TRAKS INTERVIEW #2
Secondo numero della nuova rivista, costola di www.musictraks.com, che pubblica soltanto interviste approfondite ai protagonisti della musica indipendente italiana. Tra i protagonisti: Rashomon, Giuliano Clerico, Tiziano Bianchi, Dulcamara, Ohio Kid
Secondo numero della nuova rivista, costola di www.musictraks.com, che pubblica soltanto interviste approfondite ai protagonisti della musica indipendente italiana. Tra i protagonisti: Rashomon, Giuliano Clerico, Tiziano Bianchi, Dulcamara, Ohio Kid
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OHIO KID<br />
la realtà fuori è confusa<br />
“Everyone was sleeping as if the Universe were a mistake” è il ritorno del<br />
songwriter folk bolognese di stanza in Lussemburgo<br />
Sono passati quattro anni dal tuo (lodevole)<br />
esordio con “The day when we<br />
discovered the light”. Che cosa è successo<br />
in questo periodo di tempo a te e<br />
alle tue canzoni?<br />
(Grazie mille per il “lodevole”!) Gli ultimi<br />
quattro anni, quelli tra le due uscite,<br />
sono stati abbastanza intensi, soprattutto<br />
dal punto di vista personale.<br />
Ho vissuto, e sto ancora vivendo, all’estero,<br />
in paesi diversi, muovendomi un<br />
po’ per necessità, un po’ per curiosità.<br />
Sono stato inglobato in un succedersi di<br />
esperienze,<br />
conoscenze,<br />
gioie e<br />
malumori.<br />
Ho<br />
provato<br />
l’emozione<br />
e lo smarrimento di non avere<br />
un luogo che potessi chiamare casa.<br />
Le canzoni di “The Day when… dopo<br />
che sono state pubblicate si sono un po’<br />
perse. Numero di live ridotti all’osso,<br />
io che magari non prendevo in mano la<br />
chitarra per mesi. Non è stato un periodo<br />
molto adatto per dare un seguito al<br />
disco. E mi dispiace. Quella manciata<br />
di volte sono riuscito a suonare quei<br />
pezzi davanti a un pubblico il responso<br />
è stato molto positivo e avrei voluto<br />
ripetere l’esperienza all’infinito.<br />
Puoi spiegare il titolo del nuovo disco?<br />
Ero a una mostra di fotografia a Barcellona,<br />
che non mi è rimasta molto in<br />
testa. Ma il titolo dell’esibizione era<br />
fantastico. L’ho preso da lì. Descrive<br />
perfettamente una sensazione che ho<br />
provato spesso. La realtà fuori talvolta<br />
è talmente confusa che l’unica cosa<br />
che vorresti fare è rimanere a letto con<br />
la testa sotto le lenzuola. Un modo per<br />
nascondersi, o nascondere le cose che<br />
stanno al di fuori delle mura protettive<br />
di una camera da letto. Mi piace il<br />
contrasto spaziale tra l’infinito dell’universo<br />
e la piccolezza dei nostri problemi<br />
personali. E mi piace che sia un titolo<br />
chiaramente esagerato, megalomane.<br />
Le cronache narrano di canzoni nate e<br />
poi gettate nel cestino. E’ stato molto<br />
difficile arrivare a “Everyone was sleeping<br />
as if the Universe were a mistake”?<br />
No e sì. No perché le melodie si creano<br />
da sole nella mia testa o mentre sto<br />
suonando e magari pensando ad altro.<br />
Non c’è un pattern predefinito, non decido<br />
io come iniziarle, come finirle, è<br />
sentirlo, percepirlo. Allo stesso modo le<br />
liriche. Sono frasi che mi fluttuano in<br />
testa, e quasi naturalmente diventano<br />
parte della musica. Scrivo e riscrivo fino<br />
a che non mi sento di aver raggiunto il<br />
risultato voluto. Sì, perché per i primi<br />
due anni queste cose non le sapevo. Ho<br />
forzato la mano, ho provato a fare qualcosa<br />
di diverso dal disco precedente, ma<br />
senza un progetto chiaro. È venuto fuori<br />
un miscuglio di idee e melodie e testi<br />
che non sentivo assolutamente mie.<br />
Ho imparato che non si inizia un pezzo<br />
pensando di sperimentare. Puoi farlo<br />
dopo, ma la base deve essere semplice.<br />
I soliti quattro accordi.<br />
Hai scelto atmosfere più intime e, si<br />
direbbe, dolorose per le sei nuove canzoni<br />
rispetto al tuo esordio. E’ stato<br />
difficile mettersi così a nudo oppure è<br />
prevalso l’aspetto liberatorio?<br />
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