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TRAKS INTERVIEW #2

Secondo numero della nuova rivista, costola di www.musictraks.com, che pubblica soltanto interviste approfondite ai protagonisti della musica indipendente italiana. Tra i protagonisti: Rashomon, Giuliano Clerico, Tiziano Bianchi, Dulcamara, Ohio Kid

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Nevica NOISE<br />

Il mio IO primario<br />

Gianluca Lo presti AKA Nevica su Quattropuntozero, dopo svariate scorribande<br />

in dischi altrui, mette a fuoco il proprio DNA primordiale con un moniker<br />

differente e con un disco (quasi) del tutto strumentale, “Sputnik”<br />

Perché hai deciso di “aprire” un side<br />

project autonomo anziché pubblicare<br />

i brani come Nevica Su Quattropuntozero?<br />

Nevica su Quattropuntozero e Nevica<br />

NOISE sono in realtà due facce della<br />

stessa medaglia, il primo è un progetto<br />

di canzoni, sicuramente “sui generis”<br />

ma sempre di canzoni si tratta, il secondo<br />

invece, essendo strumentale, mi<br />

permette di spaziare più liberamente<br />

nei meandri della mia anima musicale<br />

laddove posso sperimentare soluzioni<br />

sonore nuove da portare poi nel progetto<br />

principale di Nevica su Quattropuntozero.<br />

Mi piace pensare a Nevica NOI-<br />

SE come al DNA musicale di Nevica su<br />

Quattropuntozero dove tutto è primordiale.<br />

Come e con quale spirito nasce “Sputnik”?<br />

Dopo tanto tempo trascorso su progetti<br />

musicali a lungo termine dove spesso<br />

si deve usare molto il cervello e meno<br />

il cuore soprattutto per curare aspetti<br />

tecnici della produzione di un disco<br />

nei quali non mi sto a dilungare,sentivo<br />

fortemente la necessità di partorire<br />

qualcosa di immediato di più spontaneo<br />

e meno pensato,avvicinarmi cioè al mio<br />

IO primario alla mia anima musicale<br />

in modo più diretto.La psichedelia<br />

elettronica è ricca di suggestioni,sono<br />

viaggi che inizi e non sai mai dove vai<br />

a finire…ecco la nascita di questo disco<br />

rappresenta una sorta di catarsi liberatoria<br />

dove posso lasciarmi andare senza<br />

limiti.Anche se in realtà non me li<br />

pongo mai comunque!<br />

Il tuo disco è descritto come un’esigenza<br />

“di pancia”, un approccio istintivo<br />

e uno stacco liberatorio. Non è curioso<br />

che per un discorso così “naturale” tu<br />

abbia scelto in prevalenza strumenti<br />

“sintetici”? Oppure ormai non è più<br />

corretto fare distinzione tra analogico,<br />

sintetico, elettrico, elettronico...<br />

Non esistono a mio parere distinzioni<br />

o categorie sonore, o meglio non credo<br />

alle gerarchie.Io uso l’elettronica<br />

perché sono “naturalmente” cresciuto<br />

con questa. Diciamo è un mondo sonoro<br />

che si adatta perfettamente al mio<br />

essere musicista. In realtà nel disco<br />

sotto l’elettronica c’è una batteria acustica<br />

suonata da Alessandro Gomma<br />

Antolini, quindi in parte si cercano di<br />

fondere questi due mondi sonori acustico/sintetico.<br />

Sono consapevole che la<br />

maggioranza dei musicisti oggi utilizzi<br />

ancora il suono naturale degli strumenti<br />

acustici o elettrici ma anche un<br />

sintetizzatore ha la stessa importanza<br />

di una chitarra o un basso. Diciamo che<br />

non credo neppure il contrario che la<br />

forma espressiva elettronica sia la migliore.<br />

Ogni musicista deve capire chi è,<br />

cosa vuole, da che parte sta. Alla fine la<br />

propensione e la scelta di avvicinarsi a<br />

uno strumento o a un altro deve essere<br />

del tutto spontanea. Io non mi sono mai<br />

posto limiti né fatto domande, mi sono<br />

solo concentrato a fare meglio che potevo<br />

quello che sentivo. Penso basti cosi!<br />

“Sputnik” rappresenta il primo passo<br />

di una trilogia dedicata a Murakami.<br />

Che cosa ti colpisce di più dello scrittore<br />

giapponese come interprete della<br />

realtà contemporanea?<br />

Sì, in realtà nella mia concezione cè<br />

una trilogia che prende spunto dalle<br />

letture di Murakami parte da li ma<br />

arriva ad altro.Preferisco pensare che<br />

Sputnik sia la prima opera di una cosidetta<br />

“Trilogia dell’anima” dove dentro<br />

la musica cè una fortissima tensione<br />

verso la ricerca di se stessi e del nostro<br />

equilibrio sano nel mondo. In questi<br />

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