuta <strong>di</strong> un incontro e <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogo storico e reale tra Dio e l’uomo, la cui efficace azione non si fermaal passato, ma continua nel presente, nell’oggi dell’uomo e <strong>della</strong> storia: è una storia viva, è una storia sempreattuale che si proietta, però, oltre i confini del presente, per espandersi in quelli <strong>di</strong> Dio, oltre <strong>il</strong> tempo. Un’altraimportante caratteristica <strong>della</strong> Rivelazione è quella per cui essa non è semplicemente un “corpo <strong>di</strong> veritàsoprannaturali”, una raccolta <strong>di</strong> insegnamenti dottrinali comunicati in vario modo da Dio, ma èl’automanifestazione Dio nella storia concreta <strong>di</strong> un popolo <strong>il</strong> cui culmine è Cristo, me<strong>di</strong>atore sommo <strong>della</strong>creazione e <strong>della</strong> salvezza.Se Dio si rivela nella storia, non lo fa per dare un’informazione qualsiasi sulla sua essenza, ma permanifestare al mondo <strong>il</strong> suo amore, liberandolo dal male. E una rive1azione che si configura sostanzialmente comeevento <strong>di</strong> Salvezza, come atto redentivo per cui l’uomo supera l’incapacità ra<strong>di</strong>cale del <strong>di</strong>alogo con Dio, dovuta alpeccato, vince le catene del male e <strong>della</strong> morte. Tutto ciò avviene in Cristo che è <strong>il</strong> soggetto primo e veramenteautoritativo <strong>della</strong> Rivelazione <strong>di</strong>vina, in cui l’uomo scopre che essa non avviene per permettere una platonicacontemplazione o una semplice conoscenza intellettuale, ma per coinvolgere <strong>di</strong>rettamente <strong>il</strong> destinatario, facendoloentrare nel vivo del <strong>di</strong>namismo salvifico <strong>di</strong> Dio, caratterizzandosi come intervento <strong>di</strong> Dio nella storia che contienein sé giu<strong>di</strong>zio e grazia che conducono all’obbe<strong>di</strong>enza e alla salvezza dell’uomo. Abbiamo finora visto come Dio ela sua straor<strong>di</strong>naria presenza segnano la storia dell’uomo e come (questo lo sv<strong>il</strong>upperemo maggiormente in seguito)ciò si realizza nella storia concreta <strong>di</strong> un popolo, quello <strong>di</strong> Israele e poi soprattutto nel nuovo popolo inaugurato inCristo, la cui esperienza <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con <strong>il</strong> Signore, racchiude in modo vivo e sempre attuale lostraor<strong>di</strong>nario patrimonio <strong>di</strong> eventi e parole con cui Dio si è manifestato e continua a manifestarsi all’uomo. Questo39
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anche di essere sollecitato a rende
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Chi Crede AmaCONCLUSIONEDopo questi
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