46PER LA RIFLESSIONEIsraele, una storia straor<strong>di</strong>nariaAbbiamo già detto che <strong>il</strong> Signore si rivela nella storia e abbiamo parlato <strong>della</strong> storia nella sua dupliceaccezione <strong>di</strong> storia in senso generale, cioè universale, come spazio in cui Dio si fa presente con tutta l’umanità econ lo stesso universo, e <strong>di</strong> storia vissuta <strong>di</strong> un popolo concreto, particolare.La rivelazione cristiana inizia appunto dalla testimonianza che ci è stata tramandata dell’iniziativa <strong>di</strong> Dioche ha voluto scegliersi appunto un popolo, <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Israele, con cui instaurare un <strong>di</strong>alogo, un’alleanza salvifica:un <strong>di</strong>alogo e una rivelazione compiuti definitivamente in Cristo e in Lui offerti universalmente a tutti gli uomini.Su questo tema abbiamo già sentito, dalle citazioni sopra riportate, che cosa ci <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> Conc<strong>il</strong>io Vaticano II.:«Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non in<strong>di</strong>vidualmente e senza alcun legame tra loro, ma vollecostituire <strong>di</strong> loro un popolo che lo riconoscesse nella Verità e fedelmente lo servisse. Si scelse quin<strong>di</strong> per sé <strong>il</strong>popolo israelita, stab<strong>il</strong>ì con lui un’alleanza, e lo formò lentamente manifestando nella sua storia Se stesso e i suoi<strong>di</strong>segni e santificandolo per Sé » (LG. 9).La storia straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Israele <strong>di</strong>venta così nei vari momenti del suo <strong>di</strong>spiegarsi l’irripetib<strong>il</strong>emanifestazione <strong>di</strong> un Dio che si fa vicino all’uomo con la sua parola e con vari gesti, si fa quasi suo compagno <strong>di</strong>strada lungo la quale, come fece Cristo con i due <strong>di</strong>scepoli sulla via per Emmaus, progressivamente svela i suoisegreti <strong>di</strong>segni, la sua volontà, <strong>il</strong> suo progetto <strong>di</strong> salvezza sull’uomo.È una storia che per essere capita non va letta o interpretata con i consueti criteri umani, ma, perché storiasacra, con l’intelligenza <strong>della</strong> fede, con <strong>il</strong> cuore aperto <strong>di</strong> chi è <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e ad accogliere un dono che supera lecapacità e le stesse attese umane. Soprattutto va letta nella prospettiva del suo pieno compimento che culminerà conl’Avvento <strong>di</strong> Cristo e che, con la ra<strong>di</strong>cale novità operata nel mistero pasquale, conserverà un carattere <strong>di</strong> perenneattualità nella vita del nuovo popolo, la <strong>Chiesa</strong>.Non si potrebbe comprendere la storia <strong>di</strong> Israele se non fosse <strong>il</strong>luminata dalla rivelazione <strong>di</strong> Cristo, che è <strong>il</strong> centrounificatore <strong>di</strong> tutta la Storia <strong>della</strong> Salvezza, Colui in cui si “ricapitola” <strong>il</strong> mistero <strong>della</strong> creazione e <strong>della</strong> redenzione.