19.12.2016 Views

8_rivista_ITAeventi

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Copertina<br />

assomigliare a Wim Wenders ma comunico<br />

una mia essenza. Lei indossa<br />

un paio di occhiali particolari, sono<br />

un mix tra Elton John e i Devo, comunica<br />

un pizzico di follia.<br />

«In cinque secondi hai dato dei riferimenti<br />

molto precisi. E questa è stata la<br />

causa scatenante di tutta la mia idea degli<br />

occhiali. Io portavo un paio di Ray-<br />

Ban e il mio nome era associato a quel<br />

paio di occhiali. Ho collaborato con altri<br />

brand e ho iniziato a capire come si<br />

lavora alla realizzazione di un modello<br />

e la filosofia dietro ogni dettaglio».<br />

Dall’idea del disegno alla realizzazione<br />

ci sono molte difficoltà da affrontare.<br />

Come si concilia la parte economica<br />

nella realizzazione di un’idea?<br />

«Al tatto l’effetto che mi dava una lastra<br />

grezza da sei o da otto era un’altra<br />

cosa, eppure parliamo di due millimetri<br />

di differenza. Quando abbiamo visto<br />

il campionario la prima volta, Gabriele<br />

comprendeva che questo dettaglio<br />

potesse piacermi maggiormente ma<br />

mi metteva in guardia: può far alzare i<br />

costi di produzione. Quindi c’è un continuo<br />

confronto tra l’idea e i costi, soprattutto<br />

perché sono rimasto scottato<br />

dal mio primo esperimento: avevo fatto<br />

250 paia di occhiali per il primo lancio<br />

sul mercato a 250 euro ognuno;<br />

sono stati tutti venduti ma ho capito che<br />

il prezzo era troppo elevato. Un segno<br />

meraviglioso e incoraggiante, avevano<br />

un potenziale. Ma io desidero che il mio<br />

occhiale sia ineccepibile. Se un esperto<br />

di occhialeria lo guarda, lo osserva,<br />

lo prende in mano, lo indossa, non deve<br />

avere dubbi. Può averli sulla forma ma<br />

non sulla sostanza».<br />

L’hardware deve essere a prova di critica<br />

quindi.<br />

«Esatto. Niente “fuffa” dentro. Però ho<br />

capito che il prezzo deve essere accessibile.<br />

Visto che l’occhiale che impone il<br />

prezzo è il Ray-Ban bisogna trovare il<br />

giusto equilibrio per chi vuole scegliere.<br />

Ovviamente sulla distribuzione ci saranno<br />

sempre delle differenze ma in questo<br />

modo si potrà scegliere più serenamente<br />

un Saturnino Eye Wear. Selezioniamo<br />

con cura anche i negozi».<br />

Ogni quanto rinnova “la flotta”?<br />

«Le stagioni non sono come nella<br />

moda; l’occhiale non diventa vecchio.<br />

Si può rompere o usurare o<br />

semplicemente viene voglia di<br />

cambiarlo. Non capisco perché se<br />

cambiamo una giacca non possiamo<br />

farlo con gli occhiali. O una cintura.<br />

Puoi anticipare ciò che ritorna».<br />

È anche da vista?<br />

«L’occhiale Saturnino nasce soprattutto<br />

per chi ha necessità. Nel senso che<br />

l’occhiale è imprescindibile. Io ad<br />

esempio sono diventato astigmatico ed<br />

è un problema se guido di notte.<br />

Quindi pensato per chi ha necessità,<br />

non solo per capriccio. Ogni montatura<br />

può ospitare una lente oftalmica anche<br />

importante. Questo è uno dei risultati<br />

più significativi».<br />

Ha sempre avuto la volontà di creare<br />

loghi, timbri, gadget, persino un<br />

plettro personalizzato. La sua è una<br />

passione.<br />

«Lo è e occupa molto del mio tempo libero.<br />

È una sorta di evoluzione e di<br />

estensione della mia persona. L’ho fatto<br />

anche con gli strumenti che suono.<br />

Ma in fondo è sempre stato il mio campo.<br />

Adesso, dopo un anno e mezzo di<br />

studio, posso affermare che sono un<br />

esperto di occhialeria. Gabriele mi ha<br />

aiutato a sviluppare una collezione di occhiali.<br />

Ha iniziato dicendomi di partire<br />

con otto modelli e io ho “sbottato”:<br />

otto come i pianeti! Abbiamo creato la<br />

famiglia con il ponte, quella stondata,<br />

etc. Una gamma di indossabilità per la<br />

diversa fisiognomica. Ho scoperto, grazie<br />

al dj Matteo Ceccarini, che in indonesiano<br />

il modello dei miei occhiali<br />

chiamato Satu significa numero uno, ed<br />

è stato il primo che ho disegnato. L’ho<br />

chiamato così perché gli americani mi<br />

chiamano Satu, non riescono a pronunciare<br />

il nome esteso. E mi piace il<br />

suono. È il modello classico e ha nel<br />

finale della stanghetta un plettro.<br />

Non mi interessa che sia eccentrico<br />

perché penso che sia più importante<br />

chi lo indossa piuttosto<br />

che l’occhiale in sé. Il confine tra<br />

farsi notare ed essere eccentrici<br />

è molto sottile, Lady Gaga<br />

insegna (ride, ndr). Jean<br />

Paul Gaultier o Paul<br />

Smith conoscono<br />

bene questo<br />

confine».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!