Le origini della camorra - (anno 2010) - Osservatorio per la legalità ...
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dall’annegamento più <strong>per</strong>sone, tra cui due agenti e <strong>la</strong> figlia del direttore, <strong>per</strong> cui ottenne <strong>la</strong> grazia e<br />
il condono <strong>del<strong>la</strong></strong> consistente pena residua>>.<br />
Dominano, in quegli anni ’40 e ’50, <strong>la</strong> borsa nera, i falsi, le contraffazioni, gli scartiloffi (merci<br />
costose vendute <strong>per</strong> tali ma sostituite da mattoni, segatura, cartapressata). Il controllo di questa zona<br />
è assicurato dai fratelli Giuliano: Pio Vittorio, Guglielmo, Salvatore.<br />
Sempre tra gli anni ’40 e ’50 guappi e “carte di tressette” si introducono nelle campagne e in una<br />
specie di borsa merci all’a<strong>per</strong>to, a corso Novara vicino al<strong>la</strong> Stazione centrale di Napoli, sono i nuovi<br />
mediatori che, come i vecchi, sfruttano il <strong>la</strong>voro contadino. Assumono il ruolo centrale tra i<br />
grossisti, che acquistano dai contadini, e i concessionari dei magazzini del mercato ortofrutticolo<br />
all’ingrosso. Insomma, sono quelli che decidono i prezzi e quindi i profitti di tutti gli attori che<br />
trasportano <strong>la</strong> frutta e gli ortaggi dal contadino all’acquirente finale.<br />
Questi si chiamano presidente dei prezzi. Se poi sono bravi e riescono ad imporsi diventano<br />
presidente unico. Nei primi anni ’50 si affermano tre presidenti dei prezzi: Alfredo Misto di<br />
Giugliano, Pasquale Simonetti di No<strong>la</strong>, Antonio Esposito di Pomigliano.<br />
Tra questi tre guappi <strong>la</strong> convivenza è caratterizzata da conflitti con sparatorie sulle aree di rispettiva<br />
competenza. Prevale Simonetti (Pascalone ‘e No<strong>la</strong>) che diventa presidente unico dei prezzi.<br />
Ma i contrasti non si fermarono. Nell’estate 1955 Pascalone ‘e No<strong>la</strong> fu ammazzato proprio a corso<br />
Novara da un sicario di Totonno ‘e Pomigliano (Antonio Esposito). Esposito, poi, fu ucciso dal<strong>la</strong><br />
giovane vedova di Simonetti, <strong>la</strong> diciottenne Pupetta Maresca, ch’era incinta e faceva parte <strong>del<strong>la</strong></strong><br />
famiglia criminale dei <strong>la</strong>mpetielli di Castel<strong>la</strong>mare di Stabia.<br />
La vicenda ebbe risonanza internazionale <strong>per</strong>ciò segnò <strong>la</strong> conclusione del predominio dei mediatori<br />
criminali e l’emarginazione <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>camorra</strong>. Ciò non impediva a qualche gruppo di aggirarsi, come<br />
don Vittorio Nappi, di stanza a Scafati nell’agro sarnese-nocerino, detto ‘o studente o anche ‘o<br />
signurino. Di famiglia borghese, era iscritto al<strong>la</strong> facoltà di Giurisprudenza a Napoli. Fu coinvolto in<br />
un delitto “d’onore”, andò in carcere <strong>per</strong> un po’, tornò in paese .<br />
Durante il fascismo fu mandato alle Tremiti in soggiorno obbligato.<br />
La sua principale attività fu l’estorsione a d<strong>anno</strong> degli industriali e dei commercianti <strong>del<strong>la</strong></strong> zona, in<br />
cambio di protezione. Dirimeva, inoltre, questioni e dava consigli, a pagamento.<br />
Vi erano altri gruppi nell’area vesuviana. A Castel<strong>la</strong>mare di Stabia im<strong>per</strong>ava Catello Di Somma. Il<br />
leader democristiano Silvio Gava passeggiava insieme a lui, specie nelle campagne elettorali.<br />
Sempre negli anni ’40 e ’50 “carte di tressette” gestivano come grossisti il settore dei magliari che,<br />
in giro <strong>per</strong> l’Italia e l’Europa, vendevano, porta a porta, a basso prezzo, stoffe adulterate passandole<br />
<strong>per</strong> cotone, <strong>la</strong>na, seta. Si trattava di truffe estese anche ai traffici di merce rubata e coinvolgevano,<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> vendita diretta, <strong>la</strong>rghi strati popo<strong>la</strong>ri che vivevano di attività illegali.<br />
Per concludere il capitolo, aggiungiamo che questa delinquenza urbana, negli anni ’50, come <strong>la</strong><br />
<strong>camorra</strong> ottocentesca, restava marginale e subalterna.<br />
La guerra tra i c<strong>la</strong>n dei marsigliesi e Cosa Nostra a Napoli<br />
Agli inizi degli anni ’60 <strong>la</strong> timida espansione <strong>del<strong>la</strong></strong> società meridionale, promossa dallo sviluppo<br />
economico in atto nel Paese, si accompagnò al più grande sviluppo <strong>del<strong>la</strong></strong> criminalità organizzata che<br />
in Campania avrebbe trasformata <strong>la</strong> <strong>camorra</strong> storica, facendole assumere forme più consistenti, di<br />
<strong>la</strong>rgo respiro molto lontane dai suoi primordiali appetiti.<br />
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