È, ancora, una storia che inizia con Abramo. La Parola misteriosa <strong>di</strong> Dio si fa sentire a questo pastorenomade <strong>della</strong> terra <strong>di</strong> Ur in Caldea: «Vattene dal tuo paese, da a tua 5ainaeall casa <strong>di</strong> tuo padre, verso <strong>il</strong> paese cheio ti in<strong>di</strong>cherò. Farò <strong>di</strong>te un grande popolo e ti bene<strong>di</strong>rò» (Gn. 12,13). Abramo parte «senza sapere dove andava»(cfr.: Eb. 11,8), fidandosi unicamente <strong>della</strong> Parola <strong>di</strong> Dio che gli prometteva una terra, una <strong>di</strong>scendenza, unabene<strong>di</strong>zione destinata a tutti i popoli (cfr.: Gn. 22,18), raggiunge la terra promessa che <strong>il</strong> Signore gli avevapreparato, ma vi resta come forestiero.Con Isacco, <strong>il</strong> figlio <strong>della</strong> promessa, la prospettiva <strong>di</strong> un grande popolo e la bene<strong>di</strong>zione per tutti gli uominirimangono una speranza futura. Con i figli <strong>di</strong> Giacobbe, la <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> Abramo si fa più numerosa, ma iniziaanche la tormentata vicenda <strong>di</strong> questo popolo che ancora non è popolo in senso vero: troppe <strong>di</strong>visioni interne el’oppressione dei popoli vicini più potenti ne rendono oltremodo <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>il</strong> cammino. Israele, questo <strong>il</strong> nome cheprende la <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> Abramo dopo l’unificazione delle do<strong>di</strong>ci tribù formatesi intorno ai do<strong>di</strong>ci figli <strong>di</strong>Giacobbe, conosce i giorni dell’es<strong>il</strong>io in Egitto. Ma Dio gli restituisce la libertà, manda Mosè che lo guida verso laterra promessa. Il viaggio del ritorno è lungo e tormentato, ma <strong>il</strong> Signore è sempre vicino, e stringe con Israele unnuovo patto <strong>di</strong> alleanza, <strong>di</strong>chiarandolo finalmente suo popolo.Israele al ritorno nella terra promessa conosce giorni <strong>di</strong> grande prosperità, possiede finalmente una terra, hauna legge, quella datagli dal Signore sul monte Sinai, ha un suo re, segno <strong>di</strong> unità politica e religiosa, e, soprattutto,un tempio e un culto. Tuttavia, Israele continua a mantenere un atteggiamento ambivalente e <strong>di</strong>scontinuo neiconfronti del Signore; ma questi non si stanca <strong>di</strong> ripetere e manifestare <strong>il</strong> suo amore e la sua fedeltà. I re <strong>di</strong> Israelelo tra<strong>di</strong>scono, <strong>il</strong> popolo si lascia andare spesso all’idolatria: <strong>il</strong> Signore, in risposta, per bocca dei suoi profeti,promette l’invio <strong>di</strong> un re giusto, <strong>il</strong> Messia.Nello smarrimento, a causa <strong>di</strong> un’alleanza tante volte tra<strong>di</strong>ta, Dio annunzia l’instaurazione <strong>di</strong> una nuova edefinitiva alleanza. Con Geremia ed Ezechiele, insieme alla nuova alleanza Dio promette la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> unara<strong>di</strong>cale conversione: sostituirà <strong>il</strong> cuore <strong>di</strong> pietra dell’antico popolo con <strong>il</strong> cuore <strong>di</strong> carne del nuovo popolo, doneràun nuovo spirito, soppianterà <strong>il</strong> vecchio culto ormai vissuto senza anima con <strong>il</strong> nuovo culto «in spirito e verità»(Gv. 4,23).Il popolo d’Israele conosce altri giorni <strong>di</strong> es<strong>il</strong>io: questa volta viene deportato in Bab<strong>il</strong>onia. Il Signore si fasentire ancora con i suoi profeti per colmare <strong>il</strong> grido <strong>di</strong> lamento del popolo con l’invito alla fiducia e alla speranza.Così fra i vari e continui alternarsi <strong>di</strong> cadute e conversioni, <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>menti e, pentimenti, e per <strong>il</strong> progressivo sfaldarsidell’unità nazionale e <strong>della</strong> libertà sotto le dominazioni straniere fino al tempo dei romani, soltanto un piccolo «resto»,gli «anawim» (= i poveri del Signore) come li chiama <strong>il</strong> profeta Sofonia, continua a sperare nelle promesse delSignore.In questo contesto <strong>di</strong> sfaldamento morale e politico si compiono i giorni in cui <strong>il</strong> Signore dà pienocompimento alle sue promesse con 1’invio del suo Figlio nel mondo per costituire <strong>il</strong> nuovo Popolo <strong>di</strong> Dio. Nella
