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ORIZZONTE n°2 - 2017 ok

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In viaggio per l'Italia<br />

prendiamo infatti che il Generale<br />

Panietti ordina che “per il buon<br />

andamento della festa negli ultimi<br />

tre giorni è vietato di gettare<br />

aranci od altro simile con veemenza”<br />

ma il divieto nei tempi a<br />

seguire non trovò applicazione,<br />

anzi il getto si trasformò in un<br />

vero e proprio combattimento<br />

testa a testa tra lanciatori dai<br />

balconi e lanciatori di strada<br />

Solo dal secondo dopoguerra<br />

con la nascita della prima squadra<br />

di aranceri la battaglia assunse<br />

i connotati attuali seguendo<br />

regole ben precise.<br />

Alla Battaglia oggi prendono<br />

parte oltre quattromila tiratori<br />

a piedi suddivisi in nove squadre<br />

(Picche, Morte, Tuchini, Scacchi,<br />

Arduini, Pantere, Diavoli,<br />

Mercenari, Credendari) e oltre<br />

cinquanta carri trainati da cavalli<br />

(pariglie con a bordo dieci tiratori<br />

e tiri a quattro con a bordo<br />

dodici tiratori) per un totale di<br />

circa cinquemila persone coinvolte.<br />

Il Carnevale è un grande gioco di<br />

ruolo ed è anche una straordinaria<br />

lezione di educazione civica:<br />

migliaia di persone che scendono<br />

pacificamente in piazza a celebrare<br />

una festa di libertà, in un<br />

clima “agonistico” come quello<br />

della Battaglia delle Arance, nel<br />

rispetto di regole non scritte,<br />

sono un grande esempio di civiltà<br />

che la città può orgogliosamente<br />

vantare e deve “difendere”.<br />

La Battaglia vive su regole cavalleresche<br />

non scritte condivise da<br />

tutti i partecipanti, che garantiscono<br />

l’incolumità generale (a<br />

parte qualche inevitabile occhio<br />

nero), e mantengono il confronto<br />

sul livello di una vera e propria<br />

sfida “sportiva” nella quale<br />

alla fine chi è più bravo (e tira<br />

più arance con maggior intensità)<br />

vince. Il duello tra i tiratori a<br />

piedi e sul carro che spesso assume<br />

una forma di sfida individuale,<br />

pur nella moltitudine è tanto<br />

più aspro quanto più è stretto il<br />

rapporto tra chi lo ingaggia: tirare<br />

più forte possibile è un segno<br />

di rispetto verso un conoscente,<br />

per onorare insieme la battaglia.<br />

Alla fine una stretta di mano<br />

sancisce la ritrovata amicizia.<br />

La battaglia ha per teatro le<br />

principali piazze della città; essa<br />

si svolge, come detto, tra i carri<br />

che passano al seguito del corteo<br />

e le stesse squadre a terra. I visitatori<br />

turisti sono teoricamente<br />

protetti da delle alte reti metal-<br />

Orizzonte Magazine • 15

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