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SMART CITIES<br />
Smart cities<br />
or dumb cities?<br />
Cittadini sensori e<br />
citizen science<br />
di Beniamino Murgante e<br />
Giuseppe Borruso<br />
Questa rubrica ha ospitato<br />
in varie occasioni un approccio<br />
piuttosto critico alle<br />
Smart Cities nell’accezione<br />
di contesti urbani che diventano<br />
intelligenti grazie<br />
ad uno strato tecnologico<br />
di app e di sensori, nei casi<br />
in cui venga poco integrato<br />
con altre iniziative e politiche<br />
di pianificazione urbana<br />
o economica, o realizzato ‘a<br />
spot’ e senza un vero e proprio<br />
progetto di manutenzione<br />
e sviluppo. Una delle<br />
nostre riserve si è diretta<br />
verso sistemi fortemente<br />
centralizzati di gestione degli<br />
aspetti più tecnologici<br />
di una ‘Smart City’, spesso<br />
venduti da parte di un fornitore<br />
di hardware e software<br />
in pacchetti ‘pronto all’uso’<br />
in una formula che ha la presunzione<br />
di andar bene per<br />
ogni contesto, e spesso con<br />
un’impostazione da ‘grande<br />
fratello’ che tutto controlla<br />
sulla città.<br />
Le nostre considerazioni si<br />
sono di frequente indirizzate<br />
verso gli interventi su ‘Smart<br />
Cities’ come parte integrante<br />
e integrata di politiche<br />
di pianificazione a livello<br />
urbano, in cui il ruolo delle<br />
istituzioni e, in particolar<br />
modo, dei cittadini diventa<br />
importante e determinante<br />
nell’evidenziare elementi<br />
che sarebbero sfuggiti all’occhio<br />
di un ‘grande fratello’ o<br />
semplicemente nel far riflettere<br />
su degli aspetti su cui la<br />
complessa macchina urbana<br />
potrebbe non aver considerato<br />
in tutte le sfaccettature.<br />
I cittadini, come evidenziato<br />
in altre occasioni su queste<br />
pagine, rappresentano uno<br />
dei ‘pilastri’ delle Smart<br />
Cities in quanto ‘sensori’ urbani<br />
(Murgante e Borruso,<br />
2013) in grado di recepire<br />
input e osservazioni dal proprio<br />
ambiente, possibilmente<br />
aiutati da tecnologie ormai<br />
alla portata di tutti (per<br />
esempio smartphones) e da<br />
un’ampia disponibilità di<br />
dati, auspicabilmente di origine<br />
pubblica (open data).<br />
Se il ruolo dei cittadini è già<br />
presente in molte delle azioni<br />
legate alla pianificazione,<br />
diverso e più recente è quello<br />
di parte attiva nei processi<br />
di citizen science urbana e di<br />
raccolta di dati di interesse a<br />
livello urbano e la loro successiva<br />
analisi e commento<br />
assieme a studiosi, ricercatori<br />
e decisori finali.<br />
Nella citizen science i cittadini<br />
diventano, secondo<br />
vari livelli di partecipazione<br />
e coinvolgimento, consapevolmente<br />
in grado di<br />
raccogliere o di elaborare<br />
dati di interesse per una<br />
certa comunità scientifica<br />
di riferimento. È questo un<br />
concetto ormai generalmente<br />
accettato, in cui, come<br />
ricorda Lewenstein in un<br />
Fig.1 - Attività di mobile data collection e citizen science in occasione della<br />
manifestazione scientifica TriesteNext.<br />
Fig. 2 - Attività di raccolta dati durante il laboratorio LabAc di<br />
accessibilità urbana.<br />
articolo del 2004, si possono<br />
riscontrare diverse tipologie<br />
di partecipazione di personale<br />
non strettamente scientifico.<br />
I ‘cittadini scienziati’<br />
possono sia contribuire alla<br />
raccolta di dati secondo specifici<br />
protocolli scientifici<br />
nella fase di utilizzo e interpretazione<br />
dei dati, sia essere<br />
coinvolti in processi decisionali<br />
aventi componenti tecniche<br />
o scientifiche. La citizen<br />
science, sempre secondo<br />
Lewenstein, è anche il coinvolgimento<br />
dei ricercatori e<br />
degli scienziati nei processi<br />
democratici e di decisione<br />
delle politiche. Nella pratica,<br />
si è trovata applicazione<br />
soprattutto in campi quali<br />
la botanica, o l’osservazione<br />
dello spazio, o ancora altri<br />
campi in cui ‘cittadini curiosi’<br />
contribuiscono, con strumenti<br />
amatoriali, a ottenere<br />
dati, indizi e informazioni<br />
che poi si rivelano utili agli<br />
scienziati ‘ufficiali’.<br />
Haklay (2013) considerando<br />
la cooperazione dei<br />
cittadini, distingue quattro<br />
livelli di citizen science dove<br />
il crowdsourcing è il livello<br />
più basso e il più alto livello<br />
è un tipo di scienza collaborativa,<br />
dove i cittadini possono<br />
avere la responsabilità<br />
di definire i problemi e<br />
ricercare possibili soluzioni.<br />
Questo concetto<br />
si sposa con quelli<br />
più ‘geografici’ della<br />
VGI (Volunteered<br />
Geographic Information),<br />
quell’Informazione<br />
Geografica Volontaria che<br />
oggi è possibile grazie a<br />
smartphone e tablet dotati<br />
di ricevitori di posizionamento<br />
satellitare (GPS) e<br />
app collegate.<br />
Il concetto di citizen science<br />
ha avuto ancora relativamente<br />
poche applicazioni<br />
di tipo urbano, ma in un<br />
contesto di Smart City e cittadini<br />
sensori presenta delle<br />
potenzialità notevoli e interessanti<br />
soprattutto nel ruolo<br />
che la cittadinanza può<br />
avere nel raccogliere dati e<br />
informazioni ‘dal basso’, in<br />
cui viene coniugato l’interesse<br />
per una partecipazione<br />
attiva con la disponibilità di<br />
strumentazione tecnologica,<br />
generalmente a costo ridotto.<br />
Abbiamo già riportato<br />
come, su queste colonne,<br />
siano possibili ed efficaci<br />
esempi ‘attivi’ di coinvolgimento<br />
di gruppi di utenti<br />
in azioni di mappatura e<br />
realizzazione cartografica<br />
bottom-up (per esempio<br />
attraverso la piattaforma<br />
OpenStreetMap) secondo<br />
un approccio ‘neogeografico’,<br />
nonché con l’utilizzo di<br />
social networks e media per<br />
la segnalazione in tempo reale<br />
di determinati episodi o<br />
manifestazioni che si verificano<br />
nelle città (e non solo).<br />
Esperienze recenti hanno<br />
coinvolto gli scriventi nella<br />
realizzazione di progetti di<br />
monitoraggio di fenomeni<br />
urbani utilizzando l’infor-<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>