descrizione che ce ne fa l’Antico Testamento appare certo del tutto singolare la storia <strong>di</strong> questo popolo, ma proprioda questa singolarità risulta più evidente <strong>il</strong> piano <strong>di</strong> Dio: Israele come ogni altro popolo desidera avere una terra, unre, una legge, un tempio..; ogni volta che crede <strong>di</strong> aver realizzato queste attese, viene sbalzato inesorab<strong>il</strong>menteverso traguar<strong>di</strong> ulteriori. Così come è la sorte <strong>di</strong> ogni uomo, la sua terra è sempre più in là e da abitare nel futuro.Questo futuro definitivo viene inaugurato da Cristo.Al breve riep<strong>il</strong>ogo <strong>della</strong> storia <strong>di</strong> Israele è opportuno adesso far seguire alcuni dati <strong>di</strong> fondo che ne hannocaratterizzato la vita e che ne esprimono la natura e la ragione <strong>della</strong> particolare pred<strong>il</strong>ezione <strong>di</strong>vina e che soprattuttoci fanno scorgere l’unicità e la continuità del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio che, manifestatosi con la creazione, prende formaspecificamente salvifica con Abramo e Israele e si compie con Cristo nella <strong>Chiesa</strong>.Questi i principali caratteri:Israele, popolo, famiglia <strong>di</strong> DioLa nozione <strong>di</strong> Popolo <strong>di</strong> Dio è espressa dalla Bibbia con un termine ebraico che nella nostra linguapossiamo esprimere con la parola “famiglia”. Israele, infatti, si sentiva legato a Jahvé da un rapporto strettissimo,quasi <strong>di</strong> parentela. Frequenti sono i brani <strong>della</strong> Bibbia dove Israele è chiamato «figlio»; «dall’Egitto ho chiamatomio figlio» (Os. 11,1); Dio ha condotto Israele attraverso <strong>il</strong> deserto come «un padre porta <strong>il</strong> proprio figlio» (Dt.1,31). Gli israeliti sono «figli per <strong>il</strong> Signore loro Dio» (Dt. 14,1).Vivo e forte è stato nella tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Israele questo senso <strong>di</strong> appartenenza alla “famiglia <strong>di</strong> Dio”, che èmolto più <strong>di</strong> una semplice parentela <strong>di</strong> sangue, perché è soprattutto un legame <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> cura, <strong>di</strong> protezione,fondato sull’iniziativa con cui Dio si lega al suo popolo. Tale iniziativa è l’ “elezione” <strong>di</strong> Dio; infatti <strong>il</strong> popolo sichiama anche «eletto», in quanto destinatario dell’elezione <strong>di</strong> Dio. Perché famiglia <strong>di</strong> Jahvé, Israele appartiene alsuo Signore, ha con lui un legame strettissimo, che lo porta a confidare sempre nell’aiuto del suo Dio.Israele, popolo consacratoL’iniziativa <strong>di</strong> Dio che si è tradotta nell’elezione <strong>di</strong> Israele, ha fatto sì che <strong>il</strong> suo popolo fosse soltanto suo,a lui consacrato, la cui identità fosse definib<strong>il</strong>e solo in quanto riferita a Dio. Israele è così <strong>il</strong> popolo consacrato, <strong>il</strong>popolo «santo» <strong>di</strong> Dio, perché Dio lo ha attratto a sé, in lui ha manifestato la sua azione, lo ha eletto, lo ha guidatonella sua storia, gli ha dato una legge, ha stretto con lui un patto <strong>di</strong> alleanza.Questo concetto è riassunto molto efficacemente nel libro del