<strong>il</strong> nuovo Adamo, svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (GS. 22). Lo stessoConc<strong>il</strong>io <strong>di</strong>ce ancora: «l’uomo avrà sempre <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> sapere almeno confusamente quale sia <strong>il</strong> significato<strong>della</strong> sua vita, del suo lavoro, <strong>della</strong> sua morte... ma soltanto Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e che lo haredento dal peccato, può offrire a tali problemi una risposta pienamente adeguata, e ciò per mezzo <strong>della</strong>rivelazione compiuta Cristo, Figlio suo, fatto uomo. Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure piùuomo» (cfr: Sanna – “L’uomo, via fondamentale per la <strong>Chiesa</strong>”).Quin<strong>di</strong> la finalità <strong>della</strong> rivelazione cristiana è la realizzazione dell’uomo in tutta la sua pienezza.Ed è qui che scopriamo che tale pienezza supera e trascende le stesse attese umane. Le risposte che <strong>il</strong> Signore dàall’uomo vanno sempre al <strong>di</strong> là delle domande che l’uomo pone; domande, che magari hanno implicite tensioni piùprofonde, ma sono limitate in schemi troppo umani e razionali, per l’appagamento <strong>di</strong> bisogni imme<strong>di</strong>ati.- L’uomo pone la domanda del bisogno <strong>di</strong> essere pienamente uomo, Cristo gli risponde che solo andandooltre l’umanità, solo nella sua ri<strong>di</strong>vinizzazione, quin<strong>di</strong> solo nell’or<strong>di</strong>ne <strong>della</strong> Grazia, nell’amicizia e nella Unionecon Dio, può <strong>di</strong>ventare più uomo.- L’uomo esprime <strong>il</strong> suo profondo bisogno <strong>di</strong> libertà, Cristo gli risponde che solo nell’obbe<strong>di</strong>enza <strong>della</strong>fede, e nell’affidarsi totalmente volontà <strong>di</strong> Dio, nell’aderire senza riserva alla sua Verità, si può essere veramenteliberi (cfr: GV. 8,32).- L’uomo si avvicina a Cristo con l’intento sincero <strong>di</strong> conoscerlo, ma pensando <strong>di</strong> trovare in Lui certezzeimme<strong>di</strong>ate e rassicuranti, Egli gli risponde presentandosi come <strong>il</strong> Figlio dell’Uomo che dovrà soffrire e morire,come <strong>il</strong> chicco <strong>di</strong> grano, e propone ai suoi seguaci la stessa sorte, la medesima strada <strong>della</strong> croce (cfr: Gv. 12,24).La Rivelazione cristiana ci consente <strong>di</strong> penetrare <strong>il</strong> mistero dell’uomo scoprendo in esso tre fondamentalicaratteristiche per la cui esplicitazione e definitivo orientamento secondo <strong>il</strong> progetto originale, Cristo, l’Uomo-Dio, ha immolato la sua vita.Le tre caratteristiche sono le seguenti: L’uomo, immagine <strong>di</strong> Dio L’uomo soggetto al peccato L’uomo destinato alla risurrezione in CristoL’uomo immagine <strong>di</strong> DioSpesso si è tentato e continuamente si tenta da più parti <strong>di</strong> definire l’uomo circoscrivendo la sua identità ela sua natura in ambiti solamente terreni e razionali. Al punto che l’idea <strong>di</strong> un rapporto con la <strong>di</strong>vinità, con laTrascendenza sia non solo un’<strong>il</strong>lusione, ma un tra<strong>di</strong>mento, un fuorviante alibi nella realizzazione del vero uomo. Ilf<strong>il</strong>osofo Kant, significativo interprete <strong>di</strong> certa cultura e coscienza moderna, ansiosa <strong>di</strong> scrollarsi <strong>di</strong> dosso ogni tipo<strong>di</strong> “guida” esterna, compresa quella <strong>di</strong> Dio, per costruire un uomo davvero libero e quin<strong>di</strong> maggiorenne e quin<strong>di</strong>veramente uomo, affermava: «Minorità è l’incapacità <strong>di</strong> servirsi <strong>della</strong> propria intelligenza senza la guida <strong>di</strong> unaltro. Questa minorità è dovuta a te stesso, se la cura <strong>di</strong> essa non è un <strong>di</strong>fetto dell’intelligenza ma è la mancanza <strong>di</strong>decisione e <strong>di</strong> coraggio <strong>di</strong> servirtene senza guida. «Sàpere àude!» Abbi <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> servirti <strong>della</strong> propriaintelligenza! È questo <strong>il</strong> ruolo dell’<strong>il</strong>luminismo».Secondo la rivelazione cristiana, invece, la caratteristica peculiare dell’uomo, ciò che lo <strong>di</strong>stingue da ognialtro essere creato, ciò che, lo definisce in modo proprio ed esclusivo è la sua partecipazione all’amore, allabellezza, alla intelligenza, alla vita <strong>di</strong> Dio, è, come ricorda <strong>il</strong> libro <strong>della</strong> Genesi, <strong>il</strong> suo essere immagine esomiglianza <strong>di</strong> Dio: in questo sta la sua <strong>di</strong>gnità vera e autentica: una realtà così ra<strong>di</strong>cata che in Cristo l’uomoscopre la sua figliolanza da Dio. L’uomo è figlio <strong>di</strong> Dio e partecipa <strong>della</strong> sua vita e del suo amore con l’obbe<strong>di</strong>enza<strong>della</strong> sua Fede. Come Cristo ci ha insegnato, è solo nella pienezza <strong>della</strong> figliolanza da Dio e quin<strong>di</strong> nell’obbe<strong>di</strong>enzache a Lui si deve, come figli al Padre, che si realizza la pienezza dell’umanità.L’uomo soggetto al peccatoR<strong>il</strong>eggiamo un importante testo del Conc<strong>il</strong>io Vaticano II: «In verità gli squ<strong>il</strong>ibri, <strong>di</strong> cui soffre <strong>il</strong> mondocontemporaneo, si collegano con quel più profondo squ<strong>il</strong>ibrio, che è ra<strong>di</strong>cato nel cuore dell’uomo. È proprioall’interno dell’uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte, infatti, come creatura,esperimenta in m<strong>il</strong>le mo<strong>di</strong> i suoi limiti, dall’altra parte si accorge <strong>di</strong> essere senza confini nelle sue aspirazioni echiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e arinunziare alle altre. Inoltre, debole peccatore, non <strong>di</strong> rado fa quello che non vorrebbe, e non fa quello chevorrebbe. Per cui soffre in se stesso una <strong>di</strong>visione, dalla quale provengono anche tutte e così gravi <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e nellasocietà» (GS. 10).Questa <strong>di</strong>mensione dell’uomo è frutto, sì <strong>della</strong> volontà sempre attuale, delle scelte che quoti<strong>di</strong>anamentel’uomo fa, ma è anche espressione <strong>di</strong> una situazione costitutiva dell’uomo, che ha fin dalla nascita, e chechiamiamo peccato originale.32
L’uomo destinato alla Risurrezione in CristoNella verità del peccato originale tanti vedono una lettura pessimistica, negativa dell’uomo e <strong>della</strong> vita.Sarebbe così se non si inquadrasse la <strong>di</strong>mensione del peccato nel piano generale <strong>di</strong> amore pre<strong>di</strong>sposto da Dio.Dio, che ha creato <strong>il</strong> mondo e l’uomo per solo amore, non può abbandonare l’uomo in balìa <strong>di</strong> se stesso,anche quando questi si allontana e pretende <strong>di</strong> poter fare a meno <strong>di</strong> lui. Quando l’uomo sperimenta lungo la storia enella vita quoti<strong>di</strong>ana la sua frag<strong>il</strong>ità, la sua incapacità, Dio si rivela in Gesù Cristo per annunciargli e compiere <strong>il</strong>destino a cui lo ha chiamato: la vittoria sul male, sul peccato, sulla morte, la comunione perfetta <strong>di</strong> vita con Dio, <strong>il</strong>ristab<strong>il</strong>imento del <strong>di</strong>alogo personale con <strong>il</strong> Signore.La libertà dell’uomo nel rispondere a DioLa nostra riflessione potrebbe ora ampliarsi anche sul piano etico e morale. In questo brevissimo paragrafointen<strong>di</strong>amo solamente accennare tutto questo complesso <strong>di</strong>scorso teologico, sottolineando soprattutto l’importanza<strong>della</strong> coscienza e <strong>della</strong> libertà come basi ed elementi fondamentali per l’obbe<strong>di</strong>enza <strong>della</strong> fede. La coscienzaumana, infatti, è <strong>il</strong> “luogo” in cui Dio svela <strong>il</strong> Suo piano <strong>di</strong> amore, è <strong>il</strong> sacrario nel quale si manifesta la verità sullavita e <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>zio sui valori: è qui che avviene la me<strong>di</strong>azione tra l’oggettività <strong>di</strong> una “Legge” e la complessitàdell’esistenza personale, con la varietà delle sue situazioni, delle sue provocazioni, delle sue <strong>di</strong>fficoltà.Il progetto <strong>di</strong> Dio, come abbiamo già detto nel precedente paragrafo, che si concretizza nella sua Parola chechiama ad uscire fuori dal mistero <strong>di</strong> ambiguità e <strong>di</strong> peccato, non rimane per l’uomo qualcosa <strong>di</strong> puramenteesteriore od estraneo, un richiamo che lo sfiora superficialmente o una pressione che lo costringe violentemente. LaParola e la conseguente chiamata <strong>di</strong> Dio trova nell’uomo una risonanza intima, un terreno preparato, una capacità<strong>di</strong> accoglienza e <strong>di</strong> risposta; s’intreccia con un <strong>di</strong>namismo morale che la Parola stessa suscita e stimola, ma cheimpegna tutte le energie dell’uomo e ne fa un responsab<strong>il</strong>e collaboratore <strong>di</strong> Dio.A questo punto però è lecito domandarsi: chi è