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Le origini della camorra - (anno 2010) - Osservatorio per la legalità ...

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Qualche <strong>anno</strong> dopo il 1956, con l’indipendenza del Marocco, vi fu <strong>la</strong> chiusura del porto di Tangeri.<br />

I depositi di tabacco, quindi, si spostarono nei porti jugos<strong>la</strong>vi e albanesi da dove, attraversando <strong>la</strong><br />

Puglia, le casse di sigarette arrivavano a Napoli.<br />

I delinquenti napoletani inizialmente svolgono, <strong>per</strong> questo traffico illegale, ruoli secondari: lo<br />

sbarco delle sigarette, <strong>la</strong> collocazione nei magazzini, <strong>la</strong> vendita al dettaglio. I marinai, imbarcati su<br />

veloci scafi, sbarcano le casse in alto mare. I banchetti di vendita delle ‘stecche’ sono sparsi <strong>per</strong><br />

tutta Napoli.<br />

Bisogna chiarire che, negli anni ’60, il contrabbando di tabacco è generalmente considerato<br />

un’attività tra lecito e illecito, tanto che le sigarette vengono portate e vendute in tutti gli uffici di<br />

Napoli, dal<strong>la</strong> Prefettura all’Intendenza di Finanza. Si può certo comprendere il tollerante<br />

atteggiamento in una città che non dà posti di <strong>la</strong>voro sufficienti, le sigarette illegali forniscono una<br />

<strong>la</strong>rga occupazione ben retribuita a <strong>la</strong>rghi settori di emarginati e inquieti (oggi forse lo avremmo<br />

chiamato un ‘ammortizzatore sociale’).<br />

Sono <strong>per</strong> lo più i siciliani di Cosa Nostra e delinquenti corsi, marocchini, algerini che f<strong>anno</strong> capo a<br />

Marsiglia e, <strong>per</strong>ciò, vengono chiamati “marsigliesi”. Ma insieme a questi criminali, secondo un<br />

rapporto <strong>del<strong>la</strong></strong> Guardia di Finanza italiana o<strong>per</strong>ano le banche svizzere, finanzieri di vari paesi europei, ditte import-export<br />

di mezzo mondo.<br />

Intanto <strong>la</strong> mafia siciliana si dibatte in una grave crisi. Dopo <strong>la</strong> prima guerra scoppiata tra i Greco e i<br />

La Barbera, all’inizio degli anni ’60 e dopo <strong>la</strong> strage di Ciaculli del 1963, quando una Giulietta al<br />

tritolo destinata ai Greco ammazza, invece, sette carabinieri, lo Stato repubblicano sferra un duro<br />

attacco a Cosa Nostra.<br />

Abbiamo già detto che negli anni ’60 è Marsiglia il centro internazionale dei traffici illeciti, specie<br />

degli stupefacenti, tra i paesi produttori e quelli consumatori, soprattutto gli Stati Uniti. <strong>Le</strong> cose<br />

cambier<strong>anno</strong> negli anni ’70 quando stabilitosi un accordo tra Stati Uniti e Francia, si svilup<strong>per</strong>à un<br />

duro contrasto al<strong>la</strong> “French Connection” che ridurrà drasticamente il predominio corso-marsigliese.<br />

Si aprirà così <strong>la</strong> strada al<strong>la</strong> affermazione di Cosa Nostra nel controllo delle reti di traffico degli<br />

stupefacenti nell’area mediterranea.<br />

La situazione cambierà, sempre negli anni ’70, anche <strong>per</strong> <strong>la</strong> delinquenza campana <strong>per</strong> due fattori. Il<br />

soggiorno obbligato che porta nel Napoletano numerosi capimafia; <strong>la</strong> guerra tra Cosa Nostra e il<br />

c<strong>la</strong>n dei marsigliesi <strong>per</strong> il controllo del tabacco e <strong>del<strong>la</strong></strong> droga nell’area napoletana.<br />

Si stabilir<strong>anno</strong> rapporti tra capimafia in soggiorno obbligato e gruppi criminali locali. Infatti, nei<br />

dintorni di Napoli erano giunti, <strong>per</strong> obbligo di dimora, Stefano Bontate, Gaetano Riina, Salvatore<br />

Bagarel<strong>la</strong> ed altri. Per scelta volontaria arrivano Giuseppe Savoca, Tommaso Spadaro e Antonio<br />

Salomone. Latitavano, tra l’altro, nel Napoletano Saro Riccobono, Ger<strong>la</strong>ndo Alberti e il capo dei<br />

corleonesi Luciano <strong>Le</strong>ggio (Liggio), legato ai Nuvoletta di Marano che, <strong>per</strong> suo conto,<br />

amministrava una grande azienda ortofruttico<strong>la</strong> e investiva nei traffici di tabacco e di droga.<br />

La guerra a<strong>per</strong>ta tra c<strong>la</strong>n marsigliesi e mafia siciliana <strong>per</strong> <strong>la</strong> conquista di Napoli gioverà ai criminali<br />

campani che compiono, così, un salto di qualità, <strong>la</strong>sciando le retrovie <strong>per</strong> obiettivi più ambiziosi.<br />

Addirittura le famiglie più solide e affidabili del Napoletano e del Casertano entrano, insieme ai<br />

cugini <strong>del<strong>la</strong></strong> ‘ndrangheta ca<strong>la</strong>brese, nel salotto buono, dell’associazione di orizzonte mondiale: Cosa<br />

Nostra siciliana.<br />

Intanto il soggiorno obbligato esporta mafiosi non solo a Napoli ma anche a Mi<strong>la</strong>no e nel Nord,<br />

.<br />

In questa fase avviene l’ingresso <strong>del<strong>la</strong></strong> delinquenza campana .<br />

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