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Un investimento che guarda al futuro
Oltre a essere AD di Marchesini Group, Maurizio Marchesini
(nella foto) è Presidente di Confindustria Emilia-Romagna e,
dal 2013, anche Cavaliere del Lavoro, nominato dall’allora
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con lui
abbiamo parlato del nuovo stabilimento, di sostenibilità,
territorio, numeri e di prospettive (rosee) per il futuro.
“L’investimento nel nuovo sito produttivo è stato fatto soprattutto
guardando al settore farmaceutico, che rimane il nostro ambito
di riferimento, anche se il settore cosmetico sta crescendo
molto. Entrambi i mercati, per fortuna, sono previsti in crescita
per i prossimi 5 anni, con tassi intorno al 3-4%. Noi abbiamo
chiuso il 2016 con un incremento del fatturato vicino al 5%
rispetto ai 270 milioni di euro del 2015 e per il futuro, fatte salve
le preoccupazioni per alcune situazioni di instabilità a livello
globale, non ci sono segnali effettivi di calo”.
Investire nel nuovo sito produttivo significa
anche muoversi in direzione della sostenibilità
ambientale.“La fabbrica di Carpi fa a meno
del gas. Riscaldamento e raffreddamento
sono a pavimento, con pompe di calore ad
alto rendimento alimentate da un numero
sufficiente di pannelli solari. Recuperiamo
e riutilizziamo anche l’energia prodotta
dai compressori e dalle centraline di
raffreddamento dei liquidi”, continua l’AD
del Gruppo.“Un altro aspetto che vogliamo
sottolineare è l’appartenenza al territorio:
in Italia, paese che ha un tessuto industriale
composto da aziende perlopiù mediopiccole,
poter contare su una filiera produttiva
territoriale è un vantaggio competitivo che,
purtroppo, passa spesso sotto traccia. Bisogna, invece, fare
emergere il valore della filiera in modo sistematico, anche
a livello di accesso al credito, e non affidarsi, come oggi
accade, alla buona volontà di alcuni capi filiera. Anche perché
vediamo che l’appartenenza territoriale è un fattore che piace
a molti clienti, soprattutto stranieri”.
E un’azienda come Marchesini Group, che realizza all’estero
oltre l’87% del fatturato grazie anche a una rete collaudata di
35 agenzie e 18 filiali che permettono di essere presenti in 116
paesi nel mondo, deve essere attenta anche a questi aspetti.
“La percezione della manifattura italiana è molto migliorata
negli ultimi 10 anni”, racconta Maurizio Marchesini.“Continua sì
ad avere un profilo diverso rispetto a quella tedesca ma il gap
si sta decisamente riducendo. E se la qualità tedesca rimane
inalterata, le aziende italiane sono caratterizzate da un’alta
percezione di adattabilità e customizzazione”. Un elemento,
quest’ultimo, che proprio Marchesini non esita a definire come
prioritario per il Gruppo.“Noi ci spingiamo anche a progettare e
realizzare impianti appositamente per un cliente. Per far questo,
abbiamo accumulato una buona esperienza nel corso degli
anni. Una qualità che il mercato certamente ci riconosce”.
A future-oriented investment
Besides being the CEO of Marchesini Group, Maurizio
Marchesini (pictured) is the President of Confindustria Emilia-
Romagna and, since 2013, he has been also“Cavaliere del
Lavoro”, an honour appointed by the former President of the
Republic Giorgio Napolitano.With Mr Marchesini we talked
about the new plant and about topics like sustainability,
territory, figures and the (rosy) perspectives for the future.
“The investment in the new production site was made mainly
for the pharmaceutical sector, which remains our reference
market, even though the cosmetics sector is definitely
growing. Luckily, both markets are expected to grow in
the next 5 years, by 4-5%.We ended the year 2016 with an
approximately 5% turnover increase compared to 270 million
euro reached in 2015. For the future, apart from the worries for
some unclear situation in the world, we do not see a possible
negative trend happen”.
Investing in the new production site
also means making a move towards
environmental sustainability.“Our factory
in Carpi works without gas.The heating
and cooling systems are under floor, with
high-performance heat pumps fed by
a consistent number of solar panels.We
also manage to recover and reuse the
energy produced by either compressors
or liquid-cooling control units”, adds the
Group’s CEO.“Another important issue is
that we belong to a territory.The Italian
industrial fabric is made mainly of small
and medium companies, then relying on
a local production chain is a competitive
advantage that is often neglected, unfortunately. But the
value of the production chain must emerge, also with regards
of loan access.Today, it all depends on the initiatives of some
wise entrepreneurs. I can also say that local production
clusters are indeed appreciated by customers, especially
foreigners”.
A company like Marchesini Group, whose turnover comes for
more than 87% from abroad, also thanks to a well-established
network of 35 representation offices and 18 offices that allow
the company to be present in 116 countries worldwide, has
to be aware of all this.“The Italian manufacturing has been
perceived in a better way for the last 10 years”, says Maurizio
Marchesini.“It still has different features than the German
one, but the gap has been reduced. And, while the German
quality is the same, the Italian companies are perceived as
more adaptable and with a higher level of customization”.
The latter is a very important factor for the Group.“We design
and manufacture a machine also on purpose for a single
customer. In order to do that, we have gained quite a good
experience during the years. And the market acknowledges
such a quality”.
PubliTec
JANUARY-FEBRUARY 2017 69