Le origini della camorra - (anno 2010) - Osservatorio per la legalità ...
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Negli anni del ri<strong>la</strong>ncio industriale e di una modernizzazione che aveva invaso una <strong>la</strong>rga parte <strong>del<strong>la</strong></strong><br />
Peniso<strong>la</strong>, a Napoli sarà un moderato conservatorismo politico a guidare il Municipio, le associazioni<br />
commerciali e industriali, gli stessi processi di espansione, anche se re<strong>la</strong>tiva, di gruppi finanzieri e<br />
mercantili.<br />
Non si fermava intanto l’attacco socialista al sistema cliente<strong>la</strong>re e camorristico che caratterizzava<br />
l’attività amministrativa nel<strong>la</strong> metropoli e nel vastissimo territorio agricolo <strong>del<strong>la</strong></strong> Terra del Lavoro<br />
(che si combinava con <strong>la</strong> provincia di Caserta). La condanna più dura, pronunciata da un deputato<br />
socialista, fu riservata al giolittiano Peppuccio Romano, non a caso deputato di Sessa Aurunca<br />
(collocata nel<strong>la</strong> Terra di Lavoro) definito .<br />
<strong>Le</strong> dure parole subite dal giolittiano furono confermate, qualche tempo dopo, dal prefetto <strong>del<strong>la</strong></strong><br />
provincia di Caserta, che all’epoca si estendeva a Sora e a Gaeta, che in una re<strong>la</strong>zione riservata al<br />
ministero diceva che nell’agro aversano .<br />
Per il vero non erano soltanto i deputati dell’Estrema sinistra ad intervenire contro <strong>la</strong> <strong>camorra</strong>. Un<br />
deputato clerico-moderato di Napoli-Chiaia, denunciava e<br />
invitava il governo a combatter<strong>la</strong>, ammonendo: .<br />
Una parte <strong>del<strong>la</strong></strong> stampa locale (quel<strong>la</strong> che contava) e in partico<strong>la</strong>re il “Mattino” e il suo vate<br />
Scarfoglio, difendeva a tutto campo e con veemenza il Romano. Questo <strong>per</strong>ò non fermava l’azione<br />
<strong>del<strong>la</strong></strong> Prefettura casertana contro il politico-camorrista. Nel collegio di Aversa si raddoppiavano i<br />
contingenti di carabinieri e poliziotti, si aggiungevano quaranta guardie di finanza, veniva impiegata<br />
anche <strong>la</strong> cavalleria. Lo Stato, attestava il prefetto al governo, era entrato in guerra contro<br />
l’onorevole che<br />
si appoggia al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>vita locale e <strong>la</strong> sostiene vigorosamente traendo in gran parte da essa <strong>la</strong> sua<br />
forza elettorale. Perciò è grato alle figure principali di essa; <strong>per</strong>ciò si ado<strong>per</strong>a in ogni contingenza<br />
in favore loro. Non appena esse h<strong>anno</strong> a rendere qualche conto al<strong>la</strong> giustizia, egli si pone in prima<br />
linea <strong>per</strong> difenderle recandosi <strong>per</strong>sonalmente nelle Aule del Tribunale e mostrandosi a<strong>per</strong>tamente<br />
ai Magistrati compiacenti con <strong>la</strong> veste di fautore e di patrocinatore, sostenuto a sua volta da<br />
numerosi affiliati al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>vita.[…] Per tutto ciò, che ora il Cav. Romano sia ritenuto moralmente<br />
diffamato è noto; ma <strong>la</strong> recente lotta elettorale ha valso a confermarlo ed a caratterizzarlo<br />
moralmente e politicamente <strong>la</strong> figura di lui.<br />
Il processo Cuocolo, di cui parleremo fra poco, provocò un’attenzione inedita al problema<br />
criminale. Si sviluppava così un’analisi dei caratteri e soprattutto dell’evoluzione del fenomeno<br />
camorristico. Il dirigente sindacale e giornalista, Eugenio Guarino, <strong>per</strong> esempio, poneva fortemente<br />
l’accento sul<strong>la</strong> <strong>per</strong>sistenza e aggiornamento dell’associazione delinquenziale, che pareva assumere<br />
<strong>la</strong> forma di una , i cui tentacoli invadevano tutta <strong>la</strong> città. Indicava, con molto<br />
coraggio e spregiudicatezza, quelli che erano i : i legami con <strong>la</strong> polizia,<br />
specie <strong>per</strong> il controllo del mercato elettorale; <strong>la</strong> tolleranza <strong>del<strong>la</strong></strong> magistratura e, soprattutto, delle<br />
autorità religiose che tanto peso avevano nel<strong>la</strong> città; infine l’assuefazione <strong>del<strong>la</strong></strong> pubblica opinione<br />
allo spettacolo delle istituzioni conniventi con <strong>la</strong> delinquenza.<br />
Il pubblicherà una attenta inchiesta, poi raccolta in volume da Ernesto Serao e<br />
Ferdinando Russo. Serao spiegherà <strong>la</strong> profondità dei cambiamenti che avevano ormai oscurato i<br />
tradizionali riti camorristici e che vedevano sempre più crescere <strong>la</strong> presenza, accanto ai delinquenti<br />
plebei, di strati sociali più elevati ed a<strong>per</strong>ti ad altolocate re<strong>la</strong>zioni, grazie agli accordi elettorali, alle<br />
pratiche usuraie, al controllo delle aste, al gioco e al mondo appassionato ai cavalli.<br />
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