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GEOmedia 6 2015

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SMART CITIES<br />

Smart cities<br />

or dumb cities?<br />

Cittadini sensori e<br />

citizen science<br />

di Beniamino Murgante e<br />

Giuseppe Borruso<br />

Questa rubrica ha ospitato<br />

in varie occasioni un approccio<br />

piuttosto critico alle<br />

Smart Cities nell’accezione<br />

di contesti urbani che diventano<br />

intelligenti grazie<br />

ad uno strato tecnologico<br />

di app e di sensori, nei casi<br />

in cui venga poco integrato<br />

con altre iniziative e politiche<br />

di pianificazione urbana<br />

o economica, o realizzato ‘a<br />

spot’ e senza un vero e proprio<br />

progetto di manutenzione<br />

e sviluppo. Una delle<br />

nostre riserve si è diretta<br />

verso sistemi fortemente<br />

centralizzati di gestione degli<br />

aspetti più tecnologici<br />

di una ‘Smart City’, spesso<br />

venduti da parte di un fornitore<br />

di hardware e software<br />

in pacchetti ‘pronto all’uso’<br />

in una formula che ha la presunzione<br />

di andar bene per<br />

ogni contesto, e spesso con<br />

un’impostazione da ‘grande<br />

fratello’ che tutto controlla<br />

sulla città.<br />

Le nostre considerazioni si<br />

sono di frequente indirizzate<br />

verso gli interventi su ‘Smart<br />

Cities’ come parte integrante<br />

e integrata di politiche<br />

di pianificazione a livello<br />

urbano, in cui il ruolo delle<br />

istituzioni e, in particolar<br />

modo, dei cittadini diventa<br />

importante e determinante<br />

nell’evidenziare elementi<br />

che sarebbero sfuggiti all’occhio<br />

di un ‘grande fratello’ o<br />

semplicemente nel far riflettere<br />

su degli aspetti su cui la<br />

complessa macchina urbana<br />

potrebbe non aver considerato<br />

in tutte le sfaccettature.<br />

I cittadini, come evidenziato<br />

in altre occasioni su queste<br />

pagine, rappresentano uno<br />

dei ‘pilastri’ delle Smart<br />

Cities in quanto ‘sensori’ urbani<br />

(Murgante e Borruso,<br />

2013) in grado di recepire<br />

input e osservazioni dal proprio<br />

ambiente, possibilmente<br />

aiutati da tecnologie ormai<br />

alla portata di tutti (per<br />

esempio smartphones) e da<br />

un’ampia disponibilità di<br />

dati, auspicabilmente di origine<br />

pubblica (open data).<br />

Se il ruolo dei cittadini è già<br />

presente in molte delle azioni<br />

legate alla pianificazione,<br />

diverso e più recente è quello<br />

di parte attiva nei processi<br />

di citizen science urbana e di<br />

raccolta di dati di interesse a<br />

livello urbano e la loro successiva<br />

analisi e commento<br />

assieme a studiosi, ricercatori<br />

e decisori finali.<br />

Nella citizen science i cittadini<br />

diventano, secondo<br />

vari livelli di partecipazione<br />

e coinvolgimento, consapevolmente<br />

in grado di<br />

raccogliere o di elaborare<br />

dati di interesse per una<br />

certa comunità scientifica<br />

di riferimento. È questo un<br />

concetto ormai generalmente<br />

accettato, in cui, come<br />

ricorda Lewenstein in un<br />

Fig.1 - Attività di mobile data collection e citizen science in occasione della<br />

manifestazione scientifica TriesteNext.<br />

Fig. 2 - Attività di raccolta dati durante il laboratorio LabAc di<br />

accessibilità urbana.<br />

articolo del 2004, si possono<br />

riscontrare diverse tipologie<br />

di partecipazione di personale<br />

non strettamente scientifico.<br />

I ‘cittadini scienziati’<br />

possono sia contribuire alla<br />

raccolta di dati secondo specifici<br />

protocolli scientifici<br />

nella fase di utilizzo e interpretazione<br />

dei dati, sia essere<br />

coinvolti in processi decisionali<br />

aventi componenti tecniche<br />

o scientifiche. La citizen<br />

science, sempre secondo<br />

Lewenstein, è anche il coinvolgimento<br />

dei ricercatori e<br />

degli scienziati nei processi<br />

democratici e di decisione<br />

delle politiche. Nella pratica,<br />

si è trovata applicazione<br />

soprattutto in campi quali<br />

la botanica, o l’osservazione<br />

dello spazio, o ancora altri<br />

campi in cui ‘cittadini curiosi’<br />

contribuiscono, con strumenti<br />

amatoriali, a ottenere<br />

dati, indizi e informazioni<br />

che poi si rivelano utili agli<br />

scienziati ‘ufficiali’.<br />

Haklay (2013) considerando<br />

la cooperazione dei<br />

cittadini, distingue quattro<br />

livelli di citizen science dove<br />

il crowdsourcing è il livello<br />

più basso e il più alto livello<br />

è un tipo di scienza collaborativa,<br />

dove i cittadini possono<br />

avere la responsabilità<br />

di definire i problemi e<br />

ricercare possibili soluzioni.<br />

Questo concetto<br />

si sposa con quelli<br />

più ‘geografici’ della<br />

VGI (Volunteered<br />

Geographic Information),<br />

quell’Informazione<br />

Geografica Volontaria che<br />

oggi è possibile grazie a<br />

smartphone e tablet dotati<br />

di ricevitori di posizionamento<br />

satellitare (GPS) e<br />

app collegate.<br />

Il concetto di citizen science<br />

ha avuto ancora relativamente<br />

poche applicazioni<br />

di tipo urbano, ma in un<br />

contesto di Smart City e cittadini<br />

sensori presenta delle<br />

potenzialità notevoli e interessanti<br />

soprattutto nel ruolo<br />

che la cittadinanza può<br />

avere nel raccogliere dati e<br />

informazioni ‘dal basso’, in<br />

cui viene coniugato l’interesse<br />

per una partecipazione<br />

attiva con la disponibilità di<br />

strumentazione tecnologica,<br />

generalmente a costo ridotto.<br />

Abbiamo già riportato<br />

come, su queste colonne,<br />

siano possibili ed efficaci<br />

esempi ‘attivi’ di coinvolgimento<br />

di gruppi di utenti<br />

in azioni di mappatura e<br />

realizzazione cartografica<br />

bottom-up (per esempio<br />

attraverso la piattaforma<br />

OpenStreetMap) secondo<br />

un approccio ‘neogeografico’,<br />

nonché con l’utilizzo di<br />

social networks e media per<br />

la segnalazione in tempo reale<br />

di determinati episodi o<br />

manifestazioni che si verificano<br />

nelle città (e non solo).<br />

Esperienze recenti hanno<br />

coinvolto gli scriventi nella<br />

realizzazione di progetti di<br />

monitoraggio di fenomeni<br />

urbani utilizzando l’infor-<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>

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