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Le origini della camorra - (anno 2010) - Osservatorio per la legalità ...

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questore di Napoli denuncia al procuratore del re che il soggetto dopo tante ribalderie non risulta<br />

mai condannato e <strong>per</strong> questo “va pubblicamente vantandosi <strong>per</strong> le alte protezioni di cui gode”.<br />

Finalmente il 1883 il ventenne ‘o Sciascillo, dopo aver proseguito im<strong>per</strong>territo nelle sue azioni<br />

criminose, viene condannato a sei anni di carcere, in via definitiva. Se ne <strong>per</strong>der<strong>anno</strong> le tracce, né si<br />

conoscer<strong>anno</strong> le specifiche protezioni di cui aveva goduto.<br />

Un settore fondamentale dell’attività camorristica, nel quale o<strong>per</strong>avano anzitutto i capintesta da<br />

Salvatore De Crescenzo a Ciccio Cappuccio, ‘o signorino era quello legato al<strong>la</strong> “filiera” dei cavalli.<br />

Il controllo partiva al momento delle aste degli scarti equini dell’esercito, che venivano accaparrati<br />

a basso prezzo, eliminando, si intuisce con quali mezzi, <strong>la</strong> concorrenza. Il secondo passaggio era<br />

rappresentato dal commercio <strong>del<strong>la</strong></strong> crusca e delle carrube <strong>per</strong> l’alimentazione degli animali. Era<br />

quest’ultima, poi, l’attività ufficiale svolta da molti camorristi. L’organizzazione criminale<br />

esercitava il pieno controllo di tutti i cocchieri e stallieri. A dare forza a questi traffici quindi <strong>la</strong><br />

stretta congiunzione con l’esercizio dell’usura.<br />

La <strong>camorra</strong> non cessava di evolversi. La pratica dell’estorsione, rinnovata e al<strong>la</strong>rgata, si diffondeva<br />

nel<strong>la</strong> “società civile” di quel tempo e nel<strong>la</strong> sua rappresentanza politica e amministrativa.<br />

Ce ne spiega il <strong>per</strong>ché il prof. Barbagallo: .<br />

Al<strong>la</strong> fine dell’Ottocento l’espansione dell’il<strong>legalità</strong> criminale si misurava con gli sviluppi <strong>del<strong>la</strong></strong><br />

politica. Non essendo ancora nati i partiti di massa, questi si muovevano come aggregati di notabili,<br />

guidati da <strong>per</strong>sonalità eminenti come Nicotera, Crispi, Rudinì, Giolitti, Zanardelli, Sonnino. Non<br />

era più una stretta oligarchia di ricchi e aristocratici. Sul<strong>la</strong> scena politica irrompevano ceti meno<br />

altolocati, più disponibili a più <strong>la</strong>rghe re<strong>la</strong>zioni. Si tenga presente che le riforme elettorali degli anni<br />

’80 al<strong>la</strong>rgavano il voto ai maschi ventunenni in grado di leggere e scrivere.<br />

D’altra parte l’il<strong>legalità</strong> e <strong>la</strong> criminalità applicata alle amministrazioni pubbliche non erano una<br />

novità. L’amministrazione del potere politico era nata, nell’età moderna, a cominciare dal<strong>la</strong> Francia,<br />

con <strong>la</strong> vendita delle cariche e <strong>la</strong> venalità degli uffici. A Napoli, poi, i Borbone avevano affidato<br />

gestione di appalti e tangenti, forniture e concessioni a nobili e principi, ma anche ai propri<br />

camerieri.<br />

La modernità quindi, senza alcun stupore, avanzava anche a Napoli, esprimendo qui pratiche<br />

corruttive e illegali.<br />

A metà agosto del 1884 arrivò il colera e fece il primo morto. A settembre l’epidemia esplose nei<br />

quartieri popo<strong>la</strong>ri e devastò <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione ammonticchiata nei fondaci e nei bassi.<br />

Il 15 gennaio 1885 fu approvato dal Par<strong>la</strong>mento <strong>la</strong> legge <strong>per</strong> il Risanamento <strong>del<strong>la</strong></strong> città di Napoli.<br />

Prevedeva un finanziamento di 100 milioni <strong>per</strong> le o<strong>per</strong>e di bonifica e <strong>per</strong> <strong>la</strong> nuova rete fognaria,<br />

agevo<strong>la</strong>zioni fiscali, una più incisiva procedura d’espropriazione <strong>per</strong> pubblica utilità, che colpiva gli<br />

interessi dei proprietari.<br />

Queste condizioni non convinsero le imprese edili nazionali ad assumere i <strong>la</strong>vori di ‘sventramento’<br />

e di risanamento dei quartieri bassi, considerati costosi e incerti. Si determinò così una paralisi<br />

produttiva.<br />

Soltanto nel 1904 un nuova convenzione consentirà di portare a termine nel 1910 i <strong>la</strong>vori previsti<br />

<strong>per</strong> il 1894. E soprattutto avevano privilegiato <strong>la</strong> costruzione di nuovi quartieri signorili.<br />

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