dunque <strong>il</strong> protagonista dell’impegno morale, ossia <strong>della</strong>tensione dell’uomo ad obbe<strong>di</strong>re a Dio e così a realizzare se stesso, a <strong>di</strong>venire uomo perfetto? È l’uomo o Dio?Ma non si devono fare contrapposizioni tra l’uomo e Dio!Potremmo essere tentati <strong>di</strong> pensare che Dio fa tutto, mentre all’uomo non resterebbe che un atteggiamentopassivo e <strong>di</strong> pura esecutività. Sappiamo invece che all’iniziativa <strong>di</strong> Dio, che ci ha amato per primo e ci precedesempre, deve corrispondere la responsab<strong>il</strong>e decisione dell’uomo.Questa responsab<strong>il</strong>ità presuppone, quin<strong>di</strong>, nell’uomo la libertà <strong>di</strong> aderire o meno al dono <strong>di</strong> Dio. L’esercizio <strong>di</strong>questa libertà parte dalla conoscenza del piano del Signore su <strong>di</strong> noi e si realizza nell’obbe<strong>di</strong>enza alla sua volontà. Ilsoggetto concreto dell’impegno morale rimane sempre l’uomo, chiamato dal Padre a realizzarsi in Gesù Cristo,l’Uomo Nuovo e perfetto per eccellenza.L’uomo che <strong>il</strong> Padre chiama, nella decisione morale, è l’uomo totale, in<strong>di</strong>viduo e comunitario, collocatonella storia e unito a Cristo per <strong>il</strong> servizio <strong>di</strong> Dio e degli uomini.La sorgente imme<strong>di</strong>ata, da cui sgorga la decisione morale, è la libera volontà che non si concepisce veramentelibera e responsab<strong>il</strong>e se non in stretto collegamento con la conoscenza dei valori e con la coscienza. In altre parole,la libertà e la coscienza sono alla base <strong>della</strong> decisione fondamentale e responsab<strong>il</strong>e dell’uomo; nell’uomo inserito inCristo la libertà e la coscienza trovano <strong>il</strong> significato ultimo e le con<strong>di</strong>zioni per realizzarsi pienamente.L’uomo, come abbiamo già detto, è costantemente alla ricerca <strong>della</strong> felicità e del bene: tutti vogliono esserefelici, anche coloro che me<strong>di</strong>tano <strong>di</strong> togliersi la vita. Non si tratta però <strong>di</strong> una ricerca generica ed astratta. L’uomocerca sempre ciò che concretamente può realizzare la sua crescita: la buona salute, la bellezza del corpo, laconoscenza delle cose, la perfezione morale, l’amicizia e l’amore. Ma questa ricerca ha un carattere inconfon<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e:non si appaga mai <strong>di</strong> beni limitati, va sempre al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> essi, vuole abbracciare orizzonti <strong>di</strong> bene sempre più ampi.Questa esigenza <strong>di</strong> bene, che costituisce <strong>il</strong> <strong>di</strong>namismo profondo dell’esistenza, si riflette con una forzasingolare ed imperiosa nell’intimo dell’animo umano, in quello che noi chiamiamo la coscienza, nella quale risuonala voce <strong>di</strong> un dovere fondamentale, <strong>di</strong> un senso morale, spesso implicito ed inconscio, ma non per questo menoobbligante: «bisogna fare <strong>il</strong> bene ed evitare <strong>il</strong> male!».Tuttavia, almeno nel suo cammino terreno, l’uomo non incontra mai <strong>il</strong> bene o <strong>il</strong> male allo stato puro edassoluto, incontra beni concreti, cose buone, persone buone; <strong>di</strong> fronte ad esse la sua volontà rimane libera, puòessere potentemente attratta, ma non totalmente e definitivamente imprigionata.È libero <strong>di</strong> pronunciare un sì o un no, <strong>di</strong> scegliere una via o un’altra, <strong>di</strong> preferire un bene o un altro, a seconda chevede in quei beni concreti un rapporto <strong>di</strong> convenienza più o meno grande con l’esigenza <strong>di</strong> bene <strong>il</strong>limitato che portain sé.Incomincia così, nella misteriosa unita <strong>della</strong> persona, una mirab<strong>il</strong>e collaborazione ed intesa fra la coscienza e lavolontà libera da cui scaturiscono quegli atti liberi ed intelligenti che fanno la grandezza incomparab<strong>il</strong>e dell’uomo.Di fronte ad un’azione particolare, ad un oggetto determinato, la coscienza interviene, sempre mossa da unaprofonda esigenza <strong>di</strong> bene, per decidere se e a quali con<strong>di</strong>zioni una scelta concreta sia coerente con tale esigenzafondamentale. È un momento <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> confronto, <strong>di</strong> valutazione con cui essa prepara la decisione concretae le offre un fondamento razionale.33
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anche di essere sollecitato a rende
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