Deuteronomio: «Tu infatti sei un popoloconsacrato al Signore tuo Dio; <strong>il</strong> Signore tuo Dio ti ha scelto per essere <strong>il</strong> suo popolo priv<strong>il</strong>egiato fra tutti i popoliche sono sulla terra» (Dt. 7,6). Perché «santo», perché appartiene soltanto a Dio, Israele non dovrà più darsiall’idolatria come fanno gli altri popoli pagani, anzi proprio per questo dovrà <strong>di</strong>stinguersi da loro, prendere le<strong>di</strong>stanze, non contaminarsi con i loro idoli e le loro usanze contrarie alla legge <strong>di</strong> Dio. Conseguente, perciò, all’idea<strong>di</strong> «santità» è la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vivere separato dagli altri popoli e dai loro culti idolatrici: «Voi siete figli per <strong>il</strong>Signore Dio vostro; non vi farete incisioni e non vi raderete tra gli occhi per un morto. Tu sei infatti un popoloconsacrato al Signore tuo Dio e <strong>il</strong> Signore ti ha scelto, perché tu fossi <strong>il</strong> suo popolo priv<strong>il</strong>egiato fra tutti i popoliche sono sulla terra » (Dt. 14,1-2).Israele, popolo dell’alleanzaL’espressione «Io sono <strong>il</strong> tuo Dio, tu sei <strong>il</strong> mio popolo», <strong>di</strong>ce bene la natura e la realtà dell’alleanza che Dioaveva stretto prima con Abramo e poi soprattutto con Mosè. Un’alleanza così unica e vitale da essere paragonata edescritta spesso, soprattutto dai profeti Osea, Geremia ed Ezechiele, con l’immagine del legame sponsale. Ilrapporto tra Dio e <strong>il</strong> suo popolo è come quello <strong>di</strong> uno sposo con la sua sposa.Con l’alleanza Dio si impegna con Abramo a dargli una <strong>di</strong>scendenza e a offrire la sua bene<strong>di</strong>zioneall’intera sua stirpe; sul monte Sinai Dio consegna la sua legge al popolo perché sia guida sicura e sostegno nel suocammino. Ma <strong>il</strong> patto <strong>di</strong> alleanza esige anche una risposta <strong>di</strong> fedeltà e <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza del popolo che non è unsemplice impegno giuri<strong>di</strong>co ma «amore con tutto <strong>il</strong> cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt. 6,5).Nel patto <strong>di</strong> alleanza c’è un altro elemento particolarmente significativo. L’elezione <strong>di</strong> Israele da parte <strong>di</strong>Dio non è un priv<strong>il</strong>egio che si chiude in esso, è in funzione <strong>di</strong> un’apertura del dono <strong>di</strong>vino a tutti i popoli;nell’alleanza con Israele è già adombrata la <strong>di</strong>mensione universale dell’azione salvifica <strong>di</strong> Dio. Israele è posto fra ipopoli come un faro: «cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere » (Is. 42,4).Israele, popolo sacerdotaleNel libro dell’Esodo Dio <strong>di</strong>ce «Voi sarete per me un regno <strong>di</strong> sacerdoti e una nazione santa» ((es. 19,6). Lafunzione sacerdotale è una tipica funzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione tra Dio e l’uomo; <strong>il</strong> sacerdote è un interme<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Dio.Israele ha da Dio questo ruolo <strong>di</strong> essere me<strong>di</strong>atore tra Jahvé e gli altri popoli. In esso gli uomini vedono risplenderel’agire salvifico <strong>di</strong> Dio. Il popolo eletto è pertanto investito <strong>di</strong> un mandato “missionario” che anzi <strong>di</strong>venta tipico especifico <strong>della</strong> particolare elezione <strong>di</strong>vina. In questa prospettiva vanno letti e intesi i cosiddetti canti del «servo <strong>di</strong>47
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